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Matilde 08-25 - Di fronte ai lettori


di Alex46
14.11.2019    |    1.174    |    0 6.0
"- Sborrami nei capelli! – implora Debra – così poi Matilde me li lecca..."
Qualcuno si chiederà come ho potuto scrivere otto libri sulla vita sessuale mia e dei miei compagni nell’arco di quattro stupendi anni passati assieme. Tra l’altro, a questi otto lavori si dovrebbero aggiungere altri tredici che raccolgono le nostre fantasie sessuali, più altri sei di altre fantasie ancora ma questa volta copiate da autori vari e riadattate a nostro uso e consumo.
Anche senza questi ultimi diciannove volumi, come dire, di pura fantasia, l’abbondanza di materiale e di situazioni vissute nei primi otto è a dir poco rilevante e ne vado fiera.
Il lavoro è nato avendo avuto fortuna e modo di prendere molti appunti di mano in mano che le vicende occorrevano. La mia passione per lo scrivere ha fatto poi il resto, anche se per la verità non sono mai intervenuta molto, solo il minimo necessario. Come i fatti avevo raccontato sotto forma di appunti, così li riprendevo in sede di rielaborazione, senza nulla aggiungere o togliere, semplicemente badando all’essenziale. Ovviamente talvolta mi sono aiutata con i diari di Debra e di Michele, specialmente per gli episodi in cui io non ero presente.
Entrambe le fasi di lavoro mi vedevano all’opera vogliosa di sesso. In sede di appunti ero in genere ancora piena delle sensazioni appena provate, perciò desiderosa di rivivere quei momenti esaltanti tramite una scrittura che si autoeccitasse; in sede di rielaborazione cercavo di non lasciarmi prendere più di tanto dal mio stesso racconto, condurlo a buon fine ed eventualmente solo alla fine mi concedevo sollievo.
Ho iniziato dalla masturbazione e con questa stessa voglio terminare. Amo toccarmi, masturbarmi con ogni mezzo, lo faccio con molta fantasia da una vita. Credo che lo farò anche tra tanti anni, anche quando non farò più l’amore con nessuno, neppure con Michele o Debra.
Scrivere, per me non è stato solo un autoerotismo intellettuale o psichico. Anche fisicamente mi sono sfinita, le due cose erano assolutamente inscindibili. Più raccontavo di orgasmi, più me li procuravo nel segreto della mia stanza, sola a scrivere.
Normalmente scrivo utilizzando solo due dita sulla tastiera, ma centinaia di volte mi è capitato di scrivere con un solo dito, mentre con l’altro mi strofinavo la figa, o il clitoride, o entrambi. Fino a gemere, mugolare, fino a un primo orgasmo, e poi a un secondo. Poi magari interrompevo per penetrarmi con il vibratore o con un dildo, per poi riprendere a scrivere con le dita viscide di umori. Molte volte mi sono lasciata sorprendere o da Debra o da Michele o da entrambi: allora interrompevo e mi facevo leccare. Qualche volta ho scritto mentre qualcuno mi leccava o mi accarezzava.
Ora sono al mio computer, Davide e Monica dormiranno tranquilli per qualche ora, e io voglio metter la parola fine a questo lungo viaggio.
Scrivo l’ultimo capitolo e mi domando cosa proveranno i miei lettori a leggere il mio lavoro. Voglio che per l’ultima volta mi pensino, ormai mamma e felice amante di una donna e di un uomo meravigliosi, mentre sono in procinto di trarre da me il primario piacere sessuale.
Sento i capezzoli eretti che premono sotto al leggero tessuto del mio top. Ho il viso caldo e le labbra appena un po’ indolenzite e gonfie dopo essermele mordicchiate finora. Ho abbassato le mutandine a metà gambe e mi do ogni tanto qualche piccolo sollievo accarezzandomi il clitoride. So che è proprio questa tensione che tiene costante il flusso lavico di parole che sto scrivendo.
Così continuo a scrivere, immaginando quanto i lettori si masturberanno su queste parole, sapendo che io l’ho già fatto e lo sto facendo ancora.
Interrompo una decina di minuti per fare una doccia, apro lo scroscio d’acqua, indugio qualche secondo fuori per pizzicarmi i capezzoli, poi entro nella cabina. Dapprima mi godo l’acqua calda che mi scorre addosso, poi afferro il telefono per puntare il getto direttamente sulle parti del corpo che più ne hanno bisogno. Per esempio le spalle, che la lunga sosta al computer ha un po’ irrigidito in una posizione scorretta.
Poi, la figa. Amo l’acqua calda spruzzata con forza sulle grandi labbra. Sono in piedi con le gambe molto aperte, con l’altra mano mi accarezzo il bottoncino. Altre volte facendo così ho dovuto appoggiarmi alla parete in attesa che l’improvviso orgasmo riducesse la sua forza e mi permettesse ancora un normale equilibrio.
Ma questa volta non voglio che succeda. Sto bene attenta a portarmi al limite senza superarlo. Sto ansimando e senza volerlo agito i fianchi avanti e indietro come a mimare un coito. Ho bisogno di un cazzo dentro, questa volta non mi basterà la leggera carezza dell’acqua e delle mie dita.
Così chiudo l’acqua e mi avvolgo in un accappatoio. Mi asciugo i capelli sommariamente, lasciandoli quindi liberi. Poi scelgo un paio di mutandine dall’armadio e le indosso. Fa parte del rituale: mi piace iniziare le mie avventure solitarie con qualche capo di vestiario addosso. E questa volta specialmente, visto che è per i lettori che faccio tutto questo.
Sono sola in casa, Debra è andata dall’estetista, io andrò oggi pomeriggio.
Dalla scarpiera scelgo un paio di super-sandali, con zeppa da 4 cm, tacco da 16 e allacciature in pelle. Poi, aperto l’apposito stipetto, contemplo la generosa collezione di giocattoli che ci hanno accompagnato in tutti questi anni. Accarezzo con le mani vibratori e dildo vari, senza alcuna distinzione tra quelli miei e quelli di Debra. Poi, alla fine, ne scelgo due. Il primo è il rabbit-pearl, che ho in comune con Debra, quello caratterizzato dalla protuberanza alla sua base. Lo lubrifico con un poco di crema e lo dispongo in piedi sul comodino. Il secondo è il mio vibratore anale, rosso. Anche lui ungo per bene fino a disporlo accanto all’altro giocattolone.
Sistemo bene i cuscini del letto, per una posizione il più possibile confortevole.
Poi mi sdraio sul letto, a gambe oscenamente aperte. Voglio essere provocante con me stessa, i super-sandali fanno la loro parte. Sono un acquisto recente (anche se pre-gravidanza), non li indosserei mai per uscire, e mi servono solo in casa per le nostre performance domestiche. Diciamo che sono proprio volgari ma, indossati da me, in qualche modo si trasformano.
