incesto
“Il Culetto di Gis – Il Mio Peccato Più Dolce


07.07.2025 |
9 |
0
"Tu la seguisti un istante dopo, riempiendola mentre la stringevi a te, ancora dentro quel piccolo spazio stretto e bollente che ti aveva dato tutto..."
La luce del pomeriggio filtrava attraverso le tende leggere della mansarda, dorando ogni angolo della stanza con una calma irreale. La villa sul lago sembrava sospesa nel silenzio. Nicole era uscita da poco per fare la spesa. Tu e Gis eravate rimasti soli.Tu. Lei. Tua cognata.
Eravate saliti in mansarda con una scusa banale, ma l’elettricità tra voi era già palpabile da ore. Lei ti guardava da sotto le ciglia, come se sapesse esattamente dove stava andando a finire tutto questo.
E ora, davanti a te, Gis era nuda. La maglietta sul pavimento. Il respiro caldo. Lo sguardo sfacciato.
Si voltò lentamente, inginocchiandosi sul tappeto. Si mise a quattro zampe con una lentezza studiata, il bacino sollevato, le gambe appena divaricate. Il suo corpo era un invito al peccato. Il tuo peccato.
Poi, con quella voce roca che ti faceva impazzire, sussurrò:
“Questo culetto te lo sto offrendo… fallo tuo. Adesso.”
Ti avvicinasti come ipnotizzato. La tua mano sul suo fianco, l’altra che scivolava lungo la curva della schiena. Il cuore ti batteva forte, ma ormai il confine era già stato superato.
«Sai che è sbagliato, vero?»
Lei sorrise, senza voltarsi.
«Proprio per questo mi fa impazzire…»
Le dita scorsero tra le sue natiche tese, fino a quel piccolo punto che le fece tremare le cosce. Era stretta, calda, e si stava aprendo per te.
«Dimmi chi sei, adesso.»
Gis ansimò.
«Sono tua… tua puttana segreta… tua cognata da scopare come vuoi tu…»
Il desiderio ti esplose dentro. La guidasti piano, premendo contro quel punto proibito. Gis si arrese, gemendo forte.
«Sì… fammelo… dentro… voglio sentirti… lì…»
La penetrasti lentamente, sentendo ogni centimetro del suo corpo che ti accoglieva, che si apriva solo per te.
«Cazzo, sei stretta…»
«È tutto tuo… goditelo… scopami il culo come non hai mai fatto con nessuna…»
Il ritmo salì. Le tue mani le afferravano i fianchi. Ogni colpo era più profondo, più pieno. Lei mordeva il tappeto, gemendo senza più filtri.
«Scopami forte… fammi godere nel culo… sì, così…»
Una mano le accarezzava il clitoride, l’altra la teneva ben aperta per te. Gis tremava, i muscoli tesi, il corpo attraversato da onde di piacere.
«Sto venendo… dentro me… scopami anche l’anima…»
E tu lo facesti. Con l’ultimo colpo la sentisti irrigidirsi, urlare, venire tremando tutta sotto di te. Tu la seguisti un istante dopo, riempiendola mentre la stringevi a te, ancora dentro quel piccolo spazio stretto e bollente che ti aveva dato tutto.
Cadeste insieme sul tappeto, sudati, nudi, appagati.
Lei rise piano.
«Ora sì… ora posso anche morire felice.»
Tu la guardasti, accarezzandole piano il sedere ancora segnato.
“Questo è il mio vizio… e tu sei il mio peccato più dolce, cognatina.”
«Allora peccami ancora. Finché riesci…»
Il sole calava, e la mansarda profumava solo di voi. Di sudore, di pelle, di voglia proibita.
⸻
Epilogo
La porta d’ingresso si aprì con un lieve tonfo. Nicole era rientrata.
Voci leggere dal piano inferiore. Passi.
Gis si voltò verso di te, ancora stesa nuda sul tappeto, le cosce aperte, il suo culetto segnato dal vostro gioco.
«Dobbiamo rivestirci?»
Tu le sorridesti.
«No. Dobbiamo solo vedere se anche lei… ha voglia di peccare con noi.»
La porta della mansarda scricchiolò. Nicole stava per salire.
E voi eravate ancora lì. Nudi. Uniti. Peccatori.
Ma questo…
è solo l’inizio della prossima tentazione.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Commenti per “Il Culetto di Gis – Il Mio Peccato Più Dolce:
