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Matilde 04-15 - Happy hour party


di Alex46
23.05.2019    |    3.008    |    0 7.9
"Captiamo i primi commenti sussurrati tra loro oppure espressi direttamente a noi “Brave, bravissime! Siete un sogno! Vorrei anch’io essere capace di farlo..."
Tornati dalle ferie troviamo nella posta, tra le solite bollette e pubblicità, un’elegante busta che, se non fosse chiusa, sembrerebbe un invito di nozze. Il mittente è quell’Elisa nella cui villetta eravamo andati una sera per quella che ho chiamato “orgia”. Michele, Debra e io avevamo fatto sesso di fronte ai presenti, suscitando grande ammirazione, poi però ci eravamo eclissati per non cadere nella trappola dell’amore di gruppo e dello scambio di coppie.
Apriamo la busta, indirizzata a Debra, curiosissimi di cosa può volerci scrivere. In data dieci giorni fa, Elisa ci confida per iscritto di avere un grande desiderio, quello di organizzare, per il rientro dalle ferie, una grande festa per sole donne. Le sue amiche e lei si erano ritrovate letteralmente sedotte da Debra e da me, così tanto da desiderare di rivederci ancora, magari come ospiti in esibizione. Naturalmente, se avessimo gradito l’invito, avremmo “dovuto” deliziarle con un altro spettacolo più o meno erotico: di sicuro non ci saremmo pentite, se non altro per la calda atmosfera di considerazione nei nostri confronti, ormai consolidata in mesi di “leggenda”.
La festa sarebbe dalle 17 in avanti, di un giorno a nostro piacimento della prossima settimana. Poi la lettera continua: “Infine, un aspetto non secondario: nel caso veniste, vi aspetta un discreto gettone di presenza. Le mie amiche e io ci siamo “tassate” per 3.000 euro e intendiamo in ogni modo farvene dono, a meno che ciò turbi in qualche modo la vostra sensibilità. Avremmo voluto scrivervi questa lettera ancora prima dell’estate ma, come potete comprendere, c’era più di un motivo di esitazione. Che però, a un certo punto, mi sono sentita di superare, comunque la prendiate. Potete telefonarmi al mio cellulare ecc. ecc.”
Debra, Michele e io ci guardiamo storditi, ma anche piacevolmente eccitati, direi ammaliati da questa novità.
- Per me dovete andare, senza però accettare i soldi – dice Michele.
- Anch’io dico che potremmo accettare, però del denaro non accettato direi solo quando ce ne torniamo a casa – osservo.
- Bene, allora questa sera le telefono – conclude Debra.
Cinque clandestini sono stati ritrovati morti in un TIR, fermo da giorni in un’area di servizio vicino ad Avellino.
Il mercoledì seguente, poco dopo le 4 di pomeriggio, Debra e io partiamo alla volta della villetta di Elisa. Alla mattina siamo andate a lavorare, ma ci siamo prese un po’ di permesso. Michele ci ha raccomandato di divertirci, ma soprattutto esige che poi gli racconteremo, facendo l’amore, tutto quello che avremo fatto.
Con noi abbiamo preso due bikini a testa, i nostri due dildo favoriti in una borsetta e nulla più. Per il resto siamo vestite da piena estate, cioè in mini, top e sneaker. Siamo eccitate quando suoniamo al cancello di Elisa: sono giusto le 17. Solo un attimo prima Debra mi aveva fatto scorrere un dito tra le cosce (stavo guidando) dicendomi: - Non vedo l’ora di affondarti la lingua nella figa di fronte a tutte quelle là...
Elisa ci viene ad aprire con un grande sorriso: - Ma eccole, che brave, che puntuali... come state? Venite, venite, che vi presento ad altre amiche che non conoscete...
