incesto
La Vacanza del Piacere – Da Lampedusa al Lago


07.07.2025 |
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Epilogo – Il triangolo eterno
Quella notte dormimmo abbracciati..."
Era tutto deciso. Solo io e lei.Nicole.
Senza Gis.
Un’isola per perderci, un letto per ritrovarci. Un’estate per farla impazzire di piacere.
Atterrammo a Lampedusa in un pomeriggio rovente. Il vento profumava di sale e di libertà. La villa era sul costone più esposto, isolata, bianca, con una terrazza che si affacciava sul nulla. Nicole si spogliò ancora prima di varcare la soglia.
Nicole (nuda, sullo stipite della porta):
«Ora sono tua. Non devi dividerci. Non c’è nessuno. Solo cazzo, fica e noi. E io… sono pronta a tutto.»
Il suo corpo era una dichiarazione: teso, vibrante, affamato. Le tette piene, il culo sodo, la fica liscia che brillava alla luce. Mi si avvicinò, il respiro caldo sul mio collo.
Nicole (sussurrando):
«Fammi male, se vuoi. Fammi tua. Qui, sul pavimento. Voglio sentirti tutto dentro. Forte. Senza pietà.»
L’accontentai.
La presi lì, all’ingresso. Spinta contro la parete fresca di pietra. Le mani sul suo culo, il mio cazzo che affondava nella sua fica già aperta, pronta, assetata. Il suo primo gemito mi fece venire voglia di distruggerla di piacere.
Nicole (ansimando):
«Dio sì! Spaccami! Fammi tremare! Fammi venire come mai prima…»
E venne. A lungo. Stringendomi dentro, senza respiro.
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Il giorno dopo ci rifugiammo alla Spiaggia dei Conigli.
Pochi sguardi, molta voglia.
Nicole si stese nuda, sul telo tra le rocce.
Nicole (passandosi due dita tra le labbra della fica):
«Vieni. Voglio sentire la tua lingua che mi scava. Fammi venire mentre il mare mi guarda.»
Mi inginocchiai. La presi tutta. Le leccai la fica lentamente, poi più forte, mentre lei gemeva e si accarezzava il seno. Le dita che spingevano il piacere oltre.
La sua voce diventava grido.
Nicole (mentre si inarcava):
«Così! Così! Sì! Vienimi dentro dopo, voglio tutto. Anche il culo. Fammi tua per sempre.»
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La sera, nella piscina della villa, fu incanto puro.
Nicole scivolò in acqua, nuda. Si piegò sul bordo, alzò il culo, mi guardò da dietro.
Nicole (senza fiato):
«Prendimi. Dietro. Fammi urlare. Voglio che il tuo cazzo mi allarghi tutta. Voglio venire col tuo seme dentro…»
La presi così. Forte. Profondo. Senza parole. Solo colpi. Solo mani. Solo pelle. Venni in lei, sentendola vibrare attorno al mio cazzo, mentre gridava il mio nome.
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La notte in barca – L’ultimo fuoco a Lampedusa
L’ultima notte la passammo in una barca, tra le calette.
Soli.
Il mare calmo. Il cielo carico di stelle. Nicole si mise in piedi, nuda, contro l’albero maestro.
Nicole (spalancando le cosce):
«Fammi tua. Fammi urlare sotto le stelle. Fammi piangere dal piacere. Spingi il tuo cazzo dove vuoi. E svuotami.»
L’afferrai.
La piegai in avanti.
Le entrai nella fica, poi la girai. La cavalcai. Le tenni le mani bloccate sopra la testa.
Le venni in bocca, poi di nuovo dentro.
Scopammo fino all’alba. Sudati, salati, vivi.
La barca tremava. Non per il mare. Per noi.
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Il ritorno – E il triangolo che si chiude
Quando tornammo a casa, sul Lago di Como, Nicole camminava nuda per la villa. Il corpo segnato dal sole, la fica ancora mia.
Nicole (guardandomi mentre si infila un dito tra le gambe):
«È ancora bagnata per te. Mi manca già il tuo cazzo. Ma ora… ci aspetta lei.»
Gis era sulla porta.
Bellissima. In silenzio. Ci guardava.
Gis (senza rabbia, solo desiderio):
«Avete goduto? Bene. Ora… si gioca in tre.»
Nicole (avvicinandosi nuda):
«Fammi scopare davanti a te. O vieni tu… tra le mie gambe. Lui ci scopa tutte. E tu lo sai. Tu lo vuoi.»
Gis si spogliò piano.
Le gambe tremavano già.
Gis (sorridendo):
«Io voglio tutto. La tua lingua. Il suo cazzo. Il mio culo. Il nostro inferno. Il nostro paradiso. Ora.»
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Epilogo – Il triangolo eterno
Quella notte dormimmo abbracciati.
Le avevo entrambe. Nude. Soddisfatte. Mie.
Nicole (sussurrando):
«Non tornerò mai indietro. Ora so cosa vuol dire appartenerti.»
Gis (accarezzandoci):
«Siamo tua proprietà. Per gioco. Per amore. Per vizio. Per verità.»
E io…
Sorrisi.
Avevo la fica di Nicole.
Il culo di Gis.
Il cuore di entrambe.
E non volevo nient’altro.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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