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Gay & Bisex

La mia adolescenza 22


di FRANK_1987
20.05.2019    |    5.288    |    5 7.7
"In seguito, scoprii che aveva compiuto 18anni ed era stato allontanato dalla casa-famiglia per colpa degli assistenti sociali che non gli permisero di..."
PREMESSA (DA LEGGERE E NON SALTARE): Il prossimo capitolo uscirà LUNEDI’. Questi racconti si collocano prima dell’inizio della saga “IL FIDANZATO DI MIA SORELLA”. Possono essere considerati dei prequel non dei sequel, quindi, se volete leggerli immedesimandovi, dovrete dimenticare tutto quello che avete letto finora o almeno cercare di posticiparlo nella vostra mente in modo da rendere queste letture più facili senza confondervi cronologicamente.

Un incontro al parco

CAPITOLO 22

Purtroppo non rivedi mai più Agim, l’albanese. I nostri orari non coincidevano e anche se ci fossimo dati un appuntamento, non so se lui l’avrebbe rispettato. Le due volte che ci siamo visti non mi e’ sembrato particolarmente incline a iniziare qualcosa con me quindi devo dedurre che e’ stata di sua spontanea volontà l’idea di non vederci più per strada, ma me ne farò una ragione. D’altronde non potevo mica starmene in agguato sperando che prima o poi ci saremmo incontrati. In seguito, scoprii che aveva compiuto 18anni ed era stato allontanato dalla casa-famiglia per colpa degli assistenti sociali che non gli permisero di rimanere in quel luogo un giorno in più. Ma tanto non ne faccio un dramma. Il mio sverginatore e Nicola occupano sempre e comunque il mio culetto e poi ho Giorgio che si fa fare, e mi fa, di tutto. Un giorno, al compleanno del mio fidanzato, mi presento con due regali.
“Giulio, grazie”, esordisce formalmente Giorgio davanti alla madre e agli altri invitati
“Sono solo dei pensieri banali”
“Adesso voglio controllare”, fa lui scartando il primo regalo “e’ magnifico”, esclama trovandovi un orologio innovativo dell’ultimo modello “e’ davvero bellissimo”
“E l’altro regalo?”, chiede la madre
“E’ personale”
“Certo e’ il suo compleanno mica il mio”, fa lei
“Volevo dire che e’ privato. Deve aprirlo nella sua stanza”, le rispondo lasciandola senza parole mentre osserva i nostri sguardi complici
“Non resisto”, fa Giorgio “voglio aprirlo adesso. Mamma, vai a portare un altro po’ di torta alla nonna”, le dice mentre io e lui entriamo nella sua stanza
Giorgio scarta freneticamente il pacchetto privato e quando lo apre, un paio di manette sexy vengono esibite. Sorride scuotendo la testa e poi mi getta sul letto. Si sdraia su di me e inizia ad accarezzarmi il petto baciandomelo da sopra la maglia. Il cazzo dentro i miei pantaloni inizia ad irrigidirsi e talmente si ingrossa che sento la cappella fuoriuscire dall’elastico dei miei boxer e toccare la stoffa internadei miei jeans. Le mani di Giorgio scendendo lungo la mia patta accarezzandola e poi libera la bestia. La masturba un po’ e se la infila in bocca. Pompa la mia minchia mentre nel suo salone ci sono gli invitati per il suo compleanno. Sua madre potrebbe bussare alla porta da un momento all’altro e sorprenderci ma a lui non interessa. Il mio fidanzato lecca l’asta della mia banana e la cappella, ci giocherella con la lingua e poi se la struscia lungo la bocca e il mento. Il contatto con i peli della sua leggera barba mi mandano in visibilio e sborro talmente tanto succo che mi ricade lungo il pene finendo sui miei peli pubici. Giorgio ripulisce il mio cazzo e mi lecca anche il ventre facendo man bassa di tutto il liquido dei miei coglioni. Con la bocca impastata e l’alito profumato allo sperma, ci baciamo e ritorniamo nel salone dove continuiamo a festeggiare il suo 19° compleanno.
