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SORPRESA A QUATTRO


di RedTales
13.09.2019    |    17.250    |    16 9.7
"In quegli attimi avvertì distintamente: “Non entra?” “Ma come vuoi che entri quel cannone..."
Giulio, appena passati i cinquanta ha da scoperto pochi mesi un certo interesse per il proprio sesso e, mosso dal desiderio di fare provare, si è letteralmente buttato in un mondo che solo pochi anni prima gli sarebbe sembrato irraggiungibile. Dopo alcune esperienze, più o meno soddisfacenti incontrò un ragazzo, conosciuto tramite un annuncio, con il quale, nonostante la grande differenza d’età, si trovò immediatamente bene. Si sentì capito e le sue forme, anche se un po’ abbondanti, risultarono assai gradite al suo giovane amante che imparò ad apprezzare sia quanto riusciva a fare con la bocca sia come sapeva ospitarlo... nel lato b. Dopo la prima conoscenza i loro incontri divennero una costante delle loro vite e, anche se non assiduamente, iniziarono a frequentarsi. In uno di questi appuntamenti si promisero vicendevolmente una sorpresa.
“Ciao’”
“Benvenuto.”
“Hai riordinato!”
“Ogni tanto ci vuole, ma lo ha fatto la signora… E la sorpresa?”
“La vuoi vedere? Subito?”
“Si.”
Giulio senza perder altro tempo si spogliò completamente senza alcun indugio facendosi ammirare completamente depilato: “ti piace?”
“Dio” Sei una meraviglia!”
“Lo avevi detto che ti piacevano i maschi glabri e… lo ho fatto per te. Ti piaccio così?”
In realtà quel perfetto trattamento li aveva realizzato un centro estetico gestito da cinesi che aveva cercato addirittura dall’altra parte della città, vergognandosi a morte per tutto il tempo che rimase dentro.
“Certo! Sei fantastico così.”
Le mani di Vincenzo si allungarono per accarezzarlo trovandolo liscio e morbido. Rimase estremamente soddisfatto per quella sorpresa.
“Sembri più morbido del solito.”
“Ho anche messo per alcuni giorni una crema su tutto il corpo… Adesso mi mostri la tua sorpresa?”
“Non posso. Arriverà tra una decina di minuti.”
“Arriverà? Che cos’è?”
“Non te lo dico se no che sorpresa è.” esclamò iniziando a spogliarsi.
L’uomo non insistette fermandosi ad ammirare lo splendore del corpo del suo giovane amante che si stava scoprendo. Lo conosceva fin nei più intimi dettagli quello splendido venticinquenne ma ogni volta che lo guardava senza vestiti si eccitava e apprezzava le sue forme che gli sembravano perfette.
Appena si tolse anche i calzini gli si accucciò davanti iniziando ad accarezzare le gambe irsute per risalire fino al petto e, avvicinata la bocca al sesso, prese a leccargli lo scroto e i testicoli con avidità prima di catturargli il sesso tra le labbra.
Vincenzo lo lasciò fare ritrovandosi quasi immediatamente con una vigorosa erezione.
“E il culetto non me lo lecchi?”
Giulio lasciò uscire il membro che andò a sbattere contro la pancia per il brusco rilascio e, girandogli attorno, cominciò a far scorrere la lingua tra le natiche soffermandosi sul buchino che profanò in punta di lingua.
Lo squillo del campanello li interruppe.
“Sicuramente è arrivata la sorpresa!” esclamò dirigendosi al citofono: “Si? Si, è già qui. Vi apro.”
“Dai, dimmi….”
“Adesso lo scoprirai.”
“Permesso?”
“Si, siamo qui, entrate.”
Due giovani più o meno della stessa età di Vincenzo entrarono osservando stupiti non tanto il loro amico che evidentemente avevano già visto in tenuta adamitica, quanto l’uomo. Giulio si sentì in tremendo imbarazzo nel farsi vedere tutto nudo e cercò con lo sguardo qualcosa con cui coprirsi e, istintivamente, portò entrambe le mani sul pube, notando però la disinvoltura dell’altro che non si dimostrò per nulla turbato di farsi vedere così.
