Prime Esperienze
Le Svergognate di Matera – Racconto Integrale


05.06.2025 |
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"La sorella è più bassa, più tettuta, ma ha lo stesso sguardo da succhiacazzi seriale..."
Matera. Hotel con vista sui Sassi. Primavera piena. Dentro la tua camera: il vuoto. Fuori: la promessa di una notte da bestia. La vedi. La segui. Ti ritrovi in un inferno di carne, sudore e perversione.
Sessant’anni. Ma che se ne frega.
Il corpo ancora tonico, la bocca rifatta da poco, la figa liscia come seta, già umida solo a vederti.
Minigonna porca, seno che scoppia, occhi che ti chiedono solo una cosa: “Scopami come se fossi l’ultima troia su questa terra.”
Ti lascia un bigliettino sotto la porta.
“Camera 18. Vieni. Voglio urlare con la tua carne dentro.”
Non chiedi niente. Bussi. Lei apre. È nuda, solo i tacchi e il rossetto.
Seni turgidi, capezzoli duri, figa rasata che brilla.
«Fammi tua, porco. Voglio il tuo cazzo in gola, poi in figa, poi dove ti pare. Ma sfondami.»
Glielo sbatti in bocca. Te lo prende tutto, sbavando, ansimando. Si soffoca da sola, ma non si ferma. Ti guarda dal basso, si schiaffeggia il clitoride, geme.
«Tienimi ferma la testa, scopami la bocca! Fammi sentire il sapore delle tue palle sulla lingua, bastardo!»
Poi la pieghi sul letto. Le allarghi le cosce. E la entri di forza.
Urla. Strilla. Si contorce. Gode.
«Distruggimi la fica! Fammi male! Fammi diventare sorda dal piacere!»
Ogni colpo è uno schiaffo. Ti implora di non fermarti. Ti chiede di leccarla, di scoparla, di trattarla da troia consumata.
E lei lo è. Una troia. Una porca. Una bestia che non si vergogna di niente.
Viene come una dannata. Ma non è finita. Ti cavalca. Si infila due dita nel culo mentre si schiaffeggia la figa e ti grida:
«GUARDAMI! Sto venendo! Guarda la mia figa che ti sputa fuori il succo! Vienimi addosso, sporcami! Fammi schifo!»
Le esplodi in faccia, sulle tette, tra i capelli. Lei ride, si spalma tutto addosso, poi si lecca le dita con gusto da professionista.
E ti dice, tranquilla:
«Domani te la porto. Mia sorella. Cinquantasei anni, ma è più troia di me. E non porta mutande da vent’anni.»
⸻
Il giorno dopo. Stessa camera. Due donne all’ingresso.
Vestite da mignotte da strada. Gonne corte, autoreggenti, trucco pesante, bocche da pompino.
La sorella è più bassa, più tettuta, ma ha lo stesso sguardo da succhiacazzi seriale.
Entrano.
«Siediti sul letto, bello. Ora vediamo chi di noi due ti fa urlare per primo.»
La sorella si inginocchia e ti prende in bocca senza dire una parola. Ti ingoia. Ti scopa con la lingua.
L’altra si denuda, ti cavalca la faccia. Ti sottomettono. Ti usano. Ti svuotano.
Due puttane sfrenate che si leccano a vicenda davanti a te, mentre ti ordinano:
«Scopaci! Tutte e due! Insieme! Dentro, dietro, in bocca, dove cazzo vuoi!»
Ti ficchi in una, poi nell’altra. Le giri. Le sottometti. Ma sono loro a comandare davvero.
Ti schiaffeggiano, ti spingono, si scambiano la tua carne come un giocattolo.
«Mi viene la figa solo a sentire mia sorella che urla!»
«Mordimi! Spaccami il culo! Siamo le troie dei tuoi sogni!»
E lo sono. Senza pudore.
Le vieni in faccia. Si leccano l’una con l’altra. Ti chiedono un secondo giro. E un terzo.
Alla fine, stravolto, ti abbandoni sul letto. Le due si fumano una sigaretta, nude, una sopra l’altra. E sussurrano:
«Vuoi venire anche domani? Perché portiamo anche la cugina. È più giovane. Ventisei. Ma è cresciuta bene…»
⸻
FINE… o solo l’inizio?
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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