incesto
Tra le sue cosce – Parte IV: La doccia del pe


07.07.2025 |
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Il finale
La sera era calata sul lago.
Nella villa tutto era silenzio.
Solo il suono dell’acqua che scorreva, e un corpo nudo che mi chiamava.
Nicole era già sotto la doccia.
La pelle bagnata, i capelli lunghi che le scendevano sulla schiena.
Il vapore avvolgeva tutto, come un sipario caldo tra il mondo e noi.
Mi avvicinai da dietro.
Nudo. Duro. Teso.
Le mie mani sui suoi fianchi scivolosi, la bocca sul suo collo, il cazzo che sfiorava le sue cosce aperte.
Nicole (senza voltarsi):
«Sei qui. Zio. Finalmente. Fammi tua. In silenzio. Con forza. Con amore. Con tutto. Fammi venire tra le tue mani… tra le tue dita… tra le tue labbra… fammi squirtare addosso a te.»
La girai.
Il suo viso bagnato, la bocca semiaperta.
La presi tra le braccia, le gambe attorno alla mia vita.
Io (mentre la sollevo):
«Sei la mia puttana. La mia verità. Il mio inferno bagnato. La mia famiglia sbagliata. Ma non ti lascio più. E ora ti faccio venire. Fino a svuotarti l’anima.»
L’appoggiai con la schiena al vetro appannato.
La lingua tra le sue gambe, ancora.
Ancora.
L’acqua scendeva tra le sue cosce mentre la mia bocca la succhiava senza pietà.
Nicole (urlando):
«TI AMO! CAZZO TI AMO! LINGUAMI! MORDIMI! ENTRAMI! FAMMI VENIRE IN BOCCA, SUL VISO, SUL PETTO! TI SQUIRTO ADDOSSO SE NON TI FERMI!»
Due dita dentro.
La lingua che spingeva.
Il mio viso immerso nella sua fica.
Le sue gambe che tremavano.
Il respiro spezzato.
E poi il delirio.
Nicole (quasi piangendo):
«ECCOLO! LO SENTO! TI BAGNO TUTTO! SQUIRT! SQUIRT! OH DIO ZIO!»
BOOM.
Un getto caldo.
Il suo squirt esplose contro di me, contro il vetro, sulle piastrelle.
Io non mi mossi.
La presi tutta.
Bevvi la sua anima
Restammo lì, abbracciati sotto l’acqua.
I corpi nudi. Le mani intrecciate.
Il mio viso ancora umido del suo piacere.
Il suo sguardo appannato, ma pieno. Completamente mia.
Nicole si strinse a me.
Le gambe ancora deboli.
Le labbra socchiuse.
Nicole (sussurrando, con il fiato sul mio petto):
«Nessuno mi toccherà più così. Nessuno saprà mai… come mi hai fatto tremare. Hai leccato ogni mia paura, mi hai scopata via ogni vergogna. Hai preso la mia anima dalla fica. E io… ti appartengo.»
La tenni più forte.
L’acqua correva su di noi come una benedizione sporca e pulita allo stesso tempo.
Io (sussurrandole all’orecchio):
«Tu sei la mia dannazione. E la mia droga. Sei la mia nipotina del peccato… e la mia regina del piacere. Tra le tue gambe… ho trovato casa. Il tuo squirt è la mia verità. Io ti berrei ogni giorno, per non morire mai.»
Lei alzò lo sguardo.
Occhi pieni di lacrime. Di piacere. Di senso.
Le nostre fronti si toccarono.
Nicole (con voce rotta):
«Quando ti inginocchi tra le mie cosce… mi sento viva. Ma quando mi fai venire così… quando mi fai squirtare sull’anima… mi sento tua. Tua davvero.
E non importa dove saremo. La tua bocca… sarà sempre la mia casa.
La tua lingua… il mio tempio.
Il tuo viso… la mia rovina preferita.»
Il vapore avvolgeva ogni cosa.
Ma il vero calore era tra noi.
Rimasi lì.
A stringerla.
A respirare la sua pelle, il suo sesso, la sua essenza.
E capii che il piacere può essere peccato.
Ma anche preghiera.
E io avevo appena pregato.
Tra le sue cosce.
Con la lingua.
Con tutto me stesso.
⸻
**Fine vera.
O forse… solo il prossimo inizio.**
La sera era calata sul lago.
Nella villa tutto era silenzio.
Solo il suono dell’acqua che scorreva, e un corpo nudo che mi chiamava.
Nicole era già sotto la doccia.
La pelle bagnata, i capelli lunghi che le scendevano sulla schiena.
Il vapore avvolgeva tutto, come un sipario caldo tra il mondo e noi.
Mi avvicinai da dietro.
Nudo. Duro. Teso.
Le mie mani sui suoi fianchi scivolosi, la bocca sul suo collo, il cazzo che sfiorava le sue cosce aperte.
Nicole (senza voltarsi):
«Sei qui. Zio. Finalmente. Fammi tua. In silenzio. Con forza. Con amore. Con tutto. Fammi venire tra le tue mani… tra le tue dita… tra le tue labbra… fammi squirtare addosso a te.»
La girai.
Il suo viso bagnato, la bocca semiaperta.
La presi tra le braccia, le gambe attorno alla mia vita.
Io (mentre la sollevo):
«Sei la mia puttana. La mia verità. Il mio inferno bagnato. La mia famiglia sbagliata. Ma non ti lascio più. E ora ti faccio venire. Fino a svuotarti l’anima.»
L’appoggiai con la schiena al vetro appannato.
La lingua tra le sue gambe, ancora.
Ancora.
L’acqua scendeva tra le sue cosce mentre la mia bocca la succhiava senza pietà.
Nicole (urlando):
«TI AMO! CAZZO TI AMO! LINGUAMI! MORDIMI! ENTRAMI! FAMMI VENIRE IN BOCCA, SUL VISO, SUL PETTO! TI SQUIRTO ADDOSSO SE NON TI FERMI!»
Due dita dentro.
La lingua che spingeva.
Il mio viso immerso nella sua fica.
Le sue gambe che tremavano.
Il respiro spezzato.
E poi il delirio.
Nicole (quasi piangendo):
«ECCOLO! LO SENTO! TI BAGNO TUTTO! SQUIRT! SQUIRT! OH DIO ZIO!»
BOOM.
Un getto caldo.
Il suo squirt esplose contro di me, contro il vetro, sulle piastrelle.
Io non mi mossi.
La presi tutta.
Bevvi la sua anima
Restammo lì, abbracciati sotto l’acqua.
I corpi nudi. Le mani intrecciate.
Il mio viso ancora umido del suo piacere.
Il suo sguardo appannato, ma pieno. Completamente mia.
Nicole si strinse a me.
Le gambe ancora deboli.
Le labbra socchiuse.
Nicole (sussurrando, con il fiato sul mio petto):
«Nessuno mi toccherà più così. Nessuno saprà mai… come mi hai fatto tremare. Hai leccato ogni mia paura, mi hai scopata via ogni vergogna. Hai preso la mia anima dalla fica. E io… ti appartengo.»
La tenni più forte.
L’acqua correva su di noi come una benedizione sporca e pulita allo stesso tempo.
Io (sussurrandole all’orecchio):
«Tu sei la mia dannazione. E la mia droga. Sei la mia nipotina del peccato… e la mia regina del piacere. Tra le tue gambe… ho trovato casa. Il tuo squirt è la mia verità. Io ti berrei ogni giorno, per non morire mai.»
Lei alzò lo sguardo.
Occhi pieni di lacrime. Di piacere. Di senso.
Le nostre fronti si toccarono.
Nicole (con voce rotta):
«Quando ti inginocchi tra le mie cosce… mi sento viva. Ma quando mi fai venire così… quando mi fai squirtare sull’anima… mi sento tua. Tua davvero.
E non importa dove saremo. La tua bocca… sarà sempre la mia casa.
La tua lingua… il mio tempio.
Il tuo viso… la mia rovina preferita.»
Il vapore avvolgeva ogni cosa.
Ma il vero calore era tra noi.
Rimasi lì.
A stringerla.
A respirare la sua pelle, il suo sesso, la sua essenza.
E capii che il piacere può essere peccato.
Ma anche preghiera.
E io avevo appena pregato.
Tra le sue cosce.
Con la lingua.
Con tutto me stesso.
⸻
**Fine vera.
O forse… solo il prossimo inizio.**
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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