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Almeno una volta nella vita - 3


di bird2012
05.10.2013    |    47.128    |    9 9.8
"“Papà… pianooo… mi rompi il culooo! Dio santo, me lo stai aprendo! Fa piano… ma seguita… mi piace da morire sentirmi il culo aperto… fa piano… ma aprimelo..."
ALMENO UNA VOLTA NELLA VITA

Cap. 3



“Vieni, papà, andiamo nella mia stanza… ti voglio godere nel mio letto!”

Anche io avevo un ampio letto matrimoniale… lo avevo chiesto ai miei genitori e mi avevano accontentato… mi piace dormire comoda!

Ormai avevamo poco da toglierci… in un attimo fummo nudi!
Ci gettammo sul letto, desiderosi uno dell’altra.
I nostri corpi nudi si avvinghiarono uno all’altro in un abbraccio incestuoso e passionale, mentre le nostre lingue frullavano vorticose nelle nostre bocche.
Il calore della sua pelle contro la mia, le sue carezze lungo tutto il mio corpo mi mandavano in visibilio.
Cominciammo a rotolarci sul letto come impazziti… abbracciata a mio padre stavo provando sensazioni e piaceri sconosciuti.
Lo stringevo forte, gli mordevo le labbra e con le unghie gli graffiavo forte la schiena: volevo sentirlo tremare contro di me!

“Giulia, sei pazza! Mi lasci i graffi sulla schiena: cosa dico a tua madre!”

Gli presi il cazzo in mano, iniziai a segarlo… ero eccitata da impazzire… non riuscivo più a controllarmi!

“Le dici che mentre lei si faceva sfondare il culo, hai conosciuto una libidinosa 20enne, desiderosa del tuo cazzo! Una così puttana che quando godeva non sapeva controllarsi e ti ha marchiato lasciandoti i segni della sua passione!”

“E se le dicessi che sei tu la puttana 20enne?”

Sentii un brivido lungo le schiena.

“Scherzi? Avresti il coraggio di dirglielo?”

“Ma a te darebbe fastidio se lei lo sapesse?”

Sentivo che mentre parlava il suo cazzo era sempre più duro: cominciai a pensare che a papà non sarebbe dispiaciuto che mamma sapesse… la cosa lo eccitava!

“Sinceramente mi dispiacerebbe solo se si rovinasse lo splendido rapporto che c’è tra noi tre: non tutti accettano l’incesto… non vorrei si rompesse la famiglia! Ma se fossi sicura che mamma potesse giudicare questa serata come una delle tue tante avventure galanti, anche se vissuta con tua figlia, allora ne sarei felice: mi ecciterebbe da morire farle sapere che hai goduto tra le mie braccia e che non ho sprecato una goccia del tuo sperma!”

Il suo cazzo sempre più duro… me lo misi tre le gambe e lo imprigionai tra le mie cosce… a stretto contatto della mia fica.
Gli presi la testa tra le mani e lo fissai.

“Hai ragione… sei un porco… godi nel far sapere a mamma che ti ho dato la fica… e il culo! Sei un porco depravato… meriti una punizione… apri la bocca…”

Spalancò la bocca e mi strinse forte a lui… forse già immaginava…
Mi riempii la bocca di saliva… e gli sputai in bocca… una… due… tre volte… gliela riempii della mia saliva!
Sputi sonori, osceni… che lui mostrò di gradire… ad ogni sputo sentivo il suo corpo fremere di piacere!
Chiuse la bocca e ingoiò tutto!
Lo baciai!

“Bravo… hai visto che anche io posso essere una gran porca! Dille anche questo a mamma… che ti ho sputato in bocca!”

Mi alzai e mi sdraiai sopra di lui, nella classica posizione del 69… gli misi la fica sopra le labbra.

“Dille anche questo a mamma… un bel 69 con tua figlia! Dai, leccami la fica, ma non farmi venire… voglio sborrare mentre mi sei dentro!”

Mentre la sua lingua cominciava ad occuparsi del mio grilletto, imboccai l’uccello e ripresi il servizio che avevo interrotto quando eravamo in salotto.
Cominciammo a leccarci con passione: sentivo la sua lingua scandagliarmi profondamente la fica, percorrere tutto la fessura, dalla vagina al grilletto… mentre io lo pompavo senza un attimo di pausa.
Quel cazzo in bocca mi mandava in estasi, ma mi mancava il meglio…
Mi alzai, mi girai verso di lui.

“Papà, il 69 è meraviglioso, ma voglio che mi guardi mentre te lo prendo in bocca! Mi eccita da impazzire vedere l’espressione del tuo viso mentre te lo succhio!”

Mi inchinai verso il suo ventre e lo imboccai nuovamente.
Cominciai a fissarlo, mentre avevo tirato fuori la lingua e gliela passavo lungo tutto l’uccello.

Con il viso mi intrufolai in mezzo alle sue cosce per leccargli i due grossi coglioni, veramente imponenti: li leccavo con la lingua piatta per ricoprirli di saliva, poi li succhiavo delicatamente infilandomeli in bocca… prima uno poi l’altro.
Sentirmi quella palla così dura tra le labbra mi dava i brividi!
Poi salii lentamente lungo l’asta fino ad arrivare alla cappella dove mi fermai: è la parte più sensibile dell’uccello ed era giusto dedicarle tutto il tempo che meritava!

Cominciai a lavorarla di lingua senza pomparla, veloci colpetti con la punta della lingua sopra la cappella, dentro il buchino che tenevo aperto con due dita. Poi mi dedicai al frenulo: lo leccavo, lo baciavo, ci poggiavo sopra le labbra e lo succhiavo!
Fissavo papà: i suoi occhi brillavano di piacere nel vedermi giocare con la sua cappella!

In un attimo realizzai la meravigliosa oscenità e perversione dell’atto: fissavo gli occhi di mio padre mentre avevo il suo cazzo in bocca!
Sentii un lungo brivido di piacere.
Lo tolsi un attimo dalla bocca.

“Papà, ti eccita vedermi con il tuo uccello nella bocca? Mentre te lo lecco, te lo bacio, te lo succhio? Ti rendi conto che è tua figlia che ti sta dando piacere e si sta gustando la tua splendida verga?”

“Si, tesoro… ed è proprio quella la componente più eccitante dell’incesto! Se chiudessi gli occhi, sopra il mio uccello sentirei solo una bocca… una bocca che mi da piacere, ma potrebbe essere di chiunque, anche di un uomo!
Ma aprendo gli occhi e vedendo il tuo viso, le tue labbra intorno al mio cazzo, e vedere te, mia figlia, con quanta passione mi succhi, mi mandi fuori di testa!
Ti prego, seguita, mi stai facendo morire…!”

Diedi subito una convincente risposta alla sua deliziosa richiesta: imprigionai la cappella tra le labbra e iniziai a succhiarla oscenamente facendo ben sentire il suono dei miei risucchi.
Le due mani non rimasero affatto inoperose: con una segavo l’asta mentre con l’altra presi a massaggiargli le palle!
Giocavo con il suo cazzo con le mani e con la lingua.
Pompai un po’ la sua cappella, poi mi tolsi, andai vicino al suo viso e lo baciai.

“Ti piace il sapore del tuo cazzo? Adesso te lo faccio gustare!”

Cominciai a fare la spola tra il cazzo e le sue labbra: succhiavo il cazzo e poi lo baciavo… e il porcellino mi succhiava golosamente la lingua!
Papà ansimava, gemeva.

“Giulia, ti prego… imboccalo tutto… prendimelo tutto in bocca… come hai fatto prima… mi piace da morire!”

A papà era piaciuto quando lo avevo ingoiato tutto fino alle palle e mi chiedeva di farlo ancora e io non chiedevo di meglio: lo presi tra le labbra e cominciai a scendere lentamente con la testa… sentivo il cazzo scivolarmi in bocca sempre più profondamente.
Papà mi spronava.

“Si, amore, siii!! Vai giù… vai giù… prendilo tutto… ti prego… fino in gola… mi piace da morire!!”

Come ho detto per me non era un problema: scesi con la bocca finché non sentii le labbra arrivare al suo pube!
Lo avevo ingoiato tutto… la cappella mi era arrivata n gola!
Papà era in estasi.

