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Matilde 06-11 - Una giornata esagerata


di Alex46
08.08.2019    |    697    |    0 9.4
"M’immagino il suo cazzo, mentre cresce e s’indurisce..."
La luce del mattino inoltrato sta filtrando quasi con violenza ormai nell’oscurità della nostra stanza. Io mi sto languidamente crogiolando sotto le lenzuola, ormai sveglia, per poi accostarmi con un sospiro al mio amore. Il nostro lettone, senza Michele, è vuoto...
Le metto un braccio sopra, godendo del calore che emana. Siamo nude e ancora calde dell’amore fatto ieri sera, in quella che abbiamo denominato “prima serata individuale”. Mi appoggio con le tette sulla sua schiena.
Respira piano, come se fosse ancora addormentata, ma so che non lo è... allora mi appoggio su un gomito e la guardo: i capelli, nerissimi con questa luce, le coprono quasi totalmente il volto, così li discosto piano per guardarle il volto. Poi non resisto, le scopro leggermente la spalla e la bacio sfiorandola appena.
Ora so che è sveglia, ma per gioco fa finta di dormire...
La scopro quasi completamente, per vedere quel corpo meraviglioso adagiato ancora nella posizione del sonno. La curva del suo fianco che separa schiena e fondo schiena senza pieghe... le cosce che vanno a nascondersi sotto le lenzuola non ancora spostate.
La sfioro con le dita, le sposto il braccio fino ad accostarlo al fianco, le palpo le natiche. Ed è proprio così che riesco a farla smuovere: con un mugolio di piacere accenna a stirarsi allungando il corpo e accennando a girarsi verso di me. Anzi, piegando la gamba in modo da incontrarmi, ho la prima fitta di piacere nell’osservarle di sfuggita la figa. È come se me la offrisse... e così la sfioro con le dita, provocandole un immediato gemito di piacere.
Con mia grande sorpresa, sento che è bagnata! E non lo sono io, che mi sono svegliata prima ed è da un po’ che la penso... Forse stava facendo qualche sogno, e di certo doveva essere un bel sogno!
Ancora a occhi chiusi Debra si gira del tutto verso di me, mentre continuo ad accarezzarla. Ho voglia di baciarla, così accosto le mie labbra alle sue. Lei mi risponde, aprendo gli occhi in un’espressione di gioia completa.
- Buon giorno, amore - mi sussurra quando dobbiamo prendere respiro.
- Buon giorno, Debra.
- Mmmm, cosa stai facendo?
- E me lo chiedi? - rispondo io mentre ormai con un dito la esploro a fondo.
- Sai che ho un meeting, questa mattina. A mezzogiorno, ma ce l’ho... - tenta di protestare.
- Non me ne frega niente, amore! - le rispondo.
Ritiro il dito, anche per vedere la sua reazione. Lei non si muove. Allora mi piego su di lei e le lecco un’areola, nel tentativo di indurirle il capezzolo.
- Lo sai che ti stavo sognando?
- Mi sono accorta... eri già tutta bagnata...
- Sì, ti stavo sognando mentre tu indossavi lo strap-on e mi guardavi decisa a farmi godere...
Sentendo questa confessione, non posso trattenermi dall’infilarle due dita in quella figa che lei ha ormai oscenamente spalancato per me. E intanto le succhio un capezzolo, avida di sentirlo crescere nella mia bocca, di poterle misurare tutto il suo desiderio.
Dopo due su e giù delle mie dita, la sento agitarsi sui fianchi, mi stringe al petto con le mani, il respiro le diventa più forte. Si sta avvicinando al primo orgasmo della giornata...
- Aspetta - le dico, ritirando le mie due dita.
Lei lascia andare un mugugno di protesta, poi però capisce quello che voglio fare. Mi sono alzata e sto andando a prendere nell’armadio il nostro attrezzo. Non lo usiamo molto spesso, anche quando siamo sole senza Michele: però ora mi sembra davvero l’occasione giusta. Lei lo stava sognando e io non vedo l’ora di farla godere.
- Voglio scoparti... - le sussurro mentre, in ginocchio sul letto, sto indossando la cintura e la sto serrando, sentendo sulla figa quella dolce pressione che fa godere anche chi l’attrezzo lo muove (e non solo chi lo subisce).
- Oh, sììì - annuisce lei.
