Gay & Bisex
L'isola 1999 2

09.05.2025 |
1.643 |
2
"E mentre ancora tremava, Nikos lo prese per i fianchi e venne dentro di lui, con un gemito roco, profondo, primitivo..."
Il giorno dopo, Marta tornò dal giro in barca con l’odore di crema solare e la noia negli occhi. Disse che si era annoiata, che gli altri erano troppo vecchi o troppo ubriachi. Giò annuì, distratto, mentre si versava acqua fredda sul petto.La mente era altrove. Precisa. Ossessiva. Era ferma sul momento in cui Nikos si era girato e se n’era andato con quel culo stretto sotto i jeans slabbrati. Non c’era stata una carezza. Nessun bacio. Ma Giò era già perso.
Verso sera, quando Marta si mise a dormire — stanca, spenta, come da settimane —, Giò prese un telo, una bottiglia di birra e scese verso la scogliera.
Non c’era nessuno. Solo vento, mare e il rumore lontano di un motorino che scompariva tra gli ulivi.
Poi, una voce.
— “You came.”
Nikos era lì. Scalzo, jeans arrotolati, torso nudo. Stava seduto su una roccia piatta, le gambe divaricate. Le mani appoggiate ai lati, rilassato. Gli occhi neri fissi su di lui.
— “I wasn’t sure you would.”
Giò non rispose. Si avvicinò. Sentiva il cuore pompare sangue ovunque, come se il corpo stesse diventando troppo stretto per contenerlo. Si sedette accanto a lui. Per un attimo nessuno parlò.
Poi Nikos allungò una mano e gliela mise sulla coscia. Deciso. Senza esitazioni. La lasciò lì. Il palmo aperto, caldo, ruvido. Giò non si mosse. Lo guardò. E quando Nikos si avvicinò, non fece niente per fermarlo.
Il bacio fu sporco. Affamato. Lingua subito, denti, saliva. Si presero come se fosse l’unico modo per restare vivi. Nikos gli infilò subito la mano nei pantaloncini. Lo trovò duro, pronto, pulsante. E sorrise nel bacio.
— “I knew it,” sussurrò.
Lo spinse giù sul telo, lo strinse con forza, e senza dire nulla si mise a succhiarglielo con una fame animalesca. Giò ansimò, le mani tra i capelli di lui, le dita che stringevano. La bocca di Nikos era calda, profonda. Non si fermava mai. Lo prendeva tutto, fino a farsi venire le lacrime agli occhi. Lo leccava fino alla base, si fermava solo per sputarci sopra e poi lo ingoiava di nuovo, sempre più forte.
Giò non resisteva. Gli veniva da gemere. Da urlare. Aveva il cazzo talmente duro che gli faceva male.
Poi Nikos si fermò, si alzò e si spogliò.
Il corpo nudo era da impazzire. Magro, muscoli definiti, pelle scura dal sole. E un cazzo bello, duro, grosso. Non lunghissimo, ma largo, spesso, con le vene gonfie. Se lo accarezzava mentre lo guardava.
— “You want it?”
Giò annuì. Aveva la bocca secca. L’istinto lo prese. Si inginocchiò davanti a lui. Glielo prese in mano. Lo leccò piano, dalla base alla punta, facendo passare la lingua sotto, lungo il frenulo. Nikos gemeva. Gli prese la testa e glielo spinse dentro, più forte, più profondo. Lo voleva dentro tutto.
La sabbia si appiccicava alle ginocchia. Il vento li accarezzava ma non li rinfrescava. Erano due corpi in fiamme, uno che s’ingoiava l’altro.
Poi Nikos lo prese per un braccio, lo girò e gli abbassò i pantaloncini. Glielo sputò sul culo, glielo aprì con le dita, lo leccò. Una lingua bollente tra le chiappe, un leccare lungo, intenso, animale. Giò tremava.
— “Fuck, Nikos…”
— “Yeah,” rispose lui. — “I’m gonna fuck you.”
E lo fece.
Lo infilò piano, poi sempre più forte. Le sue mani lo stringevano sui fianchi, le sue spinte erano selvagge. Il cazzo entrava e usciva, duro, sporco, mentre le onde si infrangevano poco lontano. Giò si sentiva spaccare in due. Godeva da pazzi. Non riusciva a credere a quanto lo stesse eccitando essere preso lì, all’aperto, da uno sconosciuto bello e selvatico.
Il cazzo di Nikos sbatteva dentro con violenza. Lo prendeva a schiaffi sul culo, gli tirava i capelli, lo mordeva sulla spalla. I loro gemiti si mescolavano. Il profumo di sudore, di sperma, di mare.
Quando Giò venne, lo fece senza nemmeno toccarsi. L’orgasmo lo investì come un’onda. Sentì lo sperma uscire a fiotti, colare sulla pancia, sulla sabbia. E mentre ancora tremava, Nikos lo prese per i fianchi e venne dentro di lui, con un gemito roco, profondo, primitivo.
Rimasero lì, incollati, sudati, con il cazzo ancora dentro e il respiro spezzato.
Poi Nikos gli sussurrò all’orecchio, ridendo:
— “Now you’ll come back. Again and again.”
E Giò sapeva che era vero.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Commenti per L'isola 1999 2:
