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Gay & Bisex

La mia adolescenza 28


di FRANK_1987
30.06.2019    |    5.125    |    3 8.4
"Poco dopo le 16, suonano al campanello..."
PREMESSA (DA LEGGERE E NON SALTARE): Il prossimo capitolo uscirà MARTEDI’. Questi racconti si collocano prima dell’inizio della saga “IL FIDANZATO DI MIA SORELLA”. Possono essere considerati dei prequel non dei sequel, quindi, se volete leggerli immedesimandovi, dovrete dimenticare tutto quello che avete letto finora o almeno cercare di posticiparlo nella vostra mente in modo da rendere queste letture più facili senza confondervi cronologicamente.

Qualcosa di inaspettato

CAPITOLO 28

Mi stiracchio nel letto quando le prime luci dell’alba mi svegliano. Faccio piano per non disturbare Giorgio che sta ancora dormendo accanto a me. E’ sdraiato supino nel letto con la mano sinistra in mezzo alle gambe e quella destra sotto la testa gonfiando il suo appena accennato bicipite. Lo guardo girandomi verso di lui stendendomi su un fianco. Il suo respiro gli fa muovere la gabbia toracica ritmicamente. La maglietta che indossa e’ leggermente bagnata di sudore per il caldo boia che ancora dobbiamo sopportare. Giorgio fa un mormorio con la bocca e poi si sveglia. Si gira verso di me sorridendomi con i suoi perfetti e bianchi denti e poi mi bacia. Stranamente, il suo alito non ha il cattivo d’odore della notte e questo mi rallegra.
“Che stavi facendo?”, mi chiede
“Ti osservavo mentre dormivi”
“Come mai?”
“E’ la prima volta che dormiamo insieme senza che ci sia qualcuno di là che possa scoprirci”, gli dico
“Qualcuno però c’e’”
“Si, hai ragione”, gli rispondo perché sono stato riportato alla realtà da un pessimo ricordo
Ad un tratto, Camilla entra nella nostra stanza. La sua pancia e’ enorme, sembra una mongolfiera. In mano ha un vassoio che poi poggia sul letto. Giorgio si alza istintivamente baciandole l’addome anche se quel gesto e’ più dedicato al figlio che deve nascere piuttosto che alla madre. Ogni mattina, da quando e’ rimasta incinta, ci porta sempre la colazione ma oggi succede qualcosa di diverso. Di solito Giorgio, dopo quel gesto, viene di nuovo a sdraiarsi accanto a me ma non oggi. Alza lo sguardo verso Camilla e la guarda con occhi languidi. Anche lei ricambia lo sguardo e poi si afferrano reciprocamente per la nuca e si baciano con passione.
“Che cosa state facendo? Smettetela”, urlo anche se loro non mi sentono e continuano a limonare in mia presenza “basta, per favore. Basta”, continuo sollevandomi ed e’ allora che i due smettono di baciarsi
Camilla ha in mano un coltello. Era posto sul vassoio che ora non contiene neanche più la colazione. La ragazza passa l’oggetto a Giorgio che si alza per poi inginocchiarsi sul letto trascinandosi verso di me. Nei suoi occhi non c’e’ più il sorriso apparso quando si era svegliato ma ora c’e’ rabbia e rancore. Solleva il coltello davanti alla mia faccia facendomelo vedere bene e poi mi colpisce allo stomaco. Mi sveglio madido di sudore e scopro che si e’ trattato di un incubo, un brutto incubo. Il mio subconscio vuole dirmi qualcosa. Pensa che prima o poi Giorgio e Camilla possano mettersi insieme per dare una famiglia al loro bambino, o almeno una che abbia una parvenza tale. Mi tocco lo stomaco e nel posto dove Giorgio mi da dato la coltellata onirica, sento una fitta. Capisco che può trattarsi solo di nervosismo e cerco di ricordare a me stesso che lui non mi farebbe mai una cosa del genere perché me l’ha promesso ed io gli credo.
