Racconti Erotici > trio > Matilde 04-03 - Sesso per sempre
trio

Matilde 04-03 - Sesso per sempre


di Alex46
06.05.2019    |    3.333    |    0 9.6
"Dio, godo, Debra mi stai facendo godere, sono nient’altro che figa, sono nullificata nella mia sborra!!! Michele a questa vista si esalta..."
La mattina dopo lei si alza prima del solito, si vede che vuole usufruire del bagno un po’ più a lungo e forse ne ha ben donde.
Dopo un quarto d’ora mi alzo anch’io, Michele ha deciso di poltrire un po’, andrà in ufficio più tardi.
- Ieri sera ho esagerato, eh? – mi domanda. Sembra la solita Debra, bellissima, anche di primo mattino, senza una ruga, gli occhi azzurri e limpidi che cercano le scuse.
- Un po’, sì. Abbiamo avuto anche un po’ paura...
- Cosa vi siete detti, tu e Michele, quando io dormivo?
- Niente, abbiamo parlato di te, cercando di capire cosa ti era successo.
- Perché, non si è capito quello che mi è successo?
- Sì, un po’ sì, ma non è tutto chiaro... sai, tu a volte sei un po’ imprevedibile. C’è anche da dire però che molto del tuo fascino è proprio questo.
- Sì, è vero, sono un po’ matta. Mi sono lasciata prendere dalla fregola di imitarti, avevo paura di essere lasciata indietro. Non dovevo fare così, io devo avere fiducia in voi...
- Beh, mi auguro che non pensi che abbiamo fiducia in te solo per l’elevato numero di orgasmi che riesci a procurarti da sola in una sera... sarebbe pazzesco!
- No, non è così, ma talvolta è un meccanismo infernale in cui si può cascare. Basta un pizzico di gelosia, ed è fatta..
- Ma tu, Debra, sei gelosa di me?
- Io ti amo. Io ti amo, sai cosa vuol dire? Vuol dire che ho paura di perderti a ogni momento della giornata. Io vivo nel terrore di perderti, lo capisci questo?
- Ma anch’io ho il terrore di perderti, santo Dio... anch’io vivo la stessa sensazione. E molto del sesso che cerchiamo continuamente lo dobbiamo a questa maledetta paura.
Mentre le dico questo le sto stringendo le mani, con forza. La guardo con l’intensità di cui sono capace. So di dire la verità, e questo è un messaggio che deve passare e lasciare il segno.
- E poi amiamo entrambe Michele. Questo significa che noi ci ameremo sempre.
- Quindi faremo sesso sempre...??? – conclude lei ridendo, del tutto rasserenata.
Dopo quel bellissimo scambio di idee di quella mattina, passa qualche giorno di lavoro, di routine, di arrivo a casa tutti stanchi, fino a che non arriva il venerdì sera, come una liberazione.
Al pomeriggio Debra mi aveva inviato una e-mail in cui mi chiedeva se avevo voglia di fare l’amore con lei quella sera.
Io le avevo risposto che quello era il primo giorno di benessere dopo il mal di pancino, pertanto più volte avevo già riscacciato l’idea di andare in bagno e procurarmi quel piacere che per qualche giorno non avevo avuto.
Mail immediata di risposta che diceva: - Ti conviene farlo subito, così questa sera sarai pronta e preparata. Io l’ho appena fatto. Vorrei che questa sera tu ti vestissi il più possibile maschile, mentre io mi vestirò da troia. Che ne dici?
Non avevo avuto però il tempo di risponderle.
La sera alle sette torno a casa, la trovo già vestita. Dio, è incredibile! A parte le sue scarpe da gara, nere, ha indossato una microgonna di strass (che deve aver comprato in un sexy-shop, tanto è volgarmente sexy) e un corpetto argentato, anche questo a strass, chiuso sul retro da lacci che le lasciano quasi del tutto la schiena scoperta. Una bella collanina nera e un’altra collana argentata a sottolineare la microgonna. Debra ha di sua una figura assai slanciata, ma così è un missile di sesso, sembra decollare dai tacchi fino alle vette più impensabili della fantasia.
