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Gay & Bisex

La mia adolescenza 25


di FRANK_1987
10.06.2019    |    6.646    |    4 7.6
"Soltanto perché ha il fisico che si ritrova non vuol dire che tutti possano cadere ai suoi piedi” “Però tu l’hai fatto”, mi rammenta avvicinandosi lentamente..."
PREMESSA (DA LEGGERE E NON SALTARE): Il prossimo capitolo uscirà LUNEDI’. Questi racconti si collocano prima dell’inizio della saga “IL FIDANZATO DI MIA SORELLA”. Possono essere considerati dei prequel non dei sequel, quindi, se volete leggerli immedesimandovi, dovrete dimenticare tutto quello che avete letto finora o almeno cercare di posticiparlo nella vostra mente in modo da rendere queste letture più facili senza confondervi cronologicamente.

Fine della gita

CAPITOLO 25

Dopo essere tornati in camera, io e Giorgio parliamo di quanto e’ successo alla discoteca. Lo facciamo in modo tale che Alessandro non capisca con chi io abbia fatto sesso ma intuisce comunque che e’ qualcuno di sua conoscenza. L’ultimo giorno della gita scolastica, lo trascorriamo visitando la casa di Marco Polo e poi passiamo il resto della mattinata in un bar di piazza San Marco. Ritornati all’hotel con tutti gli altri alunni, i nostri professori ci comunicano che per il pomeriggio non si sarebbero tenute visite guidate perché verso le 18.00 avremmo preso l’aereo per ritornare in Calabria. Pranziamo e saliamo nelle nostre stanze ma quando sento il rumore di una porta sbattuta violentemente, esco e trovo il professor Christian in corridoio.
“Che cosa vuoi?”, mi fa minacciosamente
“Chi si e’ scopato?”
“Non sono affari che ti riguardano”, mi risponde
“Lei e’ un presuntuoso. Soltanto perché ha il fisico che si ritrova non vuol dire che tutti possano cadere ai suoi piedi”
“Però tu l’hai fatto”, mi rammenta avvicinandosi lentamente a me “ricordi ieri sera in quel bagno come mi hai sollevato la maglietta per accarezzarmi?”, mi domanda facendomi deglutire amaramente “anche tu sei cascato ai miei piedi”
“Non succederà più”
“Oggi magari, ma quando torneremo a scuola, durante l’ora di educazione fisica possiamo anche assentarci nei bagni”, mi consiglia poggiando la mano sinistra contro il muro a pochi centimetri da me mentre infila il pollice della mano destra nella cintura in modo che le altre quattro dita tocchino la sua patta sempre bella gonfia
“Non esistono solo gli alunni bulli ma anche i professori bulli”
“Sono sicuro che queste sono parole di circostanza. Quando saremo di nuovo soli non dirai così. Tocca quello che ti aspetterà a scuola”, mi dice prendendomi di forza la mano cercando di farsi toccare il cazzo da sopra i pantaloni e, quando ci riesce, posso accertare che, sebbene sia ancora moscio, e’ abbastanza lungo anche così
Il rumore di una porta che si apre ci fa ritornare in noi. Lui ridiventa professore e io alunno invece che due esponenti dello stesso sesso che cercano di divertirsi tra loro. Entro nella stanza chiudendogli la porta in faccia. Sono disgustato dal suo comportamento anticonvenzionale ma allo stesso tempo, un sorriso di soddisfazione si stampa sul suo mio volto e il mio cazzo inizia a prendere vigore. In stanza sono da solo, perché Giorgio e Alessandro sono nella camera di Camilla, quindi mi sdraio sul letto e, ripensando alla sera prima e al cazzo del professor Christian dentro al mio culo, mi sparo una sega. Avrei potuto farlo entrare adesso, di nuovo in me, ma non so quanto tempo i miei compagni avrebbero impiegato a tornare e nonostante Giorgio conosca ogni dettaglio successo nel bagno della discoteca, non voglio che Alessandro scopra nulla.
