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IL CULETTO SOTTOMESSO E' PER TUTTI.


di RedTales
11.11.2016    |    29.970    |    5 9.8
"“Voglio vedere se ti sei preparato bene..."
Quel giorno ero eccitatissimo, Sandro mi aveva promesso una sorpresa che, diceva, mi sarebbe piaciuta sicuramente. Ormai ci frequentavamo dalla fine dell'estate scorsa, quasi da un anno e sapevo che in questi casi era sempre riuscito a sorprendermi. Ci avevo pensato su fin da quando, due giorni fa, me lo aveva detto, ma non mi era venuta alcuna idea su quel qualcosa di nuovo a cui aveva accennato. Così, incerto su cosa avrei dovuto fare,mi preparai con più attenzione del solito per apparire nella miglior forma possibile. Quando me ne andai da casa mi sentivo perfettamente bene ed ero certo che anche questa volta gli sarei piaciuto ed io sarei stato soddisfatto dalle sue proposte.
Come entrai ci baciammo a lungo. Ormai era una consuetudine, una bellissima consuetudine (vedi racconto: UN ADORABILE CULETTO SOTTOMESSO). Mi piaceva da impazzire essere accolto dai suoi baci e anche questa volta le nostre lingue giocarono lungamente tra loro. Quando si staccò, appagato, mi ordinò, come sempre, di spogliarmi. Lo feci in fretta e velocemente, perché ormai l'estate era iniziata e indossavo ben pochi indumenti, e rimasi in attesa delle sue richieste.
“Voglio vedere se ti sei preparato bene...” Pensando che lo aveva già fatto altre volte e che non era questa la sorpresa, mi lasciai accarezzare, toccare e osservare fin nei più nascosti angolini del corpo. Lo fece con calma e attenzione e non trascurò nulla.
“Perfetto! Sei semplicemente perfetto! Proprio come ti volevo per oggi! Sei liscio come un petalo di rosa dappertutto. Mi piaci, sai! Mi piaci sempre!” Ero contento di quello che disse. Ero contento di averlo soddisfatto anche quella volta.
Proseguì con la frase che stavo aspettando: “vuoi sapere cosa facciamo oggi?” Feci di si con la testa e lui continuò dicendomelo: “andremo in una spiaggia lungo un fiume. Una spiaggia dove di solito ci sono tanti bei maschietti e poi...”
“E poi?”
“Mah? Per adesso accontentati di sapere dove andiamo. Cosa faremo lo scoprirai la...” e, passandomi un anello elastico, mi disse di infilarmelo alla base delle palle. Lo feci. La misura era giusta e, anche se mi stringeva leggermente, mi sollevava i testicoli. Mi fece mettere solo pantaloncini, maglietta e scarpe e ci avviammo al fiume. Era a più di un'ora di macchina da casa.
“E' un po' lontano, così sicuramente non incontri qualcuno che ti conosce. Ma è un gran bel posto, ci vado ogni tanto...” Lungo la strada, come faceva quasi sempre quando eravamo in macchina, mi infilò una mano dentro i pantaloncini e giocò a lungo con quello che c'era dentro. Inutile dire che quella era la parte del viaggio che preferivo perché la sua esperta mano sapeva sfiorarmi o stringermi sempre nel modo giusto riuscendo a procurarmi un intenso e prolungato piacere…
Finalmente prendemmo una strada secondaria e dopo alcuni chilometri ne imboccammo un'altra, questa volta sterrata.
“Siamo quasi arrivati!” disse dopo un ultimo tratto indicandomi uno slargo pieno di automobili parcheggiate e aggiunse “bene, c'è movimento”. Proseguimmo ancora, incontrando altre macchine ferme ai bordi della strada. In una c'era un signore abbastanza anziano, nudo, seduto con la porta aperta.
