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Gay & Bisex

Vita di coppia 6


di FRANK_1987
08.09.2019    |    5.297    |    1 5.6
"Ci prendiamo da bere e poi ci sediamo a bordo piscina..."
PREMESSA (DA LEGGERE E NON SALTARE): Un nuovo capitolo uscirà ogni domenica. Questi racconti si collocano dopo la saga “IL FIDANZATO DI MIA SORELLA”

Pirati dei Caraibi – La maledizione del cazzo

CAPITOLO 6

La promessa di matrimonio tra Claudia e Agostino sancisce un nuovo traguardo nella mia vita. So per certo che non posso avere quel magnifico cazzo che mesi fa ho visto tramite una foto che aveva mandato a mia sorella prima di tornare dal suo lavoro di medico del Pronto Soccorso. So anche che la prima volta che ho fatto sesso con il mio ex cognato e’ stato il giorno dopo averlo incontrato ma Agostino non e’ Pedro. Non ha nessun particolare interesse verso la mia sessualità, non ha avuto un amico bisessuale che ha preso la sua virtù in un orfanotrofio e non e’ decisamente gay. Proprio io sono a conoscenza che nessuno e’ etero al 100% ma se anche Agostino fosse minimamente intenzionato a fare sesso con me, credo proprio che sarebbe successo e invece sono passati due anni da quando ha incontrato Claudia e lui non mi vede neanche. Pure questa sera fa caldo. E’ una serata estiva di Luglio e il ristorante dove lavoro con Mario e’ stracolmo di gente. La camicia bianca della mia divisa da cameriere e’ leggermente bagnata soprattutto in prossimità del gilet nero che indosso. Ho le maniche arrotolate fino a metà dell’avambraccio e quando non devo servire ai tavoli evitando di presentarmi come uno sciattone, mi allento il papillon. Non vedo l’ora di tornarmene a casa per farmi una doccia. Non ho neanche voglia di fare sesso. Odio l’estate e la sua spossatezza anche se in passato e’ stata testimone di parecchi incontri insieme al mio ex. Torniamo nel nostro nido d’amore che e’ da poco passata l’una. Credevo di trovare un po’ di refrigerio ma ho dimenticato di tenere accesso il condizionatore al minimo per evitare di entrare nell’Inferno invece che in una casa. Mario si toglie la maglietta e se ne va in terrazza prendendosi un cuscino e sedendosi a terra. Io invece indosso abiti più leggeri, tolgo le scarpe, indosso le infradito e lo raggiungo, abbasso le tapparelle della terrazza per evitare che i vicini ci spiino, e poi mi siedo sul divano di vimini. Sta leggendo una rivista di gossip mentre io leggo alcuni messaggi che non ho potuto leggere mentre lavoravo. La pennichella che ci siamo fatti pomeriggio prevedendo come sarebbe andata la serata lavorativa ci sta permettendo di rimanere ancora svegli. Metto un piede sull’altro e gli sfioro delicatamente la gamba destra. Vedo Mario che tiene aperta la rivista ma la sua faccia e’ rivolta verso i miei piedi e, senza che nessuno glielo ordini, smette di leggere la rivista e poggia i miei piedi sulle gambe che ha steso per terra. Solleva il mio arto inferiore e inizia a leccarmi le dita dei piedi. Io lo guardo sorridendo e spengo il cellulare.
“Che cosa vuoi fare?”
