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Gay & Bisex

Il fidanzato di mia sorella 8


di FRANK_1987
04.07.2018    |    9.550    |    5 8.8
"I suoi occhi castani fissano i miei e mi saluta calorosamente..."
PREMESSA (DA LEGGERE E NON SALTARE): in questo capitolo non c’e’ nessuna scopata, almeno per quanto riguarda Giulio. E’ solo un capitolo di preparazione per il prossimo.

Una visita inaspettata

CAPITOLO 8

Quando torno in cucina dai miei genitori e mio nonno, dico loro di essermi appisolato sul letto. Dopo essere tornati a casa con Ugo, penso sia arrivato il momento di essere sincero con lui quindi lo faccio sedere sul divano e gli dico di avere una cosa da raccontargli.
“Dimmi tutto tesoro mio”, dice il nonno
“Nonno ti ricordi la borraccia che hai trovato in cucina?”
“Si quella che ti sei comprato”
“Non l’ho comprata”, gli confesso “me l’ha data un tizio con il quale mi sono incontrato nel suo ufficio per scopare”
“Ah, ok”, mi fa lui un po’ tristemente
“Voleva farmi assaggiare il suo piscio e non potevamo andare in bagno quindi ha pisciato dentro la sua borraccia e poi io l’ho bevuta” vedo che nonno Ugo si tocca il pacco “mi dispiace di averti tradito”, continuo
“Ma che cosa dici? Tradirmi? Mica siamo sposati”, dice Ugone
“Mi stai dicendo che non sei arrabbiato per aver fatto sesso con un altro?”
“Assolutamente no. Anche in tutti questi anni ti sei visto con altre persone, avevi un fidanzato, ho mai fatto storie?”, mi dice dolcemente “so benissimo che tra noi non può funzionare alla luce del sole ed e’ giusto che tu faccia altre esperienze e che trovi l’amore vero al di fuori della nostra famiglia”
Abbraccio nonno Ugo e lo bacio. Il bacio ci porta a spogliarci e a fare l’amore con tutti gli annessi e connessi della nostra relazione proibita. Il giorno dopo, mentre faccio colazione, mi chiede di voler incontrare la persona con il quale ho scopato.
“Perché?”, gli chiedo “non me l’hai mai chiesto con gli altri”
“Perché so che posso fidarmi di questa persona e poi ho in mente una cosa”, mi fa lui
“Dimmelo. Non vorrai fare scenate, spero?!”, gli domando preoccupato
“Ma per favore. Con quale diritto, poi? Ti ho già detto che sono felice se tu cerchi l’amore vero fuori da questa casa ma mi e’ venuta in mente una cosuccia”
“Quale? Se si tratta di me ho tutto il diritto di saperlo”, gli chiedo un po’ arrabbiato
“Volevo invitarlo qui a casa nostra per vederlo mentre ti scopa. Lo so e’ una follia, dovremmo dirgli che siamo nonno e nipote e questo ci causerebbe dei problemi”
“Tranquillo nonno, lui lo sa già. Al matrimonio di Pedro e Claudia ti ha visto che mi toccavi il sedere e sono stato costretto a rivelargli tutto”
“Ah e’ fantastico. Allora perché non lo invitiamo? Potresti riportargli la borraccia e proporgli la mia idea, che ne dici?”
“Ok, tanto dovevo rivederlo lo stesso. Farò come dici tu”
Il nonno annuisce e continua a preparare la colazione. Il giorno del mio incontro con Rafael e’ arrivato e quando mi presento a casa sua mi fa subito entrare e dopo i soliti convenevoli, mi scopa con tanto di sborrata nel culo, mi porta in bagno e mi piscia addosso. Poi gli propongo l’idea di nonno Ugo e Rafael l’accetta subito così non deve rischiare di essere scoperto nel suo ufficio dalla sua segretaria o a casa dai suoi suoceri che al momento del nostro incontro, hanno portato la loro figlia a fare l’ultima ecografia al bambino che sarebbe nato di lì a pochi giorni. Ora non voglio raccontarvi questa storia perché sapete già come mi faccio scopare da Ugo e Rafael ma voglio raccontarvi di una visita che ho ricevuto all’inizio di Agosto pertanto, dopo aver scopato con Ugo e Rafael, l’argentino riceve la chiamata della moglie che gli ricorda di andare a comprare i pannolini per il figlio Diego nato una settimana prima di Ferragosto mentre io ricevo un messaggio whatsapp da mio padre che mi esorta a tornare a casa da lui perché saremmo dovuti andare alla stazione dei treni. Durante il tragitto verso la stazione, chiedo a mio padre chi stia arrivando e lui mi dice che sta per arrivare lo zio Mariano, il fratello 38enne di mio padre. Subito dentro di me scatta l’imprecazione. Ho sempre odiato mio zio, lo trovo di uno squallore unico e poi mi ricordo, dall’ultima visita di 2anni fa, che non era affatto un bel tipo. Il viso era accattivante ma il suo corpo non lo era per niente. Non era molto grasso ma d’estate i suoi rotolini di ciccia si vedevano attraverso le magliette e per me, non era di certo eccitante. (CON QUESTO NON VOGLIO ESSERE OFFENSIVO, EH!) Arrivati alla stazione dei treni, io e mio padre scendiamo dalla macchina, ci avviciniamo ai binari e ci accomodiamo su una panchina. Dopo venti minuti arriva un treno.
“Tu aspettami qui”, dice mio padre “io vado a prendere lo zio e poi andiamo a casa”
“D’accordo papà”
Mentre mio padre si allontana, spero che quello in stazione non sia il treno dello zio e spero che se ne sia tornato in Brasile dove era emigrato quando aveva 20anni. Pensando questo, noto un ragazzo camminare nella mia direzione. Ha la faccia e gli atteggiamenti da tamarro, indossa una camicia bianca strettissima, uno jeans lungo fino alle caviglie e delle sneakers bianche. Ha i capelli castani corti sulla nuca mentre gli altri in sommità li ha più lunghi e gellati verso sinistra ed ha una leggera barba incolta di due o tre giorni. Porta due enormi valigie una per mano e questo fa si che le sue braccia si gonfino e il bottone della camicia chiuso sopra i pettorali tiri a più non posso. Ha un passo deciso, da vero toro da monta e questo mi fa sussultare il buchetto.
“Mariano”, sento gridare mio padre da lontano e quando giro lo sguardo verso di lui, vedo papà camminare verso il ragazzo in questione che getta le valigie a terra e abbraccia il mio genitore.
“Massimo”, fa lo zio “da quanto tempo”
“Hai proprio ragione. Accidenti come sei cambiato, fratellino. Sembri un altro. Dove hai lasciato la pancetta che avevi due anni fa?”
“In Brasile, fratellone”, i due ridono
Io non ci posso credere. Il ragazzo che ha fatto sussultare il mio buchino e’ lo zio Mariano, lo stesso che quando in estate si spogliava la sua ciccia faceva la ola e invece adesso sembra una statua greca. Mi viene subito in mente che ha preso dal nonno perché anche in questo caso, la mela non cade mai lontana dall’albero.
“Giulio, vieni a salutare tuo zio”
Non me lo faccio ripetere due volte. Mi alzo automaticamente e mi avvicino allo zio, che mi abbraccia con le sue possenti braccia. Dopo i saluti, iniziamo il ritorno a casa. Ad attenderlo ci sono tutti. Mamma Rachele, nonno Ugo, Claudia e Pedro. Mentre Claudia non fa nessuna reazione trovandosi davanti ad uno zio così cambiato, ed in meglio, la mamma rimane stupefatta, ha la bocca leggermente spalancata e quando la guardo, lei la chiude timidamente accennando un sorriso. Il resto della serata trascorre all’insegna del divertimento. Zio Mariano ci racconta di aver aperto una palestra in Brasile e di essere diventato un istruttore di Crossfit. Io e mamma ce lo dividiamo con gli occhi e devo dirvi che anche lui ci sta. Ogni volta che ci guarda, ci fa l’occhiolino…a tutti e due. La notte decide di dormire a casa dei miei anche se cerco inutilmente di convincere nonno a ospitarlo da noi solo per vederlo uscire dal bagno con un asciugamano alla vita e la sua nuova perfetta forma fisica in evidenza cosa che invece avrebbe di sicuro visto quella fortunata di mia madre. Il mattino dopo e’ un’altra torrida giornata di estate calabrese di Agosto e faccio visita ai miei genitori anche per riuscire a vedere zio Mariano. Mia madre mi fa accomodare ed io decido di usare la piscina. Mi tolgo la maglietta e mi tuffo nell’acqua. E’ calda anche questa ma il mio corpo si abitua alla sua temperatura e decido di fare una nuotata. Arrivato a bordo piscina, la porta della dependance si apre ed esce lui, lo statuario zio Mariano. E’ a torso nudo con il minuscolo costume da bagno che intrappola un pacco esagerato.
“Giu, com’e’ l’acqua?”, mi chiede
“Tiepida ma e’ perfetta”