“La sorpresa sono loro.” aggiunse all’esterrefatto amante. “Mi hai detto che un tuo sogno era quello di stare con due maschi e io te li ho portati. E con me siamo addirittura in tre. Contento?”
“Ma allora non scherzavi!” gli rispose a bassa voce.
“Ma davvero faremo sesso con lui? Ma ci sta? Ci stai?”
Non riuscì a dire nulla perché nella sua mente cominciò a mettere a fuoco che probabilmente avrebbe davvero fatto sesso con tutti e tre e ne fu felice. L’unica cosa che gli riuscì fu un sorriso.
“E così è lui il tuo grassoccio morbidoso...”
“Ma non ci avevi detto che era così… tutto depilato...”
“E’ una sorpresa. Lo vedo anch’io per la prima volta così. Bene, no?”
“Si, tondolino al punto giusto e che culetto sporgente...”
“Una meraviglia.”
Giulio pensò che quei due lo conoscevano e sapevano cosa faceva con Vincenzo e rimase un po’ male per questa scoperta perché non aveva minimamente immaginato che dei loro incontri fossero fatti partecipi altri. Comunque l’incalzare degli eventi non gli diede nemmeno il tempo di pensarci troppo.
“Spogliatevi! Cosa aspettate. Non avete voglia di scoparvelo? Ci divertiremo. Lui è bravissimo. E di bocca... Un’amore!”
I due ragazzi non se lo fecero ripetere e buttati alla rinfusa gli indumenti un po’ dove capitava si denudarono. Probabilmente non era la prima volta che i tre si trovavano a condividere certe situazioni...
Lo sguardo dell’uomo percorse i loro corpi trovandoli magnifici per poi soffermarsi, in modo istintivo, sui genitali notando come uno fosse… normale ma l’altro decisamente grosso. Non riuscì a dedicare maggior attenzione perché Vincenzo lo invitò ad abbassarsi e a... prendersi cura di tutti.
“Fai vedere che bocca meravigliosa hai e come lo sai fare da Dio. E’ un mago quando te lo succhia.”
Indugiò forse per qualche secondo ma poi tutta quell’abbondanza di giovani uccelli lo spinse ad approfittarne e si mise a fare quanto richiesto. Si accucciò trovandoli proprio ad altezza di bocca e… dopo averne afferrati due con le mani iniziò a leccare, prendere tra le labbra e succhiare il terzo, alternandosi poi con gli altri.
“Piaciuta la sorpresa?”
Fece di si con la testa continuando a ciucciare e masturbare contemporaneamente tutti e tre, sorprendendosi come quel pisello che gli era sembrato grosso adesso gli apparisse enorme.
Infatti come prese la forma migliore non riuscì più a farlo entrare tutto in bocca dovendosi limitare a succhiare solo la punta.
Lo lasciarono fare, con suo grande appagamento per almeno un quarto d’ora prima di spostarsi sul letto dove proseguì quell’attento gioco di bocca che aveva fatto arrivare tutti e tre a imponenti erezioni. Il primo a voler cambiare fu proprio Vincenzo che invitò l’uomo a mettersi alla pecorina sul bordo del letto e dopo essersi messo dietro lo penetrò come aveva fatto tante volte.
Giulio si fermò ed ansimò per un attimo, proprio nel momento in cui il pene del ragazzo entrò nel suo sfintere, per il piacere ma riprese immediatamente a succhiarne uno e a maneggiare l’altro.
“Wow! Sei entrato come un fulmine.”
“Ormai lo conosco questo bel culetto. So come prenderlo” replicò iniziando ad entrare ed uscire completamente perché sapeva che così riusciva a dargli il massimo piacere. Però, forse per la presenza degli altri, iniziò a farlo molto in fretta e contemporaneamente assestò alcuni forti sculaccioni sulle bianche chiappe che, dopo alcuni colpi, cominciarono a prendere colore. Anche questo non era solito per lui ma, preso dalla frenesia del momento, evidentemente aveva abbassato il limite delle proprie inibizioni o semplicemente voleva apparire agli occhi degli altri come il… maschio alfa.
Ma la foga gli giocò un brutto scherzo perché lo portò ad oltrepassare il punto di non ritorno e quando, al limite dell’eiaculazione, si sfilò per provare a controllarla non ci riuscì, schizzando in modo involontario culo e schiena di Giulio e venendo schermito dagli altri: “Ehi! Speedy Gonzales.”
“Ma sei un fulmine!” “Vai sempre così di fretta?”
A quel punto però si era… liberato un posto che venne immediatamente occupato.
“Il preservativo, mettiti il preservativo.” provò a chiedere ma un deciso: “sono sanissimi come me, te lo garantisco.” sentenziò che tutti lo avrebbero cavalcato… a pelle.
Anche il secondo scivolò dentro con estrema facilità e si dimostrò assai più resistente e, una volta iniziato a galoppare, non smise fin che non decise di lasciare il posto al terzo pur senza essere venuto. Purtroppo, pur muovendosi ma rimanendo sempre completamente conficcato dentro non fece provare le piacevoli sensazioni di prima a Giulio che, come spesso gli capitava quando non aveva quella confidenza con il partner accettava quello che gli facevano senza dire nulla. Infatti per lui il massimo del piacere arrivava quando il pisello che lo sodomizzava entrava ed usciva completamente per poi rituffarsi dentro perché ogni volta che un pene lo allargava per entrare gli procurava violente e piacevolissime sensazioni che dopo alcune decine di volte si trasformavano in un vero e proprio orgasmo. Ma solo se aveva un certo affiatamento riusciva a confidarlo al suo partner e sicuramente non la prima volta.
Ma l’essere ben lucido e cosciente lo fece prestare molta attenzione al terzo cambio perché davanti al suo buchetto si stava mettendo proprio Martino con il suo imponente pene. Si sistemò bene proprio mentre Vincenzo, che si era piazzato davanti alla sua faccia, gli offrì nuovamente il suo salsicciotto per una nuova succhiatina. Ma Giulio non aprì la bocca rimanendo in attesa di sentire quel grosso affare che stava per aprirgli lo sfintere. Era cosciente che di quella misura non ne aveva mai presi ed era perfino leggermente preoccupato al punto di piegarsi in avanti per appoggiare il viso sul lenzuolo, e portare entrambe le mani sulle chiappe per… aprirle per bene in modo da facilitare l’ingresso.
Nonostante questo percepì perfettamente la cappella aprirsi la strada spingendo con decisione per vincere la resistenza della muscolatura che non voleva cedere e che opponeva resistenza, facendolo contorcere per un’inaspettata fitta di dolore che si trasformò immediatamente in piacere.
In quegli attimi avvertì distintamente:
“Non entra?”
“Ma come vuoi che entri quel cannone.”
“Entra, entra, adesso lo faccio entrare.” rispose con sicurezza e lasciando cadere della saliva proprio lì. Aumentò la pressione e dopo alcuni istanti di stallo sprofondò di colpo dentro.
Giulio lanciò un urletto, ansimò e rimase con la bocca spalancata per la fitta passandosi la lingua sulle labbra mentre Vincenzo che si era allungato al suo fianco ne approfittò e con un abile movimento del bacino gli introdusse quasi tutto il pisello in bocca spingendolo fino in gola e, vista la posizione con la testa appoggiata sul letto e girata di lato, non poté che… lasciarlo fare.
Così mentre quello dietro prese a sodomizzarlo con lenti e profondi movimenti che lo riempivano completamente facendolo vibrare dall’interno per le nuove sensazioni che gli procuravano, l’altro si mise a scoparlo in bocca.
