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Gay & Bisex

Il fidanzato di mia sorella 10


di FRANK_1987
08.07.2018    |    11.533    |    8 8.7
"“Cosa succede qui?”, domando io infastidito “Questo ragazzo mi stava dicendo che studia da odontotecnico..."
Alla fine qualcuno libera i suoi freni inibitori

CAPITOLO 10

Dopo la confessione dello zio Mariano di essersi scopato papà insieme al nonno quando erano ragazzini, inizio a vedere il mio genitore con occhi diversi. E’ il solito papà, amante della famiglia e dei figli ma continua a parlare male dei gay quando li vede in televisione, segno della sua repressione, ma allo stesso tempo lo immagino messo a pecorina con il cazzo di nonno Ugo nel culo e quello di zio Mariano in bocca. E’ Dicembre finalmente, il mio periodo preferito. Non per quello che rappresenta per i cristiani essendo io non credente anche per come ci trattano, ma per quell’atmosfera che si accende a Natale che e’ davvero magica e va al di là di ogni credo. Mio padre sta addobbando l’albero mentre io sono seduto sul divano perché un mio amico gay scocciatore mi ha telefonato. Lo fa un giorno si e l’altro pure perché vuole il mio cazzo di 19cm ma io non ho nessuna intenzione di darglielo perché non e’ il mio tipo. E’ effeminato (PER CARITÀ NULLA IN CONTRARIO MA PREFERISCO UN GAY MASCOLINO) e non sopporto la sua voce stridula anche se, non so come, mi viene in mente che gli avrei chiuso quella bocca assillante anche con il mio cazzo pur di non starlo più a sentire parlare. L’idea di farlo mi fa eccitare. In fin dei conti ho un bel cazzo, che i ragazzi bramano e dopo tutto, l’ho già infilato in diversi culi prima d’ora quindi decido di chiedergli un appuntamento. Kai, il mio amico giapponese che aveva mentito al nonno dicendo che sarei andato a pranzo da lui mentre invece mi facevo scopare da Rafael (RACCONTO 6), acconsente e decidiamo di vederci la sera stessa. Chiusa la telefonata, spengo la mia parte attiva e accendo subito quella passiva. Mi alzo dal divano e inizio ad aiutare papà Massimo ad addobbare l’albero di Natale. Ogni volta che devo prendere una decorazione non lo faccio abbassandomi e spiegando le gambe ma lo faccio mettendomi a novanta gradi, in una delle posizioni che gli ortopedici indicano pericolose per la schiena. Ogni volta che mi alzo, noto mio padre che mi guarda il culo e nonostante fuori nevica, dentro fa molto caldo per lui. Finito di aggiustare le decorazioni natalizie fuori e dentro casa, ceniamo e finalmente esco. Devo vedermi con Kai per fargli il culetto magari la smetterà di chiedermi sempre il cazzo. Raggiungo una città popolosa poco distante dal mio paese ed entro nel locale gay che frequento di solito anche se non l’ho fatto più da un anno a questa parte. Ci sono parecchi tipi interessanti che mi mangiano con gli occhi, alcuni vorrebbero il mio culetto altri il mio cazzo ma per questa sera sono interessato solo ad una persona. Eccolo lì, seduto su un divanetto mentre sorseggia un Martini. Kai e’ un ragazzo giapponese nato in Italia di un anno più piccolo di me, al primo anno universitario mentre io ho già iniziato il secondo. Ha capelli neri e gli occhi neri a mandorla, un culetto sodo da far impennare il cazzo di qualsiasi uomo e un pacco non molto significativo dato che non lo avevo mai considerato come un grande scopatore attivo e non avevo mai fatto caso al suo apparato riproduttivo. Mi avvicino a lui.
“Giulio, finalmente sei arrivato”, mi dice alzandosi e abbracciandomi “credevo che mi avessi dato un bidone”
“Tranquillo Kai che stasera ti darò un tubo invece che un bidone”, gli dico all’orecchio mentre lui smette di abbracciarmi, struscia le sue mani sui miei pettorali e si accomoda sul divanetto.
