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Olga - 9


di bird2012
09.04.2014    |    44.097    |    7 9.7
"Il culmine è stato quando mamma me lo ha fatto inculare: quando ho visto quanto godeva il mio amico con il mio uccello nel culetto mentre mamma lo spompinava, ..."
Dopo le note vicissitudini, riprendo la pubblicazione dei miei racconto, sperando, ovviamente, siano sempre graditi.

OLGA

9 – DON GIULIO E SUOR AGNESE


Appena tornata a casa raccontai tutto a Marco il quale si mostrò subito molto interessato alla cosa.

"Ha un bel cazzo Don Giulio?"

"Si, amore, molto più grande di quello del tuo amico Franco, dovrebbe essere molto piacevole sentirselo in bocca!"

"E Suor Agnese?"

"Non la conosco, ma sicuramente, da quello che ho capito, dovrebbe essere molto disponibile per la redenzione dei peccatori, sia maschi che femmine!"

"La serata si preannuncia interessante: già mi si sta addrizzando l’uccello! Mamma, ho una gran voglia di schizzarti in bocca!"

"Ed io una gran voglia di bere la tua sborra, ma dobbiamo caricarci bene, specialmente tu! Domani sera, sarai chiamato a fare gli straordinari: sono certa che dovrai soddisfare sia Suor Agnese che Don Giulio, senza dimenticare la fica di tua madre... per cui digiuno e astinenza fino a domani sera!"

La sera seguente puntualissimi ci recammo verso l'entrata secondaria della chiesa... Suor Agnese ci stava già aspettando sulla porta.

"Venite... entrate..."

Appena entrati e chiusa la porta Suor Agnese mi abbracciò e mi baciò in bocca: non me lo aspettavo, ma ricambiai subito lo slinguamento!

"Tesoro mio, Don Giulio mi ha parlato tanto di te... e di tua madre: sono impaziente di conoscerti meglio... e più intimamente! Dovresti avere una fica deliziosa e muoio dalla voglia di gustarne il suo sapore!"

Poi si rivolse verso Marco.

"Questo è tuo figlio: so che anche lui ha la fortuna di conoscerti profondamente! Vieni figliolo... abbracciami."

E anche Marco fu abbracciato e baciato in bocca: la serata cominciava nel migliore dei modi.
Suor Agnese era veramente bella: molto giovane, un visetto d’angelo che però sprizzava lussuria e libidine da tutti i pori! Avrei voluto chiederle come mai una donna così avvenente e profondamente aperta ai piaceri della vita si fosse fatta suora… ma preferii tacere!
Seguimmo Suor Agnese che ci condusse negli appartamenti di Don Giulio il quale, appena ci vide, ci ricoprì di complimenti.

"Bellissimi! Siete veramente belli... una bella coppia... madre e figlio!"

Si rivolse a Marco.

"Tua madre già ho avuto il piacere di conoscerla e apprezzare la sua bellezza... e anche altro, ma anche tu sei veramente un bel ragazzo: ora capisco perché non siete riusciti a sfuggire la tentazione di amarvi! Vieni... sediamoci..."

Don Giulio e Marco si sedettero su un divano, io e Suor Agnese su un altro di fronte a loro.
Suor Agnese mi passò il braccio destro intorno alla vita e mi strinse a lei, mentre Don Giulio prese le mani di Marco e cominciò ad accarezzarle.
La mia fica cominciava a dare segni d'impazienza.
Don Giulio cominciò a parlare.

"Vedi Marco, la tua mamma è molto preoccupata per te ed ora ti dirò il perché. Lei ha paura che tu ti sia invaghito troppo di lei e quindi il vostro rapporto carnale possa condizionare la tua vita futura: anche i rapporti con i tuoi amici potrebbero risentirne.
Tu dovrai mettere su famiglia e tua madre teme che la vostra passione ti possa impedire di amare altre donne.
Mi ha raccontato che fate l'amore, ma non è scesa nei particolari, per cui non so fino dove vi siete spinti.
Inoltre mi ha detto che hai desideri anche verso il tuo stesso sesso, ma temi di sentirti in colpa.
Devo sapere per poter giudicare e darvi i consigli del caso: vi siete limitati a carezze... diciamo masturbazioni... o c'è stato dell'altro?"

Ovviamente Don Giulio stava mentendo spudoratamente in quanto gli avevo già confessato che io e Marco ci comportavamo ormai come marito e moglie, ma il porco voleva sentirlo dire dalla voce di mio figlio.
Marco mi guardò.