- Ti ho preparato quello che devi metterti...
- Mi lasci almeno andare un momento in bagno?
Quando ne esco, completamente nuda e rinfrescata da una giornata pesante, mi accompagna in camera.
- Allora ti sei poi accarezzata oggi?
- No, mi spiace, non ce l’ho fatta...
- Va beh, non importa, ci penso io adesso!
E così mi mostra cosa aveva preparato, disteso in bell’ordine sul lettone. Sulle scarpe, non avevo dubbi, mi aveva messo lì quelle mie da gara, nere con il tacco altissimo, quelle che amo di più. Tanga bianco e, come pantaloni, i miei neri da sera, affusolati e davvero eleganti. Come camicia, me ne aveva messa una lì di Michele! E per di più la sua più elegante, con i gemelli...
- Questa è la sua camicia del matrimonio. Ti sarà un po’ abbondante, ma andrà bene ugualmente. Tu stai bene anche vestita di stracci...
Poi vedo il cravattino a farfalla. Anche questo devo mettermi?
- Sì, anche il cravattino aveva al matrimonio. Non era forte? Glielo avevo chiesto io di metterselo...
Che gusti, mi dico io. Ora però sono impaziente di veder come sto, l’eccitazione di Debra sta prendendo anche me. E così, dopo qualche minuto, sono pronta, vestita di tutto punto. Mi guardo allo specchio, più che un uomo assomiglio a una lesbica che vuol passare per maschio, ma forse era proprio quello che lei voleva. E in ogni modo è vero che sto benissimo, e mi piaccio. Rido soddisfatta: - Non ho mai messo un paio di gemelli in via mia...
- Vieni, adesso andiamo in bagno. Tu sei un uomo e io voglio sedurti, voglio anche che tu mi paghi, però. Immagina che sia sesso a pagamento...
Giunte in bagno, lei comincia a muoversi come una gatta in amore. Mi fa sedere sul water richiuso, un attimo prima mi aveva anche circondato il collo con la sciarpa bianca di Michele.
- Fai finta di fumare una sigaretta!
Lei mi guarda mentre mimo l’accensione e la prima boccata, come fossi davvero un uomo in attesa di vedere quello che fa lei. Poi si volta e fa finta di truccarsi davanti allo specchio del lavabo, dandomi le spalle. Ma è chiaro che fa di tutto, con piccole mosse, perché io la raggiunga. E così faccio, mi avvicino e le infilo due dita nel bordo superiore della micro, tirandolo leggermente. Ritengo così di aver mostrato il mio interesse per la merce. E quando lei si volta io l’abbraccio, lei è come si abbandonasse alla mia stretta. Lei appoggiata con le mani dietro, sul lavabo, io riesco a slacciarle parzialmente il bustino argenteo. Lei mi lascia fare, tiene la testa un po’ all’indietro, per sottolineare il suo abbandono e il suo completo assenso. Allora la bacio sull’orecchio, a lungo.
Dopo un po’ non mi basta più, le sollevo la microgonna per scoprire che sotto non ha niente. Lei intanto alza la gamba, nell’intento di mostrarsi a me.
Ora è lei a prendere l’iniziativa e a spogliarmi. Mi slaccia il cravattino, i gemelli, la camicia, appare il mio seno libero, e vi assicuro che vedere un bel seno come il mio emergere da sotto una camicia maschile è davvero esagerato! Mentre lei fa tutto questo io giocherello con la sciarpa. Poi ci guardiamo un momento entrambe allo specchio grande. Io non ho più l’aria da ometto, ma ugualmente sembro ancora un’entità non ben precisata. Lei invece è sempre più troia, addirittura ha fatto apposta a coprirsi di rimmel. Si è messa perfino il rossetto, una cosa che non fa mai!
Di fronte allo specchio grande lei d’in piedi allarga le gambe, sembra una cavalletta con quelle gambe e quei tacchi. La micro le risale, io l’aiuto, poi la mia mano va a posarsi, attratta in modo irresistibile, sulla figa di Debra.
Lei lo fa apposta, ad accentuare la posizione. Senza muovere le gambe abbassa un po’ le ginocchia allargate e manda avanti il bacino a incontrare la mia mano, quasi volesse raggiungere lo specchio. Si sfrega, si struscia, si preme. Io non mi faccio pregare e comincio ad accarezzarla, lei mi ricambia piegando all’indietro la testa, accarezzandomi il seno ancora semicoperto dalla camicia e baciandomi.
Questo sì che è un bacio! È come se mi rivoltasse il cervello. Già ero eccitata prima, con questo bacio sono pronta a tutto. Per un altro bacio così di Debra, sarei davvero disposta a tutto.
Allorché lei accenna ad abbassarmi i pantaloni, la vedo piegata davanti a me, china quasi su di me. Nello specchio si riflettono le sue gambe chilometriche, il culo quasi del tutto scoperto e soprattutto quella figa che, dopo il bacio, mi è entrata nel cervello.
Quindi Debra si accuccia, i pantaloni sono giù, mi sta lavorando il tanga con i denti, tenendosi al mio sedere con le mani. Quindi finisce il lavoro, l’aiuto facendo uscire prima una gamba poi l’altra dei pantaloni, al che si rialza e m’infila decisamente una mano nel tanga, mentre io ricomincio ad accarezzarle la figa nuda. Prima di salire a cavalcioni sul lavabo, Debra si toglie del tutto il busto argentato, rimane con la microgonna ridotta a banda arrotolata sulla parte alta della pancia. È completamente esposta, le gambe sono quasi in spaccata, più aperta di così non si può. Lei accarezzandosi i seni mi prega dolce: - Scopami, ti prego, fallo con le dita.
Allora io mi risiedo sul water, lei mi appoggia per comodità una gamba sulla spalla e io, dopo una veloce leccatina, la penetro come desiderava. Lei è tutta in avanti con il bacino, è una preghiera di sesso. Poi finisco per leccarle il clitoride pur continuando il va e vieni con il dito.
- Mi fai venire, così... continua così amore... io credevo tu fossi un uomo ma vedo che il cazzo non ce l’hai.... fammi venire, sìììì, dai, così, cosìììì, ahhhh, ahh!
Ora mi sorride, ti amo, mi dice. Poi si sdraia sulla stuoia pelosa che abbiamo in bagno, così, appoggiata sui gomiti, si guarda la figa allo specchio dicendomi quanto sono meravigliosa e che adesso tocca a me.
Difatti un momento dopo, sbattuto a terra il tanga, io sono ancora seduta sul water, lei è inginocchiata davanti a me e mi lecca quasi furiosamente. Tiene le gambe allargate nel farlo, io le vedo il culo riflesso nello specchio grande, ed è una visione apocalittica nel momento in cui vengo anch’io: - Debra, vengo, eccomi. Leccami ancora, più piano però, ecco, così. Ci sono, amore mio, eccomi, ahhhhhhhh!
Quando tutto è finito, mi accorgo di avere ancora sulle spalle la sciarpa! Ma è solo un attimo di pace perché mi ritrovo Debra seduta a cavalcioni su una mia coscia che si sfrega decisamente la figa.
- La senti la figa, la senti la mia figa? Vorrebbe che tu le entrassi dentro con qualcosa che non hai, ma è proprio questa mancanza che ti fa perfetta! Tu sei perfetta, amore.
E mentre lo dice non esita ad accarezzarmi di nuovo, mentre io mi ritrovo a sollevare e a morderle la catenina che ha in vita. Lei poi si alza, si piazza davanti a me e mi sbatte la figa quasi in faccia, chiedendomi quanto mi piaceva, quanto l’avrei pagata quindi. E intanto si tocca, si riaggiusta la catenina.
