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Almeno una volta nella vita - 2


di bird2012
03.10.2013    |    63.697    |    8 9.7
"Stavo per esplodere, ma non volevo venire! Volevo sentirmi eccitata fino ad impazzire… e poi questo intermezzo lo consideravo solo un meraviglioso..."
ALMENO UNA VOLTA NELLA VITA

Cap. 2



Si, almeno una volta nella vita: mio padre a donarmi il suo uccello e io a donargli tutto il mio corpo!

A questa proposta indecente la sua verga ebbe una dolce vibrazione… capii che a mio padre non sarebbe dispiaciuta una più profonda conoscenza di sua figlia.

“Giulia, se intendi almeno una volta nella vita con mani e bocca…”

Così dicendo spinse le dita nella fica e cominciò a muoverle vorticosamente, mentre con la mano libera mi accarezzò la testa.
Recepii immediatamente quel dolce segnale: chinai il busto sul suo grembo e imboccai la verga senza tentennamenti… e allargai le cosce per dare più spazio alle sue deliziose manovre.
Affondai subito la bocca sopra quel ben di Dio… lo presi tutto, fino alle palle: ero abituata, ne avevo spompinati molti di cazzi dei miei amici, avevo, come si dice, una gola profonda e sentirmi la cappella sfregarmi l’ugola non mi dava fastidio… anzi!

Con il tempo avevo affinato la tecnica: con leggeri movimenti della testa sfregavo la cappella con la gola mentre respiravo con il naso… appena trovavo il giusto ritmo, potevo stare, volendo, per tutto il tempo con l’uccello completamente in gola, fino alla sborrata finale del mio amante!
Ma non era questo il caso: il cazzo di mio padre me lo volevo gustare più a lungo possibile.
Appena sentì la mia bocca impadronirsi del suo uccello emise un lungo gemito di piacere.

“Giulia, tesoro mio… hai una bocca da sogno! Te lo sei preso tutto… sei una meraviglia… non me lo sarei mai aspettato!”

Lo guardai con l’espressione più libidinosa possibile e gli sorrisi.

“Non pensavi che tua figlia sapesse far godere un uomo? Adesso che lo sai fammi vedere come sei bravo tu a far godere una donna… anzi, come sei bravo a far godere tua figlia!”

Allargai al massimo le cosce e mi rituffai con la bocca sopra il suo cazzo. Mi presi subito cura della sua cappella, mi dedicai completamente a lei con bacetti, succhiate e libidinose leccate, mentre con entrambe le mani giunte avevo intrappolato il suo uccello e muovevo la pelle lentamente su e giù… gli stavo facendo un lavoretto con i fiocchi e la prova di quanto gradisse il mio servizio erano i suoi continui mugolii e incitamenti.

Poi passai a stuzzicare il frenulo: dicono sia la parte più sensibile ed erogena dell’uccello e i maschietti godono molto quando ti dedichi a lui.
Prima veloci leccate con la punta della lingua, poi leccate più profonde con la lingua piatta, poi delicati morsi e terminavo strusciandoci sopra le labbra umide di saliva.
Ad ogni contatto con il frenulo, sentivo la cappella sobbalzare e vibrare.

Da parte sua, essendomi completamente scosciata, aveva campo libero per dare libero sfogo alle sue manipolazioni.
Prima mi chiavò profondamente la fica, poi si dedicò al grilletto, lo frullò velocemente per poi strizzarlo procurandomi forti brividi di godimento.
Poi si spostò sul culetto e mi appuntò le due dita sulla rosellina… rimase fermo… forse temeva qualche mia reazione negativa circa l’introduzione anale.
Ma quando sentì che spingevo il culetto contro le sue dita mostrando la mia più completa ed ampia disponibilità a farmi penetrare me le spinse dentro fino alla prima falange.
Cominciò a muoverle freneticamente dentro il buchetto, sentivo le punta delle dita frullare vorticosamente dentro l’ingresso della rosellina, sentivo il buchetto del culo vibrare oscenamente, poi con un colpo secco me le infilò profondamente nel culo senza più alcuna remora.
Urlai il mio piacere senza alcun pudore.

