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Matilde 08-19 - Un po’ di gelosia


di Alex46
06.11.2019    |    743    |    0 6.0
"Adesso mi sta venendo voglia, però..."
Dal diario di Debra: «Michele e io andiamo al supermercato e concludiamo il giro di spesa scegliendo qualche bottiglia di vino rosso e discutendo su cosa è meglio comprare. Quando ci avviciniamo alla cassa io lo guardo da dietro e non riesco a non chiedermi cosa cavolo avranno fatto lui e Matilde la sera prima, quando io non c’ero. Ma quando Michele mi tiene la mano in attesa che la coda si smaltisca, mi sciolgo.
Arrivati a casa, assente Matilde per un impegno, la prima cosa che facciamo è prendere i bicchieri e il cavaturaccioli. Lui è sereno, sorridente. Io un po’ meno. Però è taciturno, e questo è strano.
- Cosa c’è Michele? Mi sembri silenzioso...
- È vero... ho da dirti una cosa.
- Cosa? - gli chiedo con il cuore che mi batte all’impazzata.
- Ieri sera con Matilde... facendo l’amore... abbiamo deciso i nomi.
- Ah sì?
- Sì. Se maschio, sarà Davide, come mio padre. Se femmina, sarà India.
- Mmmm... bei nomi. Specialmente India, è forte.
- Mi dispiace... forse volevi essere presente anche tu...
- Beh, sì. Un po’ mi dispiace, ma sono contenta per voi. In fin dei conti QUEL bambino è vostro...
- Vuoi che parliamo del NOSTRO?
- Sai cosa mi dispiace un po’, e non so perché?
- No, cosa?
- Che ci abbiate pensato facendo l’amore... Cosa avete fatto, di preciso?
Michele mi racconta come, contrariamente ai soliti giochetti erotici, ieri sera ci sia stata una bella scopata, semplice semplice e ben riuscita.
- Siete riusciti a escludermi, cazzo!
Mi verso un altro bicchiere di vino e mi chiudo in me stessa, silenziosa. Non lo guardo neanche.
- E dai, Debra... non fare così... Dimmi che mi odi... ma dimmi qualcosa - si alza, prende la sedia con sé e viene a sedersi accanto, una mano sul mio ginocchio. - Lo sai che ti amo, no?
Certo che lo so che mi ama. Ma perché escludermi? Perché prima con lei?
- Dai, non è successo niente... non pensare male... Scusa, viviamo assieme, sono il padre dei vostri figli... tutto funziona bene... Non possiamo a ogni momento pensare di escluderci, mica escluderci...
- Hai ragione... però un conto è desiderare che voi facciate l’amore assieme, anche senza pensare a me che magari o non ci sono o se ci sono vi sto guardando e godo come voi; un altro conto è che vi dividiate le cose più intime: io ti posso incoraggiare a scoparla tutti i giorni e più di una volta al giorno, ma non ti spingerò mai a condividere con lei un qualunque sentimento che non sia anche, E IN QUEL MOMENTO, condiviso con me.
E detto questo mi sento meno arrabbiata. Così lo attiro più vicino per un braccio. Ho bisogno di sentirlo vicino, ma ho bisogno anche di rifarmi di ieri sera. Il pensiero di lui con lei m’infuria e mi eccita, come al solito. Gli prendo la testa, la piego davanti a me e affondo le labbra sul suo collo, per sentire il suo odore.
- Cazzo... ma ti sei lavato?
- No, per la verità stamattina siamo usciti tutti di fretta e furia... il bagno era occupato da te, poi da lei...
- Sento ancora il suo odore su di te, figurati. Scommetto che non ti sei neanche lavato le balle...
- No, infatti...
- Beh, sei proprio un porco!
- Sì, però se tu mi annusassi il cazzo sentiresti Matilde ancora di più...
- Quante volte l’hai fatta venire... prima di sborrarle dentro?
- Due, amore. Sei gelosa, vero?
- No. Adesso mi sta venendo voglia, però.
Allora lui mi mette una mano sotto alla gonna, mi accarezza un poco l’interno delle cosce, poi la solleva. Quindi mi dà un leggero buffetto sul ginocchio.
- Sei cattiva... tu vuoi sapere cosa ho fatto - mi dice guardando le mie mutandine rosa.
Io lo guardo, e già sento che la figa mi s’inumidisce.
- Sì, l’ho fatta venire due volte. Urlava tanto. Le è piaciuto... Ti piacerebbe sentire l’odore della sua figa sul mio uccello non lavato da ieri sera? Ti eccita questa nuova porcata?
Non riesco a rispondere, da tanto che ne ho voglia.
- Ti ho chiesto se vuoi sentire il suo odore - mi ripete Michele ormai abbassandosi i pantaloni e i boxer - pensa, l’odore della sua figa insieme al mio sperma...
Così è troppo. Me lo vedo con il cazzo fuori, duro. È a pochi centimetri dal mio naso, l’odore lo sento eccome. E mi fa impazzire, di gelosia e di desiderio. Ora voglio sentire il cazzo dentro, altro che solo l’odore... Lui mi tocca sull’inguine, solo per sentire il bagnato che si sta formando, ben visibile nel leggero tessuto rosa.
- Sei bagnata, amore... - mormora.
E allora comincia a solleticarmi, mi scorre le dita sulle mutandine, ogni tanto soffermandosi in zona clitoride. Si fa desiderare, anche perché vede che ormai sono partita. M’inginocchio, prendendo io più iniziativa. Lo voglio sentire in bocca.