“Voglio farti godere”, mi risponde
“Ci stai riuscendo”
“Davvero?”, mi chiede Mario infilandosi l’alluce in bocca
“Si, cazzo”, gli dico massaggiandomi la patta
“Lo sapevo che ti sarebbe piaciuto”
“Poi voglio farlo a te”
“D’accordo amore mio”, fa il mio fidanzato leccandomi la pianta del piede procurandomi il solletico e facendomi ritirate l’arto che lui prontamente riagguanta
“Lecca i miei piedi, schiavetto”
“Agli ordini, padrone”
Mario prosegue a leccarmi le falangi mentre tra le mie mutande inizia a crescere qualcosa. Faccio prendere aria al mio membro ed osservo l’accuratezza del servizio che il mio fidanzato mi sta offrendo. Mi lecca ogni dito di entrambi i piedi, anche il dorso arrivando fino alla caviglia. Io mi sego e poi lui si avvicina a me gattonando e si prende in bocca il mio cazzo. Lo succhia come se volesse lasciarci sopra il gusto che ha poco prima assaggiato. Gli prendo in mano il capo e do il ritmo al pompino mentre lui tira fuori il suo membro e lo sega. Fotto le fauci di Mario e poco dopo gli sborro in bocca. Lo sperma e’ tanto quindi metà lo ingoia e metà ricade sui miei peli pubici che vengono pazientemente ripuliti dalla sua boccuccia. Mario mi sorride e poi si inginocchia di nuovo a terra. Si sega sopra i miei piedi che sono incrociati e poi eiacula su di essi. Nemmeno io, con la mia mente perversa, sono mai arrivato a pensare di fare una cosa simile. Si abbassa e lecca la propria sborra da sopra le piante dei piedi ingoiandola ma lasciandomele comunque bagnate della sua saliva. Lo bacio assaporando due gusti in uno e sporchi come siamo, andiamo a dormire, tanto la doccia la faremo domani mattina.
“Ragazzi, devo darvi una notizia”, fa un giorno Gustavo
“Cosa devi dirci, zio?”, domanda il nipote
“Vi ricordate quei giorni di ferie arretrate?”
“Certo che me le ricordo. Me le sogno pure la notte”, gli dico io
“D’ora in poi non saranno più solo dei sogni”
“Stai dicendo che ci mandi in ferie? Di questo periodo? Con tutta questa gente?”, continua a domandare stupidamente Mario
“Ehi, non bersagliarlo di domande altrimenti non ce le darà più”
“Avanzate una settimana di ferie che potete scegliere quando volete voi”, fa Gustavo
“Io veramente…”
“Io direi verso la fine del mese. Mi sembra il periodo giusto”, spiego al mio zio acquisito
“Ok. Le vostre ferie le avrete in quel periodo”, rimarca Gustavo
Mancano ancora 10giorni alle sospirate ferie e mi viene in mente di trascorrerle con Mario in un posto che sia diverso dalla nostra città. Mi metto a navigare su internet in cerca del prezzo più abbordabile. Ci sono diverse località che mi piacerebbe visitare. Quelle che amo di più sono la Grecia, per la sua cultura millenaria, e l’Egitto, per essere l’unico paese ad avere ancora in piedi una delle Sette Meraviglie del Mondo Antico. Purtroppo per quel periodo le offerte non mi piacciono e decido di puntare su qualcos’altro. Non trovando nient’altro di meglio, decido di andare all’agenzia di viaggi del centro commerciale della città adiacente alla mia. La ragazza mi spiega ogni proposta e quella che mi risulta più conveniente sembra essere quella per i Caraibi. Pare proprio fatta apposta per noi e così ne parlo con Mario che e’ felicissimo perché non abbiamo mai fatto una vacanza così lontano da casa. Finalmente la fine del mese e’ arrivata. Mancano per l’esattezza quattro giorni. Arriviamo a Roma e da lì prendiamo l’aereo dritti fino a Cuba. L’aeroporto di L’Avana ci da il benvenuto nella patria di Fidel Castro dopo quasi 12ore ininterrotte di volo, senza contare, naturalmente, quelle per raggiungere la Città Eterna. Sopportando una temperatura di 34°, un taxi preso quasi al volo ci trasporta all’Hotel Melia Cohiba, uno degli alberghi più costosi. Ha più di 400 camere e più di 60 suite. Con il lavoro svolto in tutti questi anni e un piccolo aiuto da parte della mia famiglia, posso permettermi di fare una vacanza degna di questo nome almeno per una volta. Il facchino ci porta le valigie nella stanza e la prima cosa che facciamo io e Mario e’ dare uno sguardo al panorama. L’hotel si affaccia sull’Oceano Atlantico e nonostante io provi un profondo odio per il mare, adesso tutta quella distesa di acqua mi mette allegria ma tristezza allo stesso tempo. Non sono mai stato così lontano dalla mia famiglia e già mi mancano i miei nipotini.