Lo zio Mariano prende la rincorsa, salta sul trampolino, si tiene per le ginocchia e poi si tuffa nella piscina quasi provocando un piccolo tsunami. Mentre emerge dall’acqua, ha i capelli bagnati che gli cadono sugli occhi e con fare mascolino se li riporta al loro posto usando la mano destra e gonfiando il suo bicipite. Io mi eccito e per fortuna l’acqua distorce la luce e non glielo fa notare. Esco dalla piscina, mi sdraio su un lettino e mi copro le parti intime con un asciugamano. Lui si fa quattro nuotate, poi si avvicina a bordo piscina e puntando le mani, si erge dall’acqua tutto bagnato e gocciolante. Il mio pantaloncino non riesce a contenere la mia erezione tanto che penso di tirarmelo fuori e nasconderlo ancora con l’asciugamano ma cerco di resistere. Lo zio si avvicina e si sdraia su un altro lettino.
“Come ti vanno le cose, nipotino?”, mi chiede
“Bene zio”
“La scuola?”
“Tutto bene”
“Gli amici?”
“Bene anche quelli”
“E la vita sentimentale?”
Non posso di certo dirgli che ho perso la verginità con suo padre all’età di 15anni e che ho continuato a farmi fare il culetto da due miei compagni del liceo, un ex fidanzato bisessuale che ha avuto un figlio dalla nostra migliore amica, alcuni ragazzi e uomini conosciuti in un locale gay, dal suo nipote acquisito e dall’amico del nipote.
“Così…”, rispondo invece
“Non sei impegnato?”
“No”, mento spudoratamente anche perché al momento ho il nonno e Rafael che mi trapanano l’orifizio anale
“E tu?”, domando io “hai una fidanzata?”
“Mmh…si, diciamo di si”, dice lasciandomi da solo e andando verso la cucina mentre io gli ammiro il culo che sta uscendo dal mini costume e la schiena che fa mille movimenti con la sua tipica camminata maschile
Ora posso togliermi il cazzo dal pantaloncino e me lo sego un po’ ma per paura che mi vedano i vicini o mia madre, me lo risistemo dentro, mi prendo le mie cose, mi asciugo e torno a casa dal nonno. Tutti i giorni faccio la stessa identica cosa fino a quando il giorno prima di Ferragosto, andando sempre a casa dai miei scopro una cosa a dir poco allucinante. Busso al campanello ma non funziona allora mi ricordo di avere ancora la chiave che usavo quando abitavo là. Apro la porta ed entro ma non c’e’ nessuno. Sembra all’apparenza vuota allora mi faccio un giro per la casa e sento dei mugolii venire dalla stanza dei miei genitori. Nonostante mi abbiano concepito da giovani ed essendo sulla quarantina, una scopata mensile ci sta ancora ma mai mi sarei aspettato dei grugniti del genere da parte di mia madre mentre mio padre se la tromba. Stuzzicato dall’idea di riuscire a vedere il cazzo di mio padre, mi avvicino alla porta socchiusa e quello che mi si para davanti mi lascia senza parole. Mia madre stesa sul letto a gambe aperte mentre un uomo muscoloso la sta scopando.
“Che gran pezzo di figo che e’ papà”, penso ma quando finisco il mio pensiero, l’uomo si abbassa su mia madre mostrando di essere lo zio Mariano
La sta scopando come un animale ma purtroppo non posso vedere il suo cazzo perché nonostante sia sdraiata, mia madre tiene leggermente le gambe alzate. Quello che posso vedere e’ che lo zio mentre la scopa tiene la mano destra intorno al collo della mamma mentre con la mano sinistra le stringe una tetta e ogni tanto le da dei piccoli schiaffi sul capezzolo facendola godere. Ecco spiegato perché la mamma ha voluto ospitare lo zio in casa sua, per scoparselo, e allora mi assale l’atroce tormento che uno stallone come lui non potrà mai scoparsi un ragazzo come me anche al di fuori del fatto che sono suo nipote. Nonostante ho questo tormento nell’animo continuo a guardare i due amanti scopare. Mio zio domina la mamma come uno stallone fa con la sua cavalla e poi tenendole ancora il cazzo nella figa, la ribalta sdraiandosi sul letto e mettendosi dietro di lei. Io mi nascondo ancora meglio dietro la porta mentre lo zio martella la sua troia di turno. Vedo il suo cazzo entrare ed uscire dalla fica di Rachele, sembra davverso grosso e deve essere altrettanto lungo. I due non si accorgono di me anche perché la mamma si gira verso Mariano e lo limona come se non ci fosse un domani.
