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Gay & Bisex

Aspettando te 4


di FRANK_1987
22.11.2020    |    3.495    |    1 4.3
"E' una donna che ha sempre saputo cucinare però grazie alla sua ricchezza, si e' potuta permettere la servitù..."
C'e' sempre una prima volta

Questi capitoli si collocano dopo “UN MESE DI BALDORIE”

CAPITOLO 4

Anche se in questo capitolo all’inizio c’e’ una scena GAY, continuando a leggere troverete una scena ETERO. Vi ho voluto avvisare per non imbattermi in commenti sgraditi ed ho voluto postare il racconto in questa categoria perché e’ quella che mi identifica.

Oggi fa davvero caldo. E' proprio insopportabile. Neanche i condizionatori possono portare un po' di refrigerio in questa giornata di Agosto. Ho cercato di abbassare le tapparelle ma non c'e' verso che questa calura venga smorzata perché attraverso i loro buchi, il sole continua a infiltrarsi alzando la temperatura di una stanza che e' sempre esposta al sole. D'estate e d'inverno. Ma, torniamo un po' indietro. Il vero motivo che mi porta a sentire così tanto caldo non e' il sole che picchia incessantemente nel salotto ma perché ho la testa intrappolata tra un cuscino e l'altro del divano, un mastodontico mobile in pelle nera. Il naso mi e' stato tappato e la bocca devo aprirla leggermente, e neanche tutta, di lato per poter respirare. Queste sono le punizioni di Rafael che mi sta scopando in salotto. Lo fa sempre quando siamo da soli. Con la scusa del caldo, decide di restare in casa perché sa che anche per me non e' arrivata ancora l'ora di uscire e quindi ne approfitta per scoparmi il culo. A volte lo fa così lentamente che ci impiega parecchio per sborrare. Forse vuole essere colto in flagrante dalla nostra famiglia fornendo una scena che i suoi genitori adottivi e sua cugina neanche immaginerebbero. O forse comincia a provare qualcosa per me. Qualcosa che va ben al di là della semplice attrazione sessuale o della sua necessità di svuotarsi i coglioni dentro un qualsiasia buco umano. In questo preciso momento ho la testa schiacciata tra due cuscini del sofà, le mani aperte su di essi come se fossi stato crocifisso, i piedi ben saldi sul tappeto e il culo sporto all'infuori in modo tale che possa scontrarsi contro l'inguine del mio patrigno permettendo alla schiena di formare uno scivolo che finisce fino al mio collo. Voi potreste anche chiedervi, ma perché non si libera?! Ve lo spiego immediatamente. Lo stronzo di Rafael ha poggiato il suo piede destro sulla mia faccia ed e' per questo che ho il naso tappato e la bocca semi ostruita. Le sue mani sono ferme una sulla mia nuca e l'altra sulla chiappa destra che sta diventando rossa per via delle sculacciate che sto prendendo. Ma in fondo mi piace questa posizione che ho assunto. In questo modo posso inalare l'odore dei piedi di Rafael che la prima volta ho annusato dentro un mocassino nel suo ufficio in azienda. Ha usato le infradito tutto il giorno a volte ha camminato scalzo e le piante dei piedi, in prossimità delle falangi, sono quasi diventate grigie. Quando esce dal mio culo, faccio per alzarmi ma lui mi blocca subito. Mi mette l'altro piede sulla scapola sinistra ed eiacula sulla mia faccia colpendomi solo una guancia del suo sperma il cui primo schizzo mi finisce dentro l'orecchio facendomi avvertire il classico rumore che fa il condotto uditivo quando ci laviamo i capelli e dell'acqua finisce al suo interno. Dopo aver finito di svuotarsi le palle, e' il mio turno. Ci sdraiamo sul divano e lui mi prende il cazzo e me lo masturba. E' una delle poche volte che mi tocca quella parte del corpo. Sono sconvolto ed eccitato allo stesso tempo e limoniamo. Sborrando, il primo schizzo gli finisce sul bicipite mentre gli altri vengono espulsi sul mio addome e su tutta l'asta che viene sporcata insieme ai testicoli quando Rafael fa su e giù spremendoli per bene. Lo guardo e sembra un altro. Un animale durante la scopata e un tenerone dopo, nel momento delle classiche coccole post-scopata.