“Qui ci sono tanti uomini maturi e pochi ragazzi. E i ragazzi lo vogliono solo prendere… Quindi tu sei… giusto.” E rise. Passammo vicino ad altri tre uomini nudi che stavano parlando tra loro e finalmente, indicando una piazzetta, accostò e parcheggiò. Scendemmo. Prese due asciugamani e mi fece spogliare. Lui non lo fece. Ci incamminammo su un sentierino e poco dopo raggiungemmo il fiume. Davanti ai miei occhi la riva, coperta da un fine pietrisco, era zeppa di uomini. Erano tutti sparpagliati e non vicinissimi. Tutti nudi. Alcuni erano seduti, altri prendevano il sole sdraiati, alcuni, in piedi, chiacchieravano. Non avevo mai visti tanti maschi nudi tutti assieme. Purtroppo erano tutti molto grandi. Camminammo ancora un po' tra di loro finché Sandro trovò un posticino tranquillo e stese gli asciugamani. Uno dei vicini fece un commento su di noi e in particolare sul mio culo. Mi girai a guardarlo e con buffe espressioni del viso e passandosi la lingua sulle labbra provò a vedere se ci stavo. Accidenti non eravamo quasi arrivati e già… “c'è proprio movimento” pensai mentre mi sentivo già in difficoltà. Non dissi o feci nulla e mi girai.
“Hai già fatto colpo! Qui ci sono pochi ragazzi e quelli che ci sono sono sempre gli stessi e si danno a tutti. Tu sei una novità e una gran bella novità. Vedrai che ci sarà la fila per vederti… Mi sa che qui tutti ti vorrebbero scopare...” Se prima ero in difficoltà adesso avrei voluto sprofondare. Non mi aspettavo nulla di simile.
Balbettai un: “tutti mi vorrebbero scopare?” “Dai, è un modo di dire. Mica te lo fanno sul serio. Però sicuramente lo vorrebbero fare. Hai visto come ti guardavano tutti?” Si, avevo visto che qualcuno ci guardava, ma, intento ad osservare tutta quella gente, non avevo fatto tanto caso ai loro sguardi insistenti. Infatti, guardandomi attorno mi resi conto che gli sguardi di tutti quelli nelle vicinanze erano diretti verso di noi, anzi verso di me e più precisamente mi guardavano dalla vita… in giù. I sentimenti che provai immediatamente, guardando meglio tutti quei maschi, virarono da altre parti. Perché immaginai anche di essere li da solo e di diventare il loro centro di interesse e, sognando ad occhi aperti, mi vidi già concedermi, con fare da “gran donna”, ad alcuni di loro, scegliendone uno e rifiutando l'altro per poi dire nuovamente di si ad un terzo e… così via.
Un'altra frase di Sandro mi fece tornare alla realtà: “hai fatto colpo” disse spogliandosi.
“Siediti che vediamo come gira qui...” Lo feci subito. Sandro si sedette vicino a me e cominciò a guardarsi intorno.
“Si, c'è movimento. Parecchio. Vedi, quelli che vogliono fare vanno di la” e mi indicò la sponda opposta.
“Guarda, guarda quello, avrà la tua età e sta andando proprio la. Per me va in cerca di cazzi...” Effettivamente li di cazzi ce n'erano tanti.
“Ma sei sicuro che qui sono venuti tutti per combinare? Non potrebbero essere qui per prendere il sole?”
“Dai! Lo conosco questo posto, ci vengo ogni tanto. Qui si viene solo per fare...” Forse vedendomi un po' incredulo mi invitò a seguirlo e ci incamminammo tra la vegetazione. Fatta una decina di metri ci imbattemmo in due che stavano scopando, attorniati da altri tre che guardavano… toccandosi.
“Cosa ti dicevo?” Aveva ragione.
“Chissà dove è andato il ragazzo...” Poiché mi ero fermato a qualche metro da quel gruppetto a guardare, mi prese per la mano e mi tirò avanti. Girammo per un poco ma non trovammo nessun 'altro fino a quando mi indicò altri due appartati. Ci avvicinammo. Un altro uomo, accucciato per terra, stava facendo tranquillamente un pomino all'altro che gli teneva la testa con le mani. Anche questa volta non mi fece restare a guardare e mi trascinò avanti. Continuammo a girovagare quando incontrammo il ragazzo che mi aveva indicato prima. Stava camminando nella direzione opposta alla nostra e come incrociò Sandro, si fermò e si mise a guardarlo proprio li cominciando a muovere la lingua tutt'attorno alle labbra. Era evidente cosa intendeva ma, per esplicitarlo ancora di più, con una vocina effeminata aggiunse: “vuoi che te lo succhi?”. Accidenti, penasi, proprio esplicito…
“Lo so fare bene, sai!”
