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Lui & Lei

Matilde 01-25 - Fantasie bendate


di Alex46
11.02.2019    |    1.825    |    1 7.8
"Non sono così convinta che dica sul serio..."
Michele è particolarmente appassionato di fotografia e più volte l’ho sentito affermare che gli sarebbe piaciuto cominciare a fotografare con una reflex digitale.
Così gli ho regalato una Nikon digitale con due obiettivi, il che non è propriamente un regalino da nulla, ma quando il negoziante mi ha proposto la combinazione, non ho saputo resistere al piacere di regalargliela. Per Michele, questo e altro.
Intanto sono passati un po’ di mesi da quando Debra non è più nella nostra vita, con Michele l’amore continua, lui è sempre più fantastico con me. Continuano naturalmente anche i nostri giochi d’amore, è sempre viva la fantasia che Debra sia ancora con noi.
- OK, perfetto. Ora guardami.
Lentamente giro la testa, lanciando il mio sguardo più provocante al centro dell'obiettivo. Poi mi sforzo, stando ferma, di cambiare l’espressione del volto, mentre Michele scatta e scatta con la Nikon.
Poi assumo con le gambe una nuova posizione felina sulle lenzuola del letto.
- Bene, così.
Avverto il sapore amaro e grasso del rossetto che avevo spalmato in quantità industriali sulle labbra. Di solito non mi trucco così pesante, ma Michele questa volta me l’ha chiesto.
Mi ha fatto indossare un completino sexy che mi ha regalato. Ha preteso che mi cospargessi di Behind Paradise.
- Ma perché? - gli chiedo - nelle foto mica si sente il profumo.
E lui allora paziente mi spiega che vuole che io mi senta bella e preziosa, un irresistibile invito al sesso, uno stupendo oggetto di attrazione. Dice che se mi sento così, nelle foto si vede.
È vero, quel profumo mi stimola, come per riflesso condizionato: e i due faretti, con il loro calore, ne sottolineano l’intensità.
- Le mutandine... puoi toglierle?
Anch’io ho visto nelle belle immagini che mi ha scattato quanto sia importante il gesto del togliersi le mutandine, specialmente nel momento in cui si accenna a farlo, prima di farlo. Capisco che devo diventare più brava, e che eccitare un uomo dal vivo non necessariamente lo si può tradurre con le stesse regole nella fotografia.
Spesso me le fa indossare e togliere di nuovo più volte. All’inizio non mi piaceva, temevo fosse un’ossessione: invece è una necessità. Un centimetro più o meno, una posizione della mano, un orlo di tessuto a volte fanno la differenza tra una bella immagine e una mediocre, con la stessa modella.
Questa sera siamo su di giri tutti e due. Colpa del cabernet di un suo amico? Ne abbiamo scolato in due più di una bottiglia a cena... E poi la sessione fotografica si sta avviando oltre i confini del soft...
Michele, dopo avermi ripresa in globale, è ora a meno di un metro da me a zoomare tra le mie cosce, mentre agito convulsamente l'indice e il medio uniti nella mia vagina fradicia. Non sono molto lontana dall'orgasmo.
- Matilde sei uno schianto! Se solo queste foto verranno come dico io... credo che difficilmente potrei farne di più erotiche.
- No... no - rispondo io, col fiato corto – non mentre mi masturbo...
- E, se tu non fossi sola?
- Prima o poi mi fotograferai con Debra... e allora sì che potrai fare di meglio!
- No, non intendevo con Debra...
- Che vuoi dire, vorresti che non fossi con Debra? E allora con chi, con un uomo? - sono troppo eccitata per pensare. Intanto continuo a penetrarmi con le dita.
- Se ci fosse un uomo, con te, un modello...
- Ti piacerebbe vedermi scopare, vero? Mi fotograferesti mentre scopo con un altro...
- Mentre te lo fai mettere dappertutto, come una troia...
