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Gay & Bisex

Il fidanzato di mia sorella 26


di FRANK_1987
28.09.2018    |    9.223    |    8 8.8
"Poi Pedro si abbassa al mio orecchio e mi sussurra una cosa che avevamo già fatto in passato ma che, vedendolo ormai come un master, credevo non volesse fare..."
PREMESSA (DA LEGGERE E NON SALTARE): Ogni nuovo capitolo uscirà ogni settimana. Portate pazienza ragazzi

Il momento della verità

CAPITOLO 26

Lavoro ancora al ristorante-albergo di Gustavo, faccio le consegne a domicilio per chi non vuole o non può cucinare e per fortuna Marco non ha più chiesto i miei servigi anche se ha lasciato in me un senso di smarrimento. La sua lezione dopo avergli rovinato la relazione con il suo fidanzato, ha determinato un cambiamento in me, adesso voglio un uomo dominante, che mi usi per il suo puro piacere senza preoccuparsi di darne a me. Guardo Gustavo e lo immagino nudo con il suo cazzo dentro il mio culo e la sua pancia poggiata sulle mie chiappette, guardo ogni cameriere fantasticando su quanto possa essere porco a letto e poi guardo Mario. Penso che lui tanto dominante non possa essere ma mi farei sbattere molto volentieri da lui e per lui diventerei anche io un master visto il bel culetto sodo e tondo che ha dentro i pantaloni della sua divisa. In questo periodo sto scopando ancora con il nonno e riesco a trasformarlo in un perfetto master per accontentare due slave come noi, io e Samuele. Tanto lavoro non l’ho dovuto fare perché Ugo e’ un dominatore per natura e nonostante i suoi 67anni sa farmi godere come non ha fatto Mario che mi ha scopato più con violenza che con passione. Capisco che in questo tipo di perversione non c’e’ spazio per il romanticismo, ma lui mi ha trattato davvero come un bidone della spazzatura anche se, a pensarci bene, e’ proprio quello che voglio che facciano ora tutti gli altri che mi scoperanno. Quando la primavera e’ ormai arrivata da una settimana, ricevo la chiamata di Pedro. Mi intima immediatamente di andare a casa sua perché il suo computer si e’ danneggiato e non sa come rimediare alla cosa. Mi precipito da lui, mi accomodo in casa e inizio ad aggiustargli il computer. Purtroppo non posso fare nulla per il suo PC perché e’ saltato il sistema operativo quindi mi alzo, gli do il recapito di un’amica che aggiusta computer e faccio per andarmene. Pedro mi ferma per la mano destra dicendomi di prenderci un caffè. Mentre mio cognato prepara il caffè lo osservo attentamente. Indossa una tuta rossa con la maglietta leggermente aperta che mette in mostra il tatuaggio che ha fatto quando e’ nato mio nipote Andrea, ha una leggera barba e un filino di baffi, i capelli sono rasati intorno alla nuca e in sommità ha il solito ciuffo come i Mohicani. Versandomi il caffè, mi domanda se ci voglio dentro qualcosa e quando gli rispondo che lo voglio macchiato, alza i suoi bellissimi occhi verso di me e mi sorride per poi porgermi la tazza dicendomi che per oggi avrei dovuto bere un caffè normale. Tra una chiacchierata e l’altra scopro che Claudia e’ andata dalla mamma con Andrea e Agnese e che lui e’ rimasto a casa perché il suo cantiere oggi non avrebbe aperto. Sta avendo dei problemi con il lavoro e questo lo porta ad intristirsi un po’ così gli accarezzo dolcemente la guancia destra e lui sembra gradire particolarmente. Gli chiedo se posso andare in bagno e dopo aver fatto i miei bisogni, me lo trovo in piedi davanti alla porta.
“Dovresti andartene”, mi fa
“Perché? Che cosa succede?”, gli domando
“Non succede nulla ma siccome il computer non puoi aggiustarlo, devi andare via”, continua
“Io lo so cosa sta succedendo, tu mi desideri”, gli dico vedendo nei suoi occhi accendersi una scintilla “ti stai reprimendo per colpa di Claudia e non e’ giusto, non e’ salutare nascondere la propria natura anche a se stessi”, e dopo avergli detto questo, Pedro mi afferra per le guance e mi bacia con passione.
