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Gay & Bisex

Vita di coppia 22


di FRANK_1987
29.12.2019    |    3.144    |    3 4.8
"Camilla” “E’ fantastico”, mi fa lei mentre io annuisco sorridendo “non dirmi che tu sei quel ragazzo gay che frequentava il liceo con lei?”, mi domanda ed..."
PREMESSA (DA LEGGERE E NON SALTARE): Un nuovo capitolo uscirà ogni domenica. Questi racconti si collocano dopo la saga “IL FIDANZATO DI MIA SORELLA”

In questo capitolo all’inizio c’e’ una scena ETERO e subito dopo una scena TRANS. Vi ho voluto avvisare per non imbattermi in commenti sgraditi ed ho voluto postare il racconto in questa categoria perché e’ quella che mi identifica.

Un incontro per caso

CAPITOLO 22

Mario e’ inginocchiato nella doccia mentre io sono in piedi sul tappeto e gli piscio addosso. Gli ho fatto fare una bella lavata per quanto ho bevuto. Io sono solito bere molto, più di due litri d’acqua al giorno per idratarmi e perché dicono sempre che fa bene, ma adesso mi e’ sembrato di aver bevuto anche troppo. Mi fa male il basso ventre e sento un leggero fastidio ai reni. Hanno lavorato troppo per poter scartare tutta l’acqua deglutita trasformandola in pipì. Il clima freddo di Novembre non ha aiutato perché si sa, in autunno e in inverno, il nostro organo che raccoglie l’urina si restringe un po’ ed e’ per questo motivo che il corpo non la assimila abbastanza e l’urgenza di andare al bagno arriva nel giro di mezz’oretta dall'assunzione dell’oro blu. Ho finito di riversargli addosso tutto il mio liquido giallo e sgrullo il cazzo sui suoi capelli praticamente inzuppati e puzzolenti. Si alza e mi bacia facendomi assaporare il gusto del mio piscio. E’ successo molte volte ma farlo limonando con il proprio uomo e’ più eccitante che farlo bevendo la tua stessa urina da un bicchiere. Mario mi prende per le spalle e mi gira verso il muro. Non ho intenzione di inginocchiarmi ma di assumere un’altra posizione. Sulla lavatrice c’e’ un dildo il quale, alla fine, ha la ventosa. Lo attacco sopra il piccolo gradino di ceramica della doccia e mi impalo sul mio giocattolino sessuale. In questo modo la mia faccia, e soprattutto la mia bocca, sono a portata del cazzo del mio fidanzato. Mario inizia a far defluire la sua urina. Il primo schizzo va perduto e il secondo mi finisce in bocca. La apro più che posso e sento il gorgoglio della sua pipì che cresce di volume nelle mie fauci. Vedendo che lo spazio da riempire e’ praticament inesistente, Mario arresta la minzione ed io, sempre scopandomi con il dildo, chiudo le labbra per ingoiare la secrezione dei suoi reni. E’ così tanta che mi esce dai lati della bocca ma non finisce nella doccia, bensì sul mio corpo ed io la spalmo soprattutto sul petto. Il mio fidanzato mi mette il suo pene moscio in bocca e mi afferra per la nuca scopandomi il cavo orale. Le spinte che da contro il mio viso sono così forti da scoparmi il culo con il cazzo finto senza che io debba muovermi all’indietro. Poi mi piscia muovamente in bocca e su tutto il corpo. Adoro quando mi lava i capelli con la sua pipì sentendola cadere lungo il mio volto. Mi alzo togliendomi il dildo dal culo e lo stacco. Abbraccio Mario e il mio corpo si bagna della mia urina e il suo della propria. Sono un amante della pulizia ma sentire l’odore pungente che ora emanano i nostri corpi, mi fa letteralmente andare su di giri e facciamo l’amore puzzolenti di pipì.
“Che cosa stai leggendo?”, mi chiede Mario
“Un invito per il battesimo del secondo figlio di Camilla. E’ nato quest’estate”, lo informo
“Ed hai intenzione di andarci?”, mi domanda allarmato “io ho l’influenza e poi e’ dall’altra parte della Calabria. Consumerai tanta benzina”
“E allora? Abbiamo i soldi necessari per andare avanti”, gli dico “e’ una mia ex compagna di scuola e da quando ci siamo rivisti ho deciso di rimanere in contatto con lei”, continuo
“Giulio, ti ricordo che e’ stata la prima donna che hai baciato. Questa volta potrebbe succedere chissà cosa nel bagno o in altri luoghi”, fa il mio fidanzato preoccupato
“Ti prometto che starò sempre nel ristorante senza rischiare di scoparmela sul retro come ho fatto con la sorella di Rafael”
“Sei uno scemo”, mi fa Mario un po’ infuriato mentre io sorrido
Mi metto in viaggio da solo. Questa e’ veramente la prima volta che partecipo ad un evento o vacanza senza il mio fidanzato. La maledetta influenza portata dall'autunno l’ha colpito proprio nel periodo sbagliato. So che le sue manfrine per non farmi partire erano più che legittime ma non scoperò mai più una figa neanche se mi torturassero, neanche se mi farebbero ingoiare chissà quante pillole di Viagra per tirarmelo su, sperando naturalmente che io abbia le mani libere per allontanare la ragazza, altrimenti… Sono in viaggio da un bel po’ anche se mi sembra un’eternità. Devo raggiungere un piccolo paese nella più famosa piana calabrese. Mi fermo ad un autogrill perché ho il bisogno impellente di urinare e anche di fare benzina. Decido prima di fare il pieno e poi di andare in bagno. Entrato nel bar adiacente, una ragazzina e’ seduta ad un tavolo. Hai i capelli neri ondulati, indossa una maglietta aderente, una gonna e dei tacchi vertiginosi. Appena mi vede si ridesta. Chiedo dove sia il bagno e lo raggiungo. Dopo aver finito di pisciare, mi sgrullo il cazzo e mi avvicino ad un lavandino per lavarmi le mani. La ragazza entra, si poggia allo stipite della porta con la spalla destra e mi fa cenno di seguirla con la testa. Subito dopo mi ritrovo con lei sul retro dell’autogrill, nascosti da un muro, con il cazzo duro fuori dai pantaloni e la ragazza inginocchiata davanti a me. Le domando quanto si prende. Mi risponde 60Euro per un pompino. Mi sembrano troppi ma non posso resistere alle sue mani sulla mia carne quindi prendo i soldi e glieli consegno. Sebbene le piccole gocce di piscio che erano nell’uretra ora siano state assorbite dai boxer, mi pulisce il cazzo con una salvietta e poi se lo ficca in bocca. Me lo pompa tenendolo per l’attaccatura delle palle mentre sono poggiato al muretto con la schiena ed ho le mani sulla sua nuca. Non glielo spingo in gola con prepotenza ma lascio che sia lei a fare il lavoro. Dopotutto e’ una prostituta e quindi e’ abituata a dare piacere a chi la incontra. Smette di sbocchinarmi e prende un preservativo dalla borsetta. Lo srotola sulla mia minchia senza darmi neanche il tempo di controbattere. Ma tanto so che non mi sarei fermato. La ragazza si alza, si gira sollevandosi la gonna si umetta la vagina con la saliva e poi prende il mio cazzo e lo guida dentro il suo pertugio.
“Mmh, com’e’ lungo”
“Tu sei così calda”
“Scopami, bastardo”
Inizio a muovere lentamente il mio bacino strofinando la carne del mio cazzo lungo le sue pareti vaginali. La prostituta si tiene con una mano la gonna e l’altra la poggia al muro spingendo il suo corpo all’indietro verso di me. Infilo un braccio sotto il suo ventre in modo che la mia mano sinistra si fermi sul suo fianco destro e la scopo con vigore. Lei mugola di piacere mentre io le alito sul collo. Mi sollevo restando però attaccato alla sua schiena e con la stessa mano di prima le ravano la fica toccando anche il mio cazzo che le entra dentro. Un camionista arriva all’improvviso e ci sorprende. Io divento rosso come un peperone e vorrei uscire dalla sua fica, ma la ragazza si spinge contro di me piantandosi altri centimetri di cazzo nella patata facendomi urtare con i peli pubici sulle chiappe. Non vuole che io esca e allora la lascio fare. Il camionista, che aveva raggiunto quel posticino isolato forse per scopare pure lui, scuote la testa sorridendo e se ne va via. Guardo l’orologio e si sta facendo tardi, ora si che la fotto con forza prendendola per i fianchi. E’ la prima volta che le tocco il culo e mi sarebbe piaciuto scoparglielo ma per non tardare al battesimo del figlio della mia amica, continuo a scoparla con numerose e furiose bordate fino a scaricare nel preservativo tutta la mia densa sborra. Tolgo il pene dal suo buco, lei si sistema la gonna ed io mi tolgo il condom. Lei se lo prende e fa colare la mia sborra sulla sua lingua ingoiandola e pulendosi i bordi sporchi delle sue fauci. Si abbassa la gonna mentre io rimetto il mio membro nel pantalone e le allungo altri 20Euro per la bravura. Poi torno in macchina e riprendo il viaggio raggiungendo la casa di Camilla.