Anche io lo seguo e mi siedo accavallando le gambe facendo uscire ancora la mia parte passiva, Kai invece si siede con la gamba sinistra piegata sul divanetto, quella destra poggiata a terra e le mani che vanno su e giù sulle mie cosce.
“Come mai ti sei deciso a scoparmi?”, mi domanda a bruciapelo
“Devo dirti la verità? Voglio infilarti il mio cazzo in bocca soltanto per chiudertela e non sentire più la tua voce stridula che mi parla”
Kai ci rimane un po’ male ma poi si rallegra, si alza e mi prende per mano.
“Andiamo nel bagno”, mi dice
Io gli prendo la mano e mi alzo. Mentre camminiamo verso il bagno tra la folla, vedo un go-go boy che balla su un cubo e mi guarda. E’ muscoloso al punto giusto e mi sarei fatto scopare molto volentieri da lui. Entrati nel bagno, troviamo una cabina libera. Chiudiamo la porta ma non a chiave e Kai inizia subito a limonarmi. Le sue mani sono dappertutto sul mio corpo, sembra un polipo con i suoi tentacoli mentre le mie scendono automaticamente sul suo culetto ancora foderato nei suoi jeans elasticizzati. Kai mi sbottona i pantaloni, me li abbassa un pochino insieme ai boxer e si prende in bocca il mio cazzo già bello duro. Penso che stia provando la stessa emozione che ho provato io quando mi sono preso in bocca il cazzo di Pedro dopo averlo sognato per chissà quanto tempo come Kai faceva con me.
“Lo sapevo che...mmpphh...avevi un cazzo da favola”, mi fa Kai soffocando le sue parole mentre continua a lucidarmi l’attrezzo
“Se avessi saputo prima che bocca ti ritrovi, ti avrei scopato già da tempo”, dicendo questo, prendo la sua testa e, ricordandomi come Rafael si era fottuto la mia bocca nel bagno del ristorante dove si celebrava il matrimonio tra Pedro e Claudia, inizio a scopare la sua cavità orale.
Kai fa i tipici rumori di chi sta soffocando e ogni tanto glielo levo di bocca ma poi e’ lui che se lo rinfila ancora e prendendomi per le chiappe, muove il mio bacino contro la sua bocca scopandosela da solo. Poi si alza, lo giro e gli calo i pantaloni e le mutande, finalmente il suo culo mi si para davanti. Non ho voglia di leccarlo o prepararlo perché so già che non appena gli punterò la cappella sulla rosellina, questa si schiuderà permettendomi l’ingresso. Prendo un preservativo e lo indosso. Finalmente lo usa, potrebbe dire chi di voi ama il sesso sicuro, ma se non l’ho usato finora e’ perché mi fidavo delle persone con le quali ho scopato. Ma con Kai non si sa mai.
“Adesso ti scopo”, gli dico vedendo che Kai apre e chiude il suo buchetto ed e’ in un momento di apertura che mi appoggio e glielo ficco tutto dentro.
Kai geme di piacere e anche io. Il suo culo slabbrato mi accoglie tutto, e’ caldo e lo sento pulsare. Anche il mio cazzo pulsa e allora inizio la scopata. Gli schiaccio la testa contro il muro facendogliela girare di 45° mentre gli infilo il mio pene talmente in profondità che dove finisce il preservativo non si capisce più.