“Che idiota che e’ Benito”, esclama il nostro compagno di stanza rientrando con Giorgio poco dopo essermi ripulito della mia sborra
“Però e’ davvero bono”, assoda il mio fidanzato
“Oh, darei l’anima per farmi scopare da lui”, gli risponde il ragazzino
“Sei proprio una puttana”
“Parli tu che hai un zuccherino come Giulio e guardi gli altri”
“Ehi, io sono qui”, ricordo ad entrambi che non si erano accorti di me presi dall’entusiasmo di descrivere cosa si farebbero fare da Benito
“Giulio tutto bene?”
“No, per niente”
“Raccontami”, fa Giorgio sedendosi vicino a me sul letto
“E’ di nuovo tornato quello là”, gli dico facendolo sbalordire “ma non abbiamo fatto niente. Ha detto soltanto che quando saremmo tornati giù, non avrei resistito ancora a lungo come adesso”
“Che stronzo”, afferma Giorgio “andrebbe denunciato”
“Scusate se mi intrometto ma se questa persona, che non volete dire il nome, ti ha detto che quando saremmo tornati in paese ti avrebbe costretto a fare di nuovo determinate cose, vuol dire che lo conosciamo tutti. Che e’ venuto in gita con noi”
Io e Giorgio ci guardiamo intimoriti. Mormoriamo qualcosa per tenere a bada il ragazzino ma non so per quanto tempo. Mentre sono seduto sul letto ascoltando “Applausi per Fibra” sul mio Ipod, Giorgio fa zapping. Le valigie sono già state sistemate e così ci siamo presi un po’ di relax prima che i professori ci chiamino per raggiungere l’aeroporto. L’unico che ancora non e’ pronto e’ Alessandro che si sta facendo la doccia. Quando esce dalla toilette, indossa una maglietta bianca e un boxer nero. Ogni volta che fa un movimento, il suo pacco e il suo culo si arrotondano risvegliandomi dal torpore che la musica mi sta causando. Anche Giorgio sembra particolarmente interessato al ragazzo perché, improvvisamente, smette di fare zapping lasciando la tv sintonizzata su un canale dove fanno pubblicità di pentole innovative e lo guarda con bramosia. Io e il mio ragazzo ci guardiamo vogliosi. Manca ancora più di un’ora al ritrovo nella hall per la partenza e vogliamo approfittare di questo. Alessandro, nel frattempo, si e’ messo le cuffie del suo lettore mp3 agganciandolo al suo intimo e balla convulsamente e in maniera femminea una qualche canzone ritmata. Io mi tolto le cuffie poggiando l’Ipod sul materasso mentre Giorgio getta il telecomando ai piedi sul letto e ci alziamo raggiungendo Alessandro che si e’ seduto per infilarsi i calzini. Ci inginocchiamo dietro le sue spalle e le nostre mani iniziano a toccargliele facendolo spaventare e alzare.
“Ragazzi che fate?”, ci domanda terrorizzato togliendosi le cuffie
“Tu cosa vuoi fare?”, gli chiedo io alzandomi con Giorgio
“Ragazzi smettetela, mi fate paura”
“Ti facciamo paura?”, gli chiede il mio fidanzato schernendolo “ma se eri tutto contento quando i nostri professori ti hanno messo nella nostra stanza”
“Per stare in compagnia con due come me, non per fare quelle cose che volete fare voi”
“Davvero? E dobbiamo crederti?”, gli domando avvicinandomi sinuosamente a lui che cerca di non fissarmi negli occhi
“Non dirmi che hai paura perché sei ancora vergine?”, gli fa Giorgio
“No, non lo…sono”, risponde lui con un groppo in gola
“Allora lasciati andare, non te ne pentirai”, continua il mio fidanzato avvicinandosi anche lui ad Alessandro con fare seducente
Io comincio a baciare Alessandro che inizia a lasciarsi andare toccandomi le braccia. Intanto, insieme a Giorgio, gli solleviamo leggermente la maglietta toccandogli l’addome piatto. La sua pelle e’ profumatissima, sa di bagno schiuma e la cappella del suo cazzo sta spingendo contro la stoffa del suo intimo. Anche Giorgio bacia Alessandro mentre io gli lecco il collo e poi gli levo la maglietta. Ha un corpo molto femminile, magro e con fianchi morbidi. Mentre Giorgio gli bacia le spalle e io gli massaggio il corpo, le mani del ragazzino sono ben piantate all’indietro toccando la patta del mio fidanzato. Lecco avidamente i capezzoli del mio compagno di stanza e poi lo privo della sua mutanda. Un cazzo di 16cm centimetri con la capocchia leggermente ricoperta viene liberato nella stanza sobbalzando perché Giorgio inizia a massaggiargli il culetto con più intensità. Ora e’ il mio cazzone a ricevere le attenzioni delle mani di Alessandro anche se poi si soffermano sul mio torace quando mi tolgo la maglia grigia. Pure Giorgio si denuda e Alessandro impazzisce improvvisamente. Non sa che pesci pigliare. Non sa dove poggiare le sue manine da minorenne. Sul mio corpo, sul mio cazzo o su quelli del mio fidanzato. Non potendone scegliere uno, ci tocca entrambi. Lo giriamo verso la porta in modo che ognuno possa massaggiargli o sculacciargli una chiappa scoprendo che, effettivamente, aveva ragione quando affermava di non essere più vergine.
