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Matilde 05-25 - Un normale sabato sera


di Alex46
24.07.2019    |    716    |    0 8.7
"A me viene in mente di entrarmi con qualcosa nel culo..."
(6 dicembre 2003)
La sera del giorno dopo, sabato 6 dicembre, tornando dal mio convegno trovo Michele a casa. È tornato da un’ora circa, si è fatto una doccia, è in accappatoio e mi sta porgendo un drink. Insieme ci sediamo sul divano per bere e chiacchierare in tranquillità.
È normale che dopo l’assenza di uno di noi gli altri lo informino su ciò che è successo, a meno che non ci siano state telefonate o e-mail. Michele sa che Debra voleva farmi provare il sybian, quindi è molto curioso e dopo un po’ me lo chiede apertamente.
Io gli sorrido, vado a prendere il block notes e senza una parola glielo porgo da leggere. Fa un po’ fatica con la calligrafia (certo è un po’ alterata...), ma poi mi abbraccia e mi bacia. Dopo un po’ mi porta la mano sul cazzo, in erezione assoluta. Non perdo tempo a tirarlo fuori, poi mi ci abbasso sopra e me lo metto in bocca. Sa di cazzo pulito, con Michele si va sempre tranquille.
Michele lascia andare un mugolio di piacere, poi me lo spinge ancora più dentro col bacino. Io me lo sento arrivare in gola, colpi che hanno solo la conseguenza di eccitarmi, orgogliosa come se fossi capace solo io di trattare un cazzo in quel modo. Ormai lui mi sta letteralmente scopando la bocca, io però vorrei qualcosa di più e m’immagino di non averlo in bocca ma dentro in questa figa che comincia a farsi sentire.
- Avrei voluto esserci, ieri sera... ahh, già Debra da sola mi aveva fatto morire... in due deve essere stato pazzesco...
Detto questo comincia a respirare affannoso e spinge sempre di più. Io appoggio due dita sul clitoride, ma sono ancora vestita. Lui dopo pochi secondi mi viene in bocca, una sborrata abbondante, come di chi è qualche giorno che è a digiuno, con un sapore delizioso. E mentre ingoio, con mia grande sorpresa comincio a godere anch’io, non proprio un’esplosione, ma una serie continua di contrazioni che producono ondine di piacere.
In quella ci accorgiamo che Debra è sulla porta! È vestita da lavoro, giacca e pantaloni, scarpe a tacco medio. Nonostante il sabato, anche lei aveva un impegno. Più figa che mai ci si avvicina e si siede vicino a me senza una parola di saluto. Io mi sto ancora godendo le ultime lievi contrazioni dell’orgasmo, lei se ne accorge, beve un goccio del mio drink avanzato poi mi bacia, teneramente all’inizio ma presto in profondità. M’infiamma immediatamente. Poi mi si appoggia addosso, mi preme il seno contro, si struscia su di me. Con una mano mi sbottona la camicia e mi stuzzica i capezzoli. E ormai non capisco più niente, il calore e il languore che provengono dal mio sesso diventano quasi insopportabili.
In tre sul divano si sta scomodi, così ci alziamo tutti e ci trasferiamo in camera da letto. Entrambi mi spogliano della gonna e degli slip, rimango in reggicalze e sandali. Anche Debra si è tolta la giacca, poi le scarpe, i pantaloni. Rimane in tanga a piedi nudi. Faccio la mossa di abbassare il viso sulle tette di Debra e succhiarle un capezzolo e dopo un po’ di questa somministrazione lei mi spinge il viso tra le gambe e io non esito a scostarle il lembo del tanga e a sfiorarle con le dita il clitoride. Dietro di me è Michele che mi ha preso con le mani il seno e mi sta palpando.
- Baciami, Matilde, leccami la figa - mi sussurra Debra - Oggi mi sono fatta una sveltina in bagno... era troppo noioso!
Io obbedisco, aiutata da Michele che mi spinge la testa tra le gambe della moglie. Debra inspira ansimando una boccata d’aria non appena le sfioro con la lingua il clitoride. Ma la pressione di Michele mi costringe a essere più violenta e a leccarle la figa in profondità. Anche lei mi attira a sé. La sola volta che mi toglie le mani dai capelli è per allargarsi le labbra al massimo. Non si è lavata e sa di figa goduta.
Michele intanto, guardandoci, ha di nuovo una bella erezione, lo sento perché me lo sta appoggiando dietro. Ma poi si scosta e, inginocchiato alle mie caviglie, si mette a giocare con il mio sesso, anche per controllare il mio grado di eccitazione. Soddisfatto dell’esame me lo appoggia di nuovo e quindi me lo infila, dopo un po’ di apparente indecisione su quale buco scegliere. Ma non spinge subito, si limita a entrare un poco e uscire subito, cercando di bagnarmi il culo. Io comprendo quello che vuole fare e interrompo con Debra un secondo per allungarmi e prendere dal ripiano accanto al letto la cremina. Subito dopo riprendo a leccare Debra, che comincia a esclamare ad alta voce: - No, non fermarti, continua a leccarmi questa figa...
