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Gay & Bisex

INIZIO' A FAR USCIRE DALLE LABBRA LA CREMA CHE AVEVA TRATTENUTO IN BOCCA.


di RedTales
05.02.2021    |    14.979    |    20 9.6
"Sei davvero bravo” disse afferrandogli la testa con le mani per schiacciargliela con forza ancor più contro di lui..."
“Ciao tesoro, allora, che mi dici per oggi pomeriggio?”
“Ma è vecchio!”
“Vecchio! Diciamo che è maturo, però è interessante e gli sei piaciuto tanto.”
“Si, ma...”
“Dai tesoro, lo sai che gli ho già detto che ci vai...”
“SI, ma...”
“Ti prometto che dopo vengo a prenderti e andiamo in quel bel ristorantino...”
“Si, ma non è che mi interessi tanto il ristornate.”
“Ma non ti era piaciuto?”
“Si, ma preferivo stare con te...”
“Se vuoi dopo stiamo assieme. Vieni da me e… fino a mattina. Ti va?”
“Si, ma per quello?”
“Un piccolo favore. Fallo per me, lo sai che ho bisogno di quello che mi darà… Magari poi non te lo chiedo più.”
“Lo avevi detto anche la settimana scorsa...”
“Ti prego Thomas, fallo per me. E poi questa è una gran brava persona.”
“Si, ma è vecchio.”
“Va bene, va bene, ho capito. Ho capito. Se non vuoi non vuoi. Lasciamo perdere, non ci andare, pazienza. Gli dirò che non se ne fa più niente.”
Seguì una piccola pausa e concluse: “non importa, hai ragione, lasciamo stare. Scusa.”
Altra pausa: “adesso lo chiamo.”
“Dai, non fare così...”
“No, no, hai ragione, se non vuoi non vuoi. Non posso chiederti sempre di aiutarmi.”
“Ma no, non è che non voglio, è che questo è tanto vecchio. Magari neanche non gli tira...”
“Si, si, hai ragione. Aspetta, lo chiamo.”
“Ma sei tanto seccato?”
“Ma no! Non sono seccato, hai ragione e che quei soldi mi servivano. Dai, vedrò di trovare un altro modo di trovarli.”
“Va bene, va bene, ci vado. Ci vado.”
“Davvero?”
“Si. Dicevi che gli andava bene nel pomeriggio?”
“Si, verso le tre. Che dici? Ti accompagno e poi ti vengo a prendere?”
“Si, va bene.”
“Tesoro! Dai, vieni qui e dammi un bacio. Sei così dolce. Sai che ti voglio bene. Tanto. Lo sai vero?”
“Si, si, ma anch’io ti voglio bene.”
“Lo so, lo so Thomas.”
Strinse a sé il ragazzo e iniziò a baciarlo teneramente accarezzando il suo corpo.

Più tardi telefonò: “buongiorno, sono Francesco. Le confermo per il ragazzo.”
“Come mi ha già detto?”
“Si, come da accordi. Glielo porto alle quindici e può tenerlo fino alle diciotto, magari diciannove. Giusto?”
“Si, ma… Ma se mi trovo bene potrebbe restare anche oltre?”
“Anche oltre?”
“Si, diciamo fino a sera tarda.”
“Beh! Si, se vuole. Tipo altre quattro orette? Potrebbero andar bene altre quattro ore?”
“Si, ma solo se mi trovo bene.”
“Si, nessun problema a prolungare però le costerà di più.”
“Si, si, certamente. Quanto?”
“Diciamo altri cento. Cento per altre quattro ore. Mi pare un gran buon prezzo. Le regalo un’ora sulle prime tre e le tolgo cento sulle altre quattro. Trecento in tutto.”
“Si, va bene. Però prima devo vederlo e capire se è giusto.”
“Nessun problema. Diciamo che si fa le prime quattro ore e poi se le va bene lo tiene per altre quattro. Come le va bene. Le assicuro però che è un ragazzetto meraviglioso. Come le dicevo ha pochissima esperienza… Ha già fatto e sa fare tutto però ha davvero conosciuto solo me. In ogni caso bacia, lo prende in bocca e anche in culo senza problemi. Poi vede lei cosa preferisce fare. Lui è sempre molto disponibile. Le assicuro. Vedrà che dopo averlo provato lo vorrà avere di nuovo.”
“Si, si, va bene. Ma mi assicura che è docile e...”
“Certo, certo, docilissimo. Fa tutto quello che vuole e poi mi ha sempre parlato di un suo sogno di provare con una persona adulta come lei.”
“Beh! Adulta... Molto adulta. Ho passato i settanta...”
“Si, si me lo ha detto ma le assicuro che è un suo sogno quello di provare con uno grande.”
“Va beh! Diciamo che ci credo...”
“Le assicuro che è la verità.”
“Si si, va bene. Allora lo aspetto alle quindici. Quello delle foto, vero!”
“Certo, quello che ha visto è quello che avrà.”
“Foto vere?”
“Per Dio! Certo. Un fiorellino. Diciannove anni. Se vuole le mando una foto della carta d'identità.”
“No, non serve. Ora la saluto che ho degli impegni.”

