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Gay & Bisex

La mia adolescenza 30 - Riallacciamento


di FRANK_1987
04.07.2019    |    8.052    |    10 8.2
"Perché non controlliamo se questo vestito ti ha fatto crescere le tette?”, afferma Ahmed per poi strapparmi con forza il costume da cameriera stracciandolo a..."
PREMESSA (DA LEGGERE E NON SALTARE): Questi racconti si collocano prima dell’inizio della saga “IL FIDANZATO DI MIA SORELLA”. Possono essere considerati dei prequel non dei sequel, quindi, se volete leggerli immedesimandovi, dovrete dimenticare tutto quello che avete letto finora o almeno cercare di posticiparlo nella vostra mente in modo da rendere queste letture più facili senza confondervi cronologicamente.

Riallacciamento

CAPITOLO 30

Anche il serbo Dimitrie ho perso di vista. Non ci stiamo vedendo più da quando, qualche tempo fa, abbiamo scopato nella sua macchina come se fossimo dei maiali. Le posizioni che mi ha fatto assumere, sebbene possibilmente praticabili anche su un materasso comodo, hanno reso quella trombata memorabile. Il suo cazzo entrava ed usciva dal mio culo con cadenza ritmata sia quando stavo a pecorina, sia quando mi sdraiava sui sedili. Toccandomi la faccia, riesco ancora a provare il dolore che percepivo quando mi ha schiacciato contro il finestrino urtando alla carrozzeria. A volte lo sogno persino di notte quel magnifico e criminale uomo. Con la sua lunga barba da hipster, le sue mani callose da padre di famiglia e le sue braccia piene di vene. Per non parlare del suo corpo tonico da quasi quarantenne che si scopa un ragazzo che non ha ancora 20anni sui sedili posteriori della sua vettura usata per portare a spasso il figlioletto appena nato. Tutto questo l’ho raccontato a Giorgio perché proprio quel giorno della scopata, io e lui dovevamo vederci e gli ho dato buca senza neanche avvisarlo. Con lui ci siamo divertiti ancora a scopare tra noi e anche con diversi cocomeri. La polpa del frutto che adoro di più ha dato piacere al mio cazzo diverse volte in questa calda estate. Credo che quella sensazione di morbidezza sia un po’ la stessa descritta nel film “American Pie” quando il protagonista si chiedeva come fosse scopare una vagina e finiva per infilarlo in una torta di mele. Io non avevo mai provato questa sensazione se non fosse per il mio trombamico. Devo ringraziarlo per avermi fatto scoprire un altro piacere che si va ad aggiungere agli altri. Certo, scoparsi un buco fatto in un’anguria non e’ come scoparsi un culo. Quel frutto non può gridare di piacere mentre tu glielo ficchi dentro ripetutamente ma potrebbe essere un’alternativa per quei periodi di astinenza forzati e indesiderati che a volte attanagliano la nostra esistenza sia omosessuale che eterosessuale. A me, fortunatamente, non sono mai capitati. Da quando avevo 15anni, il mio sederino e’ stato sempre occupato da un cazzo. Quello del mio sverginatore, i miei due compagni di scuola, lo zio di uno di loro, il padre del mio attuale fidanzato e tanti altri ragazzi e uomini maturi incontrati nel locale gay o in altri luoghi della città in cui vivo. Non mi sono fatto mancare neanche il cazzo di mio cugino acquisito, il fidanzato di mia cugina Ylenia, che nel frattempo si sono sposati e sono andati a vivere a Genova dove il ragazzo fa il militare. Adesso, però, sono da solo nella mia stanza. I miei genitori sono andati a far visita a mio fratello e sua moglie che aspettano il loro primo figlio. Sono sdraiato sul letto con le spalle leggermente sollevate poggiate contro il cuscino sistemato in verticale. Sto guardando la tv e mi viene voglia. Inizio a toccarmi il cazzo da sopra i pantaloncini e a sfiorare il mio ventre nudo. Il pene inizia ad indurirsi sbattendo contro la stoffa del mio intimo. Decido di toglierlo, fargli prendere un po’ d’aria e masturbarmi. Faccio scorrere la pelle delicatamente lungo la mia asta. Lo faccio ad occhi chiusi immaginando di segare il primo cazzo che ha preso la mia virtù. Sono talmente eccitato che a momenti raggiungo l’apice del piacere ma una telefonata mi riporta alla realtà facendomi aprire occhi così che io smetta di smanettarmi.