“Grazie per questa bellissima vacanza”, mi fa Mario
“Te la sei meritata”, gli rispondo abbracciandolo davanti alle finestre aperte senza avere il timore che qualche vicino spii
“Anche tu, amore mio. Abbiamo fatto bene a non andare mai lontano dalla nostra città perché almeno adesso mi sembra di stare in un paradiso”, esclama il mio fidanzato
“Se ci sei tu, ogni posto per me e’ un paradiso”
“Per me invece e’ un inferno. Ehi, non vorrai perdere le tue abitudini trasgressive proprio mentre siamo in vacanza e dovresti esternarle di più?!”
“Assolutamente no”, gli dico “ho portato un sigaro italiano in una scatola particolare. Ti va di dargli due boccate?”, continuo massaggiandomi la patta
Dopo avermi fatto un pompino, io e Mario mangiamo qualcosa e andiamo a dormire stanchi morti. Il giorno dopo ci cambiamo per adeguarci al clima estivo insopportabile ed io indosso una camicia celeste aperta sul davanti, un pantaloncino blu e le infradito mentre Mario gli abbiglia con una maglietta bianca e un pantaloncino nero. Mi metto gli occhiali da sole e raggiungiamo la piscina. C’e’ una fauna piuttosto appariscente. Ragazzi e ragazze di ogni tipi. Ci sono anche cubani benestanti. Prima di raggiungere il bar a pochi passi dall’acqua, una ragazza locale con la pelle ambrata passa davanti a noi. Si solleva gli occhiali e fa un’espressione con la bocca ammirando la nostra avvenenza. Mentre Mario sembra non gradire la sua sfrontatezza, io invece le sorrido. Magari le ho dato qualche possibilità di conquistarmi ma dopo tanti anni che non infilo il mio cazzo dentro una vagina, non credo proprio che riuscirei a rifarlo. Ci prendiamo da bere e poi ci sediamo a bordo piscina. Nell’acqua c’e’ un ragazzo anche lui locale che sta giocando con un bambino, forse il figlio. La sua pelle abbronzata di un colore naturale e non artificiale unita al suo petto leggermente villoso, accendono in me istinti primordiali. Sono venuto in vacanza con Mario per divertirmi ma se per divertimento intendo fare sesso anche con qualche persona natia, ben venga no? Mario si getta in acqua e nuota per un po’. Poi si avvicina a me uscendo dall’acqua e il suo addome e’ perfettamente disegnato sulla sua maglietta bianca e bagnata. Lo tocco con lussuria e poi lui mi getta in piscina. Ride perché in questo modo vuole farmi spegnere i miei bollenti spiriti ma li riaccende ancora una volta quando mi raggiunge e ci baciamo davanti agli altri. Sono ormai tre giorni che siamo a Cuba e mentre stiamo cenando, tra il primo e il secondo, sentiamo una lingua particolarmente amata: l’italiano. Io adoro molto lo spagnolo. L’adoravo prima di conoscere Pedro e Rafael anche se loro mi hanno portato ad appassionarmi di più nell’impararlo ma la tua lingua madre e’ sempre gradita all’orecchio soprattutto in un paese straniero.