È troppo. Non rispondo più, emetto qualche gemito, poi mi lascio andare a un orgasmo violentissimo, mentre continuo ad agitare le dita dentro la figa e con il palmo della mano sfrego sul clitoride.
Dopo l’orgasmo di solito corriamo a letto, abbandonando il set di fretta e furia. Michele mi penetra con decisione, è davvero eccitato, senza alcun preliminare.
- Dicevi sul serio?
- Cosa?
- Il fatto che ti faresti scopare da un altro, mentre io vi riprendo.
Mi viene in mente l’episodio della nostra scopata in auto a Bologna, quando gli feci quasi credere di aver preso tanti altri cazzi al di fuori del suo, mentre invece io gli sono sempre stata fedelissima.
Sento però che quello che dirò, o come lo dirò, sarà molto importante. Ho la voce sensuale di chi ha la figa piena di cazzo mentre parla.
- Ti confesso che trovo l'idea molto eccitante... e tu?
Ha un cazzo maestoso e mi sta sbattendo alla grande, ma trova modo di continuare, a spizzichi e bocconi questa conversazione.
- E mi tradiresti così? Senza problemi?
- Beh, non si tratta di tradimento se tu sei lì presente...
- Bel ragionamento da troia.
- Non lo dici sempre? Non dici sempre che sono la tua stupenda troia?
- Che cosa faresti con lui?
- Non so, tutto quello che vuoi tu, amore. In fondo sei tu il regista. Però, se proprio devo scegliere, preferirei una trombata con lui sdraiato di schiena e io che mi siedo su di lui, gli do le spalle e ti guardo mentre ci fotografi...
Sta rapidamente avvicinandosi all'orgasmo. E tanto per rallentare e dare realtà a quello che dico, mi stacco un momento, lo spingo in quella posizione e monto a cavalcioni su di lui, così come nella fantasia. E la scopata riprende trionfale.
- Bisogna essere professionali in certe cose... almeno potresti riprendermi con una mano su un seno e con l’altro che mi sfioro il clitoride, con il cazzone ben immerso nella figa...
Michele non risponde neppure, tanto è vicino a venire. Io invece ho bisogno ancora di qualche minuto per il mio piacere. Poi esplodiamo assieme.
La sera dopo la fantasia del servizio fotografico con un altro uomo ritorna e la sessione d'amore si arricchisce di nuovi particolari su quello che avrei potuto fare sul set con questo ipotetico modello. Ma entrambi sappiamo che tutto si limita a una nostra fantasia da letto.
Invece, la sera seguente, lui mi dice: - Voglio farlo davvero, anzi quasi davvero.
- Beh... ma con chi? – azzardo. Non sono così convinta che dica sul serio.
Quello è l'ostacolo principale, che mi sembra assolutamente insormontabile.
Ma Michele ha gli occhi furbi e mi dice: - Con chi? Ma con me naturalmente, ma facendo finta che io sia un altro! Tu dovresti essere bendata.
- Bendata?
- Senza sapere chi è lui...
- Mah...
- Facciamo una prova!
Tira fuori una fascia di stoffa nera, una di quelle che si usano in aereo quando si vuole dormire. Evidentemente l’aveva predisposta in anticipo, mi benda, ignorando le mie deboli proteste.
Poi, mentre il buio mi circonda, comincia a farmi una cronaca di quello che sarebbe successo.
- Immagina di essere stesa sul letto. La porta si apre, ma non sai chi è.
Così dicendo è sceso dal letto, lo sento camminare intorno. Provo a pensare che sia veramente un altro, ma non saprei proprio chi. L'idea mi provoca un certo rimescolio al basso ventre.
- Dai Michele, piantala.
Due mani cominciano ad accarezzare il mio corpo nudo. Con quelle mani sulla pelle mi lascio andare e comincio a fantasticare che si tratti di un uomo sconosciuto.