E intanto mi tira a sé con tutta la sua forza, mentre Michele mi sta incremando il buchetto.
L’orgasmo di Debra è nell’aria, ma quando arriva è così frenetico che quasi non riesco a starle vicino con la lingua. Ed è contagioso, perché anch’io sono al limite, prima ancora che Michele mi prenda come sta per fare. E non appena è dentro, vengo come una cavalla, come se non lo avessi fatto da mesi, come se ieri sera fosse stata una passeggiata.
Michele, accortosi del mio orgasmo, decide di sospendere. Si sdraia accanto a noi con un sospiro.
- Perché non mi raccontate bene di ieri sera?
E mentre io vado ad accendere lo stereo e a fare altre tre drink, Debra comincia un racconto che in bocca sua è più un’eccitazione che un’informazione. Del resto dobbiamo far concludere il nostro uomo, deve schizzarci dentro quello che gli rimane, glielo dobbiamo.
Mentre racconta, con ancora su il tanga fradicio della sua venuta e della mia saliva, è sdraiata di schiena accanto al marito e si sta accarezzando il seno. Non aggiunge nulla a quanto è successo, ma vi assicuro che è abbastanza. Si può vedere come ci stiamo tutti eccitando da come respiriamo. Sto pensando di togliermi le calze e i sandali, ma poi rinuncio, sorseggiando il mio drink.
Quando più o meno so che il racconto è quasi alla fine comincio a carezzarle i seni, scorrendo con le dita sulle areole e sfiorando i capezzoli. Sono durissimi!
-... e così, mentre io godo con il dildo dentro che mi spezza in due, Matilde prima si accarezza ma poi s’infila il dito e viene anche lei urlandomelo. Sai che lei è venuta sette volte ieri sera?
E appena finito di parlare inizia a mugolare di piacere, a stringere le cosce.
- Michele, per favore, tirami via questo tanga...
Lui si alza, ci guarda per un momento, con un’erezione bellissima. Poi l’accontenta, limitandosi poi a guardarci ancora. Debra ora è completamente nuda e sta diventando sempre più animalesca, quasi mugola come una cagna.
- Qualcuno mi faccia godere - ci guaisce.
- Ho un cazzo duro che più duro non si può con il racconto che mi hai fatto. Ci posso provare io...
E detto questo le salta addosso, la copre completamente con il suo corpo e la penetra con una specie di ruggito. A me viene in mente di entrarmi con qualcosa nel culo. E così mentre i due scopano quasi con violenza io mi prendo un vibratore, lo accendo, lo succhio un po’, me lo struscio sulla figa fradicia e poi me lo infilo dietro.
Loro sentono il ronzio e mi guardano: io sono qui, sdraiata di schiena, un cuscino sotto il sedere, e mi manovro in culo il vibratore.
- Non badate a me... a me ci penso io....
Mai affermazione è stata più condivisa. Continuano a scopare senza più degnarmi di uno sguardo. Michele le dà dei colpi bestiali. - Ti sfondo, amore, questa è la volta che ti sfondo...
E lei, di contraccambio, a ogni colpo le va incontro con tutta la forza del bacino: - Sì, sfondami così. Ti ho sposato perché tu continuassi a sfondarmi così...
Le vibrazioni e il su e giù intanto mi stanno costruendo un altro orgasmo, sicuramente potente. Ma non mi sento soddisfatta se non mi guardano o non mi sentono.
- Ragazzi, io ci sono quasi... quest’aggeggio è un po’ che non lo usavo ma non è per niente male. Debra, dimmi qualcosa... cerca di darmi qualcosa...
- Matilde tra poco godo... questo mi farà schizzare l’utero, questo sta facendo a polpette questa povera fighetta...
- Seee, povera fighetta... sono i maltrattamenti di ieri sera che ora sente - dico io rivolta a Michele che intanto procede come nulla fosse.
- Eh, certo... quando una è troia deve aspettarsi che anche gli altri la trattino... così.. da troia.
- Michele, tra poco godo, lo sento... continua, sìì, cosìì, ancora, ancora, ahh, ahhh!
Michele non aspettava altro, così lascia andare anche lui e la riempie di sborra a fiotti. Io non riesco ad arrivare con loro, pertanto approfittando della loro sosta, interrompo anch’io. Voglio infatti che mi guardino.
Ma Michele è indemoniato, evidentemente le nostre gesta recenti gli hanno preso il cervello. Si mette in ginocchio accanto a Debra, che è ancora in estasi, poi le prende tra le labbra il clitoride.
- Matilde, leccami via la sborra, ti prego - mi chiede lei.