“Anche voi siete italiani?”, domando alla coppia eterosessuale seduta al tavolo accanto al nostro
“Si, siamo in vacanza”, risponde lei
“Anche noi”, fa Mario
“Siete fratelli?”, chiede l’esponente maschile della coppia
“No, siamo fidanzati”, lo delucido
“Ah, ok. Io non ho niente contro quelli come voi ma vi direi di non essere troppo appariscenti”, ci consiglia “voi non lo sembrate ma se siete venuti qua per esternare la vostra eccentricità, vi sconsiglio vivamente di farlo”, continua lui
“Ok, faremo come dici tu”, risponde Mario offeso dai soliti cliché
“Sapete dove possiamo trovare un po’ di divertimento?”, chiedo
“Sulla spiaggia c’e’ sempre qualche festa ma se cercate vostri simili vi consiglio il Cabaret Las Vegas. E’ un locale per gay ed e’ molto frequentato”, ci informa la donna
“Si e’ quello che fa per voi”, chiosa il marito
Con un taxi raggiungiamo il locale. Fuori, tra tutta la gente che sta aspettando per entrare, ci sono diverse persone omosessuali vistosi. Il maschio della coppia eterosessuale del ristorante dell’hotel aveva ragione. In questo posto c’e’ più gente eccentrica che gay i quali vogliono vivere la loro vita tranquillamente senza essere confusi con gli altri che poi alla fine diventano anche delle macchiette e quindi capisco che la sua non era omofobia ma solamente consapevolezza di quali strani tipi si e’ trovato davanti passando con la moglie in prossimità del locale. Quando entriamo, l’atmosfera non cambia. Sul palco c’e’ un’esibizione di drag queen che ballano e cantano. Alcune sono sedute anche tra il pubblico. Ci sono pure ragazzi e ragazze che esternano la loro sessualità come ragazzi e ragazze che vivono quasi nell’anonimato. Io e Mario ci sediamo ad un tavolo, guardiamo la fine dell’esibizione per poi vederne cominciare un’altra. Non e’ come il locale gay che frequentavo da adolescente. Quella era una normale discoteca, questo invece e’ molto diverso. Sembra quasi un ghetto, un posto dove ammassare la feccia della società soltanto per dire che gli hanno dato comunque un posto dove manifestare il proprio essere. Mentre assistiamo all’esibizione, due ragazzi si avvicinano a noi. Si presentano come Ramon, 36anni, capelli castani, occhi castani, indossa una maglietta bordeaux e un pantaloncino nero e Gonzalo, 34anni, capelli neri, occhi castani, indossa una maglietta nera e un pantaloncino beige. Ci parlano in spagnolo e, notando una certa somiglianza tra loro, gli domando se siano parenti. Ramon mi risponde che sono fratelli e Gonzalo replica dicendo che hanno lo stesso padre ma madre diversa e poi si prendono per mano indicando che sono due fratelli dediti all’incesto. Ci offrono di andare a casa loro ed io e Mario acconsentiamo piacevolmente.
(IMMAGINATE I DIALOGHI CHE STO PER NARRARE IN SPAGNOLO)
“Come mai siete qui?”, esclama Ramon
“Siamo in vacanza”, gli rispondo
“Vi piace l’Avana?”, chiede Gonzalo
“Mi piace tutto dell’Avana”, fa Mario accarezzando le cosce al ragazzo mentre e’ seduto su uno bracciolo del divano ed io e i due fratelli siamo seduti sui cuscini
“Avete mai avuto esperienze incestuose?”, chiede Gonzalo
“Io no”, fa Mario
“Io si”, rispondo affermando una verità consacrata “ho fatto sesso con mio nonno, mio zio, mio padre e mia madre”, li informo
Ramon e’ visibilmente eccitato, mi tocca il bicipite sinistro e poi mi bacia. Limonando inizio ad accarezzarmi il cazzo che comincia a crescere nei miei pantaloni. Anche Mario e Gonzalo si baciano appassionatamente ma poi Gonzalo bacia me e Mario, stendendosi sulle mie gambe, inizia a limonare con Roman. Il mio fidanzato e Gonzalo si levano le magliette riprendendo a infilarsi le lingue ognuna nella bocca dell’altro. Ramon si alza, si leva la maglia, fa alzare anche me facendomi rimanere a torso nudo e intanto si inginocchia. Gonzalo si alza e si sfila il pantaloncino. Io e Ramon lo seguiamo a ruota e Mario si prende nelle fauci i 22cm della minchia di Gonzalo, i 20cm di quella di Ramon e anche i miei 19cm. Li lecca e succhia uno per volta anche se poi gli mettiamo le cappelle sulla lingua e lui se le lecca contemporaneamente. Io, Ramon e Gonzalo, intanto, ci accarezziamo i torsi e le schiene baciandoci lussuriosamente. Ramon si abbassa vicino a Mario leccando il cazzo del fratello quasi preso da un raptus di gelosia tanto da costringere il mio ragazzo a dedicarsi solo al mio membro. Arrabbiato con Mario, Ramon lo prende per un braccio, si siede sul divano e fa accomodare il ragazzo sopra il suo petto. Gonzalo si sputa su una mano e, mentre io gli lecco il cazzo, strofina la sua mano bagnata sul sederino di Mario che viene impalato dal cazzo di Ramon.
