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Nora: la visita medica


di Membro VIP di Annunci69.it Efabilandia
05.05.2025    |    2.568    |    4 9.3
"Nora lo accarezzò, la sua mano che contrastava con la pelle chiara, poi si chinò, leccando la cappella con la lingua, il piercing che sfiorava la punta sensibile, facendolo tremare..."
Mi chiamo Fabio, ho 44 anni, e sono sposato con Nora, la donna che ha trasformato la mia vita in un fuoco che non si spegne mai. A 32 anni, Nora è una visione che toglie il fiato: capelli mori ondulati che le accarezzano le spalle come seta nera, una seconda di seno abbondante che sembra scolpita, alta appena 1,60 ma con un’aura che domina ogni spazio. Adora lo smalto nero, che fa risaltare le sue mani delicate, i tacchi alti che slanciano le sue gambe perfette, e vestiti attillati che aderiscono alle sue curve come una promessa di piacere. Il piercing sulla lingua è il suo segreto, un dettaglio che rende ogni suo bacio un brivido, ogni sorriso un invito. Sono innamorato perso di lei, disposto a tutto per soddisfare i suoi desideri, per alimentare la passione che ci unisce. Da qualche anno, nelle nostre notti più intime, fantasticavamo su una cosa: Nora che mi tradisce, con il mio consenso, con un uomo capace di farla vibrare. Quella fantasia, quel gioco, è diventata realtà in un pomeriggio di primavera, nello studio di un dermatologo a Firenze, in un modo che non avrei mai immaginato.
Nora frequentava lo studio del dottor Lorenzo, un dermatologo di 40 anni, distinto, con un fascino che mescolava eleganza e pericolo. Il suo studio in via Tornabuoni, nel cuore di Firenze, era un luogo di prestigio, dove l’odore di disinfettante si intrecciava con quello di cuoio e carta, creando un’atmosfera di ordine e seduzione nascosta. Nora ci andava per dei controlli cutanei, e di solito l’accompagnavo, aspettandola in macchina con un libro o il telefono. Ma tra lei e Lorenzo era nato un gioco, fatto di sguardi complici, sorrisi che nascondevano promesse, e poi messaggi su WhatsApp che avevano alzato la temperatura. Lui le aveva scritto che lo eccitava da morire, che il suo corpo lo ossessionava. Nora, con la sua abilità di provocare senza perdere classe, gli aveva risposto con una foto: lei in lingerie nera, le autoreggenti che incorniciavano le cosce, il piercing sulla lingua appena visibile in un sorriso malizioso. Lorenzo aveva ricambiato con un’immagine del suo cazzo, duro, la cappella gonfia, accompagnata da un messaggio: “Questo è l’effetto che hai su di me.” Io sapevo tutto, e l’idea mi mandava in estasi, ma Nora aveva deciso di fare un passo in più, senza dirmelo, per sorprendermi.
Quel pomeriggio, Nora decise di andare da sola e di provarci. Non mi disse nulla, voleva che fosse una sorpresa, ma sapeva che ne sarei stato felice, che il suo tradimento, consumato con il mio consenso implicito, avrebbe acceso un fuoco ancora più grande tra noi. Si preparò con una cura che era quasi rituale. Indossò un vestito nero attillato, che le fasciava il corpo come una seconda pelle, con uno spacco che lasciava intravedere le autoreggenti. Sotto, lingerie di pizzo nero, un reggiseno che esaltava il suo seno generoso e un perizoma che a malapena copriva la sua fica. I tacchi alti cliccavano sul pavimento, lo smalto nero brillava sulle unghie, e il piercing sulla lingua catturava la luce quando sorrideva. Si guardò allo specchio, consapevole della sua potenza, e uscì, diretta allo studio di Lorenzo.