Io le rispondo che fino ad allora abbiamo giocato, che il vero sesso deve ancora venire, quindi a capire quanto pagarla ho ancora tempo.
A quel punto non resisto più, la spingo a terra sulla stuoia, mi metto sopra di lei tette contro tette e mi sfrego su di lei con tutto il corpo.
- Ora voglio che godiamo così, senza toccarci la solita figa. Godiamo con il corpo, ti va?
Non mi risponde neppure, ma sotto di me sembra una tarantola impazzita, mi stringe le gambe con le sue a pinza, mi abbraccia, ci sfreghiamo entrambe, come se ci stessimo masturbando con i corpi dell’una e dell’altra.
Non ci vuole molto a giungere a un orgasmo potente, tutto esterno, fantastico e contemporaneo.
E non è proprio quello il momento in cui entra Michele? Non l’avevamo neppure sentito entrare in casa. Da un occhio al casino nel bagno, due corpi che si agitano uno sull’altro per terra, alcuni suoi vestiti buttati là.
- E brave le mie fanciulle! Questo sì che si chiama sesso! Però l’avete fatto senza di me, dunque per farvi perdonare dovete farne dell’altro finché non vi dirò basta. Mi sembrate abbastanza malridotte. Voglio che entriate nella doccia così con i tacchi come siete e vi laviate facendo l’amore ancora per me.
Non stiamo neppure a discutere, se lui non fosse arrivato chissà cosa avremmo fatto, ma certo non l’avremmo smessa. Dunque obbediamo, e dopo un po’ ci ritroviamo sotto un getto caldo d’acqua a insaponarci la figa a vicenda, dirci delle cose carine e accarezzarci. Senza scarpe, però.
Michele ci guarda e ci incita: - Io so che adesso avreste tirato fuori i vostri cosi e vi sareste scopate a vicenda... ma questo per adesso non lo fate. A proposito, sei stata tu, Matilde, a fare l’uomo con i miei vestiti?
Per noi leccarci ancora non è un problema, la presenza di Michele ci ha dato un’ulteriore sferzata, così ci diamo dentro: non è che ci laviamo tanto, però, perché invece preferiamo leccarci. Finiamo per metterci a 69 sul pavimento, lei sopra esposta allo scroscio dell’acqua calda, tanto che a un certo punto le chiedo di cambiare posizione. Ed è così, con me sopra, che arriviamo all’orgasmo, il terzo della serata, con tanto di urla e gemiti. Ma questa sera siamo solo all’inizio. Succhiarle la figa è stato un piacere maggiore del farmela succhiare.
Michele vuole mangiare, così l’accontentiamo. Anche noi ne abbiamo bisogno. Ma subito dopo, sempre nude e allegre ancor di più per via del vino, Debra e io ci ritiriamo ancora in camera, questa volta a cercare di vestirci da troie entrambe.
Stavolta ci mettiamo parecchio tempo però. Scopro che Debra non ha comprato solo la microgonna di strass questo pomeriggio. In realtà ha preso anche dell’altro e anche per me!
Quando chiamiamo Michele dal soggiorno lui arriva subito, curioso come non mai, e anche un po’ alticcio. Ci aveva confessato che prima di passare a casa era stato a un happy hour con un amico. Si erano fatti due negroni, i bastardi! Più il vino che s’è bevuto questa sera e abbiamo il risultato di un Michele davvero inedito, comunque simpatico e sexy come sempre. Solo il suo sguardo è un po’ diverso.