“Scopati, puttanella. Scopati da sola”, fa Ramon nei confronti di Mario
“Mmh si, si, che bello”, grida il mio fidanzato muovendo la testa a destra e a sinistra
“Ti piace?”, gli chiede Gonzalo
“Dopo voglio anche il tuo”
“Tra un po’”
“Ma prima voglio scoparti io”, mi riferisco a Gonzalo
“Si, voglio diventare la troia di questo stallone italiano”, mi dice Gonzalo accarezzandomi il petto e baciandomi con la lingua
Lo posiziono a novanta gradi sul divano e mentre limona con Mario, inizio a leccargli il culo. Ce l’ha bello allargato a testimonianza di quante volte suo fratello gli sia entrato dentro. Con le dita glielo amplio e gli sputo dentro chiudendo i bordi della sua rosellina in modo da umettarla per bene. Prendo del lubrificante da terra, mi cospargo il cazzo e poi gli entro dentro. Mi scopo Gonzalo mentre si abbraccia e bacia Mario che viene stantuffato nel culo da Ramon, l’altro fratello incestuoso. Gonzalo ha un tatuaggio sulla coscia sinistra e non faccio altro che toccarglielo mente spingo il mio pene nel suo buco profondo come un pozzo. Sebbene siamo venuti in vacanza solo per rilassarci, scopare con qualcuno del posto era il nostro secondo desiderio. Però io volevo fare la parte del passivo. Io volevo avere dentro di me un cazzo cubano ma invece devo accontentarmi di fare l’attivo nonostante scoparmi un culo non mi dispiaccia affatto. Faccio sollevare Gonzalo che mi abbraccia per il collo e prendendolo per la nuca, lo bacio. Così le spinte diminuiscono ma baciare una persona per me e’ molto più eccitante che scopare. Sapeste quante volte, segandomi davanti al computer, sono venuto più in fretta vedendo due uomini baciarsi piuttosto che vederli mentre scopano. Mi tolgo per il momento dal culo di Gonzalo e mi siedo sul divano. Lui se lo lubrifica nuovamente e poi si siede su di me e sul mio membro dandomi la schiena.
“Scopami, figlio di puttana”, mi incita Gonzalo
“Te lo apro in due”, gli rispondo
“Si, fammi sentire il tuo cazzo italiano”
“Lo senti adesso?”, gli domando dandogli una spinta che lo fa gridare
“E’ vero. E’ vero. Gli italiani sono i migliori a letto”, stabilisce Gonzalo “le statistiche avevano ragione. Eccome se avevano ragione”, continua posseduto dallo spirito del sesso “non mentono mai”, prosegue muovendosi velocemente sul mio cazzo temendo che me lo stacchi
Mario e’ ancora seduto su Ramon e fa su e giù sopra il suo bastone ma poi improvvisamente si alza e inizia a baciare Gonzalo. Vuole che lo scopi ma io non ho nessuna intenzione di uscire da quel culo così lo spingo per la schiena più in avanti in modo che il mio fidanzato si pianti dentro al buchetto tutti i 22cm di quel sigaro cubano. Ha una gamba poggiata sul divano e l’altra per terra e si muove lentamente scopandosi. In questo modo, Mario fa ancora più pressione sopra il bacino di Gonzalo e di conseguenza sopra il mio quindi lo faccio alzare e consegno Gonzalo nelle mani di Mario. Il mio amore si mette a pecorina su un bracciolo del divano e Gonzalo riprende a scoparlo mentre Ramon e’ inginocchiato davanti a me e mi succhia la minchia. Poi lo prendo per le spalle e lo getto sul divano a quattro zampe. Gli lecco brevemente il buco del culo ed, aiutato dal lubrificante, profano un altro culetto ambrato. Profano e’ una parola grossa perché anche il suo foro anale non e’ affatto vergine. Chissà quanti cazzi ci sono entrati e chissà quante volte i due fratelli si sono scopati a vicenda. Gonzalo prende Mario per le spalle uscendo dal suo culo e lo sdraia supino sul divano ricominciando a scoparlo così lui e Ramon possono scambiarsi effusioni e slinguazzate varie. Io afferro Gonzalo per il fianco sinistro, lo scopo con forza e afferro anche il piede destro del mio fidanzato e me lo ficco in bocca leccandogli le dita.