“Finalmente posso...aaahh...avere il tuo cazzo...uuuhh...nel culo. Fottimi”, mi incita Kai
“D’accordo puttanella”, gli faccio io scopandomelo con forza
Sollevando un po’ Kai facendolo aderire al mio petto, lo bacio con passione mentre gli tengo una mano tra i suoi capelli e gli infilo il cazzo nel culo quasi come se lo stessi scopando in piedi. Con una mano raggiunge il suo cazzo di 16cm e se lo masturba raggiungendo presto l’eiaculazione. Anche io purtroppo, preso dalll’eccitazione di quel momento di potermi scopare quel meraviglioso culo che da anni voleva il mio cazzo, raggiungo l’apice, così mi tolgo dal culo di Kai, levo il preservativo, lo faccio abbassare e gli scarico in bocca tutto il mio seme. Non so come fa, ma non riesce a perderne neanche una goccia, sicuramente i suoi innumerevoli amanti lo avevano addestrato bene.
“Mi dispiace di non essere durato abbastanza”
“Non preoccuparti, ti capisco”, mi fa “l’eccitazione a volte prende il sopravvento e capisco anche che esserti scopato un culo che non avevi mai l’intenzione di scopare ha potuto giocarti questo piccolo scherzetto”, continua
All’improvviso la sua voce stridula non mi sembra più così fastidiosa. Kai mi da un bacio sulla cappella, si alza e si mette in ordine mentre io mi sollevo pantaloni e boxer che non mi ero abbassato del tutto e dopo esserci ricomposti usciamo dal bagno mano nella mano. Raggiungendo il nostro divanetto, vedo ancora il go-goy boy muscoloso danzare mentre mi guarda ma io fermo Kai in mezzo al locale e gli stampo un bacio in bocca con la lingua da far ingelosire il ragazzo ballerino tanto da dirigere le sue attenzioni verso un altro avventore particolarmente accondiscendente. La serata al locale gay con Kai continua fra balli e palpatine varie e quando ognuno torna a casa propria, ci lasciamo con la promessa di riprovare a fare di nuovo sesso magari a casa sua quando la sua coinquilina Marcella va a farsi scopare dal suo professore avendo per noi tutta la tranquillità necessaria per durare più lungo, la prossima volta. Nei giorni successivi al mio incontro con Kai, ne proseguono altri. Mi piace scopare il suo culo, mi da una sensazione di dominazione che finora usavo soltanto con i miei amanti attivi per portarli a scopare una seconda volta con me, ma questa sensazione e’ davvero bellissima. Avevo già scopato altri culi ma e’ passato tanto tempo dall’ultima volta ed avere una troietta tutta per me, in mia completa balia da usare e non farmi usare, mi fa impazzire dalla lussuria. Naturalmente ogni volta che desidero il cazzo nel culo vado dal nonno che ormai ha capito della mia relazione con Kai e mi lascia i miei spazi. Il giorno di Natale si raduna di nuovo tutta la famiglia a casa dei miei genitori. E’ la prima vera festa dove il piccolo Andrea, figlio di Claudia e Pedro, viene presentato ufficialmente. Io, intanto, mi sono fidanzato con Kai e chiedo alla mamma di poterlo invitare alla festa. Mamma Rachele e’ contenta e mi da il permesso mentre mio padre Massimo nota qualcosa nelle mie parole e cerca di imporsi sulla mamma ma non ci riesce. Durante la cena di Natale, mi alzo dalla sedia, prendo un bicchiere e sbattendoci leggermente sopra con un coltello attiro l’attenzione di tutti.
“E’ davvero una bella cena quella che stiamo vivendo. Siamo tutti riuniti dentro la nostra casa e siamo tutti accoppiati”
“Quasi tutti”, dice nonno “manca la nonna”
“Pace all’anima sua”, fa mio padre
“Naturalmente”, risponde mio nonno con le lacrime agli occhi
“Giulio tu non sei accoppiato, Kai e’ soltanto un amico”, mi ricorda mia sorella
“E’ qui che ti sbagli, sorella”, do la mano a Kai che mi da la sua e lo faccio alzare “famiglia, Kai e’ il mio fidanzato”
Mia madre e mio nonno sono molto contenti, Pedro sa già delle mie inclinazioni ma gli unici sbalorditi rimangono Claudia e papà che, dalla rabbia intensa, stringe talmente forte un bicchiere da rompere il piedistallo.