"Mamma... devo dire tutto?"

"Certo, amore: Don Giulio è un sacerdote e quindi è tenuto al segreto... digli la verità!"

"Vede Padre, io e mamma facciamo tutto: è come fossimo marito e moglie!"

"Quindi il normale rapporto uomo-donna con esclusiva penetrazione vaginale... senza rapporti contro natura…"

"No, Padre, non ha capito, quando dico tutto intendo tutto: inculate, pompini, leccate di fica... abbiamo avuto anche un rapporto a tre con un mio amico!"

"Dio mio: hai fatto godere tua madre con un tuo amico... l’hai fatta scopare sotto i tuoi occhi… e non sei stato geloso?"

"No, affatto, anzi la cosa mi ha eccitato enormemente: le voglio bene e sono felice quando la vedo godere! E’ stata una esperienza stupenda: vederla succhiare il cazzo del mio amico e farsi sborrare in bocca mi ha mandato ai pazzi! Poi ha voluto che lo inculassi: era la prima volta che inculavo un uomo e ho trovato la cosa veramente piacevole! Per finire le abbiamo sborrato in bocca tutti e due insieme: avrebbe dovuto vederla con i nostri due cazzi tra le sue labbra che la riempivano di sperma! Quanto vorrei che la donna della mia vita fosse come mia madre, così aperta al piacere!"

“E per quanto riguarda i tuoi desideri omosessuali?”

“Io e il mio amico abbiamo ormai da molto tempo iniziato a giocare tra di noi: abbiamo iniziato a menarci il cazzo reciprocamente, poi siamo passati ai pompini e mi sono accorto che la cosa mi piaceva molto.
Il culmine è stato quando mamma me lo ha fatto inculare: quando ho visto quanto godeva il mio amico con il mio uccello nel culetto mentre mamma lo spompinava, ho capito che doveva essere meraviglioso godere sia con la donna che con un maschietto e provare entrambi i piaceri!”

"Se proprio un porco... mi hai fatto eccitare... senti!"

Don Giulio prese la mano di Marco e la infilò sotto la tonaca: mio figlio emise subito una esclamazione di ammirazione.

"Mamma, avevi ragione... è molto più grande di quello di Franco!"

Don Giulio alzò la tonaca: la mano di Marco impugnava il suo cazzo già bello duro!
Mentre fissavo con libidine la mano di mio figlio intorno all’uccello del prete, sentii la mano di Suor Agnese intrufolarsi sotto la mia gonna e salire lungo le cosce.
Tenevo le gambe aperte per cui non le fu difficile raggiungere la mia fica.
Appena sentii la sua mano sulle mutandine fui scossa da un fremito... Suor Agnese mi strinse di più a lei... la fissai.

"Dio santo! Madre... cosa fai? Se cominci ad accarezzarmi la fica poi devi andare fino in fondo: non so resistere ai piaceri della carne e non mi piacciono le mezze misure!"

Sentii la sua mano scostarmi le mutandine e accarezzarmi la fica: allargai di più le cosce... un suo dito mi penetrò la vagina... avvicinò il suo volto al mio.

"Figliola, ti prego: da quando Don Giulio mi ha detto che hai leccato la fica di tua madre non vivo più! Voglio sapere! Ti prego, anche io ho sempre desiderato leccare mia madre, ma lei mi ha sempre respinto ed ho sofferto le pene dell'inferno!
Lei è sempre stata una troia: si faceva scopare e inculare da tutti alla faccia di mio padre, ma a me non l'ha voluta mai dare.
Mi diceva che era peccato farlo con la figlia, mentre non era peccato mettere le corna a mio padre con chi capitava e questo mi ha fatto sempre soffrire! Se fosse stata una santa donna timorosa di Dio avrei capito, ma perché godere con tutti meno che con sua figlia? Allora non mi amava?
Spesso mi faceva assistere ai suoi incontri amorosi: mentre mi martoriavo la fica e godevo come una porca, osservavo con gli occhi di fuori i cazzi che le impalavano la fica e il culo.

Mi concedeva solo di masturbarci una di fronte all’altra, ma non mi permetteva di toccarla: mi mostrava la sua fica aperta, se l’apriva con entrambe le mani, si infilava le dita dentro, sia nella vagina che nel culetto e mi incitava di imitarla!
Io non chiedevo di meglio, sperando sempre che prima o poi mi avrebbe concesso di lesbicare con lei… ma fu irremovibile!

