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Matilde 04-13 - In giardino


di Alex46
21.05.2019    |    3.106    |    0 8.2
"- Questa cosa che ti sto facendo sai che agli uomini piace molto farla..."
Le giornate di vacanza scorrono liete e purtroppo veloci. Le nostre sono ferie tranquille, non abbiamo molta voglia di girare la Sardegna con questo caldo. Ci siamo perfino portate la roba per arrampicare un po’, ma è fuori discussione. Quindi sveglia sempre tardi, colazione in veranda, tanto mare in spiagge sempre diverse e alla ricerca delle meno affollate, ritorno a casa e cena serale, qualche volta fuori, qualche volta in veranda. Il 18 festeggiamo il compleanno di Debra: adesso ne ha 29! E poi sesso, quasi tutte le sere.
Ogni tanto parliamo dei nostri progetti futuri, sempre più volonterosi di imprimere un cambio di rotta positivo a questa nostra vita felice.
Purtroppo però, ed era già previsto, Michele deve rientrare due giorni prima di noi. Verso le 13 lo accompagnamo all’aeroporto di Olbia e ci diciamo arrivederci presto, con grandi baci e abbracci. Noi rientreremo in traghetto con la Passat, lui nel frattempo si servirà di una delle nostre due auto.
Ritornate a casa non abbiamo voglia di andare alla Cinta, la spiaggia più bella di San Teodoro, quella che potremmo raggiungere più in breve. Sono già le quattro, così decidiamo di prendere l’ultimo sole in giardino.
Debra si sdraia con un plaid sull’erba, io preferisco leggere, nuda sulla sedia a sdraio. Anche se posso immaginare perché abbia preso con sé un vibratore, non mi spiego perché abbia indossato una sottoveste di seta violetta assieme a un paio di sandali in pelle glitter allacciati alla schiava (l’ultimo acquisto prima della Sardegna). Ma che Debra sia matta lo so da un po’...
Scambiamo quattro parole sulla cena, orfane di Michele, cosa fare o dove andare, quando mi accorgo che Debra pensa ad altro e mi sta mostrando la figa, semisdraiata e un ginocchio alzato. Poi si siede, con un braccio appoggiato dietro, e sempre rivolta verso di me si carezza languida la sottoveste, rialzata sulla pancia in modo da mostrarsi completamente. Infine se la sfila dalla testa, poi inizia tutta una serie di pose senza dire una parola ma dal significato inequivocabile. Il vibratore è posato lì accanto, io la osservo e sento montare dentro di me il desiderio.
Ieri sera eravamo un po’ stanchi e soprattutto un po’ alticci. Non avevamo fatto l’amore. Quando la vedo con la fronte posata sul plaid, in ginocchio e con il culo verso di me, cercare di schiacciarsi le natiche con le mani, sento che abbiamo già passato la boa del non ritorno. E infatti, un momento dopo, Debra si sta vibrando la figa, da seduta, a gambe aperte e sotto il mio sguardo.
- Aspetta, vado a prendere anche il mio – le dico, calzando le sneaker.
- Fai presto, amore.
In meno che non si dica sono di ritorno. Debra si sta penetrando con il vibratore, ancora più scosciata.
- Sto venendo, amore, per te, guardami... ahhh, ahhhh, sai che all’aeroporto avrei fatto l’amore con voi in bagno...
- Ora alzati, andiamo dentro – le dico non appena si riprende un poco.
Un po’ malvolentieri si alza e mi segue, io la conduco per mano fino alla camera da letto. Abbiamo portato con noi i vibratori. Ma qui è lei a prendere l’iniziativa, tanto da spingermi sul letto e sdraiarsi sopra di me in modo da leccarmi lo stomaco, la radice del seno, l’ombelico. Fino ad andare sempre più giù, fino a una figa già palpitante d’emozione e di voglia. Mi acconcio con la schiena appoggiata al cuscino, sollevo interamente una gamba fino ad accostarmi la sneaker all’orecchio, in modo da offrirmi del tutto aperta, che possa leccare tutta l’area dei miei tre punti più sensibili. E intanto la guardo. Lei prende ancora i vibratori, uno me lo infila e me lo muove con una mano, l’altro se lo introduce lei, manovrandolo da dietro.
Debra è così dolcemente attiva e decisa che le lascio fare tutto quello che desidera, poi alla fine veniamo assieme, io particolarmente rilassata e passiva. Così si devono amare due persone, così possono farlo due donne, così lo facciamo noi.
- Ci facciamo un’aranciata, vuoi?
- Perché no, vado.
Lei mi segue in cucina, sempre nuda con i suoi sandali alla schiava. Io mi sbarazzo delle sneaker, non mi va di usarle in casa.
- Amore, io ne ho ancora voglia... sarà arrivato Michele a casa? – mi dice Debra con gli occhi dolci.
- Credo di sì, magari dopo telefoniamo.
- Sì, facciamolo... dopo – ammette sorbendo il primo sorso di aranciata.
- Gli vuoi raccontare quello che abbiamo fatto e magari faremo?
- Sì, ma gli voglio anche dire un’altra cosa..