“Si, papà… si… in culo… in culo… muovile… muovile… mi fanno impazzire le dita che mi frugano dentro!!!”

Per qualche istante mi penetrò sempre più profondamente, poi sfilò le dita lasciando dentro solo le punte e iniziò nuovamente il veloce titillamento del buchetto del culo.
Cominciai ad incitarlo senza alcuna vergogna.

“Siii… Oddio mio… fammi un ditalino al buchetto del culo… si… si… così… un ditalino al culo… cazzo… dai… un ditalino al culo… dai… lavorami il culo!

Ripresi subito il cazzo tra le labbra… non volevo staccarmi da quella meraviglia!
Tremavo come una foglia mentre papà mi stava letteralmente aprendo il culetto con le sue dita!
Me le rinfilò di colpo ancora tutte dentro!
Le sentivo muovere dentro come i tentacoli di una piovra: le girava, le piegava, le allargava per dilatarmi il buchino, poi mi inculava con veloci dentro e fuori… stavo impazzendo!
Ero in preda all’estasi sessuale… non avevo mai goduto tanto in vita mia.

Tolsi l’uccello dalla bocca e chiusi le gambe imprigionando la sua mano.
Lo fissai al colmo dell’eccitazione… e rimasi ferma.
Anche lui mi fissò, con uno sguardo interrogativo.

“Giulia, tesoro, c’è qualcosa che non va?”

Sentivo che non potevo farne a meno… trovai il coraggio…

“Papà, ti prego! E’ meraviglioso sentirti dentro di me… non resisto… è troppo bello! Se deve essere almeno una volta nella vita, perché non ci inseriamo nell’altra fascia percentuale? Quella di padre e figlia che hanno fatto tutto, almeno una volta nella vita!”

“Cosa intendi per “tutto”?”

Gli strinsi delicatamente l’uccello.

“Tutto quello che possono fare un uomo e una donna… senza limitazione… una volta nella vita!!!”

“Dovrei considerarti solo come donna e no come figlia?”

“No, papà, ti prego! Dobbiamo essere noi stessi, senza finzioni! Devi essere consapevole che fai l’amore con tua figlia… che godi del suo corpo… e io voglio gustarmi questo membro nella piena convinzione che è il cazzo di mio padre… il cazzo che mi ha messo al mondo! Non pensi possa essere meraviglioso darci “tutto” almeno una volta nella vita?”

Mi guardava, senza parlare.
Non diceva né “si”, ne “no”… taceva… e mi fissava!
Ma io non volevo certo arrendermi.
Dovevo giocare il tutto per tutto… quando mi sarebbe capitata un’altra occasione? Il mio motto è sempre stato: “Quando donna vuole, donna può!”… ed io volevo fortemente il membro di mio padre!
Dovevo portarlo al colmo dell’eccitazione per non farmi respingere e dirmi “NO”!
Ripresi a segarlo piano… mi sollevai e avvicinai il mio viso al suo.
Cominciai a dargli tanti bacetti sul viso… ad ogni bacetto lo sentivo fremere…

“Papà, ti piace come te lo sto segando? Ti rendi conto che tua figlia ti sta facendo una sega? Ma perché accontentarsi solo della mia mano? Quando voglio so fare molto, molto meglio… e di più! E con te lo voglio… Dio, quanto lo voglio! Hai gradito molto la mia bocca, ma quello è stato solo un piccolo assaggio… sono molto brava e disponibile anche con il resto del corpo! Ma adesso so che anche tu sei un adorabile porcellino: mi hai confessato le porcate che fate tu e mamma insieme a un altro maschietto. Allora potremmo scambiarci i favori: come dicevano i nostri padri latini “Do ut des!” Tu mi lecchi la fica e io ricambio succhiandoti il cazzo! Tu mi offri il tuo uccello e io ti do la mia fica! E poiché stiamo decidendo di fare “tutto” una volta nella vita, tu mi darai ancora il tuo cazzo e io ti darò il culetto! Si, papà, si: almeno una volta nella vita voglio che me lo metti dietro! Uhmmm!! Sento che il tuo cazzo gradisce molto questo programmino… guarda come è duro!”

Spostammo entrambi lo sguardo sopra il suo membro: lo strinsi alla base e feci scorrere la mano lungo tutta la lunghezza dell’asta. Glielo strizzai… dal buchino uscì una libidinosa goccia di liquido spermatico!

“Signore mio! Papà, guarda… il tuo cazzo sta godendo! Guarda le gocce del suo piacere!”

Con l’indice raccolsi diligentemente la goccia, lo portai sulla bocca e spalmai il liquido sulle labbra…
Lo fissai.

“Papà… quando dico “tutto” intendo “tutto”… cominciamo dalla tua bocca…” e prima che potesse ribattere incollai la mia bocca sulla sua… strofinai le mie labbra sopra le sue per fargli ben gustare il sapore del dolce liquido del suo uccello!

Appena sentì la mia lingua intrufolarsi spudoratamente tra le sue labbra, la accolse con passione, mentre mi abbracciava stringendomi forte a lui.
Quando sentii le sue braccia intorno al mio corpo in un abbraccio che mi toglieva il respiro, mi sentii in paradiso.
Cominciammo a baciarci come due pazzi, con una passione sfrenata.

Ci succhiavamo reciprocamente le lingue, ci scambiavamo oscenamente le salive, ci leccavamo il viso come due cagnette fameliche, ci sommergevamo il viso di baci.
Mentre limonavamo come due adorabili porcellini, lui con una mano mi accarezzava languidamente il viso, mentre con l’altra aveva preso a mungermi il seno e a strizzarmi i capezzoli… io ricambiavo segandogli con una mano quel beneamato cazzo mentre con l’altra, dietro la sua nuca, gli spingevo la bocca contro la mia… non volevo sfuggisse da quel bacio appassionato.
Le sue mani calde mi stavano accarezzando divinamente e io mi stavo squagliando come neve al sole!
Mentre lo baciavo, mi resi conto che non avevo mai baciato nessuno con la stessa passione, libidine, amore con cui stavo baciando mio padre.

Si staccò dal bacio.

“Giulia, tesoro di papà, sei una meraviglia della natura!”

Gli strinsi nuovamente l’uccello… era sempre più duro.

“Dai, papà! Non pensi che forse adesso mamma sta a cosce larghe a farsi impalare da qualche giovane congressista? Forse se lo sta facendo anche mettere nel culo? Non pensi sia giusto renderle la pariglia? Lei si gode il congressista e tu ti godi tua figlia! Adesso ci penso io a te!”

Mi inginocchiai davanti a lui: cominciai a ricoprire il suo uccello e le sue palle di baci e leccate, mentre lentamente gli sbottonavo i calzoni.
Mentre gli lavoravo l’uccello, mi accarezzava la testa e il viso: le sue carezze sopra le mie guance mentre gli leccavo l’asta erano una dimostrazione del suo gradimento ed un tacito invito a continuare che mi riempivano di orgoglio… leccavo il suo cazzo con sempre più passione!

Lentamente gli sfilai i bermuda e gli slip: il suo ventre nudo e quella verga prepotentemente eretta mi fecero fremere.

“Oddio mio… che cazzo… che meraviglia… papà, ti prego, non me lo puoi negare… ti prego!”

Gli misi le mani sopra le ginocchia e gli allargai le gambe: tuffai il viso tra le sue cosce e cominciai a strusciarlo sopra il cazzo e le palle: baciavo, leccavo e ci strofinavo il viso sopra… con le gote, le labbra, gli occhi, la fronte… e poi ricominciavo.
Papà ormai non tratteneva più il suo piacere… ansimava, gemeva, mugolava!

“Giulia, Madonna… ci sai fare… lo sai proprio far godere il tuo uomo!”