In un attimo le nostre lingue sono nelle nostre bocche intente a cercarsi per darsi piacere reciproco. Le nostre mani sono dappertutto sui nostri corpi cercando di toccare ogni millimetro delle nostre pelli. Mi mette le mani tra i capelli quasi come a spingere il mio volto contro il suo, i nostri nasi si toccano l’uno con l’altro e i nostri denti sbattono tra di loro in un bacio dettato dalla passione. Baciandoci raggiungiamo la camera da letto e mentre mi siedo sul materasso noto che il pantalone della sua tuta ha formato il tipico bozzo del cazzo eretto. Pedro si tira giù la zip della maglia della tuta spogliandosi mostrandomi il suo meraviglioso torace mentre le mie mani giocherellano con il laccio del pantalone. Dopo averlo slacciato, tiro giù il pantalone ammirando il suo boxer deformato dal cazzo già bello duro. L’argentino si toglie il pantalone della tuta e si tira giù verso le ginocchia il suo intimo così la sua pannocchia, cresciuta verso sinistra, fa uno scatto a molla posizionandosi verso il mio volto. Avvicinando solo la mia bocca a quell’obelisco, me lo infilo tutto dentro e poi lo tolgo repentinamente lasciando già una scia di saliva lungo l’asta. Pedro mi afferra la testa facendo entrare ed uscire la sua nerchia dalle mie fauci affamate e ben disposte a farla entrare mentre ogni tanto mi vengono dei colpi di tosse ed accarezzo le palle che si stanno riempiendo ogni volta che il suo cazzo struscia contro le pareti della mia bocca . Il rumore di un sms lo distrae privando la mia bocca del suo cazzo e Pedro se ne va senza dire una parola. Vorrei rivestirmi pensando che sua moglie stia per tornare ma capendo che non può essere lei la mittente del messaggio, mi sdraio comodamente sul letto togliendomi le scarpe e chiudendo gli occhi.
“Guarda chi c’e’?”, sento dire a Pedro e quando apro gli occhi me lo trovo davanti
“Ciao culetto d’oro”, mi dice Rafael
“Che cosa ci fai tu qui?”, gli domando sollevandomi dal letto e sedendomici sopra con le ginocchia
“Mi ha informato Pedro del tuo arrivo”, confessa Rafael mentre io guardo in malo modo mio cognato che fa spallucce “c’eravamo messi d’accordo già da tempo di scoparti insieme ma o per un motivo o per l’altro non ci siamo mai riusciti”, continua il mio patrigno
“Per fortuna il computer rotto ci ha dato una mano”, chiosa Pedro
Non so cosa fare. Sono nella stessa stanza con l’ex amore della mia vita (Pedro) e con l’uomo più maiale che io conosca (Rafael). Li guardo con lussuria, poi sorrido con soddisfazione e mentre mi siedo a bordo letto, loro si avvicinano verso di me. Il cazzo di Pedro continua a stare in erezione e anche quello di Rafael sembra già sveglio avvolto nei suoi jeans. Rafael si leva il maglione verde militare mostrandomi il suo fisico scolpito e tatuato, poi mi prende per la nuca e per il mento e mi struscia la faccia contro il suo pacco ancora prigioniero e Pedro mi sbatte il suo sopra la mia faccia. Slaccio la cintura di Rafael, gli abbasso la zip vedendo la modifica che il suo batacchio comporta alla sua mutanda e mentre si toglie le scarpe privandosi anche di pantaloni e intimo maschile, io prendo quella proboscide e la masturbo. Anche Pedro vuole godere delle mie manine delicate e prima mi sventola in faccia il suo arnese e poi riservo anche a lui lo stesso trattamento che sto riservando al suo amico. Sto masturbando due esemplari di cazzi latini, ne succhio uno alla volta assaporandone l’aroma, mi infilo anche solo le loro cappelle nelle mie fauci stracolme di saliva che poi sputo sui loro cazzi mettendomeli nuovamente in bocca. Rafael mi priva del suo cazzo e si siede sul letto, anche Pedro toglie la sua dotazione della mia bocca e il suo amico gli fa cenno di sedermi mentre mi fa alzare e inginocchiare davanti a loro. Rafael si toglie i calzini e porge i suoi piedi verso la mia faccia. Puzzano di sneakers ma non me ne frega niente perché la lezione che mi ha dato Marco serviva anche a questo, a non rinunciare a tutte le cose che i miei dominatori mi chiederanno di fare. Ciuccio le dita dei piedi di Rafael, prendo i suoi alluci in bocca come se fossero dei piccoli cazzi intanto Pedro mi guarda con lussuria mista a disgusto ma si masturba il cazzo così come anche Rafael, segno che il mio lavoro di sciuscià sta eccitando il mio cognatino.