“Giulia, amore mio! Sei stupenda: poche donne lo sanno prendere tutto in bocca come te! Non puoi capire cosa prova un uomo quando la sua donna glielo prende tutto in bocca, fino alle palle come fai tu!”

Sentii un fremito pervadermi tutto il corpo: Dio santo… Dio mio… mi considerava la sua donna!
Ripresi a pompare, senza toglierlo dalla bocca… serravo le labbra intorno all’asta per gustarne la durezza… più lo pompavo, più lo sentivo ingrossarsi e indurirsi.

Quell’incestuoso pompino aveva raggiunto due scopi: farmi bagnare la fica ancora di più di quanto non lo fosse e far addrizzare il cazzo in maniera spaventosa… era un paletto di marmo!
Ma era proprio quello che volevo: la mia fica reclamava il suo piacere…!

Mi alzai e mi misi a cavallo del suo poderoso uccello: non desideravo altro che sentirmelo dentro.
E non persi altro tempo: lo impugnai, lo appuntai sulla fica e mi lasciai calare lentamente… lo sentii scivolare tra le labbra della fica procurandomi un dolce brivido lungo la schiena!
Mi ero nuovamente impalata completamente sopra il cazzo di mio padre… ma questa volta non mi sarei fermata!
Gemevo come una porca.

“Uhmmm!! Papà… ti ho di nuovo dentro! Ma ti prego… non venire subito! Ti voglio godere! Ti prego, fammelo godere questo meraviglioso cazzo… voglio galopparti senza più fermarmi… voglio venire sopra il tuo cazzo… inondarlo dei mie succhi… ma ti prego… ti prego… non venire!!!”

La sua risposta fu musica per le mie orecchie!

“Tranquilla, amore: sono molto resistente… vengo solo quando lo decido io… galoppami quanto vuoi…!”

Piegai il mio busto in avanti, lo abbracciai e lo baciai appassionatamente… e cominciai a galoppare sopra il suo ventre.
Con i nostri corpi nudi avvinghiati uno contro l’altro e con le nostre lingue che continuavano ad attorcigliarsi in modo porco e perverso, alzavo e abbassavo il bacino sopra la sua verga.

Saputo della sua resistenza e che non avrebbe schizzato prima del tempo lasciandomi a bocca asciutta, cominciai a gestire la scopata come avevo sempre desiderato.
Con gli altri dovevo fare attenzione a come mi muovevo per timore di farli venire, ma con lui cominciai a dimenarmi come una ossessa sul suo cazzo.
Lo avevo intrappolato nella mia fica come in una morsa: a cosce sempre più larghe per farlo entrare bene dentro, salivo e scendevo a velocità pazzesca.

“Papà… papà… ti sto scopando… ti sto scopando…!”

Le sue mani avevano afferrato le mie natiche e coadiuvavano il movimento della mia chiavata.
Mentre spingeva il mio bacino contro il suo pube, mi allargava le natiche tenendo il mio culetto completamente aperto… Dio, che delizia!

“Si… si… papà, tienimi il culo aperto… mi piace… allargamelo tutto!”

Papà non si fece certo pregare: mi tenne le chiappe completamente aperte, mentre con l’indice prese a stuzzicare il buchino.
Credevo d’impazzire!
Papà all’improvviso mi sollevò il bacino e incominciò a pomparmi dal basso con colpi di cazzo devastanti.
Cominciammo ad alternarci nella chiavata: lui rimaneva fermo, disteso, ed io lo pompavo con il movimento del mio bacino… su e giù, su e giù!
Poi io rimanevo ferma, con il culo un po’ sollevato, e lui mi chiavava da sotto con meravigliosi colpi di cazzo che mi sfondavano l’utero!
Quando mi muovevo io lui mi incitava.

“Brava Giulia… sei una stupenda chiavatrice! Dai, galoppa… galoppa… galoppa sopra il mio cazzo… pompalo con la tua fica!!!”

Quando si muoveva lui ero io a incitarlo.

“Così… così, angelo mio! Fottimi forte… papà, chiavami così… dai… sfondami la fica… così… così… sfondamela!”