“Guarda questa troia italiana come si prende bene il mio cazzo”, fa Gonzalo
“Sembra nato per questo”, risponde Ramon
“Anche io voglio il vostro cazzo”, gli dico sperando che prima o poi io sia a prendere il posto del mio fidanzato
“Mi dispiace ma sono stremato e a momenti vengo”, fa Ramon
“Allora ficcamelo nel culo e sborrami dentro”
“No, devo inondare la faccia al tuo fidanzato proprio come avevo immaginato di fare quando vi abbiamo visti al locale”
“Cazzo, vengo”, fa Mario sborrandosi sull’addome mentre Gonzalo continua a scoparlo
Io esco dal culo di Ramon che si avvicina alla faccia di Mario e, prendendolo per i capelli, gli spruzza sul viso tutto il suo liquido seminale caraibico. Io invece getto nuovamente il cubano sul sofà e gli sborro sul petto. Gonzalo continua sempre ad approfittare del culetto del mio fidanzato e poi con un grugnito capiamo che gli ha sborrato nel culo. Quando glielo stappa, il suo sperma fuoriesce abbondantemente e viene raccolto dal proprietario con le dita che io pulisco meticolosamente mentre Ramon pulisce il cazzo del fratello. Ci ricomponiamo e raggiungiamo il nostro hotel. Per fortuna siamo ancora in tempo perché, prevedendo l’orario di chiusura di alcuni locali notturni, anche l’hotel ha prolungato l’orario disponibile ai clienti per rientrare nelle proprie stanze. Io e Mario facciamo la doccia e poi ci addormentiamo come dei ghiri. La sveglia suona presto e un’altra giornata viene trascorsa divertendoci in piscina. Alcuni ragazzi sono attratti da noi. Nella comitiva c’e’ anche un giovane effeminato che andrebbe punito severamente a suon di cazzo in culo. Mi fa venire in mente il mio ex Kai che mi sono scopato solamente per punirlo quando ogni volta mi diceva che voleva il mio cazzo ma poi si e’ trasformato in qualcosa di più. Con Mario decidiamo di trombarcelo prima della fine della vacanza ma sfortunatamente quando ritorniamo in piscina, i suoi amici ci dicono che e’ partito la mattina presto insieme ai suoi genitori ritornandosene nel suo paese d’origine. Dopo due giorni, anche la nostra vacanza finisce e ritorniamo in Italia che Agosto e’ iniziato da qualche giorno.
“Vi siete divertiti?”, chiede mamma
“Si, tantissimo”, le risponde Mario
“Davvero?”, domanda furbescamente Rafael
“Si, ci siamo divertiti come fanno tutti gli altri e anche come possono fare due come noi”, gli spiego perché sicuramente voleva sapere proprio questo
“Hai portato qualche regalo?”
“Ti pare che abbiano avuto il tempo di pensare ai regali?”, dice Rafael alla mamma
“E invece abbiamo pensato a tutti”, lo riprende Mario
“Dov’e’ Claudia? Volevo darle in mio regalo”
“E’ andata in vacanza a Riccione dai genitori di Agostino. Dovevano decidere qualcosa sul matrimonio e ne hanno approfittato”, mi dice “io e Rafael partiremo non appena lui finirà di lavorare”, continua la mamma “dobbiamo fare le cose in grande questa volta non come con Pedro che si sono sposati senza rendermene conto e poi hai visto come e’ andata a finire?”
“Se vuoi posso prendere un biglietto aereo anche per voi due”, mi dice il mio patrigno
Rimanere da solo in città a pensare alla deformità della mutanda di Agostino oppure andare a vederla con i miei occhi sognandomela ad ogni ora del giorno e della notte? Decido di scegliere la seconda opzione e ringrazio Rafael per il regalo che mi ha concesso. Poi consegno a Esteban la mia sorpresa cubana aspettando che arrivi la prossima settimana per trascorrere un po’ di tempo sotto il sole di Riccione…

FINE CAPITOLO 6

TO BE CONTINUED

QUESTA E’ LA STORIA DELLA MIA ADOLESCENZA, SCRITTA DA ME E NON COPIATA DA ALTRI SITI. NON SONO UNO SCRITTORE PROFESSIONISTA QUINDI NON BADATE MOLTO GLI EVENTUALI ERRORI
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