“Complimenti, e’ davvero un bellissimo bambino”, le dico
“Grazie”
“Dov’e’ l’altro tuo scalmanato figlio?”
“Sta giocando di là. Da quando Giorgio e’ morto cerco di stargli il più vicino possibile. Soprattutto ora che e’ nato il fratellino e si sentirà messo da parte”
“Per fortuna io non ho avuto questi problemi. Quando mia madre ha partorito Esteban, io ero già bello grande”, le rispondo
“Quando ne farete uno tu e Mario? Ormai le Unioni Civili sono legge, potreste sposarvi e adottarne uno oppure farlo con l’eterologa in un Paese che non lo vieta ad una coppia gay”
“Ma poi resta il fatto che solo uno di noi dovrebbe riconoscerlo”
“Si, purtroppo hai ragione”, fa Camilla “che schifo di Paese e’ il nostro”, continua ed io non posso che darle ragione
Arriviamo al ristorante dove inizia la cena per il battesimo del bambino. E’ tutto veramente squisito e la mia amica mi ha proposto di dormire a casa sua. Mario non deve preoccuparsi perché non farò niente con lei ne’ tanto meno con il marito che non e’ affatto il mio tipo. Camilla si alza e si avvicina ad una ragazza che e’ seduta ad uno sgabello. Parla ridendo con lei ed io mi soffermo molto volentieri ad osservarla. E’ vestita con una maglietta di pizzo bianca e la gonna di blu jeans. Ha le gambe accavallate e posso intravedere le sue mutandine bianche. Sento la cappella del mio cazzo muoversi e devo aggiustarlo bene perché sta diventando barzotto e mi fa male comprimendo contro i miei boxer. Camilla si allontana da lei ed io mi alzo e le vado incontro.
“Camilla, chi e’ quella là?”
“Chi ? Lei?”, fa la mia amica indicando la ragazza “E’ Caterina. Non dirmi che ti e’ venuta voglia di fare un bambino naturalmente?”
“No, ma che dici?”
“Ah bene perché con lei non l’avresti potuto fare. E’ una transessuale”, mi svela Camilla
“Che cosa? Non me ne sono mica accorto”
“Eh già ha iniziato il suo percorso di transizione quando aveva 16anni. I genitori erano dispiaciuti di vederla infelice e così le hanno dato il permesso di esternare la femminilità che aveva dentro, anche fuori. Ha preso così tanti ormoni da riuscire a modificare il suo corpo portandolo a manifestare lineamenti femminili invece che maschili. Non dirmi che sei attratto da lei?”, mi domanda ma io le mento perché so che non capirebbe
Caterina e’ l’organizzatrice dell’evento. Camilla si e’ affidata a lei perché la conosce da una decina di anni, da quando si e’ trasferita insomma. Si passa una mano tra i capelli e poi la fa scendere lentamente sul suo seno ritornando a scrivere qualcosa. Il mio cazzo che prima era barzotto, ora e’ completamente in tiro e decido di avvicinarmi a lei.