Quel grosso affare gli procurò delle sensazioni che non aveva mai provato e che da dietro risalivano lungo tutto il suo pisello che, pur moscio, gli faceva provare un piacere ancora più intenso di quando si masturbava.
E anche se non se ne accorse nessuno dalla punta iniziò a scendere un filo trasparente che senza soluzione di continuità raggiunse il lenzuolo e continuò a colare fino a che il ragazzo non smise di scoparlo.
Rimase letteralmente senza fiato sia per l’intensità di quelle sensazioni che iniziarono a farlo godere in un modo diverso da quello che solitamente lo portava all’orgasmo sia per la bocca quasi ostruita. Preso com’era dal fuoco che si sentiva dentro nemmeno percepì più i due falli che da direzioni opposte lo violavano fin nella profondità della sua intimità. Godeva e basta, non riuscendo nemmeno a capire cosa lo stava facendo appagare così e cosa dicevano i tre attorno a lui che continuavano a parlare e a ridere.
Lo riportò al presente una frase di Vincenzo che: “prova a entrare e uscire del tutto. Così lo farai morire. Gli piace tantissimo il dentro fuori.”
Martino non se lo fece ripetere, anche perché ormai era da parecchi minuti che lo cavalcava incessantemente, e tirò completamente fuori dal buchetto l’uccello.
“Ma lo hai sfondato! Cazzo! Guarda come è aperto.” furono le ultime parole che Giulio sentì prima che la mazza, dopo aver esitato qualche istante per far richiudere lo sfintere, si scaraventò nuovamente dentro di lui.
Fu un’altra fitta ma non di dolore quanto di estremo piacere. Fortissimo, talmente intenso da farlo vibrare tutto. Se ne accorsero tutti e la cosa piacque moltissimo a Martino che cominciò a fare quanto suggerito dall’amico portando ben presto Giulio allo sfinimento.
“Basta! Basta, ti prego, non ce la faccio. Basta! Basta! Fermati.”
Provò perfino a divincolarsi per sottrarsi a quell’imponente e prolungato orgasmo ma non ci riuscì. Nel frattempo Vincenzo si era sfilato e si godeva lo spettacolo di quel corpo che stava esplodendo sotto quelle mazzate e, quasi con sadismo, ritenne di aumentare le “sofferenze” del suo amante e, afferrato bene il suo pene umido e sgocciolante e quasi in erezione, diede inizio ad una lenta masturbazione. Altri fremiti si aggiunsero ai già violenti e ripetuti sussulti e in pochi istanti la mano che gli stringeva il sesso fu impiastricciata con una bianca colata...
Le urla di Giulio si fecero decise tanto che gli altri lo invitarono ad abbassare la voce e vedendosi inascoltati gli tapparono la bocca con una mano.
Purtroppo, come tutte le cose belle anche questa giunse al termine con un enorme eiaculazione che inondò l’intestino e, una volta che Martino uscì, si poté ammirare l’abbondanza di crema guardando i ripetuti fiotti che continuarono ad uscire dal buchetto man mano che questo, non smettendo di pulsare, riprendeva le dimensioni originali. Ma di liquido da quella fessura ne uscì davvero tanto e colò a lungo tra le gambe macchiando le lenzuola.
Giulio si lasciò cadere, in debito di ossigeno, sul letto, luccicante per il sudore che lo avvolgeva dappertutto. Era terribilmente provato per quanto aveva goduto ed era talmente felice che avrebbe potuto toccare il cielo con le dita. A Vincenzo quello spettacolo fece venire ancora voglia ma si trattenne, vedendo l’uomo veramente sfatto e quasi incapace di sollevarsi e nonostante quel pertugio pulsante che continuava ancora a lasciar uscire delle gocce biancastre sembrava invitarlo ad entrare… non lo fece.
Quelle che dovevano essere due occasionali sorprese divennero una piacevole abitudine: Giulio continuò a depilarsi e i quattro si ritrovarono almeno una volta alla settimana a casa sua per godere alla grande e gli orgasmi che vissero furono ancora più imponenti e prolungati per tutti.
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