“Io non lo voglio un frocio come figlio”, dice mio padre alzandosi minacciosamente
“Calmati Massimo”, fa mia madre alzandosi e cercando di tenere a bada la furia del marito ma non ci riesce e papà si protrae sul tavolo prendendomi per il maglione e mi da un pugno sul naso facendomi cadere a terra mentre Kai, con fare femmineo, si abbassa su di me per assicurarsi che io stia bene.
“Guarda, guarda che razza di figlio che ho”, fa mio padre mentre mio nonno e Pedro lo tengono fermo, mia madre inizia a piangere e Claudia, tenendo in braccio suo figlio Andrea, mi guarda disgustata “guarda gli atteggiamenti di quell’altro frocio, e’ questo il figlio che vuoi e che deve mandare avanti il buon nome della nostra famiglia?”, domanda a mia madre che non riesce a smetterla di piangere
“Non fare il prepotente con me”, gli dico io mentre mi alzo aiutato da Kai e mi asciugo il sangue che mi esce dal naso con una mano “io so tutto”
Mio padre rabbrividisce mentre il nonno mi fa cenno di no con la testa e porta via suo figlio aiutato dal nipote acquisito.
“Mi fai schifo”, mi sbatte in faccia mia sorella “credevo che gli atteggiamenti che avevi fossero tuoi, innati dentro di te ma non che erano gli stessi di quella feccia della società”, mi sento particolarmente offeso dalle sue parole
“Lasciali stare”, mi fa Kai mentre anche mia sorella si allontana “non possono capire, ci sono passato anche io. Ma tu ora hai me”
Lo accarezzo dolcemente sulla guancia destra, avrei voluto possederlo lì sul tavolo davanti agli occhi di mio padre per fargli capire se era ancora disgustato o eccitato per via del suo passato, e due parole mi escono automaticamente dalla bocca
“Ti amo”
Kai e’ incredulo, poi diventa felice e mi bacia mentre mia madre si avvicina a noi
“Io ho sempre saputo”, mi dichiara mamma facendomi smettere di baciare il mio fidanzato “io ti voglio bene per quello che sei, Giulio, e se tu sei felice con Kai, lo sono anche io. Io ho sempre saputo tutto”
Mamma mi prende per le guance, mi fa abbassare la testa, mi da un bacio in fronte e poi si allontana mentre quel “Io ho sempre saputo tutto” mi risuona nella testa fino a quando non torno a casa da Kai e me lo trombo. E’ ormai arrivato l’anno nuovo, le vacanze natalizie sono finite da poco tempo quando un giorno sento bussare al campanello della casa del nonno. Apro e mi trovo davanti mia madre.
“Ciao tesoro, mi fai entrare?”
Faccio entrare mia madre e la faccio accomodare sul divano, le offro anche qualcosa da bere ma lei mi dice di essere venuta lì soltanto per parlare di papà.
“Non voglio ascoltarti”
“Invece devi. Devo dirti delle cose che ti faranno capire perché ha avuto quell’atteggiamento il giorno di Natale”, mi fa e prendendo un bel respiro profondo mi confessa che anche papà e’ gay.
“Si, lo so”, le rispondo io freddamente
“Lo sai?” mi fa sbalordita “e chi te l’ha detto?”
“Zio Mariano”
“Ah, lui”, prosegue mia madre quasi demoralizzata
“Come fai a sapere di papà?”