"Mamma, perché hai spellato vivo il divano?", chiedo a Rachele perché il sofà non ha più la classica pelle nera
"Perché voglio rifoderarlo"
"Per quale motivo?"
"Ieri, quando siamo tornati a casa, ho trovato delle strane macchie", fa mia madre mentre io e Rafael ci guardiamo spaesati "chi e' stato di voi due a sborrare sul divano?", chiede
"Sono stato io", le rispondo subito anche se avrei voluto rivelare che siamo stati tutti e due a lasciarle "ho visto un filmato sul telefonino e non ho resistito", spiego diventando rosso come se fossi un adolescente
"La prossima volta fai queste cose in camera tua"
"Dai Rachele, lascialo stare. Ha visto quel film, si e' eccitato e cosa doveva fare? Farselo ammosciare andando nell'altra stanza a perdere tempo?", le replica Rafael discolpandomi da una colpa che non e' solo mia
"Non devono più accadere queste cose. Non hai mica 15anni", mi dice mamma
"Ok, d'accordo"
"Ora basta, Guarda come hai ridotto un uomo di 30anni", le ricorda il mio patrigno difendendomi “sei sua madre ma non puoi trattarlo sempre come un bambino. Ricorda che fino a qualche mese fa era andato addirittura a convivere”, continua facendomi ricordare di Mario
"Va bene. Va bene. Ma che non si ripeta mai più. Hai una stanza per fare queste cose. Se tuo fratello avesse visto quelle macchie? Ricordati che in casa abbiamo due minorenni", mi fa
Già due, ma una di loro non si scandalizzerebbe mica a vedere delle macchie di sborra su un divano. Chissà quante altre volte le avrà viste. Peccato di non averlo pulito a fondo perché mi e' venuta in mente un'idea che ormai non potrò più realizzare. Ho pensato di segarmi e venire sul divano e poi mandare Carmen, la cugina di Rafael, a prendermi il telecomando posto proprio vicino al divano. In questo modo, se avesse visto quelle macchie, presa dalla curiosità le avrebbe raccolte e assaggiate. Pensando tutto ciò mi viene su un'erezione che mi costringe a chiudermi in camera e masturbarmi pensando di eiaculare sul suo abbondante seno. Dopo pochi giorni, il divano viene rifoderato. Per paura che mamma scopra qualche altra cosa e che Carmen non stia al gioco, me ne sto buono. Il mio obiettivo adesso e' un altro. Elvira, un giorno, e' uscita dalla piscina con un sexy costume intero mettendo in mostra tutte le sue rotondità femminee che la natura comincia a far decadere ma che lei, grazie alla palestra e roba del genere, vuole tenere su sfidando la legge di gravità. Questo misto tra maturità naturale e giovinezza artificiale mi eccita. Dopo essersi vestita, rimaniamo da soli in cucina. Mia madre e Rafael sono andati al compleanno di un compagno di scuola di Esteban, Pietro sta dormendo e Carmen e' uscita con il suo cerchio di amiche che si e' già creata in città. Entrando in cucina, la vado affaccendata ai fornelli. E' una donna che ha sempre saputo cucinare però grazie alla sua ricchezza, si e' potuta permettere la servitù. Ora sta dando tutto il meglio di se indossando uno jeans attillato e una maglietta blu a bretelle. La guardo destreggiarsi tra pentole e padelle e mi cade l’occhio sul suo culo sodo e rotondo all’interno dei jeans. Il mio cazzo diventa duro. Lo massaggio attraverso la stoffa dei pantaloni e mi viene voglia di poggiarlo contro quel sedere. Me lo sistemo orizzontalmente in modo che riempia lo spazio della zip e mi avvicino ad Elvira. Faccio finta di prendermi un bicchiere dal mobiletto sopra il lavello e le premo il mio cazzo duro contro le chiappe. Elvira continua a cucinare, non vuole darmi la soddisfazione che tutto ciò le provoca piacere e allora mi struscio ancora contro di lei e per un attimo la sento sospirare. E’ un sospiro che mi da coraggio e così spingo leggermente i miei fianchi come se la stessi fottendo lambendole un fianco dopo aver preso il bicchiere che mi serviva per finta.