Non ho di meglio, ed ero un po’ stufa di farmi da sola. E facendo un gran rumore di slinguazzamenti e suzioni, le libero la figa di tutto il liquido che sciabordava dentro.
- Certo che anche tu sei una bella troia... mi viene voglia di spaccarti il culo.
- Io sono qua, sono pronta.
A sentire questo dialogo Debra si rieccita, ricomincia a mugolare, si vede che è sulla soglia di un altro orgasmo. La scena volgare della mia bevuta deve averla rigirata come un calzino. Intanto Michele ha preso il vibratore che usavo prima io e lo sta stantuffando su e giù nella figa della moglie, che ora scalcia, urla frasi smozzicate: - No, ancora vengo, ancora.... non mi è bastato l’orgasmo di prima... Michele mi fai morire, prima il tuo cazzo adesso quest’aggeggio che è appena stato nel culo di Matilde... Aahh, aaahhh.
E mentre Debra comicia a godere per la terza volta nella serata (senza contare la sveltina del convegno), Michele le aggiunge la suzione del clitoride e io vado a succhiarle i capezzoli, un po’ uno un po’ l’altro finche la ragazza si agita a tal punto in preda al suo orgasmo da non poter più stare ferma, fino a pregarci di smettere un momento.
Dopo un minutino di sosta generale, sapendo che Debra è ben lontana dall’essere finita, vado carponi a sistemarmi su di lei mettendole la figa sulla faccia. È chiaro quello che voglio.
- Lo vedi come mi sta leccando la figa questa troia, lo vedi Michele? E lo sai perché? Certo, perché voglio godere, perché voglio sentirmela dentro la sua lingua di donna che ha goduto... Ma soprattutto perché voglio che tu mi spacchi il culo... Hai capito? Non vedo l’ora che tu possa ancora sbattermelo dentro... Tu adesso Debra mi lecchi finché non vedi Michele che arriva da dietro, poi se vuoi puoi leccare quello che ti capita... Sì, è chiaro come voglio godere: con Michele che mi riempie il culo e tu che mi masturbi la figa con la bocca.
E se poi ti tocchi, sei grande....
Passa qualche minuto di questo spettacolo osceno (io che voglio entrare con la figa in bocca di lei), ed ecco che Michele è di nuovo pronto.
- Michele, sei incredibile... come fai a essere così veloce? È la terza...
- Siete voi che ci riuscite...
Michele si acconcia dietro di me, poi comincia a spingere prima delicatamente poi sempre meno. In pochi secondi è dentro quasi tutto, io sto ansimando di delizia, Debra raddoppia la velocità delle sue leccate.
Eccomi qua, sodomizzata dal mio uomo, leccata da sua moglie, mentre mi prego un orgasmo ciclopico, di quelli che ti lasciano smembrata, sfinita. E questo promette d’esserlo, dalle ondate che sento avvicinarsi, dai colpi che prendo. Dalla voglia che sento che Debra ha di vedermi sborrare, di prendersi tutto in faccia.
La costruzione del mio orgasmo è piuttosto lenta: meglio, si gode di più tutti. Che Michele non mi dia i colpi che prima dava a sua moglie, lo preferisco. Il culetto è sempre un po’ più delicato... Debra interrompe un momento per dire: - Ho un’idea, Matilde... lo vuoi il vibratore dentro?
- Sì, amore, sì... se avessi tre buchi li vorrei riempire tutti... prova.
Lei lo raccoglie dal letto dove era stato abbandonato prima, lo riaccende e me lo infila delicatamente. È una goduria spasmodica!
- Lo sento, lo sento il cazzillo - dice Michele eccitato.
- Io sento che mi state squartando, ma è solo quello che voglio.... eccomi, sto arrivando, ora vi sborro l’anima, ve la piscio sul cazzo e in bocca... dio, cosa mi fate dire, ahh, ahh, aahrghhhh...
- Eccomi anch’io, amore, ti sborro nel culo, vorrei farlo per sempre, vorrei riempirti sempre, vorrei che fossi ogni giorno, ogni minuto così...
Debra non prova neppure a tenerci compagnia: è sfatta, e quando io mi accascio al suo fianco mi riempie di bacini: - Tu mi batti, amore.
- No, la migliore sei tu.
- Quante volte sei venuta? Io tre...
- Anch’io tre amore...
- Mah, veramente dovrei aggiungere il ditalino che mi sono tirata in ufficio oggi - mi ammicca complice, facendo finta di non voler farsi sentire da Michele.
- E a che cosa pensavi? - chiedo io.
- A voi due, a chi vuoi che pensassi? A quello che poi avremmo fatto insieme questa sera...
- Hai goduto forte?
- Sì, mi è piaciuto. Mi sono allontanata qualche minuto da una riunione pallosa... Una volta in bagno l’ho fatto rapida, una vera sveltina. Ma ci voleva. Ora che mi viene in mente, mentre godevo pensavo a te sul sybian.

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