“E’ stato tuo zio Mariano a dirmelo più di 20anni fa”
“Quindi tu…”
“So che lui e Ugo facevano sesso con tuo padre”
“E tu l’hai sposato comunque? Anche sapendo che era gay? Un’ altra donna non lo avrebbe fatto. Di sicuro non una donna con una mentalità chiusa”
“Forse da adolescente, farmi scopare da mio cugino mi ha aperto la mente oltre che la vagina”, dice mia madre ridendo fragorosamente mentre io mi sto lentamente eccitando “non devi avercela con lui. Ha lottato duramente nella sua vita perché non si accettava. Lui non e’ come te ed anche se non e’ un vecchio decrepito, quando era adolescente non era affatto facile uscire allo scoperto come quando hai fatto tu a Natale. Mi raccomando, fai qualcosa per riallacciare i rapporti con tuo padre”
“Deve essere lui a fare la prima mossa. Io sono suo figlio e lui deve farmi capire quanto mi vuole bene e non il contrario”
“L’essere omosessuale non e’ l’unica cosa che hai ereditato da tuo padre”, mi fa “anche la testardaggine e’ una qualità dei maschi della nostra famiglia”
“Ammesso che sia io a fare il primo passo, non ci porterà a niente se papà continua a reprimersi e a non accettarci per quello che siamo”
“E’ vero, e ti prometto che farò di tutto per metterci una buona parola”, mi rassicura mia madre
“Grazie per il tuo sostegno mamma”, le dico
“Lo sai che ci sono sempre per il mio bambino”, mi fa mentre ci alziamo e ci abbracciamo “Salutami Kai e digli che siete una gran bella coppia”
“Grazie mamma”
Mia madre sorride annuendo e poi va via. Nella nostra famiglia nessuno non resiste a trombare con i propri familiari e quindi mi viene un’idea assurda in testa. Un’idea che avevo accantonato da Natale fino ad adesso. Ho voglia di scopare con mio padre e di scopare lui. Deve chiedermi scusa per avermi picchiato per una cosa che lui non riesce a sopportare ma che sta vivendo, deve chiedermi scusa sotto i colpi del mio cazzo. L’occasione giusta arriva il giorno del 42° compleanno di mio padre. Ha dato una festa in una nota pizzeria della zona ma io non sono stato invitato anche se mia madre mi ha informato del festeggiamento. Quando arrivo, mio padre rimane sbalordito, poi si arrabbia e mi viene incontro.
“Che cazzo ci fai qui?”, mi domanda minacciosamente
“Sono venuto a portare il mio regalo per te”
“Quale regalo? Non hai niente nelle tue mani, forse vorresti metterci un cazzo da segare?”
“Il mio non e’ un regalo materiale, ma affettivo. Il mio regalo per te e’ l’affetto che mi lega al mio genitore, papà”, mio padre e’ visibilmente emozionato, poi scuote la testa sorridendo e mi abbraccia “grazie”, gli sussurro “e non preoccuparti perché io so tutto su di te”
Lui smette di abbracciarmi e mi guarda stravolto
“Chi te l’ha detto?”
“Zio Mariano, il nonno e anche la mamma”
“Oh mio Dio che figura”, dice lui nascondendosi la faccia con le mani
“Non devi avere vergogna. Non mi importa niente se sei così. Ho sempre sospettato che ci fosse qualcosa che ci univa al di là del rapporto genitore/figlio e oggi finalmente l’abbiamo capito. Non devi più nasconderti, almeno non con me”, gli dico abbassando le sue mani e abbracciandolo di nuovo, guardo mamma e nonno Ugo e gli faccio un segno di consenso allora i due fanno partire un sonoro applauso e mentre Rachele e Ugo sanno benissimo perché stanno applaudendo, gli altri invitati bisbigliano tra loro chiedendosi cosa sia potuto succedere per arrivare ad una riappacificazione così eclatante. Nel mese di Febbraio, mentre la mia relazione con Kai prosegue a gonfie vele, decido di interrompere la relazione segreta con l’amico di Pedro, Rafael che la prende male mentre quando interrompo quella con il nonno, lui da la sua benedizione a me e a Kai e io, per ringraziarlo, gli porto come nuovo fattore il fratello 17enne di Marcella, la coinquilina del mio fidanzato. Il ragazzetto e il nonno rimangono subito affascinati l’uno dall’altro, il nonno mi ringrazia e mentre accompagna il suo nuovo giocattolo a visitare la fattoria, noto che la sua mano sinistra gli accarezza la schiena fino a scendere sul culetto. Ora sono senza cazzo in culo e per questo decido di addestrare Kai a fare godere gli altri oltre che se stesso e anche se non ha i cazzi di nonno e Rafael e il suo movimento pelvico deve ancora migliorare, mi sento appagato dopo tanto tempo faccio l’amore completo con un ragazzo della mia età. Dopo aver fatto l’amore con Kai sul tappeto della sua casa davanti al camino acceso in un freddo pomeriggio di Febbraio, mi arriva un messaggio whatsapp di mio padre.