“Ragazzi, siete impazziti, dovremmo smetterla”, pronuncia Alessandro
“Perché dovremmo?”, gli rispondo baciandolo
“Perché potrebbero scoprirci”
“Ora non più”, fa Giorgio ritornando vicino a noi dopo aver chiuso la porta a chiave “non ci disturberanno fino a quando non sarà l’ora di partire”, continua infilando la sua lingua nella bocca di Alessandro insieme alla mia
“Questo e’ troppo. Basta”
“Lo vuoi davvero? Vuoi veramente finirla qui?, gli chiedo passandogli il pollice sulle labbra come se volessi ipnotizzarlo e infatti, Alessandro fa cenno di no con la testa e si inginocchia davanti a noi baciando i nostri addominali contemporaneamente
“Sei stato molto persuasivo”, mi fa Giorgio
“Può darsi. O forse e’ lui che non aspettava altro che questo momento”, gli rispondo “e’ vero che non aspettavi altro che farti infilare nel culo le nostre minchie?”, mi rivolgo verso Alessandro
“Si, non vedevo l’ora”
“Visto, avevo ragione”
“Ci indovini sempre”
Mi sbottona i jeans osservando i miei boxer neri e poi fa la stessa cosa con Giorgio che ha le mutande verdi. Lecca le nostre verghe dure da sopra la stoffa seguendo con la bocca aperta le loro dimensioni. Poi le fa uscire fuori e lo sentiamo sospirare per l’incredulità di cotanta roba presente davanti ai suoi e mentre inizia a succhiarmi l’uccello, io masturbo Giorgio. Con l’altra mano poggiata sulla nuca del ragazzino, guido la sua bocca già violata contro il mio cazzo spingendoglielo dentro con fervore. Intanto il mio fidanzato si toglie completamente le mutande e riceve lo stesso servizio da Alessandro. Togliendomi i miei indumenti, gli avvicino in bocca il mio cazzo per intimarlo a prenderne due simultaneamente ma lui non ci riesce e soltanto le nostre cappelle vengono avvolte dalle sue labbra rosate. Mentre Alessandro ci lecca i cazzi, io e Giorgio ci baciamo appassionatamente. Lui, da sotto, guarda il nostro bacio e, preso da un raptus di lussuria, inizia a succhiarci i cazzi separatamente con impeto facendoci sorridere mentre limoniamo. Smettendo di baciarci, sbattiamo energeticamente i nostri randelli sulla faccia della nostra puttanella che tiene la boccuccia aperta e la lingua di fuori mentre la sua faccia viene intrisa di saliva e lubrificante naturale di nostra fabbricazione.
“Venite con me”, mi rivolgo ai due salendo sul mio letto e chiamandoli agitando l’indice “tu mettiti a pecorina”, ordino ad Alessandro che si mette carponi sollevando lievemente il culetto all’insù “leccagli il culo, tesoro mentre io mi faccio lucidare ancora la minchia da questa puttanella”
Mentre la bocca di Alessandro e’ occupata dal mio cazzo, quella di Giorgio si occupa di leccargli il culo allargandogli le chiappe più che può. Il ragazzino gode di piacere succhiandomi la banana emettendo dei mugolii che mi fanno esaltare ancora di più. Gli accarezzo la schiena arrivando a toccargli il buco del culo proprio mentre la lingua del mio fidanzato glielo sta lubrificando e poi gli metto le dita in bocca. Giorgio tira Alessandro per i piedi facendogli smettere di succhiarmi il cazzo e poi lo fa girare supino. Lo avvicina con il culo a bordo letto e mentre io mi accovaccio vicino al fianco destro del ragazzo, il mio fidanzato gli alza le gambe e glielo infila dentro. Aggrappandosi alla gamba destra, comincia a spingere la sua banana dentro il buco che la ospita mentre il passivo di turno si prende la mia e se la metta nuovamente in bocca. Ad Alessandro non riesce bene il pompino perché le spinte che Giorgio gli da con il bacino, lo fanno muovere in una maniera che il mio cazzo oscilla dentro le sue fauci. Quasi per dispetto, mi alzo afferrando un abat-jour attaccato al muro e mi faccio succhiare il pene dal mio ragazzo. Alessandro, invece, con una mano gli accarezza il petto e con l’altra si masturba.
“Com’e’ il culetto di questa troia?”, gli chiedo
“E’ morbido…mmpphh…ed accogliente”, risponde Giorgio trombandosi Alessandro e succhiandomi il cazzo
“E’ caldo?”
“Caldissimo. E’…mmpphh…un fuoco”, prosegue ad informarmi il mio fidanzato mentre gli libero la bocca e mi sdraio sul materasso alle spalle di Alessandro
“Chiavala, chiavala. E sbrigati perché ho voglia”, lo incito mentre mi sputo su una mano per lubrificarmi l’attrezzo
“Siete due…aaahh…maiali”, ci apostrofa Alessandro
“Dai Giò, basta. Fallo sedere qui sopra”
“Ancora un’altra spinta”
“Si, spingi”, fa il ragazzino
“Muoviti, porca troia”, inveisco contro il mio boyfriend
Giorgio da la sua spinta definitiva, per ora, e poi esce dal culo di Alessandro che si alza e si sistema sopra di me. Gli affondo la cappella del cazzo nell’intestino e poi lui si siede facendolo entrare tutto. Con le mie mani sulle sue cosce, il ragazzo comincia a cavalcare il mio membro prima piano poi sempre più velocemente. Intanto Giorgio si e’ steso accanto a noi e mentre tiene la mano sinistra sotto la testa gonfiando i leggeri bicipiti che il nuoto gli sta conferendo, con l’altra si sega guardandoci con animo lussurioso facendo mille smorfie facciali. Prendo Alessandro per il costato, sollevo un po’ le mie gambe per darmi forza e martello il suo buchetto. Voglio distruggerlo, annientarlo perché avrei preferito di più trovarlo ancora inviolato in modo da potergli prendere la verginità come ho fatto con Michele, il cognato di mio fratello Salvatore. Giorgio si alza dal letto e dopo avermi baciato, fa scorrere le sue mani lungo la schiena del nostro ragazzo-oggetto arrivando a toccare il mio cazzo che entra ed esce da un altro buco condiviso insieme. Mi stimola le palle soppesandole e poi allarga le chiappe che sto scopando per facilitarmi l’entrata ma non ce n’e’ bisogno perché, nonostante la giovane età, Alessandro e’ già bello largo.
“Basta Giulio”, mi esorta Giorgio ma io non voglio sentire ragioni “basta ho detto, voglio continuare a scoparlo”, mi fa ma io lo guardo con dispetto e continuo a trombarmi Alessandro “ora basta. Tocca a me”, mi fa strattonando il ragazzo gettandolo di fianco sul materasso
Giorgio fa sdraiare Alessandro sul fianco, gli si mette dietro ed entra in lui. Io, nonostante anche Giorgio avesse tardato a passarmi il ragazzo quando se lo stavo fottendo, arrabbiato per il comportamento assunto prima, mi sdraio dietro di lui e anche io affondo nel culo del mio fidanzato. I suoi movimenti sono lenti, sono più io quello che devo fare il lavoro sporco. E’ un trenino, quello che stiamo facendo, sdraiati sul materasso della stanza di un hotel e mi sembra di scopare anche Alessandro perché il cazzo di Giorgio funge, nella mia mente, come prolungamento del mio. Il ragazzino si masturba mentre due ragazzi sono dietro di lui a scoparlo e a scoparsi ma poi io esco dal culo di Giorgio che esce automaticamente dal culo di Alessandro. Ci rannicchiamo ai lati del ragazzo iniziando a segarci i manubri. Il primo a venire sono io che sparo uno schizzo talmente lungo da non centrare la sua bocca e gli finisce sulla guancia e sotto l’orecchio destro mentre gli altri, più brevi, colpiscono la sua lingua galleggiandogli sopra. Alessandro mi lecca il cazzo e poi e’ il turno di Giorgio che sparge sulla faccia del ragazzino la sua sostanza più gelatinosa della mia. Infatti uno schizzo abbondante ed esageratamente bianco gli si deposita sopra il naso e sotto l’occhio sinistro, un altro gli cade sopra il petto e l’altro ancora sul mento. Per assaggiare lo sperma del mio fidanzato, Alessandro deve infilarsi il suo cazzo in bocca.
“Mmh, che buoni”, esclama
“Ti e’ piaciuto il nostro latte?”
“Tantissimo. E’ davvero buono”, mi risponde Alessandro mentre da le sue ultime leccate alle nostre cappelle che si stanno ritirando insieme alle nostre aste “non ho mai assaggiato uno sperma così buono come il vostro”
“Posso farti una domanda?”, gli chiede Giorgio sdraiandosi accanto a lui
“Certo”
“Con chi hai perso la verginità? E quando?”
“Ho perso la verginità con la persona che ha scopato Giulio nel bagno della discoteca”, ci spiega lasciandoci senza parole “cosa credevate? Che non avessi capito che stavate parlando del professor Christian?”, continua sorridendo ironicamente
“Quindi tu hai sempre saputo tutto?”, gli domando mentre mi massaggio il cazzo ormai moscio
“Si, perché anche con me ha fatto la stessa cosa. In palestra si e’ strusciato sul mio culo e quando quest’anno e’ ricominciata la scuola dopo le vacanze di Natale, mi ha sverginato nel bagno durante l’ora di educazione fisica. Mi ha fatto un male incredibile”
“Ci credo. Ho visto che cos’ha tra le gambe”
“Ragazzi mi state facendo venire l’acquolina in bocca”, fa Giorgio
“E il sangue al cazzo”, gli risponde Alessandro facendogli notare che il suo membro e’ diventato barzotto
Una risata liberatoria riecheggia nella stanza. Mi alzo per andare ad aprire la porta chiusa a chiave e per fortuna nessuno degli insegnanti e’ venuto a disturbarci. Vorrei fare la doccia insieme a loro due ma Giorgio, che e’ più sensato di me, mi fa notare che se qualcuno dovesse entrare all’improvviso, ci scoprirebbe insieme a lavarci e non sarebbe una cosa molto bella. Io gli rispondo che se dovesse entrare Christian sarebbe l’occasione adatta per vedergli il cazzo mentre se entra quella di italiano potrebbe sedurla, dato che ancora gli piacciono le donne. Giorgio mi da una leggera spinta di simpatia e poi ognuno fa la doccia. Poco dopo arrivano i professori ad informarci che e’ arrivato il momento di scendere nella hall per tornare a casa. Mentre siamo seduti ad una panchina dell’aeroporto, c’e’ il professor Christian in piedi insieme ad altri professori che mi guarda minaccioso. Il suo sguardo mi mette soggezione e mi giro verso destra accavallando le gambe per poi notare che, il porco, si sta toccando la patta osservandomi il culo avvolto nei pinocchietti.
“Giulio, devo parlarti”, mi fa il professor Christian avvicinandosi a me e Giorgio seduto sull’aereo
“Che cosa vuole?”