Dunque io sono seduta sul letto, appoggiata alla spalliera ho su una canotta rosa (non nuova) e un paio di autoreggenti a rete rosso-arancio (acquisto di Debra per me); ai piedi ho un paio di saldali di plastica trasparente con tacco sottile, non altissimo, e solo due lacci. Orecchini a cerchio grandi. Ma il capolavoro è l’altro acquisto, un paio di mutandine tutte pizzo e trafori, così gonfie da sembrare una minigonna... e poi di che colore: lo stesso della canotta, un rosa da bordello fine ‘Ottocento con un orlo rosso.
Lei è in piedi di fronte a me e non è da meno, scarpe uguali alle mie, autoreggenti a rete scure con tre bande circolari sull’orlo, mutande uguali identiche alle mie ma con bordo nero e infine un top di seta nera e un paio d’orecchini un po’ fru fru anch’essi rigorosamente neri. Mi sta guardando e si sta gia accarezzando, una mano sotto alle mutande.
Mi si accosta appena di fronte, con le due ginocchia sul letto, ripiegate. Mi solleva una gamba accostandola poi alla sua spalla, guarda compiaciuta l’effetto combinato della mia gamba lunga racchiusa nella calza a rete e terminante con i sandali. Io non sto lì a guardare, sono eccitata e pronta come lei per un’altra maratona di sesso. Perciò le frugo sul seno, nel tentativo di muto di convincerla a togliersi il top. Lei comprende al volo, se lo toglie, ma poi si sdraia accanto a me e m’invita a leccarle i seni. Ha dei capezzoli duri ed eretti, è pronta, è vogliosa, mi desidera. Io le do delle leccate lunghe e lente, indugiando poi sul seno vero e proprio con piccoli movimenti circolari.
Michele mi guarda come mi distendo su quel corpo magnifico, su quel busto da dea ben ansioso di avere piaceri del tutto umani.
In realtà io mi sono gettata addosso a Debra anche per nascondere a Michele una sorpresa: dopo qualche minuto di leccata, dalla pancia al collo, decido di privare la mia amante di quel ridicolo gonnellino e naturalmente privarmene anch’io. Ma con la variante che, abbassate e gettate lontano le sue mutande, Debra disvela quello splendido strap-on, una protesi della misura giusta, uguale a un cazzo ma rosso fuoco! L’avevo comprato io qualche mese fa e con Debra l’avevamo usato una volta sola. Michele non l’aveva mai visto, ogni tanto ci piace fargli delle sorprese.
Ora Debra è lì, semisdraiata sul cuscino, con lo strap-on fieramente puntato in alto, la mutanda di plastica che le copre completamente il sesso. Sarà fetish, ma quando si è così eccitati questa è una visione da paradiso. Certo, tutto è nel quadro: bordello belle epoque, neanche tanto su di tono, un uomo che guarda due donne che si scopano per il suo e loro piacere depravato. In effetti è depravante quella specie di cintura tutt’altro che di castità!
Ma la depravazione può non avere limiti, specialmente se associata all’esibizionismo. Io non esito ad accennare a una specie di masturbazione della protesi, mentre comunque mi godo ancora i capezzoli di Debra, poi entrambe sentiamo che è giunto il momento e così lei mi sale a cavalcioni e mi porge il cazzone da leccare, cosa che io faccio senza badare al rumore. Di solito non mi piace leccare i dildo, perché hanno un sapore sgradevole. Ma questa volta è d’obbligo, fa parte dell’umiliazione.
Michele mi guarda lì, stesa sul letto, a figa aperta e inguainata in un paio di autoreggenti a rete da troia, mentre lecco un cazzo di plastica che sua moglie mi sta offrendo alla bocca spingendomelo con lievi movimenti del bacino. E intanto si accarezza le tette, come a sincerarsi di essere ancora una donna anche se con calze a rete e tacchi.
Lo lecco e so che lei è vicina a sentirsi un uomo: mai la fantasia di esserlo, che tutte abbiamo, può essere così vicina alla realtà come quando si ha un cazzo, purtroppo finto, davanti al pube.
