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Prime Esperienze

“Lidia: Fuoco e Desiderio alla Centrale”


di Membro VIP di Annunci69.it Angel1965
26.05.2025    |    40    |    0 6.0
"⸻ Epilogo Mentre l’alba illuminava le grandi vetrate sporche della stazione, Lidia si rialzò con grazia, sistemando i vestiti strappati e il trucco sfatto..."
Prefazione

Milano Centrale di notte non è solo una stazione, è un teatro di desideri proibiti e corpi che si consumano senza pudore. Qui, tra i vagoni e i rumori metallici, si aggira Lidia, una vera regina del piacere sporco, un animale sfacciato e affamato di sesso. Non chiede, prende. Non si nasconde, si mostra. Il suo corpo è un’arma, la sua bocca una lama affilata, la sua voglia un incendio senza freni. Questo racconto non è per chi cerca carezze delicate, ma per chi vuole immergersi nel lato più crudo, sfrenato e carnale della passione.



Racconto

Lidia avanzava con passo deciso, i tacchi a spillo che rimbombavano come un tamburo di guerra sul pavimento gelido della stazione. La giacca di pelle aperta lasciava intravedere un reggiseno di pizzo nero, sottile, che non riusciva a contenere il rigonfio prorompente dei suoi seni perfetti, stretti e tesi dall’eccitazione. Le gambe lunghe e toniche, fasciate da collant velati, scintillavano sotto la luce al neon.

Il suo sguardo incontrò quello dell’uomo, un uomo alto e muscoloso, con occhi che brillavano di desiderio affamato. Non servivano parole, solo il tacito accordo di un gioco che stava per iniziare.

Lo guidò nell’angolo più nascosto, dove le pareti erano fredde e grezze, il silenzio coperto solo dal suono distante dei treni. La prese con una forza decisa, le mani che afferrarono il suo collo, spingendola contro il muro con un’energia brutale e dolce allo stesso tempo.

Le labbra di Lidia si schiusero in un gemito rauco mentre l’uomo scendeva con le mani sotto il bordo della sua gonna, strappando il tessuto e lasciando scoperte le cosce lisce e affusolate. Le sue dita scivolarono sotto i collant, toccando la pelle calda e umida, accendendo un fuoco che si propagava dall’interno verso l’esterno.

Lei non si limitava a ricevere: infilò le dita tra i capelli dell’uomo, tirandolo più vicino mentre la sua lingua scivolava a caccia di sapori, mordicchiando il lobo dell’orecchio con una fame animalesca. Le sue mani si spostarono lungo il torace, afferrarono il cazzo duro, e senza esitazione iniziò a massaggiarlo con movimenti lenti e provocanti, lasciandolo quasi impazzire.

Poi, con un movimento deciso, si inginocchiò davanti a lui, spalancando la bocca e avvolgendo il membro con le labbra calde e umide. La lingua giocava sulla punta, leccando e mordendo con una crudeltà seducente, mentre le mani di Lidia si aggrappavano ai fianchi dell’uomo, tirandolo più dentro, più profondo.

Il gusto intenso del sesso si mescolava al sapore salato della saliva e all’odore inebriante della pelle calda, creando una miscela proibita e irresistibile. Ogni movimento era un comando, un’esca, un invito a perdere ogni controllo.

Quando finalmente si alzò, il suo corpo tremava di brama. Spostò le mani sotto la sua gonna strappata, scoprendo la vagina umida e pronta. L’uomo la penetrò con forza, lento all’inizio, poi più veloce, più feroce, come un predatore che reclama la sua preda.

Le loro grida si fusero con il rumore dei treni, un concerto di passione sfrenata e sporca. Le unghie di Lidia si conficcarono nella schiena dell’uomo, lasciando solchi rossi e brucianti, mentre il piacere cresceva fino a esplodere in un orgasmo violento e liberatorio.



Finale di puro godimento

Lei lo sentì tremare sotto di sé, il respiro diventare corto, il corpo tendersi come una corda al massimo. Con un ultimo, feroce movimento, lo avvolse con tutta se stessa, serrandolo come una morsa, spingendo dentro ogni centimetro con una voracità incontrollabile.

I gemiti si fecero urla, e le mani di entrambi si aggrapparono disperate a tutto ciò che potevano afferrare: muri, vestiti, pelle. Il piacere li travolse come un’onda impetuosa, un terremoto di sensazioni che li fece perdere il contatto con il mondo esterno. Le vene pulsavano, la pelle bruciava, il calore si faceva fuoco, e l’orgasmo esplose dentro di loro come un’esplosione di luce accecante.

Lidia urlò il suo nome, voce roca, impastata di voglia e abbandono, mentre il corpo si contorceva in spasmi profondi, come se volesse inghiottirlo e lasciarsi inghiottire allo stesso tempo. Lui, perso nella sua furia, scoppiò dentro di lei con un ultimo colpo potente, mentre il tempo sembrava fermarsi, e il mondo diventava solo quel momento di estasi pura.

Rimasero così, uniti e sfiniti, le loro pelle incollate, il respiro lento che tornava a regolare il ritmo. Nessuna parola, solo il silenzio carico di soddisfazione e il battito ancora forte dei loro cuori intrecciati in un ultimo, infinito abbraccio di piacere.



Epilogo

Mentre l’alba illuminava le grandi vetrate sporche della stazione, Lidia si rialzò con grazia, sistemando i vestiti strappati e il trucco sfatto. Il corpo segnato, la bocca ancora umida, il cuore che batteva all’impazzata.

Si voltò a guardare l’uomo, ancora inginocchiato, trafitto da quella donna che non avrebbe mai smesso di dominare il suo desiderio. Un’ultima occhiata crudele e un sorriso di sfida prima di sparire nella luce del mattino, lasciando dietro di sé solo il ricordo di una notte di sesso sporco, di potere e libertà.
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