“Ciao sono Giulio”
“Ciao, sono…”
“Caterina, si lo so. Abbiamo un’amica in comune. Camilla”
“E’ fantastico”, mi fa lei mentre io annuisco sorridendo “non dirmi che tu sei quel ragazzo gay che frequentava il liceo con lei?”, mi domanda ed io allargo le braccia confermando “mi diceva sempre che saresti diventato una donna ma invece sei davvero un gran figo. E molto dotato anche”, mi fa notare perché ha visto la protuberanza che il mio cazzo forma nel pantalone elegante
“Camilla si sbagliava. A me piace essere gay come a te e’ piaciuto diventare transessuale. Ma non per questo dobbiamo divertirci solamente con le persone della nostra categoria”, le dico cercando di farle capire che mi piace
Caterina mi porge il suo biglietto da visita dove c’e’ scritto anche l’indirizzo di casa sua e mi dice di presentarmi da lei dopo la fine della festa. Il mio cazzo vorrebbe ringraziarla già da adesso ma mi ricordo della scopata che mi sono fatto con quella prostituta nell’autogrill e che, quindi, potrebbe puzzare un po’. Vado in bagno, mi abbasso la lampo tirando fuori la mia minchia e me la lavo. Fortunatamente non entra nessuno e posso asciugarmi tranquillamente per ritornare insieme agli altri invitati. Spero di aver tolto quell’afrore di saliva e sborra lasciato da quella puttana incontrata poco prima. Non appena finisce la festa del battesimo di suo figlio, dico a Camilla che non sarei andato a dormire a casa sua. La mia ex compagna di scuola capisce immediatamente che ho conquistato qualcuno ma non sa che e’ proprio la sua amica transessuale. Quando raggiungo casa sua, lei mi apre ancora vestita come alla festa. Mi fa accomodare e beviamo qualcosa per allentare la tensione anche se non ce n’e’ proprio bisogno. Mi chiede se sia la prima volta che vado con una come lei e quando le rispondo di no, Caterina mi sorride mostrandomi ogni suo meraviglioso dente e mi prende per mano facendomi alzare conducendomi nella sua stanza da letto. Entrati, mi getta sul letto facendomi rimbalzare come una molla. Lei accende una lampada e ci mette sopra uno spolverino così da attutire l’intensa luce e creare un’atmosfera più seducente.
“Spogliati”, mi ordina così io mi tolgo le scarpe e mi inginocchio sul suo letto “levati la camicia”, mi dice ed io me la tolgo “mmh, niente male. Vediamo che cosa nascondi lì”, continua ed io mi sbottono i pantaloni e me li abbasso insieme ai boxer liberando il mio cazzo eretto “oh mio Dio, ma e’ meraviglioso”
“Grazie”, le rispondo “e’ così grazie a te”
“Sei davvero un pervertito”
“Se ti avvicini e te lo prendi in bocca, la pervertita sarai anche tu. Tanto lo so che vuoi farlo, altrimenti non mi avresti invitato”, la stuzzico
Caterina sale sul letto e si inginocchia finendo con la faccia contro il mio cazzo. Me lo annusa e spero che l’olezzo di aver trascorso tante ore con le stesse mutande, sebbene mi sia lavato prima di partire, sia sparito con la sciacquata fatta nel bagno del ristorante. Evidentemente si, perché se lo prende in bocca senza dire una parola. Lo succhia avidamente e mi lecca l’asta e la cappella. Non mi lecca invece i coglioni perché odia la loro peluria e detesta quando qualche pelo le finisce in bocca. Io la prendo i capelli e glieli raccolgo con la mano destra. Con la sinistra mi prendo il cazzo dalla radice e prima glielo sbatto sulla lingua umida e poi in bocca. Le scopo le fauci arrivando a sentire il suo respiro sul mio pube. Sono così eccitato che smetto di farle succhiare la mia minchia e mi tolgo i pantaloni. Scendo dal letto e la tiro per la gonna. Lei si posiziona a novanta gradi sul materasso mentre io mi inginocchio sul tappeto, le sollevo la gonna fino al coccige e sposto il tanga facendo prendere aria al suo buchetto già dilatato. Con la lingua mi insinuo tra le pieghe della sua rosellina e gliela lecco bramosamente. Caterina si leva la camicetta ed io mi aggrappo alle sue tette naturali che hanno raggiunto la seconda misura per gli ormoni somministrati. Muove il culo mimando il twerking ed io muovo anche la mia testa seguendo i suoi movimenti. Lascio andare le sue tette e metto le mie mani sulle chiappe allargandole. Le ammiro per un attimo il buco e glielo lecco lentamente come fa un gatto con il latte nella ciotola. Sento suonare il mio cellulare. E’ probabilmente Mario che mi chiama ma non voglio rispondergli per interrompere quello che sto facendo e dopo un po’, smette di squillare. Caterina vuole essere scopata e mi dice di prendermi un preservativo e il lubrificante che tiene nel cassetto del comodino. Presi gli occorrenti per la scopata, indosso il profilattico e lubrifico il mio cazzo. Non me metto sul buchetto della transessuale, preferisco spennellarlo con la mia minchia e poi le sono dentro. Lei mugola di piacere ed io comincio a scoparla lentamente tenendole le mani sulle chiappe.
