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Matilde 03-05 - L'illibata


di Alex46
27.03.2019    |    1.826    |    0 9.6
"L’impressione di sesso con qualcuno si rafforza, ormai sentiamo chiaramente un bisbiglio maschile, come se lui le stesse parlando, e i mugolii di piacere di..."
Sono tanti gli episodi della nostra storia che al solo ricordo mi provocano grande eccitazione, ma questo non l’ho ancora raccontato perché è appena successo. Riuscite a vedermi, mentre scrivo questa storia? Vi garantisco che mi sto bagnando e mi viene voglia di toccarmi.
Sono nuda alla scrivania, ho le gambe di traverso e ben larghe per far vedere la figa a Michele. So quanto gli piace vedere mentre lo faccio, di scrivere e ogni tanto toccarmi: diventa matto a sentirmi parlare sporco mentre mi masturbo per lui, figuriamoci a vedermi scrivere! Non ho ancora incominciato e già sono vicina a un orgasmo! Vorrei che foste tutti qui a vedermi!
Dunque, questa sera Michele e io usciamo a una festa. Debra vuole rimanere a casa, deve fare delle telefonate e non è interessata all’evento, dove peraltro la maggior parte di persone conosce me: però è entusiasta che Daniela Ceccarelli abbia vinto l’oro nel Super-G alle Olimpiadi di Salt Lake City.
Michele indossa il suo giubbotto di pelle marrone scuro. Così vestito è davvero un bel fustone. Tutti gli uomini in giubbotto possono esserlo. Io sono vestita molto sexy, un abito attillato e biancheria nuova di zecca. L’abito è proprio corto, ho inguainato le mie lunghe gambe in calze scure e giarrettiera: i tacchi alti fanno il resto. Vista davanti, c’è un taglio molto basso per un seno senza reggi. Da dietro, il sedere sembra sia stato versato nel vestito. E il tanga rosso conclude la vestizione da guerra. A Michele piace!
Poi, prima di uscire, gli sussurro: - Speriamo che, vestita così, riesco a rimorchiare qualcuno, uomo o donna!
So quanto lo eccitano queste frasi.
Infatti mi eccita pensare a quanto mi guarderanno e chi. Mi eccita pensare che qualcuno non si tratterrà dal farmi la corte, che qualcuno morirà dalla voglia di scoparmi. Anche Debra mi fa i complimenti. C’era da farlo già ancora prima di uscire, ma è un po’ tardi.
Prima di entrare in macchina, dentro al garage, incontriamo un nostro vicino, Angelo, che mi guarda a bocca quasi aperta!
Io gli sorrido e, visto che è lì praticamente impietrito, gli chiedo: - Che c’è? Possiamo fare qualcosa per te?
E allora si rivela più simpatico del previsto perché risponde: - Beh, meglio non dire niente su quello che potresti fare per me!
Mi metto a ridere, mentre salgo nella mia macchina dalla parte del passeggero, perché guiderà Michele.
E mentre salgo esagero il movimento di scopertura delle gambe, anche facilitata da un cappotto che non avevo ancora chiuso. Il poveretto è ancora lì che guarda e ci saluta.
La festa è a Como, così usciamo dalla città e prendiamo l’autostrada. Quando arriviamo a destinazione, una villa ottocentesca vicino a Como, ma non sul lago, non vediamo le grandi luci che ci aspettiamo. Tutto è silenzioso, c’è solo la luce del custode. Questi, da noi interrogato, ci dice che non sa nulla di alcuna festa.
Con una telefonata a questo punto vengo a conoscenza che la festa non è per oggi, bensì per lo stesso giorno della settimana prossima!
Guardo Michele sconsolata, al buio di questo giardino semideserto, con il custode che mi guarda le gambe.
Non c’è altro da fare che tornare indietro. Michele mi prende in giro tutto il tempo, scherzando anche sul fatto che se io pensavo di fare le mie conquiste così ero davvero una povera sfigata!
Nella delusione ci dimentichiamo di avvertire Debra, così poco più di un’ora dopo che siamo partiti, entriamo ancora con l’auto in garage, poi saliamo con l’ascensore verso il nostro appartamento.
Sono arrabbiata, Michele è stato simpatico, ma io sono ancora arrabbiata. E qui, con il dito sulle labbra, mi propone di fare silenzio e di cercare di entrare di nascosto. Saranno circa le 22.30.
Messa la chiave nella toppa, entriamo zitti zitti, come ladri che si danno di gomito. La casa è allo scuro, eccetto la fioca luce che si vede in soggiorno: sembra essere la televisione accesa, infatti si sente anche un audio, abbastanza fioco.
Davanti alla cucina mi tolgo le scarpe, per fare il meno rumore possibile. Con i tacchi così è ben difficile camminare in punta di piedi!
Avvicinandoci poi al soggiorno, ho l’impressione che nella stanza ci sia più di una persona: e dai rumori, dai gemiti, direi anche che stanno facendo sesso. Guardo Michele con occhi sgranati, al semibuio della nostra posizione.
La mia agitazione è febbrile, ma non posso credere che Debra stia facendo sesso con qualcuno. Sempre il solito morso di gelosia condito con eccitazione fisica. Dentro di me spero con tutto il cuore che sia da sola. Però comincio a avere dubbi su quello che stiamo facendo.
- E se si spaventano? – bisbiglio a Michele.
Lui fa spallucce, d’altra parte credo sia eccitato come me, curioso di sapere cosa Debra sta combinando. So che Michele è un porco e preso sul momento lo potrebbe eccitare come un maiale l’idea che sua moglie se la stia spassando con qualcuno.
Anche Michele si toglie le scarpe, così possiamo avvicinarci. L’impressione di sesso con qualcuno si rafforza, ormai sentiamo chiaramente un bisbiglio maschile, come se lui le stesse parlando, e i mugolii di piacere di lei. Poi realizziamo che le donne sono almeno due!
A quel punto capisco! Michele per primo riesce a sbirciare nella stanza e me lo conferma: la nostra Debra ha messo su un VHS, quello girato proprio da noi tre qualche tempo prima! Allora vado a vedere io e quello che vedo è una scena da sballo.
Debra è sdraiata sul sofà, per terra giacciono hot pants e mutandine. Lei è lì con la sola canottierina addosso e si sta masturbando carezzandosi il clitoride. Lo fa con foga, dev’essere vicina all’orgasmo, mentre sullo schermo si vede proprio lei che si masturba per Michele e per me.
Adesso non sappiamo che fare. Lasciamo che venga, oppure interrompiamo subito? Lei si è messa dentro due dita, ormai è davvero vicina, lo si sente da quanti gemiti emette e sospiri smozzicati. Continua anche a lavorarsi il clitoride, perciò non c’è dubbio, è questione di pochi secondi.
E infatti poco dopo l’orgasmo arriva, lei geme soddisfatta quasi singhiozzando e conclude leccandosi le dita. Michele accanto a me mi mette una mano sulla patta e mi fa sentire un’erezione da urlo.
Gli tiro giù la cerniera e, attraverso i boxer, lo raggiungo. Nel fare questo ci spostiamo un poco alla luce del video, lei si accorge del rimestio e si volta terrorizzata.
Davanti a lei c’è Michele, con i pantaloni semiabbassati e io che gli tengo il cazzo in mano!
Nessuno vuole parlare per primo.
Poi alla fine è lei a rompere il ghiaccio: - Spero vi sia piaciuto il mio spettacolino. L’avete visto tutto?
- Solo la parte finale, ma c’è bastata – ribatte Michele.
- M’avete fatto paura... siete due teste di minchia!
- Beh, dai, prendila come uno scherzo...
- Certo che la prendo per uno scherzo, ma è uno scherzo del cazzo! E poi, come mai siete già qui?
- La festa è tra una settimana – gorgheggia Michele, guardandomi e deridendomi mentre riprendo a fumare di rabbia al solo pensiero della festa buca.
- Che coglioni, minchia che coglioni! Ma si può...
- Se sapevamo che tu te la stavi spassando in solitaria, facevamo un giro più lungo... se ci accogli così...
Sembra che nessuno faccia caso al fatto che Debra è lì seminuda sul divano e fino a poco fa si stesse masturbando idealmente con noi. E in effetti non è certo una cosa scandalosa. Il fatto è che siamo stati presi di sorpresa, e addirittura abbiamo pensato ci potesse essere un uomo assieme a lei...
- Beh, allora siete proprio delle teste di cazzo – è la sua conclusione, mentre le scappa definitivamente da ridere.
- Ci dispiace proprio di averti sorpresa mentre ti menavi la uallera – la provoca Michele – senza il tuo permesso, poi...
Io capisco subito dove vuole arrivare, corro in stanza a prendere un plaid e lo metto sopra a Debra: - Adesso forse sei un po’ più a tuo agio, poverina!
Lei si siede, sempre avvolta nel plaid, mi costringe a sedermi accanto, mi appoggia la testa sul seno e recita: - Oh, scusatemi, scusatemi. Credevo di essere sola, mai più pensavo... oddio, che vergogna!
- Io credo che dovresti rivestirti, ora, cara mia.
Ma invece che pensare a vestirsi, Debra facendo finta di piangere tuffa il viso sulle mie tette, quasi scoperte da un abito che definire generoso non basta.
Michele ci osserva e comincia a pensare che anche questa sera se ne vedranno delle belle. Altro che festa!
Io le prendo il mento con due dita, la costringo a guardarmi, poi le dico: - Se tu ora continui così a eccitarmi, ragazzina, qui finisce che le cose ci scappano di mano.
La sua risposta è una serie di baci nell’incavo del mio seno.
Allora comincio anch’io a restituire baci e carezze, le prendo le tette in mano da sotto il plaid e la canottierina.
Quando rompo il lungo bacio che ci stiamo dando, le chiedo se è sicura di ciò che vuole. Debra ci guarda entrambi e ci chiede d’insegnarle qualcosa, che lei è ancora vergine e vuole imparare da gente come noi che ha appena visto sul video!
- Non ho mai visto una donna che si masturba con un cazzo finto come hai fatto tu! E com’era grosso, poi...
- Noi siamo onorati d’insegnarti quello che sappiamo, Debra. L’idea poi che tu sia illibata mi arrapa da morire...
- Il vostro bambino dorme come un angioletto...
- Ma a che ora devi tornare a casa, ragazzina?
- Beh, voi avevate detto che tornavate verso le 2...
Michele decide di andare, dopo una puntata in bagno, in camera da letto e di aspettarci. Io mi trattengo ancora un momento con Debra, che mi racconta di come le piacciano i ragazzi, ma che non ci trova nulla di male a fare l’amore con un’altra donna, come ha visto che faccio io.
- Forse sono bisessuale – conclude.
- Forse. Questa sera lo vedremo.
Così, poco dopo, ci dirigiamo anche noi alla camera, dove si può vedere Michele che, completamente nudo e sdraiato sul letto, si sta accarezzando il cazzo.
Noi ci spogliamo, io impiego più tempo di lei che aveva ben poco da togliersi.
- Sei davvero sexy – mi complimenta – sei davvero fortunata ad avere un uomo così.
Debra, presa dal suo gioco, fa la vergognosa. Noi ci stiamo e la mettiamo a suo agio, tra l’altro dicendole che avendola vista prima fare una cosa davvero erotica, non c’era ormai più nessun motivo di vergognarsi. Ebbene, sì. Stavamo per scoparci la baby-sitter... e allora? Questa era vergine, e allora?
Dicendo queste cose l’accompagno sul letto, la metto nelle braccia di Michele che comincia a baciarla. Lei risponde con foga, poi si stacca e gli chiede se è capace di baciare come si deve... Mentre lo dice tiene le cosce chiuse, è incredibile come sappia recitare bene la parte della verginella curiosa.
Le apro le gambe, solo per vedere quanto è bagnata. Credo che ci divertiremo molto, questa notte.
Appoggio le labbra sul suo clitoride, lei trasale. L’odore della sua venuta precedente mi penetra nel cervello. Chissà se una vera vergine avrà lo stesso odore... Do un’altra leccatina al bottoncino, lo vedo quasi muoversi.
Michele intanto le apre la figa con le dita, mentre io sono sempre lì a tormentarle il clitoride con la lingua.