- Sì, prendimi così - mi incita lui - lo senti come è duro? Lo senti l’odore di Matilde? Ora vorrei scoparti così come ho fatto ieri sera con lei...
Lo aiuto a togliersi definitivamente tutto, shorts e boxer, rimasti a mezza gamba da prima. Poi me lo prendo in bocca e lo ingoio, il naso nei peli pubici di Michele che sanno di figa di Matilde.
Scorro la lingua dalla cappella alla radice, immaginando che la mia bocca sia come la figa di Matilde. Posso vederla godere mentre il mio uomo la sbatte a lungo e mentre lei si pizzica i capezzoli.
- Ti ha anche succhiato il cazzo?
- No, ti ho detto che siamo andati lisci e diritti allo scopo...
- Alla scopata... non allo scopo - faccio dell’umorismo, tra una leccata e l’altra.
Poi lo tiro fuori e me lo tengo in mano, mentre le leccate le do alle balle, anche loro ben più odorose del solito.
- Sanno di figa - dico.
Lui mi afferra il capo e me lo spinge su e giù. Per un momento mi stacca, costringendomi a guardare nei suoi occhi azzurri.
- Sentilo quest’odore, Debra. Senti come è Matilde, cosa mi ha lasciato sui coglioni. Io gliel’ho messo nella figa, ieri sera, e mi è piaciuto un casino...
Per un attimo mi torna alla mente la questione dei nomi, sento un morso di gelosia pazzesco, così ritorno a leccare e spompinare. Lo voglio in modo furioso. Voglio annegare la mia gelosia nella lussuria.
Ci alziamo in piedi, ma prima di correre a letto lui mi scardina la camicia, mi copre le tette con le mani, poi me le bacia e me le succhia, m’infila di nuovo le dita sotto le mutandine, tra le pieghe della figa bagnata.
- Minchia, se sei piena di voglia...
Io scavalco la gonna a terra e me lo tiro dietro in camera da letto, trovando anche modo di liberarmi della camicetta che rimane per strada.
Mi sbatte subito sul letto, ancora sfatto, e mi strappa via le mutande. Poi mi allarga le cosce.
- Accarezzati... lasciati vedere...
Gli obbedisco con piacere, mi piace quando mi comanda e poi so che tra poco mi s’infilerà dentro...
- Bagnati il dito con la figa e accarezzati il clitoride.
Io eseguo, bagnandomi sempre di più e andando sempre più vicina all’orgasmo. Mi sto masturbando in modo tale che la mia è una richiesta esplicita.
- Vuoi che ti lecchi, vero? Preferisci?
- Sì, leccami... . ma poi scopami... - lo voglio disperatamente.
Lui è lì in ginocchio sul letto, il cazzo duro in mano.
- Dai, leccami - lo prego ancora. Mi sto toccando furiosamente e alzo il bacino verso di lui...
A questo punto lo fa, si abbassa, tuffa il viso tra le mie gambe e si mette subito a succhiarmi il clitoride, provocandomi un orgasmo pressoché immediato.
- Ahhhhhh!!!!!
- Ti è piaciuto? - mi chiede continuando ora con la lingua nella fessura.
- Oh, sììì... ma adesso fammi vedere come hai scopato Matilde... come l’hai fatta godere...
Ma prima lui preferisce infilarmi un dito, leccando ancora il clitoride, perché in effetti il picco non è ancora proprio finito e lui vuole tenermi sulle corde.
- Scopami, amore... scopami... come hai fatto con lei... ti prego... ora! - lo imploro tremando senza controllo. Le sensazioni che mi regalano la sua lingua e le dita scatenano tutto il mio essere selvaggia.
- Va bene, ora ti prendo la figa... ti voglio... come ho voluto lei... Aveva una figa fradicia come la tua... sciacquettava come la tua ora... - mi sussurra penetrandomi. Le sue parole mi entrano dentro come dolci pugnalate.
- Scopami così, Michele... cosìììì... come hai fatto con lei... ahhh!! Spero... di piacerti come... lei... ahhh!! Mi sento lei... . voglio farti impazzire come lei... vorrei guardarti mentre la sbatti, la riempi, la fai sborrare... Voglio leggerle il piacere in faccia... ahh! La voglio vedere mentre gode, mentre tu le sborri dentro... ahh!!
Michele ormai mugola, vicinissimo a lasciarsi andare.
- Ti piace... ahhh! La mia figa? Ti piace? Oh, sììì, cosìììì, ancoraaa, ahhh!!! Vengo, amore, vengooooo!!!! Arghhhhh!!!!!!!
- Anch’io... eccomi, eccomi... . Mmmmmmmmmm, aaaaHHHHHH!!!!!
Entrambi urliamo come impazziti, godendo dalla testa ai piedi e tremando per questo piacere straordinario. Poi lui mi collassa sopra.
Non appena il suo respiro si regolarizza un poco, io muovo piano le gambe fino a ricoprirgli la schiena. Lui ha il naso sul mio collo, sento il suo cuore che batte sulle mie tette. Lui esce da me e immediatamente sento lo sperma colare nel solco. Stiamo lì, quieti, appagati.
- Lo sai, Debra, che ti amo, vero? Lo sai che sono tuo completamente?
Io lo stringo a me quando gli rispondo: - Sì, lo so.
- E lo sai che amo anche Matilde, vero?
- Lo so amore... credo che tu l’ami almeno quanto la amo io.
- E tu mi ami?
- Almeno quanto ti ama lei... .».
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