“Ora tocca a te”, fa Rafael rivolgendosi al suo amico “succhia anche i suoi piedi”, continua rivolgendosi verso di me
Lascio andare i piedi di Rafael e inizio a leccare quelli Pedro. Hanno un odore di pulito, diversamente rispetto a quelli di Rafael, segno che prima di chiamarmi per aggiustargli il computer, si era fatto la doccia e poi non si era messo le scarpe. Anche i suoi piedi vengono lavati alla mia lingua, dalla pianta al dorso, lecco tutta la loro superficie. Quando Rafael si alza, smetto di leccare i piedi di Pedro ficcandomi il cazzo del mio patrigno ancora una volta in bocca tenendolo con una mano mentre con l’altra libero il mio pene e mi masturbo. Pedro si alza segandosi e poi mi toglie la maglia facendomi rimanere a torso nudo. Rafael mi prende per le ascelle facendomi alzare e, aiutato dal suo amico, mi tolgono pantaloni, mutande e scarpe spogliandomi completamente. Pedro mi prende per la testa facendomi nuovamente accovacciare ma Rafael mi prende per i fianchi posizionandomi a pecorina e soltanto dandomi un enorme sputo sul buco, senza prepararlo prima, mi schiaffa nel culo tutto il suo cazzo. Un mugugno soffocato dal cazzo di Pedro fuoriesce dalla mia bocca mentre Rafael inizia a stantuffarmi il culo aggrappandosi ai miei fianchi. Pedro continua a ficcarmi in bocca il suo cazzo saporito ma quando si china sulla mia schiena allungando le mie mani e muovendo le mie chiappe contro il pube di Rafael, perdo il suo cazzo dalla bocca. Sono in loro completa balia, non era mai successo che mi scopassero tutti e due insieme sia perché Pedro si era ormai allontanato da me e sia perché di Rafael, prima che si mettesse con mia madre, ne avevo perso le tracce. E adesso sono qui, nella camera da letto di mia sorella a farmi scopare il culo dal nostro patrigno mentre suo marito mi rimette il cazzo dentro la bocca. Quando Rafael si toglie dal mio culo si da il cambio con Pedro che subito mi penetra aiutato dai residui dello sputo che il suo amico aveva schizzato sulla mia rosellina. Anche Pedro mi scopa tenendomi per i fianchi alterando qualche volta delle carezze sulla schiena mentre Rafael si mette davanti alla mia bocca e la riempie del suo cazzo ridendo a crepapelle.
“Sputami in faccia”, dico a Rafael privandomi del suo cazzo
“Che cosa?”, mi risponde un po’ frastornato
“Sputami in faccia, coglione. Trattami da puttana, da schiavetto”, chiarisco
“Hai sentito che discorsi fa questo frocetto?”, si rivolge verso Pedro
“Trattalo come si merita. E’ soltanto una zoccola”, gli risponde mio cognato mentre mi lecco le labbra guardando Rafael
“Ok, come vuoi tu”, fa l’argentino e subito inizia a sputarmi in faccia
Sono dei piccoli sputi che mi finiscono sul mento, sugli zigomi o sulle sopracciglia ma poi tutti finiscono dentro la mia bocca quando con la mia mano li raccolgo e li lecco. Mentre ancora Pedro mi scopa instancabilmente il culo, Rafael prende il suo cazzo dalla radice e me lo sbatte violentemente sulle labbra e sulla lingua ormai bagnate del suo pre-sperma intanto Pedro mi afferra per il collo da dietro e facendomi male mi fa aprire ancora di più la bocca che viene centrata da uno sputo di Rafael che subito ingoio. Il mio patrigno mi rimette il cazzo in bocca continuando io a leccarlo e nel frattempo Pedro mi sculaccia oppure fa uscire il suo membro dal mio culo per poi infilarlo tutto ad un tratto facendomi sporgere in avanti finendo per far entrare ancora di più il cazzo di Rafael dentro il mio cavo orale. Rafael mi fa alzare facendo uscire il cazzo di Pedro dal mio culo e mi fa sdraiare sul letto dove tutti e due salgono e mi mettono i loro cazzi davanti alla bocca. Succhiando le loro minchie una per volta, osservo i due che si guardano lussuriosamente per poi avvicinarsi l’uno all’altro e scambiarsi un bacio appassionante. Vedo le loro lingue toccarsi reciprocamente e produrre saliva gocciolante sulla mia faccia e sulla mia bocca che, avidamente, ingoia tutto quello che c’e’ da ingoiare.
“Adesso basta succhiare i nostri cazzi, puttana”, mi intima Rafael
“Dobbiamo continuare a farti il culo”, replica Pedro
“Non hai ancora finito di fare la zoccola”, continua il mio patrigno
“Abbiamo altre posizioni da provare con te”, fa mio cognato
Sdraiato ancora supino sul letto, Rafael viene davanti a me, mi fa alzare le gambe e mi penetra con il suo membro mentre Pedro si sdraia accanto a me. Rafael inizia a penetrarmi mentre io sego il mio cazzo e l’argentino mi tiene per le gambe. Pedro ha una mano sotto la mia testa e mi accarezza dolcemente come se volesse tranquillizzarmi mentre tocca il ventre del suo amico che si contrae ad ogni spinta contro il mio buco del culo. Rafael abbraccia la mia gamba sinistra all’altezza del ginocchio continuando a infilare il suo cazzone dentro il mio orifizio anale mentre io mantengo l’altra gamba in aria tenendomela per il tallone. Il mio patrigno poggia una mano sul materasso facendo perno su di essa e inizia a martellarmi il culo instancabilmente mentre Pedro mi sega baciandomi con la lingua. Non mi sembra ancora vero quello che mi sta succedendo, sembra un sogno che però e’ realtà e se qualcuno un giorno mi avesse detto che questo sarebbe capitato, l’avrei mandato sicuramente a vaffaculo ma adesso, ripensandoci, lo ringrazierei perché quello che ho immaginato sta accadendo e si e’ avverato anche in un modo diverso e più bello di quanto l’ho immaginato io. Pedro si alza e si inginocchia mettendosi la mia testa tra le sue gambe, con il cazzo che mi si poggia sulla bocca e che riesco con un po’ di difficoltà a leccare mentre lui si sputa sul suo arnese che io prontamente ripulisco.
“Ti piace fare la zoccola?”, mi domanda Rafael trombandomi
“Mi piace…aaahhh…sto godendo da…ooohhh…matti. Continua”, lo incito
“Sei meglio di tua madre”, si completa Rafael “tua moglie com’e’?”, chiede a Pedro
“Lasciala stare”, rispondendo malamente contro il suo amico
“Un giorno di questi dovrai farmela provare”, dice Rafael a Pedro che lo guarda in malo modo “condividiamo questa puttanella possiamo condividere anche quel puttanone”, continua il mio patrigno ridendo mentre Pedro e’ visibilmente amareggiato
E’ chiaro che sia turbato e arrabbiato per quello che il suo amico sverginatore ha detto contro sua moglie ma non ha cercato minimamente di sminuire le offese rivolte verso di me, anzi, ha rincarato la dose come se lei fosse qualcosa da proteggere mentre io da usare per poi gettare via. Lo so che ho chiesto a loro due di trattarmi come una puttana, di umiliarmi in ogni modo possibile ma almeno avesse la gentilezza di non assecondare le fantasie del suo amico anche e solo per rispetto alla nostra parentela. Pensando questo, Rafael si toglie dal mio culo per lasciare nuovamente spazio a Pedro anche se questa volta lui si sdraia accanto a me e io mi impalo sul suo cazzo dandogli la schiena. In questo modo, mentre io mi masturbo e Pedro spinge il suo cazzo verso il mio culo, Rafael, che e’ in piedi accanto a me alla mia destra, si china per infilare un dito dentro il sedere di Pedro ogni qual volta lui lo solleva per far entrare i suoi centimetri dentro di me. Quando Rafael fa provare piacere a Pedro sditalinandogli l’ano, il suo cazzo si ingrossa dentro di me facendomi arrivare all’orgasmo eruttando la mia densa e copiosa sborra tutta sul mio addome. Mi accascio su Pedro dandogli le spalle mentre lui mi bacia e spalma la sua sborra tutta addosso a me per poi mettermi le dita in bocca che vengono pulite meticolosamente. Intanto Rafael continua a lavorare il culo di Pedro infilandosi in bocca le dita piene degli umori di mio cognato e poi rimetterle di nuovo nel suo ano allargandoglielo un po’ facendogli emettere dei gridolini di piacere, evidentemente vuole scoparselo perché mi fa alzare, lo fa girare sul fianco sinistro, si mette dietro di lui e poi gli solleva la gamba destra guidando il suo cazzo dentro al culo di mio cognato che lo accoglie come se non avesse mai smesso di farlo.
“Aah, scopami”, fa Pedro
“Hai il culetto stretto”, si accorge Rafael
“E’ da un po’ di tempo che non lo prendo”, gli risponde Pedro
“Allora dobbiamo rimediare”, gli fa eco Rafael
Rafael inizia a stantuffare il culo del suo amico come se l’avesse fatto da sempre. Forse e’ da quando se lo scopava da adolescente in Argentina che non lo faceva più ma si sa, scopare e’ come andare in bicicletta. Con le mani una sotto la testa dell’altro, i due amanti sudamericani si baciano con la lingua mentre io li guardo seduto sul letto mentre mi masturbo il cazzo che ha di nuovo ripreso vigore dopo la sborrata precedente grazie a questa magnifica visione che ho davanti. Rafael ha una mano sulla coscia destra di Pedro mentre spinge il suo bacino contro il culo dell’amico facendogli entrare il cazzo tutto dentro e le palle sbattono lateralmente contro l’interno della chiappa sinistra di Pedro. Mio cognato inizia a masturbarsi il cazzo mentre bacia nuovamente Rafael che l’aiuta a segarsi. Poi Pedro lascia il suo cazzo che continua ad essere masturbato da Rafael e tocca le palle del suo scopatore e anche metà asta del cazzo fino a stimolarsi il buchetto con due dita. Rafael, sempre tenendo il cazzo dentro al culo di Pedro, riesce ad alzarsi sul letto stando in ginocchio scopando l’amico che si masturba mentre io mi avvicino a lui e lo bacio leccandogli anche gli addominali e ogni tatuaggio del suo petto. Chi lo sta scopando invece, gli accarezza il corpo con fare seducente fino a quando si prendono per mano, incrociando le sinistre con le destre, e scopano. Rafael usa il cazzo come fulcro per dare piacere al culetto stretto ma di nuovo allargato di Pedro aggrappandosi ognuno alle mani dell’altro, poi si abbassa sulla sua preda e continua a baciarla con la lingua. Uscendo dal culo di Pedro, Rafael mi fa posizionare a pecorina ed entra in me con un solo e deciso colpo di reni.
“Mi piace…uuuhhh…si, trombami”, incoraggio Rafael
“Certo che ti trombo, non preoccuparti”, fa lui
“Allargagli il culo come hai fatto a me”, gli suggerisce Pedro “porca puttana ancora mi brucia, brutto stronzo”, continua portandosi una mano dietro al culetto mentre sento Rafael fare un sorrisetto di soddisfazione personale
Rafael mi scopa instancabilmente tenendomi per le chiappe e sculacciandomi di volta in volta oppure poggia il suo corpo sulla mia schiena e si aggrappa alle mie spalle per usare tutta la potenza delle sue braccia per mantenersi in equilibrio e la potenza del suo cazzo per scoparmi. Intanto che mi masturbo, si solleva un po’, sposta la sua gamba sinistra verso la mia testa e poi mi posiziona il suo piede sinistro che puzza ancora di scarpa da tennis sulla faccia. Muove le dita dei piedi sul mio viso picchiettandolo mentre la mia lingua esce in automatico dalla bocca cercando di leccare ogni centimetro possibile di quell’arto puzzolente. Anche Pedro avvicina il suo piede destro verso la mia bocca facendosi ancora una volta succhiare l’alluce e tutte le altre quattro dita per poi sollevarsi sul letto e schiaffeggiarmi con il piede sbilanciandosi ogni tanto e premendo il suo piede contro la mia guancia tra le risate sguaiate di Rafael che continua ancora a scoparmi il culo pizzicandomi le chiappe e allargandole per poi richiuderle dandomi delle piccole sculacciate. Poggiando entrambi i piedi sul letto, ora Pedro sembra il Colosso di Rodi ed inizia a sputarmi in faccia cercando di centrare la mia bocca aperta ma girata lateralmente sul materasso del suo letto, un letto che tante volte l’ha visto scopare con sua moglie nonché mia sorella e che adesso lo vede protagonista di un gioco di perversione ai danni di suo cognato consumato con la complicità del suo amico di vecchia data che lo ha iniziato al sesso omosessuale tanti anni fa. Poi Pedro si abbassa al mio orecchio e mi sussurra una cosa che avevamo già fatto in passato ma che, vedendolo ormai come un master, credevo non volesse fare più:
“Scopami”, bisbiglia
Sono un po’ sbalordito ma la cosa mi eccita a dismisura. Voglio che Rafael la smetta di scoparmi per godermi il culo di mio cognato ma non so come fare a togliere il suo cazzo ormai arpionato dentro il mio sederino. Fortunatamente ci pensa Pedro a togliermi l’impiccio infatti da uno spintone a Rafael facendolo uscire dal mio culo, si posiziona supino a bordo letto con le gambe rivolte verso l’alto mentre io mi alzo dal letto, scendo giù e mi infilo tra le sue gambe e successivamente anche dentro il suo culo. Inizio a stantuffare il buchetto di Pedro che tiene le sue gambe in aria mentre anche io mi mantengo aggrappato alle sue cosce scopandolo e Rafael gli masturba il cazzo.
“Che spettacolo ragazzi”, fa Rafael “non avevo mai visto una cosa del genere”, continua ingrifato “chissà quante scopate del genere vi siete fatti all’oscuro di quella zoccola di tua moglie”, conclude rivolto a Pedro
“Gli piace il cazzo”, faccio notare al mio patrigno
“Scopami porco…aaahhh…si, continua…uuuhhh…non fermarti”, risponde Pedro
“Non sapevo potessi usare così il tuo randello”, si meraviglia Rafael nei miei confronti
“Ti andrebbe di provarlo?”, lo provoco
“Ma vaffanculo”, mi risponde lui
Intanto scopo Pedro mentre Rafael gli da il suo cazzo in bocca facendoglielo succhiare. Poi l’industriale impugna il suo martello, si sega freneticamente e viene abbondantemente sulla faccia di Pedro che però rifiuta di ingoiare lo sperma finitogli in bocca e lo espelle sul suo mento. Io mi chino su di lui e prima gli ripulisco la bocca e poi faccio lo stesso lavoretto a Rafael per arrivare all’eiaculazione finale dentro il retto di mio cognato. Uscito dal suo culo grondante sperma, ci accasciamo tutti e tre l’uno vicino all’altro. Il mio cazzo e quello di Rafael si stanno lentamente ammosciando mentre quello di Pedro, che ancora non ha sborrato, e’ sempre teso e se lo masturba per poi sborrare sui suoi pettorali che vengono prontamente puliti dalla mia lingua. Impegnati nella scopata, però, non abbiamo sentito il portone di casa e sfortunatamente succede il fattaccio.
“Ma che cazzo…”, e’ Claudia rientrata presto dalla casa della mamma
“Claudia”, risponde Pedro bianco in viso “mi dispiace, devi credermi”
“Sei un ricchione, una checca. Sei andato a letto con mio fratello”, replica sconvolta mia sorella
“E anche con il suo amico”, puntualizza Rafael “Pedro ha un culetto e un cazzo fantastico”, rincara la dose sconvolgendo ancora di più mia sorella
Claudia e’ una bestia, non riesce a capacitarsi, inveisce contro di noi e prende a schiaffi Pedro mentre Rafael sogghigna furbescamente e allora io decido di raccontarle tutto: dalla mia relazione con suo marito nelle settimane precedenti il loro matrimonio, al rifiuto di Pedro di continuare a scopare, alla chiavata che ci siamo fatti il giorno dei festeggiamenti del loro primo anniversario di nozze fino all’ultimo incontro consumato qualche minuto fa nel loro letto matrimoniale. Inutile dirvi che mia sorella sbatte fuori di casa me e Rafael mentre da il tempo a Pedro di raccogliere le sue cose e trovarsi una nuova sistemazione. Consigliata dal suo confessore spirituale, decide di chiedere il divorzio, la custodia dei bambini e il mantenimento. Ma la notizia che la sconvolge di più e’ anche quella della scoperta che sua madre sapeva di me, Pedro e Rafael e che anche nostro padre e’ gay e convive addirittura con un uomo di colore. Non so ancora come abbia fatto quella donna a non morire di crepacuore ma fatto sta che decide di allontanare tutti dalla nostra vita permettendo solo al futuro ex marito di vedere i loro figli esclusivamente nei weekend. Il giorno dopo, per non creare un’altra situazione del genere, convinco Sandra ad andare in ospedale a fare il test del Dna sul bambino dato che, nonostante sia un esame invasivo, si può già effettuare. I risultati non ce li danno subito deve passare almeno una settimana trascorsa la quale…

FINE CAPITOLO 26

TO BE CONTINUED

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