Quando Debra ritiene che io me lo sia lavorato per bene, si stacca un poco da me, mi allarga ancora di più le gambe, guarda Michele ed esclama un po’ teatrale: - Sono un maschio estraneo, l’ho incontrata per strada e adesso me la scopo. Spero di essere capace a farla godere come sai fare tu.
Detto questo avvicina la bocca alla mia figa, ci sputa dentro, me la lecca, si rialza e v’infila il membro, lenta ma decisa.
- Che posizione vuoi, Matilde? Ti va bene così o preferisci da dietro?
- Così va bene, amore. Così Michele può vedere meglio, ed è questo che vogliamo, no? Aaah, anche l’altra volta non me l’hai fatto alla pecorina, ti ricordi? Sono stata io a prenderti da dietro... aahhh, amore che bello, mi stai chiavando letteralmente, come un uomo!
- Io sono un uomo, in questo momento... sento di esserlo con tutta me stessa, eppure alla figa sento la solita voglia, quella di essere riempita, sbattuta....
- E nello stesso tempo ti va di sbattere, di colpire....
- Sì, sì!
Debra mi sta letteralmente spaccando la vagina, in altri momenti forse avrei sentito un po’ di male, ma ora no, ora mi piace, tra poco godrò come una fontana, sborrerò su quest’oggetto che non si fermerà se non quando mi fermerò io... E dietro a lui c’è la mia amante, la mia fidanzata, la mia troia per amica. È lei che mi sta procurando questo godere che cresce sempre di più, che mi galoppa il bacino, una tortura al contrario.
- E vi chiamano lesbiche – esclama Michele – ma voi siete delle dee, voi avete dentro di voi qualcosa di divino, del quale io non posso fare a meno... siete quello che io non sono, quello che vorrei essere. Io non ce la faccio più a guardarvi, io adesso devo tirare fuori l’uccello e almeno farvelo vedere mentre mi tiro un segone per voi baldracche!
E senza indugio lo fa, si abbassa i pantaloni e viene lì vicino a noi, al bordo del letto: possiamo sentire l’odore del cazzo vero.
Debra ne approfitta per fare a modo suo. Mi priva per un momento dello strumento, mi costringe a girarmi e mettermi a carponi, quindi mi reinfila da dietro e ricomincia a spingere.
- Così ti sento di più sul pube – esclama.
- Ed io sento che mi manca poco, amore. Tu mi stai disfacendo la figa, non nel senso che me la distruggi. Tu me la stai sciogliendo, anzi sono io che mi sciolgo in questa figa... Adesso godo, sì, adesso mi fai godere, dio che roba, tra poco, sì, tra poco, guardate come sborro, guardateeee, sborrooooo, ahhhhhh, ahhhhhh, arghhh. Dio, godo, Debra mi stai facendo godere, sono nient’altro che figa, sono nullificata nella mia sborra!!!
Michele a questa vista si esalta. Spinge via Debra, le slaccia con mani tremanti lo strap-on, poi si sdraia sul letto e le chiede di montarlo, di impalarsi. Lei freneticamente esegue e comincia ad agitarsi sul nostro campione, che finalmente abbiamo lasciato entrare in gioco. I due si guardano, con occhi pieni di eccitazione, io non trovo di meglio che sedermi sulla bocca di Michele, scosciata, e avventarmi sulle labbra di Debra di fronte a me che non aspettava altro. Questa probabilmente è la nostra posizione preferita, quella che fa amare due donne che si dividono lo stesso uomo. E che bacio! Un bacio lungo, tenero, ma anche davvero lascivo, io che sento il piacere di Debra montare come se fosse il mio, lo sento da come muove le labbra sulle mie, da come respira, da come rilascia e ingoia saliva.
Lo interrompo solo io un momento per dire a Michele di leccarmi sì, ma solo il buchetto, ora sono troppo sensibile.
- Magari dopo mi entri dentro – lascio in sospeso.