“Ciao, come va?”, domando a Nicola, il professore che mi ha scopato tempo addietro, dopo aver risposto alla sua telefonata
“Tutto bene, tu?”
“Alla grande”, gli rispondo
“Hai scopato con qualcuno oggi?”
“No, vuoi scoparmi tu?”
“Mmh mi piacerebbe senz’altro”
“Allora vediamoci. Il buchetto mi pulsa al solo pensiero che il tuo cazzone entri in me”, lo provoco
“Ok, vediamoci questo pomeriggio. Ho una sorpresa per te. Ah, perché non porti il costume da cameriera che quel ragazzo russo ti ha fatto indossare?”
“Che cosa hai in mente?”
“Tu portarlo, indossalo e vedrai. Per rendere più piccante l’incontro”
“Sei un diavolo tentatore. Ok, affare fatto”
“Ci vediamo più tardi”, mi saluta Nicola
Dopo pranzo, mi preparo per andare da Nicola. Mi vesto con una camicia bianca e uno jeans scuro. Con il mio pickup raggiungo casa sua, busso al campanello e lui mi apre facendomi accomodare nel salotto. Indossa una camicia nera aperta sul davanti ma chiusa in corrispondenza dell’ultimo bottone mettendo in mostra il suo petto villoso, ha un jeans chiaro e un bicchiere di vino in mano. Me ne offre uno anche se sa che non ho ancora l’età per bere ma tanto non ci vede nessuno e lo accetto.
“Perché mi hai fatto venire qua?”, gli domando
“Per divertirci”
“Allora iniziamo”, gli dico infilandogli una mano tra le gambe
“Vogliamo fare un gioco prima?”
“Quale?”, gli chiedo
“Voglio bendarti”
“Bendarmi per quale motivo? Era questa la sorpresa?”
“Solo l’inizio”, mi informa “l’hai mai fatto altre volte?”
“Assolutamente si. Con mio cugino. Mi ha bendato una volta prima di scoparmi”, gli dico mentre Nicola mi tappa gli occhi
“Ti sei fatto fottere da tuo cugino?”, mi domanda stupefatto
“Sei scioccato?”
“Scioccato no, ma adesso capisco quanto sei davvero una baldracca”, mi apostrofa facendomi sorridere “cominiciamo a giocare sei d’accordo?”, mi domanda ed io annuisco mormorando
Subito dopo, delle mani iniziano a toccarmi il petto da dietro. Vengo baciato sul collo e poi percepisco una pressione sui cuscini del divano. Qualcuno si e’ seduto vicino a me e si accinge a sbottonarmi la camicia. Io allungo la mia mano per toccare chi mi sta spogliando ma il mio arto viene spostato malevolmente. Delle mani calde mi accarezzano il torso nudo attraverso la camicia aperta e i miei capezzoli vengono stimolati con la lingua. Poi non sento niente. Per qualche secondo non avverto nessuna presenza accanto a me anche se, un indumento viene poggiato sulla mia faccia e premuto in corrispondenza del naso. Dall’odore non troppo forte indovino subito che tipo di capo sia: e’ una mutanda che mi viene strusciata sulla faccia mentre una mano mi tiene per la nuca. Quando il mio naso smette di odorare quella fragranza, la persona che mi sta tormentando sessualmente i sensi si avvicina a me mettendomi le mani sul suo sedere nudo. Lo palpo, e’ sodo e le gambe sono tornite. Azzardo a infilare la mano sotto la maglietta ma nuovamente viene allontanata con disprezzo. Vengo spogliato completamente nudo e fatto alzare.