"Giulio ma che cosa fai?", mi dice girandosi
"Niente, devo prendere un bicchiere"
"Ah bene, credevo che..."
"Cosa? Che volessi scoparti con questo?", le domando afferrandomi il cazzo da sopra i pantaloni mostrandole la mia erezione
Elvira e' un po' spaesata ma io non voglio perdermi questa occasione. Le afferro il seno con le mani e mi abbasso prendendoglielo in bocca da sopra la maglietta ma poi gliela tiro verso il basso liberando le mammelle di una donna di oltre 60anni che non hanno mai allattato nessuno ma sicuramente diversi uomini hanno preso in bocca prima di me. Ci gioco come se fossero due palloncini mettendoci la testa all'interno provocando lo stesso rumore prodotto dalla bocca quando si gioca con i bambini imitando le scorreggette suoi loro pancini. Elvira mi accarezza la schiena scendendo verso le chiappe per poi girare lungo i miei fianchi poggiandosi con le mani sulla patta. Le lunghe unghie rosse ben curate dall'estetista le impediscono di abbassarmi la lampo e così l'aiuto io spostando verso destra il mio boxer facendo prendere luce e aria al mio mostro. Lo accarezza affascinata per qualche secondo anche se non riesce ad avvolgerlo tutto con le sue dita. Sarà perché e’ troppo grosso ma anche per la difficoltà delle sue unghie. Dopo di ciò, Elvira si inginocchia e se lo prende in bocca. Io reclino la testa all'indietro e inserisco una mano tra i suoi capelli sempre ben cotonati dando il via al pompino. Succhia il mio cazzo infilando una mano dentro la mia maglia raggiungendo i capezzoli che vengono solleticati dalle sue unghie dandomi l'impressione di ritrovarmi all'interno del film "Nightmare".
"E' bellissimo. Molto grande", fa Elvira con la bocca occupata dalla mia minchia
"Succhia, succhia che dopo ti scopo", la minaccio
"Qui? Gli altri potrebbero tornare. Pietro potrebbe svegliarsi", fa lei preoccupata
"E allora? Ti farò gridare sicuramente e così si sveglierà e capirà come si deve scopare una donna. Sono sicuro che non ti tocca più, non e' così?", domando
Elvira non mi risponde ma mi fa capire di aver indovinato quando prende il mio membro con tutte e due le mani ficcandoselo in bocca. Arriva fino all'attaccatura delle palle mentre io sono poggiato con le mani contro l'isola che c'e' in cucina. Se il marito non la scopa da anni, lei ultimamente non e' che abbia ricevuto così tanti cazzi perché il mio lo sta praticando venerando. Oppure lo desidera da quando e' tornata in città e adesso si sta divertendo come aveva immaginato di fare. Poco me ne importa perché smetto di farmi sbocchinare e mi denudo. La faccio alzare spingendola verso i fornelli e poi le abbasso lo jeans che lei si era sbottonata precedentemente. Le bacio la schiena e poi la giro. Si siede in bilico e solleva la gamba sinistra per farsi leccare la fica. Subito obbedisco al suo ordine matriarcale. Ha una vagina depilata che io lecco con goduria oppure infilo al suo interno un paio di dita. A momenti penso che suo marito possa davvero sentirci e le tappo la bocca con l'altra mano per evitare che i mugolii di piacere possano svegliarlo ma lei mi lecca le dita scambiandole per piccoli cazzi. Dopo averla preparata, bacio le sue labbra gonfie e poi guido il mio pene dentro il suo orifizio nato sei decenni fa. Non c'e' bisogno di usare il preservativo perché e' una donna che ci tiene alla sua salute e sono sicuro che non mi attaccherà niente e lo stesso vale per me nei suoi confronti.