Stavo quasi arrivando, ma volevo un gran finale.
Mi sollevai con il busto, sempre con l’uccello prepotentemente piantato dentro il mio ventre.
Busto eretto, cosce larghe, ero seduta a cavallo sul cazzo di mio padre… ce lo avevo tutto dentro… completamente!
Cominciai a oscillare convulsamente e sempre più velocemente il bacino avanti e indietro.
Sentivo l’asta sfregare le pareti vaginali e la punta del cazzo colpire ripetutamente l’utero!
Papà allungò le mani, afferrò i miei capezzoli e cominciò a strizzarli ritmicamente: li pizzicava e li faceva roteare e li sfregava tra il pollice e l’indice… sentivo delle stilettate che si ripercuotevano sulla fica!
Sentivo un leggero dolore, ma mi accorsi che la cosa mi piaceva.

“Dai, papà… così… mi piace… strizzameli forte… fammi male… dai… si, fammi male!”

Papà non si fece pregare: afferrò i capezzoli tra il pollice e l’indice, li strinse con tutta la forza che aveva e me li tirò!
Sentii un forte dolore, ma nel contempo sentii la fica vibrare di piacere: un misto di sofferenza e godimento!

Il piacere mi stava sconvolgendo la mente: mi dimenavo sopra quel cazzo benedetto da Dio come una invasata.
Sollevavo il bacino per sfilare l’uccello fino alla cappella e poi mi facevo cadere di colpo sul suo ventre: il colpo dell’uccello contro l’utero mi faceva scoppiare il cervello!
Saltavo su e giù come un grillo… e il cazzo sbatteva dentro… sbatteva dentro!
Sentii l’orgasmo arrivare inesorabile: spinsi la fica sul cazzo e cominciai a ondeggiare freneticamente il bacino avanti e indietro.

Mugolavo e gemevo di godimento… muovevo la testa da una parte all'altra… finché non riuscii a trattenermi oltre e venni in un orgasmo favoloso.
Urlaì tutta la mia soddisfazione… il mio godimento… la mia felicità!

“Papààà!!! Sto godendo… sto godendo!!! Ahhhh!!! Godoooo! Vengooo!! Amore mio adorato… il tuo cazzo mi fa morire!!!”

Mentre l’orgasmo si era impossessato del mio corpo, dalla mente alla fica, seguitavo a dimenarmi sulla verga come una invasata: papà, come mi aveva promesso, non era venuto e potevo seguitare a godermi il suo cazzo ancora magnificamente duro che mi riempiva la fica!
Mi gettai sopra il suo corpo e lo abbracciai… l’uccello ancora albergava profondamente dentro il mio ventre!

“Grazie, papà… mi hai fatto morire… la più bella scopata della mia vita… finalmente mi sono goduta un cazzo! E’ meraviglioso galoppare senza sosta un uccello sempre duro, che non se ne viene e ti fa sbrodolare togliendoti tutti i sentimenti! Dio santo, papà… ancora ti sento stupendamente duro… sei una meraviglia della natura!”

“Tesoro, ti ringrazio dei complimenti, ma abbiamo appena iniziato… aspetta la fine… può darsi che provi qualcosa che potrebbe piacerti ancora di più!”

Lo guardai piacevolmente eccitata.

“Papà, sei un angelo: hai capito che ti voglio ancora… voglio sentirti ancora dentro… e godere insieme a te! Nelle mie precedenti esperienze non sono mai venuta più di una volta! Con te voglio provare di tutto… di tutto… almeno una volta nella vita! Voglio godere senza limiti… sfiniscimi!”

Lo baciai profondamente, con tutta la lingua in bocca: limonammo per un po’ abbracciati stretti… ad accarezzarci i sessi…
Lui accarezzava la mia micia completamente umida dal precedente orgasmo… io accarezzavo libidinosamente il suo uccello per mantenerlo sempre in tiro.
Dopo un bel po’ papà mi guardò.

“Tesoro, prima hai condotto tu la danza: ti sei chiavata sul mio cazzo in maniera fantastica… ora tocca a me gestire le operazioni… sono certo che gradirai… ormai ho capito la tua voglia di sesso! Dai, alzati e mettiti in ginocchio… dai mettiti a pecora… è una posizione altamente eccitante, anche dal punto di vista psicologico: la donna con il culetto in aria e le cosce aperte si sente una gran porca e questo aumenta l’eccitazione e il piacere.”