Madonna santa… papà il mio uomo!
Mi abbassai le spalline del top e tirai fuori i miei seni… due splendide tette con due capezzoli erti da far paura.
Impugnai il cazzo, presi una mammella e strofinai la cappella contro il capezzolo… ad ogni strofinio sentivo dei brividi lungo la schiena e sentivo che il mutuo contatto faceva indurire sempre più sia la cappella che il capezzolo!
Poi passai all’altro capezzolo e ripetei il servizio.
Durante tutte queste deliziose operazioni dedicate al suo uccello, non distogliemmo mai i nostri reciprochi sguardi dai nostri occhi: vi leggevamo il nostro piacere, la nostra libidine… il nostro amore!

Ma non avevo certo terminato di dargli piacere: misi il suo uccello in mezzo al solco dei seni, con entrambe le mani glieli strinsi attorno… e iniziai un libidinoso movimenti di su e giù! Lo stavo deliziando con una sensuale spagnola!
Tirai fuori la lingua e mentre massaggiavo l’asta con i seni, iniziai a leccare voluttuosamente la punta del cazzo… con la punta della lingua stuzzicavo il sensuale buchino!
Papà andò in estasi!

“Così… così… leccami la punta… si… si… sulla cappella! Angelo mio, sei meravigliosa… se seguiti così ti esplodo in bocca!”

Mi fermai… non pensavo neanche lontanamente di farlo venire subito: me lo volevo godere più che potevo!
Mi avvicinai a lui e mi piegai verso il suo viso.
Cominciai ad inondarlo di baci, sulle guance, sulle labbra, sugli occhi, sulla fronte, sul collo, sulle orecchie… mugolava come un porcellino!

Cominciai a sbottonargli la camicia: ad ogni bottone tolto dall’asola, passavo la lingua piatta e viscida di saliva sopra il suo viso… e ad ogni leccata lo sentivo fremere di piacere.
Sentii la sua mano intrufolarsi tra le mie cosce e raggiungere la fica… le sue dita cercarono nuovamente l’ingresso della vagina… allargai le cosce per agevolare l’entrata.

“Dai, papà… sono tutta aperta… ficcamele tutte… mi piace da morire sentirti dentro!”

Le sentii scivolare nel ventre procurandomi un perverso piacere.
Gli aprii la camicia scoprendo il torace… le sue dita avevano ripreso a scavare la mia fica… afferrai un suo capezzolo tra le mie labbra e cominciai a succhiarlo e a mordicchiarlo voluttuosamente, mentre iniziavo a ondeggiare il ventre contro le sue dita… volevo farmi chiavare!
Il mio adorabile porcellino capì l’invito: cominciò un meraviglioso e libidinoso dentro e fuori che mi toglieva il respiro!

“Si… si… così… fottimi con le dita… forte… forte… dai, papà… dai… fammi godere!”

Tolsi la bocca dal suo capezzolo, gli afferrai la testa con entrambe le mani e gli infilai la lingua in bocca, in un bacio incestuoso e passionale.
Mi staccai un attimo e gli chiesi: “Quante sono? Quante me ne hai infilate?”

Con la voce affannata dal piacere sussurrò: “Due, amore! La sto chiavando con due dita!”

Ero fuori di me! Il piacere che mi stava dando mio padre mi aveva tolto qualsiasi freno inibitorio: non mi ero mai comportata in maniera così spudorata, ma mi sentivo libera di godere!

“Ficcamene un altro! Riempimela di più! Papà, sto godendo!”

Mi infilò un terzo dito: sentii la vagina allargarsi per accoglierlo con passione!
Me la sentii completamente piena!
Lo baciai nuovamente, mentre seguitava a chiavarmi con colpi decisi!
Dopo un poco mi tolsi dall’abbraccio.
Mi alzai in piedi di fronte a lui e mi tolsi la gonnellina: rimasi anche io con il ventre completamente nudo! Mi fissò la fica completamente rasata con gli occhi di fuori.
Mi misi a cavallo del suo ventre, in piedi, a cosce larghe … mio padre aveva il viso paonazzo.