Mi vedo anche nello specchio gigante che abbiamo montato a muro, di fronte al letto. E mi piaccio un casino.
Chiudo gli occhi mentre rovescio leggemente la testa all’indietro e inizio ad accarezzarmi con le mani. Non ci metto molto ad arrivare alle cosce. Le ho ancora freddine da effetto post-doccia. Riapro gli occhi e vedo, sia dal vero sia nello specchio, la mano che cerca il solco tra le gambe. Sento il clitoride che pulsa e che preme sul leggerissimo tessuto delle mutandine. I fianchi vorrebbero muoversi come facevano prima sotto la doccia. Penso alle centinaia di occhi che mi fissano mentre mi stanno leggendo, poi dedico attenzione ai capezzoli che urlano di essere accarezzati, strizzati anche.
Ogni carezza, ogni pizzicata mi si riflette immediatamente nella figa, ora chiaramente bagnata e bisognosa.
Lo faccio apposta ad attendere, indugiando sull’orlo superiore degli slip. Con un dito appena sotto il bordo percorro tutta la larghezza della pancia, in verità qui assai ridotta, viste le dimensioni delle mutandine stesse. Sono così micro che a malapena coprono la sottile striscia di pelo biondo sul pube.
Ora però devo farlo. Con le dita divido accuratamente le grandi labbra. Sento quanto sono fradicia, dunque non resisto a sfregare l’interno, appena un poco.
Pretendo che uno dei lettori m’infili un dito dentro, ma in realtà è il mio medio che entra appena e che poi fuoriesce per inumidire tuto il resto della figa. Faccio questo più volte.
Poi aggiungo anche l’indice e questo mi provoca il primo gemito di piacere. Improvvisamente le due dita vanno fuori controllo e si mettono ad andare su e giù, mentre con il pollice ogni tanto urto leggermente il bottone. Godo a vedermi, godo a masturbarmi con la mano un po’ nascosta dai micro-slip. Quando sento di essere vicina all’orgasmo, accelero il movimento fino a venire di mia volontà. Oggi è la seconda volta, e sono appena le undici di mattina.
E, come previsto, non ne ho abbastanza. Dopo essere venuta prima accarezzandomi, poi al seguito di un accenno di penetrazione, ora voglio qualcosa di più. Voglio essere riempita e sono pronta a farmelo da sola.
Non attendo neppure che le onde dell’orgasmo si plachino, respiro con affanno mentre mi sfilo le mutandine. Poi di nuovo a gambe larghe infilo le dita nel bagnato della figa e me le porto alla bocca per gustare la mia dolce venuta.
Afferro il dildo e me lo appoggio sul clitoride. Tremo di piacere al contatto dell’oggetto freddo di jelly, mi solletico la figa con l’oggetto, fino a farlo entrare appena e subito dopo farlo uscire. Involontariamente con il bacino gli vado incontro, ma ancora ho il controllo della situazione.
Introduco il dildo, e questa volta lo lascio lì, senza muovermi. Pretendo sempre che uno dei lettori non abbia resistito a infilarmelo dentro.
- Ti prego, mettimelo dentro tutto... scopami – sussurro al mio immaginario amante.
Mi concedo un altro due centimetri, poi lo tiro fuori. Gemo. Ancora lo faccio scivolare dentro, adesso siamo a cinque centimetri, gemo ancora, poi ancora fuori. E poi di nuovo, dentro e fuori, dentro e fuori, ogni volta sempre un po’ di più, ogni volta pregando di entrare ancora di più, di più...
Ma il lettore sa bene quello che vuole, mi tiene sulle corde, al limite.
Mi riscuoto e mi metto carponi sul letto, questa volta mi penetro da dietro. Nello specchio mi vedo il seno e i due buchi pronti a tutto. Tengo il culo alto, in modo da essere ancora più provocante.
È venuto il momento del vibratore, che accendo. Mi masturbo il clitoride, godendo di quelle meravigliose vibrazioni. Poi, quando sono di nuovo al limite, me lo appoggio al buchino posteriore, muovendolo al solo scopo di eccitarmi anche lì e avendo cura di bagnarmi per bene con gli umori dell’orgasmo di prima.
Piano, forzo la sottile punta vibrante dentro il buchino, fermandomi e riprendendo subito dopo essermi rilassata. Poi, del tutto pronta, non esito a infilarmelo dentro completamente, fino a che faccio fatica a trattenerlo ancora tra due dita. Poi lo lascio lavorare, abbasso la testa sul cuscino e mi godo quella meravigliiosa sensazione che neppure un cazzo vero è in grado di dare, cioè quella di farti vibrare le viscere.
Con una mano vado a sfregarmi il clitoride e quando sento di essere davvero pronta, riprendo il dildo. Ora ne ho davvero bisogno.
Il rituale è sempre quello: entrare appena, poi uscire, poi entrare ancora, ma più in profondità. Con questa angolazione so che può andare dentro con facilità, e io lo voglio.
Ora sento che i due falli si toccano uno con l’altro, la vibrazione di quello dietro causa la vibrazione del dildo davanti!
Ora mi sto scopando con furia. Immagino centinaia di lettori che mi guardano farlo. Eccola lì, l’autrice, che gode a masturbarsi di fronte a loro. È lei la prima vittima della sua furia erotica e delle sue manie esibizioniste.
Lo specchio registra il leggero tremore delle chiappe, si vede bene anche l’altro strumento con cui mi sono impalata la figa. Si vedono le labbra squartate dallo strumento, un rosa quasi rosso dilatato al limite.
La mia doppia auto-penetrazione prosegue, anche se occasionalmente rallenta per dare modo alla protuberanza anteriore di premere sul clitoride. Sto gemendo pesante.
Ormai non c’è modo di tornare indietro. Sto per venire, una parte di me vorrebbe ancora continuare così, ma è sempre meno probabile...
Ed eccolo arrivare...
Onda dopo onda, mi sento come una tazza piena fino all’orlo, il liquido che non può più stare dentro esce. Fino al collasso. Cado di lato sul letto, i due strumenti saldamente dentro di me ma abbandonati dalle mani.
- Ahhhhhhh!! Arghhhhh!!! Mmmmm!!!
L’orgasmo mi colpisce in modo massiccio. È sempre massiccio, in questo modo. Vorrei che i due oggetti facessero parte di me, ma poi gradualmente tutto ciò va sminuendo, lasciando spazio a una grande debolezza. Ora mi sono sdraiata di schiena, sudata e ansimante. Ho i buchi di figa e culo ancora invasi mentre mi riassorbo nella fantasia di essere osservata da centinaia di lettori.