Nonostante fossi venuta, la mia eccitazione era alle stelle: già pregustavo di essere sbattuta come una puttana!
Glielo dissi… prima di mettermi in posizione lo abbracciai e gli passai la lingua sul viso… lo sentii tremare!

“Papà… fammi sentire puttana… montami come si montano le troie!”

Mi misi in posizione, cercando di stare più comoda possibile: in ginocchio, le cosce ben allargate, il culo il fuori, il viso posato su un cuscino e le braccia distese… ero pronta… molto pronta!

Papà mi venne dietro: prese ad accarezzarmi la schiena, le cosce, il culetto… sentii le mani afferrarmi le natiche e allargarmi il culo… con un lungo gemito esternò tutta la sua ammirazione!

“Giulia, hai una rosellina stupenda… bella dilatata, con queste dolci crespette che le fanno da corollario… un buchetto di culo da perderci la testa!”

Non feci a tempo di desiderarle che sentii le labbra posarsi sul buchino e a sommergerlo di bacetti… cominciai a vibrare… era la prima volta… nessuno mi aveva mai baciato il buchetto del culo!
Ma ancora dovevo conoscere il meglio: appena sentii papà aprirmi bene il buchino, cominciare a leccarlo e a infilarci la lingua dentro sentii salirmi il sangue al cervello!
Urlai il mio piacere.

“Siiii… papà… si… leccami il buchetto… ti prego seguita… nessuno mi ha mai leccato il culo… Dio… che meraviglia… che gusto… seguita… si, seguita… leccami il buco del culooo… ti pregoooo!”

Papà cominciò un dentro e fuori con la lingua nel buchetto che mi mandava in delirio… un godimento eccezionale!
Dentro di me ebbi una sensazione di rabbia: ma chi cazzo avevo frequentato fino ad allora? Quante cose mi ero persa!
Dovetti arrendermi all’evidenza dei fatti: stavo conoscendo i piaceri del sesso tra le braccia di mio padre!

Lo sentii sollevare il busto e poggiare il suo ventre contro il mio culetto: l’uccello era a stretto contatto con la fica.
Iniziò un lento movimento di avanti e indietro per far strusciare la verga contro lo spacco della fica.
Cominciavo ad ansimare.
Poi sentii la cappella posizionarsi all’ingresso della vagina e papà afferrarmi per i fianchi: stava per impalarmi!
Lo incitai.

“Dai… ficca dentro… sfondami!!!”

Sentii l’uccello entrarmi prepotentemente nella fica mentre papà mi attirava verso di lui: il suo ventre entrò a stretto contatto con il mio culetto… avevo tutto il suo cazzo dentro il mio corpo!
Cominciò a sbattermi in maniera favolosa: affondava dentro la mia fica con colpi magistrali, alternando sia la frequenza che l’intensità dei colpi.
Affondate prima lente e poi veloci… prima introduzioni delicate e poi violenti colpi da spaccare l’utero.
Ero in visibilio.

“Così… papà, così…! Seguita e non fermarti… mi stai facendo sbavare la fica! Signore mio, questa si che è una scopata!”

Mentre seguitava a pomparmi la fica con stupendi colpi di bacino, sentii il suo pollice prima accarezzarmi il buchino per poi entrarmi decisamente dentro: mi aveva ficcato tutto il dito nel culo!
Non mi diede tregua: spingendolo con forza, cominciò a girarlo dentro… sentivo il buchetto allargarsi sempre di più…
Il cazzo mi stava sfondando la fica… il dito mi allargava il culo: stavo andando fuori di testa!
Mugolavo e grugnivo come una maiala… era troppo il piacere che stavo provando!
Anche papà ansimava… sentivo quanto godesse nel chiavarmi e nell’incularmi con il dito.

“Giulia, tesoro mio, hai un buchetto che fa perdere la testa: te lo voglio allargare bene… mi piace vedertelo tutto bello dilatato!”

Pensavo seguitasse ad allargarmelo con il pollice che era dentro… ma mi sbagliavo di grosso: unì anche il pollice dell’altra mano!
Sputò un bel po’ di saliva sul buchino e spinse dentro delicatamente anche il secondo pollice: sentii il buco aprirsi ancora di più e ricevere anche il secondo visitatore!
Adesso si che avevo il culo pieno!
Stavo impazzendo: i due pollici cominciarono a tirare nelle direzioni opposte… mi stavano allargando il buchetto del culo in maniera spaventosa!
Urlai… esternando ancora dolore e piacere.

“Papà… pianooo… mi rompi il culooo! Dio santo, me lo stai aprendo! Fa piano… ma seguita… mi piace da morire sentirmi il culo aperto… fa piano… ma aprimelo tutto!”

Papà seguitava a chiavarmi a pecora, mentre con le dita mi aveva allargato il buchetto il maniera impressionante… ma era proprio quello che voleva!

Sfilò l’uccello dalla fica e sentii la cappella posizionarsi sul buchetto, tenuto allargato dai due pollici infilati dentro.
Quando capii le sue intenzioni provai a farlo desistere.

“Papà, ti prego, così mi rompi! Vuoi infilarmi il cazzo nel culo insieme ai due pollici! Mi rompi il culo e mi faresti troppo male!”

“Tranquilla amore! Non è la prima volta… e nessuna si è lamentata… anzi! Lo sfintere anale è un muscolo che, se ben allenato, si allarga in maniera eccezionale per poi tornare alla normalità. Penso di averlo preparato bene… forse all’inizio ti farà un po’ male, ma dopo sentirai un godimento indicibile!”

Papà cominciò a spingere… piano piano… sentii lo sfintere aprirsi per accettare anche il terzo visitatore!
Sentivo un po’ di dolore, ma assolutamente sopportabile… papà era stato bravissimo: mi aveva ficcato nel culo il suo cazzo e i suoi due pollici!
Una sensazione stupenda: mi sentivo il culo pieno da scoppiare!
Papà rimase fermo: spingeva solo dentro forte sia la verga che le dita… voleva farmi sentire bene la sensazione di pienezza! Ormai sentii papà padrone del mio culo!

“Giulia, ormai questa nuova sensazione l’hai provata… torniamo al classico!”

Mi sfilò delicatamente i pollici dal culetto, ma lasciò l’uccello dentro: mi afferrò nuovamente per i fianchi, ma questa volta per scoparmi il culo!
Beh! Dopo la scopata l’inculata era d’obbligo… con mio grande, grande godimento!
Papà cominciò a sfondarmi il culo con la stessa tecnica usata per chiavarmi ed io impazzivo.
Con il buchino completamente dilatato e l’uccello che scivolava dentro e fuori che era una delizia, mi stavo godendo quell’inculata come non mai: spingevo il culo in fuori andando contro il cazzo per sentirmelo sempre più dentro e sculettavo come una puttana con la verga in culo!

All’improvviso papà me lo sfilò: non feci in tempo a presentargli le mie rimostranze che sentii il cazzo entrarmi nella fica con un colpo secco e profondo!
Quattro, cinque, sei affondi veloci e decisi contro l’utero da togliermi il fiato… poi lo tolse dalla fica e l’infilò di nuovo profondamente nel culo!
Ormai entrambi i buchi erano oscenamente dilatati e il cazzo entrava senza impedimento alcuno.
Quattro, cinque, sei impalate veloci e profonde nel culo… per poi ricominciare nella fica!
Papà cominciò a scopare alternativamente la fica e il culo, mandandomi letteralmente in estasi.

“Papàààà! Papà… così… così… culo e fica… questo è godere! Dai… dai… dai!!!”

Papà per un bel po’ di minuti mi sottopose a questo meraviglioso servizio, poi si fermò e tolse l’uccello dal mio corpo.

“Tesoro, riposati un pochino, ma se puoi rimani in questa posizione… torno subito… ancora non abbiamo finito!”



Alcuni gentili lettori ritengono che i racconti siano troppo lunghi. Ho cercato di accorciarli! Come sempre sono molto graditi commenti, proposte e ovviamente critiche per migliorare i racconti. Attendo anche scambi di opinioni sul genere. Vi attendo alla mia e-mail [email protected]
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