Un movimento accanto a me e sento che qualcuno è salito sul letto. È Michele, ma poteva essere chiunque, mi piace immaginare che sia un misterioso sconosciuto.
Due labbra si posano sul mio seno destro e una lingua calda e ruvida comincia a giocare con il mio capezzolo, poi quelle labbra e quella lingua scendono a vellicare la zona dell'ombelico, poi ancora più giù, fino a perdersi tra i pochi peli del pube e incontrare la morbidezza e la sensibilità della figa.
Gli basta sfiorare un paio di volte il clitoride, già gonfio, per portarmi a un orgasmo meraviglioso.
- Voglio farlo, Michele... voglio farlo, bendata, con chi vuoi tu.
Non mi risponde. Mi lascia la benda sugli occhi e mi prende con dolcezza e decisione, mentre io continuo a godere.
Circa un’ora dopo sono stesa di fianco, con una gamba piegata e una stesa, in modo che la figa sia ben visibile verso l'obiettivo. Il busto è girato, poggiato su un gomito. Una posa che Michele adora.
- Bene - mi dice con voce un po' emozionata - è il momento. Alzati.
Lo seguo dietro la porta della cucina, dove mi porge un top nero, un indumento estivo molto succinto, che non arriva a coprirmi le natiche.
- Lui ora è di là... indossalo.
- E la benda?
- La metterai dopo.
- Michele, lui chi è?
- Vuoi veramente saperlo?
- No... meglio di no.
Lo sconosciuto finora non ha dato nessun segno percepibile della sua presenza. Mi giro di schiena, immaginando che Michele mi voglia infilare la benda.
- Stai tranquilla, amore, fidati. È la persona giusta – mi dice armeggiando con la benda.
Ho bisogno di essere riaccompagnata al divano, sento il calore dei faretti. Mi siedo, di profilo rispetto all'obiettivo. Poi sento dei passi che si avvicinano, sembrano proprio i passi di due persone.
- Alzati in piedi, Matilde.
Ubbidisco.
- Eccola qui - dice Michele - Che te ne pare?
- Una gran bella figa - dice una voce che non avevo mai sentito. Roca e profonda. Capisco appena essere ancora quella di Michele, contraffatta. Mi viene da ridere, ma non dico nulla.
- Come nelle foto che hai visto, no?
- Anche meglio, anche meglio - sussurra la nuova voce.
Ora mi sembra di sentire gli occhi di quello sconosciuto, ma la benda mi obbliga alla più totale passività. Non faccio nulla di provocante, sono solo un oggetto. E quando sento una mano che mi sfiora il top, in corrispondenza di un capezzolo, non posso far altro che stare immobile e lasciarmi toccare.
La mano scende di colpo, ma forse è l’altra: infilandosi di taglio tra le gambe, appena sopra le ginocchia, per poi risalire con lentezza. Quando la parte laterale dell’indice arriva a contatto con la figa, rilascio un breve gemito.
Sapere benissimo che è Michele a toccarmi non è sufficiente, la finzione è davvero forte: come se stessi vivendo veramente l’eccitante depravazione con uno “sconosciuto”. La mano intanto comincia a fare avanti e indietro tra le mie cosce. Mi sto bagnando parecchio.
- Bella figa, proprio una bella figa. Dai, scatta ora, guarda come sta aprendo le cosce...
Per un attimo credo di sentire Michele che sta scattando, ma è solo un attimo, perché alzo le mani davanti a me e riesco a sfiorare sopra la stoffa il gonfiore della sua eccitazione. Poi afferro la fibbia della cintura e prendo a scioglierla.
Non so esattamente come ci riesco, armeggiando alla cieca, ma presto pantaloni e boxer sono scivolati a terra. Afferro con la mano quel cazzo che riconoscerei tra mille ma che ora pretendo sconosciuto.