Il bacio con Debra riprende, a parte le calze e le scarpe, siamo completamente nude e ci sfreghiamo anche con il busto, ma sono io a governare di più, perché lei è sempre più distratta dal cazzo di Michele che la sta portando sempre più in alto.
Io però non accetto questa cosa, non voglio essere messa da parte solo perché ho un po’ di indolenzimento e mi sono fatta chiavare prima da Debra in modo così strepitoso. Io, signori, ne voglio ancora. Così mi alzo in piedi sul letto, il culo lo do sempre a Michele, che a questo punto deve fare uno sforzo per stare eretto con il busto, mentre la figa la piazzo sulla bocca di Debra, poi vado su e giù molleggiandomi sulle gambe e dando una specie di ritmo anche alla loro trombata, fino a che Debra viene letteralmente urlando e accasciandosi poi su Michele. Anche lui sotto il peso crolla e tutta la costruzione cade, ci ritroviamo tutti e tre in confusione sul letto. Debra però è venuta da sola ed è inutile dire che ha bisogno d’un minimo di sosta. Lei ci incita però a continuare, si alza, mi porge la cremina per il sesso anale, visto che prima avevo detto che mi sarebbe piaciuto. Michele non se lo fa ripetere, si cosparge il cazzo con la stessa crema che Debra mi sta amorevolmente spalmando. E poi, un attimo dopo, mi penetra, con facilità, anche se era un po’ di tempo che non lo facevamo.
- Amore, ti vado a prendere il vibratore, quello più piccolo – mi tenta Debra.
Chi tace acconsente.
E quindi, poco dopo, sono penetrata contemporaneamente dal cazzillo vibrante e dal cazzone di Michele. La sensazione di averne due dentro è qualcosa di ineguagliabile, da provare a tutti i costi. È depravante, sconcio, oltraggioso, direi, ma fa godere come poche altre volte nella vita.
Ed è in questa maniera meravigliosa che riesco ad avere il mio quinto orgasmo della serata, quello definitivo, che mette la parola fine a qualunque altra attività sessuale. Vengo in modo liberatorio, ho ancora liquido dentro da sborrare, non so come. Mi sento così troia da essere di certo la più nobile e la più felice delle donne. Quando godo, i miei due compagni quasi si spaventano da tanto che urlo. Non è un orgasmo umano questo... sarà da replicanti, sarà bionico, sarà divino forse. È qualcosa che ricorderò per sempre, del quale sarò eternamente grata ai miei due compagni cui spero di aver contraccambiato in maniera adeguata.
Nel frattempo Michele ha cambiato donna e sta scopando Debra nel culo come fosse la prima o l’ultima volta della vita. I due hanno qualcosa di ferino, ma anche molto umano. Lei è carponi di sotto, è la dea del sesso, lui mi sembra Dio in persona.
Non sarei più in grado di far nulla, però voglio essere ugualmente di loro aiuto, voglio essere presente. E così, con uno sforzo, mi alzo, indosso lo strap-on buttato da parte e vado a sistemarmi sotto Debra in modo che se vuole può infilarselo e anche lei godere con doppia penetrazione.
All’inizio è un po’ riluttante, non mi manda via ma neppure mi accetta. Poi, quando la partita comincia a scaldarsi davvero, ecco che con un colpetto se lo piazza all’ingresso della figa e, piano piano, se lo infila, anche se non interamente. Michele, accorto, ha smesso il su e giù e attende paziente che la sua donna sia pronta per la scopata della sua vita, o almeno questa delle scopate della sua vita.
E quando tutto è pronto, il moto riprende, la macchina di godimento affina la mira e porta i due a un orgasmo simultaneo in cui questa volta sono io a spaventarmi davvero.
Ci addormentiamo tutti e tre come dei sassi, a malapena riusciamo a coprirci con le lenzuola e la copertina. Il mondo si spegne.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.6
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Matilde 04-03 - Sesso per sempre:

Altri Racconti Erotici in trio:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni