Lui & Lei
“Caterina – Una notte da ingoiare”
di 
Angel1965
27.05.2025 |
18 |
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"— Di più… più forte…
Le afferrai il collo, la piegai indietro e le sussurrai all’orecchio, mentre continuavo a scoparla:
— È questo che volevi, piccola puttana?
— Sì… usami…
E io lo..."
Non ero lì per cercare nulla.E forse proprio per questo, la trovai.
Caterina aveva diciannove anni e l’età addosso come un profumo proibito. Entrò nel locale come una miccia appena accesa: jeans attillati, top bianco trasparente, niente reggiseno. Il corpo era giovane, sì, ma già cosciente di sé. Lo sguardo, invece, era qualcosa che nessuna coetanea riusciva ancora a indossare: diretto, vorace, calcolato.
Si sedette accanto a me, ignorando ogni altro sguardo.
— Non sei giovane — disse, fissandomi.
— Nemmeno tu — risposi.
Mi sorrise. Inclinò leggermente la testa, poi aggiunse:
— Ma io so godere. Tu sai far godere?
Non risposi. Pagai da bere e la portai fuori. Mi seguì senza esitazione, come se avesse già deciso tutto prima ancora di parlarmi.
⸻
A casa mia, la parte dei vestiti durò pochissimo.
Mi spogliò con la foga di chi ha fame. Le sue mani erano veloci, la bocca già sul mio collo, i denti che mi slacciavano i pantaloni. Una volta nudo, si inginocchiò con una lentezza volutamente teatrale, guardandomi dal basso con un rispetto animalesco.
Mi prese in bocca senza esitazione. Affamata. Profonda.
Sputava e succhiava, mi schiaffeggiava contro la gola con naturalezza. Non cercava carezze: cercava sfogo. Cercava gusto.
Ogni colpo di lingua era una dichiarazione di guerra.
Si fermava solo per guardarmi negli occhi e chiedere:
— Mi senti in fondo?
Poi riprendeva. Più giù. Più bagnata. Più feroce.
Le afferrai i capelli. Le tirai indietro la testa mentre glielo ficcavo in gola con forza. Lei godeva di quell’umiliazione. Sbavava. Si strozzava leggermente, ma non si fermava mai.
Quando venni, non si ritrasse. Ingoiò tutto. Poi si passò la lingua sulle labbra, guardandomi con una sfida dolce e sporca allo stesso tempo.
— E ora scopami forte. Come un uomo. Non come un vecchio.
⸻
La gettai sul letto.
La girai a pancia in giù e la presi da dietro. I fianchi tra le mani, le entravo dentro con forza.
Ogni spinta le strappava un gemito.
— Di più… più forte…
Le afferrai il collo, la piegai indietro e le sussurrai all’orecchio, mentre continuavo a scoparla:
— È questo che volevi, piccola puttana?
— Sì… usami…
E io lo feci.
Cambiammo posizione come se il tempo non esistesse più.
La presi sopra di me: cavalcava impazzita, si torturava i capezzoli da sola mentre gemeva senza vergogna. La tirai su per le braccia, la sollevai e la poggiai sul tavolo, la tenni in aria mentre la scopavo con tutta la forza che avevo, i suoi talloni che mi battevano sulla schiena a ogni colpo.
Il sudore ci colava addosso come una seconda pelle.
Le mani sporche, la bocca sporca, le parole sporche.
Nessuna pietà. Nessuna dolcezza. Solo carne. Solo ingordigia.
Non dormimmo mai.
⸻
Alle cinque del mattino si rivestì in silenzio.
Indossò di nuovo il top, ancora umido.
— Sarà solo questa volta, vecchio mio — disse, senza guardarmi.
— Lo so.
— Ma stanotte… me la ricorderò tra le gambe per anni.
Uscì senza voltarsi.
Rimasi nudo sul letto, il corpo ancora scosso dal suo odore. Le labbra ancora umide delle sue.
Un ricordo da ingoiare.
Una notte che nessuna giovane o vecchia potrà mai cancellare.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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