Con l’altra mano avvicino il bacino dell’uomo e, senza una parola, lo prendo in bocca, cominciando ad alternare succhiate e leccate.
Esiste solo quel cazzo da spompinare al buio.
- Una gran pompinara!
- Lo so - la vera voce di Michele sembra arrivare da lontanissimo.
Lo sto prendendo in bocca a un uomo che credo di non conoscere e che non vedo. Non ho davanti la figura di Michele, atletica, intrigante. Non penso al suo culo, così bello. Non so se è bello o brutto, giovane o vecchio.
Riesco a conoscere bene solo il suo cazzo, per i rilievi e le nervature.
Nello stesso tempo “so” che il mio uomo mi sta guardando, e che la scena lo fa arrapare, mentre scatta e scatta. Penso anche a come sarei apparsa su quelle foto inesistenti. Non esiste nulla di più volgare, nelle foto porno, di una donna che succhia un cazzo, che se lo spinge fino in gola e magari ti guarda nell’obiettivo, con gli occhi in fuori e le guance deformate dalla suzione. Può essere davvero grottesca. E questo mi eccita in modo bestiale, mi fa bagnare tra le gambe, è una grande frustata alla mia libido. Sono come una di quelle troie brutte, sconce che il cazzo in bocca riconduce tutte alla stessa matrice oscena.
Tutto questo modo di sentire lo trasmetto facilmente, piccoli mugolii di piacere cominciano ad accompagnare il va e vieni della mia testa.
- Ehi, ma quanto piace il cazzo alla tua fidanzata? Guarda cosa mi sta facendo...
Questa nuova umiliazione mi eccita ancora di più. Sono una gran bocchinara e voglio essere senza pudore.
Poi lo “sconosciuto” mi appoggia una mano sulla fronte e mi fa capire di voler sottrarsi.
- Mi dispiace, ma è il momento di sbattertelo in figa.
È vero, ho anche una figa. Quasi me n’ero dimenticata. Ma queste parole me la ricordano con intensità fulminea, voglio essere scopata, senza saper come, dove, in che modo.
Lo “sconosciuto” mi fa alzare. Sento che si siede sul divano e mi gira in modo da porgergli la schiena.
- Vieni, troietta.
Mi abbasso su di lui, immagino che stia reggendoselo con la mano, perché lo sento subito puntare all'imbocco della figa. È così aperta e scivolosa che in un colpo solo è dentro di me.
Sono io che devo muovermi: e lo faccio cercando di godere al massimo e ancor più di far godere.
Lui intanto continua a dirmi porcate umilianti, me le dice a pochi centimetri dal collo, quindi non deve fare altro che sussurrare.
- Ti piace fare la puttana davanti al tuo uomo... ti piace troppo il cazzo... ti piace sbattertelo nella figa, così, cosììì. Dimmelo che ti piace.
Quest'uomo dalla voce sempre più roca mi sta trattando come una zoccola, e io lo lascio fare perché mi sta scopando da dio, anzi lo sto scopando da dio. E tutto questo davanti a Michele, che vede quanto godo a prendermi questo cazzo.
Esplodo, un orgasmo dirompente.
- Vengo... sììì... cazzo come sborro! Godo, godo, Michele! Mi vedi godere con questo cazzo?
Silenzio, c’è solo il silenzio. Non capisco più nulla. Non mi sono ancora del tutto ripresa e l'uomo è tornato a fottermi senza pietà. Ora sono in piedi, chinata in avanti con le mani sul divano, e lo “sconosciuto” mi sta scopando, mi sta veramente chiavando a colpi duri e affondati. Il piacere torna subito, in pochi minuti ho un altro orgasmo, poi non li distinguo più, vengo di continuo sotto la gragnola di colpi di questo cazzo che sembra impazzito. È solo una sequenza continua di piacere squassante, fino a che sento con piacere i suoi gemiti di godimento: come se fossero i segnali della mia vittoria finale.