Quando entrò, l’aria si riempì del suo profumo, un mix di vaniglia e muschio che sovrastava l’odore asettico del disinfettante. Nella sala d’aspetto c’erano alcuni pazienti: una signora anziana con un libro, un uomo che sfogliava una rivista, una giovane donna che controllava il telefono. Lorenzo la accolse con un sorriso professionale, ma i suoi occhi, scuri e intensi, tradivano un desiderio che non poteva nascondere. “Signora Nora, prego, si accomodi,” disse, guidandola verso il suo studio privato, una stanza elegante con una scrivania di mogano, una poltrona di cuoio, e un lettino medico coperto da un lenzuolo bianco. L’odore di disinfettante si mescolava a quello di cera per mobili e al profumo di Nora, creando un cocktail inebriante.
Una volta chiusa la porta, l’atmosfera cambiò. Lorenzo si avvicinò, il suo camice bianco che contrastava con il calore nei suoi occhi. “Non riesco a pensare ad altro da giorni,” sussurrò, la voce bassa, carica di desiderio. “Sei qui, e sei ancora più bella di quanto immaginassi.”
Nora sorrise, il piercing sulla lingua che brillava sotto la luce. “Anche tu non sei male, dottor Lorenzo,” rispose, la voce un misto di provocazione e dolcezza. Si avvicinò, posando una mano sul suo petto, sentendo il battito accelerato sotto il camice. Poi si alzò in punta di piedi e lo baciò, le loro labbra che si incontravano in un’esplosione di calore. Il bacio era lento, profondo, la lingua di Nora che danzava con la sua, il piercing che sfiorava la sua bocca, aggiungendo un brivido a ogni movimento. Lorenzo gemette, le sue mani che scivolavano sui fianchi di Nora, stringendola contro di sé, il suo cazzo già duro che premeva contro di lei attraverso i pantaloni.
Senza dire una parola, Nora si inginocchiò, le sue mani con lo smalto nero che slacciavano i pantaloni di Lorenzo con una lentezza deliberata, come se stesse assaporando ogni istante. Il suo cazzo balzò fuori, duro, la cappella gonfia e lucida, pulsante di desiderio, una vena che correva lungo l’asta come una promessa di piacere. Nora lo accarezzò, la sua mano che contrastava con la pelle chiara, poi si chinò, leccando la cappella con la lingua, il piercing che sfiorava la punta sensibile, facendolo tremare. “Dio, Nora,” ansimò Lorenzo, le mani che si intrecciavano nei suoi capelli. Lei lo prese in bocca, succhiando con una passione che lo fece gemere, la lingua che esplorava ogni centimetro, il piercing che scivolava lungo l’asta, aggiungendo una sensazione unica. Succhiava con ritmo, alternando movimenti lenti e profondi, le labbra strette intorno al suo cazzo, mentre Lorenzo cercava di soffocare i gemiti, consapevole dei pazienti che aspettavano fuori, a pochi metri di distanza.
Il suono dei loro respiri pesanti riempiva la stanza, mescolandosi all’odore di disinfettante e al profumo di Nora, un mix che rendeva l’aria densa di desiderio. Dopo minuti di piacere orale che sembravano eterni, Lorenzo la sollevò, posandola sul lettino medico con una delicatezza che contrastava con la fame nei suoi occhi. Le alzò il vestito, scoprendo le autoreggenti e il perizoma, che strappò con un gesto deciso, esponendo la sua fica. Le grandi labbra, gonfie e bagnate, brillavano sotto la luce soffusa dello studio, un invito che Lorenzo non poteva ignorare. “Sei perfetta,” mormorò, chinandosi per baciarle l’interno delle cosce, il suo respiro caldo che la faceva tremare. Poi la sua lingua trovò il clitoride, leccandolo con una precisione che la fece inarcare, un gemito soffocato che sfuggì dalle sue labbra. Nora si morse il labbro, cercando di non fare rumore, ma il piacere era troppo intenso, la lingua di Lorenzo che danzava, succhiava, esplorava ogni piega della sua fica.