Impazzivo nel vederla tutta nuda e scosciata mentre si chiavava e si inculava davanti a me… e quando raggiungevamo insieme tremendi orgasmi urlava come una pazza: ed anche io esternavo il mio piacere e i miei insani desideri:
Ma lei non ha mai raccolto le mie implorazioni a godere tra le sue braccia!"

Il suo dito cominciò a muoversi dentro la vagina e sentivo l'eccitazione salire imperiosa: guardai verso Marco e vidi che aveva imboccato il cazzo di Don Giulio e lo stava spompinando con gusto... il prete mugolava...

"Bravo! Vedo che lo succhi bene... fallo indurire che poi voglio vederti leccare la fica di tua madre! Hai detto che ti piace vederla godere: allora glielo infilerò nella fica e la farò godere!"

Ma io avevo un'altra idea: presi la testa di Suor Agnese e la baciai in bocca.

“Sei una dolce puttana, mi piaci, mi stai eccitando! Voglio sentire il sapore della tua fica… spogliati che voglio vederti!”

In un attimo io mi tolsi gonna e mutandine e lei il suo vestito ecclesiastico: rimase solo con il copricapo da suora... ancora più eccitante!
La feci sdraiare sul divano, lei allargò subito le cosce: Dio, che meraviglia di fica! Completamente depilata, rosso fuoco e già abbondantemente bagnata, con le labbra gonfie di desiderio!
La fissai estasiata, poi il pensiero che quella meraviglia della natura fosse la fica di una suora mi mandò il sangue al cervello!
La porca vide il mio sguardo fisso tra le sue cosce e volle rendere lo spettacolo più gradevole possibile: con entrambe le mani si allargò le labbra della fica per mostrarmela completamente aperta.

“Guardala! Lo vedo dal tuo sguardo che ti piace la mia fica e la cosa mi fa impazzire! Mi eccita farmi sentire desiderata! Anche tu mi piaci: se lo desideri potrai averla quando vuoi! Anche con tua madre, se lo vuoi: mi farebbe impazzire una lesbicata a tre, con madre e figlia! Non ce la faccio più… ti prego, sono eccitatissima, fammi venire tra le tue labbra!”

Accolsi subito il perverso invito.
Mentre lei seguitava a tenersi le labbra della fica aperte, mi gettai tra le sue cosce e cominciai a leccarla come piaceva a me… ma vidi subito che piaceva anche a lei!
Dopo una iniziale slinguata lungo tutta la fessura mi impadronii del grilletto e cominciai a leccarlo velocemente con la punta della lingua e a succhiarlo voracemente come fosse stato un piccolo cazzo.
Agnese cominciò a sobbalzare sul divano, dando forti colpi di ventre contro la mia bocca, mentre, lasciata la fica, le sue mani avevano afferrato la mia testa per spingerla contro la sua fica.
Che stupenda leccata di fica: lei completamente scosciata, la sua fica spinta contro il mio viso, i suoi umori copiosi dentro la mia bocca, il suo grilletto duro da morire tra le mie labbra… e le sue dolci frasi di piacere.

“Olga, tesoro adorato… sto godendo! Mi stai facendo venire… amore mio… sto per sborrarti in boccaaaa!! Angelo mio, sono tuaaaa!!! Olga… eccomiiii!!! Oh nooo!!! Dio santo… sto sborrandooooo!!!”

Seguitai a leccare e a bere tutto il dolce miele che usciva dalla sua vagina!
Cazzo… mi era piaciuto da morire farla venire nella mia bocca!
Dopo un po’ mi alzai e l’abbracciai.

“Agnese, tesoro, è stato stupendo, ma ora tocca a te leccarmi la fica: già un'altra suora mi ha leccato e voglio vedere chi è più brava! Mettiti in ginocchio davanti a me, porca, e pensa che questa fica l'hanno leccata anche mia madre, mio padre e mio figlio... e anche mio zio!"

Mi misi seduta sul divano a cosce larghe, lei in ginocchio a pecora davanti a me.
Mi allargò la fica con entrambe le mani e cominciò a leccarla come un'invasata: la lingua mi frullava tra le labbra che era un piacere... si vedeva che era abituata a leccare fiche!
Di fronte a me Marco seguitava a spompinare Don Giulio che ci fissava con gli occhi fuori dalle orbite!

"Dio, guarda quanto è troia tua madre, sta lesbicando con una suora, ma adesso me la scopo io!"

Ma io non ero d'accordo.

"Don Giulio, sento che hai una gran voglia di scoparmi ed anche a me la cosa non dispiace anche se devo riconoscere che la lingua di Suor Agnese è veramente un portento: credo che le suore abbiano un dono particolare per leccare la fica, ma prima di scoparmi voglio vedere come succhi il cazzo di mio figlio!"

Don Giulio mi guardò con una espressione da gran maiale.

"Davvero vuoi vedermi mentre gli succhio il cazzo?"

"Certo! Non mi dirai che di tutti i ragazzi che dicono tu ti sia inculato a nessuno hai succhiato il cazzo! Don Giulio, forse non hai capito che siamo venuti per divertirci... e allora fallo godere! Dai, fallo diventare bello duro che ho una bella idea in testa!"

Mentre la lingua della suora seguitava a scandagliarmi la fica, vidi Don Giulio spogliare Marco: il cazzo di mio figlio era al massimo dell'erezione... era proprio bello e invitante!
Anche Don Giulio si spogliò completamente nudo: era decisamente un bell’uomo.

"Marco, vieni a sederti vicino a me...”

Appena Marcò si sedette accanto a Don Giulio, questi lo abbracciò e lo baciò in bocca!
Vidi distintamente la sua lingua entrare tra le labbra di mio figlio e frullare velocemente nella bocca: la cosa mi eccitò enormemente!
Marco ricambiò con passione quel bacio omosessuale e strinse forte Don Giulio contro il suo corpo, mentre il prete aveva impugnato il suo uccello e aveva preso a segarlo lentamente e con delicatezza.
Si vedeva chiaramente come avesse molta esperienza nel manipolare gli uccelli: i molti anni del seminario e l’aver frequentato i giovani nella parrocchia avevano contribuito grandemente alla sua evoluzione omosessuale.
Intanto la lingua di Suor Agnese aveva preso a leccarmi anche il buchino.

“Cazzo! Sei proprio una suora maiala! Lecchi anche il buchetto del culo… ma la cosa mi piace molto! Dai, porca… leccami tutto, ma non farmi venire… la serata è lunga!”

Mi scosciai più che potevo per godermi bene la lingua della suora che stava deliziando in maniera superlativa tutte le mie intimità: passava dal culetto alla fica in un susseguirsi di oscene leccate… era veramente brava!
Volevo farla eccitare al massimo poiché mi serviva bella carica per il resto della serata.

“Dai, puttana, fammi godere! Se ti comporti bene uno di questi giorni invito mamma a casa e ti faccio vedere dal vivo come si leccano le fiche madre e figlia… poi se vuoi ti faccio favorire: mamma è sempre pronta a concedersi per una bella lesbicata!”

Il pensiero di vedermi lesbicare con mia madre la fece impazzire: mi abbracciò e mi baciò con una passione inaspettata.

“Olga, sei un angelo: ti ringrazio, vedrai che non ti pentirai di farmi assistere alle vostre effusioni amorose! Già so che mi manderete fuori di testa ed io sarò pronta ad esaudire ogni vostro desiderio!”

Scese nuovamente con il viso tra le mie cosce e riprese a leccarmi.
Intanto Don Giulio non aveva perso tempo: aveva fatto sdraiare Marco sul divano, gli aveva allargato le cosce e aveva preso a lavorarlo con la lingua.
Il porco ci sapeva fare: partiva dal buchetto del culo, lo allargava con entrambi i pollici e lo leccava con gusto, poi saliva sopra i coglioni, li leccava, li imboccava uno alla volta e li succhiava delicatamente.
Poi con la lingua piatta leccava tutto il cazzo fino ad arrivare alla cappella: qui dedicava la maggior parte del tempo.
Leccava e succhiava il frenulo, imboccava la cappella e abbassava lentamente la testa per ingoiare completamente il cazzo fino in gola.

Marco grugniva come un maiale: io mi stavo godendo la scena di quel rapporto omosessuale con gli occhi di fuori.
Vedere Marco giocare con Franco era stato eccitante, ma vederlo ansimare e godere sotto le intime attenzioni di un uomo adulto ed esperto, per di più un prete, mi sconvolgeva.
Marco esternò il suo piacere.

“Mamma, mamma, sto godendo! Don Giulio ha una lingua fantastica!”

Don Giulio si alzò e cominciò a strofinare l’uccello, al massimo dell’erezione, tra le natiche di Marco, sopra i coglioni, sul cazzo: capii che era arrivato il momento.
Feci alzare Suor Agnese, l’abbracciai e la baciai dolcemente e le chiesi.