Ci porta così in giardino, dove reincontriamo Laura e Francesca. C’è anche Adele. In più ci sono altre due che non conosciamo, che ci vengono presentate come Rita e Monica. Anche loro sono più o meno della stessa età delle altre, cioè circa 40 anni. Dai discorsi capiamo che non deve arrivare più nessuna. Dopo aver bevuto assieme un bicchiere di sangria, Elisa ci prende da parte: - Dunque, siete pronte? Adesso però devo dirvi una cosa... avrei pensato a una piccola scaletta per il vostro spettacolo...
- Pure la scaletta...? – non si trattiene Debra.
- No, non una vera e propria scaletta, bensì un brogliaccio sul quale poi voi potete ricamare quello che vorrete. Dunque a me piacerebbe che prima una e poi l’altra vi accarezzaste, da sole e in libertà, qui in giardino, di fronte a noi. E già mi sto bagnando mentre ve lo dico... Poi ci piacerebbe vedervi fare l’amore accanto alla piscina... e poi...
- E poi.... cosa – chiedo io un po’ apprensiva.
- E poi vi abbiamo preparato una sorpresa, che siete libere di accettare o meno. Non posso dirvi niente di più. Ah, e poi vi abbiamo anche preparato della roba... se vi piace...
- Davvero? Possiamo vedere? – chiede Debra curiosa come una bambina.
- Oh, sono due sciocchezze...
Elisa ci mostra due leggerissimi top con le spalline, molto graziosi, uno beige per Debra e uno rosa per me. E poi dei sandali, per Debra in pelle beige con listini incrociati e tacco a spillo, per me in raso rosa e tacco alto. Ci vanno perfetti, come hanno fatto a sapere la misura? È un segreto, ci risponde.
Intanto la calura del pomeriggio d’inizio settembre si è placata. C’è nell’aria un dolce tepore, alcune invitate stanno facendo il bagno in piscina.
Stabiliamo che sarò io a eseguire il primo numero. Mi meraviglia che non ci sia impaccio, che venga tutto molto semplice e naturale, come fossimo qui per una piccola recita di teatro per bambini...
Avendo capito che si sta avvicinando il momento d’inizio, tutte le donne si sono disposte a semicerchio nell’erba del giardino e attorno a un albero di frassino, chi seduta, chi accoccolata, chi semisdraiata.
Mi sono cambiata, indossando ciò che era stato preparato per me, e mi sono avvicinata al frassino, già priva di slip e quindi già esposta. In mano ho già il mio dildo rosso. Siamo a poca distanza dalla piscina e una bella musica (Robbie Williams?) di sottofondo sta sottolineando l’energia del momento. Ora però sono un po’ emozionata.
Mi accuccio, la schiena appoggiata alla pianta, le spalline già abbassate, mostro loro il mio profilo e le gambe che così piegate sembrano ancora più lunghe. Con i miei occhi azzurri guardo il mio pubblico, anche Debra è tra loro, cerco di concentrarmi sulla musica e sul languore che sento tra le gambe. Queste femmine si stanno arrapando a vedere una come loro che si masturba. Che male c’è? E soprattutto, che male c’é che mi piaccia farlo? Queste donne, sarebbe meglio dire signore, sono in media carine, alcune decisamente belle. Nei loro occhi c’è un’evidente eccitazione, in alcune quasi un’assatanamento. Mi piace masturbarmi per il loro godimento.
Staccandomi dalla pianta ora mi volto verso di loro, sempre accucciata ma ora a gambe larghe, un ginocchio un po’ più in alto. Mi sono abbassata il top a coprire la figa, il seno invece è fuori, con orgoglio. Poi rialzo disordinatamente la stoffa in modo da potermi carezzare. Lo faccio a suon di musica, mi sto eccitando. Non voglio neppure mandarla troppo per le lunghe, così decido di spogliarmi completamente, rimettermi in piedi accanto al frassino e leccare un poco la punta del mio dildo. Prima di infilarmelo però indugio parecchio, facendomelo scorrere sulla pancia, sulle tette, puntandomelo senza spingere, risucchiandolo ancora.