- Ma è fantastico – riesce a dire – non pensavo che farsi leccare potesse essere così piacevole e intenso. Posso farlo anch’io a te dopo, Matilde?
Sembra davvero ansiosa d’imparare.
Poi si prende il cazzo di Michele in mano e lo tratta non solo come fosse la prima volta che lo fa, lo tratta come fosse la prima volta che ne ha in mano uno.
- Sta attenta alle balle, Debra – intervengo – devi essere delicata.
Poco dopo la nostra se lo sta leccando, se lo sta infilando in bocca, se lo tira fuori solo per dire quanto è buono il sapore, poi ricomincia.
- È la prima volta che prendi in bocca un cazzo, Debra?
- Sì, non l’ho mai fatto, anche se me l’hanno chiesto tutti quelli con i quali ho pomiciato.
- Quindi hai anche la bocca vergine... beh, sembra quasi che tu l’abbia fatta di velluto... – la incoraggia Michele.
Io intanto le sto leccando la figa, mi sto bevendo tutto il liquido che Debra produce in abbondanza mentre spompina Michele ed evidentemente la cosa la eccita da morire.
Nel contempo amo vedere Michele con la sua donna che fa finta di essere una verginella alle prime armi. Dio, quanto li amo!
- Con la pratica, sarai capace di prenderlo fino in fondo, senza tossire e senza conati di vomito. Vedrai! – è il mio augurio.
- Che cosa devo fare quando vieni? – chiede Debra a un Michele già mezzo partito.
Rispondo io per lui: - Devi deglutire tutto, senza succhiare più.
Io so che Michele è vicino a sborrare, allora l’avverto, le dico di tenersi pronta. E a quel punto Michele mugola qualcosa, poi lo si vede eiaculare a fiotti. E Debra, coscienziosa, slappa e inghiotte tutto, fino all’ultima goccia sborrata.
E così, mentre Michele si gode il calore della bocca di Debra, con il cazzo ormai sgonfio e flaccido, lei può finalmente riprendere a concentrarsi sulla mia di bocca, che a questo punto riprende a leccarla. Ormai si frega apertamente sulla mia faccia, proclamando che le sta montando un orgasmo da paura.
Poi sbotta: - Aah, vengo, mmm, vengo, aahhhh!
Per un po’ stanno immobili e calmini, cercando di riprendersi. Solo io sono ancora in credito, ma stranamente non ho fretta. Si vede che la fantasia della vergine mi sta occupando una psiche contorta.
Debra ci chiede se ci può guardare mentre facciamo l’amore.
- Ma certo – le rispondiamo quasi assieme. E poi insinuo: - Ma non volevi fare anche tu l’amore con lui?
- Ohe, ragazze... ma quante volte volete che vi sbatta, eh? Ditelo subito, così mi organizzo...
- Tu non ti preoccupare che se non ci riesce la nostra verginella illibata ci penso io a fartelo venire di nuovo duro, amore mio.
- Beh, io ho un po’ di paura, però caso mai vedremo dopo – si schermisce Debra.
- Non ho alcuna intenzione di far venire Michele dentro di me, comunque. Voglio che conservi tutto per te. E poi dopo ti leccherò, mi piace un casino inghiottire la sborra di Michele leccandola da una figa che lui si è appena scopato e, visto che tu l’hai già fatto prima, dovrebbe toccare a me.
Guardo verso Michele e vedo il cazzo che gli si rizza di nuovo. Prima del tutto floscio, a sentir parlare di trombare prima me poi lei si è ringalluzzito vistosamente.
Così mi sdraio sul letto, ben felice di dare spettacolo a Debra. Mi metto un cuscino sotto le reni, così da rendere più manifesta la voglia che ho di cazzo.
Spalanco le gambe, Debra mi si accosta perché vuol vedere tutto da vicino.
Osserva attenta mentre Michele sta per montarmi e io avvicino le caviglie alla testa. Lui è sulle ginocchia e sta strofinandosi il cazzo sulla mia figa, tanto per renderlo ancora più duro di quanto è già. Io sono fradicia e ne ho una voglia da morire.
Michele le chiede se ha voglia di infilarmelo lei.
Nessuna esitazione. Debra prende il cazzo in mano e lo guida decisa verso la mia fessura, che è lì beata. Mi infila dentro il glande. Nel farmi questo, nota il clitoride quasi fuoriuscire, e allora lo accarezza con le dita dell’altra mano. Ma non rinuncia a guidare il cazzo dentro, vuole sentirlo entrare.
Con colpo deciso Michele mi entra fino al fondo. È un cazzo meraviglioso, il più bello, il più adatto a me che mi sia mai capitato. Sembra fatto per me.
Debra ci osserva scopare.
- Com’è, Matilde? Com’è sentirselo così dentro? Non vedo l’ora di averlo dentro anch’io, non vedo l’ora di provare quello che certamente stai provando tu, che sei così fradicia, si vede che ti piace da morire.
- Mi piace anche questo rumore, questo sciacquio. Mi eccita – aggiunge.
E intanto ci tocca ovunque, ci fa sentire il suo fermento.
- Attenzione, Debra. Non infilargli un dito nel culo...
- Non volevo farlo...
- Beh, è bello – commenta Michele – il problema è che se lo fai è facile che sborro subito...
- E se vuoi provare la prima volta...
- ... non è il caso che lo faccia – conclude Debra, continuando a carezzarci entrambi.
Queste chiacchierate hanno solo il potere di eccitarmi ulteriormente. La fantasia di avere un’allieva che ci scruta mi fa godere ben presto. Ci vogliono infatti ben pochi altri colpi di Michele per spingermi oltre la barriera: vengo urlando il loro nome, sborrando tutto lo sborrabile che ho in pancia.
Michele ne approfitta per darsi una calmata e tenersi per Debra, anche se non lo dice. Aspetta che siamo noi a dirlo.
- Sarai un po’ meno violento con me? – gli chiede Debra, quasi tenera nel suo finto essere naîf.
Dopo di che, senza attendere risposta, si dispone sdraiata sul letto e allarga le gambe, quasi stirandosele.
- Sono pronta – dice.
Io mi accosto, le infilo dentro un dito e poi, rivolta a Michele fingo: - Sento il naturale ostacolo dell’imene, Michele. Questa è davvero vergine. Ma bagnata com’è non credo che le farai nessun male... Ora fallo, coglila, falle vedere cosa vuol dire fare l’amore con un uomo.
Michele incomincia a muoversi con circospezione, come farebbe di certo se dovesse davvero deflorarla. Poi pian piano il suo movimento prende sicurezza, nel vedere che è gradito e che, come è ovvio con Debra, non reca nessun dolore.
Lei sta respirando forte e rapida.
Dopo due o tre minuti prende ad agitare i fianchi, a ruotarli leggermente, tutto il suo essere indica che vuole di più. Ed è allora che Michele allunga il moto e ogni volta che la spinge, la penetra sempre più a fondo.
- Mi stai riempiendo di cazzo...
- Bravo Michele, sei stato bravissimo a non farle male. Grazie, si vede che sei stato molto attento. Adesso puoi darci dentro: è quello che vuole.
Vado a toccare il cazzo di Michele una o due volte mentre fuoriesce, completamente fradicio degli umori di Debra, poi gli metto un dito nel culo.
Intanto Debra viene, allargando ancora di più le gambe, urlando a Michele: - Scopami, scopami questa fighetta! Dio, come mi piace, sto venendo, dai, vienimi dentro anche tu. Grazie, Matilde, grazie di avermi lasciato fare l’amore con il tuo uomo...
- Il mio uomo???
- Come posso ricompensarti?
In questo dialogo intrigante, Michele le sborra dentro a fiotti, lo si vede dalle natiche che stringe a ogni colpo. Poi la lascia, evidentemente esausto.
Lei non stringe le gambe, rimane lì, muta e invitante. Mi guarda.
Mi avvicino e la lecco, le succhio via dalla figa lo sperma di Michele e lo inghiotto con rumore. Ha un odore stupendo.
Debra mi chiede se può provare a leccare una donna, io sono ben contenta di poter continuare le “lezioni di sesso”.