Dopo una decina di minuti mi rimetto a scrivere, questa volta in ricordo di quando ero ancora all’università.
È metà luglio, le lezioni sono finite da un pezzo e anche gli esami ormai sono in dirittura d'arrivo. Non è ancora mezzogiorno, fa caldo.
Entro in biblioteca per terminare una ricerca. È deserta tranne per una tipa seduta in prima fila che studia, non alza neanche la testa quando entro. Io mi siedo in fondo, in alto in faccia alla porta, così da poter vedere se entra qualcuno. In quel momento avevo già deciso cosa avrei fatto nei prossimi minuti?
Non a livello conscio forse, ma il mio corpo aveva già deciso. Chissenefrega della ricerca...
Indosso una maglietta a maniche corte, molto aderente e una gonna a fiori, leggera, ampia, fresca e lunga fino al ginocchio.
Cosa mi prende? non lo so, non so cosa sto facendo, so solo che senza accorgermene mi sto accarezzando un seno attraverso la maglietta. Ne sento la pienezza e la consistenza... i capezzoli sono diventati duri e sensibili, allargo, quasi inconsapevolmente un po’ le gambe. Infilo una mano attraverso la scollatura, mi bagno le dita di saliva e accarezzo i capezzoli, col dito ci giro attorno ci gioco, li pizzico. Mi fermo, potrebbe entrare qualcuno, la ragazza in basso potrebbe alzare la testa e certo desterei qualche sospetto. Assumo una posa composta, ma sotto il banco le mie mani cominciano a lavorare frenetiche.
Mentre scrivo mi sditalino. L’orgasmo di prima è stato potente ma io ne voglio ancora, non mi stufo mai di inventare nuove situazioni nelle quali godere.
Sono partita, ogni misura e pudore persi, l'unica cosa che guida i miei gesti è l'eccitazione: mi sto bagnando in mezzo le gambe, le mutandine che ho appena cambiato sono di nuovo zuppe. Mi fermo solo un attimo, il tempo di trattenere il respiro: cosa sto facendo?
Se arriva qualcuno?
Se qualcuno mi scopre?
Ma questo invece che fermarmi mi fa eccitare ancora di più: sollevo la gonna alla vita... una meravigliosa sensazione di libertà e freschezza: allargo le gambe nude, accarezzo l'interno coscia.
La mano si posa sulle mutandine, mi accarezzo la figa attraverso la stoffa bagnata, è una scossa di piacere che quasi mi fa piegare sul tavolo. Le dita seguono le curve delle labbra, scostando la peluria: la depilazione parziale l’ho curata ieri... ma è solo oggi che andrò a farmi ridare l’aspetto normale.
Il palmo sfrega il clitoride. È lì che il piacere si accumula. In un piccolo concentrato di pelle e terminazioni nervose sembra convergere la mia vita in questo momento. Mi conficco i denti nelle labbra per non gemere di piacere. Mi devo controllare. Infilo due dita nell'elastico delle mutandine in vita e le sfilo via, sollevo appena il bacino e le faccio scivolare alle caviglie. Allargo ancora le gambe ma adesso gli slip mi "legano" le caviglie. Me ne sbarazzo e li metto nello zaino.
Ora allargo completamente le cosce, appoggio una gamba sul sedile accanto, con la destra mi sgrilletto mentre la sinistra affonda due dita dentro, le muovo in tutte le direzioni, mi riempio. Cominciano a tremarmi le gambe, voglio muoverle, tendere i piedi, distendere le dita per far scorrere il piacere dentro di me.
Sì... mi piace da morire, sento l'orgasmo montare dentro, il sangue mi pulsa nelle orecchie... chiudo gli occhi un secondo, mille sensazioni mi attraversano, vorrei gemere, gridare, chiamare la ragazza là in fondo, farle vedere cosa sto facendo, vorrei dirle toccami! vorrei che fosse un uomo a muoversi dentro di me, vorrei farlo sulla cattedra, in mezzo all'aula gremita di gente, davanti a tutti, carponi con la gonna sollevata mostrare loro il mio culo e le gambe oscenamente spalancate mentre mi dò piacere con le dita. Le dita... le dita luccicano dei miei umori, tendo il bacino in avanti, solo un poco per non farmi vedere, e mentre con una mano mi sditalino l'altra si accosta al secondo buchetto.
Il dito è bagnatissimo e quando lo avvicino scivola subito dentro... non ce la faccio più... è un corto circuito... sento le dita muoversi davanti e dietro, divise appena da una sottile parete di carne. "Sììì... vengo!", l'orgasmo mi travolge, esplodo muta e silenziosa, appena un gemito soffocato.
Stravolta mi piego sul tavolino, sto ferma così qualche minuto, le mani ancora tra le gambe dove sono tutta impiastricciata del mio miele. Quasi stordita mi godo il piacere scorrermi in corpo. Mi risveglio e aggiustandomi un po’, ma senza reinfilarmi le mutandine, mi alzo.
Sono traballante, non riesco quasi a stare in piedi. Esco incerta mentre, passandole davanti, sorrido alla ragazza ignara del piacere che mi sono data.
Mi esalto a camminare in mezzo alla gente che non sa, senza mutandine e con le gambe ancora tremanti per l'orgasmo che mi ha appena squassata.
Mi accorgo appena in tempo di un filo di bava che ancora mi cola tra le cosce: con un gesto discreto mi asciugo sulla gonna.
Mi sa che lo rifarò... ma non oggi. Per oggi, basta. Stasera voglio fare l’amore con Debra e Michele, ma prima gli racconterò ciò che ho appena finito di scrivere e di fare.
Uno strillo mi avvisa che Davide si è appena svegliato...
Quando Debra ritorna le do le consegne per il pomeriggio; prima di uscire per andare dalla Gina (l’estetista), ho appena il tempo di raccontarle cosa ho fatto la mattina, baciandola su una guancia. Al mio ritorno siamo entrambe prese con Monica e Davide, poi arriva Michele, poi la cena, poi... Sono sfinita. Mi offro di curare i bambini in modo che loro possano avere un po’ di intimità. I due accettano di buon grado: era nell’aria, e così succede.
- Michele, fermati – Debra ammonisce senza molta convinzione – i bambini ci possono sentire...
- Fermare cosa? – insiste lui, continuando a muovere il dito dentro la figa della moglie.
- Dai, su... lo sai che in un altro minuto non capisco più niente e ti chiedo di scoparmi...
- Ma questo è esattamente quello che ho in mente, cara... - le risponde, senza smettere il suo va e vieni e constatando che le difese di Debra si stanno affievolendo sempre più.
- Ohhhhhh – singhiozza lei – è così bello... lo sai quanto mi piace che mi scopi con le dita!
