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Gay & Bisex

E LO SPINSI DENTRO IL SUO CULO


di RedTales
09.02.2015    |    52.230    |    12 9.7
"Beh, lui voleva giocare e io ero li per accontentarlo..."
Certo che i giovani d'oggi sono esagerati. Qualche giorno fa mi ha scritto un ragazzo perché gli piaceva un mio annuncio. Mi ha chiesto di vederci. Vista la sua età, vent'anni, e vista la mia, cinquanta, gli ho risposto che per me era troppo giovane. Che preferivo incontrare persone almeno con il doppio dei suoi anni. Pensavo fosse finita li. Invece no. Mi ha scritto parecchie altre volte dicendo talmente tante cose da farmi strappare un appuntamento. Il suo linguaggio era sopra le righe e quello che mi proponeva di fare, forse, lo era ancora di più. Mi ero fatto l'idea di un... contaballe.
In ogni caso decidemmo di vederci e mi dette un indirizzo. Arrivato, la casa c'era.
Suonai, già pensando ad uno scherzo, ma mi aprì un bel ragazzo, molto giovane e con dei capelli rossi che indossava solo un asciugamano legato in vita. Accidenti, era uno spettacolo. Era lui. “Entra, ti aspettavo. Ancora un po' e cominciavo da solo”. Non aveva ancora chiuso la porta che già mi aveva messo la mano sul pacco e si era lasciato cadere l'asciugamano. Se un attimo fa avevo pensato che era uno spettacolo, adesso non avevo più parole. “Spogliati che ti voglio succhiare”. Ecco, questo è stato il suo saluto. Chiaramente non feci in tempo a farlo perchè lui mi si inginocchiò davanti e, presa in mano la situazione, mi sbottonò e calati pantaloni e mutande, si tuffò letteralmente sul cazzo. Se lo infilò tutto in bocca lasciandomi senza parole. Dopo una bella succhiata, quando l'affare era già pronto si alzò e mi tirò per mano sul divano per finire di spogliarmi.
- “Fammi quello che vuoi. Mi piace tanto sentirmi il tuo porcellino. Puoi farmi quello che vuoi. Mi piace tutto”. Beh, lui voleva giocare e io ero li per accontentarlo. Se fino a poco prima non ne ero convito, adesso la cosa mi stava eccitando. Gli chiesi di farmi vedere bene il culo e lui si mise a scavalco dello schienale del divano per farmelo ammirare il più... aperto possibile.
- “Ti piace? Se ti piace prenditelo. E' tuo. Sfondalo”. Accidenti, pensai, questo non sta zitto un momento. Infatti, continuò: “fammi sentire porco. Picchiami. Sbattimi come vuoi”. E, dicendolo si diede due o tre forti sculacciate. Poi con tutte e due le mani si allargò il culo.
- “Ti piace? Perchè non mi fai niente?”
- “Come non ti faccio niente, adesso vedrai cosa so farti”. Appoggiai le mani sulle natiche. Di certo era un bel culo: sporgente, sodo, tondo. Aveva un po' di peli, ma pochi, quasi color carne. Ma era la carnagione che era incredibile, di un bianco latte. C'era qualche brufolo, forse dovuto alla giovane età. Diedi una forte stretta alle chiappe e mi buttai nello spacco, leccandolo tutto. Meraviglioso. La lingua scorreva su e giù per poi infilarsi nel buco con una naturalezza incredibile.
- “Si, così, leccamelo tutto. Ti piace?” Lui continuava a parlare. “Dio come ti sento la lingua. Cazzo se ci sai fare. Spingila dentro. Più dentro. Ahh.” Dopo essermi saziato di tanto ben di Dio mi sollevai e gli chiesi l'età.
- “Ne devo fare venti tra un mese, ma scopo da quando ne avevo sedici. Quasi sedici”.
- “Hai iniziato presto”.
- “Il cazzo mi piace da quando ero piccolo. Già alle elementari, quando potevo, lo toccavo a tutti e tutti ridevano. Alle medie ho capito che era meglio non farlo e alle superiori ho scoperto che tanti me lo volevano dare...”. Sottolineò questa frase con una bella risata e proseguì subito, come un navigato intenditore: “ma basta parlare di me, mi scopi? Me lo sbatti dentro subito?”
Accompagnò le frasi con irripetibili bestemmie e, vedendomi un po' indeciso mi incalzò con ancor più decisione, toccando altri tasti della mia psicologia.
- “Ma sei qui per scopare o per cosa? Non dirmi che non ti va più? Un cuore d'oro? Guarda che a me piace e che io sono fatto così. Mi sbatti, mi inculi e... giù un'altra bestemmia e siamo contenti in due”.