“Scopami”, mi dice
“Che culo accogliente”, le dico complimentandomi
“Mi fa male ma non smettere”
“Non smetto, tranquilla”, la rassicura
“Scopami forte, Giulio”, fa Caterina
L’afferro per la camicia arrotolata sopra il coccige e la uso come perno per scoparla. Sbatto talmente forte il mio pube contro il suo culo che Caterina letteralmente urla e le sue chiappe diventano rosse come se l’avessi sculacciata. Ogni tanto mi fermo ma poi riprendo a fotterla con più vigore. Lei e’ appollaiata sul materasso e mi eccita sentirla urlare e mugolare. Le do delle sculacciate e le tolgo il cazzo per rimetterlo subito dopo nel suo anfratto. Sebbene abbia scopato altre come lei e anche delle donne, mi considero comunque un gay e mi piace vedere il mio pene entrare ed uscire da un culo il cui corpo somiglia di più a quello di una donna rispetto a quello di un uomo. In fin dei conti, mi sto scopando un essere maschile nato tale o mi sbaglio? Caterina si aggrappa alla coperta del letto ed io alle sue natiche sbattendo energeticamente la mia minchia dentro e fuori il suo culetto. Mi calmo un po’ ed esco. La faccio sdraiare sul letto con le gambe penzolanti e mi inginocchio davanti a lei. Le sfilo il tanga e mi prendo in bocca il suo cazzo. Nonostante gli ormoni assunti, raggiunge ancora i 14cm di lunghezza. Lo so, non sono molti ma per una trans che vuole apparire il più femminile possibile, sono anche troppi. Glielo succhio e lei reclina la testa toccandosi le tette. Pompo quel piccolo obelisco di carne e la saliva si attacca alla cappella e la ingoio con tutto il resto dell’asta. Umetto indice e pollice e le tocco i capezzoli che, con la mia saliva fresca, si inturgidiscono ancora di più. Mi alzo togliendomi il suo pene dalla bocca e le infilo di nuovo il mio, che non si era ammosciato per niente dentro il preservativo.
“Oh si, che bello”
“Ti piace eh?”
“Sei fantastico, fottimi”, mi dice Caterina
“Sei davvero bellissima”
“E tu sei un fottuto cazzuto”
“Vediamo quanto ti piace allora”, le dico
Con le gambe allargate, riprendo a scoparmi il suo foro anale. Ora posso vederla mentre gode perché prima potevo solamente intuirlo dalle sue urla e sospiri concitati. Mi piace l’espressione tra il doloroso e l’eccitato che ha impressa sulla faccia. Man mano aumento l’intensità della scopata aggrappandomi alle sue gambe. Quando invece poggio le mani sul materasso spostando tutta la mia forza verso il bacino che sbatte contro il suo, Caterina mi tocca le braccia i cui bicipiti sono gonfi e tesi allo stesso tempo. Trombarla con potenza mi fa sentire un vero uomo. Lo so, nessuno lo mette in dubbio, ma se non la guardo in mezzo alle gambe notando il suo cazzo, lei e’ una donna perfetta e sembriamo una tradizionale coppia eterosessuale. Mi abbasso su di lei baciandola e rallentando le mie bordate come se volessi tranquillizzarla. Il tempo di farla abituare a questa mia calma, che subito mi sollevo e la trombo come prima agguantandole il cazzo. Le do una bordata forte e poi esco dal suo culo. Salgo sul letto spingendola un po’ e mi sdraio supino. Le intimo di cavalcarmi il cazzo e lei lo fa come se fosse telecomandata. Mettendomi le mani sui pettorali per evitare di cadermi addosso, Caterina saltella allegramente sul mio cazzo che e’ altrettanto allegro di entrare in lei fino all’attaccatura delle palle. Le accarezzo le tette, la schiena e le chiappe. Anche i fianchi vengono lambiti dalle mie mani e mi meraviglio come l’assunzione degli ormoni le abbiamo ridistruibito così perfettamente il grasso corporeo donandole un perfetto corpo burroso e morbido, da modella curvy.