“Voglio scoparti nel culo”, dice lo zio alla mamma
“Va bene ma fai piano”, lo avverte lei
Mariano si sdraia supino sul letto ma la penombra della stanza non mi permette di vedere al meglio il suo meraviglioso cazzo. La mamma si mette sopra di lui mentre lo zio si tiene il cazzo dalle palle e lo spinge nel culo della mamma che grida dal dolore, si piega in avanti poggiando le mani contro la spalliera del letto ma non sa che in questo modo lo zio glielo può ficcare tutto dentro e così avviene. La mamma, incurante del dolore che il suo sfintere anale sta provando, inizia a cavalcare il grande cazzo di suo cognato che le tocca o bacia le tette mentre percepisco che le trastulla anche la patata. Dopo un bel po’ di cavalcate, mio zio grugnisce come un maiale e si svuota nell’intestino della mamma. Che fortunata a godersi una stallone così, penso, e di nuovo vengo assalito da un senso di inadeguatezza, vado via, torno dal nonno e per la prima volta da quando abitiamo insieme, rinuncio alla nostra sessione di sesso serale. Il giorno dopo festeggiamo Ferragosto a casa dei miei. Ovviamente ci sono i miei genitori, nonno Ugo, Claudia, avvolta in un premaman smisurato, e Pedro, che indossa un pantaloncino blu e una maglietta a giromaniche bianca con i bordi blu. Vestito in questo modo, quella maglietta mette in risalto le sue braccia muscolose e tatuate, le stesse braccia alle quali mi sono aggrappato mentre ci scopavamo reciprocamente durante tutto il tempo della nostra relazione. L’unico che manca e’ lo zio Mariano che avevo sorpreso il giorno prima mentre trombava la mamma. Quando esce dalla sua stanza sembra un Dio greco. Indossa una maglietta a maniche corte blu, un pantaloncino di jeans e le sneakers rosse. I capelli tagliati sulla nuca sono ormai diventati un tuttuno con la sua barba che non taglia mai completamente ma che regola di tanto in tanto. I suoi occhi castani fissano i miei e mi saluta calorosamente. Dopo i soliti preamboli, si sdraia su un lettino poggiando le gambe sul bordo e sistemando le mani dietro la testa in modo da gonfiare i suoi bicipiti. Vedendolo, decido di sedermi accanto a lui, così prendo una sedia, l’avvicino e mi accomodo.
“Ciao zio. Come va?”, gli chiedo
“Tutto bene, grazie”
“Ti stai divertendo qui in Italia, eh?”
“Non ho un cazzo da fare tutto il giorno”
“Ah, lo spero per te”, continuo mentre lui mi guarda in malo modo “voglio significare che spero che tu non abbia un cazzo da fare in modo sessuale perché chissà in Brasile quante ragazze ti staranno aspettando”, gli spiego e lui si gira a guardarmi di nuovo in cagnasco ma poi, nonostante lui indossi un paio di raybans viola, riesco a notare che il suo sguardo finsice sulle mie cosce completamente depilate.
“E’ pronto in tavola”, dice la mamma dalla cucina quasi gridando
Lo zio Mariano si alza dalla sdraio e mentre se ne sta andando lo sento chiaramente bisbigliare “sto frocetto del cazzo. Maricas”. La cosa mi offende ma allo stesso tempo mi eccita perché tutti quelli che mi hanno scopato il culetto e che mi hanno dominato, mi hanno anche chiamato in questo modo così entro in cucina e lui mi fa segno con un dito di avvicinarmi ed io di certo non mi faccio perdere l’occasione.
“Tu siediti accanto a me”, mi dice zio mentre mi cinge il fianco sinistro da dietro e poi struscia la sua mano da fianco a fianco.
Ci mettiamo a tavola per pranzare ed io mi siedo accanto a lui. Durante il pranzo, mamma non fa altro che fissare lo zio e ammiccare e mentre lo zio ricambia, sento una mano toccarmi un ginocchio. La sua mano sale per tutta la lunghezza della coscia fino a finire nella zona inguinale. Anche io tendo una mano verso di lui ma Mariano toglie la sua mano dalla mia zona inguinale e sposta nervosamente la mia dalla sua. Dopo il pranzo, mio nonno apre un’anguria. Io ne vado metto e ne prendo una grande fetta. Di solito per mangiarla la taglio con il coltello ma questa volta, avendo lo zio accanto a me, decido di mangiarla direttamente con la bocca per fargli capire quanto sia capiente, ma sbadatamente mi macchio la maglietta.
