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Gay & Bisex

Il fidanzato di mia sorella 16 - Vacanza Brasiliana 3


di FRANK_1987
20.07.2018    |    7.960    |    4 9.9
"I nostri corpi stanno iniziando a sudare, la sua fronte gronda di goccioline salate e tra i peli del mio petto incominciano a formarsi delle perle di acqua..."
Finalmente Fernando

CAPITOLO 16

Contatto Fernando che e’ mattina. Lui si ricorda di me, del mio sorriso e ci diamo appuntamento in spiaggia allo stesso posto per il pomeriggio. Per il resto della mattina, io e Kai andiamo a visitare il Pan di Zucchero e a fare climbing, su per delle montagne di roccia finte. Dopo l’escursione, decidiamo di fare visita allo zio nella sua palestra. Ad accoglierci ci sono i miei scopatori della sera precedente, Julian e Ryan, che adesso fanno il filo al povero Kai mentre mi dicono che lo zio e’ impegnato nel suo ufficio ma che non vuole essere disturbato. Ignorando le direttive dei due dicendo loro che di sicuro da me si farà disturbare eccome, mi incammino verso il suo studio e aprendo all’improvviso la porta lo trovo nudo insieme ad una ragazza bionda dalle tette piccole intento a scoparsela aggrappato con la mano sinistra alla coda di cavallo della fortunata e con la mano destra le tiene sollevata una gamba mostrando al pubblico il suo enorme cazzo che fa dentro e fuori nella vagina della ragazza.
“Che cazzo vuoi?”, mi fa senza scomporsi continuando a scopare la ragazza che geme
“Niente, volevo soltanto sapere se vuoi venire a mangiare qualcosa con noi”
“Dopo, prima devo far bere qualcosa a questa puttana. Veux-tu boire mon lait, chienne?”, domanda alla ragazzina in un fluente francese
“Oui, oui”, dice lei mentre con una mano si aggrappa ad un mobile e con l’altra si trastulla la patata sventrata dai centimetri dello zio
“Ok, ci vediamo dopo”
Chiudo la porta ed esco. Mi avvicino a Kai intento a tastare i muscoli dei due fratelli afroamericani che non appena mi vedono, notano una smorfia di disgusto impressa sulla mia faccia. Domandandomi che cosa abbia, gli racconto di aver visto lo zio mentre si stava trombando una ragazzina e la vista della sua patata mi ha schifato, anche se in passato non e’ stato così. I due si meravigliano del fatto che una checca sfranta come me possa aver fatto sesso anche con le donne e quando gli racconto la mia storia, posso notare che hanno le lacrime agli occhi e tutti e due mi abbracciano per consolarmi. Il pranzo lo consumiamo in un elegante ristorante di Rio insieme anche a Cecilia, ovviamente.
“Sai, ho chiamato Fernando”, dico allo zio
“Chi e’ Fernando?”, mi domanda mangiando
“Il ragazzo che ho conosciuto in spiaggia, te lo ricordi?”
“Oh si, certo. Hai fatto bene a chiamarlo, bravo”, noto sul suo volto una smorfia, un ghigno strano
Nel primo pomeriggio, dopo essermi preparato per incontrare Fernando, decido di stare un po’ con il mio fidanzato. Mi sento in colpa, sto per avere il quarto cazzo di un altro uomo all’infuori del suo da quando ci siamo rimessi insieme mentre lui e’ stato soltanto con lo zio, anche se il suo cazzo vale per due. Me lo coccolo un po’, ci spingiamo verso il petting e poi mi faccio inculare in terrazza. Per fortuna lo zio, dopo averla comprata, ha pensato bene di farla rivestire con dei pannelli in vetro che distorcono la luce se hai intenzione di spiare all’interno, altrimenti ci avrebbero fatti arrestare per atti osceni in luogo pubblico, e che atti. Kai mi schizza il suo sperma in bocca, sono sudato ma non ho voglia di fare la doccia così prende una pompa da giardino e ci rinfreschiamo. Mi cambio d’abito e scendo in spiaggia ad aspettare Fernando. Dopo mezz’oretta lo vedo arrivare, bello come il sole, con la sua pelle ambrata piena di tatuaggi, il pezzetto, a torso nudo e con addosso soltanto un pantaloncino di jeans e le infradito.
“Ciao”, mi fa in un italiano dall’accento portoghese lasciandomi di stucco
“Tu parli italiano?”
“Poco, poco. Ho conosciuto diverse persone dell’Italia”
“Ah, mi fa piacere”
“Perché mi hai chiamato?”
“Ecco vedi...io...veramente...”, nonostante sia ormai un disinibito totale, non mi escono le parole davanti a cotanta bellezza
“Vuoi scopare?”, mi domanda lui
“Si”, gli faccio togliendomi dall’’imbarazzo
“Hai portato i soldi?”
“Soldi? Quali soldi?”, gli domando stupefatto
“Quelli del pagamento. Non crederai che mi incontro con qualcuno per fare sesso e non mi faccio pagare? Non sono mica scemo. Non regalo il mio cazzo, io”
“Scusa, credo di aver sbagliato”, gli faccio alzandomi dallo sgabello
“Ma dove vai? Aspetta”
“Non ho soldi con me, quindi non possiamo fare sesso. Io credevo che ci saremmo incontrati per scopare come fanno due persone normali, ma non credevo di trovarmi davanti un escort frocio”
“Non sono frocio, vado anche con le donne”
“Fa differenza se ti fai pagare?”, gli domando
“Vieni qua”, mi fa Fernando e io con riluttanza mi siedo di nuovo
Mi racconta di non aver avuto una vita facile in favelas e quando ha conosciuto una donna russa più grande di lui che l’ha iniziato al sesso, l’ha introdotto anche nel mondo gay e da allora quando deve fare sesso, si fa pagare ecco perché possiede la Porche e può permettersi di soggiornare nei più grandi hotel della città.
“Io non ho soldi con me quindi non possiamo fare niente se la tua filosofia di vita e’ farti pagare”
Fernando ci pensa su e poi spara
“Ok, per questa volta passi. Sento che sta nascendo un sentimento di amicizia tra noi due e voglio farti un regalo” mi brillando gli occhi per la sua affermazione “ma se mi vuoi incontrare la prossima volta, devi portare i soldi”
“La prossima volta ti porterò anche i soldi che non ti ho dato adesso”
Ci alziamo ed entriamo nella sua bellissima Porche. Mi piace sentire il vento tra i capelli e vedere tutte quelle ragazze che passano in bikini per le strade mi fa salire un senso di superbia perché al posto loro ci sono io adesso. Loro magari hanno già usufruito del manganello di Fernando ma adesso tocca a me. Ci dirigiamo verso la zona sud di Rio de Janeiro, abbiamo già passato i grattacieli e la spiaggia di Ipanema e ci inoltriamo in dei vicoli tortuosi. Non e’ un bello scenario e gli domando dove mi stia portando rispondendomi che vuole farmi conoscere la favelas di Vidigal, il luogo dove e’ nato e cresciuto e che non pagando, non potevo di certo usufruire di tutti i confort degli alberghi. In mezzo alle strade ci sono dei bambini che giocano a pallone e persone adulte affaticate dalla giornata lavorativa o anche semplicemente dalla vita stessa. Quando ci fermiamo davanti ad una baraccopoli, alcuni bambini ci vengono incontro. Non fanno caso a me, probabilmente non sono l’unico ragazzo che hanno mai visto in compagnia di Fernando. Osannano il mio futuro nuovo scopatore come un eroe, e’ evidente che lui, nonostante faccia soldi prostituendosi con chiunque a destra e a manca, manda avanti le loro povere vite. Mi invita a casa sua che non sembra affatto fatiscente. Sembra la casa di una famiglia borghese italiana, meno male perché non ho nessuna intenzione di prendere delle malattie soltanto sedendomi ad una sedia. Fernando mi prende per il collo e mi bacia con passione, io metto subito le mani sul suo corpo ambrato privo dei suoi vestiti. Lui mi bacia con passione, ha una lingua eccezionale e la usa non soltanto nella mia bocca ma anche sul mio mento e all’altezza del naso lasciando sulla mia faccia una bava di saliva. Il bel brasiliano mi leva la maglietta mentre continuiamo a baciarci, poi mi sbottona il pantalone e me lo cala giù insieme ai miei boxer così il mio cazzo già in erezione può prendere aria. Fernando inizia a baciarmi il torso fino a scendere verso l’ombelico e quando si abbassa, mi prende il cazzo in bocca. E’ un esperto nel bocchino, chissà quanti ne avrà già fatti ma non e’ focoso anzi, me lo succhia lentamente massaggiandomelo con la lingua per tutto il tempo in cui se lo tiene ancora in bocca afferrandolo per la radice mentre io gli tengo una mano sulla nuca. Poi se lo sfila dalla bocca, si solleva e mentre ci baciamo, ci togliamo del tutto i vestiti. Fernando si sdraia su un divanetto mentre io mi siedo sulla sua faccia e lui inizia a leccarmi la rosellina e il cazzo alternandoli allora io mi abbasso e mi prendo in bocca il suo cazzo di 25cm. Finalmente ho in bocca il cazzo di un brasiliano, di un uomo locale, cosa che sognavo da quando ero in aereo e stavo raggiungendo la città. Ci succhiamo i cazzi in un 69 favoloso, una delle poche posizione che ho provato raramente nella mia vita, e Fernando ogni tanto mi allarga le chiappe per ficcarmi la lingua tra le pieghe del mio buco del culo umettandolo con dei piccoli sputi. Poi mi da un colpetto su una chiappa e mi fa alzare.
“Prendi un preservativo”, mi dice indicando un marsupio dal quale ne estraggo uno e glielo porgo “no, devi indossarlo tu. Scopami”
Porca miseria. Sono venuto in Brasile per farmi fare il culo da un brasiliano dalla pelle ambrata invece mi capita di conoscere un marchettaro che dice di non essere frocio ma che poi si fa fare il culo da un cliente. Quando però solleva le gambe mostrandomi il suo buchetto già slabbrato, il mio cazzo inizia a tirarmi, allora tolgo il preservativo dalla carta, me lo srotolo sul cazzo, gli do una bella sputata sul buco e lo penetro.
“Ah que prazer”, esclama Fernando mentre io lo tengo per le caviglie delle sue gambe sollevate e gli conficco nel culo il mio giovane cazzo “beijo”, mi dice e dopo settimane di corso intensivo di lingua locale, capisco cosa vuole, mi protraggo verso di lui e lo bacio
Limoniamo mentre lo sto scopando.
“Ti piace il mio cazzo?”, gli domando
“Si, e’ bellissimo...aaahhh...fantastico”
“Te lo ficco tutto dentro il culo”, gli dico sollevandogli la gamba e tenendola per l’interno del ginocchio facendogli poggiare il piede sinistro sulla mia spalla destra mentre continuo a scoparlo
L’altra gamba di Fernando fluttua da sola nell’aria mentre con una mano si masturba il suo grosso cazzo e l’altra mano se la porta dietro la testa cercando di aggrapparsi al divano intanto che viene squassato dai colpi del mio cazzo ventenne. Il sudamericano riesce a muoversi sfilandosi il mio cazzo dal suo culo e, poggiandosi contro lo schienale del divanetto, mi invita a scoparlo a pecorina. Mi avvicino al suo culo, gli lecco la rosellina e glielo rimetto di nuovo dentro. Mi abbasso su di lui facendo aderire il mio ventre pelosetto contro la sua schiena glabra mentre gliela bacio e lui continua a masturbarsi, poi lo afferro per i fianchi e lo scopo con tutta la violenza che ho in corpo. Una violenza che mi prende quando sono io a scopare.
“Ahi, si, scopami cucciolo. Scopami più forte”, ripete Fernando
“Ti piace il cazzo italiano?”, gli domando scopandolo
“Eu gosto disso, eu gosto disso”, ripete in portoghese
Tenendolo per i fianchi, scopo Fernando che si masturba il cazzo producendo talmente tanto pre-sperma che forma il classico filo che finisce sul divano. Con una mia spinta più forte, lo faccio cadere con la testa su un cuscino così io lo sollevo e facendo ancora aderire il mio corpo alla sua schiena, gli giro la testa di 45gradi e lo bacio con la lingua mentre lo afferro per i capelli e anche per il collo. I nostri corpi stanno iniziando a sudare, la sua fronte gronda di goccioline salate e tra i peli del mio petto incominciano a formarsi delle perle di acqua prodotte dalla traspirazione. Gli lecco il collo salato e poi ci baciamo ma Fernando si fa uscire il cazzo dal culo e mi dice che vuole scoparmi lui. Io mi tolgo il preservativo, lo getto sul tappeto, Fernando ne prende uno per il suo cazzo, se lo infila e sedendosi poi sul divano mi intima di sedermi sul suo pene. Mi metto su di lui ma prima di impalarmi, si sputa sulle mani e mi lubrifica il buchetto quindi tenendosi il cazzo dall’asta me lo indirizza verso il deretano e io, scendendo lentamente, mi siedo su quell’obelisco di carne brasiliana. Sono cinque mesi che non prendo un cazzo di queste dimensioni, da quando ho interrotto la mia relazione con il nonno, ma nonostante tutto entra facilmente perché ne ho presi altri in tutto questo tempo ed ormai mi sono abituato. Lo sento tapparmi letteralmente il buco del culo, se qualcuno vuole provare a infilarci un ago, non entra. Sebbene sento un po’ di dolore, inizio a saltellare su quella meraviglia mentre abbraccio Fernando per il collo e lui mi tiene per le chiappe, poi sollevo leggermente le gambe allora lui me le fa alzare e portandosele all’altezza delle spalle, continua a scoparmi mentre sento che la mia rosellina si apre ancora di più accogliendo altri centimetri di cazzo sudamericano.
“Si, scopami…aaahhh…dammelo tutto”, intimo a Fernando saltellando su quel cazzo
“Ti trapano il buco del culo, maricas”
Io e Fernando ci baciamo appassionatamente mentre mi scopa, mi fa abbassare le gambe e poggiando le sue mani a metà della mia schiena, chiudendole a pugno sento che anche lui spinge il suo cazzone dentro il mio culo mentre io continuo a fare su e giù. Non ci sta minimamente a farsi dominare mentre fa lui la parte attiva della coppia anche se mi ha lasciato dominarlo quando me lo sono scopato io. Bacio quella statua brasiliana ed e’ una vera goduria, voglio farlo sempre, non smettere mai. Può levarmi anche il cazzo dal culo senza continuare a scoparmi, ma voglio che non finisca di baciarmi. Lo guardo con degli occhi che sono un misto di dolore ed eccitazione mentre lui fa delle smorfie quasi di perfidia scopandomi e io delle smorfie di piacere.
“Ti piace il cazzo brasiliano?”, mi domanda
“Si, mi piace…uuuhhh…da impazzire”, gli rispondo mentre Fernando rallenta i suoi movimenti per entrare nel mio culo e io rallento i miei per ficcarmi il suo cazzo dentro
“C’avrei giurato”
“Ma anche il tuo…ooohhh…culetto brasiliano mi e’ piaciuto”
“Non lo avrai mai più”, mi dice e riprende a scopare con più veemenza di prima tanto da farmi gridare
Anche se ne ho presi parecchi, nessuno mi ha martellato in questo modo e sento un dolore in prossimità dell’addome che poi mi passa dietro all’altezza del coccige. Perdo qualcosa dal buchetto pensando sia sangue ma quando il mio corpo inizia a vibrare e a surriscaldarsi, capisco di aver avuto un orgasmo anale. Come se non bastasse, Fernando, tenendo sempre le sue mani all’altezza della mia schiena, riesce a sollevarmi facendo uscire dal mio culo un po’ di centimetri del suo cazzo per poi farmi sedere violentemente sopra il suo matterello rimettendo nel mio buchetto maltrattato i centimetri appena usciti e anche quelli che non erano mai entrati. Ho caldo, c’e’ un’afa che si muore e l’orgasmo anale che ho avuto non ha di certo aiutato le cose. Fernando si alza dal divano tenendo sempre il suo cazzo piantato nel mio culo e inizia a scoparmi tenendomi per le cosce. Poi mi fa scendere e mi getta sul divanetto, io agguanto la mia preda e anche se e’ ancora avvolta dal preservativo, inizio a succhiargliela. Sento gli umori del mio culo e una miscela acida dovuta all’orgasmo anale mi si posiziona sulla bocca.
“Stai cercando di farmi venire, zoccolone”?, mi domanda perentorio
“No, voglio soltanto leccartelo un po’”
“Non ho ancora finito con te, quindi stai zitta e obbedisci”
Fernando mi leva il cazzo, mi da una spinta contro il divanetto facendomi sdraiare con la schiena e mi penetra di nuovo. Questa volta i suoi colpi sono più mirati perché mentre tengo le mie gambe alzate poggiate sulle sue spalle e con le mani mi masturbo, ci baciamo con la lingua, ci guardiamo appassionati negli occhi e lui getta ogni tanto uno sguardo al mio culo per mirare il centro. Sto facendo sesso con un escort, in passato lo sono stato anche io quando ho accettato i soldi di Luca, il mio amico universitario, ma ora riesco a capire perché Fernando, come tutti gli altri d’altronde, pretende di essere pagato prima, perché sa il fatto suo, sa come far impazzire di goduria le donne e anche gli uomini, soprattutto quello che si sta scopando adesso. Quando sta per raggiungere il piacere, i suoi colpi non sono più precisi come quelli di prima allora toglie il cazzo dal mio culo, si leva il preservativo e avvicinandosi davanti alla mia faccia, mi spara il suo seme tutto sul viso. E’ acquoso e cerco di raccoglierne il più possibile per leccarlo e intanto Fernando mi mette in bocca il suo cazzo per farselo pulire.
“Lo sapevo che eri una puttana”, mi fa Fernando
“Grazie”, ammicco io guardandolo con uno sguardo da troia mentre mi lecco le dita sporche del suo sperma brasiliano
“Ma tu non vieni?”
“Vuoi darmi una mano?”, lo esorto io, magari ci scappa anche un bocchino
“Scordatelo. Io la sborra non l’ho mai provata e mai lo farò. Non sarai di certo tu a farmi cambiare idea”, detto questo, prende le sue cose e se ne va in una stanza che penso sia il bagno
Io comincio a masturbarmi e ripensando al mio primo orgasmo anale fattomi provare da un esemplare di maschio latino, mi ficco un dito nel culo e subito sborro sui miei addominali. Preso dall’eccitazione, raccolgo la mia sborra e me la lecco ma non lo faccio preso dalla lussuria ma l’assaporo come se fosse una rarità. Poi Fernando mi invita a pulirmi insieme a lui. Nel bagno rimango scioccato da quello che trovo: una jacuzzi nuova di zecca probabilmente comprata alla sua famiglia con i suoi soldi da escort, gigolo o comunque vogliate chiamarlo voi. Mi infilo nella jacuzzi e parliamo un po’ delle nostre vite. Lui mi racconta che vorrebbe sposarsi e avere dei figli, che la vita che sta conducendo adesso gli sta indurendo il cuore ma allo stesso tempo non vuole smettere di fare soldi con la prostituzione perché ha le mani bucate per natura, non si mette da parte niente e se smetterebbe di lavorare per avere una vita normale, sicuramente dopo sarà costretto a ricominciare per mandare avanti la vita della sua famiglia. Anche io gli racconto della mia vita, che sono fidanzato, che con Kai ho una relazione aperta, del bambino che ho perso, ma ometto di raccontare che ho fatto sesso con nonno, papà, zio e anche con la mamma. E’ un gigolo, ma non so fino a quanto si sia potuto spingere nella sua vita per ascoltare delle cose del genere. Dopo esserci asciugati e vestiti, Fernando mi riporta nel luogo in cui mi ha abbordato accompagnandomi con la sua Porche, rimasta parcheggiata in una favelas brasiliana dove il crimine la fa da padrone ma senza un graffio o una ammaccatura, segno della devozione che quelle persone hanno verso di lui. Ci salutiamo promettendogli di richiamarlo e dicendogli che la prossima volta gli porterò i soldi che non ha guadagnato scopandomi poco fa. Lui mi fa un sorriso con il suo bel pizzetto, mi scompiglia i capelli e dopo che scendo dalla macchina si allontana probabilmente per prepararsi ad un’altra sessione di sesso forse questa volta con una ragazza, per alternare i due sessi. Tornato a casa, Kai mi domanda com’e’ andata con Fernando e io gli racconto tutto, dal suo essere un gigolo, al fatto che non ha voluto che io lo pagassi e che ci siamo scopati a vicenda. Kai e’ visibilmente eccitato e mi racconta anche lui di aver di nuovo trombato con Mariano. Io gli dico di cercarsene altri perché mi fa sentire in colpa che dopo il nostro patto, io sono andato con tanti altri e lui solamente con uno ma mi dice che Mariano lo soddisfa alla grande e che ormai il suo passato da puttanella e’ terminato quando mi ha incontrato quasi come se lo avesse passato a me. Contento per lui, mangio qualcosa al volo e mi preparo per la serata in discoteca. L’atmosfera e’ quella giusta, la musica pompa al solito volume e nel locale pieno di omosessuali e lesbiche locali ma anche stranieri, come siamo noi, intravedo Fernando in piedi davanti al bancone in compagnia di una ragazza. Mio zio mi dice che e’ la sua fidanzata e io gli dichiaro che non me ne aveva fatto menzione mentre si faceva spaccare il culo da me.
“Avete fatto sesso?”, mi chiede
“Si, e non sono stato solo io il passivo”
“Ma Fernando e’ un marchettaro, come hai fatto a pagarlo?”, mi domanda stupefatto
“Abbiamo scopato lo stesso, gratis. Lo ha fatto per amicizia ma la prossima volta mi ha detto che avrei dovuto sganciare gli spiccioli”
Mariano, a questa mia affermazione se ne va verso la direzione di Fernando senza dire neanche una parola. Penso che da bravo zio ora gli farà una scenata per essersi scopato il suo nipotino preferito e di averlo usato come un bambolotto ma dopo un po’ noto che si danno delle pacche di congratulazioni sulle spalle in segno di affetto e Mariano che passa un biglietto a Fernando. Quando torna verso di me, interrogo lo zio.
“Zio ma che cosa e’ successo prima con Fernando?”
“Perché?”
“Credevo volessi aggredirlo per come mi ha usato”
“E perché avrei dovuto aggredirlo?” mi risponde lo zio con la sua solita aria da strafottente “adesso e’ uno di noi”
“In che senso?”, gli chiedo stralunato
“Nel senso che scopando te e’ entrato a far parte della mia schiera di escort e gigolo dopo che gli ho dato un assegno per quello che avete fatto e adesso lui deve ridarmi i soldi con gli interessi”
“Quindi era tutto organizzato? Tu mi ha mandato su quella spiaggia sapendo che l’avrei incontrato?”, a questa domanda, Mariano mi sorride sfacciatamente e se ne va verso la sua fidanzata transessuale.
Sono stato usato dallo zio come una pedina nei suoi giochi sporchi, come una merce di scambio per avere nella sua scuderia, dedita alla prostituzione, magari il migliore sulla piazza. Ecco perché oggi a pranzo, quando gli ho detto che avrei incontrato Fernando, ho notato quel ghigno sulla sua faccia, perché sapeva già come sarebbero andate le cose quasi come se avesse avuto una premonizione sugli eventi futuri. Non me lo sarei mai aspettato da uno come lo zio, sono arrabbiato ma mi passa subito. Non m’importa. Sono felice di essermi fatto Fernando, di aver provato il suo culo e soprattutto il suo meraviglioso cazzo brasiliano assaggiando la sua sborra da mulatto. Ritornando nel salottino, trascorro la serata in compagnia di mio zio, della sua bellissima fidanzata e del mio ragazzo strafigo dagli occhi a mandorla. Per il resto di Luglio e tutto Agosto, decido di vedermi per scopare solo con Fernando per non fare un torto a Kai che ha deciso di regalare il suo culetto tondo solo allo zio. Non so quanti soldi do a quell’escort per le sue prestazioni ma mi fa sempre lo sconto anche se, alla fine dei conti, i soldi che gli do sono dello zio e lui deve fare gli straordinari per restituirglieli con gli interessi. La fine della vacanza si avvicina ma la sera prima della partenza...

FINE CAPITOLO 16

TO BE CONTINUED

PS: NONOSTANTE CONTINUO AD USARE LO STESSO TITOLO, PEDRO NON APPARE IN QUESTE SCOPATE MA SICCOME E' INIZIATO TUTTO DA LUI, DOPO IL NONNO NATURALMENTE, HO DECISO DI TENERE QUESTA INTESTAZIONE ANCHE PER I RACCONTI SUCCESSIVI AI PRIMI DUE.

QUESTA E’ UNA STORIA ASSOLUTAMENTE INVENTATA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI.
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