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Matilde 03-07 - Le voglie mattutine di Debra


di Alex46
29.03.2019    |    3.921    |    0 8.7
"Allora si ferma e solleva la testa, guardandomi con occhi quasi lacrimosi e comunque imploranti: così la vedo sotto un’altra luce, mi scatta dentro qualcosa,..."
Una mattina Debra e io ci alziamo alla solita ora, mentre Michele può dormire.
Mi cinge la vita con il braccio sinistro bisbigliandomi “oggi sei bellissima” e con l'altra mano mi preme sulla gamba, lateralmente vicino al ginocchio.
Giro la testa, la guardo sorridendo e le dico, con voce bassa ma decisa, di smetterla, che non è il momento, ma lei insiste e mi preme contro il muro del corridoio.
Cerco di spingerla indietro, mi muovo piano per paura di fare rumore, lei mi strofina naso e labbra sul collo, con la sinistra mi passa sotto il braccio e mi stringe un seno, con la destra risale da sotto la gonna lungo la parte esterna della coscia; penso, ma perché mi sono messa la gonna, se avevo i pantaloni era meglio; stringo le gambe e le piego per difendermi dalle sue mani. Con la destra cerca di infilarsi con forza da sopra gli slip.
- Scusa, ma che vuoi fare?
- Vorrei poterti baciare e toccare.
- Ma non c’è tempo adesso...
- Vuol dire che non vuoi? Dai, vedrai che ti piacerà, ti piace sempre.
- Certo che mi piace sempre, ma questa mattina non ce n’è.
- Io dico che non è la paura di fare tardi. Tu al mattino non ne hai mai voglia – mi dice cercando la rissa.
- Scusa sai! E poi cosa credi, di essere così uno schianto al mattino presto... – rimbecco scherzando ma non troppo, forse con altrettanta voglia di litigare.
- Sei sicura? Ah, così, al mattino non ti piaccio? Lasciami un po’ fare - mi dice con tono di sfida.
- Sei proprio sfrontata, ma che ti credi?
Mi guarda con una faccia da schiaffi incredibile.
A questo punto, imprevedibilmente, cambio idea e le dico di continuare.
Dopo la prima sorpresa, mi solleva la gonna e mi dice di tenermela alzata in vita, cosa che faccio, mentre lei con le mani mi abbassa gli slip.
- Dai, non c’è tempo, cristo, stamattina per me è un casino...
La guardo con aria di sfida, so che Michele dorme della grossa, non è lui il problema. Con la mano mi fa divaricare i piedi, poi appoggia la testa fra le gambe e con la lingua va subito lì, mentre con le mani mi preme le natiche. Mi ero appena lavata, ritenevo di essere pronta per uscire.
Sono decisa di lasciarla fare per un po', speriamo capisca che non può essere sempre il momento. Lei si dà da fare, ma io sono fredda, nessun coinvolgimento, la guardo dall'alto, mi sembra goffa in questo suo tentativo di coinvolgimento nella sua foia.
- Smettila, Debra, non voglio dirti che mi dai fastidio...
Allora si ferma e solleva la testa, guardandomi con occhi quasi lacrimosi e comunque imploranti: così la vedo sotto un’altra luce, mi scatta dentro qualcosa, metto una mano fra i suoi capelli e l’accarezzo.
Lei rassicurata ricomincia a succhiarmi, apro le gambe per agevolarla, spingo in avanti il pube, e vengo quasi subito stringendole la testa con le cosce e la mano.
Si risolleva sorridente, mi bacia su una guancia e contenta mi lascia indossare il soprabito e uscire.
Qualche tempo dopo, risuccede la stessa scena, anche se questa volta io cedo ben prima alle sua avances, senza tanto discutere. Nel frattempo Debra aveva fatto l’amore con me quasi tutte le sere, da sola o con Michele: una vita sessuale ben attiva, come al solito.
E questa mattina però Debra vuole che io corrisponda, ma tutti i tentativi falliscono, mi ha chiesto di baciargliela, di masturbarla, niente, sono fredda, al massimo posso sopportare che mi faccia venire un po’ alla svelta. Allora comincia lei a masturbarsi davanti a me, io non mi eccito e non voglio farlo.
- Solo perché questa settimana devi andare in ufficio un po’ dopo di me, non puoi costringermi...
Ero già pronta per uscire e ora lo sto proprio facendo: allora lei va in soggiorno, ostentatamente a continuare masturbarsi, dicendo che non è giusto, ecc. ecc.
La radiolina in cucina sta parlando del piccolo Samuele Lorenzi di 3 anni, ucciso a Cogne: ci sono pesanti sospetti sulla madre. M’intristisco ancora di più. Mentre scendo in strada mi domando se ho fatto bene, ma mi rispondo che sì, quando non si può non si può. Debra prima o poi capirà che non tutti i capricci possono essere accontentati.
Qualche giorno dopo è sabato, ancora una volta noi due ci alziamo prima. Con un sorriso irresistibile mi dice di togliermi le mutandine, sdraiarmi sul tavolo della cucina e allargare le gambe, cosa che faccio senza esitazione, anche se solo per compiacerla, perché sono sazia del sesso di ieri sera, perché sono un po’ immusonita da queste pretese..
Inizia con due dita che mi percorrono la fessura dolcemente, poi le introduce e mi lecca pure, quando comincio ad andare su di giri si interrompe.
Resto ferma con gli occhi chiusi e aspetto, sento che si allontana e poi si riavvicina, con una mano me l’allarga e sento qualcosa di freddo, alzo la testa e guardo, mi sta infilando una bottiglietta di birra: questa è nuova, dico tra me. Reclino la testa e sento già l'eccitazione salire, alcuni movimenti e sto per godere, ma lei si riferma.
- Scendi – mi ordina – siediti sullo sgabello.
- Ma come ti è venuto in mente, con la bottiglia di birra... ci hai pensato stanotte?
Ora sono assai eccitata, mi dice di sollevare il bacino, mi punta la bottiglia fradicia di figa fra le natiche e mi dice di scendere: con una mano impugno la bottiglia e piegando le gambe la faccio entrare, il collo passa subito, poi faccio fatica e sospendo il movimento; lei si allontana, mi giro e vedo che si siede sul pavimento e guarda, non so se continuare, poi decido di sì, chiudo gli occhi.
Con l'altra mano mi tocco davanti sul clitoride, la bottiglia me la infilo un po’ di più, mi immagino di esserci io lì che guardo me stessa in questa situazione, mi eccito da morire, due o tre colpi decisi e raggiungo il primo paradiso della mattina. Volevo essere veloce, e lo sono stata.
Mi alzo, sfilo la bottiglia, mi giro e vedo Debra sdraiata, con le gambe aperte, che si sta masturbando con un’altra bottiglia uguale e infilata davanti.
Mi siedo e la guardo, lei mi fissa, aumenta il movimento e inizia a mugolare, dimenarsi, inarcare la schiena, poi la vedo godere in uno spasimo, mi sembra davvero stupenda in questa piccola depravazione.
- Ma guardale, le mie due troie. Una più mignotta dell’altra. Voi non ve ne siete accorte, ma è un po’ che vi guardo e ho visto quello che avete appena fatto, e così, di primo mattino. Neanche dormire si può in questa casa. C’è sempre qualche cazzo di figa in calore che vuol farsi sbattere.
È nudo, e detto questo si butta per terra con il cazzo duro sulla meravigliata Debra, che è ancora lì con la sua bottiglia.
- Tira via quell’affare!
Le entra dentro con un colpo solo e comincia a chiavarla come un animale eccitato. E ne ha ben donde, visto lo spettacolo di prima. Chi non si ecciterebbe di fronte a due troie così?
Io li guardo, dandomi un’ultima toccatina, tanto per venire insieme con loro. Vederli scopare è sempre uno spettacolo meraviglioso, tanto li amo.
E così anche questa volta ci lasciamo andare a una sborrata in comune. Poi per tutto il giorno ho mal di testa.
Non me ne dispiaccio molto, così almeno per oggi starò in pace.
E quando nel primo pomeriggio i due si ritirano, so che stavolta sarà senza di me. In Afghanistan è scattata l’Operazione Anaconda, contro le postazioni di Al-Qaida.
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