- È colpa tua! Se tu fossi meno figa e ti comportassi un po’ meno da troia, magari riuscirei a controllarmi di più...
- Da troia? Questa è la prima volta dopo il parto...
- Non importa... troia eri prima e troia rimani...
È una partita che Michele da qualche giorno gioca ogni sera, lo ha fatto con me, lo sta facendo con lei. Debra lo fa apposta a spogliarsi davanti a lui, a eccitarlo, lo fa apposta a far finta di essere preoccupata per i bambini, che intanto dormono della grossa.
- Se c’è una cosa che in questi giorni mi sarebbe piaciuta è che tu mi sfregassi la figa con le tue dita, amore... come stai facendo ora... E lo voglio così, con le mutandine ancora addosso... Mi sembra di tornare a quando lo facevo con i miei ragazzotti ancora al liceo... Allora era il massimo!
- Solo che adesso, se lo vuoi, puoi sistemarti sul mio uccello, infilartelo dentro centimetro dopo centimetro e venire come una pazza...
- S-sì, è una bella differenza... Ora... sei pronto? Come ce l’hai?
- Secondo te? – la prende in giro lui giocando anche un po’ con il suo clitoride.
- Lascia che ti sfilo i boxer... - gli sussurra lei con un sorriso – Che cazzone che hai, Michele... Ora me lo dai, vero?
- Dipende... ieri ve la siete leccata tu e Matilde?
- Sì, perché?
- Quante volte siete venute?
- Due... due volte a testa... Ma era la prima volta... da tanti mesi!
- Povera Matilde... credo che andrò da lei... prima che lei venga qui...
- Non sarai così cattivo...
- Tu saresti cattiva, non io.
- Ma tu non sai ancora cosa ha fatto oggi... Questa mattina ha scritto, sai quel suo libro... quindi si è masturbata... più volte. Si è perfino scopata con un dildo e un vibratore assieme... e tu dici “povera”!?
- Certo, poverina!
- Adesso ti scopo! – dice lei accennando a sistemarsi su di lui, con ancora su le mutandine spostate dal dito di Michele.
- Ferma lì – ordina Michele – quando scopo, e soprattutto con chi, lo decido io...
Debra non ci sta, lotta con il marito, riesce almeno a costringerlo a uscire con il dito.
- Almeno togliti le mutandine – ride lui.
- Ma poi mi prometti che...
- Ma non eri tu poco fa ad aver paura di far rumore?
- Dai, stronzo...
Ormai lei è nuda e riprende a fare la lotta con Michele.
- Mmmm.. la mia piccolina sta diventando una belvetta!! – a un certo punto la lascia fare Michele.
Lei s’impala freneticamente: - Ohhhh – geme non appena è tutto dentro di lei – Dio, se lo volevo!
- Ti piace il mio cazzo, Debra?
- Oh, sììì – si agita lei con il bacino – lo sai quanto mi piace...
- Mi fai un favore?
- Sì, qualunque cosa, basta che non interrompiamo questa scopata... per piacere...
- No, non ho alcuna voglia di privartene... amore... vorrei solo poterti succhiare le tette... se ti avvicini un po’... sai non sono abituato a vederle così grosse...
- Oh, sììì – geme lei piegandosi un po’ in avanti e già afferrandosi le tette a coppa per porgerle alla lingua di Michele – eccole! Succhia, amore... mmmmmm, ohhhhhh, sììì, cosììì!!
- Sono piene di latte... che capezzoloni!
- Così, dai, succhia queste tette alla mamma, ohh, sìììì...
- Dio come mi scopi! – riesce a dire Michele.
I succhiotti e le leccate di Michele arrivano direttamente alla figa di Debra, proprio come un parafulmine scarica la folgore a terra. Lui alternava le attenzioni su una e sull’altra, talvolta succhiando, più spesso leccando.
- Amore, sono vicina...
- Anch’io...
- Guarda che questa volta quando vengo spacco il letto... ci ritroviamo per terra... sììì... ahhhh!!! Vengo... su quest’osso durissimo... ce l’ho dentro... ahhhhh!!!!! Ahhhhrghhhhhh!!!!!
- Eccomi amore, eccomiiiiii... anch’iooooo!!!!!!
- Dio, Michele, dioooo... che stallone che sei!
- E lo sarò per un bel po’ ancora con una figa come te.
L’accordo con Debra era che loro stessero insieme fino a che io non avessi terminato alcuni lavoretti relativi ai bambini. I quali comunque, verso le 22, dormono come angioletti almeno da un’ora.
Da tacito accordo è questa la sera in cui abbiamo deciso di fare l’amore tutti e tre assieme, dopo tanto tempo. Vado in bagno a prepararmi, come dovessi uscire. Dentro di me voglio cancellare la figura della mamma e riappropriarmi di quella della donna e dell’amante.
Sono eccitata al pensiero che tra poco andrò nella grande stanza matrimoniale, li troverò già “caldi”. Lo so che non mi stanno aspettando... lo so che stanno già facendo l’amore. Ma so anche che in realtà mi aspettano eccome...
Un po’ di make-up su t-shirt e hot pants era stato il mio abbigliamento del pomeriggio e della sera. Adesso voglio ancora essere semplice, con un vestito di leggero cotone blu con una serie anteriore di bottoni, più naturalmente i sandali a gambe nude.
- Ciao! – entro con voce squillante.
- Ciao, Matilde! Tutto bene? Dormono?
- Sì, sì, dormono, tutto ok. E voi?
- Noi ti stavamo aspettando – mi sorride Michele. Sono lì, nudi sul letto.
Il volto di Debra mi rivela quanto già sia stata bene con lui. È scintillante, gli occhi vivi e felici, il desiderio di dividere con me il resto della serata.
- Posso baciarti? – mi chiede.
Per risposta mi siedo accanto a lei e le porgo la bocca. Lei mi cinge le spalle con le braccia e mi si butta addosso, come affamata. Sento subito la sua lingua che mi scivola dentro, le rispondo, e per qualche secondo le nostre lingue duettano cercando nel bacio quelle sensazioni di contatto e di promessa così familiari a chi si ama.
Più che altro per poter respirare è lei la prima a interrompere: - Ti piace questo?
- Sì – ansimo io – Quanto è che non ci baciamo così?
E mentre le dico così mi allontano per guardarla meglio, per godere della sua nudità, del suo sguardo così attento. Le guance le sono diventate rosse, sta respirando veloce. Michele si è appoggiato di schiena sui grandi cuscini.
- Michele ha detto che ti vuole leccare la figa... ma prima , come ha fatto con me, ti vuole leccare e succhiare quelle tette che non ti ha mai visto così grosse... E io non mi voglio perdere lo spettacolo, magari comincio io – mi dice Debra.
A queste parole non esito a sbottonarmi fino alla vita il vestito, appoggiata anch’io languidamente ai cuscini. Le tette appaiono, sì è vero sono grandi e piene di latte.
Debra mi si accosta, le accoglie con le mani, le massaggia, le lecca, le succhia, soffermandosi di più sulle areole e sui capezzoli.
- Dio – mormoro arrovesciando la testa all’indietro, senza accennare a ricambiare Debra. Avrò comunque tempo per questo. Intanto lei mi sbottona il resto continuando a succhiarmi un capezzolo per volta. Quando il vestito è tutto aperto lei inserisce un dito sotto l’orlo elastico dei miei slip di cotone.
Già sono pronta, bagnata. Mi piace guardarmi la figa, appena curata oggi. Penso a quando la Gina mi parlava, mi chiedeva di Davide, e intanto mi depilava, mi curava alla perfezione ciò che ora sto mostrando con tanto orgoglio.
Debra potrebbe infilarmi facilmente tre dita dentro, il clitoride è gonfio e duro.
Ma preferisce invece carezzarmi con le dita a moto circolare, fino a che non sono più in grado di stare ferma con il pube. Lei mi afferra le mutandine dal cavallo, io alzo il bacino, me le fa scivolare sulle gambe e oltre i sandali. Poi torna con le dita alle mie grandi labbra e le accarezza.
- Dillo a Michele cosa hai fatto oggi... - mi eccita.
- Mi sono masturbata... per tutta la mattina. Pensavo ai miei lettori... pensavo a noi questa sera... ne avevo una gran voglia!
- Quante volte sei venuta? – mi chiede Michele.
- Due... due volte... e la prima l’ho rimandata per tanto tempo, così l’orgasmo è stato micidiale!
- Digli anche cosa ti sei fatta – insiste Debra continuando a masturbarmi. Ora ha due dita dentro di me.
- S-sììì... ho usato il rabbit-pearl e... il vibratore... Ahhh... Debra... mi fai venire... continua...
- Mmmm... sento che hai ricominiato alla grande! - osserva Michele.
Debra ormai mi sta scopando davvero e io, al pensiero di quello che ho fatto questa mattina, ho più poco da resistere. Dopo pochi altri secondi comincio a sgroppare sulle dita di Debra: - Ahhhhhhhhhhhh!!! Ahhhhhhhhh!!! Mmmmmm!!!!!
- Brava, Matilde... così... vieni per noi, amore... – dice Michele per nulla infastidito che abbiamo cominciato senza di lui – Ora falle la stessa cosa...
L’orgasmo è stato solo l’inizio. Di fretta mi metto sopra Debra, che si è sdraiata sul letto di schiena, poi la bacio con passione.
- Non sai quanto mi piace – dico rivolta a Michele.
- Cosa ti piace? – chiede lei.
- Tu, cos’altro...
- Allora fammelo vedere quanto...
A queste parole Michele si avvicina, ansioso di prendere parte ai nostri giochi.
- Debra, avrei voglia di leccarti, ma lo voglio fare con te seduta sulla poltrona. È da quando ce l’hanno regalata che ho questa fantasia...
- Cosa vuoi che faccia? – mi chiede divincolandosi da sotto e già dirigendosi alla non lontana poltrona.
- Siediti – le dico io inseguendola con andatura ondeggiante per via dei tacchi.
- E ora?
- Ora appoggia le braccia sui braccioli... così... e ora metti sopra le gambe.
In questa posizione Debra è oscenamente esposta, la figa spalancata e offerta in avanti, quasi in posizione ginecologica. Lei si rende ben conto di quanta carica sessuale emana in questo momento. M’inginocchio davanti a lei e comincio a leccarla in modo molto dolce, come immagino che per mesi lei avrà sognato. Praticamente uso solo la punta della lingua per vellicare e dare piccoli colpi al clitoride e alle labbra. Michele è seduto sull’orlo del letto.
- Mi voglio bere tutto quello che avete prodotto prima...
- È buono? – mi chiede.
- È il paradiso... – gli dice lei senza darmi il tempo di rispondere – e non vado a durare a lungo... perciò non stare lì seduto... voglio vedere che la scopi!
Io non dico niente, mi limito ad allargare un po’ le ginocchia sul pavimento (con tappeto) e a inarcare leggermente la schiena. Un chiaro invito.
Ma lui non si muove.
- Sei sicura che è questo quello che vuoi? – le chiede per eccitarla ancor più – vedere il mio cazzo che le scompare dentro in questa figa meravigliosa?
E intanto si avvicina e mi accarezza il culo nudo.
- Non sei gelosa che lo sbatta dentro a lei e non a te?
- Fallo – ordina lei.
Michele non aspettava altro. S’inginocchia anche lui, dietro di me, e mi penetra d’un colpo solo, mentre intanto io continuo a leccare Debra.
Debra se lo guarda, vede quanto piacere gli sto dando e così mi spinge ancora di più la figa sulla faccia. Ed è così che viene, leccata da me e con gli occhi su suo marito che mi sta ingroppando. Mi viene in bocca, urlando.
- Ahhhhhhhhhhhh!!!! Arhhhhhhhhhhhhghhhhhhh!!! Mmmmmmm!!! Vengooooooo!!!!!
Mentre questo succede, Michele mi mette una mano davanti per sditalinarmi. E questo, unitamente alle urla di Debra e ai colpi che lui mi da da dietro, mi fa esplodere un orgasmo colossale, durante il quale urlo, anche perché lui non smette di pomparmi. Poi quando mi passa un poco, mi ritrovo a riposarmi con la faccia sulla figa fradicia di Debra.
Michele preferisce non insistere, vuole che le cose vadano avanti ancora, perciò mi lascia.
- Perché non facciamo una doccia assieme – mi invita Debra – intanto Michele potrebbe preparare qualcosa da bere, vero? – si rivolge a lui con quel sorriso al quale sa non si può rispondere di no.
Debra mi precede, nuda, nella doccia. Io devo togliermi i sandali. Guardo l’acqua scorrerle giù per il seno, penso a lei che mi succhia ancora i capezzoli sotto il getto caldo...
L’acqua ora si rovescia addosso a entrambe, lei si china con l’enorme massa di capelli neri sui miei seni. Intanto mi spinge contro la parete, io comincio a sentire calore tra le gambe e il contatto con lei mi fa andare fuori di testa.
Con le mani mi preme sulle spalle, io non so cosa voglia da me, così faccio qualche resistenza. La nostra doccia ha un sedile in un angolo.
- Siediti – mi ordina.
Ora ho la figa a livello della sua faccia (si è inginocchiata) e purtroppo non posso vederle la sua mentre lei mi spalanca le gambe e l’acqua viene giù con forza. Ho un soprassalto quando la sua lingua comincia a titillarmi il clitoride.