“Devo parlarti di una cosa urgente”
“Non può farlo qui?”, gli domanda Giorgio
“Certo che no, frocetti del cazzo”, pronuncia Christian sottovoce abbassandosi su di noi “non voglio che tutti sentano quello che e’ successo quindi o vieni con me oppure dirò a tutti cosa hai fatto quando hai mentito sul tuo malessere”
“Che cos’e’ questa storia?”, fa Giorgio ignaro della cosa “che vuol dire, Giulio?”, mi domanda mentre io come un automa mi alzo “che cosa mi stai nascondendo?”, continua
“Poi ti dirò ogni cosa, promesso”
Seguo il professor Christian fino al bagno dell’aereo. Con circospezione si guarda intorno e poi entriamo insieme. Per non farmi aggredire nuovamente, mi inginocchio prima che possa ordinarmelo e lui, senza dire una parola, si abbassa la lampo tirando fuori la sua nerchia lunga, grossa e lucida spingendola contro la mia bocca chiusa che poi si apre per accoglierla. Con una mano sulla mia testa, il professor Christian spinge il suo cazzo freneticamente dentro le mie fauci. Vuole liberarsi i coglioni da tutta la sborra che ha accumulato mentre mi guardava maliziosamente il culo nell’aeroporto. Ogni tanto lo tira fuori per sbattermelo contro le labbra a cuoricino e poi riprende a farselo succhiare. Nonostante non mi piacciano i suoi metodi, devo dire che e’ sempre un piacere lavorato un cazzo, soprattutto se e’ bello grosso, possente e magari anche adulto. Mi fa sentire desiderato e l’idea di far provare piacere a chi ha già passato i 40, 50 o 60anni, mi fa sentire una troietta a loro completa disposizione. Temendo l’arrivo di qualcuno che abbia bisogno di usare il bagno, Christian accellera le sue spinte contro la mia bocca facendomi male ai lati ogni volta che lo struscia. Il professore schizza dentro la mia bocca tutto il suo succo e un po’ mi esce dagli angoli. Aiutato dalle dita, mi lecco lo sperma fuoriuscito dal mio cavo orale e poi mi alzo. Furtivamente apre la porta della toilette e usciamo insieme raggiungendo i nostri posti. Giorgio mi guarda in malo modo ma non per quello che ho appena fatto ma perché gli ho mentito dicendogli di stare poco bene quando invece dovevo scopare con l’irlandese conosciuto mentre eravamo in gita. Per non parlargli con l’aria puzzolente di sborra, mi metto una mentina in bocca.
“Ok, che cosa vuoi sapere?”
“Perché fai lo stupido? Perché mi hai mentito dicendomi che stavi male? Dovevi incontrarti con qualcuno e’ così?”, mi chiede Giorgio “con chi? Con il professore?” prosegue “la storia che ti ha preso con la forza nel bagno della discoteca era una scusa per non dirmi che già avevate fatto sesso prima?”
“No, no. In realtà quel giogno dovevo incontrarmi con il ragazzo conosciuto alla Fenice”
“Potevi anche dirmelo. Non ti avrei detto di no. Non ti avrei permesso di lasciarti sfuggire un altro cazzo, lo sai benissimo. Sono stato io a dirti che potevamo incontrare altre persone mentre stavamo insieme ma tu non mi dici mai la verità. Chissà con quanti altri hai fatto sesso e io non l’ho mai saputo”, conclude Giorgio
“Non e’ vero. Conosci tutti quelli con i quali sono stato. Giorgio per favore…”
“Lasciami stare. Devo sbollentare prima di capire se posso continuare a fidarmi di te”
Passa tutto il viaggio girato verso l’oblò dell’aereo. Sono ormai tre giorni che non mi parla. Ogni tanto, durante educazione fisica, il professore mi da ancora da bere il suo nettare fino alla fine della scuola e un giorno, io e il mio fidanzato facciamo pace. Nella seconda metà del mese di Giugno, mi preparo per affrontare la maturità. Le prime due prove sono una bazzecola, il quizzone un po’ meno ma credo di avercela fatta. Ma il giorno degli esami orali…

FINE CAPITOLO 25

TO BE CONTINUED

QUESTA E’ LA STORIA DELLA MIA ADOLESCENZA, SCRITTA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI
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