“Giulia… cosa vuoi fare…”

Impugnai il suo cazzo e cominciai a strusciare la cappella lungo entrambi gli spacchi, quello delle natiche e quello della fica.
Partii dal buchetto del culo… ce la strofinavo forte sopra.

“Papà, senti che bel buchetto… senti la sua morbidezza… non chiede altro che essere impalato! Se ti interessa sappi che adoro farmelo mettere dietro!”

Poi spostai la cappella fino alla vagina, la infilai dentro e la mossi veloce per sentire il dolce sciacquio.

“Cazzo santo, papà! Senti come sciacqua il tuo cazzo nella mia fica… sono un lago! La mia fica chiede cazzo… cazzo!”

Poi seguitai fino al grilletto, indurito da far paura, e presi a sgrillettarmi con la punta dell’uccello.

“Senti, papà… mi sto facendo un ditalino con il tuo uccello! Senti che grillo duro… tutto merito tuo!”

Poi feci il percorso inverso: grilletto, vagina, buchino… e poi ricominciai!

Mio padre era in estasi… mugolava e gemeva come un maiale… ed io stavo godendo come una troia… quel cazzo strusciato tra il culo e la fica mi stava mandando in estasi.

“Che ne dici, papà, mi fermo qui o vado avanti? Che ne dici di goderti tutta tua figlia almeno una volta nella vita? O prima di decidere vuoi sentirmi meglio?”

Mi alzai in piedi, mi girai dandogli le spalle e mi misi sopra di lui a cavallo delle sue gambe: appuntai la cappella sulla vagina e abbassai lentamente il mio bacino… sentii il cazzo scivolarmi completamente nel ventre… fino alle palle! Fu una impalata fantastica!
Urlammo entrambi il nostro piacere.

“Giulia, amore mio, te lo sei infilato nella fica… tutto… lo hai infilato tutto! Dio, che dolce puttana!!!”

“Cazzo… cazzo… si… si… mi sono riempita con il tuo cazzo… senti come sono bollente! Grazie, papà… quello che potrebbe sembrare un insulto e una offesa, mi gratifica e mi eccita… sento una piacevole fitta di piacere nella fica. Si, papà… finalmente mi hai chiamato puttana! Almeno una volta nella vita voglio essere la tua puttana!”

Mi piegai in avanti, posai le mani sopra le sue ginocchia per avere un solido punto d’appoggio e cominciai un lento su e giù sopra il cazzo… dentro e fuori… dentro e fuori.
Alzavo e abbassavo il bacino… lentamente… sentivo l’uccello scivolarmi lungo le pareti vaginali fino a sbattere contro l’utero quando terminavo la corsa e sentivo le palle contro le natiche… rimanevo un attimo ferma, con l’uccello completamente piantato dentro, e contraevo ritmicamente i muscoli pelvici per mungergli il cazzo… per poi risollevarmi e riprendere il dolce percorso!
Godevo come non mai.

“Papà… mi senti… ti sto scopando… Dio santo! Ti sto scopando il cazzo con la mia fica!”

“Si… si… cazzo se ti sento! Ancora, amore mio… scopi come una Dea!”

Gli volgevo le spalle, con il busto piegato in avanti… la posizione era troppo invitante!
Sentii le sue dita intrufolarsi tra le natiche e cercare la mia rosellina… non dovettero cercare troppo!
Appena le sentii appuntarcele contro, interruppi un attimo la cavalcata e mi piegai ancora di più in avanti per facilitare la dolce penetrazione.

“Si papà… si… vai dentro… dai…!”

Sentii due dita farsi largo nel buchino ed entrarmi profondamente nel culo!
Sentii la testa scoppiare: riempita nella fica e nel culo!
Era la prima volta… i miei molteplici precedenti amanti mi avevano lavorato la fica e il culetto sempre separatamente, mai insieme!
La mia mente andò all’inchiesta, quando le donne, alla domanda di cosa avrebbero desiderato fare con due uomini risposero senza tentennamenti “la doppia penetrazione!”