Lei sa esattamente cosa mi eccita, come trattarmi: ogni suo più piccolo movimento mi porta sempre più in alto, mentre viaggia con la lingua tra il bottone e le labbra ben aperte. Mi sta suonando, come uno strumento... per l’acuto finale... un orgasmo che arriva galoppando: - Ahhhhhhhhhhh!! Arghhhhh!!! – urlo mentre spingo con la schiena sulla sedia – ti vengo sulla linguaaaaaaa!!!!!
È così intenso che la prego di fermarsi. Ma lei non lo fa e continua a torturarmi con la lingua mentre io tremo in tensione, senza possibilità di fuga. Poi in un lampo di genio mi viene in mente di lasciarmi andare per terra, il che costringe Debra a staccare la bocca dal pulsare del mio clitoride. Ne approfitto per assumere una posizione fetale, a difesa del mio bacino. Ho bisogno di riprendermi.
- Matilde... stavolta ti ho fatta godere... forte!
- Bestiale... non hai idea... sono assolutamente distrutta! – le rispondo mentre cerco di rialzarmi e di uscire dalla doccia. Quello che mi ha fatto Debra mi ha quasi spaventato: già ieri avevamo fatto l’amore assieme, ma quello che è successo ora non ha paragone.
- Debra... Michele ci sta aspettando. Non possiamo...
- Fa parte del gioco, Matilde. Lui se lo immagina cosa stiamo facendo... e gli piace!
In quel momento Michele fa capolino nudo alla porta del bagno. Debra sta uscendo dal getto d’acqua, io mi sto avvolgendo in un accappatoio. Gli basta uno sguardo su di me per capire il trattamento cui sono stata sottoposta. In effetti sono ancora sconvolta.
Debra ora va a piazzarglisi davanti ancora sgocciolante d’acqua, gli sorride, gli strofina il bacino sul cazzo duro. È chiaro ciò che vuole. Vuole farselo, qui in bagno. Ha già allargato le gambe, è in punta di piedi e respira pesante.
Michele, ancora eccitato dalla scopata di prima con me, è pronto. Ma ancora una volta Debra ci sorprende, andando a indossare un paio di mutandine dopo essersi sommariamente asciugata. Poi è la volta di una t-shirt.
- Ho leccato Matilde che a momenti mi sviene nella doccia... noi cosa vogliamo fare?
Michele mi guarda, nuda con l’accappatoio in mano. Con gli occhi lo incito ad andare avanti senza di me.
Ma Debra qusta sera è particolarmente creativa, sperimentale quasi. L’inusuale e il “kinky” la eccitano in modo irresistibile. E così, ancora una volta, si rivolge a me e mi spinge alla parete. Mi bacia con passione, infilandomi la lingua più che può in bocca. Poi, quando entrambe abbiamo bisogno di respirare, mi si stacca, prende per mano Michele e lo porta in camera da letto.
Io li seguo, anche perché non voglio perdermi un secondo del loro amplesso.
- Ti ha fatto godere tanto? – mi chiede Michele, apparentemente incurante che la moglie lo stia spingendo sul letto – ti è piaciuto?
Io gli sorrido, non gli rispondo nulla ma gli faccio capire che Debra questa volta ha superato se stessa.
- Ha fatto tutto lei... mi ha fatto sborrare... nella doccia!
Poi mi riscuoto, mi avvicino a lui. Debra ne è stupita! Così stupita da lasciarmi fare...
Ho una mano sul cazzo eretto di Michele e so cosa gli voglio fare. Lui è già seduto sul letto, io m’ingiocchio di fronte, lo guardo in faccia per un momento, poi m’ingolfo la bocca con il suo glande. Ma non ho intenzione di sostituirmi a Debra. Voglio semplicemente far parte del gioco e preparare per lei un cazzo pieno della mia saliva.
Dopo un minutino infatti glielo cedo.
Tanto sono stata lieve io, tanto lei se lo infila invece fino alla gola, muovendo avanti e indietro la testa.
Michele si è arrovesciato all’indietro, a occhi chiusi geme. Poi, quando lei sente che non può continuare così senza farlo venire, lo sdraia sul letto.
Io sto pensando a come darmi sollievo, perché i pompini, prima il mio poi il suo, mi hanno eccitata.
- Matilde, vieni qui, dai... - mi chiama Debra – stenditi lì, accanto a lui...
Guardo l’abbondante saliva di cui è guarnito il cazzo di Michele. Mi domando come fa a resistere così tanto. Non può essersi tirato una sega mentre noi eravamo sotto la doccia... Prima non avevo sentito sapore di sperma, anzi, avevo sentito ancora gli odori della mia figa...
- Guarda come lo spompino, Matilde... guarda!
E detto questo riprende a ficcarselo il più profondo possibile in gola, praticamente scopandosela.
Ormai sono eccitatissima, di nuovo.
- Ti piacerebbe fartelo fare da un uomo? – gli domando – Lo hai mai fatto?
- N-no, non mi piacerebbe...
- Mi domando perché a voi maschietti piaccia tanto vedere due femmine che si leccano e si fanno godere e poi non facciate la stessa cosa tra di voi..
- Ahhh!!! Non lo so... - Michele parla con difficoltà, Debra ci sta dando dentro da esperta – so solo che ora... vengo... sììì... così Debra, ancora un po’.... Ora, sì, sìììì, ora, eccooooooo!!! Ahhhh!!!! Ahhhhhhh!!!!!!
Mi alzo a portare in camera le bibite che Michele aveva preparato, tutta roba analcolica. Quando torno, Michele sta ancora ansimando e Debra gli sta leccando l’uccello con l’evidente intento di farglielo rizzare ancora e al più presto. Quando questo accenna a rivitalizzarsi, lei si stende sopra di lui a 69, gli sbatte la figa in faccia.
- Leccami, amore... ora voglio venire io...
Michele, sia pure così non di gran voglia, l’accontenta. Debra è così vocale alla ricerca del suo terzo orgasmo della serata che ben presto rieccita Michele in modo evidente.
Sotto l’espertissima lingua di suo marito Debra ci mette un minuto a sborrargli in faccia, urlando un orgasmo davvero violento.
- Ahhhhhhhh!!!! Vengoooooooo!!!!!!!!!
Dopo qualche secondo Debra si mette carponi, si gira e va a impalarsi sul cazzo di Michele, non così pronto ma sufficiente. Poi comincia a cavalcarlo, bacino avanti e indietro. Io e lei ci guardiamo... e capisco quello che desidera.
Lei vuole che io mi scopi con un dildo davanti a lei, io mi alzo per andare a procurarmelo in fretta. Quando torno lei sembra una baccante piena di cazzo, a busto eretto, le tette in mano, la testa all’indietro.