Il mio uomo mi guardò, mi sorrise e mi disse: “vediamo cosa sa fare questo qui. Dice che è bravo. Vediamo, vediamo...” Il ragazzo si accucciò davanti a lui e iniziò a passargli la lingua dappertutto prima di accoglierlo in bocca. Non ebbi nemmeno il tempo di realizzare cosa stava per succedere che il tutto stava già avvenendo davanti ai miei occhi. Sinceramente non me lo sarei aspettato e la cosa mi fece incazzare. Sandro che si fa un altro ragazzo e io sono li a vedere. Ovviamente feci finta di nulla, nascondendo i miei rancori. Semplicemente me ne stetti li, a un metro da loro ad osservare quanto quella troia si divertisse con il suo cazzo. In testa tanti pensieri che si bloccarono istantaneamente appeni una mano mi si appoggiò sul culo. Mi girai vedendo un uomo che mi sorrideva continuando a palpeggiarmi.
Mi spostai di lato: “cosa vuoi?” Fece una faccia stupita e notai che vicino a noi c'erano altre persone che toccandosi o masturbandosi ammiravano la scena. La mano si appoggiò nuovamente su di me, accarezzandomi.
“Aiuto!” pensai, “cosa faccio?”
Sandro, come se lo avesse capito, mi ordinò: “vieni qui, leccami il culo! Muoviti!” Non me lo feci ripetere e, spostandomi dietro a lui, mi abbassai cominciando a fare quanto richiesto.
“Il solito buon profumo. Mi piace sentire questo odore tra le chiappe. E' proprio buono.” Adesso i miei pensieri avevano dimenticato l'attimo di imbarazzo di poco prima e si erano concentrati su quel sedere peloso che conoscevo bene. Feci del mio meglio, sapendo perfettamente cosa gli piaceva ma il ragazzetto dall'altra parte forse ci riuscì meglio perché Sandro cominciò a muovere il bacino con dei colpi secchi che conoscevo assai bene. Erano il preludio all'eiaculazione che sicuramente scattò poco dopo. Rimasi li dietro anche se non riuscivo più a tenere la bocca tra le sue chiappe da quanto si muovevano e ripresi a leccarlo proprio sul buchetto solo quando rimase immobile.
“Vuoi farlo anche a lui? Un cazzo così non lo trovi tutti i giorni e… alla fine ti annega anche...” Non capii cosa disse l'altro ma un deciso: “basta, alzati!” mi fece capire che aveva detto di si. Come fui dritto, la testa del ragazzo iniziò a dedicarsi alle mie parti intime mentre Sandro cominciò a baciarmi con forza sulla bocca, insistendo a lungo senza staccarsi. Adesso eravamo attorniati da diversi maschi che ci erano vicinissimi ma, rispettosamente, guardavano e basta. Era bellissimo e quella bocca era superba. Nonostante avesse appena finito un pompino continuò con me fino a farmi scoppiare e, incredibilmente, non sputò una goccia di tutto quello che gli scodellai dentro. “Dio che bello!” Tremavo tutto e dovetti staccarmi a forza da quel bacio appassionato perché proprio non riuscivo più a respirare. Il ragazzo si era spostato leggermente a destra e aveva già un altro cazzo in bocca.
Sandro mi spinse leggermente in disparte, mi fissò con uno sguardo profondo e mi disse a bassa voce: “adesso ne accontentiamo qualcuno...” Proprio non riuscì a capire cosa voleva dire ma me ne accorsi subito. Mi fece appoggiare le mani su un albero, mi spinse in giù il collo, mi allargò le gambe e, mettendosi dietro di me mi allargò i glutei con le mani prima di invitare i presenti a… usarmi.
“Un culetto delizioso, da provare, morbido e accogliente. Solo con preservativo però!” e con un sonoro sculaccione su una chiappa sottolineò la mia disponibilità. Tra questo invito e il sentire entrare nel culo un cazzo passò solo il tempo necessario ad aprire e infilare un preservativo…
Mai avrei immaginato che una situazione così potesse accadere nella realtà. Ovvio, nelle mie fantasie l'avevo vissuta molte volte, masturbandomi a lungo soltanto per il piacere di sognarla e, se fino a poco fa ero più che soddisfatto per quanto mi avevano fatto, adesso stavo esplodendo per l'eccitazione e il piacere.