“Hai portato il tuo costume?”, mi chiede Nicola
“E’ nella busta”
“Ok, adesso te lo farò indossare”
“Fallo fare a me. Mi piacerebbe farti vedere che mi vestirei da qualsiasi cosa per compiacerti”, gli dico con sottomissione “sai benissimo che farei di tutto per farti felice proprio come fa un bravo ed ubbidiente schiavo”, continuo per convincerlo
“No, ci penso io, tu non preoccuparti. Rilassati”
“Agli ordini, padrone”
Sento il rumore del vestito che viene tolto dalla busta. I miei piedi e le mie gambe vengono avvolte dalle autoreggenti. La persona che mi sta aiutando a travestirmi mi fa alzare le mani facendomi indossare il costume da cameriera sexy e poi mi mette la parrucca e la crestina in testa. Successivamente mi aiuta a sedermi di nuovo sul divano mentre lui si accomoda su un bracciolo e guida la mia testa contro il suo pube. Alla cieca, muovo la mano urtando contro un palo di carne e l’afferro senza farmelo ordinare e lo faccio sparire nella mia bocca. Lo succhio masturbandolo contemporaneamente, lecco la sua asta ma non sembra molto lunga come quella di Nicola, che avevo succhiato qualche tempo prima. Non ci faccio caso perché probabilmente la posizione assunta dal professore per sedersi non esalta la sua lunghezza e proseguo nel pompino. Le mani di chi riceve il mio lavoro di bocca mi toccano la testa, me la spingono contro il suo pube e poi vengo baciato appassionatamente. Mi lascio andare ma non faccio in tempo ad assaporare la sua saliva che un’altra bocca si unisce alla nostra.
“Che cazzo significa?”, chiedo trovandomi davanti un’altra persona quando mi tolgo la benda
“Questa era la sorpresa di cui ti parlavo”, mi fa Nicola
“E mi hai fatto vestire in questo modo da lui? Mi fidavo di te, ti ho raccontato ogni cosa della vita privata”, gli grido contro
“Ma anche di lui ti puoi fidare. Non dirà niente a nessuno. Perché dovrebbe? Verrebbero a scoprire anche di lui, no?”, cerca di consolarmi Nicola mentre io osservo il suo amico che mi sorride con i suoi denti avorio
“Chi mi stava toccando prima?”
“Sono stato io”, fa l’amico di Nicola con uno spiccato accento straniero “sono Ahmed, piacere di conoscerti”, continua allungandomi la mano
Io gli stringo la mano ma lui mi avvicina di nuovo a se facendomi cadere ai suoi piedi e mi conficca la sua minchia in bocca. Ahmed ha 39anni, capelli e occhi neri e’ un franco-algerino e, cosa più importante, ha 20cm di cazzo infilati dentro le mie fauci. Ahmed fotte il mio cavo orale mentre Nicola mi fa sistemare a pecorina e mi stimola il buchetto con le dita e la lingua. Lo allarga e lo lecca, me lo riempie di saliva che spinge al suo interno con le dita mentre il suo amico mi infila il suo randello nordafricano fino all’ugola. Il suo pube rasato ma dagli evidenti peli minuti e ricci sbatte contro la mia faccia tra il labbro superiore e il naso facendomene percepire l’odore che sa di bagnoschiuma mescolato ormai alla mia saliva. Nicola infila indice e medio dentro il mio retto e usa le sue dita per penetrarmi. Me lo prepara per accogliere nuovamente il suo cazzo ma non ha bisogno di farlo, sono già convinto che sapranno trattarmi da troia. Ahmed, scopandomi la bocca, mi accarezza la schiena attraverso il costume da cameriera che indosso e il mio cazzo si impenna ancora di più costringendomi a segarmi. Quando non sento più le attenzioni di Nicola verso il mio ano, capisco che e’ arrivato il momento che attendevo da quando ci siamo sentiti per telefono. L’algerino smette di farmi succhiare il suo pene, mi alza il gonnellino, sputa copiosamente sul mio buchetto e poi Nicola me lo infila delicatamente.