L’attimo dopo sono già sopra di lei, le ho già appoggiato il membro finto e sto spingendo. Non trovo quasi resistenza e lo vedo a poco a poco sparire, mentre le grandi labbra di Debra si gonfiano: una visione che mi fa perdere la testa.
Lei alza subito il bacino per incontrare meglio le mie spinte, ma al contempo mi attira a sé con le braccia. Seno contro seno e mentre la penetro, ci leghiamo in un bacio lunghissimo, lingue che si cercano, che si avvolgono una sull’altra, salive che si mescolano e che parzialmente colano agli angoli delle labbra. Ad ogni colpo che le do sento il piccolo cilindro spingere in corrispondenza del mio punto G.
Nonostante che il ritmo stia crescendo, non interrompiamo il nostro bacio, non smette di stringermi a sé, e lei alza sempre di più il bacino. È fantastico sentire crescere dentro di sé il proprio orgasmo, un orgasmo di donna naturalmente, e nello stesso tempo penetrare, vedendo Debra completamente rapita, la testa perduta dietro al mio movimento.
Ormai la sto scopando come farebbe un uomo che sta per venire: a grandi colpi, con quella violenza che ci piace tanto, con quella passione febbrile.
Poi l’esplosione: di entrambe, assieme, di due donne che si amano alla follia.
Dopo qualche minuto, è lei la prima a riprendersi: - Questo è un bel modo per svegliarsi!
- Ora alzati, ché devi andare al tuo meeting - la incoraggio io.
Una mezz’oretta dopo lei è pronta a uscire: è vestita da manager, gonna, giacca, camicia di seta e sandali discreti. È, come al solito, uno schianto.
- Tu cosa fai? - mi chiede.
- Lo sai che oggi mi ero presa una giornata... credo che non farò assolutamente nulla.
- Io, dopo il pranzo di lavoro, posso tornare... e avrei voglia di fare una cosa. Con te.
- Cosa?
- Sorpresa.
- Io vorrei che tu non uscissi e che mi leccassi fino a sfinirmi...
- Non posso amore, però puoi sempre toccarti pensando a me...
- Non so se lo farò... ma se lo faccio te lo racconto... Dimmi solo cosa vuoi fare dopo...
- No, è una sorpresa. Ti posso solo dire che dovremmo uscire assieme...
- Va bene, telefonami.
Allorché Debra esce, vado in bagno a farmi una doccia e darmi una sistemata. L’orgasmo di questa mattina continua a occuparmi i pensieri, non riesco a fare a meno di pensare a Debra. So anche che non posso disturbarla, allora mi viene in mente di telefonare a Michele, sperando di trovarlo disponibile. So che dovrebbe essere a Torino, è l’ora di pranzo, forse gli farà piacere.
- Dove sei Michele? Ti disturbo?
- No, Matilde... Ciao! Sono giusto rientrato in albergo, ho da prepararmi per l’intervento di questa sera...
La sua voce è calma, dolce, maschia come sempre. Non appena la sento, una fitta di piacere mi attraversa dalla pancia in su.
- Michele, mi manchi un casino...
- Anche voi mi mancate... se penso che questa sera non sarò lì con voi... ci sto male. Ma domani sera, preparati...
- Se è per quello, mi sto preparando già adesso...
- Perché, cosa stai facendo?
- Questa mattina, prima che Debra andasse al suo meeting, l’ho scopata... nel vero senso della parola... l’ho scopata con lo strap-on!
- Avete goduto?
- Come delle pazze... ma poi lei ha dovuto scappare.
- E tu sei a casa?
- Sì, e sono nuda con tanta voglia di fare l’amore con te...
E mentre gli dico questo mi appoggio la mano sulla figa, nella speranza che lui mi dia ascolto.
- Mmmm, mi stai dicendo delle cose...
- Ti faccio eccitare? - ormai so che l’ho catturato.
- Sei brava a farlo, lo sai... la tua è un’arte.
- Con questo complimento mi fai bagnare... avrei bisogno che tu mi toccassi, che mi baciassi - gli dico con una voce che diventa sempre più profonda. M’immagino il suo cazzo, mentre cresce e s’indurisce.
- Mi piacerebbe darti dei lecchini sulla pancia, sul seno, poi baciarti a lungo...
- Ma così mi fai venire voglia di avere di più...
- Ma tu ne hai tanta di pelle da farti leccare... - ora sta letteralmente sussurrando.
- Lo so che ti piace la mia pelle... me la sto carezzando anch’io, ho appena fatto la doccia, mi sono cosparsa di crema, sentissi come sono morbida... mmmm, mi sembra di toccare della seta.
- Ti sei guardata allo specchio mentre eri in bagno?
- Sì, mentre mi mettevo la crema avrei voluto fossero le tue mani.
- Beh, allora continua ad accarezzarti tutta...
- L’ho fatto abbastanza, adesso mi piacerebbe che fossi tu ad accarezzarmi... tu sai dove.
- Fallo tu, amore... fallo tu, pensando che sia io. Non sai come vorrei essere lì.
- Sììì, mi stai toccando - sospiro io dandomi la prima sfregatina. Sono sul divano, le gambe spalancate e i piedi sul pavimento.
- Sì, lo sto facendo, e lo sai quanto mi piace.
- Béndami, Michele... Così non posso vedere cosa mi toccherai dopo. Fammi una sorpresa. Dimmi cosa mi faresti se tu fossi qui.
- Ok, Matilde... Ti metterei un foulard sugli occhi e ti adagerei sul letto.
- Ogni volta che mi tocchi, io tremo, Michele.
So che in questo momento lui ha già il cazzo in mano, nella sua cameretta d’albergo.
- Matilde, ti leccherei dalle ginocchia ai piedi, anche le dita dei piedi.
- Oh sììì, e poi cosa faresti?
- Un bacino sull’interno delle cosce, un succhiottino ai capezzoli...
Michele ha una voce che sembra colorata di miele mentre dice queste cose.
- Ahhhhhhh, Michele!
- Non starei fermo, passerei da un posto all’altro...
- Oh mio dio, che delizia... e che frustrazione - esclamo mentre mi massaggio con due dita il clitoride - io ti vorrei già dentro di me...
- E io invece ti bacerei sul collo, nelle ascelle, ti farei scorrere la lingua sulla spina dorsale... devi tremare ogni volta che cambio, anche perché non vedi nulla... Devi arrenderti a questo!
- Oh, sììì, Michele... anch’io mi voglio arrendere... Fammi quello che vuoi.
- Una volta sul polso, un’altra all’incavo delle ginocchia, un’altra sull’orecchio...
La sua voce si arrochisce un po’, sento che si sta pompando.
- Mi leccherei un dito e te lo infilerei in bocca...
Sentito questo, m’infilo il dito bagnato di figa in bocca, pretendendo che sia suo.
- Poi mi dedicherei alle tette, anche lì piano, perché vorrei farti morire di desiderio, da un seno all’altro...
- Sì, ti metterei un dito in bocca mentre ti succhio un capezzolo e con l’altra mano arrivo alla figa...
Per un po’ non gli parlo, continuo a masturbarmi con le dita, ormai lanciata verso un orgasmo sconquassante. Lui continua a elencarmi i posti dove mi bacerebbe.
- Ti leccherei il dito, e vorrei fosse il tuo cazzo...
- Ed io a questo punto ti carezzerei la figa, con l’intenzione di non smettere prima della tua venuta...
- Mmmmm, sento la tua mano sulla figa, il tuo dito nella mia bocca...
Michele potrebbe tenermi sulle corde all’infinito.
- Non so se ti piacerebbe di più il mio dito nella figa o quello in bocca... li vorrei muovere in modo da darti un piacere indistinguibile...
- Oh dio, Michele... che voglia che ne ho...
- Senti, adesso sono due le dita nella figa...
- Oh sììììììì - sto vaneggiando io nel telefono - mi fanno male i capezzoli da tanto sono tesa... Ora però mettimi il cazzo in bocca, Michele... fammelo scivolare tra le labbra!
- Ora, sì. Prima te lo passerei tra le tette, poi piano piano te lo infilerei in bocca...
Ora la sua voce è davvero roca, quasi impedita.
- Sììì, cosìììì - quasi urlo io.
- Fammi sentire un po’ i denti, appena appena... - sììì, cosììì...
- Spingimelo di più in questa bocca, di più..
- Sìììììì - urla Michele - sono così duro, Matilde... Ingoia tutto, ti prego!
- Prima slacciami il foulard, voglio vederti!
- Sì, ecco... ma ora sei pronta che t’inondo la bocca?
- Vuoi sborrarmi in bocca, Michele? - gli domando ormai al parossismo.
- Sììì, cazzo, sìììì! Ora!
- E allora con questo dito bagnato ti penetro il culo, amore, così godi, godi sborrando...
- Sììì, sìììì, il tuo dito in questo culo, sììììì...
- Dai vieni, vieni ora, io ti sto succhiando con la gola e tu mi stai sgrillettando... ora vengo... anch’io... ahhhhhhhhh, ahhhhhh, Michele sborrami in boccaaaaaa, arghhhh...
- Eccomi, ahhhhha, sto... schizzando.... in...goia tutto... ahhhhhh!
Poco dopo la telefonata con Michele ha fine, dopo esserci reciprocamente complimentati e riaffermati il nostro desiderio di rivederci al più presto.
E a questo punto sono pronta per una maratona di sesso. Mi metto al computer e scrivo tutto quello che è appena successo. Chiaro che il destinatario è Debra: stamperò questo e glielo farò leggere più tardi, magari prima di uscire.
Sono molto fiera di ciò che ho appena messo in file, ma è chiaro che più scrivo più il mio desiderio cresce. Mi masturbo ancora con due dita, fino al terzo orgasmo della giornata. Poi continuo: «Ti ho scritto tutto questo e, devo dirtelo, ora sono di nuovo fradicia. Più che fradicia, sono scalmanata, tutta un fremito.
Dieci minuti fa, cercavo qualcosa da infilarmi nella figa, ma ero pigra, non avevo voglia di cercare tra i nostri giocattoli. E solo un quarto d’ora prima di questo mi stavo masturbando con due dita. Spostato il lembo delle mutandine, una gamba sul bracciolo del divano, l’altra appoggiata a terra. Dopo il sesso telefonico con Michele era davvero facile per le mie dita ed è stato un attimo raggiungere il terzo orgasmo della giornata.
Ora ne ho ancora più voglia di prima, ho proprio bisogno di infilarmi qualcosa dentro... ma cosa? Sul tavolino, accanto al computer, c’è un evidenziatore... ma dopo un minuto di tentativi lo lascio cadere a terra perché troppo sottile. Ho provato anche ad angolarlo, ma niente da fare, non è sufficiente.
Sul tavolo di cucina c’è la bottiglia di ieri sera, dentro c’è ancora metà del vino. Decido in un secondo... ora mi sono accucciata sulla sedia. Tolgo il tappo alla bottiglia e m’infilo il collo nella figa, facilmente. Faccio un po’ fatica a stare qui accucciata a scriverti, con una bottiglia che se solo m’appoggiassi di più potrebbe farmi male... Sono oscena, con le cosce così aperte, mi vedessi Debra, oh quanto vorrei che tu fossi qui a vedermi quanto sono e mi sento troia. Ti sto scrivendo con le due mani... quello che mi sto facendo... e non aver paura: per oggi sono assatanata e quando torni ti salto addosso!
Se solo mi sposto appena di lato, alla ricerca di un miglior equilibrio, sento quanto è dura questa bottiglia, quasi troppo. Con un po’ di crema sarebbe tutto più facile, ma poi dovrei asciugarmi le dita, per poter continuare a scriverti. Così preferisco muovere appena i muscoli della figa e stando il più ferma possibile. Mi casca l’occhio sulle mutandine che ho gettato a terra...
Piano piano ci faccio l’abitudine e ciò che poco fa era una costrizione adesso è un piacere. Devo solo stare attenta a non lasciar cadere la bottiglia a terra!
Debra, sono fradicia di sesso, e mi vedo qui, accucciata come una rospa, con solo la t-shirt addosso, che faccio colare sborrina dentro il vino...
Ora posso anche accennare a muovere su e giù, così finalmente posso godere e sborrare nel vino che poi ci berremo...
Ma non è facile, e il divano mi invita sempre più. Ma invece voglio godere così, con una bottiglia nella figa e scrivendoti queste oscenità. Neppure il clitoride posso toccarmi!
Dopo due o tre minuti di questa piacevole tortura, tempo in cui non riesco neppure a scrivere dalla concentrazione che mi è richiesta, decido di darmi sollievo con una carezzatina. Con la mano sinistra mi tocco il bottoncino, con la destra continuo a scrivere queste esatte parole che stai leggendo.
Tra poco verrò... sento che questa è la strada giusta... mentre ti scrivo, incapace di battere le maiuscole, mi sto sgrillettando un clitoride impazzito... ora vengo, sì, vengo, vengo anche al pensiero di quando tu tra poco leggerai, sìììì, oraaaa, sììììììì, ahhhhh, ahhhhhhhhhhhhh!».
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