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Matilde 03-09 - La venditrice di vibratori


di Alex46
02.04.2019    |    25.221    |    1 9.5
"- Come vuole, signora, non c’è problema..."
Debra apre la porta e vede una bella signora sui quarant’anni. È molto elegante in giacca blu scuro, in tinta con la gonna al ginocchio. Ricordava che l’appuntamento era fissato subito dopo pranzo di sabato, ma lei non si era preoccupata di mettersi qualcosa di decente.
Michele e io siamo via, un weekend di sci. Marzo per sciare è il mese più bello.
La signora sorride dolcemente, e si presenta come Lena, anche se si erano già parlate al telefono. Debra la fa entrare e le chiede di mettersi a suo agio sul divano, accanto a lei. Lena ha con sé una grande borsa nera che appoggia a terra con cura. Sorride tranquilla.
- Bene, quindi è una sua amica che mi ha detto che lei è interessata ai nostri prodotti, vero? - comincia.
- Sì, è vero - dice Debra. Era stata Angela che l’aveva convinta ad accettare una visita di Lena.
- Per iniziare, le dirò una cosa: ogni volta che mostro i miei oggetti, le signore li trovano un po’ ridicoli. Ormai ci sono abituata.
Debra sorride appena. È già nervosa e vorrebbe quasi ritirare la richiesta telefonica di visita fatta alla venditrice, persona che da subito non le piace molto. Gentile, premurosa, ma pur sempre una venditrice.
- Ecco, ora le mostro il nostro catalogo, lo guardi e se c’è qualcosa che la affascina posso farglielo vedere, dato che porto con me la maggior parte dei prodotti.
Passa a Debra un folder patinato intitolato "Oggetti per Coppie". Debra lo prende e lo sfoglia nervosamente, come distratta. Sente su di sé lo sguardo di Lena, e non sa bene dove o cosa guardare.
Tutto quello che voleva era un vibratore, un altro da aggiungere al nostro campionario, qualcosa di sfizioso, da usare più in compagnia che da sola: ma Angela, una sua vecchia amica, aveva insistito a dire che se l’avesse acquistato per posta probabilmente non sarebbe stata soddisfatta della qualità. D’altra parte Debra non aveva alcuna intenzione di entrare in un sex shop, un’esperienza che aveva già fatto, in quell’atmosfera pesante che non desiderava riprovare. E così Angela aveva suggerito questa sua amica, che era una rappresentante di una società che produceva questi oggetti. Debra aveva pensato di acquistare un vibratore per molte ragioni, ma la principale era la voglia di farsi e farci un regalo, in modo da avere a disposizione un divertimento in più tra cui scegliere al momento opportuno.
Sfogliando il catalogo nota che non ci sono solo vibratori, ma anche un sacco di strani oggetti, come biancheria di pelle e metallo, e persino manette! Saltando a piè pari quella roba da bordello sado-maso, prova a concentrarsi sui vibratori e sui dildo. Sembrano classificabili in due categorie: quelli realistici e quelli non realistici. Debra pensa non a qualcosa di liscio e semplice, ma neppure a quelli simili ad attrezzi da tortura.
- Mmm, forse questo potrebbe andare - dice, puntando il dito su un aggeggio bianco a forma di rossetto. In realtà quello è un oggetto tra i più banali, che lei peraltro possiede già, almeno molto simile.
Ma a questo punto vuole divertirsi con la venditrice, vedere fino a che punto questa sia competente e non voglia invece solo vendere e basta. Il sabato pomeriggio è ancora lungo e non c’è alcuna fretta.
- Ok, che misura? - chiede Lena.
Questo spiazza completamente Debra: - Misura? Mah, credo vada bene media.
- Ok, allora sarà quello da 12 cm - dice Lena già rovistando nella sua borsa.
Tira fuori un oggetto che somiglia a quello del catalogo, e lo passa a Debra. Lei lo soppesa con cautela, picchietta con l’unghia la superficie di plastica dura, poi guarda Lena smarrita.
- Mi sembra vada bene - dice vagamente, facendo finta di non sapere bene cosa volere in realtà.
- Oh, certo, questo non è niente male - dice Lena - provi ad accenderlo, e vedrà cosa voglio dire.
Debra fa la tonta, armeggia senza risultato: allora Lena si allunga, ruota la base e improvvisamente l’oggetto prende vita nelle mani di Debra, creando vibrazioni ben sensibili. Debra ride, facendo la sciocca.
- Oohh! Adesso capisco cosa vuol dire!
Lena sorride compiacente.
- Naturalmente, non potrà essere sicura che è quello giusto finché non lo prova.
Debra ci pensa per un attimo: - No, suppongo di no!
- E allora, vuole farlo qui o da qualche altra parte dove si trova più a suo agio, come sul suo letto, per esempio?
- Cosa vuol dire? chiede Debra, un’attrice nata.
- Beh, non considero mai conclusa la vendita finché il cliente non è completamente soddisfatto del prodotto.
Debra finge di non essere sicura di aver capito cosa intende Lena.
- Naturalmente – dice, per prendere tempo.
- E allora, se lei mette le gambe sul divano e si toglie le mutandine, non è necessario che si tolga la gonna, vedrò se è il prodotto adatto a lei.
Debra a questo punto deglutisce. Dunque il gioco rischia di farsi serio. Per fortuna Lena non le smuove nulla, altrimenti il gioco sarebbe serissimo.
- Sta dicendo... che potrei provarlo... ora?
- Certo - dice Lena come se dicesse la cosa più naturale. Sta già tirando fuori dalla borsa un paio di guanti da chirurgo. Debra guarda attonita, mentre quella prende anche un tubetto di gel lubrificante e lo spalma sulla punta del vibratore. Vuole proprio che lo provi ora!
Debra si sente esposta più che dal ginecologo. Dal dottore infatti ci si va per una visita medica, quindi con tutta la serietà che questo comporta. Ma se parliamo di vibratori... beh, allora c’è il godere di mezzo, c’è la masturbazione, ci sono tante cose di cui si può avere pudore. Perché Angela non l’aveva avvisata? Almeno si sarebbe messa un paio di mutandine più graziose.
Debra si alza in piedi e si toglie gli slip. Lena la guarda professionale e batte con la mano sul divano per indicarle di sedersi. Debra dunque si risiede, alzando i piedi e appoggiandoli sul tavolino. Apre leggermente le gambe e si solleva la gonna sopra i fianchi.
Lena sorride appena di fronte a questa timidezza, poi con le mani guantate spalma un altro po’ di gel lubrificante sulle labbra della figa di Debra.
- È sempre meglio abbondare con questo – sentenzia. E poi, ammiccando: - Almeno finché non c’è la lingua di qualcuno per fare la stessa cosa!
Debra finge di non aver afferrato l’ultima battuta, ormai sta stringendo i denti per il contatto inaspettato e in queste condizioni decisamente invasivo.
- Dio mio – pensa - lasciamo che finisca in fretta; le dirò che mi piace, qualunque cosa si provi, e almeno poi sarà finita!
- Apra le gambe un po’ di più, cara – la invita Lena - Alcune signore preferiscono tenersi le ginocchia con le mani mentre eseguo la prova, per lasciarmi un accesso più facile!
Debra mette un piede a terra. Si sente completamente vulnerabile.
- Adesso deve solo rilassarsi.
E intanto, molto lentamente, infila la punta liscia del vibratore nella figa di Debra. Mentre spinge con dolcezza la guarda in faccia, per vederne le reazioni. Lei si sta morsicando il labbro e si aggrappa con le mani al bordo del divano.
Quando arriva a metà, Lena si ferma.
- Ecco. Aspetto un attimo perché si abitui alla sensazione prima di accenderlo. Come lo sente?
Debra annuisce senza alcuna espressione nel viso – Ok - dice, non osando muovere un muscolo.
Lena accende il vibratore a bassa intensità.
Debra aveva usato vibratori centinaia di volte, non è certo impreparata alla fortissima sensazione che sente nel suo ventre. Come sempre, è bellissima: e lei chiude gli occhi con voluttà.
- Mmm, vedo che le piace - sorride Lena soddisfatta - Proviamo con un’intensità maggiore.
Ora il piacere s’intensifica, con ondate che si scaricano su tutto il suo essere. Debra geme appena e muove i fianchi, spingendo il pube verso l’alto per infilarsi il vibratore un po’ più dentro. Lena tiene ferma la base per lasciare che Debra s’impali da sola.
- Eccolo qui, cara - la incoraggia – ora lo può sentire.
- Mmm, questo mi piace - dice Debra - lo prendo.
Improvvisamente Lena spegne le piacevoli vibrazioni ed estrae con cura il giocattolo, lasciando Debra svuotata ma vogliosa.
La situazione comincia a prenderla, tutto sommato intuisce che non sarà così spiacevole questo acquisto, a queste regole e con dimostrazioni simili.
- Oh! – si lascia sfuggire.
- Ne è sicura? - chiede Lena, guardandola con dubbio.
Debra si rannicchia in posizione seduta, tirandosi la gonna sulle ginocchia per riguadagnare un contegno.
- Credo... credo di sì - dice, osservando Lena speranzosa di un’approvazione.
- Mah, molte donne fanno lo stesso suo errore, cioè quello di innamorarsi del primo che provano. Come fa a giudicare realmente se non prova gli altri? Non è possibile, no?
- Sì, è vero - concede Debra, ma ormai si eccita a pensare quanti ne proverà, se arriverà a un orgasmo solo o a numerosi. A questo pensa, mentre Lena continua: - E allora, perché non provarne qualcun altro che può piacerle, e vedere cosa ne pensa?
Lena ha capito che Debra non deciderà nulla a catalogo, così prende l’iniziativa. Fruga ancora nella sua borsa e prende un vibratore leggermente più grosso, cromato, con la testa appena prominente.
- Ecco, questo è adatto all’utente più esigente - dice Lena - Proviamo, si metta comoda di nuovo.
Debra fa come le è chiesto, e Lena le solleva ancora la gonna e le dispone le gambe ben allargate, come aveva fatto prima.
Questa volta è meno delicata nell’infilarlo. Non ce n’è bisogno, Debra è già bagnata. Lo accende, e in poco tempo Debra inizia a dimenarsi sul divano.
- Oh, sìì – ansima - questo è fantastico.
- Vede - dice Lena - gliel’avevo detto!
Lena spinge il vibratore un po’ di volte dentro e fuori, per dare tutte le sensazioni possibili. – La debbo avvertire che questo costa più o meno il doppio del primo.
Quando vede che Debra sta iniziando a partire per la tangente, lo tira fuori di nuovo e ancora senza preavviso.
- Ahh, devo prendere questo! - esclama Debra, ancora una volta inibita.
- Ok. Proviamo almeno un dildo, ok?
- Ok - concede Debra, e si distende ancora in posizione, lasciando che Lena armeggi ancora nella borsa.
Lena tira fuori un fallo finto enorme. Lungo 25 cm, non ha una superficie regolare, è coperto di bozzi. Debra deglutisce, ma Lena la rassicura.
- Ho visto finora un sacco di donne, e so perfettamente cosa desidera la sua vagina, signora!
- Ne è sicura? dice Debra dubbiosa - sembra mostruosamente grande!
- Non si preoccupi, sarò più dolce che posso. Comunque lei mi sembra già ben allargata e lubrificata, non abbia timore!
Debra in fondo è felice d’essersi imbattuta in una venditrice certamente esperta: ma soprattutto si eccita per quello spudorato riferimento alla sua figa, che ormai sta bagnando il divano.
Lena appoggia la testa del cazzone sulle grandi labbra di Debra. Entrambe si adoperano con le dita, per permettere alla bestia di entrare.
Debra respira profondo, mentre l’oggetto la riempie lentamente.
- Oh Dio, oh Dio! - geme mentre Lena inesorabile spinge dentro di lei l’oggetto. Non si è mai sentita così riempita in vita sua. E pensare che doveva essere un pomeriggio di relax...
- Mi fermo per un attimo, vero? Così si abitua alla dimensione!
Debra annuisce, incapace di parlare.
Lena continua: - Naturalmente quest’oggetto è un po’ costoso, ma nel prezzo è compreso anche il suo fratellino, una versione anale del fratello più grande.
E intanto tira fuori dalla borsa una versione più piccola del fallo finto, grande come un dito e appena più lungo.
- Ecco. Questo va qui! - dice Lena, appoggiandone la punta sul buchino di Debra, tutto bagnato dai succhi che uscivano dalla figa.
Senza chiederle nulla, infila appena la punta. È precisa, con i suoi guanti di plastica, asettica. Ma non le chiede neppure se è vergine.
La sensazione è da sballo, due falli che premono uno contro l’altro; e quando Lena comincia a muoverli entrambi, sente che strusciano in modo inquietante, divisi da una sottile membrana sensibilissima.
Ancora una volta Lena li ritira giusto prima che giunga l’orgasmo. Debra rimane sul divano, distesa, ansimante e sudata, con la gonna sollevata e la camicetta tutta arricciata. Si sente completamente svuotata, dopo che Lena ha sfilato i due falli finti.
- Allora vuole questi?
- Sì, sì, questi vanno bene.
- Questo set prevede anche un optional...
- Quale optional?
- Il dildo grosso può collegarsi a una cinghia di aggancio.
- Cinghia? – si meraviglia Debra - A cosa serve la cinghia?
Ma intanto capisce, non ci vuole credere che sta per esserle proposto uno strap on, quelli da lesbiche vere. E del resto ne abbiamo già un esemplare.
- Oh, se per caso lei e il suo partner volete giocare, uno può legarselo addosso e usarlo sull’altro.
- Ma come funziona? - chiede Debra ricordandosi di me con quell’aggeggio.
Lena si ferma a pensare per qualche istante.
- E va bene, le mostro come si fa - dice - Ma dovrò togliermi la gonna.
- No, la prego, non si disturbi...