"Cazzo quant'e' grosso", fa Elvira stimolandosi la vagina anche se poi cerca leggermente di allontanarmi facendomi uscire un po' da lei
"Con tutti i cazzi che hai preso. Ti lamenti? Dovresti essere abituata", le dico
"Si ma l'elasticità non e' più quella di una volta e vista la misura del tuo cazzo, senza lubrificazione naturale e' normale che mi faccia un po' male", mi spiega
Un po' mi fa tenerezza questa donna. Decido di scoparla con più gentilezza come una persona della sua raffinatezza, merita di essere trattata. Sputo anche sull'altra metà dell'asta che non e' entrata nella sua vagina per lubrificarla meglio qualora, preso dalla foga, gliela pianto tutta dentro. Elvira al momento non sembra lamentarsi troppo. Gli unici lamenti che fa sono quelli del piacere mentre io la fotto arpionato alla sua gamba sinistra che tengo sollevata. Il seno le si muove a destra e a sinistra. L'intervento di mastoplastica additiva alla quale si e' sottoposta qualche anno fa non dà più i suoi vantaggi. I segni del tempo stanno avendo il sopravvento. Arrivare a scoparmi una donna così matura non mi passava nemmeno per l'anticamera del cervello fino a poco tempo fa ma ora che lo sto facendo, afferro quelle tette penzolanti e le strizzo, tanto non dovrebbe sentire nessun dolore grazie alle protesi di silicone che ha. Per garantire una buona scopata e un migliore attrito all'interno della vagina di Elvira, ogni tanto faccio uscire il mio cazzo e lo struscio sulle sue grandi labbra in modo che esca qualche gocciolina di presperma che andrà poi a facilitarmi l'ingresso oppure sputo sulla cappella e la inserisco nuovamente nella sua patata così che la saliva si depositi lungo tutto il cazzo e serva come lubrificante. I tanti anni di esperienza e le tante seghe fatte da ragazzino davanti ai film per adulti, hanno dato i loro frutti.
"Quanti ragazzi ti sei scopata prima di me?", le chiedo
"Non lo so. Non me lo ricordo", mi risponde trastullandosi la figa
"Lo sai come si chiamano quelle come te?"
"Si lo so. Puttane, bagasce, bizzoche", dice Elvira iniziando ad elencarmi tutte le parole offensive rivolte alle donne più disinibite
Continuo a scopare la suocera di mia madre tenendole sempre la gamba sollevata. Lei mi accarezza il torace mentre io le afferro le tette sentendo tra le mie mani la consistenza del silicone al suo interno. Io le consiglierei vivamente di toglierselo perché con l'avanzare dell'età, la pelle comincia ad afflosciarsi e le protesi tenderanno a deformarle il seno irrimediabilmente. Un seno che mi piacerebbe vedere più al naturale che rifatto.
"Ci divertiremo molto questa estate", le dico prendendola per il collo dal davanti
"Voglio il tuo cazzo sempre dentro di me", mi risponde prendendomi per il mento mentre una sua unghia mi finisce sulle labbra ed io le ciuccio il dito
"Adesso girati che ti scopo a pecorina come le cagne", la informo uscendo dal suo buco per metterla nella posizione che le ho suggerito prima
Rientro nella vagina depilata di una sessantenne che adesso si apre meglio, ancora più di prima. Lo sfregamento della mia carne contro la sua non le provoca più fastidio ma piacere. Solamente quest'ultimo sentimento viene provato dalla troia che mi sto fottendo. Spingendo contro di lei, le sue chiappe si aprono alla mia vista mostrandomi il buchetto del culo che non e' di certo immacolato. Lo so per esperienza che si e' fatta scopare anche da dietro. Mi sarebbe piaciuto essere il primo, avvertire quella sensazione di stringimento intorno al cazzo mentre cercava di entrare. Ma in fondo potrei sentirla anche adesso