“Giulio che cos’hai?”, mi dice mamma
“Niente, sono un po’ triste”
“Per quale motivo?” interviene papà
“Forse perché ti sei svegliato preoccupato per la situazione di Giorgio?”, mi chiede Salvatore
“Perché dovrebbe? A lui cosa gliene importa se quel cretino non si e’ protetto facendo sesso?”, gli fa eco Claudia
“No, stavo pensando che anche a me potrebbe capitare prima o poi e sono triste perché non ho ancora una ragazza”, spiego mentendo sempre sulla mia identità sessuale anche se mio Salvatore mi guarda sorridendo perché lui conosce il vero motivo che mi porta a soffrire
Siamo ancora in estate e decido di uscire un po’. Vado al parco per distrarmi. Ci sono tantissimi bambini delle materne e delle elementari accompagnati dai genitori o soltanto da uno di loro. Questo mi fa rabbia e per un millesimo di secondo spero dentro di me che Camilla possa abortire. Finito questo pensiero malsano della mia mente, il suono di un messaggio mi risveglia dal torpore. E’ Giorgio che mi avverte che oggi pomeriggio l’incubatrice di suo figlio dovrà andare a fare la sua prima ecografia. Lo so, e’ un po’ presto ma non inusuale e mi invita ad andare con lui. Gli dico di no ma subito dopo gli mando un altro messaggio dicendogli che sarei andato molto volentieri con loro. Lo faccio più che altro per capire se devo preoccuparmi, se l’incubo della notte scorsa si trasformerà in realtà oppure no. All’ospedale, in compagnia dei suoi genitori, Camilla aspetta l’arrivo di Giorgio. Quando vede anche me, si incupisce per un attimo ma poi si rasserena ma io non sono stupido ed ho notato quella sua iniziale espressione. La dottoressa chiede chi siano i genitori del bambino e che possono entrare solo loro, allora la ragazza prende Giorgio per un braccio e lo trascina nella stanza mentre lui mi guarda dispiaciuto. Non vorrei essere diventato un veggente, ma quello che ho sognato si sta avverando, non alla lettera ma in alcuni piccoli dettagli.
“Allora? Come sta il bambino?”, chiede la mamma a Camilla dopo essere usciti dalla stanza
“Sta bene, non preoccupatevi”
“Vi ha detto il sesso?”, domanda il padre
“No, ancora e’ troppo presto”, fa Giorgio
“Io credo che sia un maschio”
“Speriamo che non sia come il padre”, intervengo facendo gelare Camilla e Giorgio mentre i genitori della ragazza sono all’oscuro delle tendenze bisessuali del genero
“Guarda, questa e’ la prima fotografia di mio figlio”, fa lui
“E’ davvero bella”
“Sei contento? Avevi detto che saresti stato contento per me, comunque andavano le cose”
“Certo che sono contento”, gli dico con la gioia in bocca ma il dispiace nel cuore “non preoccuparti per me, pensa solo a tuo figlio”, continuo e lui mi da un bacio lontano da occhi indiscreti
Dopo aver ingoiato l’ennesimo boccone amaro, torno a casa, mangio e mi comporto come al solito. Non voglio far intuire nulla a mamma, papà e mia sorella. Non voglio che scoprano della mia omosessualità proprio in questo modo. Devo prepararli gradualmente ad accettare la cosa sebbene mamma sia più aperta mentalmente di papà. La sera decido di uscire. Voglio andare al locale gay. Sono solo perché Giorgio doveva andare fuori città con sua madre e non e’ potuto venire con me. Meglio così. Non mi andava di fare sorrisi falsi. Mentre sono seduto ad uno sgabello, entra un ragazzo che mi fa perdere la testa. Indossa una maglietta grigia a mezze maniche che mette in risalto le sue braccia muscolose e un pantaloncino corto di jeans dal quale escono delle gambe che sembrano colonne. Mi guarda con la coda dell’occhio e poi va a sedersi su un divanetto. Mi ha fatto venire voglia, quindi mi alzo e mi avvicino a lui.
“Ciao, mi chiamo Giulio”, gli dico presentandomi
“Io sono Sebastiano”, mi rivela stringendomi la mano, anzi, sgretolandomela “accomodati”, mi consiglia “sei davvero bello, lo sai?”, si complimenta
“Grazie, anche tu”
“Quanti anni hai?”
“19 e tu?”
“28”
“Mmh, bene”
“Ti piacciono i tipi più grandi?”
“Mi piacciono i tipi che hanno un bel cazzo, non mi importa della loro età”, gli spiego spudoratamente “e tu sembri ben fornito”, continuo facendolo sorridere “quanto ce l’hai lungo?”, domando sfacciatamente
“Ti va di scoprirlo?”
“Assolutamente si”
“Allora vieni con me”, mi dice alzandosi prendendomi per mano
Subito dopo raggiungiamo la sua stanza d’albergo. Mi siedo accanto a lui e mi struscio lungo il suo fianco destro toccandogli il corrispondente braccio. Si vede che e’ eccitato non soltanto dal bozzo che ha in mezzo alle gambe ma anche dai suoi capezzoli che si intravedono disegnati sulla stoffa della maglietta grigia. Dalla mia prospettiva, i suoi capelli castani che formano un tutt’uno con la barba gli danno quel tocco di machismo in più. E i suoi occhi celesti sembrano un mare immenso. La mia mano gli finisce sulla patta accarezzandola. Lui sembra meno disinibito rispetto a prima ma mi lascia fare. Sposto il mio arto verso la cintura infilando il pollice sotto la maglietta e poi tutte le altre dita collaborano insieme spogliandolo. Un vistoso tatuaggio sul petto si unisce agli altri che ha sulle braccia. Accarezzo e lecco gli addominali e i pettorali di Sebastiano e qualche peletto quasi impercettibile alla vista umana, solletica la mia lingua. Gli slaccio successivamente la patta spostando il suo boxer bianco e un pene di 18cm viene avvolto dal palmo della mia mano. Lo sego per un po’ e poi mi chino infilandomelo in bocca. Smetto un attimo togliendomi la maglia e poi riprendo a spompinarlo. Il ragazzo mi accarezza il collo e le spalle mentre muove leggermente il suo bacino all'insù contro il mio cavo orale. Si abbassa completamente i calzoni fino alle caviglie liberando le palle rimaste ancora intrappolate nell’intimo.
“Mmh, che bella bocca che hai”
“Ti piace come ti spompino?”
“Si, ci sai davvero fare”, mi risponde portandomi al settimo cielo “e che pelle morbida che hai. Sei sicuro di avere 19anni?”
“Se ora ti dicessi che ne ho 17 ti tireresti indietro?”
“Beh, ormai abbiamo fatto 30 quindi facciamo 31”
“Ti e’ mai capitato?”, gli domando
“No mai. Spero che non mi stia capitando adesso”
“Tranquillo, non ti ho mentito”
“No?”
“No, perché altrimenti non sarei potuto entrare neanche in quel locale”
“Potevi contraffare il documento”
“Guardami”, gli dico smettendo di succhiargli il cazzo “la mia faccia ti ispira disonestà?”
“No, mi ispira puttanismo”, mi dice “continua a succhiarmi la minchia”, mi ordina ed io obbedisco fedelmente a lui
Proseguo a succhiare la banana di Sebastiano ma poi smetto perché mi denudo completamente togliendomi i pantaloni. Anche lui ne approfitta per togliersi i suoi arrivati fino ai piedi e poi riprendo a lucidargli il manico di scopa. La sua mano, che prima mi accarezzava le spalle, scende fino a raggiungere le mie chiappette stimolandomi con un dito il buchetto che ormai non si vergogna più a farsi vedere allargato a dismisura. Gli lecco, succhio e masturbo l’asta mentre lui fa su e giù sulla mia schiena con la mano. Una volta mi tocca il culo, l’altra da il ritmo al pompino. Poi si alza inginocchiandosi sul letto mentre io mi inginocchio per terra riprendendomi la sua nerchia nel mio pertugio superiore. Poco dopo, scende dal letto e mi fa alzare. Mi abbraccia per i fianchi e mi bacia, fa scendere le sue mani lungo le mie chiappe, mi prende in braccio e mentre io sono aggrappato al suo collo, lui afferra il suo cazzo e lo guida dentro il mio buco che lo accoglie con un po’ di sofferenza per la larghezza e anche perché non era stato adeguatamente preparato. Con le mani praticamente attaccate ai miei glutei, Sebastiano spinge il suo bellissimo arnese dentro il mio culetto. Questa posizione gli fa gonfiare il canale dell’uretra e lo sento strusciare contro le mie viscere. Io, invece, lo abbraccio e lo bacio constatando che il ragazzo sta iniziando a sudare sia per il caldo e sia per la posizione assunta che lo fa sforzare ancora di più.
“Cazzo, mi stai squartando”
“Ma stai zitto che e’ entrato facilmente”
“Questo lo dici tu”, lo riprendo “ma sono io a venire scopato”
“E non ti piace?”, non rispondo perché non potrei di certo dirgli di no “lo so, ti piace, porcellino”
“Ok, mi piace, sei contento?”
“Sono felice di aver incontrato te in quel locale”
“Anche io, scopami”
“Certo, che ti scopo, puoi giurarci”
“Più forte per favore”
“Va bene”, mi dice prendendomi meglio per il culo e martellandomi l’ano facendomi gridare “così va bene o vuoi che faccia più forte? Guarda che in palestra prendi così tanti pesi che tu mi sembri un ramoscello”, continua mentre io gli accarezzo i pettorali muscolosi che lasciano sul mio palmo una sostanza acquosa
“Ancora, continua, ancora”
“Quando me ne torno a Genova con la mia fidanzata, voglio che tu vieni con me”, fa Sebastiano
Il ragazzo mi poggia a terra e lui si siede sul materasso sventolando la sua proboscide a destra e a sinistra. Mi inginocchio per succhiargliela lavandola dei miei umori anali che mando giù nel mio stomaco famelicamente senza preoccuparmi che possano arrecarmi qualche disturbo o infiammazione. Poi mi alzo, salgo su di lui a cavalcioni dandogli la schiena e mi impalo sul suo meraviglioso cazzo. La posizione non facilita i miei movimenti dovendo torcere le mani aggrappandomi alla spalliera del letto, quindi e’ Sebastiano che mi scopa muovendo il suo bacino in corrispondenza del mio buchetto avido di carne umana. Anche io inizio a sudare e lui mi accarezza dolcemente il petto mentre lo guardo con la sua espressione da porco che ha mentre scopa l’ano di un ragazzo che potrebbe essere suo fratello. Non so quante volte abbia accalappiato qualcuno come ha fatto con me oppure se io sono stato il primo o uno di una lunga serie, ma sono davvero fortunato a ritrovarmi nella sua stanza d’albergo con l’albero maestro della sua nave piantato nel mio budello. Il suo sudare, rende la sua pelle ancora più invitante da accarezzare. Si strofina una mano sul petto bagnandosela come se l’avesse messa sotto l’acqua e mi fa leccare l’essenza che i suoi pori secernano. Mi scopa ancora una volta freneticamente ma poi mi fa alzare e sdraiare sul materasso con le gambe in aria e il culo sporgente a bordo letto.
“Non ho mai visto un culo così accogliente come il tuo”
“Ne hai visti tanti?”