- Non si preoccupi, ma è un bel po’ che non lo faccio, e se sarò un po’ arrugginita dovrà perdonarmi!
Lena si gira la gonna e abbassa la cerniera sul fianco. Se la sfila a gambe strette, poi la piega e la appoggia sullo schienale della sedia. Debra osserva il suo bellissimo paio di calze nere, con giarrettiera, accompagnate da un perizoma di raso nero. Lena sorride per rassicurarla, poi si lega addosso il fallo finto, mettendolo in posizione finché sembra avere una mostruosa erezione.
- Oohh, adesso capisco!
- Ora, vuole per favore piegarsi sul tavolo e alzare la gonna sui fianchi?
Debra obbedisce in silenzio, eccitata dalla piega che stanno prendendo le cose.
- Normalmente la sua partner si dovrebbe avvicinare da dietro in questo modo - dice, mettendosi in posizione dietro Debra. - Poi dovrebbe penetrarla... così!
E spinge la punta dell’enorme fallo finto contro le grandi labbra della figa di Debra, completamente esposta e bagnata. Il tutto aggrappata ai suoi fianchi. Debra la lascia fare, anzi a questo punto vorrebbe sborrare e farla finita con questa donna.
Lena intanto inizia, davvero esperta, un va e vieni, costringendo Debra ad aggrapparsi al tavolo.
- Mi dica, non è come quello vero? Ed è anche più grosso! E non c’è pericolo di défaillance... - ansima Lena, pompando con foga, spingendo ogni volta nella figa di Debra, non fino in fondo ma quasi.
Debra asseconda le spinte di Lena con i fianchi. Un attimo prima che Debra abbia l’orgasmo, Lena si ritira, lasciando Debra svuotata e disperatamente desiderosa di soddisfazione. Questa donna è terribile, pensa.
- Se le piace questo tipo di cose, c’è ancora qualcosa d’altro che vorrei mostrarle – dice quella, implacabile, togliendosi le cinghie e riponendo il fallo finto, non prima di averlo messo assieme agli altri usati in un sacchetto apposito.
Debra, completamente abbandonata e distesa sul tavolo, chiede: - Cosa c’è ancora?
- Questo! – le mostra Lena, brandendo un serpentone di materiale sintetico, viola, più malleabile dei precedenti e lungo una quarantina di cm.
- Oh, mio Dio! A cosa serve?
Lena ride: - Vuole veramente che le mostri come si usa?
- Perché no, ormai... mi scusi, abbiamo fatto 30...
Adesso però Lena deve togliersi anche il perizoma da sopra le giarrettiere. Poi si distende sul divano, e invita Debra a mettersi accanto. Sulla figa ha un bel ciuffo di pelo riccio.
- Ecco, questa estremità deve essere infilata qui - dice, spingendo una delle due punte dentro la figa di Debra, che non nasconde la sua sensazione di bisogno - E l’altra va... qui.
Inutile dire dove va infilata l’altra punta. Lena le mostra la figa fradicia, poi s’infila in un colpo solo tutta la sua parte.
Ora sono attaccate assieme, come due gemelle siamesi. Le due donne cominciano a muovere i fianchi per impalarsi nel fallo finto. Ogni movimento manda vibrazioni all’altra attraverso l’oggetto, e così le ondate di piacere derivanti dai propri movimenti fluiscono e riecheggiano di ritorno.
Le donne si agitano e mugolano, spingendo con forza e dimenandosi, chiavando ed essendo chiavate. Si abbracciano per coordinarsi meglio, tutte sudate per lo sforzo e con il viso trasformato dalle smorfie di piacere.
Non sembra che ora Lena voglia più interrompere. Tutto il suo gioco dunque era finalizzato alla vendita, certo, ma anche a questa scopata?
Quando Debra capisce che ora anche Lena vuole godere interrompe il gioco.
- Basta così, signora Lena, basta così, non voglio godere con lei.
Se quella la faceva sborrare come un automa, poteva anche passare. Una specie di massaggio thailandese, un peccatuccio veniale. Così no.
In un attimo s’immagina l’impaccio di dover ammettere e spiegarci il suo sesso con questa donna, quindi con estranei, il nostro patto penosamente in frantumi. Un vero e proprio tabù, come sappiamo bene anche Michele e io.
Il suo stato di necessità non è un problema. Sa che, concluso l’acquisto, potrà godere quanto vorrà, non c’è bisogno di Lena. E così se ne distacca, con fermezza.
- Come vuole, signora, non c’è problema.
- Ok, mi ha convinta. Compro questo kit completo. Quanto fa?
Mentre Debra firma l’assegno, si pregusta un fine pomeriggio solitario, ma piuttosto impegnativo, con il nuovo giocattolone, in attesa di poterlo provare con me.
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