“Ah, com’e’ caldo”, esclama Nicola
“E’ bollente per te”, gli rispondo
“Sei una zoccola di prima categoria”
“Allora fottimi”
“Fammi prima abituare a questo caldo”, fa Nicola “sembra di stare all’inferno. Mamma mia quanto sei infuocato”, continua
“Perché gli sei entrato piano?”, gli domanda Ahmed rimproverandolo
“Voglio solamente farlo abituare”, gli risponde Nicola
“Se fossi stato al tuo posto glielo avrei spaccato subito”
“Più di quanto lo sia già?”, gli fa notare il professore uscendo dal mio foro anale aperto facendoglielo vedere per poi rientrare
“Ascoltalo, Nicola, ascoltalo”, gli dico guardandolo ammicando “fammi sentire tutta la tua passione, porcone”, proseguo
“Con forza, con forza”, lo esorta l’algerino
“Così va meglio?”, gli chiede il suo amico aumentando l’intensità della scopata
Sembra quasi che sia Ahmed a prendere il cazzo di Nicola nel culo. Se lui vuole scoparmi piano, cosa gliene frega? Quando sarà il suo turno di scoparmi, potrà usare tutta la violenza che gli piace. A quattro zampe sopra un divano, vengo chiavato in culo da un cazzo di 23cm. Nicola mi sbatte i suoi fianchi contro i miei glutei come gli suggeriva di fare poco fa Ahmed che si posiziona davanti alla mia faccia e inizia a scoparmi la bocca. Lo fa con così tanta aggressività che non poggio le labbra sopra la sua asta ma cerco di aprirle un po’ per far entrare un po’ di aria e respirare meglio non soltanto con il naso. Con il cavo orale occupato da un cazzo di 20cm e il culo che ne ospitra altri 23, ho la testa abbassata e posso sentire il tipico rumore di quando due persone si danno il cinque. Scoparmi per loro e’ diventato un hobby ed io sono molto felice di essere il loro oggetto del desiderio. Tra le spinte di Ahmed e quelle di Nicola, rischia di cadermi la parrucca e quando me l’aggiusto, perdo la forza della mano usata per mantenermi a pecorina sprofondando con la testa sul divano tirando il cazzo di Nicola e tutto il resto del suo corpo, verso di me e altri centimetri della sua banana entrano nel mio culo. L’algerino, non potendomi scopare la bocca, si accontenta di sbattermi il suo bastone sulla guancia e poi si posiziona dietro Nicola osservando meglio come lui mi stia scopando.
“Voglio scoparlo io”, fa Ahmed
“Aspetta il tuo turno”, lo rimprovera Nicola
“Ma non resisto più”
“Non ho ancora finito di godere e farla godere”
“Ci penserò io”
“Non ancora”, fa il professore facendo accigliare il suo amico
“Dai, Nicola…aaahhh…voglio il suo…ooohhh…cazzo. Voglio assaggiarlo…uuuhhh…un bel membro colorato”
“Hai sentito? La puttanella mi reclama”
“Va bene, va bene. Scopatela pure questa puttana”, fa Nicola uscendo dal mio culo anche se prima me lo sculaccia sonoramente
“Ora ci divertiremo, va bene?”
“Va bene”
“Come vuoi essere scopato?”
“Fai tu”, gli rispondo dandogli carta bianca
Ahmed mi aiuta ad alzarmi dal divano, mi porta alle sue spalle e poi mi fa cadere con la schiena sui cuscini in modo da rimanere con il culo sopra lo schienale e le gambe in aria. Immediatamente mi infila il suo cazzo mulatto. Spinge inesorabile tutta la sua virilità nella mia passività più assoluta con uno ghigno maleficio stampato sulla faccia. Quel ghigno e’ capace di eccitarmi e terrorizzarmi allo stesso tempo. Intanto Nicola e’ in piedi con un ginocchio piegato sul divano e gli faccio cenno di avvicinarsi a me mentre mi masturbo. Pensa che gli voglia succhiare il cazzo ma poi lo prendo per l’avambraccio destro e lo faccio cadere sulla mia testa con l’ascella destra posizionata sul mio volto. Era questo quello che volevo. Ritornare ad assaporare gli odori più intimi di lui. Odori che sono diversi da quelli di un cazzo o un culo leccato perché quello di un piede o un’ascella sono fragranze che i più snob pensano siano da attribuire alla categoria fetish. Io non credo che debbano essersi categorie ed etichette varie. Ognuno e’ libero di fare quello che gli piace e rifiutare quello che gli fa schifo ma ricordiamoci che a molti, leccare un culo, fa ribrezzo quindi se attribuiamo la parola feticismo anche alla leccata di un buco di culo, dobbiamo rivedere i nostri standard. Mentre lecco l’ascella sudata di Nicola, Ahmed mi trapana l’ano che e’ ben allargato anche, ma non solo, per la posizione in cui mi ha collocato.
“Allora a questa troietta piacciono le cose zozze?”, domanda Ahmed
“Non lo credevo quando l’ho incontrato la prima volta”, gli risponde Nicola che ora si sta facendo leccare da me anche l’altra ascella “ma subito mi ha spiazzato con la sua audacia”
“Sono rimasto spiazzato anche io”, gli rivelo leccando i peli dell’ascella del professore
“Non ci credo”, dice Ahmed
“E invece devi farlo. Non avevo mai fatto nulla del genere prima di allora e mi e’ piaciuto tantissimo che ho voluto rifarlo”
“E brava troietta. Sei davvero una maialina. Una maialina vestita da donna. Perché non controlliamo se questo vestito ti ha fatto crescere le tette?”, afferma Ahmed per poi strapparmi con forza il costume da cameriera stracciandolo a metà
“Noooo”, grido sconvolto dopo avermi distrutto il ricordo di Vladik “sei un bastardo”
“E che sarà mai. Te ne comprerò un altro”
“Niente può sostituire quello che provavo per quel vestito e per chi me l’ha fatto indossare la prima volta. Sei uno stronzo”, gli urlo contro
In risposta alla mia alterazione che non gli e’ piaciuta affatto, Ahmed mi prende per l’inguine e sbatte violentemente il suo cazzo dentro il mio ano facendomi un male cane. Ho le lacrime agli occhi e Nicola se ne accorge quindi viene preso da un attimo di pietà e fa si che il suo amico esca dal mio culo. Mi prende da sotto le braccia sollevandomi e, baciandomi delicatamente, mi porta davanti al divano dove lui si accomoda dopo avermi fatto girare. Capisco quello che vuole fare e così mi siedo su di lui impalandomi con il suo cazzo. Sebbene ce l’abbia più lungo di Ahmed, lo usa con violenza mentre il suo amico lo usava con rabbia. Mentre mi scopa, mi bacia teneramente toccandomi la schiena e sono così tanto preso dal bacio che, chiudendo gli occhi, non vedo che fine abbia fatto l’algerino e neanche mi interessa così tanto. Quando sollevo le palpebre smettendo di baciare Nicola, lo vedo fare un gesto negativo ad Ahmed. Il nordafricano voleva entrarmi nel culo mentre c’era ancora l’amico che glielo vieta perché sa quanto mi avrebbe fatto male averne due simultaneamente uniti alla rabbia distruttiva dell’africano. Lui, quindi, sale sul divano e per dispetto, mi prende per il capelli tirandomi la testa all’indietro e mi sborra copiosamente in faccia. Con le sue dita mi ficca il suo sperma in bocca con spregio e arroganza. Io inizio a masturbarmi e vengo sull’addome di Nicola il quale, a sua volta, si alza dal divano togliendomi il cazzo dal culo ed eiacula nel bicchiere mezzo pieno di vino facendomelo bere.
“Scusa se ti abbiamo rotto il costume”, fa Nicola
“Non sei stato tu. Tu non l’avresti mai fatto”, gli rispondo guardando Ahmed in malo modo
“Quante storie per un vestito di Carnevale”
“Non era un semplice vestito da Carnevale. Era un costume che ho indossato per scopare con un ragazzo. Un ragazzo rude ma più dolce di te”, gli urlo contro
“Senti perché non ti levi di torno e te ne vai a fanculo?”, mi risponde arrabbiato l’algerino mentre si pulisce il cazzo
“Ora basta, questa e’ casa mia e sono io che decido”, interviene il professore per sedare gli animi “Giulio vai a farti la doccia. Io faccio quattro chiacchiere con Ahmed”
“Ok, vado molto volentieri sperando che al mio ritorno non lo trovo più”
Ahmed non mi risponde ma si limita a imitare le mie mosse in maniera più femminile possibile. In bagno, mi specchio con addosso il costume strappato a metà e la faccia incrostata dello sperma dell’algerino. Mi faccio la doccia e poi vado via da quella casa peccaminosa. Non voglio avere più nessun contatto con quei due uomini. Con Ahmed soprattutto ma anche con Nicola che ha fatto entrare quel bastardo nella mia vita e nel mio culo senza chiedermi se mi sarebbe piaciuto e senza preoccuparsi di come mi avrebbe trattato, specialmente dopo tutto quello che gli avevo raccontato su di me. In piedi davanti al mio letto, osservo il costume da cameriera ormai malconcio e decido, a malincuore, di buttarlo nella spazzatura. Voglio conservare i ricordi che faceva riaffiorare alla mia mente guardandolo, solo nella mia testa e non in un oggetto. Non voglio che qualcun altro mi tratti come sono stato trattato ogni volta che ho indossando quel capo di abbigliamento. Non dico niente a Giorgio, tengo per me questo segreto. E’ la prima volta, da quando ci siamo fidanzati, che non gli racconto chi mi ha scopato. Mi sono vergognato da morire quando gli ho parlato di Vladik e del mio travestimento e non voglio rifarlo nuovamente per dirgli come si sono sentito questa volta. La nostra relazione dura, purtroppo, soltanto fino a Settembre in concomitanza con l’inizio del nostro primo anno di università. Ci siamo iscritti a due atenei differenti e sebbene ci accomuna un grande amore, dobbiamo prendere la decisione di lasciarci. Le spese per vederci ogni settimana sono troppo eccessive e una storia a distanza, con i nostri precedenti promiscui, non può di certo continuare. La gelosia avrebbe preso immediatamente il sopravvento rovinando ogni cosa nonostante lui, in seguito, decide di fidanzarsi con Camilla per crescere insieme il loro bambino. Nel mese di Ottobre, una telefonata nel cuore della notte sconvolge la tranquillità della mia famiglia. Io, mio padre, mia madre e Claudia accorriamo all’ospedale perché Salvatore ci ha chiamati di urgenza. Mentre sua moglie Barbara era andata a fare pipì le si sono rotte le acque solamente al settimo mese di gravidanza. Mia nipote Annarita nasce prematura ma fortunatamente in ottima salute e poi lei e i suoi genitori decidono di trasferirsi in Polonia dove mio fratello andrà a lavorare nell’azienda dello zio di sua moglie. Qualche tempo dopo, il mio sverginatore e’ vittima di un incidente domestico. Si rompe una gamba e dobbiamo interrompere le nostre sedute di ginnastica sessuale. Come riconoscenza per avermi rotto il culetto facendomi conoscere il mondo del sesso gay per la prima volta, decido di non scopare con nessun altro perché lui non potrebbe usufruire delle mie grazie come invece farebbero gli altri. Dopo 6mesi da quell’incidente che ha chiuso la strada del mio buco ad altri cazzi, e’ destinata a riaprirsi di nuovo quando Claudia ci presenta il suo fidanzato, Pedro, e ci comunica di essere incinta (IL FIDANZATO DI MIA SORELLA 1). Da allora ne ho fatte di tutti i colori e se volete avere una continuità della storia vi invito a rileggere quei capitoli, mentre se c’e’ ancora qualcuno che non li ha letti, vi consiglio di affrettarvi a farlo. Dopo il racconto della mia adolescenza, tornerò a narrarvi quello che e’ accaduto subito dopo l’ultimo capitolo della saga “IL FIDANZATO DI MIA SORELLA”.

SPERO CHE QUESTI RACCONTI VI SIANO PIACIUTI E CHE VI ABBIANO ECCITATI.

PER UN PO’ DI TEMPO ME NE STARO’ BUONO, NON PUBBLICHERO’ NUOVI RACCONTI. VI ASSICURO PERO’ CHE TORNERO’ PRENDETELA COME UNA MINACCIA O UNA PROMESSA, FATE VOI

FINE

QUESTA E’ LA STORIA DELLA MIA ADOLESCENZA, SCRITTA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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