“Oh mio Dio”, esclamo estasiato
“Che spettacolo”
“Cavalca, cavalca”, le intimo
“E tu spingi”, mi risponde Caterina
“Certo che te lo spingo. Puoi contarci, puttanone”, le dico
Dopo diverse cavalcate, sento che e’ arrivato il momento. Mi tolgo dal suo culo e lei si sdraia accanto a me. Io mi inginocchio e mi sego il cazzo davanti alla sua faccia e poi sborro direttamente nella sua bocca e il resto sul suo mento. Anche Caterina si masturba e viene tra le sue cosce e sulla coperta. Mi sdraio con la schiena contro la spalliera del letto e lei all’altezza del mio costato poggiandosi sui pettorali con la testa e muovendo le sue dita sulla mia pelle. Mi chiede di rimanere con lei per sempre. Di iniziare una relazione perché in me non ha visto solo il lato selvaggio di chi la scopa per raggiungere un suo obiettivo personale e sessuale ma anche un lato tenero che può sfociare in un rapporto stabile e magari anche duraturo. Io le parlo di Mario e del mio lavoro che non posso lasciare sebbene mi sia piaciuto fare sesso con lei e mi sia trovato benissimo. Caterina e’ evidentemente dispiaciuta ma invece di sbattermi fuori casa, mi permette di dormire con lei piuttosto che ritornare da Camilla evitando di svegliare il bambino. Il mattino dopo, mi sveglio e faccio la doccia. Prendo un caffè e riparto ritornando a casa.
“Com’e’ andato il battesimo?”, mi chiede Mario
“Benissimo, una bella cerimonia commovente”
“Incontrato qualcuno?”
“No, chi avrei dovuto incontrare?”
“Eppure ti ho chiamato ma non mi hai risposto”
“Ero sotto la doccia a casa di Camilla”, mento
“Che strano. Ho cercato il suo numero sull’elenco telefonico e l’ho chiamata”, mi dice facendomi gelare il sangue nelle vene “mi ha detto che non sei andato a dormire a casa sua. Forse hai trovato qualcun altro che ti ha ospitato?”, mi chiede
“Ok, e’ come dici tu. Al ristorante ho incontrato l’organizzatrice del battesimo”, dico a Mario che e’ furioso perché pensa che si tratti di una donna “non temere, era una trans”, gli svelo e lui fa un sospiro di sollievo “ma dato che ti ho raccontato di lei, devo anche dirti della scopata che mi sono fatto con una prostituta all’autogrill. Tranquillo, mi sono protetto”
Mario scuote nervosamente la testa e lascia andare l’argomento tanto sa che non può cambiare la mia voglia di sesso. Almeno sono stato sincero con lui nonostante all’inizio stavo per mentirgli. Si sa che le bugie hanno le gambe corte quindi e’ stato meglio avergli raccontato la verità su quanto accaduto. Finalmente il mio periodo preferito dell’anno e’ nuovamente arrivato. Siamo a Dicembre ed il Natale e’ alle porte. Per festeggiare come si deve, zio Mariano, sua moglie Cecilia e il piccolo Miguel decidono di venire in Italia. E’ il secondo Natale trascorso dalla morte del nonno ma il primo che festeggiamo dopo il periodo di lutto. Come al solito, siamo io e papà ad andare a prendere la famiglia brasiliana all'aeroporto. La zia transessuale e’ una figa pazzesca con le sue gambe chilometriche e la pelle ambrata fasciata in un tubino nero e lo zio e’ uno splendore come sempre. Indossa un maglione attillato, il giubbotto con annesso peluche al cappuccio, uno jeans e le scarpe da tennis bianche. Non appena mi vede, mi abbraccia stritolandomi con le sue braccia muscolose e mi bacia sulla bocca. Non l’aveva mai fatto neanche quando e’ tornato l’ultimo volta per i funerali di suo padre. La cosa potrebbe promettere bene, forse e’ venuto nuovamente in città sia per festeggiare il Natale con la sua famiglia e magari anche il Capodanno facendomi brindare con il saporito spumante di sua produzione…

FINE CAPITOLO 22

TO BE CONTINUED

QUESTA E’ LA STORIA DELLA MIA ADOLESCENZA, SCRITTA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI
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