Sinceramente ero perplesso. Quel corpo mi eccitava, e molto, ma il modo di fare, così diretto e volgare mi faceva perdere la voglia. Forse non avevo mai incontrato uno come lui e la cosa non riuscivo a digerita. Forse tanta volgarità gratuita non mi lasciva indifferente. Però, il tutto, aveva un sapore strano e, in fondo, eccitante.
- “Mi vuoi legare? Dai, cazzo, legami, poi mi fai quello che vuoi. Ti piace così? Anche a me. Poi mi fai tutto quello che vuoi”.
Andò rapido in una stanza e ritornò con corde e legacci. Li buttò sul divano. Mi diede una corda e si inginocchiò davanti a me intrecciando le mani e sollevandole sopra la testa. Voleva che le legassi. Contemporaneamente si infilò il mio uccello in bocca e cominciò a succhiarlo. Lo aspirava con avidità. A questo punto decisi di giocare come voleva lui. Gli legai le mani, strette, accertandomi che non potesse liberarsi e che i nodi fossero ben fatti. Lo afferrai per i capelli e lo feci alzare. Le mani erano legate e penzoloni sul davanti. Mi guardò soddisfatto e, girato, si appoggiò al muro con la testa e mi offrì nuovamente il culo.
- “E' ancora umido della leccata, mettimelo dentro”. Come non farlo?
- “Metto il preservativo e entro”.
- “No, senza. Io sono a posto. Se non ti fidi sul tavolo c'è anche il certificato del mese scorso, guardalo”. Cazzo, adesso ero spiazzato.
- “E perchè lo hai fatto?”
- “E' da quando ho fatto diciotto anni che ogni tre o quattro mesi lo faccio perchè tanti lo vogliono vedere prima di fare”. Sempre più spiazzato da questo “professionista non mercenario” che, per invogliarmi si stava piegando in avanti per far sporgere in fuori il culo ,e sempre più eccitato, gli puntai il bastone sullo scroto, poi lo feci risalire e, impugnandolo, lo misi proprio sul buchetto. Un attimo e fui dentro. Cominciai a scoparlo. Scorreva che era una meraviglia. Lui inarcava ritmicamente la schiena per assecondare i miei movimenti. Gli accarezzai le spalle. La pelle, bianchissima, è morbidissima era liscia. Lui iniziò ad ansimare e a gemere ad alta voce. Almeno per adesso aveva finito di vomitare volgarità. Quando lo vidi ben soddisfatto, lo tirai fuori, suscitando le sue rimostranze per l'interrotto piacere.
Stanco di tante chiacchiere lo imbavagliai con quanto aveva lasciato sul divano. Mi guardò stupito. Forse questa mossa non se l'aspettava. Vedendo un paio di cavigliere, gli bloccai anche i piedi. Adesso si che era veramente alla mia mercè. Mi sedetti su una sedia e gli ordinai di mettersi sopra le ginocchia. Con difficoltà riuscì a farlo e cominciai a sculacciarlo energicamente con sonori schiaffoni fino a che entrambe le chiappe non furono belle rosse.
- “Ti piace? Adesso si che sei la mia troia?
Oltre ai lamenti strozzati dalla fascia non aggiunse altro. Lo spinsi per terra e sollevate le gambe, me le misi dietro la testa e, tiratolo su di peso, trovata una posizione che si avvicina a quella dell'acquedotto, ripresi a incularlo con colpi decisi. Nonostante fosse scomodo e mezzo sollevato, sembrava gradire da quanto si dimenava per cercare di sentirlo meglio. Quando capii di essere vicino all'arrivo mi fermai completamente e, liberatomi da quel groviglio, lo aiutai ad alzarsi per farlo mettere gattoni sul divano. Gli liberai la bocca e, mentre riprese a incitarmi, glielo infilai dentro chiedendogli di darsi da fare con un bel deepthroat. Può sembrare assurdo ma cercò di tenerlo tutto dentro, dritto dritto, fino in fondo, senza spostarlo lateralmente. La bocca era spalancata all'inverosimile e il cazzo scivolava sulla lingua per sbattere sul fondo della gola e, nonostante le mani e i piedi bloccati si sforzava di assecondare i miei movimenti. Mi fermai proprio in tempo, con qualche goccia che già faceva capolino. Non ero quasi uscito che riprese:
- “Scopami, scopami... riempimi di nuovo la bocca... scopami, anco...”
Strinsi di nuovo il bavaglio e le parole si spensero in incomprensibili mugolii. Gli dissi che adesso volevo che si scopasse da solo a smorza candela e, per questo, gli avrei liberato i piedi. Mi distesi supino sul tappeto e lui mi scavalcò per posizionarsi ma lo obbligai a girarsi con la schiena verso di me. Lo fece e, aiutato dalle mie mani che guidarono il cazzo, se lo infilò tutto nel culo. Per me lo spettacolo era superbo nel vedermi sprofondare tutto dentro ad ogni movimento. L'inclinazione era perfetta e gli stimoli che mi arrivavano paradisiaci. Questa volta decisi di non trattenermi troppo e, dopo qualche minuto mi lascia andare completamente, sbrodolandogli abbondantemente nell'intestino. Lui, incurante dei miei ordini, continuò a pompare, togliendomi il fiato e obbligandomi ad afferrarlo per i capelli per farlo smettere. Lo buttai sullo schienale del divano e mi tuffai subito, sperando di farcela, di nuovo dentro di lui. Senza muovermi tanto ma roteando il cazzo mi presi ancora quelle bellissime sensazioni di piacere che mi arrivano una volta schizzato.
- “Sfondami, spaccami il culo, rompimelo, sfondamelo”. Si era liberato e aveva ripreso ad incitarmi intercalando le richieste con parolacce e volgarità.
Decisi di accontentarlo e puntando le dita su quel largo orifizio cominciai a premere. Si intrufolarono fino a metà mano e poi, vinta una piccola resistenza, scivolarono dentro fino al polso. Spinsi dentro metà avambraccio e, fatto il pugno, lo lascia sbattere sul fondo. Tutte le pareti erano perfettamente pulite e lui sembrava una gatta in calore. Feci andare dentro e fuori il braccio, fino al polso, decine di volte finché fu lui che, per farmi fermare, si lasciò cadere di lato fino ad arrivare al pavimento.
Adesso lo scavalcai io e mi sedetti sulla sua pancia per tenerlo fermo, anche se credo, visto come era in debito di ossigeno, non si sarebbe potuto muovere più di tanto, bloccandogli di nuovo con le manette i piedi e poi stringendo con nodi più forti la bocca.
Seduto al suo fianco cominciai a masturbarlo, dopo avergli ben lubrificato il pisello. Cercò di dissuadermi contorcendosi e facendo di no con testa e mugoli. Ma una bella sega era proprio quello che mi andava di fargli e, impugnatolo bene, iniziai a scappellarlo lentamente per far scorrere il più possibile la pelle. Ogni tanto acceleravo per poi fermarmi e quindi riprendere. Dopo un buon quarto d'ora dovetti sedermi su di lui che voleva sottrarsi a quella masturbazione forzata e prolungata. Ma riusci a resistere e la feci durare una buona mezz'ora. Quando lo lascia venire il membro era totalmente arrossato per quanto ci avevo lavorato sopra.
Fece un bellissimo schizzo, molto alto che mi eccitò e, toccandomi solo un pochino riuscii ad avere un'altra accettabile erezione. Lo feci rotolare, sempre steso per terra, e me lo inchiappettai di nuovo. Ormai ero stanco ed appagato, così lasciai che la natura facesse il suo corso ma, essendo la seconda volta, fu abbastanza lunga, quasi al limite delle mie possibilità. Ma ne valse la pena, il godimento per quella lunghissima seconda scopata fu assai grande.
Una volta fatto, mi sedetti vicino a lui e gli liberai le mani, lasciando che finisse da solo di togliersi il resto.
Mi disse subito che gli era piaciuto da morire e che ero stato superiore alle sue aspettative, che lo avevo trattato proprio come una troia e che mi ero fatto i miei porci comodi con il suo culo e questo lo aveva fatto morire dal piacere. Ma la masturbazione forzata lo aveva letteralmente fatto impazzire perché non gliela aveva mai fatta nessuno.
Non disse molto altro perché volle mettersi a leccarmi per sentire i sapori del mio sperma e del suo e chissà che altro. Passò la lingua dappertutto, senza dimenticare alcun angolino. Quando si staccò aveva un'espressione veramente soddisfatta.
Ormai si era fatto tardi e gli dissi che me ne sarei andato.
Ci salutammo cordialmente e mi chiese di tornare, magari per fargli qualcosa di più hard.
- “Adesso che ci conosciamo puoi andare anche oltre. Mi piace l'estremo. Ti aspetto”.
Mentre tornavo a casa pensai che avrei dovuto dare un'occhiata a qualche sito porno per trarre ispirazione per la prossima volta, anche perchè, per me, ero già stato fin troppo... oltre...
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