“Certo. Sia maschili che femminili. Neanche quello della mia ragazza e’ così. Quello e’ ancora stretto”, mi informa
“Il mio e’ largo abbastanza quindi riprendi da dove hai interrotto”
Sebastiano non se lo fa ripetere una seconda volta e mi penetra di nuovo. Con la gamba destra aperta e poggiata sul materasso mentre l’altra viene premuta da una sua mano vicino al mio pettorale sinistro, il ragazzo mi scopa. Non tutta la minchia entra in me ma e’ abbastanza per darmi piacere. Finalmente prendo in considerazione anche il mio cazzo che finora non era stato toccato ne da me ne tanto meno da Sebastiano. Mi masturbo mentre sulla mia mano alcune gocce di sudore cadono dalla sua fronte. Alzo lo sguardo verso di lui ed ha la faccia completamente bagnata. Anche i pettorali sono umidi e dei rivoli gli scendono raggiungendo gli addominali. Dalla testa, invece, proseguono a cadermi addosso sempre più numerose goccioline che mi colpiscono la gamba, la mano che uso per segarmi e anche l’addome a seconda dell’intensità delle sue spinte che lo fanno sporgere verso di me. Sembra che qualcuno da dietro gli stia rovesciando addosso un secchio d’acqua e che lui poi lo stia riversando addosso a me. Ma sono contento di ricevere ogni tipo di secrezione del suo corpo. Ho avuto il suo sudore addosso e adesso pretendo che mi sporchi con il suo seme. Sebastiano esce dal mio culo e poi rientra. Lo fa svariate volte fino a quando riprende a fottermi. Gli accarezzo il ventre girando intorno ad una sua chiappa e poi porto la mano in corrispondenza della mia rosellina per sentirla piena di lui.
“Dove vuoi che ti venga?”
“Dove lo fai di solito?”
“Non lo so. Faccio decidere sempre agli altri”
“Allora voglio che mi vieni nel culo”, gli ordino
“Affare fatto”, mi risponde lui
Sebastiano continua a scoparmi ed io a masturbarmi fino a quando non esplodo schizzandomi addosso tutto il mio sperma. Facendo uscire fino all’ultima goccia di sborra dalle mie palle, stringo le chiappe per gli spasmi dell’eiaculazione e così anche Sebastiano raggiunge il momento fondamentale di una chiavata. Il mio ano si riempie di lui e sento il mio intestino così pieno che mi viene un senso di pesantezza sotto l’ombelico e l’istinto di andare in bagno. Mai nessuno mi era venuto così tanto nel culo infatti quando lui toglie il suo cazzo, una macchia generosamente larga viene stampata sul lenzuolo. Mi alzo mettendomi a pecorina e lecco quella bontà prendendo in bocca anche il tessuto di cotone intriso dei suoi liquidi per far in modo che ogni traccia possibile della sua sborra impregnata venga raccolta dalla mia lingua. Sebastiano mi da una pacca sul sedere ed io mi sollevo. Lo prendo per il collo e lo bacio mentre gli accarezzo il cazzo ormai moscio e mi porto in bocca la mano sporca degli ultimi residui seminali. Poi gli lecco la faccia sudata e anche la fronte. Mi fa fare la doccia e poi mi fa andare via perché la sua fidanzata sarebbe arrivata tra qualche momento. Mi sdraio sul mio letto ancora sporco di Sebastiano e rimando la doccia a domani. Sul cellulare ci sono alcuni messaggi di Giorgio ma leggo solo l’anteprima e poi spengo direttamente il telefonino.
“Ieri sera ti ho mandato cinque messaggi”
“Scusa, sono uscito”, dico apposta a Giorgio
“Sei stato al locale?”, mi chiede ed io annuisco mormorando “hai scopato con qualcuno?”
“Certamente. Ho scopato con un ragazzo muscoloso e tatuato però non abbiamo usato il preservativo. Tanto non rischio di rimanere incinto”, gli dico dandogli una frecciatina
Giorgio ammutolisce e non approfondisce l’argomento. Sa benissimo che quando sono incazzato deve lasciarmi andare, deve farmi sbollire prima che io possa ritornare a parlargli serenamente con la voce rilassata e la faccia priva di ogni espressione litigiosa. Dopo pranzo, mamma riceve la telefonata di suo fratello, zio Alessio. Vuole che sua figlia vada da lei a far conoscere il resto della sua famiglia al suo nuovo fidanzato, quello che ha deciso di sposare dopo averne cambiati molti.