“Vuoi partecipare all’iniziazione di mio figlio? Oppure vuoi solo assistere? Voglio fargli conoscere il piacere di godere completamente con un uomo e a questo ci penserà Don Giulio.
Poi vorrei fargli conoscere una donna diversa da me: vorrei fossi tu la prima donna della sua vita… dopo sua madre! Vorresti farti chiavare da mio figlio o ami solo le donne?”

Mi sorrise e mi strinse nuovamente a se.

“Amo le donne poiché sono quelle che mi hanno iniziato alla sessualità e sono quelle con cui ho più facilità di giocare, essendo sempre contornata da suore, ma mi piace moltissimo il cazzo e Don Giulio lo sa bene: è il suo il primo cazzo che ho avuto il piacere di conoscere ed è lui che soddisfa i miei insani desideri.
Sarà un vero piacere farmi chiavare da tuo figlio e se lo desideri sarei ben felice di dargli anche il culetto: raggiungo il massimo del piacere quando mi sento impalare il culo…”

“Molto bene, è proprio ciò che mi aspettavo da te: sei un vero tesoro! Sto cercando una compagna fissa per giocare con me e mio figlio e tu faresti proprio al caso nostro! Il fatto poi che indossi l’abito talare è ancora più eccitante: non capita tutti i giorni avere una suora come amante!
Ma adesso pensiamo a Marco. tu comincia a succhiarlo, mentre io aiuto Don Giulio a fargli il culetto… voglio assistere da vicino l’entrata trionfale dell’uccello di Don Giulio nel culo di mio figlio!”

Agnese si mise al lato di Marco e cominciò a fargli un delizioso lavoro di bocca: vidi subito che non era brava solo a leccare la fica, ma succhiava anche il cazzo in maniera fantastica… Don Giulio l’aveva istruita proprio bene!
I gemiti di Marco si facevano sempre più accentuati. Il mio amato porcellino gradiva molto e non lo nascondeva affatto.

“AaaaH! Mamma, mamma… Dio che gusto! Sentissi come mi succhia Suor Agnese: non avrei mai immaginato che una suora sapesse succhiare cosi bene l’uccello! Piano… piano, se no mi fai venire! Dio santo hai una bocca da sogno!”

Agnese aveva afferrato la verga con entrambe le mani e lo segava velocemente, mentre riservava alla cappella un lavoro di bocca da urlo: la baciava con libidine, la leccava girandogli la lingua intorno e con la punta della lingua stuzzicava il buchino, poi la succhiava voracemente… poi lo ingoiava tutto e lo pompava con una passione insospettata.
Presi ad incitarla.

“Brava Agnese, succhialo forte, fallo godere, che ora Don Giulio gli rompe il culetto!”

Poi mi rivolsi al prete.

“Fai piano, non fargli male, voglio che tu lo faccia godere: sfondalo per bene, voglio diventi un vero bisex!”

Don Giulio mi sorrise.

“Tranquilla! Non penserai sia il primo culetto di un 18enne che svergino! E nessuno si è mai lamentato del servizio, anzi… sono anche ritornati per approfondite la nostra intima conoscenza!”

Ricambiai il sorriso.

“Non avevo dubbi… è per questo che te l’ho portato… poi deciderà lui se venirti a trovare ancora!”

Il sacerdote afferrò le gambe di Marco all’attaccatura delle ginocchia, le allargò più che poteva e le spinse verso il suo petto: il culetto del mio angioletto era pronto al delizioso sacrificio!
Mentre Agnese seguitava a pompare l’uccello, impugnai il cazzo di Don Giulio e l’appuntai sul buchino di Marco.

“Dai… Don Giulio, dai, non ho mai assistito ad una inculata… ficcaglielo dentro!”

Volevo prendere parte attiva alla deflorazione del culetto di Marco: mi misi in ginocchio davanti a lui, afferrai le natiche e le aprii!
L’uccello di Don Giulio era già ben posizionato all’entrata del buchino… cominciò a spingere piano… vidi la cappella farsi largo, entrare dolcemente e prendere il posto che più gli competeva… nel buchetto del culo di mio figlio!
Cominciai a tremare dall’emozione e dall’eccitazione: un immagine sconvolgente!
Marco cominciò a lamentarsi.

“Piano… mi fa un po’ male… però mi piace! Don Giulio, aspetta… ecco… spingi un po’… così! Dio mio, mi stai aprendo il culo! Dai… dai… spingilo tutto… uhmmmmm!!! Mi piace… Dio santo, che meraviglia prenderlo nel culo!!!”

Mentre seguitavo a tenere le chiappe del culo di Marco completamente allargate, vidi il buchetto aprirsi oscenamente per ricevere degnamente il primo cazzo della sua vita!
Avevo gli occhi di fuori: lo sfintere si era ben dilatato e lo vidi fagocitare completamente l’uccello di Don Giulio fino alle palle… il mio bambino se lo era preso tutto!
Don Giulio si complimentò con lui.

“Marco, te l’ho infilato tutto! Ce l’hai tutto nel culo… hai un culetto morbido che è una delizia per il cazzo! Uhmmmm, come sei caldo, sembra la fica di una donna! Sarà meraviglioso incularti! Conosco altri preti che vanno pazzi per culetti come il tuo… e sono anche esperti pompinari! Se lo desideri potremo organizzare un incontro con loro… non te ne pentirai!”

Ero orgogliosa di mio figlio: il suo culetto aveva ricevuto lusinghieri apprezzamento da Don Giulio… e lui di giovani culi se ne intendeva!
Il sacerdote iniziò la sua santa opera: cominciò ad inculare Marco con vigore… ormai le ultime resistenze erano state abbattute e la strada era fatta!
Agnese non aveva abbandonato un attimo l’uccello di Marco: doveva proprio essere di suo gradimento.
Il lavoro della sua prodigiosa bocca aveva ottenuto un effetto meraviglioso: non avevo mai visto l’uccello di mio figlio così grosso e duro.

Mi avvicinai al viso di Agnese… stava succhiano la cappella e massaggiando i coglioni.
Cominciai a baciarla teneramente sul viso, sugli occhi e agli angoli della bocca, proprio a contatto del cazzo… volevo unirmi a lei nel succhiare l’uccello di mio figlio!
La sentii fremere… tirai fuori la lingua e cominciai a leccare l’asta, mentre lei seguitava a succhiare la cappella.
Per un po’ lo spompinammo in due, scambiandoci più volte l’uccello, sempre fissandoci negli occhi… poi come comandate dallo stesso impulso lasciammo il cazzo e ci baciammo con libidine.
Limonammo oscenamente come due porche, mentre accarezzavamo insieme il cazzo di Marco.
Mi staccai dal bacio e la fissai intensamente.

“Vedo che ti piace il cazzo di mio figlio: perché non te lo scopi? Dai, montagli a cavallo e impalati: gli farai provare il dolce piacere di scopare una stupenda e libidinosa fica come la tua e nel contempo farsi inculare!”

Accolse l’invito con uno sguardo pieno di libidine!
In un attimo gli fu sopra, appuntò l’uccello sulla fica e si lasciò cadere sul ventre di Marco… emise un lungo e inequivocabile gemito di piacere.

“Dio, che meraviglia! Olga, grazie, ti sono debitrice! Questo è il primo uccello giovane e non di un prete che mi entra in corpo: fino ad oggi ho scopato solo con loro!
Marco è il primo, diciamo, laico che mi chiava… e la cosa mi fa impazzire!”

Stese le braccia e posò le mani sul torace di Marco, per avere un punto di appoggio, e iniziò una frenetica danza sulla sua verga: con l’uccello infilato completamente nel suo ventre prese ad ondeggiare velocemente il bacino avanti e indietro per sentire bene l’uccello sfregarle le pareti vaginali.
Cominciò a godere come una porca e i suoi gemiti e le sue frasi di piacere mi fecero venire i brividi dall’eccitazione.

“Signore mio… come sei duro! Si… si… hai il cazzo duro proprio come piace a me! Uhmmm!!! Marco, il tuo cazzo mi fa godere! Dio, come ti sento bene dentro… è meraviglioso chiavarti! Tua madre è una donna fortunata: potersi godere questo cazzo quando vuole! Prima leccare e farsi leccare la fica dalla madre, poi fottersi il figlio… Dio, solo il pensiero mi fa venire!”

Seguitò a galoppare come una forsennata sull’uccello di Marco il quale, ormai in preda al parossismo sessuale, non riusciva a realizzare se godesse di più con il suo uccello nella fica della Suora o con il cazzo del Prete nel culo!
All’improvviso Agnese cominciò ad urlare.

“Marco… Marco mio, sto godendooo!! Dio mio, sto venendooo!!! Aaaaahhh! Che meraviglia sborrare con il tuo cazzo nella fica!!!”