“Si?”
“Buongiorno. Sono Thomas.”
“Certo. Settimo piano, ti aspetto sulla porta.”
L’ascensore si aprì e, a metà corridoio, un signore con i capelli bianchi si affacciò.
“Ciao.”
“Buongiorno.”
“Certo che sei davvero splendido: Sì, proprio splendido, complimenti” disse l’uomo che indossava solo un accappatoio blu scuro.
“Fatti guardare.”
Lo squadrò a lungo sorridendo e quindi riprese: “Si, si, sei proprio un gran bel ragazzo. Francesco aveva proprio ragione. E chissà che splendore nascondi sotto i vestiti. Dai, togliti tutto.”
Thomas lo guardò sorridendo e con lenti movimenti si spogliò restando immobile mentre l’uomo lo guardò con attenzione e, passandosi più volte la lingua sulle labbra, fece un’espressione di piena soddisfazione.
Quel giovane ragazzo gli sembrò proprio assai bello.
“Che gambe lunghe! E che culo! Complimenti hai un fisico splendido.”
“Grazie.”
“Avessi una trentina di anni in meno ti farei passare alcune ore che non ti dimenticheresti...”
Thomas sorrise.
“Ormai gli anni passano e non ho più il vigore di un tempo. Solo il cazzo si difende ancora bene” borbottò lasciando aprire l’accappatoio che mostrò al suo ospite una dotazione niente male.
“Adesso cominciamo a divertirci” proseguì sedendosi comodo e quasi sdraiato su una poltrona: “comincia a leccarmi le gambe. Piano piano. Parti da sotto il ginocchio e sali lentamente.”
Thomas si abbassò e cominciò a fare quanto richiesto facendo scorrere la lingua tra i peli bianchi che le ricoprivano, indugiando sulle ginocchia e quindi risalendo sulla gamba.
“Vai all’interno coscia. Mi piace di più lì” richiese allargando le gambe per facilitargli il compito.
Spostò la testa tra le cosce e riprese a leccare tra la fitta e riccia peluria.
“Piano, piano, senza fretta. Si, proprio così.”
Con le mani sollevò i testicoli ed il pene che si stava visibilmente ingrossando: “adesso bene sotto le palle, lecca tutto e scivola verso il culo. Sempre piano. Lecca bene. Bene.”
Lo fece con perizia. Di cazzi ne aveva presi in bocca tanti e sapeva cosa fare…
“Che bravo! Lo sai fare proprio bene. Adesso leccami le palle. Da sotto verso sopra. Sempre piano” chiese spostando la mano e lasciando cadere verso il viso del ragazzo testicoli e pene che ormai era quasi pronto.
Thomas alzò lo sguardo rimanendo nuovamente sorpreso perché non si sarebbe aspettato di trovare un bastone così grosso, duro e lungo tra le gambe di quel vecchietto e… gli venne voglia di afferrarlo con la mano per sentirne la consistenza.
“No, no. Senza mani. Continua solo con la lingua e solo sulle palle. Il cazzo te lo ciucci dopo. Adesso solo le palle… e poi non è ancora pronto...”
Lasciò la presa e riprese a leccare quei sodi e grossi testicoli avvolti da una fitta ed intricata coltre di peli bianchi. Continuò a spostarsi tra il solco dei glutei e l’attaccatura del pene muovendosi da destra a sinistra immerso nella buona fragranza di lavanda che emanava il sesso dell’uomo.
“Si, bravissimo. Adesso succhiali e prendili in bocca. Anche tutti e due se riesci.”
Prima uno, poi l’altro li aspirò e se li portò dentro la bocca.
“Piano, senza stringere...”
Con tutti e due contemporaneamente non ci riuscì. Erano troppo grossi.
“Mh! Che bello. Bravo. Hai una linguetta… Adesso, sempre piano e solo con la lingua vai sul cazzo. Da bravo! Da sotto fino in punta e poi scendi.”
Aprì gli occhi per osservare il sesso dell’uomo che profumava come tutto il resto e lo percorse dalle palle fino alla punta dove batté con la lingua e quindi ridiscese fino al pube arrestandosi contro una massa esagerata di crine prima di ritornare indietro. Arrivato nuovamente all’estremità spalancò le labbra e iniziò ad accoglierlo in bocca.
“No! Non ancora. Continua a leccarlo senza infilartelo in bocca. Lecca ancora. Lecca.”
Lasciò uscire la parte che aveva iniziato ad assaggiare e riprese a passare la lingua lungo l’asta seguendo le venature, il frenulo, il bordo del glande e cercando anche di girare tutto intorno alla base tra tutto quel pelo.