Le spalanco la figa davanti, la invito, le mostro dove leccare, dove succhiare e dove infilare la lingua. Le dico di fare quello che vorrebbe fosse fatto a lei, è il modo migliore per non sbagliare mai.
Debra in realtà è una leccatrice nata. Si attesta sul clitoride e non me lo molla per un bel po’, succhiandomelo come fosse un capezzolo. Ma ogni tanto mi dà anche una leccatina alla figa. Non ci vuole molto perché le venga in faccia, un orgasmo del tutto esterno, dolcissimo, per questa sera è davvero l’ultimo, lo sento.
E con questo abbiamo concluso la serata. Michele e io siamo sfiniti, felici. Ma la nostra Debra è stufa di giocare i panni della ragazzina.
- Vi è piaciuta la manfrina? – c’interroga.
- Dovresti sempre farti trovare in casa con la figa fuori – le risponde Michele – saresti irresistibile.
- Io sono sempre irresistibile, caro!
- Ma certo, hai ragione! Se no, per cosa ti avrei sposato?
- Eh, certo, mi hai sposato solo per la figa, vero?
- In chiesa al prete non potevo dirlo, però la realtà è questa...
- Ma lo senti questo stronzo cosa dice... Lo sai che adesso non ti lascio dormire, me lo prendo ancora in bocca e non mi fermo finché non ti ho fatto sborrare ancora. Così impari a dire cazzate...
- Ragazzi, divertitevi. Io ho chiuso... – dico io sorridendo e andando in bagno.
Quando torno vedo Debra inginocchiata sul letto e impegnata a succhiare Michele. Il culo all’aria, si sta toccando con un dito mentre con la bocca produce ogni rumore sconcio possibile.
Michele ci mette un bel po’ a rizzarsi, però apprezza tutto il lavorio di cui sua moglie lo sta gratificando.
- Lo sai Michele che mi piace il tuo cazzo, ti ho sposato solo per questo, ti ho scelto tra decine solo per questo... e adesso voglio che mi sborri in bocca ancora, perché non mi basta ancora, sono affamata di questo cazzo.
E riprende a succhiarlo fragorosamente, in modo davvero sconcio. Lo spettacolo infatti adesso è anche per me, che mi sono appoggiata allo stipite della porta.
- Matilde fammi venire, dai, ancora una volta, ti prego...
Ho pietà di questa scena. Michele che non risponde appieno alla voglia di Debra... lui mi guarda come a dire di aiutarla a venire un’ultima volta, così forse si calma.
Allora vado a prendere nell’armadio lo strap on, me lo cingo in vita, mi avvicino, le metto due dita dentro, la stantuffo per un po’, fino a che lei mi prega: - Dai infilamelo dentro, scopami! Sì, così, fammi venire un’ultima volta... Michele, guarda come si fotte una donna che vuole essere scopata, guarda... Ahhh, Matilde, mi stai chiavando, mi stai facendo venire, sììì, faglielo vedere come si fa.
- Vai, Debra... siamo con te. Matilde ti sta scopando alla grande, come mai io riuscirei a fare... vai, così, godi ancora una volta per noi...
- La prossima volta te lo monti tu questo cazzo di strap on... – dico io.
Michele e io siamo attoniti di fronte a tanta potenza sessuale. Io le sto martoriando la figa, ma Debra non smetterebbe mai... dove la prende tutta quella voglia lo sa solo lei. Lui la contempla estatico, pieno di amore e di riconoscenza per tutte quella gioia di vita. Non si sente per nulla piccato per quello che sta blaterando Debra al riguardo della sua “incapacità”. Io ho un’espressione un po’ cattiva, sto facendo il mio dovere di scopatrice, mi sento tanto sado-maso.
Michele si è fatto da parte per guardare meglio Debra che dopo qualche minuto di estasi erotica e di agitarsi convulso sul letto finalmente viene urlando il suo orgasmo e accasciandosi disfatta come una pelle di banana.
Alla fine ha più solo la forza di dire: - Basta, grazie. Ora ne ho abbastanza anch’io. Per stasera.
E mentre lo dice trova la forza di sdraiarsi di schiena, in modo da guardarci e sorriderci, davvero esausta e felice.
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