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Lui & Lei

Matilde 05-06 - Chiamo Michele ancora


di Alex46
14.06.2019    |    701    |    0 8.7
"Con un notevole sforzo di volontà decidiamo di chiudere la conversazione e di andare a dormire..."
Ormai è quasi mezzanotte, sta finendo questo 7 ottobre 2003. L’orgasmo avuto qui nella mia stanzetta è solo un pallido assaggio di quello che ancora vorrei. Con un notevole sforzo di volontà decidiamo di chiudere la conversazione e di andare a dormire.
Ma verso l’una mi accorgo che è almeno mezz’ora che mi rivolto nel letto senza riuscire ad addormentarmi, ho bisogno di qualcosa che non posso avere. E nel momento stesso in cui realizzo che il mio corpo ha ancora bisogno di godere, la decisione è già presa. Telefonerò a loro, più esattamente a Michele. Non me ne frega niente se dorme.
Faccio il numero del suo cellulare, mi risponde una voce assonnata. So che lo tiene sempre acceso, anche di notte.
- Sei tu? - mi chiede - cosa succede?
La sua voce, già solo per dire quelle quattro parole, mi fa scorrere un brivido giù per la spina dorsale.
- Ciao, caro. Stavi dormendo?
- Sì, che ora è?
- L’una.
- Mi sembrava... ci siamo addormentati una mezz’oretta fa.
- Avete ancora fatto l’amore? - chiedo apprensiva.
- No. Lo sai che senza di te siamo senza stimoli...
- Sììì, figurati...
- E tu?
- Io ho cercato di dormire, poi...
- E poi?
- E poi non ci sono riuscita, così ti ho chiamato. Sai, l’orgasmino avuto prima mi ha impedito di coricarmi tranquilla... Penso che mi abbiate rovinato... non posso dormire senza di voi.
- Mi spiace che tu non sia qui, amore - mi dice.
- Non sai quanto spiace a me... se tu fossi qui non ti avrei lasciato dormire... ti avrei toccato, carezzato, avremmo fatto l’amore...
- E va bene, Mati... Cosa mi faresti se fossi lì - dice lui sempre parlando sottovoce, come non volesse svegliare Debra che gli dorme accanto.
Sorrido alle sue parole. Lui ha capito perfettamente cosa voglio e ha deciso di accontentarmi, anche se lì per lì non è che muoia dalla voglia.
- Se tu fossi qui, io avrei passato una serata diversa, avrei fatto uno striptease per te, a luce di candela, avremmo bevuto vino assieme, ci saremmo baciati a lungo, perché a lungo avrei voluto sentire la tua forza, il tuo entusiasmo, il tuo amore e, naturalmente, il tuo cazzo duro che mi premeva sull’inguine...
- Ahh, sì... bello... e poi?
Continuo a dirgli parole dolci ed eccitanti, mi accorgo infatti che lo sto interessando parecchio e che ormai il suo sonno è solo un ricordo.
- Debra dorme?
- Sì, sembra di sì...
- Ti stai accarezzando il cazzo?
- Un po’, non ancora...
- Beh, fallo amore... sai quanto mi piace...
- Solo se lo fai anche tu.
- Io lo sto già facendo, Michele...
- Tu sei diabolica, Matilde... riusciresti a farlo rizzare a un morto... ahhh!
- Oh, sìììì - sussurro mentre mi s’interrompe il respiro, il ditino sul clitoride.
- Lo stai facendo pensando che sia io a fartelo?
- Sììì, certo. E sono io che ti accarezzo il tuo manganello...
- Manganello... l’hai chiamato... dove hai trovato quest’espressione... me lo sto menando, il manganello, Matilde... Sono al buio, ma mi sembra di sentire il glande, spremuto dal mio pugno, bagnarsi con il liquidino... metti il telefono un momento accanto alla tua figa... fammi sentire il rumore della tua... ahhhh! masturbazione... perché tu lo stai facendo vero? Ti stai toccando, sì?
- Sììì, ho dentro due dita, Michele e le sto stantuffando... senti...
E avvicino il cordless alla mia figa. Non è ancora uno sciacquio assordante, ma basta per eccitare chi la mia figa la conosce bene.
- Cazzo - dice.
- Te lo succhierei per un po’, poi mi farei sbattere al muro e mi farei prendere... da te... te la darei... nuda, con i sandali, mi farei sbattere...
- Oh, sìììì.... mi stai facendo morire...
- Lo so. Perché non ti è bastata Debra, questa sera, vero? Le tue due sborrate senza piantarglielo dentro da qualche parte non ti hanno soddisfatto del tutto, vero? Avresti voluto farlo... ma non ti ha lasciato.
- Forse... pensava... che tu avresti richiamato...
- Sììì, proprio lei...
- Perché “proprio lei”? Lei è generosa, di solito.
- Certo che è generosa... ma se non ti ha preso dentro aveva una buona ragione.
- Cioè?
- Non so, perché non glielo chiedi domattina?
- Domattina, se continuiamo così, non so neppure se sarò vivo...
- Comunque adesso vuoi sborrare...
- Oh, sì, che lo voglio. Vorrei scoparti contro il muro, così come vorresti tu...
- E invece io ho dentro solo la mia manina, amore, dobbiamo accettarlo... e prenderlo così come è, cioè bellissimo uguale.
- Io sto per lasciarmi andare, Mati...
- Tu mi stai scopando contro il muro e mi dai dei colpi della madonna. Io me li prendo e ogni volta cerco di piegare un po’ le ginocchia per prenderlo più a fondo... Ti sento, ti sento un casino... mi stai toccando la cervice... ecco, lo sento, ora vieni, vieni, sììì, vieniiiiii, arghhhhhhh, e anch’ioooooooo.....
- Anch’io Matilde, eccomi, sto sborrando sulle lenzuola, sono alla fine di questo raspone, ahhhh, non posso urlare!!!!!!
- No,tu non sei venuto nelle lenzuola... tu sei venuto dentro di me, mi hai riempita - gli dico con ancora dentro le mie due dita che indugiano.
Ci scambiamo altre frasi dolci, tipo è stato bellissimo, sei il mio amore...
- Adesso credo potrai dormire - conclude Michele.
- Forse... Speriamo. Al massimo mi darò un’altra toccatina - scherzo io.
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