Gay & Bisex
NUDO ALLA CONSEGNA

28.04.2025 |
1.310 |
1
"» balbettò, senza riuscire a nascondere l’agitazione..."
Aziz, il sapore proibito dell'amoreLa febbre stava calando, ma Giò si sentiva ancora stanco e svogliato. Indossava solo una felpa lunga, niente sotto, rannicchiato sul divano in attesa della spesa ordinata d'urgenza.
Quando il campanello trillò, si trascinò alla porta senza nemmeno guardarsi allo specchio.
Dall'altra parte, Aziz.
Trentacinque anni, pelle ambrata, occhi nerissimi e intensi. Un corpo asciutto sotto la divisa del supermercato, jeans aderenti che lasciavano poco all’immaginazione. Sposato, con due figli che lo aspettavano a casa — e un desiderio che si portava dietro come un peccato: quello per i giovani uomini italiani, quelli belli, freschi, impossibili.
Quando Giò aprì la porta, con le gambe nude sotto la felpa, Aziz sentì il cuore saltargli in gola.
Non avrebbe dovuto provarlo. Non avrebbe dovuto nemmeno pensarlo.
Eppure, non riusciva a staccargli gli occhi di dosso.
«La spesa...» balbettò, senza riuscire a nascondere l’agitazione.
«Appoggiala lì,» disse Giò, indicandogli il tavolo, la voce roca, il sorriso lento, come se sapesse perfettamente l’effetto che stava avendo.
Aziz si avvicinò, poggiò le buste, ma non si mosse più.
Qualcosa nell'aria era cambiato: un'energia palpabile, fatta di respiri trattenuti e sguardi che parlavano chiaro.
Giò fece un passo avanti, colmando lo spazio tra loro. Si appoggiò allo stipite con noncuranza, la felpa che si sollevava appena, rivelando la curva nuda del fianco.
«Resta un po’,» mormorò. «Non mi sento bene... potresti aiutarmi.»
Aziz esitò solo un secondo, poi si arrese. Si chinò e lo baciò. Un bacio selvaggio, affamato, carico di mesi di desideri repressi.
Le mani forti di Aziz si infilarono subito sotto la felpa, trovando la pelle calda di Giò, il corpo nudo pronto ad accoglierlo.
In pochi istanti, Giò si ritrovò spinto contro il tavolo, le gambe aperte, la bocca divorata dai baci sporchi di Aziz.
«Se sapessi da quanto tempo ti desidero...» sussurrò Aziz contro la sua pelle, mentre scendeva a baciarlo ovunque, strappandogli gemiti.
Giò sorrise, provocante. «Allora fammi vedere.»
Aziz abbassò di scatto i jeans, liberando un cazzo spesso, scuro e duro come ferro. Si inginocchiò, passandosi la lingua sulle labbra, prima di affondare il viso tra le cosce di Giò.
Lo leccò senza pietà: lenta, profonda, feroce, come se volesse mangiarselo tutto. La lingua di Aziz scivolava tra le natiche aperte, vibrava contro il suo ingresso, mentre con una mano si masturbava a ritmo, eccitato dal sapore proibito di quel ragazzo che si offriva a lui senza paura.
Quando Giò fu pronto — tremante, bagnato, ansimante — Aziz si rialzò, lo afferrò forte e guidò la punta gonfia contro l’ingresso stretto.
«Allah mi perdoni...» sussurrò, spingendosi dentro con una forza lenta e devastante, riempiendolo fino in fondo.
Giò urlò piano, un suono di piacere e dolore fusi, aggrappandosi alle spalle di Aziz mentre il corpo si adattava a lui, lo accoglieva con una fame disperata.
Aziz cominciò a muoversi, spingendo dentro e fuori con colpi profondi, animaleschi, mentre il tavolo scricchiolava sotto di loro.
Ma ogni tanto si fermava, baciava Giò con dolcezza, gli accarezzava i capelli, sussurrava parole in arabo, come se volesse proteggere quel momento da tutto il resto del mondo.
«Sei bellissimo,» mormorò, con gli occhi pieni di adorazione, mentre ricominciava a scoparlo con più forza, con più bisogno.
Giò gemette forte, il corpo che si abbandonava completamente sotto di lui. Sentiva Aziz dentro di sé, lo sentiva vivere, fremere, amarlo senza volerlo ammettere.
«Vieni per me,» comandò Aziz, mentre lo prendeva con una foga crescente.
Bastarono pochi secondi. Giò si strinse a lui, venendo con uno strappo violento, sporcandosi il ventre mentre il piacere lo attraversava come un’onda.
Aziz lo seguì subito dopo, gemendo il suo nome contro la sua pelle, riempiendolo con tutto il suo seme caldo e abbondante.
Rimasero così, uniti, ansimanti, il sudore che colava dalle tempie, i corpi intrecciati come se il tempo si fosse fermato.
Aziz gli baciò la fronte. «Questa è la consegna più bella che abbia mai fatto.»
Giò rise piano, senza staccarsi da lui. «Allora resta... ho ancora fame.»
Aziz sorrise, accarezzandogli il viso.
«Resto,» disse. «Resto fino a quando mi vorrai.»
E quella notte, Aziz non tornò a casa.
Si addormentarono nudi, stretti l'uno all'altro, e nel buio, le mani di Aziz tornarono a cercarlo.
Piano, dolcemente, senza più paura.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Commenti per NUDO ALLA CONSEGNA:
