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Matilde 05-01 - Un bel regalo


di Alex46
07.06.2019    |    896    |    0 9.2
"- Sì, però ora leccami la figa - e con decisione le spingo la testa tra le mie gambe, poi appoggio le cosce sulle sue spalle..."
- Oh, Michele, che splendida notte!
Esclamo, mentre mi lascio andare seminuda sul letto di questa bellissima camera di un alberghetto di Champoluc che lui ha prenotato. È la sera di sabato 4 ottobre 2003. Non c’è una festa in particolare: semplicemente Debra è via e Michele ha voluto farmi questo regalo.
Abbiamo passato la sera a un ristorante con degli amici (qualche sguardo interrogativo sul perché Michele non era con Debra l’ho colto...), poi due salti in discoteca.
Adesso sono circa le due, io ho già fatto la toilette serale, lui è in bagno e io mi godo questo momento così prezioso.
- Guarda nell’armadio! - mi dà una voce da sotto la doccia.
Mi alzo svogliata, mi guardo un attimo nello specchio gigante della camera. Dio, se mi piaccio, così, in mutandine e la mia blusa di cotone bianco, quella stessa blusa che per tutta la sera è stata aperta di almeno due bottoni di troppo (per quello che mi guardavano tutti con tanto interesse?). Tiro le spalle indietro, noto i capezzoli duri sotto la stoffa. Sicuramente Michele li vedrà.
La doccia ora non fa più rumore.
- Amore, hai guardato nell’armadio?
- Ora lo faccio!
Lo apro. A momenti però svengo: c’è un vestito di pelle nera appeso. Ora mi viene in mente: qualche sera fa, facendo l’amore con lui e Debra, lei si era lasciata andare alla fantasia di vestirsi per una volta con un attillato vestito di pelle lucida. E adesso, eccolo lì, per me.
Mi svesto rapidamente, voglio che Michele mi veda così quando esce dal bagno. Chiaro che sotto al vestito non metto niente. Quando mi spoglierà (e lo farà di sicuro, aveva uno sguardo stasera...) sarò più sexy ancora.
M’infilo la gonna: mmm, che stretta! Ho quasi un problema a chiudere la cerniera... Mi guardo ancora allo specchio. Le natiche premono sotto alla pelle lucente, ma il peggio è vedere quanto è corta. Ho le cosce completamente fuori. Non riesco a chiudere completamente la zip, perciò l’effetto troia aumenta.
Anche la giacca ha una zip. Devo trattenere il respiro per indossarla. Il tessuto mi preme ovunque, soprattutto sullo stomaco, riesco a indossarla solo con un sospiro. Quanto alla zip, niente da fare! Lo specchio parla chiaro: sono una troia perfetta! La giacca è rimasta aperta in modo tale da mostrare il seno, perfino i capezzoli minacciano di uscire. I capelli biondi fanno il resto, anche se mi manca qualunque genere di trucco.
Oh, sì, mi dico sorridendomi, stasera ci regaliamo una scopata bestiale... Faccio ancora in tempo a indossare un paio di sandali dal tacco alto, che avevo portato ma che stasera non avevo su.
Si apre la porta del bagno, appare Michele solo con un asciugamano in vita. Ma quella che mi sorprende di più è la telecamera digitale che ha in mano.
- Allora Matilde... ho pensato che magari ti vuoi rivedere più tardi... Sei una dea del sesso, sai? Sì, dai, allarga le gambe un poco... sì, come una modella, guardami da troia, così... ora metti le mani sui capelli... dio che figa che sei!
Lo senti quanto sei figa, Matilde? Con quella roba addosso, poi...
Mi schiarisco la gola: - Mmmm, Michele... sì... sono sexy, vero? E... sento anche che mi sto scaldando... vieni qui, vieni a giocare con me.
Michele mi si avvicina con la telecamera in funzione.
- Voglio essere scopata - sono le parole che dico dritta in fronte al camcorder.
- Lo sarai, stanne certa. Ma prima fammi vedere quanta voglia ne hai.
Non vedo l’ora. Vuole un po’ di spettacolo, prima? Bene, lo farò. Guardo ancora nell’obiettivo, poi con movimento lento tiro giù la zip della giacca. È l’unico rumore che si sente nella stanza, a parte il sospiro di Michele quando vede i seni schizzare fuori.
- Cazzo, Matilde... figa così ti ho vista tante volte, ma adesso sei esagerata... dio, se sei bella. Quelle tette sono un capolavoro, si vede bene quanto sono dure... oh, sììì, accarezzatele, così, lascia che i capezzoli vengano fuori ogni tanto tra le dita... ah, sì, ti piace stringerli, premerli, vero che ti piace? Così, stringi, sì... ti piace vero? Ora fammi vedere il culo... oh, dopo lo leccherò... chinati a 90°... che figa che ci dev’essere lì sotto... già bagnata, vero? Gonfia di voglia...
Lo guardo tra i capelli che mi cadono sul volto, e annuisco.
- Ora sdraiati sul letto... così cara... ora ti vengo più vicino... no, non coprirti... ah, non è che vuoi coprirti... tu vuoi toccarti, ora... è questo che vuoi... ascolta, Matilde, aspetta un momento.
Mentre mi dice questo io sto già accarezzandomi la figa sotto la gonna. È dura interrompere. Lo vedo buttare a terra l’asciugamano, e inginocchiarsi davanti alla mia figa aperta davanti a lui.
- Ok, tirati su bene la gonna.
E così riesce a riprendere la mia figa, depilata a parte la strisciolina, umida.
- Ora puoi toccarti... ma non troppo, perché stanotte sarà speciale. Mi devi credere.
- Ti credo, Michele, ti credo - sibilo mentre ricomincio ad accarezzarmi per avere un po’ di sollievo - ma tu quando mi entri dentro?
- Più tardi, tra poco.
E mentre dice questo, dalla sua valigia tira fuori un fazzoletto nero. Poi me lo lega sugli occhi.
- Questo per renderti ancora più sensibile... Mi sembra che tu abbia sete, da come ti lecchi le labbra. Adesso chiamo la reception che ci portino su delle spremute d’arancia. Ti va?
- No. Vorrei lo champagne, come le troie.
- Però, quando busseranno, non ti muovere dal letto. Vorrei che il portiere svenisse davanti a te, che m’invidiasse un casino per la fortuna che ho... So che ti piace esporti, vero?
- Ssssì...
Cinque minuti dopo l’ordine, ecco che bussano. Lo sento dire “grazie” e nient’altro. Poi sento il “pop” del tappo e subito dopo un liquido fresco sulla faccia che mi fa trasalire. Me lo sta versando addosso...
- Ora ricomincia, Matilde... fammi vedere come ti masturbi da troia...
- Per favore - riesco a dire a bassissima voce - parlami sporco, sai cosa voglio dire... mi sento proprio una puttana... non ho nulla di diverso... tu mi devi pagare per questo...
- Certo che sei una puttana, Matilde. Una troia nel suo vestito da combattimento, da locale infimo. E ti piace strofinarti la figa di fronte a me, vero, puttana?
Inizio ad accelerare il movimento delle dita.
- Sì, sono una bagascia, una bagascia ninfomane che vuole chiavare... oh, sì, Michele... questa figa vuole essere sbattuta, bagnata com’è, così fottutamente fradicia. Ora m’infilo un dito dentro... cazzo, se sono fradicia... penso che potrei infilare tutta la mano...
- Sì, amore, fottiti la figa davanti alla telecamera, tieni bene le gambe così, larghe, alza le ginocchia, sì, che si vedano i sandali da troia che hai... oh, sìììì, due dita ora... oh, cazzo, quanto sei bagnata, stai colando sul letto... muovile quelle dita, più veloce...
Ora mi sto scopando con furia, senza vedere nulla, mi sento tutta la mano bagnata.
Quand’ecco che una mano preme sulla mia, con decisione. Non è Michele!
- Debra! Che ci fai qui?
- Zitta, Matilde. È stato Michele a organizzare tutto.
Sono qui, mi sto masturbando da selvaggia, la giacca di pelle aperta sotto la schiena, la gonna alzata sulla pancia. Non so come è vestita lei, dovrei sentirmi a disagio? No, sono una furia scatenata di sesso. E questo è il più bel regalo che Michele poteva farmi.
Debra comincia a mordicchiarmi un capezzolo, le prendo la testa da dietro con la mano libera e la premo ulteriormente.
- Grazie, Michele... un’idea geniale... una sorpresa fantastica!
Michele mi si avvicina e mi toglie la benda.
- Adesso non serve più...
Ora Debra mi sta leccando sotto alle tette, Michele sta riprendendo tutto. Vorrei baciare Debra, ma non mi lascia.
- Così, vorresti baciarmi?
- Sì, ti amo, Debra, baciami.
A questa preghiera, mi accontenta. Appoggia le labbra sulle mie, poi mi entra con la lingua. Io non smetto di masturbarmi e lei non smette di tenere la mano sopra alla mia.
- Lascia che ti assaggi un po’ - mi dice.
Mi sposta la mano e se l’appoggia sulle labbra. Ora sento quanto la mano sia fradicia.
- Sei sempre dolce, Matilde.
- Sì, però ora leccami la figa - e con decisione le spingo la testa tra le mie gambe, poi appoggio le cosce sulle sue spalle. Mi apro la figa con la mano.
- Dai, leccami... - le ordino mentre l’attiro contro di me e cerco di strofinarmi addosso alla figa la sua faccia intera.
Debra mi obbedisce, non ha alternative vista la forza con la quale la sto tirando a me.
- Sìììì, cosììììììììì... lecca cosììììì, sei sempre tu, la mia Debra amorosa, la mia gran figa..... - urlo agitando la testa di lato qua e là. Noto anche che Michele con una mano tiene la telecamera e con l’altra si sta pompando!!|!
- Vai Debra, falla sborrare, fa sborrare questa troia, solo con la tua bocca...
Ormai sono al limite. Debra sta perfino usando i denti sulle mie grandi labbra. Mi fa godere già prima dell’orgasmo... sto gemendo pesantemente.
- Oh sì, Debra... dai... succhiami il clitoride... uhhhh... sì... così... oh, sì... succhialo così, Debra... ohhhh... lì, lì... oh merdaaaa... vengo... oh eccomi... Sììììììììììììììììììì!!!! Sììììììììììììììììììììì! Ohhhhhhhhhhhh sìììììììììììììììììì!!!
Vengo a fiotti, sto bagnando la gonna di pelle che mi si appiccica sotto le natiche, Debra vi spalma la faccia sopra, lecca, ingoia, fa rumori con la bocca.
Michele ha piazzato la videocamera su un mobile, con la luce rossa accesa, siamo ancora nel film. Lui si è messo ai lati del letto, dentro all’inquadratura, e si masturba con le due mani, mentre io vengo come impazzita sotto le leccate di Debra. Chiude gli occhi e un primo schizzo di sborra va a finire sulle mie tette, gli altri sui capelli di Debra. Io ci passo sopra le dita, ne ingoio un po’ poi porgo le dita a Debra, ce n’è anche per lei.
- Debra, e tu? - le chiedo.
- Non ti preoccupare, amore, la notte è ancora lunga.
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