“Grazie per il regalo privato”, fa Giorgio
“Ti e’ piaciuto?”, gli chiedo seduto in veranda
“Tantissimo”
“La prossima volta lo useremo”, lo minaccio
“Ma devo usarlo solo io?”
“No, anche io, cosa credi?”, gli rispondo facendolo sorridere “anche io voglio essere ammanettato da te e sottomettermi alle tue volontà”, continuo
“Ma allora dovevi comprarne due”
“Possiamo scambiarcele. Renderà tutto più eccitante”, rispondo infilandogli una mano nelle cosce
“Smettila, nonna potrebbe vederci”
“Tuo nonno le avrà fatto le stesse cose che ti sto facendo io adesso. Le avrà infilato la mano dentro le cosce, raggiunto la fica e stimolato il clitoride con un dito”, gli spiego simulando le mie parole ma stimolandogli invece la cappella turgida
“Non credo proprio. All’epoca non si facevano queste cose prima del matrimonio”
“Ti sbagli di grosso. La mia prozia materna si e’ fatta scopare dal marito mentre la madre era andata da una vicina e lei si e’ nascosta sotto quelle lunghe gonne che si portavano un tempo”
“Che troia”, fa Giorgio
Dopo la festa, ognuno torna a casa sua. Avrei voluto usare le manette ma non era proprio possibile. La madre di Giorgio era già sospettosa e non ho voluto creargli altri problemi. Per lei un conto e’ sapere che suo marito ha abusato del figlio, un altro che il figlio e’ cambiato da quella volta e adesso adora il cazzo oltre alla vagina. Un giorno di inizio Maggio, dopo la doccia, decido di fare due passi. Mi metto una maglietta bordeaux e un jeans chiaro, quindi esco. Raggiungo il parco scrivendo al cellulare e noto due ragazze e un ragazzo giocare a palla a volo. Il ragazzo e’ magrolino, alto con i capelli neri, indossa una maglia grigia e bianca e un pantalone scuro. Mi osserva come se non vorrebbe che me ne accorgessi ma io lo noto eccome. Mi siedo ad una panchina accavallando le gambe e continuo a scrivere al cellulare. Poco dopo, il pallone urta violentemente contro i miei arti inferiori facendomi smettere di scrivere sul telefonino.
“Scusa”, fa il ragazzo correndo verso di me e fermandosi “non l’ho fatto apposta”
“Non fa niente, non mi hai fatto male”
“Sono Roberto”, mi dice porgendomi la mano
“Giulio”, gli rispondo stringendogli l’arto con fare delicato facendogli capire che anche io sono gay
“A cosa stai giocando?”
“A niente. Stavo scrivendo ad un amico”
“Se vuoi ti do il mio numero, così scriverai anche a me”, mi piace la sua audacia
“Ok, dammelo. Il numero intendo”, gli dico facendolo sorridere
Roberto mi da il suo numero e poi si allontana salutandomi. Io, anche se siamo distanti, gli scatto una foto quando si gira nuovamente verso di me riprendendo a giocare con le sue amiche e poi gli faccio uno squillo. Si prende il cellulare dalla tasca posteriore del pantalone e mi fa un cenno affermativo. Le amiche subito sorridono e le sento complimentarsi con lui capendo che la pallonata che ho ricevuto era orchestrata per conoscermi, perché evidentemente non sapeva come farsi avanti e testare la mia omosessualità. Poi arriva Giorgio. Ci salutiamo baciandoci sulle guance, facendo ingelosire Roberto, e insieme andiamo sulla spiaggia. Come ben sapete, non amo particolarmente il mare ma di questo periodo, quando l’acqua non e’ eccessivamente calda, starmene seduto su uno scoglio abbracciato al mio fidanzato con i piedi che vengono bagnati dalle onde marine, e’ tutto quello che cerco.
“Ho notato che quel ragazzo poco fa ci guardava”, mi fa Giorgio
“Quale ragazzo?”
“Quello nel parco che giocava con due amiche. Ti mangiava con gli occhi”
“Non me lo ricordo”
“Alto, magrolino, capello scuro. Il tuo tipo insomma”
“Ah si, ora ricordo. Ci siamo anche parlati”
“E cosa vi siete detti?”
“Niente di importante. Si e’ scusato perché mi ha tirato una pallonata”
“Sicuro?”, chiede Giorgio non convinto della mia spiegazione
“Sicurissimo”
“Perché lo sai che se incontriamo altre persone ce lo dobbiamo dire. E’ una promessa che abbiamo fatto. Anche se mi fa male dividerti con gli altri”
“E io che devo dividerti con maschi e femmine come dovrei sentirmi?”, gli domando piccato
“Hai ragione, scusami”
Lo scuso eccome. Lo scuso così tanto che per un pelo non cadiamo nell’acqua mente siamo intenti a limonare. Dopo due giorni, mentre sto pranzando con la mia famiglia, ricevo un sms. E’ di Roberto. Mi scrive per dirmi che non ha potuto contattarmi prima perché ha avuto dei problemi con la scuola che gli hanno assorbito tutto il tempo. Gli rispondo che non deve preoccuparsi, che posso capirlo e che anche io non ho molto tempo libero perché devo dare gli ultimi ritocchi alla mia tesina. Lui replica dicendomi che dovrei concedermi un po’ di relax e che devo staccare la spina altrimenti sarei impazzito prima degli esami. Gli do ragione e allora lui mi manda l’indirizzo di casa sua e mi chiede se mi va di andare da lui. Sono un po’ riluttante sull’accettare o meno il suo invito perché ha solamente 16anni e frequenta la seconda liceo in un istituito diverso dal mio.
“Giulio, smettila di scrivere su questo benedetto telefono”, tuona mio padre “lo sai che mi da fastidio quando lo usi a tavola”
“Scusa papà”, gli rispondo poco dopo aver mandato la mia risposta affermativa a Roberto
“Lascialo stare, forse sarà Giorgio. Dovranno vedersi per finire la tesina”, mi difende mamma
“Si e’ Giorgio”
“Non sai che in questa casa ci sono delle regole? Hai la nostra fiducia quando esci e fai tardi la sera ma in casa non tollero questo tipo di comportamenti”, mi ricorda il mio genitore maschile
“Ok, smetto subito di usarlo”, gli dico rimettendo il cellulare nei pantaloni “posso andare in camera mia? Non mi va di finire il pranzo”, continuo irritato
“Certo, tesoro, vai”, mi risponde la mamma così mi alzo dal tavolo e mi chiudo in camera
Sono talmente arrabbiato con mio padre che non mi va di finire la tesina. Vorrei farmi invece una sega ma non voglio arrivare scarico da Roberto. Voglio che lui, se devo fare l’attivo, riceva una bella dose di sperma di mia produzione quindi accantono l’idea in modo da avere i coglioni più pieni, dopo. Mi do una rinfrescata e mi cambio. Quando entro nella stanza controllo il cellulare scoprendo di avere un altro suo messaggio. Mi dice di passare da lui per le 16 perché i suoi genitori devono uscire e non torneranno prima delle 18. Abbiamo, così, due ore libere tutte per noi da trascorrere tra coccole e sesso sfrenato. Mancano all’appuntamento 45minuti. Mi sono calmato un po’ rispetto a prima e per ingannare l’attesa, abbozzo qualche cambiamento alla mia tesina ma non faccio altro che guardare l’orologio del monitor del computer impaurito che possa arrivare in ritardo dal ragazzo, per questo, non definisco nulla di importante. Alle 15.50 chiudo baracche e burattini ed esco. Prendo il mio pickup e raggiungo la sua casa. Mi apre che indossa una maglia a righe bianche e rossa e un pantaloncino beige.
“Ciao Giulio, ti aspettavo”, esordisce
“Ciao Roberto, eccomi qua”
“Sei davvero bellissimo”
“Grazie”, gli rispondo arrossendo “anche tu. Mi fai entrare?”, gli chiedo
“Dove?”
“A casa tua. Altrimenti dove?”
“Io un posticino lo avrei dove farti entrare”, mi risponde sfiorandosi la chiappa destra
“Allora iniziamo col farmi entrare in casa e poi a quel posto ci pensiamo dopo”
Roberto si morde voluttuosamente le labbra e mi fa entrare. Ci accomodiamo sul divano ma non passiamo subito al sesso. Mi offre qualcosa da bere ma io declino perché sto bene così. Quello che lui vuole sapere di più e’ chi sia il ragazzo che ha visto con me. Gli rispondo che e’ il mio fidanzato e lui ci rimane male pensando che io ora possa tirarmi indietro senza scoparlo. Immediatamente gli racconto che abbiamo una relazione aperta, che io scopo ancora con chi ha preso la mia virtù e per questo motivo Giorgio mi ha consigliato di interrompere quelle relazioni altrimenti anche lui si sarebbe concesso ad altri. Per non perderlo, senza sospendere nulla, abbiamo optato per incontrare altre persone da soli o in compagnia, con le quali divertirci. Roberto e’ molto accaldato e deve farsi aria con la sua maglia quando ad un tratto si alza dal divano, si siede a cavalcioni su di me e inizia a baciarmi. Io ricambio l’atto toccandogli la schiena e il culetto mentre lui mi bacia sul collo e poi mi sbottono la camicia bianca e nera che indosso. Roberto mi bacia e lecca il corpo alternandolo con la mia bocca, poi si inginocchia arrivando fino al mio pantalone grigio sbottonandomelo e abbassandomelo fino alle caviglie. Inizia a leccarmi la mutanda che ha assunto la forma del mio cazzo mentre io gli prendo la testa e gliela pigio sopra facendogli aprire la bocca strusciandogliela sulla sagoma della mia banana. Poi mi abbassa i boxer e si prende in bocca i miei 19cm.
“Succhia puttanella, succhia”, lo incito accarezzandogli la testa
“Mamma mia…mmpphh…quant’e’ grosso”, fa lui
“Continua, non fermarti”
“Non ci penso per niente”, mi risponde Roberto facendo entrare ed uscire il mio cazzone dalle sue fauci rosa mentre con le mani accarezza il mio torso
“Che bocca che hai”
“Scopamela”
Non me lo faccio ripetere due volte e inizio ad aumentare progressivamente il ritmo del suo pompino prendendolo per la nuca. Quando lo lascio andare, lui si solleva e ci baciamo nuovamente. Lo privo della maglia ammirando il suo corpo longilieno dove la mia lingua scivola delicatamente. Roberto si alza in piedi portando la sua patta in corrispondenza della mia bocca e dopo avergli baciato l’ombelico, raggiungo l’elastico del suo intimo che spunta dal pantalone. Glielo abbasso e lo faccio rimanere in mutande. Ha il corpo di una ragazzina, sebbene io non ne abbia mai vista una dal vivo, ma lì sotto deve essere davvero fornito perché quando gli levo prepotentemente gli slip, un cazzo di 17cm e’ già sull’attenti. Mentre Roberto rovista tra i miei capelli, io gli stringo forte le chiappe nelle mie mani e poi gli succhio l’uccello. Intanto lui fa dei movimenti con le gambe togliendosi completamente gli indumenti e poi mi getta sul divano sedendosi ancora su di me. Il mio cazzo teso urta contro le sue chiappette e anche contro il suo buchetto voglioso mentre limoniamo ma poi Roberto si sputa su una mano, spalma la saliva nel posto dove non batte il sole e guida il mio cazzo dentro la sua apertura posteriore. La mia cappella si fa strada facilmente e così, prendendolo per i fianchi, lo faccio saltellare sulla mia nerchia. Roberto continua invece a baciarmi, evidentemente sente che in questo modo possa crearsi un legame più profondo tra lui e lo scopatore.
“Sapevo che avrei…aaahhh…goduto da pazzi”, dice con enfasi
“Lo immaginavi, troietta?”
“Si, avevi tutta…ooohhh…l’aria del porco”, mi risponde
“E tu della puttana”
“Oh si, voglio essere….uuuhhh…la tua. Scopami Giulio”
“Che bel culo che hai. Chi te l’ha rotto?”
“Il fidanzato…aaahhh…di mia cugina…ooohhh…l’estate scorsa”, fa Roberto
“Ah, hai cominciato presto. Come me”, gli dico
Infilo le mani sotto le sue chiappe in modo da sollevargli il culetto e iniziare a spingere il mio randello al suo interno. Roberto geme come una cagnetta in calore mentre io lo martello incessantemente. Sento la pelle del mio cazzo strofinare lungo le pareti del suo ano e le mie palle sbattere su e giù lungo il mio perineo. Scoparlo sul divano del salotto di casa sua mi fa entusiasmare parecchio. Mi vedo con la camicia aperta e un ragazzetto che saltella allegramente sul mio pene masturbandosi il suo e godendo con la bocca aperta. Rallento la scopata e lo bacio ancora, poi lo faccio alzare e lo posiziono a pecorina sui cuscini del sofà. Libero una caviglia dal pantalone lasciando che l’altra continuii ad esserne coperta e poi comincio a leccargli il culo. Non l’ho potuto fare prima e trovarlo così aperto mi fa ricordare il mio alla sua età. Mi tolgo la camicia e proseguo nel bagnargli il culetto con la mia lingua piena di saliva e a schiaffeggiarlo dolcemente anche se poi mi alzo, gli punto il cazzo ed entro in quella fornace lentamente. Lo sento degrignare i denti e deve distendersi meglio sul divano per riuscire ad aprirsi completamente. E’ chiaro che dopo il fidanzato della cugina, nessun altro l’ha scopato. Io sono il secondo e quindi e’ come se lo stessi sverginando un’altra volta.
“Più forte, Giulio, più forte”
“Stai zitta troietta”
“Si, chiamami così…aaahhh…dimmi che sono la tua…ooohhh…zoccola, la tua baldracca”
“Sei anche la mia torta e presto ti farcirò”, gli rispondo prendendolo per le spalle iniziando a scoparlo selvaggiamente sbattendo il mio pube contro il suo culo
“Ah, si, si, ancora…aaahhh…continua…aaahh”
“Se non la smetti di gridare te lo rompo questo culo schifoso”
“Allora non la smetto. Più forte, più forte”
Cazzo, questo e’ peggio di me. Ma in fondo siamo tutti così quando ci entra un palo nel posto che vogliamo noi. Proseguo a scoparlo tenendolo per le spalle ma poi gli afferro i fianchi. Lo sculaccio fino a quando le natiche non diventano rosse. Intanto continua a incitarmi per scoparlo più forte ed io lo accontento. Voglio godermelo questo culo giovane. E’ la prima volta che mi fotto un minorenne da quando ho compiuto 18anni. Anche se Michele e’ il ragazzo più piccolo che mi sono fatto, all’epoca aveva 14anni, io non ero ancora un adulto e quindi non conta. Lo sollevo facendo aderire la sua schiena contro il mio petto e prendendolo per il collo, gli giro la testa di 45° e inizio a baciarlo. Ha le labbra morbide che e’ un piacere limonare con lui ma e’ soprattutto un piacere scopare il suo culo. Non so quanti anni doveva avere chi l’ha fatto diventare donna ma sono sicuro che si e’ divertito un sacco a farlo entrare in questo mondo di culattoni, froci o ricchioni come ci chiamano in tanti. Pensando a questo, lo scopo con più foga costringendolo a schiacciare la testa contro lo schienale del divano mentre lo sento mugolare del dolore. E’ un masochista perché chiunque con le bordate che sta ricevereno si sarebbe lamentato e avrebbe chiesto di smetterla ma Roberto sembra godere del dolore che gli sto infliggendo e anche io perché sento il mio cazzo gonfiarsi dentro le sue budella. Poi mi da una spinta facendomi uscire da lui e si siede sul divano.