perché se e' passato tanto tempo da quando l'hanno scopata nella figa, sarà passato lo stesso tempo da quando l'hanno scopata nel culo. Mi umetto un dito e provo a infilarlo dentro. Più il dito occupa spazio, più lei spinge in fuori la mucosa e di conseguenza anche la vagina. Con la saliva lo lubrifico maggiormente perché voglio provare anche con il pene quello che sto provando con il dito. Lei non dice niente, mi lascia fare e allora non mi tiro più indietro e vado avanti. Esco dal suo foro anteriore e mi avvicino a quello posteriore. Preoccupata, mi dice di fare piano ma non mi ferma. Anche lei voleva essere fottuta nell'ano ed io colgo l'occasione di farlo. D'altronde, ho rotto il culo alla sua figlia adottiva, e adesso dovrei mostrare pietà per quello della madre putativa.?
"Fai piano, per favore"
"Così?", le dico spingendo ancora di più
"Ahi, stronzo. Mi fai male", fa Elvira
"Non l'hai usato spesso eh?"
"No"
"E con chi l'hai usato per primo?"
"Un amico di Rafael", mi risponde
"Fortunato il ragazzo", le dico mentre inizio a spingere perché altrimenti suo marito si sveglia e gli altri tornano dai loro impegni vacanzieri
"Per favore, datti una calmata"
"Sono giorni che voglio scoparti e ora che sono dentro a questa meraviglia mi dici che devo smettere? Non ci penso per niente", le rispondo ma lei fa delle smorfie di dolore che mi fanno impietosire "d'accordo, voglio scoparti il culo e non uscirò ma lo farò con delicatezza solamente se mi dirai chi era l'amico di tuo figlio", la minaccio
"Anche lui e' stato adottato dall'Argentina. Si chiamava Pedro", mi svela
Non ci posso credere. La madre di Rafael si e' fatta rompere il culo dall'amico di suo figlio che ha iniziato a provare i suoi primi sentimenti verso le persone del suo stesso sesso proprio grazie al mio patrigno. E' come una ruota che gira o meglio, un uroboro, quel serpente mitologico che riesce a mordersi la coda chiudendo il ciclo della vita. Pedro mi ha fatto impazzire per tutta la mia adolescenza fino a quando non ho incontrato Mario e adesso, scoparmi una donna che lui ha sverginato anche solo analmente, mi fa sentire come se stessi facendo l'amore con lui e spingo. Lo faccio talmente così forte che per un attimo non penso che il culo nel quale c'e' affondato il mio cazzo sia quello di Elvira ma quello di Pedro, ancora più profondo e largo. La donna grida ma io le tiro la testa verso di me e le tappo la bocca con una mano osservando come la sua rosellina si slabbri ogni qualvolta che viene fottuta. Proseguo a farmi il culo della suocera di mia madre che comincia a provare piacere con le spinte più poderose che le sto dando perché riesce a intersecare la lingua tra le dita della mano che uso per tapparle la bocca evitando che il marito si svegli con le sue urla, leccandomele con la stessa lingua che ha usato prima per lucidarmi il pene e sbavandomi le falangi che poi rilecca. Sicuramente, se avesse avuto un altro cazzo davanti, sarebbe stato questo il trattamento che gli avrebbe riservato.
"Adesso ti sborro nel culo perché le puttane come te devono essere usate solamente per svuotarsi i coglioni", le grido avvicinandomi all'orecchio così entro ancora un altro po' in lei senza preoccuparmi di riservare del rispetto verso una persona della sua età
"Io la voglio tutta in faccia"
"Non sei nelle condizioni di decidere", le dico prendendola per il mento stringendole la bocca con la mia mano "tu lo sai che cosa sei, no? Quindi comportati di conseguenza", proseguo facendole capire quale sia il suo posto tra di noi
"Si, sono una puttana"
"Brava, una lurida puttana", ripeto eccitandomi per come io sia diventato così dominante anche con le donne
"Ti prego, padrone, sborrami nel culo"
