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Matilde 08-10 - Milano - New York


di Alex46
23.10.2019    |    728    |    0 6.0
"E volevo sentire la vostra voce..."
Toooo - toooo - toooo - too... .
- Pronto?
- Ciao, sono Matilde!
- Ciao, amore!
- Cosa stai facendo, Michele? So che dovevi alzarti presto.
- Sto guardando il cuscino qui, vuoto, accanto a me... e volevo sentire la vostra voce.
- Bello... dunque sei ancora a letto?
- Sì. Sto qui ancora un po’, pensando a voi... pensando all’ultima volta che siamo stati assieme... mi ricordo di quanto tu fossi incredibile, l’odore, il sapore... e come godevi...
- Senti Michele... non puoi dirmi queste cose, ora. Sono al lavoro, precisamente al bar a mangiare qualcosa!
A dispetto delle mie parole, sento che Michele ha fatto centro: ogni volta che mi parla così riesce ad attizzarmi come un fiammifero.
- Beh, io non sono ancora al lavoro qui a New York, perciò dico quello che voglio. Voglio dirti quanto vorrei che tu mi fossi qui accanto sul letto, nuda, mentre ti strusci su di me, il profumo dei tuoi capelli mentre ti bacio il collo. Sei sicura di volere ch’io mi fermi?
- Uh... no... no... continua... cos’altro stai pensando? - sono estremamente conscia di quelli che mi stanno chiacchierando attorno. Ma nessuno è così vicino da sentirmi, se parlo a bassa voce.
- Sto pensando a questo cazzo, che ho duro, che ho in mano, e a cosa vorrei farci.
- Ohhhh - non riesco a trattenere un gemito.
- Dimmi che cosa hai addosso...
- Non posso... non qui - mi guardo attorno per fare un altro controllo. Tutti sembrano occupati nei fatti loro, o mangiare, o bere o chiacchierare.
- Ok, allora devo indovinare. Vediamo... maglietta bianca?
- Sì.
- Gonna o pantaloni?
- La prima.
- Gonna, ok. Vediamo... - capisco dalla sua voce che ha cominciato a masturbarsi.
- Quanto lunga? Al ginocchio? O più corta? - continua lui.
- Sì, un po’ più corta.
- Bene, bene... posso immaginarti lì al tavolino, hai un look professionale e sexy, pretendendo di essere al telefono con un cliente. Dio, vorrei essere lì, magari nascosto sotto, ti farei scorrere le mani sulle gambe, sotto quella gonna corta che hai su, magari allergherei le ginocchia... lo senti il mio respiro sulle cosce? Le mie mani che scivolano alle mutandine?
- Sssìì...
- Tiro verso di me la tua sedia, tu alzi un momento i fianchi, così posso far scivolare giù le mutandine, giù per le gambe, poi via... Poi ti sollevo la gonna, ti percorro con la lingua una gamba, sempre più su, piano piano...
- Uh... uhhh... sìì...
- Poi arrivo al bottoncino, sul quale indugio un po’... poi ti lecco la figa intera, una leccata via l’altra...
- Ssììì... ancora...
- Se ci fosse qualcuno dietro di te vedrebbe tutto, vedrebbe benissimo come ti sto leccando... ma tu sei contro il muro e quindi nessuno vede nulla, solo un tuo respirare più affannoso, forse. I tuoi capezzoli eretti, magari... sono duri, vero?
Mi guardo il seno sotto la maglia. Sì, sono duri, eccome. Immagino di essere anche un po’ rossa in volto. Accavallo una gamba sull’altra.
- Sì, sono duri...
- Toccateli!
- No... non posso...
- E dai... toccateli solo un po’... non se ne accorgerà nessuno!
Cedo alla tentazione di ubbidirgli e mi accarezzo leggermente, anche se ciò basta per eccitarmi ancora di più.
- Com’è?
- Bello...
- E come sei sotto... sei bagnata?
- Oh, sìììì, altro che se sono bagnata...
- E allora perché non ti tocchi un poco... infila una mano sotto alle mutandine...
- Mmmmm... - sto lottando per impedirmi questo gesto insano. Oh, dio, se solo potessi farlo... Sento pure dall’altra parte del telefono dei rumori indistinti, mi sembra il suono della masturbazione di Michele...
