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Prime Esperienze

E IL SUO CAPOUFFICIO GLI MISE LA MANO...


di RedTales
01.03.2015    |    23.348    |    3 9.5
"“Ma in ufficio” “In ufficio niente” disse deciso e allungò una mano sulla gamba del ragazzo che provò a spostarsi..."
Simone era euforico e al tempo stesso dubbioso.
Aveva combinato un appuntamento tramite appuntamenti69 con un bel ragazzo.
Si, lo sapeva che spesso il tutto si rivelava un fiasco. Le foto non sempre sono quelle giuste, l'età è un po' più alta, le misure sono approssimative e via discorrendo.
Questa volta il suo misterioso boy dichiarava di avere 24 anni, di essere alle prime esperienze, di gradire una persona sicura ed esperta e di aver tanta voglia di lasciarsi guidare in questo nuovo mondo. Sottolineava anche di sentirsi passivo e di gradire qualche cosa di soft, per cominciare ma di sognare di essere posseduto da un vero uomo. Le premesse c'erano tutte per poter pensare ad un incontro con dei risvolti piuttosto piccanti.
Infatti Simone era un uomo vicino alla cinquantina, ma particolarmente in forma. Qualche capello grigio, ma pochi, fisico asciutto e sportivo, un po'autoritario, decisamente attivo e particolarmente “porcello”. L'esperienza, poi, era piuttosto consistente e, non ultimo, viveva da solo in una villetta, potendo quindi ospitare in completa tranquillità chicchessia.
Si erano scambiati le rituali foto dove si vedevano i loro “attributi” e, quello di Simone, era stato particolarmente apprezzato.
Così, dopo alcune mail la data e il luogo era stato fissato.
Ormai era quasi ora di chiudere l'ufficio e così fece un giro tra i suoi impiegati per vedere se ci fosse qualche problema. Oggi doveva scorrere tutto liscio. Non voleva ritardare.
Per fortuna non c'erano complicazioni o intoppi di particolare rilevanza.
Marcella non riusciva a chiudere una fattura ma lui trovò subito un escamotage per bypassare il problema. Un'altra signora non trovava più due bonifici che erano stati fatti in data odierna, ma dall'estratto conto online si poteva aver conferma del tutto e, poteva bastare.
Restava solo una tabella “impazzita” di Stefano.
Era tassativo salvarla ma prima bisognava riformattarla e il computer non sembrava avesse voglia di farlo.
Diede i consigli giusti ma la situazione non si sbloccava. Provò ad entrare nella posizione dal suo terminale, ma non ci riusciva. Nel frattempo era giunta l'ora di chiusura e tutti, un po' alla volta se ne andarono.
Cazzo, questa non ci voleva, pensò e poi espresse pure ad alta voce il suo pensiero.
“Mi dispiace” disse Stefano, “se ha degli impegni, resto a provare, in un modo o nell'altro riuscirò a salvare i dati”.
“Non fa niente, ho un impegno, ma sul tardi. E poi questi dati sono importanti e devono essere chiusi con certezza”.
Si sedette a fianco del ragazzo e cominciò a smanettare. Dopo un buon quarto d'ora fu proprio il giovane impiegato a scoprire il motivo dell'arcano. Un dato, fornito dalla sede centrale presentava un valore non previsto in quel campo. Tolsero l'informazione e, miracolosamente, tutto ritornò a posto.
Soddisfatto fece chiudere la postazione e, dopo aver inserito allarmi, controllato luci, verificato che tutto fosse a posto, lasciò l'edificio.
Sulla porta salutò Stefano “Bene, buona serata. A caccia di ragazze?”
“Oh no, forse vado a trovare una persona. Ma non esco tanto, di solito sto a casa”
“Tranquillo casalingo, allora!”
“Beh, si...”
“Allora tranquilla serata o buona visita”
“Grazie”
“Ciao”
“Arrivederci signor Zanetti”
Mentre raggiungeva la sua macchina Simone ripensò a quel timido ragazzo, molto educato, preciso sul lavoro, fin troppo riservato. Chissà che persona doveva incontrare uno così, si domandò.
Ma poi i suoi pensieri si fiondarono sul suo appuntamento e non ci fu spazio per altro.
Arrivato a casa fece una rapida doccia, lavandosi con attenzione, si mise un buon deodorante e un profumo che a lui piaceva particolarmente e poi cercò dei vestiti che potevano essere adeguati al primo incontro e, magari, alla prima scopata o semplicemente alla prima sega, se quello fosse stato troppo titubante.
Uscì, come era solito fare in questi casi, in ampio anticipo. Gli piaceva raggiungere il luogo dell'incontro molto presto per poter trovare un buon angolino di osservazione per poter vedere, senza essere notato.
Così facendo aveva schivato diversi “personaggi” inopportuni.
Questa volta era facile farlo. Dovevano incontrarsi al tavolo di un bar. Per riconoscersi avevano concordato di portare un libro e di appoggiarlo sul tavolino. Poi si sarebbero chiamati al telefonino per conferma.
Simone il libro lo aveva portato, ma lo teneva ben nascosto in un sacchetto di carta.
Prese posto in un angolo defilato e cominciò ad aspettare, facendo molta attenzione se arrivasse qualche ragazzo da solo. Ma non ne arrivò nessuno. Arrivata quasi l'ora prestabilita vide arrivare proprio Stefano che si sedette ad un tavolo.
“Per fortuna non mi ha visto”, pensò subito stizzito. “Ma proprio qui doveva venire? Ma non poteva restare a casa? E poi dice che non esce tanto...” La cosa lo infastidiva. Si guardò in giro nervosamente,. Non c'era nessun ragazzo solo. “No, la serata è rovinata. Questo non si schioda ed è meglio andare. Non si sa mai. Meglio evitare casini...”
Solo allora si rese conto che per uscire doveva, per forza passare proprio vicino al suo impiegato. Fu ancora più seccato della cosa. Attese altri dieci minuti e poi decise di andarsene. Sarebbe passato velocemente , facendo finta di non vederlo. E così fece.
Ma proprio mentre era al suo fianco vide, appoggiato sul tavolino, il libro.
“Ma... allora è lui...”
In un attimo cambiò strategia. Si girò verso Stefano “Ma guarda. Quando si dice il caso”
“Bu... buona sera... signor Zanetti”
“Che caso, no. Ci si lascia e dopo un po' ci si ritrova. Aspetti qualcuno?”
“N... noooo. Nnnnessuno”
“Allora hai fatto uno strappo alla regola, sei uscito”
“Sssi”
“Dispiace se mi siedo. Così si parla un po'”
“No, no, anzi... Prego, si sieda”
“Dai, adesso mi puoi dare del tu. Qui non siamo mica in ufficio”
“Oh. Va bene. Come vuole”
“Come vuoi”
“Si, si”
“Che leggi di bello”
“Niente, niente. Un giallo” disse arrossendo e mise rapidamente nella tasca della giacca il volumetto.
Anche Stefano, adesso aveva paura che qualcuno si avvicinasse al tavolo con un libro. Era meglio farlo sparire.
Proprio in quel momento al tavolo vicino al loro si sedette un signore che cominciò a guardarsi introno. Simone percepì il disagio di Stefano e se ne impossessò.
“Qualche cosa che non va?”
“No, no”
Parlò ancora un po', poi, vedendolo teso, gli propose di andare a bere una cosa a casa sua.
Stefano accettò volentieri, pur di cavarsi da quella situazione. Aveva paura che un fantomatico uomo arrivasse li e gli chiedesse se era venuto li per lui.
Salirono in macchina e arrivarono alla villetta di Simone.
Lo fece sedere sul divano, gli offrì un amaro e poi gli si sedette vicino.
Cominciò a parlare del più e del meno, poi cominciò a toccare argomenti più personali. Fino ad un: “Ma come stai a figa?”