Si gettò sul corpo di Marco, gli circondò con entrambe le braccia il collo e cominciò a ricoprirlo di baci, mentre seguitava ad alzare e abbassare furiosamente il bacino sopra il suo l’uccello per completare il suo orgasmo.
Dalle frasi di Agnese capii che si stava infatuando di mio figlio… e la cosa mi stava eccitando enormemente.

“Marco, mi piaci… mi piaci molto! Con te ho provato qualcosa di diverso, ho goduto come mai prima! Non è solo il tuo sublime cazzo che mi ha fatto godere alla grande, ma i tuoi occhi, il tuo volto, il tuo giovane corpo, sapere che sei l’amante di tua madre, tutto sta contribuendo a fare di te un uomo desiderabile sotto tutti i punti di vista.
Amore mio, sei ancora splendidamente duro… seguito a chiavarti… è troppo bello!”

Li guardavo affascinata e non volevo intromettermi in quel delizioso triangolo: mi misi tre dita nella fica e presi a fottermi come una troia, mentre ammiravo la scena!
Il mio adorato bambino messo in mezzo da un prete, che lo inculava, e una suora, che se lo stava chiavando e che forse si stava innamorando di lui!

Ammirando la cavalcata di Agnese avevo trascurato Don Giulio, ma il prete era tutto preso a godersi il morbido culetto di mio figlio che neanche si accorse del piacere che provava Suor Agnese!
Ormai il suo superbo uccello entrava e usciva dal buchetto di Marco senza più alcun impedimento… Don Giulio glielo aveva proprio sfondato per bene e senza troppo dolore! Vedere quel buchetto di culo completamente dilatato era una immagine da brivido!
All’improvviso Agnese si rivolse a me.

“Olga, vieni vicino a noi… io e tuo figlio ti vogliamo!”

Mi avvicinai a loro: vederla tutta piegata in avanti, abbracciata a Marco, con l’uccello nella fica e il culetto completamente esposto, mi fece venire insani desideri.
I due porcellini si stavano esibendo in un lascivo lingua in bocca: avvicinai la mia bocca alle loro… non aspettavano altro!
Sentii le loro lingue penetrarmi tra le labbra: iniziammo un libidinoso bacio a tre lingue da mozzafiato… ognuno leccava le lingue degli altri due!
Dopo un po’ Agnese mi accarezzò il viso e mi guardò con un sguardo languido.

“Tu e tuo figlio mi fate impazzire: la vostra libidine, sapere che vi concedete uno all’altra, madre e figlio in un rapporto di sesso e amore! Ti prego, fammi vedere come una madre ama il proprio figlio al punto di farsi scopare… voglio vedere il suo cazzo che ti penetra… ti prego Olga… fammi vedere come un figlio sborra nella fica della madre!”

Il suo sguardo implorava di vedere dal vivo un rapporto incestuoso.
L’abbracciai forte… rabbrividii pensando che, essendo così giovane, avrebbe potuto essere mia figlia.

“Anche tu mi piaci molto e ho capito che tra te e Marco è scattato un delizioso feeling: peccato tu sia una suora, saresti stata una moglie e una nuora perfetta! Ragazzi, scioglietevi che ora tocca a me!”

Agnese si sfilò dall’uccello di Marco e Don Giulio gli tolse l’uccello dal culetto.
Mi distesi sul divano e mi scosciai oscenamente.

“Marco, amore di mamma, i nostri amici vogliono vedere un incesto dal vivo: un conto è sentirlo dire e un conto è vederlo! Dai, facciamo vedere loro come un bravo figlio fa godere la sua mamma, senza tralasciare niente! Comincia dal culetto e poi finiscimi in fica… vienimi dentro! E voi collaborate: tenetemi le gambe aperte!”

Suor Agnese e Don Giulio si misero ai miei lati, ognuno mi prese una gamba e la tenne completamente allargata: la porca di Agnese per completare l’opera mi prese in bocca l’alluce e cominciò a succhiarlo… uhmmm… molto piacevole! La suora si rivelava sempre più libidinosa e sensuale.
Marco venne tra le mie cosce e senza ulteriore esitazione appuntò l’uccello sul buchino e me lo spinse tutto dentro: ero ben abituata e lo accolsi completamente senza problemi!
L’adorabile porcellino cominciò a incularmi con colpi decisi!
I nostri due amici presero ad incitarlo.

“Dai, bravo… dai, Marco… sfondale il culo… Dio che godimento vedere il figlio che fa il culo alla madre!”