“Papà… inculami! E’ la prima volta in fica e in culo! Sto impazzendo! Dai… dai… è una meraviglia! Dai… io ti scopo… tu inculami!”

Ripresi la cavalcata sull’uccello, mentre papà cominciò il dentro e fuori con le dita nel culo!
Quella doppia penetrazione, cazzo in fica e dita nel culo, mi stava portando al parossismo del piacere!

“Papà, non ho mai goduto così tanto! Ma dimmi, con mamma quando giocate in tre la fate la doppia penetrazione! Glieli infilate due cazzi davanti e dietro?”

“Si, tesoro… e mamma gradisce molto essere presa contemporaneamente! Raggiunge orgasmi devastanti!”

Mamma doveva essere veramente una stupenda puttana… cominciai a invidiarla!
Con una mano seguitai a reggermi su un ginocchio, l’altra la infilai tra le gambe per raggiungere le sue palle: le afferrai e le strinsi… sentii il cazzo gonfiarsi nella vagina e papà emettere un lungo gemito di godimento...

“Uhmmmmm!!! Si… si… così…”

Cominciai a strizzarglieli ritmicamente, per sentire il suo cazzo vibrarmi nella fica ad ogni strizzata.
Stavo per esplodere, ma non volevo venire!
Volevo sentirmi eccitata fino ad impazzire… e poi questo intermezzo lo consideravo solo un meraviglioso assaggio!
Mi sollevai e mi sfilai il cazzo dalla fica… e le dita dal culetto!

“Ti ho dato un altro assaggino… e tu mi hai chiamato “amore mio”! Credo non ci sia altro da dire… anche tu mi vuoi… per una volta nella vita!

Mi alzai in piedi e lo presi per mano.

“Mamma torna domani… abbiamo tanto tempo! Vieni, papà… andiamo a letto… staremo molto più comodi… voglio darti tutta me stessa… e mi ti voglio godere come Cristo comanda!”

Mi abbracciò e mi baciò con tutta la lingua in bocca… mi sentii struggere!

“Si, tesoro… mi hai convinto… almeno una volta nella vita possiamo fare una pazzia! Comunque adesso tocca a me darti un piccolo assaggino!”

Mi spinse delicatamente sul divano, con il bacino bello in fuori, e mi alzò le gambe fino a portare le ginocchia al livello delle mie spalle, con le cosce completamente allargate… ero completamente scosciata.
La fica si mostrò ai suoi occhi oscenamente dilatata.

“Giulia, tesoro, non voglio certamente offenderti, ma hai una fica da gran puttana… si vede chiaramente come dovrebbe aver avuto le visite di molteplici uccelli! Non so a che livello sono le tue esperienze ma da quello che posso ammirare la tua fica è certamente pronta a farsi impalare da due cazzi!”

Sentii un lungo brivido lungo la schiena… Dio mio, due cazzi nella fica!

“Papà, tranquillo, come ti ho detto non mi offendi se mi chiami puttana, anzi, la cosa mi eccita! Comunque ti confermo che sono stati molti i cazzi che hanno avuto il piacere di conoscere la mia fica… e non solo! Spero di non scandalizzarti!”

“Affatto, tesoro… anzi! Ti confesso che adoro le donne puttane!”

“E’ per questo che ami tanto mamma?” gli chiesi sorridendo.

“Vedo che mi hai capito perfettamente: proprio così… più tua madre è puttana e più la amo! Adesso tieniti le cosce aperte…”

Misi la mani sotto le ginocchia a mi tenni le cosce completamente spalancate.
L’uccello era sempre completamente eretto: lo impugnò alla base, lo avvicinò alla fica e cominciò a dare colpi secchi con la cappella sopra il grilletto.
Colpiva con forza e ogni colpo mi faceva sussultare… sentivo il clito scoppiare… capii subito che se quel trattamento fosse continuato avrei sborrato l’anima!
Ma mi volevo godere ancora meglio i colpi.

Ormai ero completamente scosciata e non c’era bisogno reggessi ancora le gambe: portai entrambe le mani ai lati della fica e allargai le labbra, esponendo completamente il grilletto.
Adesso i colpi della cappella lo centravano che era una meraviglia… papà impugnava il cazzo come una mazza e colpiva inesorabilmente e con dolce violenza il clito.
Ad ogni colpo di cazzo mi scoppiava la testa.
Cominciai a gemere.

“Dai… dai… colpisci forte… forte che mi fai sborrare… forte sul grillo… colpisci… sto scoppiando!”

Il bastardo capì che stavo per godere e si fermò… anche lui voleva prolungare il piacere!

“Calma, tesoro… è ancora presto per venire… questi sono solo assaggini… come i tuoi!”

Fu questione di un attimo… appuntò la cappella all’ingresso della vagina e me lo spinse tutto dentro, fino alle palle.
Urlai di piacere.

“Uhmmm!!! Siii… cazzooo… siii!!!”

Rimase fermo, con il cazzo completamente piantato nel mio ventre… me lo spingeva al massimo… sentivo la cappella contro la bocca dell’utero.

“Giulia, amore, lo senti? Ti dà piacere il mio cazzo?”

“Siiii… papà… siii… come ti sento dentro… me l’hai riempita… saresti capace di farmi venire anche senza muoverlo! Oddio mio, mi sento la fica piena!”

Ansimavo… quell’uccello spinto con forza dentro il mio ventre mi toglieva il respiro… ma mi stava facendo impazzire.

Dopo un po’ papà lo sfilò… dalla vagina fuoriuscì una marea di umori che colarono lungo il culetto.
Seguendo il rivolo di miele fece scivolare la cappella dalla fica fino allo spacco delle natiche… cominciò a strusciarla lungo tutto il solco… passava sopra il buchino e poi si allontanava… poi ripassava sopra e poi si riallontanava!
Capii che era in arrivo un altro assaggino e volli collaborare: portai le mani sulle natiche e le allargai più che potevo… il messaggio non poteva essere più chiaro.
Papà mi sorrise.

“Giulia… tesoro mio… sei un angelo!”

Appuntò la cappella sulla rosellina e spinse leggermente… sentii la cappella entrarmi nel culo… rabbrividii.

“Ti accontenti di questo assaggino? O anche tu vuoi di più?”

Urlai con quanto fiato avevo.

“Di piùùùù!!! Papà… ti prego… tuttooooo!!!”

E papà esaudì il mio incestuoso desiderio… me lo spinse tutto dentro!
Le dita che mi aveva infilato prima me lo avevano ben allargato e preparato: l’uccello mi scivolò dentro senza trovare alcuna resistenza!
Mi sentii aprire il culo come non mai in vita mia… e come aveva fatto nella fica, rimase fermo, spingendomelo più che poteva dentro.
Mi sembrava di sentirmelo nello stomaco.
Solo l’inculata può darti quella dolce sensazione di pienezza: avevo il culo pieno del suo cazzo, e con il peso del suo corpo me lo spingeva più dentro possibile… mi sentivo completamente sottomessa a lui… al mio uomo… al mio amore… a mio padre!

“Madonnina santa! Papà… me lo stai sfondando! Gesù mio, che meraviglia! Papà, come me lo sento dentro! Non lo togliere, se vuoi rimani fermo, ma non lo togliere… fammelo gustare!”

Ma stavolta papà non esaudì la mia richiesta… lentamente si sfilò, lasciandomi il buchino completamente dilatato.

“Vieni, Giulia… gli assaggini sono finiti… adesso possiamo andare a letto: abbiamo ancora tante cose da fare per una volta nella vita! Comunque ti avverto che sono un gran porco!”

Gli presi l’uccello in mano e lo strinsi con forza.

“E’ proprio quello che desidero da te! Comunque io non sono da meno: vogliamo fare una simpatica sfida a chi è più porco?”

Sorrise.

“Accetto la sfida, tesoro!”


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