“Vogliamo uscire stasera? Ho voglia di divertirmi un po’”, penso che sia finalmente arrivato il momento di fargli il culo e anche se ci siamo riappacificati, devo fargliela pagare per avermi fatto vivere 20anni di terrore in casa mia.
Decido di portarlo nello stesso locale dove ho scopato Kai per la prima volta. Non appena entriamo, tutti quei ragazzetti ci mangiano con gli occhi, soprattutto lui. Ha i capelli e la barba leggermente imbiancati e anche se non ha lo stesso fisico di suo fratello Mariano, e’ comunque massaccio avendo degli enormi pettorali, anche se un po’ all’ingiù, e una piccola pancetta appena accennata da padre di famiglia.
“Mi sento un po’ a disagio”, mi dice “mi stanno guardando tutti”
“Perché per loro sei un bell’uomo tutto da scoprire”, gli rispondo facendogli l’occhiolino
“Forse ci guardano perché sanno che siamo padre e figlio”
“Ma per favore, chi vuoi che lo sappia? Siamo in un’altra città, non ci conosce nessuno. Andiamo a sederci e vediamo come vanno le cose”, lo esorto io
“Mi sembra di tradire tua madre”
“Mamma ti ha dato il benestare e tu a lei. In questo momento starà sicuramente nel letto del suo amante di turno con le gambe spalancate e un cazzo che le penetra la patata. Tu potresti fare lo stesso con un culo, oppure il culo potresti darlo tu”
Gli dico lasciandolo con una marea di dubbi mentre mi avvicino al bar e ordino da bere, un Bloody Mary per me e un Cuba Libre per mio padre. Mi guardo intorno e noto una coppia, maschio e femmina, che mi guarda. La donna, una bellissima femmina di colore sulla cinquantina, si avvicina a me mentre inizio a sorseggiare il mio Bloody Mary.
“Ciao, come va?”, mi domanda
“Tutto bene”, le dico gustandomi l’aroma di pomodoro del mio cocktail
“Sei da solo?”, continua a domandarmi
“Perché?”, le chiedo
“Perché io e mio marito ci stiamo chiedendo se ti andrebbe di unirti a noi questa sera per divertirci un po’. Siamo una coppia aperta e stiamo cercando qualcuno che tenga a bada il suo culo accogliente e la mia micia caldissima”
La donna e’ molto affascinante. Ha i capelli rossi, forse tinti e gli occhi verdi, le labbra sono colorate di un vistoso viola, sono voluminose tipiche di un’esperta bocchinara e indossa un vestito anch’esso viola da dove si intravedono dei maestosi seni di color cioccolato (eh si, l’occhio mi e’ caduto lì, in fin dei conti sono pur sempre un uomo anatomicamente parlando). Il marito invece non e’ granché. Deve avere di sicuro un bell’arnese, visto il volume che il suo cazzo fa dentro il pantalone mentre e’ seduto sullo sgabello, ma non mi suscita niente e per questo declino l’offerta anche se, devo confessarvi, la trasgressione di farmi solo lei c’e’ stata anche se per un momento. Prendendo anche il bicchiere di papà, mi dirigo verso di lui ma vedo che sta parlando con il go-go boy che mi corteggiava ballando qualche tempo fa.