Anche io mi unii ai loro incitamenti.

“Si… così… Marco, sbattimi forte… inculami… dai, amore mio, inculami!”

I nostri amici non volevano assistere passivi al nostro rapporto incestuoso.
Suor Agnese allungò la mano, la posò sulla mia fica e iniziò un delizioso ditalino sul grilletto.
Don Giulio, da parte sua, avvicinò l’uccello alle mie labbra: lo imboccai subito e presi a spompinarlo per bene!
Dio mio, mi sentivo in paradiso: mio figlio mi inculava, Suor Agnese mi sgrillettava e mi succhiava l’alluce, mentre succhiavo il cazzo di Don Giulio!
Dopo un bel po’ Marco cominciò a gemere.

“Mamma, Dio mio, sto per venire!”

“Amore… in fica… finisci in fica!”

Lo tolse dal culo, lo tenne un po’ fuori per ritardare l’orgasmo e poi lo infilò nella fica.

“Uhmmm! Dai… chiavami forte che sto per venire anche io! Agnese… dai… forte sul grillo… fammi sborrare! Don Giulio, non venirmi in bocca… dopo voglio anche te nella mia fica!”

Non ci volle molto: sia io che mio figlio eravamo belli carichi!

“Aaaaaahhhh! Mammaaaaa…. Vengooo! Vengooo! Siiii, ti vengo dentrooo!!!”

“Marco, amore, ti sento… uhmmmm…. Stai schizzando!! Cazzo… cazzo… vengo anche ioooo!!!”

Sentii i commenti, prima di Don Giulio:

“Madonna santa… guarda come si fa chiavare dal figlio… da non credere!”

E poi di Suor Agnese.

“Che meraviglia… Dio, che meraviglia vedere il figlio che sborra nella fica della madre!”

Sia l’uccello di Marco nella fica che il ditalino di Suor Agnese mi avevano procurato un orgasmo bestiale!
Sentii la vagina piena dello sperma di Marco… ma ne volevo di più.

“Don Giulio, vieni, ora tocca a te! Non volevi chiavarmi? Spero non ti dia fastidio immergere il tuo uccello nello sperma di mio figlio!”

Tra le mie cosce avvenne un delizioso cambio: uscì l’uccello di Marco ed entrò quello del prete… uhmmm! Delizioso sentire un cazzo che esce e uno bello duro che entra!

“Don Giulio, sei bello duro… bene… dai fottimi per bene… e vieni anche tu dentro! Questa è stata la serata delle iniziazioni: è la prima volta che mi faccio sborrare dentro da due uomini, uno dietro l’altro! Dai, sbattimi e sborra: fammi sentire questa nuova sensazione! E voi due, Marco e Agnese, tenetevi pronti che dovrete fare una bella pulizia!”

Anche Don Giulio aveva un bel cazzo e prese a chiavarmi con tutti i sentimenti.

“Cazzo quanto sei puttana! La migliore in assoluto delle mie parrocchiane! Cazzo che chiavata oscena e depravata: fotterti nello sperma di tuo figlio! Anche per me è la prima volta che immergo l’uccello dentro una fica già sborrata da un altro! Ecco! Ci sonooo!! Non resisto più! Puttanaaaa!!! Ti vengo dentro!!! Insieme alla sborra di tuo figlio!”

Sentii gli schizzi della sua sborrata mischiarsi con lo sperma di mio figlio… che deliziosa sensazione!
Mi rivolsi a Marco e a Suor Agnese.

“Ragazzi, voglio terminare alla grande questa meravigliosa serata, sperando sia la prima di tante altre: leccatemi la fica, leccate tutta la sborra, voglio seguitare a godere sotto le vostre deliziose lingue!”

I due porcellini non aspettavano altro: intrufolarono le loro teste tra le mie cosce e cominciarono a leccarmi in una deliziosa simbiosi.
Leccavano la fica, raccoglievano lo sperma, se lo scambiavano da bocca a bocca e si baciavano oscenamente.
Io, distesa languidamente a godermi quella oscena leccata, presi ad accarezzare amorevolmente le loro teste.
Poi mi rivolsi a Don Giulio.

“Mi sembra che abbiamo costituito un quartetto ben affiatato! Sarà un piacere ripetere l’esperienza! Ciò non toglie che se conosci qualche altro confessore veramente valido sotto tutti i punti di vista e pienamente disponibile ad assolverci dai nostri peccati… beh! Fammelo conoscere!”



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