“Bravo, bravo. Sei bravissimo. Hai una lingua d’oro. Guardami.”
Girò la testa ed alzò lo sguardo incrociando quello di Valerio che gli sorrise e gli accarezzo la testa.
“Fammi vedere come lo prendi in bocca.”
Rispose al sorriso e, spalancò la bocca facendo scivolare dentro il glande.
“Certo che è bello grosso” pensò dovendo aprire le fauci quasi al massimo delle sue possibilità.
Rialzò quindi gli occhi fissando quelli dell’uomo che erano attenti a quanto stava facendo e, continuando a fissarlo, lasciò che quel grosso bastone gli scendesse, dritto dritto, fino in gola e si fermò solo quando le labbra sprofondarono tra i peli pubici. Si arrestò così, con le labbra appoggiate sul pube dell’uomo.
“L’hai preso tutto. Bravo. Sei davvero bravo” disse afferrandogli la testa con le mani per schiacciargliela con forza ancor più contro di lui.
Non aspettandosi quel gesto Thomas fece istintivamente una certa resistenza prima di rilassarsi nuovamente.
Il vecchio lo tenne stretto così per qualche manciata di secondi e poi, mantenendo sempre la testa ben salda tra le mani, iniziò a muovergliela avanti e indietro arrestandosi poco dopo quando gli occhi di Thomas si riempirono di lacrime ed ebbe un cenno di rigurgito.
“Sai che solo pochissimi sono riusciti a prenderlo tutto in gola. Tutto fino in fondo.”
Gli sorrise e gli ordinò di continuare a spompinarlo.
“Fammi venire in bocca. Vai avanti fin che non vengo. La prima volta di solito ci metto poco. E in una boccuccia come la tua mi sa che sarò veloce come un treno a sborrarti dentro.”
Thomas che si era già ripreso fece un cenno d’intesa con gli occhi e iniziò a fare del suo meglio. Non usò le mani e, solo con la bocca e la lingua gli fece un gran bel pompino: andò veloce e poi lento, stimolò solo la cappella ma spesso lo affondò completamente dentro di lui. Lo fece battere sulle guance per poi indirizzarlo nuovamente dritto dritto fino all’ugola, lo strinse tra le labbra, lo appoggiò con maggior forza su quello superiore e quindi sull’inferiore per poi stringerlo con forza.
Proseguì e proseguì fin quando lo sentì tremare, indurirsi ancora di più e allora si preparò per ricevere il suo nettare che, immancabilmente il vecchio gli rovesciò in gola. Proseguì fin quando, ormai insofferente per il troppo piacere e contorcendosi tra un lamento e un grugnito non gli ordinò di fermarsi completamente: “basta! Basta! Fermati. Dio che bravo!”
Thomas, sempre accoccolato sul pavimento tra le cosce dell’uomo, alzò nuovamente la testa per cercare ancora i suoi occhi e quando raccolse il suo sguardo iniziò a far uscire dalle labbra la crema che aveva trattenuto in bocca. La sputò lasciandola colare fino sul mento e poi, roteando la lingua, la raccolse tutta facendola nuovamente sparire in bocca. Ripeté la cosa alcune volte prima di inghiottire, con palesi deglutizioni, tutto quanto. Alla fine spalancò la bocca, come per far notare che non conteneva più nulla.
Appoggiò quindi la testa sulla coscia destra di Vittorio e, iniziando a far scorrere l’indice sul pene ancora eretto, sembrò quasi rimanere in contemplazione dell’inaspettato vigore che quel sesso stava dimostrando.
“Ti piace? Ti piace il cazzo?”
Sussurrò delicatamente un leggero si.
“Avresti dovuto vederlo anni fa. Adesso va ancora bene, ma una volta era un martello...”
“Si, mi piace. E’ bello. E’ proprio bello e poi è grosso e lungo. E’ tanto lungo...”
“Sciocco! Chissà quanti ne hai visti. Magari lo dici a tutti.”
“No, no. Dico davvero.”
Rise e non replicò godendosi quei piacevoli momenti.

“Bevi qualcosa? Adesso mi va una coca. Poi mi andrà anche di incularti” disse alzandosi e lasciando cadere l’accappatoio.
Il corpo, pur tonico e asciutto mostrava che gli anni erano passati.
Thomas si spostò pur restando scosciato per terra: “si, una coca va bene.”
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