“Cosa succede qui?”, domando io infastidito
“Questo ragazzo mi stava dicendo che studia da odontotecnico. Una volta laureato, potrebbe venire a lavorare nel mio studio”
“Sta soltanto cercando di corteggiarti perché vuole un magnaccio, questa puttanella”
“Bada a come parli”, mi fa il ragazzo
“Lui e’ mio”
Dicendo questo, stampo un bacio con la lingua sulla bocca di mio padre. Massimo e’ sconcertato ma poi sento la sua lingua frugare nella mia bocca. Il ragazzo ballerino ci guarda in cagnesco, poi se ne va e mio padre mi allontana.
“Ma che cosa fai?”
“L’ho fatto soltanto per farlo allontanare”
“E se volevo farmelo?”
“Chi? Lui? Dopo avresti dovuto farti l’antitetanica. Comunque vedo che il nostro bacio ti e’ piaciuto, eh?”, gli dico facendogli notare il suo pacco eccitato “forse dovremmo fargli prendere un po’ d’aria”
Spingo mio padre sul divano e mi abbasso davanti a lui. Lo so, dovevo farmi il suo culo ma chi di noi si fa sfuggire l’opportunità di avere un cazzo di bocca? Di sicuro io no! Gli apro la lampo, gli abbasso le mutande e glielo tiro fuori. Ha il cazzo più piccolo di tutti i maschi della mia famiglia ma poi non così tanto, 17cm. Lo sego un po’ e poi me lo infilo in bocca. Mio padre geme e con una mano detta il movimento della mia testa. Intorno a noi ci sono decine di ragazzi che ballano a ritmo di musica discotecara e non si accorgono di quello che sta succedendo oppure si ma non vogliono dire niente perché già prima di noi sicuramente avevano fatto la stessa cosa, anzi anche di più.
“Dovremmo fermarci”, dice mio padre anche se continua a conficcarmi il cazzo in bocca
“Non ne ho la minima…mmpphh…intenzione”, gli dico continuando a succhiargli il cazzo, a leccare la sua asta e anche le palle dai bellissimi peli brizzolati.
Mio padre purtroppo non dura molto e mi scarica in bocca il suo seme. Lo stesso seme che aveva scaricato nella figa della mamma 20anni prima e che mi aveva generato. Gli pulisco il cazzo e mentre mi sollevo e mi siedo accanto a lui, mi pulisco la bocca con il dorso della mano che poi lecco mentre papà si sistema il cazzo nuovamente nei pantaloni.
“Possiamo continuare con altro se vuoi”, lo stuzzico
“Non sarebbe dovuto succedere”
“Non e’ successo niente di che, e’ stato soltanto un pompino”
“Un pompino che mi sono fatto fare da mio figlio e che adesso pretende altro”
“Meglio io che quel ragazzo di prima. Anche se era un bel bocconcino, di me puoi fidarti”
“Magari la prossima volta”, dice esitando “ma adesso voglio tornare a casa”
Torniamo a casa in macchina ma lungo il tragitto non dice una parola. Si sente evidentemente spinto al di là delle sue possibilità perché si, e’ andato in quel locale per scopare ma non per farsi fare un pompino addirittura da suo figlio. Accompagnatomi dal mio fidanzato, papà mi saluta e io gli prometto che la prossima volta succederà qualcos’altro. Lui annuisce un po’ preoccupato e poi se ne va nel buio della notte. Per stasera il suo culo e’ salvo ma la prossima volta che ci incontriamo da soli, dovrà essere mio.

FINE CAPITOLO 10

TO BE CONTINUED

PS: NONOSTANTE CONTINUO AD USARE LO STESSO TITOLO, PEDRO NON APPARE IN QUESTE SCOPATE MA SICCOME E' INIZIATO TUTTO DA LUI, DOPO IL NONNO NATURALMENTE, HO DECISO DI TENERE QUESTA INTESTAZIONE ANCHE PER I RACCONTI SUCCESSIVI AI PRIMI DUE.

QUESTA E’ UNA STORIA ASSOLUTAMENTE INVENTATA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI..
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
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