Poi mi appoggio di schiena al tronco, allungo le gambe diritte in avanti di almeno un metro. E in questa posizione obliqua e di profilo per loro, mi penetro con una serie di piccoli sospiri. L’altra mano mi carezza il seno da loro visibile.
Un po’ di su e giù in questo modo e sono già pronta a venire. Era tutto il giorno che ci pensavo... Ormai non le guardo più, sono troppo concentrata su me stessa e sul mio godimento assai prossimo. Ma prima di scatenarmi, offro loro un ultimo spunto, quello di appoggiare sull’erba il dildo e scoparmi su di lui accucciata e rivolta frontalmente verso le donne.
Ed è così che godo, tra grandi sospiri e mugolii. Il dildo che sale dall’erba non l’ho più neppure toccato e le mani le uso per carezzarmi le tette e stringermi i capezzoli.
Non c’è alcun intervallo, nessuna lo vuole. Per vedere Debra ci spostiamo tutte di poco vicino a un tavolo e a un materassino.
La conosco abbastanza bene per capire che non solo è emozionata pure lei, ma anche il mio show deve averle provocato un inferno in quella pancia...
È stupenda con quel top beige, le mutandine e i sandali (la novità del tacco a spillo, poi...). Anche lei ha a portata di mano il suo dildo azzurro.
Debra inizia seduta semplicemente sul tavolo, busto eretto, slip ben visibili, gambe appena discoste: sembra in vetrina, anche se la musica molto ritmata fa presumere che presto qualcosa si muoverà.
Si alza in piedi, gli stupendi capelli neri le ciondolano sul top che lei si smaneggia nervosamente. Sembra più aggressiva di me, si volta anche facendo vedere la sua splendida schiena e soprattutto il sedere che esplode dalle mutandine. Si gira verso di noi con la testa, complice, come dire “ormai ho deciso, potrete vedermi, potrete guardare come sono capace di godere...”
E infatti un attimo dopo, a occhi chiusi s’infila una mano sotto alle mutandine e v’indugia parecchio. Io so che si sta dando sollievo, ma non intende ancora procedere diritta verso l’orgasmo.
Infatti poi s’interrompe per sfilarsi il top, con gesti lenti e studiati. E lo fa voltandoci la schiena, quindi si gira verso di noi e con un gran sorriso tira verso l’alto gli slip in modo che questi si affondino nel solco della figa. Subito dopo se li sfila, rimanendo del tutto nuda. Sta ancora recitando.
Poi però si accuccia, a gambe scosciate, le mani sulle ginocchia, i tacchi leggermente rialzati da terra. È perfetta, non ha un filo di grasso, né una piega. Carne contro carne di polpacci e cosce non rivela il minimo segno di cellulite. Per essere ancora più orgogliosa Debra si mette una mano dietro la testa con l’inevitabile e conseguente avanzamento del busto.
Poi finalmente si decide, si sdraia di schiena sul materassino, accanto al quale c’è il dildo. Solleva un po’ le ginocchia e le allarga appena, è di un sexy infinito, qualcosa di difficilmente raccontabile. Vedo le donne agitate ma immobili, come impietrite di fronte alla divinità che si rivela. Mi stupisce particolarmente Monica che, appoggiato il capo sulla spalla di Rita, ha gli occhi azzurri come trasfissi, direi in trance.
E infine il gesto dell’introduzione, così, semplice, senza suzioni propiziatorie. Il dildo entra come nel burro. Lei è sdraiata a terra con solo più un ginocchio rialzato, con le mani si sfrega il seno, si agita sul dorso lentamente e in modo assai erotico. Il dildo è dentro per metà e lì intende rimanere. Lei vuole procurarsi l’orgasmo semplicemente carezzandosi le tette e agitando appena il bacino, cosa che va a capitare dopo qualche minuto di spettacolo straordinario. Il suo godere è lascivo, senza grandi sussulti, una qualità di dolcezza conseguente alla quasi passività di tutto lo show.
Un applauso delle donne ci fa ritornare in terra, Elisa c’invita tutte a bere ancora sangria, in attesa che “Debra e Matilde si scatenino e facciano finalmente l’amore assieme”.
Captiamo i primi commenti sussurrati tra loro oppure espressi direttamente a noi “Brave, bravissime! Siete un sogno! Vorrei anch’io essere capace di farlo così, io vorrei farlo davanti a mio marito, ecc.”.
Noto Laura e Francesca teneramente abbracciate, con il bicchiere in mano. Adele si avvicina loro e dice, non così tanto a bassa voce: - Vi piacerebbe essere leccate da quelle due? A me da morire!
- Non credo che lo farebbero – dice intuitivamente Francesca.
- Non lo fareste? – ci chiede Rita, che non era presente la volta scorsa e non sa nulla di noi, ma che ha sentito tutto.
- No, non lo faremo. Debra e io abbiamo un rapporto con Michele, suo marito, e ci bastiamo noi tre. Con la fantasia siamo disposte a tutto, ma nei fatti abbiamo regole precise. Non vorremmo esserci prestate a malintesi.... – dico io.
- Sì, è così, questi sono i patti – interviene la padrona di casa - Ma non sono adorabili proprio per questo?
Ci ritiriamo un momento in casa per prepararci per il prossimo numero, quello accanto alla piscina. Perciò indossiamo i nostri bikini, praticamente uguali di foggia, il mio azzurro, il suo più slavato, quasi bianco. Usciamo di casa senza sandali, a piedi nudi e ci dirigiamo sui materassini piazzati accanto allo specchio d’acqua. I nostri dildo sono già lì accanto, debitamente lavati da Elisa in persona.
Sono circa le 18.30 e abbiamo promesso a Michele di non tornare tardi.
Debra mi abbraccia subito, cercando le mie labbra. Teneramente rispondo all’invito, baciandola e sussurrandole: - Forse è meglio che cerchiamo di non venire assieme... è meglio per lo spettacolo che ci alterniamo, non credi?
- Sì, hai ragione – mi risponde bisbigliando.
Inizio io a scostarle il reggiseno in modo da rendere visibili le tette e la pelle leggermente più chiara per via di quella poca abbronzatura presa sulle spiagge pubbliche della Sardegna. Poi mi inginocchio su un ginocchio solo davanti a lei per accennare a scostarle le mutandine. Lei rimane in piedi con le braccia entrambe dietro la testa.
Quando poi le mutandine gliele abbasso fino a metà gamba, lei avvicina il pube alla mia testa, un chiaro invito. E io bacio e lecco, come se la adorassi. E in effetti la adoro. Sono lì, completamente inginocchiata con la testa appena sotto la sua figa e lei si gode questo primo approccio erotico, una mano sul fianco e l’altra ancora dietro la testa.
Sarà l’eccitazione spasmodica dovuta alla tensione dello spettacolo, ma Debra non resiste e dopo poco mi viene in faccia ansimando d’improvviso. La cosa non sfugge a nessuna, sentiamo il mormorio di approvazione del nostro pubblico attentissimo.
Debra termina di sfilarsi le mutandine, io l’aspetto seduta sui materassini, con dolcezza e tanta grazia sfila le mie rivelando ancora una volta il mio monte di venere intagliato così graziosamente. Ho la figa in fiamme, - Leccami - le sussurro – voglio venire anch’io.
E lei obbediente mi si piazza davanti e inizia a leccarmi. Io per aiutarla sollevo una gamba, ma in realtà è per far vedere meglio lo spettacolo. Dopo poche leccate anch’io ho un orgasmo veloce, non forte. Sento che siamo in gran forma, se continuiamo così ci metteremo parecchio ad avere l’orgasmo definitivo, come sempre del resto quando siamo sole noi due, senza Michele.
Al secondo mormorio delle donne non ci fermiamo neppure. Debra si siede sulla mia faccia e comincia a strusciarsi avanti e indietro: - Leccami, Matilde, sììì, così, dai facciamogli vedere come ci facciamo, come sai farmi godere, sììì, così, ecco, vengo di nuovo, amore mio! Ti amo, ti amo anche davanti a queste troie lesbiche che tra poco si sditalineranno per noi... sììì, ahhh, vengooo, ahhhhh!
Tocca a me sedermi su di lei ora, ma lo faccio in modo da dare il culo al pubblico, con lei a figa aperta davanti a loro, a ben pochi metri. Ormai sono tutte in piedi, si stanno quasi avvicinando. Vedono Debra che si masturba con le dita e mi lecca, io mi struscio sulla sua bocca: - Adesso sei tu a farmi venire, amore! Cosììì, cosììì, ecco, ora lo sento che arriva! È il terzo della giornata e mi sembra sia di quelli grossi... e sai perché? Perché mi eccita da morire farlo davanti a loro, vorrei riuscire a sborrare tutto quello che ho dentro per loro... e sei tu che ora me lo tiri fuori.... sììì, cosìììì, ahhhh, arghh!
Di scatto dobbiamo smettere, non possiamo permetterci di distruggerci così in pochi minuti. Ci sdraiamo entrambe, una accanto all’altra, e stiamo ferme qualche secondo, fino a che, presa da raptus, Debra si allunga ad afferrare i dildo.
Poi si accuccia a gambe allargate a beneficio del pubblico e si penetra immediatamente, senza preliminari, come aveva fatto prima. E si masturba sul dildo appoggiato sulle piastrelle della piscina, come me un’ora fa. Così ne approfitto per porgerle il mio da leccare. Cosa che fa di gusto, continuando anche dopo poco, quando preferisce sedersi e continuare a manovrarsi il dildo con una mano. Io le tengo il dildo mio in bocca, lei lo lecca e lo succhia come fosse un cazzo, e intanto comincia a sbattersi su e giù il suo, che vedo andare dentro e fuori a velocità impressionante. Ora vuol davvero godere e non la ferma più nessuno. E quando succede praticamente sputa il mio dildo, anche per poter dire altre oscenità: - Cazzo, Matilde, mi sto facendo sborrare al solo pensiero che tra poco mi rileccherai la figa... non sono ancora venuta con questo cazzone e già penso come mi farai venire tu... è troppo... ahhh, eccomi! Ora vengo davvero, ora sborro perché ho la figa piena di questo cazzone che mi rivolta l’utero come un calzino... lo sapete cosa vorrei, ahhhh, ora? Vorrei che questo cazzone avesse una pompetta e mi siringasse nella figa tutta la sborra tua, Matilde... Io vorrei essere messa incinta da te, Matilde. Vorrei portare dentro qualcosa di davvero tuo e di poterlo amare per sempre... ahhhhh! Ahhhhh! Godoooo, ahhhha. Arghh, Dio che sborrata pazzesca! E adesso mi lecchi, vero? Vero che mi lecchi, amore?
E senza neppure smettere di venire si dispone nella posizione del ponte, sui piedi e sulle mani, il bacino proteso più alto che può, una visione di un erotico impressionante. Io mi ci butto sopra, esagitata da tanto erotismo, lecco avida, entrando con la lingua, dal clitoride al buchetto, godendo del suo venirmi incontro con il bacino e dei suoi ahhhh, ahhh che non hanno mai smesso. E nel frattempo m’inserisco nella figa il mio dildo rosso che manovro da dietro ben visibile a tutte e mi spingo su e giù fino ad arrivare anch’io a un orgasmo potente e magnifico. Questa volta urliamo, gridiamo assieme il nostro godere, squittiamo fino a diventare quasi roche, fino ad accasciarci per terra sfinite, rantolanti di piacere.
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