“Accidenti, la maglietta nuova. Porca puttana”
“Giulio modera il linguaggio”, mi ricorda mio padre
“Scusa papà”
“Togliti la maglietta, stai a torso nudo e gettala nel cestino dei panni sporchi”, mi consiglia mia madre “te la lavo e poi domani te la riprendi”
“No mamma non importa”
Nonostante non sia un fisico da fare schifo, mi sono sempre vergognato di denudarmi davanti alla mia famiglia. Nonno Ugo, papà e adesso anche lo zio Mariano mostrano dei fisici da far paura e anche se il nonno, e Pedro insieme a lui, mi avevano già visto addirittura nudo, non avevo nessuna intenzione di spogliarmi davanti agli altri.
“Ti presto una delle mie magliette. Credo di averne una della tua misura”, dice zio Mariano alzandosi
Io, come ipnotizzato, mi alzo e lo seguo nella dependance. Lui apre la porta ed entra, io mi accomodo nel suo rifugio e mi chiudo la porta alle spalle
“Puoi darmi questa maglietta, zio? Dov’e’?”
“Qui”, dice girandosi mentre si tocca il pacco “cosa credi che non l’ho capito che sei un frocetto? L’ho capito dal primo giorno che ci siamo visti alla stazione dei treni. Mancava poco che sbavavi”
“Allora visto che siamo in vena di confidenza, vuoi dirmi come hai potuto fare una cosa del genere a papà? A tuo fratello”
“Non deve saperlo nessuno se mi sbatto suo figlio”, risponde lui
“Non mi riferisco a quello che farai con me”, lui sorride sornione “ma a quello che hai fatto ieri con la mamma. Vi ho visti!”
“Ah, Rachele e’ una puttana, lo e’ sempre stata in tutti questi anni. Sapessi quanti se n’e’ trombati all’insaputa di tuo padre”
Io rimango senza parole. Credevo che l’unica puttana in casa fossi io ma invece ora comprendo di non essere il solo e di discendere da una famiglia di baldracconi e puttanieri.
“Vieni qui, avvicinati”, mi ordina mentre si siede sul letto a gambe aperte
Io mi avvicino a lui, mi inginocchio e prendendomi per i capelli, lo zio mi abbassa la testa e mi fa strusciare con la faccia sopra il suo cazzo.
“Lo vuoi il cazzo dello zio?”, mi dice mentre ancora continua ad abusare della mia faccia
“Si, zio lo voglio”, gli rispondo eccitato
“Leccamelo da sopra i pantaloncini”
Tiro fuori la lingua e inizio a leccare il cazzo dello zio da sopra i suoi pantaloncini mentre lui ansima e dice qualcosa in portoghese. Sicuramente delle parole sconce per caricarsi. Intanto il suo cazzo ha deformato tutta la patta che non riesce a contenerlo e ha formato un ernome bozzo che raggiunge la metà della tasca destra.
“Hai già scopato, maricas?”, mi domanda
“Si, ho scopato”
“Con qualche coetaneo o qualcuno più grande?”, continua mentre ancora mi struscia la faccia sul suo pacco
“Con un uomo più grande ho perso la verginità ma poi ho incontrato anche dei coetanei”, gli rispondo soffocando sopra i suoi pantaloncini
“Che puttanella che sei. Mio maricas”
Sto per sbottonargli la lampo quando sentiamo bussare alla porta.
“Giulio, Mariano”, e’ mio padre “avete trovato la maglietta?”
“Si, l’abbiamo trovata finalmente”, risponde Mariano intimandomi di alzarmi mentre si da una sistemata, mi fa segno di indossare una maglietta gettata su una poltrona e poi si avvicina alla porta e la apre
“Tuo figlio e’ talmente mingherlino che le mie magliette non gli entravano. Gli ho dovuto dare questa che quasi ci entra un altro Giulio dentro”
“Tornate a tavola”, dice mio padre quasi seccato
“Sai, tuo figlio ha proprio il corpo di una ragazzina”, dice mio zio a mio padre per punzecchiarlo mentre mi da un pizzicotto sulla guancia sinistra e tutti e due ci dirigiamo verso la cucina.
Mio padre rimane impalato sull’uscio della dependance mentre alcuni sospetti iniziano a intrufolarsi nella sua mente…

FINE CAPITOLO 8

TO BE CONTINUED

PS: NONOSTANTE CONTINUO AD USARE LO STESSO TITOLO, PEDRO NON APPARE IN QUESTE SCOPATE MA SICCOME E' INIZIATO TUTTO DA LUI, DOPO IL NONNO NATURALMENTE, HO DECISO DI TENERE QUESTA INTESTAZIONE ANCHE PER I RACCONTI SUCCESSIVI AI PRIMI DUE.

QUESTA E’ UNA STORIA ASSOLUTAMENTE INVENTATA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI..
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