“Cazzo, il mio uomo mi ha ordinato di farmi spompinare da uno sconosciuto e adesso mi fa scopare da un altro sconosciuto.” Certo! Questi erano sogni che avevo vissuto molte volte ma, ribadisco, non avrei mai immaginato di vederle realizzate. Forse questi furono i soli pensieri logici che mi passarono per la testa, poi fu solo passione, godimento e… stordimento. Non so nemmeno spiegare quello che provavo. Era come se fossi entrato nel culmine dell'orgasmo ma… ci stessi rimanendo all'infinito. Qualcosa dentro mi faceva tremare e fremere ogni volta che quel cazzo sprofondava e… non sembrava mai finire. Ma non era solo l'inculata in se che mi aveva portato in quello stato, era l'intera situazione. Dopo tanto, ma tanto tempo quel ritmo si fermò di colpo e le mani dell'uomo mi lasciarono le spalle. Però continuavo a godere ancora.
Un'altra voce disse: “posso?”
Senti Sandro rispondere gentile: “certo, è qui per questo!” e subito dopo mi ritrovai un altro cazzo in culo che continuò quella inimmaginabile stimolazione esattamente da dove l'aveva lasciata quello di prima. Cosa sentissi alla base del cazzo e anche sulla punta non saprei proprio descriverlo. Forse il termine paradisiaco è quello che più si avvicina. Era così intenso che mi sembrava di svenire, di non riuscire a sopportarlo a lungo, ma mi dovetti ricredere… Da quella volta non ho mai provato un orgasmo così intenso ma, soprattutto, così prolungato. A momenti avrei voluto che si fermasse tutto per il troppo di tutto che provavo ma, al tempo stesso, era stupefacente sentirlo continuare sempre a quel massimo livello. In testa c'era solo il piacere. Non c'erano più pensieri. Non c'era niente. E continuò, continuò, quasi senza interruzione per un tempo che proprio non saprei quantificare. Credo che cominciai a gridare, a gemere, a perdere saliva, ad ansimare… Probabilmente andai anche oltre… ma tutto è confuso.
Quando la nebbia cominciò a dissolversi mi ricordo seduto sull'asciugamano, stanco ma con una profonda sensazione di soddisfazione.
Rientrando a casa Sandro mi disse che ne avevo presi sette.
“Sette? Vuoi dire che mi hanno inculato in sette?”
“Si. Tutti col goldone...”
“Sette! In sette. Cioè mi hanno inculato in sette. Uno dopo l'altro?”
“Si, non ti ricordi? Gli dicevi di continuare, di sfondarti, di farti godere. Pregavi che non smettessero. Ad un certo punto ti sei messo anche a pisciare...”
“A pisciare?”
“Si, ti sei messo a pisciare!” Candidamente gli risposi che ne avevo contati solo due. Ed in effetti era proprio così. Ripensandoci anche il giorno dopo non misi mai a fuoco cosa successe quel giorno. I miei ricordi lucidi rimasero fermi al secondo che chiede a Sandro se può scoparmi. Poi solo piacere, piacere, piacere.
E la cosa buffa è che Sandro è ancora convinto che io continui a far finta di non ricordare “perché non puoi non ricordare quella chiavata senza fine. Non puoi! Godevi talmente che se non te lo ricordi ti sei perso l'ora più bella della tua vita! Ma lo so che lo dici perché non ti va di essere la troia che hai dimostrato di essere quel pomeriggio!”
Ma io non ricordo davvero, ed è tutto vago anche il dopo, almeno fino a quando non mi sono ritrovato steso a prendere il sole e ho sentito un “bentornato! Sei di nuovo con noi? Hai fatto proprio un bel sonnellino. Certo, dopo quella chiavata… un pisolino ci voleva proprio, no?” Lui era steso vicino a me e mi sorrideva. Il sole era ancora alto e faceva un gran caldo. Intorno a noi c'era una varia umanità, ma di soli maschi e mi sembrava che al culo fosse successo qualcosa visto che avevo una gran voglia di… grattarmelo. Inoltre, man mano che mi riprendevo da quel torpore mi accorgevo di qualcosa che non ricordavo bene. Perché ero impiastricciato di sperma asciutto sulle gambe, sulla schiena, sulla pancia… Un po' alla volta Sandro, confidenza dopo confidenza, mi raccontò quell'intera giornata e, ancora adesso, mi sembra sul serio impossibile che sia riuscito a fare tutto quello che dice anche se, dentro di me, ho proprio il sospetto che sia andata così, che un sogno sia diventato realtà.
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