Quasi istericamente vado a inginocchiarmi sul letto, di lato in modo che entrambi possano vedermi, vedere come mi sto infilando l’oggetto in una figa di nuovo fradicia. Ormai nessuno di noi è in grado di fermarsi. Sono così eccitata a vedere Debra scopare Michele che quasi non mi fa differenza avere dentro di me un pene finto: sento che ci godrò sopra come se fosse vero... Me lo muovo su e giù, gemendo, eccitandomi sempre di più a prevedere l’imminente orgasmo di Debra...
Tutti e tre mugoliamo, come se volessimo tenerci all’erta e informare gli altri in tempo reale sulle nostre vicinanze orgasmiche. Stranamente, la prima a venire sono io, forse perché a Debra sta piacendo così tanto il cazzo di Michele che dentro di sé vuole rimandare al massimo l’esplosione finale.
- Vengo... Debra... Michele... per voi... vengo... ahhh!!!! Ahhhhhhrghhhh!!!! – urlo senza più controllo. Debra continua a cavalcare Michele come a un rodeo. E lui guarda me dare fuori di testa, con quei meravigliosi occhi azzurri.
Ora però è la volta di Debra che sta montando un orgasmo fortissimo, a giudicare dagli acuti che emette in crescendo, fino poi a rilasciare urla esagerate, beluine. Inondando di succhi il cazzo di Michele, saldamente piantato dentro di lei.
Dopo qualche minuto di calma, in cui anche Michele, che non è venuto, si riposa, Debra e io decidiamo di andare a vestirci sexy, come spesso facevamo prima dei bambini. Anche gli occhi vogliono la loro parte in questo magnifico gioco a tre.
Ci ritiriamo nei nostri rispettivi bagni, decise a uscirne conciate da killer. Purtroppo le condizioni delle nostre tette non ci permettono proprio tutto... e anche il culo e la pancia non sono proprio ritornate ancora al massimo della forma... ma ci accontentiamo. Siamo un po’ più formose ma credo proprio che Michele non ne sia contrariato.
Io indosso i supersandali che avevo su questa mattina, poi un paio di hot pants di denim sdruciti (che faccio un po’ fatica ad allacciare completamente), una camiciola di seta allacciata con due soli bottoni, un filo di perle.
Debra si mette più o meno come me, con la sola differenza dell’assenza del filo di perle, neanche ci fossimo messe d’accordo. Michele e io notiamo, al suo ingresso, che dal taschino anteriore dei suoi shorts (quello per le monete) spunta il suo dildo azzurro! Come dovesse uscire per strada così!
Ci siamo lavate, pettinate, profumate. Siamo due dee, dice Michele. Dopo aver verificato che i bambini dormano ancora tranquilli, Debra e io siamo sedute sul divano una accanto all’altra, Michele si è sistemato di fronte a noi. Lui è ancora nudo e si sta accarezzando il cazzo, in muta preghiera che noi iniziamo al più presto una delle nostre più bollenti sessioni.
In effetti l’esserci rinfrescate e l’aver posto la nostra residua libido nel vestirci al fine di essere più sexy possibile ci ha di nuovo disposte al sesso.
Sono io che aggredisco Debra e la bacio di lingua, mormorandole quanto mi piace e quanta voglia ho ancora di farla godere. Lei mi risponde con la stessa foga.
- Ne voglio ancora, Matilde... ancora... e voglio che Michele impazzisca! – mi sussurra – voglio che ti levi gli hot pants...
Io obbedisco, con movenze lente. Scoprire la figa, far scivolare l’indumento lungo le cosce, le gambe... e poi sui sandali... e poi risedersi sul divano, languidamente. Lei mi si allunga sopra, mi sfila da sopra il top e inizia a leccarmi e succhiarmi le tette. Sento la pressione del dildo che lei ha in tasca... Emetto un gridolino, le afferro le tette con le mani sentendo sul palmo quanto duri abbia i capezzoli. Dio, come la voglio! Lei mi tiene un ginocchio sulla figa, io mi lascio prendere dalla frenesia e goffamente le dezippo gli hot pants, glieli spingo all’indietro, costringendola ad aiutarmi, fino a che la sento nuda sulla mia pancia. Lei completa l’opera togliendosi anche il top. Mi rimette la coscia sulla figa, allora io piego un po’ la mia gamba per sentire la sua. Siamo entrambe bagnate.
Appena sento la punta delle sue dita sul mio clitoride tremo leggermente. Debra infila due dita tra il mio bottone e la fessura, poi le riporta su, poi finalmente mi penetra, le muove in modo assolutamente irresistibile. E quando vede che io ormai sto partendo per la tangente, si toglie da sopra di me, mi si mette accanto e continua a masturbarmi in modo però che Michele possa vedere tutto. A me non va di fare solo parte passiva, così anch’io mi siedo e le infilo due dita dentro. Lei spalanca le gambe e geme.
Siamo una accanto all’altra, leggermente chine e piegate l’una sull’altra, piedi e sandali appoggiati sul tappeto, a figa aperta ci stiamo manipolando.
Costruiamo così un mutuo ritmo masturbatorio, tutte e due infilando dentro all’altra le dita al massimo e sempre più velocemente. Michele ci incita, accarezzandosi a sua volta.
Ed è così che veniamo assieme, arrovesciando la testa, e gemendo: - Mmmmmmmmm, ahhhhhhhhhhhhhhhh!!!!! – urliamo a denti stretti, mentre entrambe stringiamo la figa attorno alle dita dell’altra, come se con quel gesto volessimo trattenere il godere a tempo indefinito.
Questo è il nostro sesto orgasmo della serata, cui io devo anche aggiungere l’attività della mattina...
Sono abbastanza sfinita, fisicamente non ero più abituata a queste maratone. Ma di testa sono ancora eccitatissima, perciò quello che ora desidero è che Michele scopi Debra e lo faccia da cattivo, con la massa di eccitazione che deve aver accumulato. E vorrei che lo facessero flirtando, come se dovessero dimenticarmi e perdersi nel loro amore e nella loro ancora inesausta sete di sesso.
È circa mezzanotte, Debra si scusa e va in bagno. Anch’io mi alzo e la seguo.
- Perché non ti metti la gonna denim, ora? – le suggerisco – Se torni da lui con la figa non più scoperta lo ecciti ancora di più... Così gliela puoi far vedere e non vedere...
- Buona idea – ammette lei.
Voglio che lo facciano, che lo facciano davanti a me e per me. Voglio che si accoppino e questa volta come animali.