“Hai raggiunto il limite?”, gli domando masturbandomi
“Assolutamente no”
“Vuoi ancora che ti scopi?”
“Certo, voglio sentirti nuovamente dentro di me”
“Come prima? Con tutta la forza che ho?”
“Certo, altrimenti tanto vale che non mi scopi proprio”
“Allora sdraiati meglio e solleva le gambe”
Roberto si sdraia con la schiena sopra i cuscini, io mi inginocchio davanti a lui e il mio pene entra come un’anguilla scivolosa nel suo retto. Il 16enne si sega mentre io lo scopo più lentamente anche se poi mi chino su di lui, passo le mie braccia sotto la sua schiena e poggio le mie mani all’indietro sulle sue spalle fottendolo ferocemente. Ci baciamo ma in realtà non e’ così perché sono le nostre lingue a giocare l’una con l’altra cercando di toccarsi per godere o sfuggirsi e raggiungersi più soddisfacentemente appagandosi bene. Mi sollevo lasciando le spalle di Roberto che poggia entrambi i suoi piedi contro il mio petto. Poi gli prendo la gamba destra mettendola perpendicolarmente contro il mio busto e la uso per fotterlo più rudemente. L’altra gamba penzola dal divano e con una mano si sega sborrando il suo succo contro il fianco sinistro. Le contrazioni del suo culo mi fanno raggiungere presto l’orgasmo ma mi danno il tempo di sfilarmi dal suo culo e scaricare il mio liquido seminale sul suo cazzo che lentamente si affloscia. Sorridiamo soddisfatti e ci baciamo ma non perdiamo altro tempo perché i suoi possono ritornare da un momento all’altro. Ci ripuliamo con i fazzoletti, ci rivestiamo e io torno a casa contento per aver scopato un altro culetto.
“Dove sei stato oggi pomeriggio?”, mi chiede Giorgio seduto sul sedile passeggero del mio pickup
“Perché?”
“Ti ho chiamato ma non mi rispondevi”
“Ero a casa”
“A casa? Ma se tua madre mi ha detto che eri uscito”, incalza
“Sono rimasto a casa tutto il pomeriggio per finire la tesina e poi sono uscito un attimo per prendere una bocca d’aria. Santo Cielo, Giò, sembri una suocera”
“Scusa non volevo. E’ che lo sai che puoi dirmi se fai sesso anche con altre persone”
“Ti assicuro che non ho fatto sesso con nessuno”, gli mento per non dirgli la verità
“Ok, allora ti credo”
“Bene perché non vedo l’ora di scopare. Hai portato le manette?”
“Assolutamente si”, risponde Giorgio
Ci scambiamo un bacio e poi scendiamo dalla macchina. Le onde del mare battono contro gli scogli di un parcheggio sulla spiaggia un po’ isolato. E’ il posto giusto per provare il regalo del suo compleanno. Saliamo sul retro del mio pickup e Giorgio prende le manette dalla tasca posteriore dei pantaloni. Le fa roteare con un dito e poi si scaglia contro di me rotolandoci sul metallo arroventato per il troppo caldo che ha preso oggi. Non ci facciamo troppo caso perché anche noi siamo molto accaldati, forse più della mia macchina. Giorgio mi priva della maglietta e mi unisce le mani ammanettandomi. E’ la seconda volta che ho le mani legate, anche mio cugino Carlo tempo fa aveva usato un nastro per farlo ma mentre prima era lui a farsi sbocchinare, adesso e’ Giorgio che mi sta sbottonando i pantaloni liberando il mio cazzo per poi infilarselo in bocca. Il velluto intorno alle manette e’ piacevole al tatto e non mi fanno male. La situazione si sta surriscaldando troppo e lo percepisco da come Giorgio si introduce il mio membro nelle sue fauci. Me lo mordicchia dolcemente cercando di trarre presto il succo finale ma ne avrà per molto perché, fortunatamente, sono duro a…venire.

FINE CAPITOLO 22

TO BE CONTINUED

QUESTA E’ LA STORIA DELLA MIA ADOLESCENZA, SCRITTA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI
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