- Matilde, amore... vorrei che tu potessi vedermi. Ho un cazzo così duro per te, così... “tough”... la cappella sta pulsando... vorrei essere in piedi davanti a te così te lo potresti mettere in bocca e poi succhiarmi un po’, poi slinguarlo, come sei ben capace di fare... ohhh...
Mi vedo prenderglielo in bocca proprio qui, in mezzo al bar, con un mucchio di colleghi attorno, masturbarlo con una mano, giocare con i coglioni con l’altra, prenderlo giù fino in gola. Mi lecco il labbro inferiore... non posso fare altro per cercare di sentire il suo sapore.
- Matilde... non so quanto posso ancora durare... Vorrei venire... vorrei che tu ti mettessi in piedi, ti strappassi via la maglia, ti mostrassi a tutti a seno nudo... poi io ti piegherei sul tavolino, ti tirerei su la gonna, ti appoggerei questo cazzo alla tua figa fradicia... lo senti questo cazzo che si appoggia? Lo senti come entra piano? Oh, dio, la tua figa è troppo... troppo... non mi tengo più.
Michele mi ha stravolta. Nel cervello quelle immagini, nell’orecchio quelle parole... penso che potrei venire addirittura senza toccarmi...
- Sto pompandoti, amore... ora più veloce...
- Matilde... ciao! - mi ero del tutto dimenticata che avevo appuntamento con Debra - oh, scusa, sei al telefono!
- Ehi... ma quella è Debra?
- Sì, è lei.
- Ho un’idea... falla sedere accanto a te...
- Debra, ciao! Siediti qui, ti ho tenuto il posto...
- È Michele - le dico.
- Allora, io ti sto scopando, in mezzo al bar. Arriva Debra... com’è vestita?
- Ha il suo vestito nero.
- Allora arriva Debra, vestita di nero, attillata, sexy. Ti vede lì a prendere il mio cazzo, si china su di te, ti bacia, senti la pressione del suo seno su di te...
- Sei bellissima - dico a Debra.
- Ma di cosa ti sta parlando Michele? - dice lei accomodandosi accanto a me.
- Michele mi sta scopando... qui in mezzo al bar... tu arrivi e mi baci, mi slingui la bocca. Io sono a seno nudo con la gonna su... tu mi accarezzi il seno...
Dio, questo è troppo... ora ho davvero voglia di toccarmi.
- Debra ora si spoglia, lascia cadere il vestito a terra - continua Michele - ora è completamente nuda.
Io ripeto a Debra quello che Michele sta dicendo: - Ora ha smesso di scoparmi, perché sei arrivata tu e mi stai accarezzando. Sei bellissima, così nuda, trionfale. Tutti ti guardano. Ora mi stai mettendo una mano sotto alla gonna, con l’altra mi abbassi la cerniera, la lasci scivolare giù alle caviglie... le mutandine le aveva già tolte lui... ora tutti possono vedere quanto sei eccitata e fradicia...
- Ancora... ti ascolto... - dice Debra.
- Ora ti metti in ginocchio dietro a me... sembri imbambolata davanti alle mie natiche, respiri con difficoltà. Mi lecchi gli umori, mi lecchi il buchino del culo, m’infili due dita dentro nella figa, Debra, sì, in questa figa... ma poi ti fermi!
No... no... non mi piace questa parte della fantasia...
- Mi dice di aspettare... Mi fai rimettere in piedi... mi baci ancora, sento il sapore della mia figa, questa volta siamo una di fronte all’altra, seno contro seno. Poi mi costringi ad abbassarmi e renderti il favore, leccarti. Lo faccio, più per eccitarti ancora che per farti godere... Poi lui mi penetra ancora, sempre da dietro, ora vogliamo venire tutti e tre assieme...
Sento dall’altra parte del telefono dei rumori sordi.
- Scusa Matilde, questa cazzo di sveglia... ha suonato proprio ora, ho dovuto zittirla... proprio mentre sborravo... scusa... oh, merda, ma proprio ora... devo alzarmi, devo correre... continuate voi, vi prego...
- Va bene, ciao Michele, poi ti racconteremo...
Chiudo la comunicazione, guardo verso Debra, che ha una mano sul’inguine e si sta massaggiando il clitoride.
- Cosa possiamo fare?
- Una cosa ci sarebbe...
- Andiamo alle toilette, entriamo assieme e ci masturbiamo. Se ce ne sono libere due vicine, entriamo e lo facciamo separatamente, nello stesso momento...