Quando usciamo dal bagno la mia mise è quella di prima. Lei invece a sostituito gli hot pants con la gonna, come le avevo suggerito, riproponendo però lo stesso top. È ovvio che non porta mutandin eviamo qualcosa, Michele ci ha preparato dei gin-tonic. Beviamo, assetati. Ho una voglia tale che i due facciano sesso che mi masturberei per loro, davanti a loro fino a vederli incominciare.
- Vi prego, scopate! – dico seduta sul letto.
Debra lentamente si alza la gonna a beneficio del marito, si tocca un po’ la figa chiudendo gli occhi, una muta offerta.
Michele la butta sul letto, le apre le gambe, lei si lascia fare.
- Michele... Debra è fradicia... credo che tu glielo possa sbattere dentro... ora... lo sai quanto è troia...
Michele non ha bisogno di altri incoraggiamenti e incomincia a scoparla con le dita.
- Voglio il tuo cazzo, Michele – lo implora lei.
Lo spettacolo è pazzesco. I miei due amanti sono lì, eccitatissimi, stanno per scopare. Lei ha già avuto sei orgasmi nella serata e ancora non le basta. Questa dovrebbe essere la scopata definitiva. Debra è lì, una baccante con la figa spalancata, dopo aver goduto con me, una madre!!! Una troia!!!
- Sei sicura, Matilde? È quello che vuoi, che la faccia godere e poi che le riempia la figa di sperma? Senza risparmio?
- Sì, è proprio quello che voglio... voglio che tu la scopi all’eccesso, che tu la faccia uscire fuori di cotenna... Non farci aspettare!
Debra lo aspetta a gambe spalancate e a ginocchia alzate. Lui le posiziona il cazzo davanti alla sua fessura poi lentamente glielo spinge dentro, facilitato dall’eccitazione (visibile) di lei.
Debra lascia andare un lungo mugolio prima di cingere il suo uomo con le braccia e di spingergli contro il bacino per andare incontro ai suoi colpi. Ora stanno scopando davvero come animali.
Poi cambiano posizione, lei si mette alla pecorina, lo incita, gli dice di sbatterla, di ficcarglielo dentro più che può. Interrompe le sue sporche litanie solo per urlare il suo orgasmo.
- Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!! – urla sgroppando mentre lui continua a fotterla da dietro. Quando le ondate si affievoliscono, è lei che si stacca, butta Michele sul dorso e s’impala ancora sul suo cazzone. Io le vado dietro e le carezzo le spalle, quasi la spingo ogni volta che lei si lascia ricadere su di lui gemendo e ansimando.
- Godi ancora, Debra... per me... stroncati quel cazzo in questa figa... sfinisciti! – la incito mentre lei ormai non capisce più nulla e si agita come una pazza sul cazzo di suo marito, gemendo parole incoerenti, alla ricerca dello sfinimento, ma ancora con la volontà di farsi schizzare di sperma, l’ultimo che Michele ancora ha.
Quando Debra viene per l’ottava volta abbiamo paura che ci muoia qui e adesso. Non urla neppure, semplicemente si lascia travolgere da un’ondata di follia, mentale e fisica. Mentale, perché non connette più nulla, fisica perché da tanto che gode sbrodola liquidi sul cazzo di Michele in quantità impressionante.
E quando dopo un minuto di questo turbinio finalmente si accascia di lato, staccandosi da lui, mi accorgo con terrore che Michele non è ancora venuto!
È chiaro che Debra è fuori combattimento, mentre lui ora vuole me. Già stava per afferrarmi, quando io mi divincolo: - Aspetta un attimo!
E vado in bagno a procurarmi la crema. È l’unica possibilità che ho questa sera per soddisfare Michele.
Debra si è messa con la schiena sulla testata del letto e osserva queste manovre con occhi velati, come fosse ancora fuori. Io, dopo essermi tolta gli hot pants, mi spalmo il buchino di crema.
- Buona idea – conviene Michele.
Lo faccio sedere anche lui appoggiato alla testata, quindi gli do la schiena e mi accuccio su di lui in modo da farmi prendere lentamente e comunque governare io l’introduzione. Debra osserva il cazzo del marito che piano piano scompare nelle mie viscere, poi in un impeto di ulteriore follia erotica, china la testa tra le mie gambe e va a leccarmi il clitoride!
- Ti piace averlo nel culo? Però domani lo voglio anch’io... lo voglio anch’io nel culo... dopo mesi... Dio come mi piace che lui ti prenda così...
Io non rispondo, mi godo di riempirmi così del suo cazzo, perciò mi limito a gemere. Lui mi tiene per i fianchi, lei ora mi lecca la figa. Dal modo in cui lui mi stringe comprendo che è molto vicino.
L’azione combinata dei due mi porta al limite in breve tempo.
- Sto per godere... - dico – sto per sborrare... vi amo!
E quando succede, è una roba pazzesca. Vengo come una cavalla, come se questa sera non avessi fatto nulla e fossì ancora in astinenza.
Poi mi stacco da lui, anche io del tutto sfinita. Michele è ancora lì, rigido! Intanto però Debra non ha mai smesso di leccarmi, anzi sta continuando ancora di più, adesso che mi sono staccata da suo marito.
- Voglio che facciate le troie per me... leccatevi ancora... vi voglio sborrare addosso...
Debra mi sbatte sulla schiena, mi si mette addosso a 69, mi lecca come una furia, biascicando che vuole distruggermi la figa.
Io, appena sento questa violenza verbale, non mi faccio pregare e le restituisco pan per focaccia.
- Cagna, troia – le dico prima di infilarle totalmente la lingua nella figa.
- Devi venire per me, ora – vuole lei.
- E tu devi sborrare ancora...
- Ora ti succhio il buco del culo – dice lei.
- Sìììì... succhiami il buco del culo.... Succhiami fino a tirarmi fuori un po’ di merda!
- Sììì... la merda... succhiale la merda! – urla Michele.
Michele si è preso nel pugno il cazzo e si sta violentemente masturbando.
- Sto per sborrare... dove lo faccio? – chiede.
- Sborraci addosso – dico io.
- Sborrami nei capelli! – implora Debra – così poi Matilde me li lecca...
- Vengo... incredibile... sto venendo... ancoraaaaaaa!!! – urlo io, subito seguita da Debra, che mi smolla il suo orgasmo sulla faccia, stringendomela poi con le cosce.
E intanto Michele si pompa fino a effettivamente sborrarle nei capelli!!!
È l’una, siamo ombre di noi stessi. I capelli di Debra sono un casino, giaciamo tutti sul letto privi di forze e oscenamente coperti di saliva, sperma e umori vaginali. Il tutto cola sul letto, ma non c’importa molto.
E proprio in quella, dal basso, ecco la vocina di Davide. Si è svegliato e avrà una fame da lupetto!

Fine Matilde 08
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