- Cioè?
- Gli voglio dire che noi due abbiamo fatto l’amore assieme, ma che ho fatto anche la fantasia che ci fosse un uomo con noi.
- Non lui?
- No, confesso di no. Qualche volta, raramente, mi capita di desiderare che ci sia un uomo a guardarci, un uomo diverso da Michele, intendo. Questa volta invece ho fatto proprio un pensiero deciso, sul fatto di essere penetrata da questo... estraneo. E poi ho desiderato che anche tu facessi la stessa cosa...
- Beh, Debra, non c’è niente di male, fantasie così ne abbiamo fatte tante... Michele e io abbiamo una grande fiducia in te! Lo dimostra anche il fatto che tu me ne parli così, liberamente, senza paura di essere giudicata male... Ricordi, è successo anche a me.
- Ma perché abbiamo bisogno di queste fantasie, forse non ci bastiamo più?
- Prima di tutto le fantasie le abbiamo sempre avute, dunque caso mai si dovrebbe dire che non ci siamo mai bastati...
- Sì, è vero, però dentro di me un po’ mi spiace... soprattutto questa fantasia, quella di un altro uomo. Non lo trovo giusto.
- Vedrai che quando lo racconterai a Michele non gli dispiacerà...
- Sì, certo, perché lui è un po’ tonno e lì per lì si eccita, poi però, riflettendoci, potrebbe davvero soffrirne. Guarda che è molto più sensibile di quello che vuole apparire!
- Sensibile? Michele è l’uomo più delicatamente sensibile che io abbia mai conosciuto...
- Perché non mi aiuti?
- Aiutarti? E a fare che?
- Se tu avessi questa fantasia assieme a me, ora, potrei sentirmi probabilmente meno in colpa...
- Ehh, tu sei furba... ma come faccio a impormi una fantasia... non me lo posso comandare!
Debra a questo punto mi riporta in camera da letto, mi abbraccia, mi bacia, mi stringe: - A me basta che tu stia a sentire tutto quello che mi verrà da dire e che ogni tanto annuisca oppure mi dia corda... dimmi che ti piace questo dito mio che ti sta entrando...
- Sììì, mi piace! Continua così, vai più su, sììì, così... senti come sono bagnata!
Mentre Debra mi sditaliana ancora mi vedo passiva, porgerle la figa in mano e aspettare che arrivi l’onda.
- Questa cosa che ti sto facendo sai che agli uomini piace molto farla... mettere un dito nella figa della donna che stanno abbracciando... non vorresti che fosse un uomo a fartelo? Uno al quale poi chiedere, completamente sciolta e andata, di sostituire il cazzo al dito? Uno a cui dire “chiavami”, oppure “adesso scopami”?
Debra parla così a ruota libera, mentre io mi godo il suo dito tra le gambe. Eppure, non ci riesco a sostituire all’immagine di Michele quella di un altro, uno qualsiasi, senza volto. Così provo a sondare Debra: - Ma chi vorresti che fosse, uno che conosciamo, uno del lavoro, chi?
- Non so con chi... tu avresti delle idee?
- Cosa ne diresti di Brad Pitt?
- Ah, voliamo alto, eh! – sorride Debra senza smettere di masturbarmi – sì, lui andrebbe bene.
- Allora prendi il mio dildo per favore...
Qualche attimo dopo sono accontentata, ho il mio dildo rosso quasi totalmente infilato e Debra me lo spinge su e giù: - Non so come abbia il cazzo Brad, ma se l’avesse anche così non ti farebbe schifo, vero?
- No, così andrebbe bene, anche come si muove mi va bene...
- Allora Brad prima vorrebbe far godere te con questo meraviglioso cazzo, poi toccherebbe a me...
- Te lo ricordi in Sette anni nel Tibet come era bello? – osservo mentre sento che sto per godere. Debra accelera, poi mi risponde che lei se lo sarebbe fatto anche come protagonista di tutti gli altri suoi film. Però è la prima volta che ci sta pensando (in effetti l’idea è stata mia).
- Godo, Debra, Brad è scatenato e mi sta facendo sborrare... ora, adesso, sìììì, ahhhh, come godo! Continua ancora un poco, sìììì. Cosìììììì!
Alla fine c’è riuscita a farmi desiderare il vero Brad, proprio come voleva lei. Ora però tocca a me procurarle quell’orgasmo tanto desiderato con un uomo.
- Brad adesso si è staccato da me e ti sta puntando l’uccello alla figa. Lo senti? È tutto fradicio della mia sborrata, così, lo senti? – e intanto le infilo il mio dildo.
- Se lo sento? Me lo vedo accanto, mi sta baciando e guardando con quegli occhi azzurri da sballo, mi sta dicendo...
- “You are so beautiful, Debra” – ti sta dicendo.
- Non solo, mi dice anche “it’s so nice to fuck with you, both of you...”
Aumento il ritmo della scopata, Debra adesso vuole godere, vuole sborrare assieme al suo Brad: - Così, Brad, get my well fucked pussy come with you. Please, now, please, come with me, NOW! Ahh, ahhhh, arghh!
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