"Mmh, mi piace quando mi supplichi. Vuoi essere farcita eh?"
"Si lo voglio"
"Cosa?"
"Voglio essere farcita, padrone", rettifica
Ormai Elvira non prova più quel risentimento quando le entro nel culo. Si e' abituata a prenderlo come la migliore puttana al mondo. E' normale che ogni tanto faccia dei mugolii di diversa natura rispetto a quelli emessi per piacere ma li fa soltanto per l'irruenza che uso scopandola. D’altronde il sesso e’ come una bicicletta. Più la usi, prima imparerai a pedalare e la vagina e il culo sono della stessa natura. Se si usano spesso sentirai solamente piacere e non più dolore. Dentro al suo culo, sento l'uretra gonfiarsi perché sono pronto per sborrare quindi accelero il ritmo e rallento a farmela solo quando ogni piccolissima goccia spermatica e' uscita dal mio cazzo riversandosi dentro il suo sedere. Lei ansima di piacere ed io esco. Quando ritorna in posizione eretta, dopo essere rimasta a pecorina per chissà quanto tempo, dal suo sfintere fuoriesce lentamente tutto il mio liquido seminale. E' cremoso di natura ma uscendo da un buco diverso da quello di una vagina, e' normale che si addensi ancora di più colandole lungo le gambe come il magma fuoriuscito da un cratere vulcanico. Elvira vuole prendere un fazzolettino per pulirsi ma io raccolgo con la mano il mio seme e gliela faccio leccare. D'altronde sono diventato un padrone, un master grazie a lei che mi ha definito tale e quindi deve comportarsi come una schiavetta sessuale esaudendo tutti i miei voleri. Prima che possa vederci qualcuno ci siamo già lavati e siamo pronti per mangiare tutti insieme.
"Allora? Che cosa mi racconti?", mi chiede Rafael mentre io sono seduto su un divanetto in giardino
"Cosa vuoi? Vuoi scopare?"
"No, anche se mi piacerebbe vederti scopare ancora una volta tua madre"
"Non succederà più", gli rispondo
"Ma le donne mature ti piacciono ancora"
"Che vuoi dire?"
"So tutto di te e mia madre", mi rivela scioccandomi "so che te la sei scopata perché ho notato qualcosa di diverso in voi", continua
"Ma di cosa stai parlando?", cerco di farlo calmare
"Non fare il finto tonto. A mia madre sono sempre piaciuti i ragazzi più giovani e tu ogni tanto vai ad intermittenza. Una volta ti piacciono i cazzi, un'altra le fighe ma questa volta hai scelto la figa sbagliata"
"Non ho scelto solo la figa sbagliata ma anche il culo sbagliato", gli dico confermando che ho fatto sesso con Elvira "gliel'ho scopato in cucina mentre quell'imbecille di tuo padre dormiva senza fare il suo dovere", rivelo vedendo Rafael stringere un pugno "poi le ho sborrato nel culo perché me l'ha chiesto lei"
"Sei uno schifoso frocio"
"Tua madre non la pensa in questo modo", gli rispondo sfacciatamente mentre lui cerca di trattenersi e poi se ne va
So che prima o poi mi beccherò un pugno da parte di Rafael ma non posso farci nulla. In fondo si sa, anche noi grandi siamo come i bambini. Quando ci dicono che non possiamo fare una cosa, ci viene la voglia di farla proprio perché e' una cosa proibita e pericolosa ed io sono così in questo momento. Rafael ha scoperto me ed Elvira e in qualche modo non e' d'accordo su questo e vuole che non scopiamo più, ma il suo divieto e' molto più stimolante e infatti, me ne frego altamente. Continuo a scoparmi Elvira ma non smetto di farmi scopare da Rafael. Cominciava a nutrire un sentimento di affetto verso di me che ora e' sparito del tutto. Prima, dopo aver scopato, ci coccolavamo un po' mentre adesso sono solo il suo svuota-coglioni. Ma, dopo tutto, anche sua madre lo e' per me.

FINE CAPITOLO 4

Un nuovo capitolo uscirà ogni domenica

TO BE CONTINUED

TUTTO CIO' E' ACCADUTO PRIMA DEL COVID-19

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