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Matilde 03-24 - Il garage 2


di Alex46
24.04.2019    |    1.654    |    0 7.8
"- Sei vicina, Matilde? - Sì, molto vicina..."
Lungi dall’essere acquietata, Debra dopo qualche istante si avvia al tavolino e afferra il vibratore azzurro. Lo accende, si ridispone sull’auto, ancora con il ginocchio sinistro appoggiato sul cofano, ancora con la mano sulla natica per mostrare di più la figa e favorire maggiormente l’ingresso dello strumento. Il vibratore lo sto infilando io, questa volta la voglio far godere in modo un po’ più definitivo. Nel frattempo non dimentico le fotografie, pertanto assumo una bella posizione eretta, dietro e alla sua destra: con la testa quasi mi appoggio alla sua schiena, la schiena di una donna che sta per godere, la mia donna...
Michele scatta a ripetizione, ha capito che ormai siamo lanciate e non ci potrebbe più fermare in nessun modo. Ma di certo la nostra azione gli va perfetta, i tempi che teniamo sono quelli giusti anche per lui.
Debra intanto sta costruendo il suo secondo orgasmo, e parte da lontano. Si vede da come muove il culo, per venire incontro al vibratore, e a ogni mossa è un “ah” aspirato, che diventa sempre più profondo, a volte un rantolo di godimento.
Quante volte l’avrò fatto di farla godere così! Eppure ogni volta mi sembra la prima, da tanto che mi eccito. Godo nel dare questo piacere, godo nel vederla dipendere da me, anche se so bene che potrebbe farlo anche da sola, così, anche soltanto per farsi vedere da me. Ma adesso sono io che glielo faccio, lei non chiede altro che di sborrarmi sul vibratore ronzante e sulla mano.
Ed è così bella quando succede: la sua gamba destra così diritta, così perfetta, così meravigliosamente allungata dal sandalo di legno con le fibbie di pelle rosa. Viene sussultando, come una gatta nervosa, più silenziosamente di prima e mentre viene è come se mi pregasse di affondarle il vibratore nella figa in modo tale da vederlo scomparire...
Io sto letteralmente sbrodolando tra le cosce, ho bisogno che qualcuno pensi anche a me. Quando Debra si placa, sento che sono io adesso a dover essere il centro dell’attenzione.
Guardo Michele ma, senza aspettare la sua approvazione, mi tolgo i sandali azzurri, quindi salgo sul cofano della Passat: poi, appoggiata sul fondo schiena, mi dispongo a gambe larghe e ginocchia piegate, i piedi nudi sul metallo, la mano destra dietro, per appoggiarmi.
Devo avere lo sguardo abbastanza implorante e, se possibile, sottolineo ancor più il mio bisogno accarezzandomi la figa con la mano sinistra, più che altro allargandone l’ingresso, per mostrare nell’immagine il mio interno rosa e nello stesso tempo per fare muta richiesta di essere penetrata con il mio vibratore rosso.
Ma Michele, che ha capito al volo, non vuole.
- Leccale la figa, Debra.
Io mi rassegno, dunque metto le mani dietro la testa, riesco ad appoggiarmi un po’ al parabrezza. Mi rilasso, sono tutta sua.
Debra mi lecca con piacere, Michele ha cambiato obiettivo, credo che stia fotografando il primo piano della testa di Debra che appoggia la punta della lingua nella mia fessura, credo anche che il mio viso risulterà un po’ sfocato. La sua azione è ancora al fine fotografico, né io né lei ci siamo lasciate prendere dalla furia di vedere un orgasmo.
Ma poi Debra si aiuta con un dito, così io m’allargo sempre di più, il piede destro sull’orlo del faro, la gamba sinistra appoggiata sulla sua schiena. Lei ha il culo quasi contro l’obiettivo, ma io devo essere davvero oscena... ma mi piace tremendamente esserlo. Così, nuda, messa quasi a rana, sono tutta concentrata sul mio essere un oltraggio. Chiudo gli occhi quando sento che il mio primo orgasmo della sera si avvicina: e io lascio che tutto accada, mi limito a incitare Debra: - Ah, bello, sì, così. Dai, fammi sborrare, dai, con quel dito che vorrei fosse il cazzo di Michele... ah, sìììììì, aaahhhh!
Come sempre, dopo la prima venuta, mi sento solo all’inizio, come al primo sorsino di un aperitivo. Sono ben lungi dall’essere soddisfatta, voglio anch’io la mia dose di cazzo, perché il ditino di Debra non mi è bastato.
L’essere accontentata avviene in tempi rapidi, anche se poi Michele c’interrompe di continuo, perché non è contento di come è disposta Debra. Alla fine, lei ha la gamba sinistra diritta, la destra un po’ flessa, il ginocchio quasi appoggiato sulla targa. Questo la costringe a tenere il sedere sbilenco, la parte a destra molto più bassa della sinistra, sottolineata dalla catenina. Di conseguenza anche la schiena si presenta un po’ curva a sinistra. Del suo volto si vede poco, solo i capelli e il viso di 3/4. Lei m’infila il vibratore acceso, mi guarda, io guardo lei. Indossa ancora i suoi sandali, mentre i miei giacciono abbandonati poco a sinistra.
Inizia il va e vieni dello strumento. Ora sì che godrò e davvero, finalmente. E mentre sento montare l’orgasmo dal più profondo del mio essere, mi lascio andare a seduzioni verbali, voglio che si veda e si senta che parlo.
- Michele, tua moglie mi sta bucando con il mio vibratore, mi sta restituendo paro paro quello che le ho fatto io poco fa. Sai, vorrei essere un uomo come te per poterla scopare, poi vorrei anche che lei m’infilasse il tuo cazzo dentro, non quest’oggetto duro e rosso che mi ronza e mi vibra un piacere quasi meccanico.
- Sei bellissima, Matilde – sussurra Debra – quando parli così.
- Sei una gran figa – aggiunge Michele – ti amo come ti ama lei. Lei l’ho sposata perché ho capito che era la MIA donna... ma tu sei la SUA... E tu Debra, adesso non risparmiarla. Foto ne ho fatte un casino, ora sbattila pure, dalle dentro senza pietà. La voglio sentire urlare, e vediamo cosa ne esce fuori quando è fuori di sé. E tu me la devi mandare fuori di lei... Vediamo che moglie troia sei!
Debra non se lo fa ripetere due volte e comincia a fottermi senza riguardi, io mi sto godendo questo assalto come la prima vera trombata della serata, quand’ecco che sul più bello Michele c’interrompe ancora!!!!!
- Ferme, ferme! Voglio un’altra scena prima che Matilde venga ancora...
Debra si blocca, io sbuffo contrariata.
- Dai, non prendertela, aspetta di vedere cosa ho pensato....
- Ma cosa vuoi aver pensato, tu non ti rendi conto... ci hai portato al limite e adesso pretendi che ce ne stiamo buone buone... Tu sei matto! – esplodo io.
- Dai, questione di qualche minuto ancora, poi puoi sborrare tutto quello che vuoi... Cosa credi che io sia qui tranquillo, a veder voi due è uno sballo da non credere...
- Insomma, cosa vuoi che facciamo, ancora? – gli chiede Debra.
- Facciamo solo più una scena, poi salgo in casa a prendere ancora una bottiglia, quindi mi unisco a voi. Vi va?
- E che scena dovremmo fare?
Michele ci spiega la sua idea, fa togliere i sandali a Debra per questioni di statura visto che io sono senza, dopo di che ci fotografa dalle ginocchia in su mentre, entrambe in piedi ma appoggiate al cofano, ci lecchiamo i vibratori, ciascuno il proprio. Siamo di un bello strepitoso, entrambe guardiamo con aria di sfida dentro l’obiettivo, come a dire “perché non siete qui anche voi?”.
Lo sguardo dell’osservatore va dai vibratori alle fighe, dove egli sa che quelli finiranno tra poco. E pensare tutto questo ci eccita ancora di più.
Poi finalmente ci fa sdraiare entrambe sul cofano, fianco a fianco. Il piede sinistro di Debra è appoggiato sull’orlo del faro, il sinistro è alzato per aria: io con le mie due gambe lo pinzo, in modo da poter usufruire anch’io di un sostegno. Poi, lei con la sinistra e io con la destra, c’infiliamo gli arnesi in vagina e iniziamo a stantuffarci, quasi con furia. Sappiamo che così la sessione fotografica sarà finita, quindi vogliamo arrivare al più presto. Mentre a Debra la posizione fa mostrare, oltre alla figa, anche le tette e la pancia con tanto di addominali in funzione, a me la posizione più rannicchiata mette in evidenza solo un seno e il sesso sbattuto dal vibratore rosso.
- Sei vicina, Matilde?
- Sì, molto vicina. E tu?
- Anch’io, sborriamo assieme vero?
- Sì, fatelo, ma senza urlare, se no chiamano i carabinieri! – interviene Michele.
Arrapate come siamo ci vuole davvero poco tempo e, dopo un ultimo sguardo verso l’obiettivo, uno sguardo pieno di libidine, ci lasciamo andare a un orgasmo potente.
Io ho la forza di dire: - Michele, questo è per te.
- Non siete solo fighe, siete delle grandi troie. Siete delle amazzoni del sesso... Io ho goduto col cervello a vedervi.
- Vorrei che su queste foto tu ti ci tirassi delle seghe.... – aggiunge Debra.
- Succederà...
- E io vorrei che ci si masturbasse un bel po’ di gente, uomini e donne – concludo io accasciandomi.
Dopo qualche istante però ci rialziamo. Michele sta riordinando le apparecchiature, qualcosa mi fa capire che ha cambiato idea.
- Ma non dovevi andare a prendere da bere?
- Ma no, forse è meglio che vi rivestiate e andiamo a bere su... tra l’altro avrete fame.
- Stavo per dirlo io... Ho sete, ma soprattutto fame. Andiamo su subito.
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