Prime Esperienze
“Il Fuoco di Daniela”


03.07.2025 |
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"«Voglio sentirti mentre ti faccio venire in bocca! Voglio che ti leghi a me con questo cazzo!»
Daniela si inginocchiò..."
Prefazione – La Fame della PelleCi sono corpi che ti restano dentro. Non per bellezza o perfezione, ma per come bruciano la pelle e l’anima. Per come si accendono al minimo tocco, per come ti sfidano con uno sguardo e ti si offrono come una promessa di fuoco.
Ci sono donne che non si sfiorano: si divorano. Si afferrano. Si urlano addosso con la fame di un incendio.
Daniela aveva solo diciannove anni, ma già sapeva come farti perdere la testa. Un sogno sfatto di sole, sudore, sabbia e mare.
Una bomba provocante in un bikini che scoppiava di troia.
Il suo culo tondo e lucido di sale era una bestemmia. Il suo sguardo, un’offerta indecente.
Angel, sessant’anni di vita e di cazzi, ne aveva viste tante. Ma mai nessuna l’aveva sfidato così.
Quella sera, su quella spiaggia di Cogoleto, la civiltà era solo un ricordo.
Restava solo fame. Solo cazzo. Solo voglia di sporcarsi.
E lui era pronto a farla sua. Pezzo dopo pezzo. Tutta.
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Il Racconto
Il sole scivolava via, spandendo oro e sangue sul cielo. Ma il desiderio di Angel era una fiamma viva.
Daniela si muoveva lenta verso il mare, come una preda che sa di essere cacciata. Il culo lucido di sale e voglia.
Ogni passo, un invito a scoparla.
Si fermò con le gambe nell’acqua, le cosce nude bagnate. Poi si voltò a guardarlo. Le labbra gonfie. Gli occhi pieni di sfida.
«Cazzo vuoi, Angel? Questo culo ti fa impazzire? Vuoi prenderlo duro? Vuoi sprofondare dentro questa figona?»
Angel sorrise. La bocca asciutta. Gli occhi scatenati.
Le mani le afferrarono i fianchi, forti, decise. Le morse una natica con fame, strappandole un gemito gutturale, greve di desiderio.
Daniela si voltò di scatto, lo afferrò per la testa e lo baciò.
Lingua calda, bagnata, affamata.
«Portami cazzo… fammi diventare la tua troia. Voglio sentire il tuo cazzo grosso… fino a farmi esplodere.»
Si spinsero tra le rocce, lontano da occhi curiosi.
Daniela si inginocchiò sulla sabbia fredda.
Si tolse lentamente il bikini, lasciandolo penzolare da una caviglia.
Scoprì la sua fessura lucida, rasata, già bagnata. Ansiosa.
Angel non perse tempo.
Le infilò un dito tra le labbra calde e tese, lo leccò con avidità, fino a sentirla tremare. Il respiro diventava un rantolo. Il cazzo duro, grosso, scivoloso, premette contro quelle labbra.
«Sei pronta a diventare la mia puttana? A farmi venire come una stronza davanti al mare?»
Lei tremava. Ansimava. Si spingeva contro di lui. Cercava il piacere. La violenza. La possessione.
Angel la penetrò con un colpo secco.
Violento.
Daniela urlò. Le dita strette nella sabbia, il corpo piegato sotto quel cazzo duro che la riempiva senza pietà.
Angel la scopava forte. Spingeva. Affondava.
La carne schioccava contro la sua pelle.
«Prendi tutto il mio cazzo, puttana! Voglio vederti godere come una vera stronza! Urlare il mio nome mentre ti scopo!»
Lei gemeva. Urlava.
Il corpo attraversato da brividi elettrici.
L’orgasmo la divorava. A morsi. A graffi.
Angel spingeva più forte.
Si piegò su di lei. Le afferrò i capelli.
Le sussurrò all’orecchio:
«Voglio vederti venire ancora… mentre ti scopo in bocca, mentre ti massaggi il culo con le mani, mentre ti fai una sega sporca pensando a questo cazzo che ti sta sfondando.»
Daniela si girò.
Gli afferrò il cazzo e lo baciò.
Bocca calda. Umida. I denti sfiorarono appena il glande.
«Non è finita, cazzo. Voglio scoparti ovunque. Fammi riempire di sperma. Voglio sentire il tuo odore intenso su questa figona.»
Angel la prese di nuovo.
Duro. Sporco.
Lasciando il segno su ogni centimetro di lei.
Sulla pelle. E nell’anima.
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Chiusura – Il Fuoco che Non Si Spegne
Non era solo sesso.
Era una sfida. Una guerra.
Una battaglia di carne e desiderio.
Angel riprese a scoparla con furia.
Ogni colpo più profondo. Più duro.
Quasi brutale.
Daniela urlava. Il corpo piegato sulle rocce. Il culo spinto verso di lui come un invito. Un’implorazione.
«Prendi tutto il mio cazzo, stronza di puttana! Voglio sentirti urlare il mio nome mentre ti sfondo questa figona!»
Lei si aggrappava alle rocce. Alle sue spalle forti.
Il piacere la travolgeva come un’onda incandescente.
Sentiva quel cazzo dentro di sé, enorme, pulsante.
Ogni affondo un colpo che la faceva tremare fino alle ossa.
Con una mano gli afferrò il cazzo e iniziò a massaggiarlo freneticamente.
Bagnata. Calda. Impazzita.
Angel ringhiò.
Affondò più forte.
Quasi volesse scavarle dentro l’anima.
«Voglio sentirti mentre ti faccio venire in bocca! Voglio che ti leghi a me con questo cazzo!»
Daniela si inginocchiò. Lo guardò negli occhi.
Aprì la bocca e lo prese dentro. Tutto.
Quel cazzo duro e gonfio che pulsava di piacere.
Lo leccò. Lo succhiò con avidità.
La gola che vibrava intorno a lui.
Angel gemeva.
Le mani nei suoi capelli.
Guidandola come un padrone affamato.
«Brava, puttana… Fatti scopare così… Fammi venire dentro la tua bocca bagnata.»
Quando esplose, Daniela inghiottì tutto.
Il gusto forte e denso la eccitava ancora di più.
Si rialzarono insieme.
Il corpo che bruciava. Il respiro affannoso. Il cuore impazzito.
Angel la prese di nuovo.
Entrò dentro di lei con violenza.
E stavolta fu lei a crollare.
Travolta da un orgasmo più feroce.
Un urlo che si perse nel vento.
Rimasero abbracciati.
La sabbia e il mare a lavar via il sudore.
Ma non il segno di quella notte.
Daniela sorrise.
Gli occhi ancora bagnati. E pieni di fuoco.
«Adesso sai cosa vuol dire sporcarsi per davvero con me, cazzo.»
Angel la strinse forte.
Il suo cazzo ancora duro. Ancora pronto.
«Questa è solo la prima volta, stronza.
Stanotte siamo solo all’inizio del nostro inferno.»
E mentre il mare continuava a baciare la riva,
loro si perdevano nel desiderio,
due corpi incatenati da una fame che non si sarebbe mai spenta.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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