Imbarazzato e con le gote in fiamme il ragazzo rispose: “Beh, non ho una ragazza... e...”
“Sai, ti dirò, è un segreto. Lo sai mantenere un segreto tu?”
“Si, certamente...”
“A me le donne piacciono ma...” e abbassò la voce come per paura di farsi sentire “... ma un buon cazzo, me lo fa tirare ancora di più”.
E rimase a guardare la reazione di Stefano che era ancor più rosso. Lo guardò a lungo, mentre lui aveva lo sguardo basso.
“Un bel cazzo” riprese “magari con uno che non conosco e che ho conosciuto su internet. Magari uno che mi ha mostrato delle belle foto con il suo pisello al vento...”
Fece una lunga pausa e poi continuò
“Magari con un ragazzo più giovane, di quelli alle prime esperienze e che cercano una persona sicura ed esperta che li guidi in questo nuovo mondo. Magari, all'inizio solo con qualche cosa soft...”
A questo punto gli occhi di Stefano brillarono. E, appena il suo capo appoggiò sul tavolino il libro, capi tutto.
“Ma allora lei era li per me?”
“Si, ti ho visto subito e, dal libro ho capito...”
“Mio dio, e adesso?”
“Adesso cosa? E' una cosetta tra di noi”.
“Ma in ufficio”
“In ufficio niente” disse deciso e allungò una mano sulla gamba del ragazzo che provò a spostarsi.
“Dai, sei quello che cercavo da tempo. Ma sul serio sei alle prime armi”
Paonazzo dall'imbarazzo tirò fuori ancora un filo di voce per rispondere:
“Si, si, mai fatto niente... Mai avuto un incontro... E' sul serio la prima volta... M... ma non volevo”
“Non volevi cosa?”
“N... non so”
Vedendolo così indeciso l'uomo si mostrò risoluto e tiratolo con una mano verso di se, se lo strinse contro, cominciando a baciarlo sul collo. Lui si lasciò fare.
“E' fatta” pensò soddisfatto mentre con la mano cominciava ad accarezzargli il pacco.
Gli sbottonò la camicia e gli accarezzò il petto, bianco e glabro, poi scese con la bocca per leccarlo e baciarlo. Quindi lo fece alzare davanti a se e gli sbottonò i pantaloni e, piano fece scendere gli slip. Poi gli chiese di mettersi nudo. Lasciò fare tutto e obbedì.
Era splendido con con quel corpo magro e tonico. Con una carnagione pallida e con quel pisellino che, nonostante l'eccitazione non sembrava... crescere.
Una rada peluria circondava il pene che sparì subito nella bocca di Simone.
Un lento e accurato pompino fece mugolare il giovane portandolo all'orgasmo e ad un'abbondante eiaculazione.
"S... ss... sono venuto... con te... ho sempre ... fatto... da solo..."
“Bravo, sei venuto subito. La prima schizzata in compagnia... Questa te la ricorderai per un bel po' di tempo" disse cominciano a spogliarsi. “Guardami, toccami e fammi quello che ti ho fatto io”
Il ragazzo restò indeciso davanti a quel grosso cazzo in tiro, ma poi cominciò a sfiorarlo, poi a toccarlo, poi ad appoggiarci sopra le labbra e, piano piano, cominciò ad assaggiarlo.
“Sei capitato bene. Sarò un bravo maestro. Fammi vedere cosa sai fare, poi ti insegnerò tante cosette” disse sorridendo e passando le mani tra i suoi capelli.
Per quella sera si accontentò di farsi fare una mezza sega, interrotta perlopiù nei momenti migliori e terminata con uno schizzo sul divano. Ma era un buon inizio.
Quel ragazzetto gli avrebbe dato grosse soddisfazioni in futuro. Era perfetto per essere il suo docile servetto, sia a casa che in ufficio.
Stefano non se ne rendeva conto, ma quello era l'inizio di un lungo cammino di piacere, umiliazioni,
orgasmi, obbedienza e sesso senza limiti..
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