Mi tolgo la benda. Michele è lì, vicino a me, sorridente.
- Sei stata meravigliosa, ti amo.
E mi abbraccia. Ce ne stiamo assieme accoccolati sul divano, a goderci il riposo dopo questa scopata fantastica.
Più avanti nella serata Michele prende un giornale, mi legge ad alta voce la notizia che si sono sposati Steffi Graf e Andre Agassi, poi fa finta di leggere: “Coppia, lui 28 amante fotografia, lei 25 bella e disinvolta...”
- Disinvolta? - Michele sta leggendo la proposta di annuncio che invece aveva buttato giù a matita su un foglio di carta.
- Non ti piace 'disinvolta'?
- Boh!
- “Cerca per servizi fotografici piccanti...”
- “Piccanti” mi piace.
- “Singolo, giovane, bella presenza...”
- Non chiediamo niente sugli attributi maschili?
- Ah, anche ben dotato lo vuoi?? Quali misure andiamo cercando?
- Diciamo che se il soggetto è ben fornito le foto vengono decisamente meglio, non trovi?
- Oh, capisco. La cosa che più ti interessa è la qualità delle foto, certo.
E riprende a leggere: - “I candidati saranno vagliati e selezionati dalla modella...” A proposito, come hai intenzione di vagliarli?
L'idea lo eccita, si capisce. Ma eccita parecchio anche me.
- Pensavo di incontrare uno per volta i più interessanti, da sola. E fare delle verifiche...
Si avvicina e mi stringe a sé baciandomi con grande trasporto e strizzandomi le natiche tra le sue mani forti.
- Non ti scoccia, tesoro?
- Cosa?
- Se una volta alla settimana vado a fare queste “verifiche”...
La sua nuova erezione mi preme sulla coscia. Quest’uomo è magnifico, non ne ha mai abbastanza. Stiamo chiacchierando amabilmente, teneramente abbracciati, e continuiamo la nostra fantasia fotografico-erotica. Di fare la troia mi è sempre piaciuto pensarlo, mi sa che i nostri giochi sempre più spesso vertiranno su questo tipo di fantasie, io che dovrei darla ad altri, lui che guarda, ecc.
Non lo farò mai, ma la fantasia è bellissima e ci eccita in modo incredibile. Michele mi prende ancora una volta, molto dolce e mi finisce con un orgasmo generoso e prolungato.
Poi mi fa un po’ male la patata, forse per colpa delle botte di prima, quindi preferisco accondiscendere all’ultima sua voglia con un bel pompino, nella posizione del 69. Lui intanto mi accarezza e mi lecca, ma senza farmi venire più.
Cosa che invece provvederò a fare domani, in ufficio, di nascosto, al pensiero di questa splendida serata: che mi ha eccitato in maniera tale da pensare addirittura alle sditalinate che mi tirerò domani.
Poi glielo racconterò e lui godrà a pensarmi in bagno mentre, in silenzio, mi masturbo pensando alla nostra fantasia di stasera. E forse il cerchio si chiuderà.
E infatti il giorno dopo lo faccio: dopo aver fatto la pipì, mi tiro su in piedi, mi appoggio al muro e mi tocco con le dita sotto la gonna.
Poi decido di vedermi mentre lo faccio, così mi tolgo la gonna e le mutandine, mi accuccio a gambe aperte e mi riaccarezzo il clitoride fino a farmi godere, un po’ in fretta, se no di là sai cosa pensano...
Così rivedo la scena di me bendata, riprovo il piacere di esibirsi di fronte al proprio uomo, di prendere un altro cazzo, di fare la troia col pensiero e davvero.
Michele, Matilde e lo “sconosciuto” qui in questo bagno, con Michele che ci fotografa e magari anche Debra che ci guarda.
In un attimo vengo con violenza e mi sorprendo anche a pensare che la nostra storia potrebbe davvero essere raccontata da qualcuno...

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