Lorenzo si rialzò, il suo cazzo che sfiorava l’ingresso della sua fica, la cappella gonfia che luccicava di pre-sperma. Le sollevò le gambe, posandole sulle sue spalle, le autoreggenti che incorniciavano la scena come un quadro erotico. Con un movimento lento, entrò in lei, la cappella che scivolava tra le sue grandi labbra, accolta dal calore umido della sua fica, riempiendola completamente. Nora gemette, le mani che stringevano il lenzuolo, il piercing sulla lingua che brillava mentre si mordeva il labbro inferiore. Lorenzo iniziò a scoparla, ogni spinta un’esplosione di piacere, il suo cazzo che si muoveva con un ritmo che la faceva tremare. “Sì, scopami forte,” sussurrò Nora, la voce tremante, il desiderio che sovrastava ogni pensiero. Lui obbedì, accelerando, il suo cazzo che la penetrava profondamente, la cappella gonfia che sfregava contro le sue pareti, portandola al confine dell’estasi.
Il lettino scricchiolava piano, un suono che cercavano di coprire con respiri controllati, ma i loro gemiti soffocati riempivano la stanza, un coro di piacere che minacciava di sfuggire al controllo. Nora sentiva l’orgasmo avvicinarsi, un’onda che cresceva senza sosta, il suo corpo che si tendeva come una corda. “Sto venendo,” ansimò, la voce spezzata, e Lorenzo aumentò il ritmo, scopandola con una forza che la faceva sobbalzare, il suo cazzo che pulsava dentro di lei. Con un grido soffocato, Nora esplose, il suo corpo che tremava, la fica che si contraeva intorno al cazzo di Lorenzo, un orgasmo che la travolse come un’onda, lasciandola senza fiato, le cosce che tremavano contro le sue spalle. Lui continuò a muoversi, prolungando il suo piacere, ogni spinta che la teneva sospesa in quell’estasi.
Ma Lorenzo non aveva finito. La fece alzare, guidandola verso la scrivania di mogano, il legno liscio sotto le sue mani. Nora si piegò a 90 gradi, il culo perfetto esposto, le autoreggenti che incorniciavano le sue cosce. Lorenzo si posizionò dietro di lei, il suo cazzo che scivolava di nuovo nella sua fica, ancora bagnata dal suo orgasmo. La scopava con spinte profonde, le mani che stringevano i suoi fianchi, il suono della loro pelle che sbatteva attutito dal camice di lui. “Sei incredibile,” gemette Lorenzo, il suo cazzo che la riempiva, la cappella gonfia che sfregava contro le sue pareti sensibili, mandandola di nuovo verso il piacere. Nora gemeva piano, il corpo che si muoveva contro di lui, ogni spinta che la portava più vicina a un secondo orgasmo. Lorenzo accelerò, il suo respiro che si faceva irregolare, i suoi gemiti che si mescolavano a quelli di lei. Con un grugnito soffocato, venne, riempiendole l’utero con schizzi caldi di sperma, il suo cazzo che pulsava mentre si svuotava dentro di lei, ogni getto un’esplosione di calore che la fece gemere.
Rimasero immobili per un momento, ansimando, il profumo di disinfettante, cuoio e vaniglia che li avvolgeva. Poi Nora si ricompose, sistemando il vestito, infilando un nuovo perizoma dalla sua borsa. Lorenzo si abbottonò i pantaloni, il volto ancora arrossato, un sorriso complice sulle labbra. “Torna presto,” le sussurrò, sfiorandole la mano. Nora ricambiò il sorriso, uscendo dallo studio con passo deciso, il calore dello sperma di Lorenzo ancora dentro di lei. Nella sala d’aspetto, una signora anziana la guardò con disapprovazione. “Ha messo proprio tanto tempo,” commentò, ma Nora si limitò a sorridere, un lampo di malizia negli occhi, e lasciò lo studio.
Due giorni dopo, quando i nostri figli erano dai nonni, Nora mi raccontò tutto. Eravamo a letto, nudi, i nostri corpi intrecciati dopo una scopata epica, alimentata dai dettagli che mi aveva sussurrato all’orecchio: il modo in cui Lorenzo l’aveva leccata, come il suo cazzo l’aveva riempita, il sapore della sua cappella nella sua bocca. Ogni parola era un fuoco che mi consumava, e quando venni dentro di lei, il nostro piacere si mescolò al ricordo del suo tradimento, un’esperienza che aveva superato ogni nostra fantasia.
Ma la vera sorpresa arrivò qualche giorno dopo, quando trovai una mail nella mia casella di posta. Era di Lorenzo, con un allegato: un video. Sapeva che ero consenziente, e lui e Nora avevano deciso di filmare il loro incontro, un regalo per me, una sorpresa che Nora aveva orchestrato con cura. Aspettai che tornasse a casa, e quella sera, dopo cena, ci sedemmo sul divano, il laptop aperto davanti a noi. Premetti play, e il video iniziò.
La telecamera, posizionata su uno scaffale, catturava ogni dettaglio dello studio: la scrivania di mogano, il lettino medico, le candele che tremolavano in un angolo. Nora entrò, splendida nel suo vestito nero, il corpo che si muoveva con una grazia felina. Lorenzo la accolse, il desiderio evidente nei suoi occhi, e il loro primo bacio fu un’esplosione di passione, le labbra di Nora che si muovevano contro le sue, il piercing sulla lingua che brillava. Quando si inginocchiò, prendendo il suo cazzo in bocca, sentii il mio cuore accelerare. La cappella gonfia di Lorenzo spariva tra le sue labbra, la lingua di Nora che lo accarezzava, il piercing che scivolava lungo l’asta, i suoi gemiti soffocati che riempivano lo schermo. Ero eccitato, il mio cazzo che si induriva nei pantaloni, ma erano i suoni di Nora a mandarmi in estasi: i suoi gemiti quando Lorenzo la leccò, i suoi sospiri quando la penetrò, il modo in cui ansimava “Scopami forte” mentre il suo corpo tremava sul lettino.
La scena sulla scrivania fu il culmine. Vidi Nora piegata, il culo perfetto esposto, le autoreggenti che incorniciavano le sue cosce, mentre Lorenzo la scopava da dietro, il suo cazzo che entrava e usciva, le grandi labbra di Nora che lo accoglievano, lucide di piacere. Quando venne, il suo grido soffocato era pura musica, il suo corpo che si inarcava, la fica che si contraeva intorno al cazzo di Lorenzo. E quando lui si svuotò dentro di lei, il suo viso contorto dal piacere, il suo sperma che la riempiva, sentii un’ondata di emozioni: orgoglio per la bellezza di mia moglie, gelosia che si mescolava a un’eccitazione travolgente, desiderio di reclamarla, di farla mia ancora di più.
Quando il video finì, guardai Nora, che mi fissava con un sorriso malizioso, gli occhi che brillavano di promesse. Mi chinai, baciandola dolcemente, le nostre labbra che si sfioravano, il suo profumo di vaniglia che mi avvolgeva. “Sei la mia troia,” sussurrai, la voce carica di amore e desiderio. Lei rise, un suono che era allo stesso tempo dolce e provocante. “E tu sei il mio tutto,” rispose, posando una mano sul mio cazzo, già duro, pronta a continuare il nostro gioco.
Quella notte, mentre facevamo l’amore, capii che il video era solo l’inizio. C’era qualcosa di nuovo tra noi, un fuoco che non si sarebbe spento, una porta aperta su fantasie che aspettavano di essere esplorate. E mentre Nora gemeva sotto di me, il suo piercing sulla lingua che sfiorava il mio collo, sapevo che la nostra storia era appena iniziata, un viaggio che ci avrebbe portati in luoghi che non potevamo ancora immaginare, con segreti e desideri che ci avrebbero legati ancora di più.

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