“Giulio dopo non uscire”, mi fa mamma “ha chiamato tuo zio e deve venire qui con Ylenia e il suo nuovo fidanzato”, mi comunica facendomi sbuffare
“Ne ha un altro?”, chiede sconvolto papà
“Si, ma credo che con questo faccia sul serio”
“Non posso conoscerlo direttamente il giorno del matrimonio?”, domando glissando l’incontro
“Certo che no”, mi fa lei amareggiata “il ragazzo ha affrontato un lungo viaggio. E’ in licenza perché fa il soldato. A casa di Alessio non ci sono parecchie stanze e quindi ne ha prenotata una perché i genitori di Ylenia non volevano che dormissero insieme. E’ venuto qualche giorno fa da Genova”, continua lei
Genova. Genova. Questa città non mi e’ nuova, penso. Dove l’avrò sentita? Ma certo! Mi si illumina la lampadina. Sebastiano mi ha detto che vive a Genova, vuoi vedere che il nuovo fidanzato di mia cugina e’ proprio lui? No, non ci credo. Non può essere. Chissà quanti ragazzi ci stanno che vengono dalla Liguria in vacanza qui in Calabria. Però, a pensarci bene, se e’ davvero così, Ylenia e’ molo fortunata e me lo immagino vestito da soldato con quella sua faccia da cattivo ragazzo con i capelli e la barba che non si sa dove finiscono gli uni e comincia l’altra. Poco dopo le 16, suonano al campanello. Quando mia madre va ad aprire, fa gli onori di casa. Mio zio Alessio, sua moglie Marisa e le sue figlie Ylenia e Teresa, entrano nel salotto dal corridoio proprio in compagnia di Sebastiano. Quando lo vedo rimango sconvolto ma eccitato allo stesso tempo mentre nei suoi occhi vedo impresso il gelo più totale. Non si aspettava di certo di rivedermi e neanche di scoprire la mia parentela diretta con la sua futura moglie.
“Non sapevo che tu fossi il cugino di Ylenia”
“Tranquillo non e’ successo niente”
“Invece si. Ho fatto sesso con te, lo capisci? Non e’ possibile una cosa del genere”
“Certo che e’ possibile, e’ successo”
“Comunque non deve più accadere”
“Tranquillo. Ho già goduto con il tuo cazzo, lascerò che lo facciano anche gli altri”, gli dico facendolo sorridere mentre osservo i suoi muscoli fuoriuscire dalla maglietta blu e dallo jeans “non sapevo che fossi un militare e mi piace l’idea di aver saltellato su un fucile carico”, continuo
“Lo e’ sempre”
“Ci credo”, gli rispondo
“Allora?”, fa Ylenia avvicinandosi “vi state conoscendo meglio?”
“Si, ci stiamo conoscendo approfonditamente”, le dico “mi piacciono molto i suoi tatuaggi. Soprattutto quello che ha sul petto”
“E tu come lo sai?”, mi chiede lei preoccupata
“L’ho intravisto poco fa quando gli si e’ spostato il colletto della maglia”
Ylenia annuisce credendo alla mia scusa. Dopo tutto, l’indumento attillato del fidanzato potrebbe avermi davvero mostrato il suo tatuaggio durante un suo brusco movimento. Per fortuna non ha sospettato niente e neanche noi le abbiamo dato modo per farle capire tutto. Mi sono divertito con Sebastiano ma non posso di certo rovinare la vita di una mia parente. Che se la rovini da sola senza sapere che sta sposando un ragazzo bisessuale e che prima o poi la tradirà di nuovo…con un gay.

FINE CAPITOLO 28

TO BE CONTINUED

QUESTA E’ LA STORIA DELLA MIA ADOLESCENZA, SCRITTA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI
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