- Poi però gli ritelefoniamo... tra quattro ore so che è libero... sarà in ufficio della filiale.
Debra e io ci precipitiamo alle toilettes. Nel locale “signore” ci sono tre scompartimenti, tutti liberi. Entriamo in due vicini e cominciamo subito in silenzio a toccarci il clitoride, ognuna per conto suo e pensando all’altra.
- Ci sono quasi, Mati!
- Anch’io, Debra... eccomi...
- Eccomiiii... anch’ioooooo... ahhhh!
- Ahhhhh, ahhhhh - le rispondo con voce soffocata.
Passano circa quattro ore, Debra e io ci siamo date appuntamento a casa per le 18. Io lo chiamo al telefono.
- Tirati fuori l’uccello dai pantaloni - gli ordino immediatamente appena sento la sua voce.
- Cosa?
- Mi hai sentito, Michele... Tirati fuori il cazzo dalla patta.
- Senti Matilde... mi dispiace di avervi lasciate lì così questa mattina, ma... ora proprio non posso!
- Tu, senti! Sono seduta sul divano di casa, completamente nuda. Ho le gambe appoggiate alla spalliera di una sedia e due dita che vanno su e giù per la figa. Mmmm! Ora tre dita... Ahhh! Sono venti minuti che mi masturbo, sto per venire e voglio che tu lo faccia con me. Dunque tirati fuori ‘sto cazzo oppure... non so... vado a chiamare qualcuno...
- Va bene... va bene... lo sto facendo - e me lo vedo mentre spia con attenzione la porta del suo ufficio oltre la quale sente tutti i rumori dell’ufficio.
- Ok, bene. Fai solo quello che ti dico io e tutto andrà bene. L’hai fuori?
- Ssì... ecco!
- È duro?
- Sta per esserlo...
- Bene, vediamo cosa posso fare per aiutarti. Adesso ti racconto una cosa, ma ci sono due regolette che devi seguire... Numero 1, devi pomparti. Numero 2, non venire finché non ti lascio io. Sei pronto, amore?
- Oh, sìì...
- Allora, per cominciare, questa mattina ci hai lasciate in stato di bisogno. Di vero bisogno.
- Ti ho detto che mi spiace...
- Non ti devi scusare, perché poi è finita meglio di come si poteva supporre.
Siamo andate alle toilette assieme...
- Oh, dio...
- Allora, ti sta diventando duro sì o no?
- Ssììì... e cosa avete fatto?
Ci siamo infilate in due bagni diversi e ci siamo accarezzate il clitoride, per poi venire assieme, praticamente in silenzio.
- Davvero, lo avete fatto?
- Certo, come è vero che ora mi sto facendo con tre dita una figa bagnatissima. Lo senti lo sciacquio? - e metto per un momento la cornetta vicino alla figa - Sapessi come sono vicina...
- Anch’io... va avanti.
- La storia è di... ora! Perché non ti ho ancora detto che lei è qui... e tu sei in viva voce!
- Ah, sì? E sai chi è entrato ora nel mio ufficio?
- Non ci credo... la tua assistente.
- Sì, proprio lei, Janet.
- Sai Debra, tuo marito è stato sorpreso a masturbarsi in ufficio dalla sua assistente, Janet.
- È figa? - chiede subito Debra, ridendo. Nessuna di noi due ci crede, ma stiamo al gioco.
- Senti Matilde, immagino che il resto della storia contempli le attività assieme a Debra... giusto?
- Certo, e lo domandi?
- Allora facciamo finta che Debra sia qui e giochi a essere Janet...
Michele a questo punto si mette a parlare inglese, pretendendo di avere di fronte Janet.
- Janet, please close the door. I assume that you Matilde, you’ll be licking on Debra's nipples, feeling them harden under your tongue. And sliding your fingers into her pussy, having it clutch at your hand as it slips in and out... suckling on her clit, enjoying the moans of pleasure as she pulls you harder against herself.
- Mmmmm, sììì, Michele, sììì... Allora, è figa o no?
- Oh, sì che è figa, 1 e 75, mora, capelli lunghi alle spalle, snella, due belle pere, un sedere da urlo.
- Ohhh, sexy... e adesso cosa sta facendo?
- My guess is she was listening in on our conversation, and it turned her on to the point where she wanted to join in. So the question is, what do you want her to do?
- Io?
- Yes, you. You're in charge here. According to your rules, I have to keep stroking my cock, and I can't come until you tell me so. Now you need to tell Janet what she needs to do.
- Ok, allora. Cosa indossa?
- A light green blouse and tan slacks. And heels.
- Troppi vestiti, falla mettere nuda...
- Così, semplicemente? No, I would like she strips for me. Slowly. Please, you should pull your blouse out of your slacks, and slowly undo the buttons. One... by one... by one... by one. Should she take it off now?
- Sì, ora può farlo. Anzi, no. Fagliela tenere su per vedere bene cosa ha sotto.
Debra mentre sente queste fantasie comincia realmente a spogliarsi, ovviamente per me...
- Sta indossando un reggiseno trasparente. Posso vedere i capezzoli, duri, marroni. Adesso vi metto in viva voce anche qui.
- Immagino che li vorresti avere tra le labbra...
- Sìì... e poi?
- Dimmi... Janet è eccitata?
- Si è messa una mano dentro le mutandine... direi di sì... questa storia l’ha mandata su di giri.
- Penso che dovremmo esserne sicuri... dille di mettersi due dita dentro...
E subito Debra obbedisce, di fronte a me. Lo vedo dal movimento sotto il leggero tessuto delle mutandine.
- Lo sta facendo... e adesso?
- Adesso se le tira fuori e ti mostra quanto le ha bagnate...
Debra mi mette le due dita sotto il naso, mi bagna le labbra...
- Dio... è fradicia!
- Adesso dille di succhiarsele, voglio che le abbia pulite.
- Ecco, ecco, lo fa... se le passa in bocca... le piace il sapore della sua figa...
- Anch’io lo sto facendo, Michele... anche a me piace la mia figa...
Pure Debra si sta leccando, a pochi centimetri da me.
- Ha ancora su le mutandine? Fradicie come sono può toglierle, ora... anche il reggiseno trasparente...
Debra e io ci spogliamo completamente nude.
- Come ha la figa?
- Depilata... con una strisciolina di pelo, ben curata...
- Dille di farti odorare le mutandine...
Debra mi porge le sue, io rumorosamente aspiro in modo che Michele possa sentire tutto.
- Ok, adesso è nuda, ha le mutandine fradicie in mano e me le sta ripassando sotto al naso... mmmmm!!!
- Bene... allora adesso falla mettere in piedi davanti a te, a gambe larghe, in modo che le puoi vedere proprio tutto, in modo che ti preghi di scoparla... Ti può vedere? Lo vede che hai il cazzo in mano?
- No... sono dietro alla scrivania.
- Dille di girare a lato... voglio che se tu vedi lei, lei possa vedere te. E continua a pomparti... Janet? Are you still there?
- È qui, è qui...
- Michele, are you still stroking yourself?
- Yes.
- I want you to stop now. Janet, I want you to put your hand on his cock. Michele, are you about ready to come?
Debra si sta masturbando furiosamente a pochi centimetri dal mio volto, e anch’io mentre parlo sento che un orgasmo forte sta per arrivare. Questo gioco non può più durare a lungo...
- Yes! I'm ready, I don't know if I can hold off much longer! - ansima Michele.
- Just a little bit more, sweetie. Now Janet, I need to know... Where do you want Michele to come?
- Cosa? - implora Michele
- His come, where do you want it? On your face, on your tits? Or in your mouth?
- Lo vuole in faccia... in faccia... ahhh!! È qui, si è inginocchiata davanti al mio cazzo, io mi sono alzato in piedi... lei si sta masturbando... ahhh!
- Are you going to come now, baby? - dico io, vicinissima, gli occhi contro a quelli di Debra.
- Yes! Yes, I'm coming now!
- Me too, baby. I'm coming too, come with me! Ahhhhhhhh!!!! - urlo - ahhhhh!!! Arghhhhhh!!!!!!.
Debra esplode pure lei, le dita conficcate nella figa, entrambe gemiamo di piacere in attesa che anche Michele esploda i suoi schizzi.
- Ahhhhhh!!!! Eccomi, ahhhhhhhhhh... . sborroooooooooo!!!!!!
- Michele? - lo interpello dopo qualche momento di silenzio.
- Sì, Matilde?
- Ci sei sempre?
- Sì... ho sborrato sulla scrivania... ora devo ripulire tutto... ti ritelefono stasera, anzi stanotte!
- Per me sarà domattina...
- Sì, amore. A domattina.
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