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Gay & Bisex

La mia adolescenza 1


di FRANK_1987
31.12.2018    |    33.972    |    15 9.3
"Anche lui, dopo aver finito di fare l’amore ed esserci sdraiati sul letto l’uno accanto all’altro, capisce che c’e’ qualcosa che non va in me ma non voglio..."
PREMESSA (DA LEGGERE E NON SALTARE): Un nuovo capitolo uscirà ogni lunedì. Questi racconti si collocano prima dell’inizio della saga “IL FIDANZATO DI MIA SORELLA”. Possono essere considerati dei prequel non dei sequel, quindi, se volete leggerli immedesimandovi, dovrete dimenticare tutto quello che avete letto finora o almeno cercare di posticiparlo nella vostra mente in modo da rendere queste letture più facili senza confondervi cronologicamente.

Ho voglia…

CAPITOLO 1

Eccomi qua, sono di nuovo io, Giulio. Vi sono mancato? Spero di si. Sono tornato per vostra la gioia, o per vostra la disperazione, a raccontarvi un periodo della mia vita alquanto sconosciuto ai frequentatori di questo sito e a tutti quelli che hanno letti i racconti che ho pubblicato finora. Voglio narrarvi delle mie avventure adolescenziali quelle che mi sono concesso dopo che ho perso la verginità a 15anni nella fattoria di un uomo di 57anni in un giorno quasi estivo di Dicembre (CAPITOLO 4, IL FIDANZATO DI MIA SORELLA). Da allora ho scopato con lui e con altri due miei compagni di scuola, Franco e Stefan, dopo averli sorpresi durante l’ora di educazione fisica a masturbarsi il cazzo in un’aula vuota, averli affrontati ed infine quasi costretti a farmi sbattere i loro cazzi prima in bocca e poi su per il culo fino a quando un bel giorno, con un calcio e un pugno nello stomaco, hanno deciso di interrompere questa “relazione” per fidanzarsi con delle ragazzine dalle tette flaccide (CAPITOLO 7, IL FIDANZATO DI MIA SORELLA).

Torniamo indietro nel tempo di 14anni. Ho appena smesso di scopare con i miei due compagni di scuola anche se il mio sverginatore continua imperterrito ad abusare del mio culetto ma in me cresce la voglia di avere un altro cazzo che rimpiazzi quelli dei due giovani che mi hanno lasciato “orfano”. Nella mia scuola ci sono tanti ragazzi che potrebbero sostituire quei due, sia più giovani che più grandi, ma non ho il coraggio di farmi avanti con loro. Già sono vittima di alcuni scherzi non troppo pesanti da parte dei miei compagni, non mi va di farmi prendere in giro anche per aver cercato di abbordare uno di quei studenti facendo arrivare alle orecchie dei miei genitori che sono omosessuale. Non hanno mai affrontato l’argomento e quando ne vedono qualcuno in televisione non esprimono mai il loro parere ma non posso rischiare di farmi sbattere di casa, in fondo abito in un piccolo paese del Sud Italia dove l’omosessualità e’ ancora vista con un marchio e non voglio fare l’elemosina per andare avanti. Potrei parlarne con mia sorella Claudia o con mio fratello Salvatore ma la prima e’ troppo impegnata con gli studi e il secondo e’ partito militare e questo gli avrà cambiato il suo modo di ragionare su tutta la faccenda arrivando addirittura ad odiarli, vivendo adesso, in un regime autoritario tutto maschile. Un giorno di Marzo, all’uscita della scuola, un’enorme Station Wagon parcheggia. Dall’abitacolo scende uno splendido uomo in giacca e cravatta, con i capelli e la barba leggermente brizzolati e gli occhi nascosti da delle lenti scure. Appena lo vedo, la mia rosellina inizia a pulsare, vuole scoprire chi e’ quella meraviglia ma sa per certo di non potersi avvicinare neanche minimamente a lui perché non ha nessun modo per farlo anche se invece si sbaglia. Il mio compagno di classe Giorgio si avvicina a quell’uomo salutandolo rivelandomi il suo grado di parentela con il ragazzo: e’ suo padre Giovanni. E’ tornato da un viaggio d’affari ma non lo ricordavo così, sarà perché non l’ho visto quasi mai ma per scoprire qualcosa su di lui, mi avvicino alla macchina. Saluto Giovanni con fare femmineo e lui, abbassandosi gli occhiali mostrandomi due perle celeste, mi saluta stringendomi la mano accarezzandomela lentamente. Parliamo un po’ e quell’ Adone nota subito le mie movenze non proprio maschili ma non ci fa molto caso perché evidentemente ho di fronte a me una persona con una mentalità talmente aperta che non fa caso alla mia omosessualità. Ci salutiamo, Giorgio e suo padre salgono in macchina e io me ne torno a casa a piedi abitando solo a qualche isolato dal liceo. Durante il tragitto verso casa, non faccio altro che pensare a Giovanni e a quanto possa essere bello farmi scopare da lui, leccare il suo cazzo maturo, assaggiare il suo sperma.
“Tesoro, che cos’hai?”, mi chiede mamma
“Niente, mamma”, le rispondo
“Non e’ vero”, fa papà “si vede che sei preoccupato”
“Non riesco a finire un compito e credo di prendere un’insufficienza”, dico mentendo mentre la mia infelicità cresce ancora di più non riuscendo a capire come fare per avvicinarmi a Giovanni e costringerlo a scoparmi
Forse mi sono sbagliato sul presentimento che ho avuto ma se davvero mi guarda con animo lussurioso ogni volta che ci incontriamo insieme al figlio, allora significa che posso farcela, che riuscirò sicuramente a sedurlo. Finisco il compito che dovevo fare e intanto me ne vado dal mio unico cazzo rimasto che e’ ben felice di assaggiare nuovamente le mie morbidi carne, quelle di un ragazzino ancora minorenne. Mi scopa in ogni posizione possibile per poi dissetarmi con il suo succulento nettare bianco. Anche lui, dopo aver finito di fare l’amore ed esserci sdraiati sul letto l’uno accanto all’altro, capisce che c’e’ qualcosa che non va in me ma non voglio rivelargli il vero motivo del mio comportamento, pensando che io voglia ora scaricarlo per circuire un altro rimanendo addirittura senza cazzo. Devo trovare un modo per rimanere da solo con Giovanni e intanto che me ne viene in mente uno, le giornate passano ed arriviamo ad Aprile. Un giorno di Primavera, dopo averlo rivisto ancora in compagnia del figlio, noto che nella sua macchina c’e’ un borsone, quello di Giorgio che ogni giovedì segue le sue lezioni di nuoto in piscina. Ho finalmente l’opportunità di andare a casa sua sperando di trovarvi solo il padre e non la madre. E’ ancora martedì, mi viene l’impressione di spingere io stesso i giorni a trascorrere velocemente fino a quando finalmente arriva il tanto desiderato giorno della prova del nove. E’ pomeriggio quando mi fermo davanti al portone della casa di Giovanni e suono al citofono. Alle prime due scampanellate, non apre nessuno, sono un po’ deluso e penso di andarmene ma invece la porta si apre e mi appare davanti lui.
“Ciao, Giorgio e’ in casa?”, gli domando
“No, Giulio, e’ andato agli allenamenti di nuoto”, mi risponde
“Oh si, e’ vero, me ne ero dimenticato”, mento spudoratamente “pensavo di riuscire a finire insieme a lui il compito per domani”, continuo
“Se vuoi passare più tardi…”, mi dice Giovanni
“Ok”, rispondo fingendo di andare via “non e’ che potrei bere qualcosa di fresco?”, gli domando fermandomi “sono venuto a piedi e sono un po’ accaldato”, gli spiego
Giovanni si sposta facendomi segno di entrare. Molte volte sono stato in quella casa ma mai in sua compagnia. Entriamo in cucina e apre il frigorifero prendendomi un’aranciata nel ripiano più basso chinandosi facendo gonfiare il suo pantalone classico mostrandomi un sedere molto pronunciato, ma non suscita niente in me solo il desiderio di accarezzarlo mentre lui e’ sdraiato addosso a me con il suo cazzo ficcato dentro il mio culo. Ci sediamo sul divano e parliamo un po’ del mio rendimento scolastico. E’ un po’ sbalordito della mia bravura mentre il figlio arriva a prendere a malapena la sufficienza paragonandomi ad una ragazza laboriosa che si impegna nello studio cosa che invece non fa il figlio, un vero uomo. (LO SO, I SOLITI CLICHE’) Gli dico che ho promesso alla nonna di diplomarmi e che voglio diventare un avvocato e mentre gli dico queste cose, riesco a notare che guarda in corrispondenza dei cuscini del divano per cercare di scrutare la forma del mio sedere quindi io accavallo le gambe chinandomi verso destra migliorando così la visuale. Giovanni e’ visibilmente eccitato e devo fare presto prima che ritornino la moglie e il figlio quindi lo prendo per la cravatta e gli stampo un bacio in bocca. Sulle prime e’ un po’ spaesato ma poi ricambia il mio bacio agguantandomi per i fianchi mentre io gli levo la giacca e gli tasto gli addominali da sopra la camicia. Continuando a baciarci, gli sbottono la camicia notando un evidente tatuaggio tribale all’altezza del pettorale sinistro ed infilo le mie mani dentro al suo indumento tastando il corpo di un 47enne dagli evidenti primi peli bianchi sul torso.
“Sei davvero uno sfrontato”, mi dice
“Quando voglio qualcosa l’ottengo sempre”
“Ah, davvero?”, mi domanda tra l’incredulo e l’ironico
“Assolutamente si”
“E cosa vuoi?”, mi chiede
Io allungo la mano verso la sua patta ma lui me la sposta impedendomi di toccarla, allora ci riprovo ma lui per la seconda volta mi allontana la mano e mi da un sonoro schiaffo lasciandomi senza parole. E’ la prima volta che qualcuno mi schiaffeggia durante i preliminari di un accoppiamento e la cosa mi eccita così provo per la terza volta a mettere le mani sul suo cazzo e ci riesco. Voleva provare fin dove mi sarei spinto e quindi inizio a massaggiare il cazzo da sopra il pantalone per tutta la sua interezza.
“Scarta il tuo regalo”
“Non siamo a Natale”, gli ricordo
“Ma tra poco e’ Pasqua”, mi dice “vediamo cosa ti ha portato il Coniglietto Pasquale”, continua Giovanni usando la sua mano per muovere la mano lungo il bozzo dei suoi pantaloni
“Mmh, che cosa sarà?”, mi chiedo ammiccando umoristicamente “forse un bastone da usare per bacchettarmi?”, gli dico
“Per bacchettarti il culetto, troietta che non sei altro”, mi risponde
Mi chino sopra la sua patta, apro la zip, sposto il boxer e libero il suo cazzo. Un manganello di 23cm svetta fuori dalla lampo con le palle ancora imprigionate all’interno. Mi abbasso su di lui e inizio a sbocchinarlo e mentre lo faccio, noto che Giovanni si toglie la cravatta e la camicia mostrandomi il resto del tatuaggio che termina lungo il destro sinistro. Lecco e succhio quell’obelisco di carne umana e lui mi tiene la testa dandomi il ritmo. Sapevo che sarei riuscito nell’intento di sedurlo e ce l’ho fatta. Giovanni si sposta un po’ in avanti facendomi interrompere il pompino per togliersi completamente i pantaloni ed e’ allora che io me lo rimetto in bocca leccandogli anche le palle che, grazie a me, si stanno riempiendo del loro succo. Alzandosi prepotentemente, mi leva ancora il cazzo dalla bocca, mi prende per il braccio destro facendomi sollevare e mentre me lo stringe con le sue forti mani, mi accompagna nel corridoio ed io osservo il suo pene eretto andare verso destra e verso sinistra durante la camminata. Raggiungiamo una stanza, entriamo e mi getta con forza su un materasso. E’ la sua stanza da letto ed io sono stato gettato su un talamo che ha usato solo ed esclusivamente con la sua mogliettina adorata. Mi levo frettolosamente il maglione, i pantaloni e i boxer mostrandogli la mia dotazione di 19cm e poi mi corico completamente sul letto. Giovanni ci sala sopra e si gira formando un 69 ma mentre io gli succhio il cazzo e gli lecco le palle, lui si dedica solamente al mio culetto leccandomelo o infilandoci delle dita lasciando che il mio cazzo eccitato sbatta contro il suo collo.
“Posso scoparti?”, mi domanda smettendo di leccarmi il culo
“E me lo chiedi? Devi farlo”, gli rispondo imperativo
Giovanni si alza e, posizionandoci con le ginocchia sopra il letto, ci baciamo come due ragazzini mentre ci massaggiamo reciprocamente
“Sei bellissimo, più di mio figlio”
“Che cosa?”, gli chiedo un po’ scandalizzato “come fai a sapere com’e’ tuo figlio?”
“Sono suo padre, devo sapere queste cose di mio figlio”, risponde anche se non me la da a bere
“Mi vuoi scopare o vuoi continuare a parlare?”
“Voglio scoparti”
“In che posizione?”
“Allora missionaria”, mi risponde “ti piace?”
Non gli rispondo con la bocca ma con il corpo. Mi stendo sul letto allargando le gambe mostrandogli ancora meglio il mio buchetto. Il desiderio di toccargli il culo mentre lui e’ sdraiato su di me con il suo cazzone infilato dentro al mio ano si sta arrivando così lui si mette davanti a me, sputa sul suo cazzo e sul mio buco ed avvicina il randello centrando la mia rosellina.
“Ah finalmente”, esclama Giovanni entrando in me
“Scopami”, lo incito
“Certo che ti scopo, sudicia troia”
“Sono stato cattivo seducendoti, fammela pagare”
“Chiudi quella lurida bocca da puttana”
Tenendomi le gambe allargate con le sue mani in corrispondenza del mio inguine, Giovanni inizia a scoparmi mentre io mi masturbo il cazzo. I suoi colpi sono frenetici ma ben assestati come se volesse davvero punirmi per averlo sedotto, per averlo quasi costretto a fare sesso con un ragazzo per di più ancora minorenne praticando una cosa illegale. Ma io sono del parere che se una persona minorenne non viene circuita ma e’ d’accordo su quello che succederà, non e’ violenza ma solo amore, passione e desiderio. I tre stessi aggettivi che Giovanni sta usando per scoparmi il buco del culo sul letto dove dorme e scopa con la moglie. I suoi 23cm di carne matura entrano ed escono in me e da me mentre io smetto di segarmi il cazzo, mi metto le mani dietro la testa godendomi la scopata e lui o mi schiaffeggia leggermente oppure mi mette la sua mano destra in bocca facendomela spalancare ancora di più mostrandogli tutto il mio godimento emettendo gridolini da femmina in calore.
“Ti piace il mio cazzo?”
“Mi fa…aaahhh…impazzire. Chiavami”
“Sei un maiale”
“Sono la tua puttana…ooohhh…usami”
“Ti spacco tutta”, mi fa Giovanni
Mi piace essere massaggiato da delle mani forti mentre vengo scopato ma Giovanni estrae la sua nerchia dal mio culo, mi solleva leggermente le gambe facendomele tenere da sotto le ginocchia e mi lecca il culo con così tanta saliva che cola anche sul materasso. Con la lingua stimola il mio buchetto e ci infila alcune dita ma poi mi fa alzare, posizionare a pecorina e mi scopa nuovamente. Per sentire meglio il suo cazzo e spalancare anche di più le mie mucose anali, mi sdraio con il torso e la testa sul letto aprendomi le chiappe con le mani rimanendo sempre con il culo all’aria in balia di un uomo quasi cinquant’anni che ne sta approfittando. Giovanni mi tocca la schiena, mi solleva verso di lui e mi bacia facendomi piegare la testa verso destra. Mi prende per il mento e mi infila la lingua in bocca baciandomi e insalivandomi tutte le labbra mentre impassibile stupra il mio povero ano minorenne.
“Scopami Giovanni”, lo incoraggio
“Te lo faccio uscire dalla bocca”
“Si, continua…uuuhhh…sei bravissimo”
“Che frocetto che sei”
“Voglio essere il tuo…aaahhh…il tuo frocio da…ooohhh…riempire sempre”
Mi piace incitare le persone che mi scopano ma nonostante io abbia fatto sesso con tre persone prima di lui, ho potuto constatare che negli uomini maturi l’incitamento e’ ben gradito, gli piace, li stuzzica mentre nei giovani no perché vogliono avere solamente un buco dove scaricare le loro palle e una bocca chiusa, che non proferisca parole oltre ai soliti gemiti di passione. A questo punto non so su quale carne buttarmi, quella giovane o quella matura, ma fino a quando ho un cazzo di qualsiasi età che mi soddisfa, perché devo stare a guardare il pelo nell’uovo? Giovanni mi scopa sempre a pecorina arpionato ai miei fianchi ed io mi guardo riflesso allo specchio dell’armadio della sua stanza vedendo l’immagine di un ragazzino che ha alle sue spalle un uomo dalla carnagione più scura e con delle evidenti macchie del tempo, che può essere suo padre e che lo sto scopando ansimando e grugnendo come un maiale.
“Hai un buco morbidissimo”, si congratula con me Giovanni
“Usalo”
“Porcone, ora ti faccio vedere io”, mi risponde smettendo di scoparmi
“Cosa mi vuoi fare?”, gli domando infilandomi un dito in bocca mordicchiandolo leggermente
“Ti rivolto come un calzino”
“Non ci credo”, lo stuzzico
“Ci faccio vedere io, zoccola”
Si sfila dal mio culo, mi afferra per il petto e si sdraia sul letto con me sopra di lui facendomi piegare leggermente verso sinistra. Lo abbraccio per il collo baciandolo con ardente passione ma poi lui si prende il cazzo e me lo infila nel culo tenendomi per le gambe da sotto il ginocchio iniziando a scoparmi un'altra volta. Anche io agevolo la scopata muovendo il mio culetto contro il suo pube, mentre con una mano gli tocco le palle e il mezzo cazzo che non e’ entrato del tutto in me e con l’altra mi masturbo. Cavalco il cazzo di un uomo più grande di me, quello del padre del mio migliore amico, e così posiziono all’indietro le mie mani sul suo torace e continuo la cavalcata selvaggia facendomi penetrare e facendo sobbalzare su e giù il mio cazzone che per quanto sia eretto e sta sussultando, temo che prima o poi si spezzi. In questo modo sono io che comando la chiavata perché Giovanni e ‘ un po’ schiacciato dal mio peso e non riesce benissimo a imporre la sua autorità di attivo o forse lo sta facendo permettendomi da solo di godere del suo batacchio.
“Che bello, che bello…aaahhh…scopami più forte”
“Ti piace il cazzo eh?”
“Mi piace tantissimo…aaahhh…siiii”
“Sei una troia”
“La tua”
“E di chi altri?”
“Di tutti, di tutti…ooohhh…di tutti voi”, gli rispondo
Giovanni riprende il controllo della scopata quando io mi adagio sul suo petto masturbandomi allora lui infila e sfila il suo cazzo da dentro la mia rosellina così freneticamente come se stesse usando un martello pneumatico portandomi a gridare di piacere come un pazzo incurante se intanto in casa sia entrato qualcuno o se qualche suo vicino possa averci sentito. In fondo e’ così bello scopare con lui che non me ne frega niente. Non mi frega neanche se ci sorprendono sua moglie o suo figlio almeno così potremo scopare alla luce del sole invece di iniziare sicuramente l’ennesima relazione proibita come se fosse una vergogna farci vedere insieme, trovando solo il tempo di qualche fugace scopata quando i componenti della sua famiglia sono impegnati nelle loro attività. Sono sul punto di non ritorno, vorrei sborrare ma quando Giovanni smette di martellarmi il culo, io mi alzo, mi inginocchio tra le sue gambe e gli lecco il cazzo che sa dei miei umori e della sua saliva usata per lubrificarmi. Lo guardo mentre me lo ficco in bocca e lui con la mano destra mi accarezza o mi scompiglia i capelli quasi come se volesse scusarsi per come mi sta maltrattando.
“Sei un angelo, Giù”, mi dice
“Non lo so”, gli dico infilandomi in bocca il suo cazzo
“Per me si”
“Preferisco essere…mmpphh…un diavoletto. Gli angeli sono noiosi…mmpphh…i diavoli ne conoscono di cose…”
“Allora ti preferisco diavolo”
“Ora ti faccio vedere quante cose conosce questo belzebù”, gli dico smettendo di succhiarlo
Si alza, mi posiziono sul suo cazzo impugnandolo e me lo infilo sedendomici sopra ma questa volta con la faccia rivolto verso Giovanni. Lo cavalco come fa un fantino che deve arrivare per primo al traguardo finale, lui vorrebbe prendermi per le chiappe controllando la scopata ma io gli tengo ferme le mani sul letto infilandomi meglio il suo bastone schiacciandogli le palle contro il mio culo. Giovanni mi rivolge ogni epiteto rimproverante ed eccitante e ben presto lo porto alla sborrata, uno zampillo si riversa nel mio culo facendomi prendere in mano il mio cazzo sparando la mia crema lungo il suo torace fino al collo. Giovanni si spalma la mia sborra per tutto il suo petto, poi toglie il pene dal mio buchetto e lo sbatte a destra e a sinistra marchiando le mie chiappette con la sua sborra come fanno i gatti con il loro territorio proteggendolo dalle invasioni degli altri gatti. Poco dopo, dal mio buco fuoriesce il suo nettare emettendo un rumore simile ad un peto facendoci scoppiare in una risata liberatoria e mi sdraio vicino a lui che mi abbraccia con le sue forti e robuste braccia muscolose e sudaticce.
“Mi e’ piaciuto tantissimo”, gli dico
“Anche a me. Tu sei stato il primo ragazzo che mi sono scopato”
“L’ho immaginato. Di solito chi scopa con gli altri sa come comportarsi ma tu a momenti eri frenetico, si vedeva che era la tua prima volta ma mi e’ piaciuta lo stesso”
“Ce ne sarà una seconda?”
“Una seconda, una terza, una quarta…”
“Che vacca che sei”
Io e Giovanni continuiamo a ridere e a baciarsi. Fortunatamente la moglie aveva fatto tardi ed il figlio Giorgio gli aveva mandato un sms dicendogli che non sarebbe tornato a casa perché avrebbe mangiato da un suo amico della piscina. Giovanni mi confessa che durante uno dei suoi viaggi ha iniziato ad avere delle strane pulsioni verso le persone del suo stesso sesso, in particolar modo per i ragazzi efebici come me, e queste pulsioni si sono accentuate vedendomi quel giorno a scuola in compagnia del figlio e finalmente le ha potute concretizzare. Inutile dirvi che io e Giovanni iniziamo una relazione un po’ complicata ma piacevolissima avendo io ora a disposizione due cazzi da soddisfare cercando di tenere nascosta la relazione con il mio sverginatore a Giovanni e viceversa, per evitare degli scontri, anche se mi sarebbe piaciuto farmi sbattere da tutti e due contemporaneamente. Dopo un po’ di tempo, noto che in Giorgio e’ cambiato qualcosa. Non mi rivolge più la parola, cerca di evitarmi ad ogni costo ed io, essendo un superbo per natura, lascio correre per non dargli troppa corda soprattutto sapendo di non aver fatto, apparentemente, qualcosa di sbagliato. Ma un giorno, durante l’ora della ricreazione, lo affronto domandandogli come mai non mi parli più. Giorgio mi dice che sa tutto su di me e di suo padre. Rimango allibato, sono senza parole ed evitando di mentire essendo ormai stato scoperto, confermo le sue insinuazioni e gli domando come abbia fatto a scoprirlo. Mi racconta che un giorno il padre e’ andato nella sua stanza e l’ha costretto a praticargli un pompino confessandogli che la mia bocca era migliore della sua e che lo usa ogni qualvolta che noi due non ci vediamo per scopare. Lo stronzo pervertito ci ha fatti scoprire ma non me ne pento. Il peccatore e’ lui, non io, e fino a quando il figlio non trova il coraggio di denunciarlo, io me lo spupazzo per bene arrivando a costringermi a chiamarlo “papà” mentre mi scopa e lui vuole chiamarmi “figlio”. Purtroppo il rapporto con Giorgio non si aggiusta, ma non ne faccio un dramma, continuo a scopare con due cazzi maturi e ne sono fiero perché in fondo io sono questo, una macchina del sesso pronta ad essere utilizzata per soddisfare ogni recondito desiderio. L’anno scolastico e’ quasi giunto al termine, sta per arrivare Giugno e poco dopo le vacanze estive, ricevo la visita di un giovane stallone che soggiornerà proprio dentro le mura di casa mia…

FINE CAPITOLO 1

TO BE CONTINUED

QUESTA E’ LA STORIA DELLA MIA ADOLESCENZA, SCRITTA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI.
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