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Gay & Bisex

PERSO UN CAZZO SE NE TROVA UN ALTRO


di RedTales
05.01.2023    |    7.217    |    12 9.5
"Il giorno dopo trovai un messaggio di Branko: “papà sempre in ospedale..."
Nell’estate del 2008 ero un disponibile quarantacinquenne alla ricerca di piacere e… trasgressione. Quella volta ero partito quasi all’alba per arrivare in un camping naturista in Istria. Non ero ancora sceso che ricevetti un messaggino da Branko: “scusa. Questa notte mio padre è stato male. Sono all’ospedale. Non riesco a venire. Ci sentiamo più tardi.”
“Diavolo!” pensai: “speriamo non sia nulla di grave.” In ogni caso rimasi male perché dovevo trovarmi proprio lì con lui per passare alcuni giorni in spensieratezza. Avevo conosciuto Branko su Internet, abitava vicino a quel campeggio ed aveva perfino insistito perché andassi a trovarlo. Non lo avevo mai incontrato e quella sarebbe stata la nostra... prima volta. Maliziosamente pensai anche al… classico bidone. In ogni caso ormai ero lì e mi recai alla reception. Mi diedero la piazzola che avevo prenotato dicendo che non c’era alcun problema se ero da solo.
Parcheggiai in un ampia area attrezzata con tanto di attacco idrico ed elettrico e mi sistemai. Provai a chiamare Branko diverse volte durante la giornata ma il suo telefonino era sempre irraggiungibile.
Nel tardo pomeriggio nella piazzola vicino alla mia arrivò una monovolume con cinque giovani con un’età che stimai compresa tra i venticinque e i trent’anni. Ci salutammo ma non capii proprio che lingua parlassero. Tre di loro si spogliarono subito facendomi ammirare quanto fossero fighi e poi montarono quattro tende al centro dello spiazzo e una un po’ più lontana, quasi dietro al camper, anche se nella zona di loro pertinenza. Alla fine parcheggiarono in modo da rendere quasi nascosta l’ultima tenda tanto che mi domandai il perché senza capirne il motivo.
Giunta l’ora di cena, dopo un ultimo e infruttuoso tentativo di contattare Branko, andai al ristornate dove mangiai. Feci quindi un bel giro per conoscere meglio il campeggio notando come la componente gay fosse la maggioranza degli ospiti e come tutti, ma proprio tutti, fossero in tenuta adamitica. Sorbii lentamente un gelato in uno dei bar della struttura ammirando quel viavai di bei maschi e, alla fine, raggiunsi il camper restando seduto sulla sdraio ma, vista la posizione piuttosto periferica in cui mi trovavo e la scarsa, per non dire nulla, presenza di altri ospiti, decisi di andare a leggere comodamente steso sul lettone.
Probabilmente mi assopii perché verso le tre fui svegliato dalle voci dei vicini che erano appena rientrati. Senza accendere alcuna luce li guardai dalla finestra della mansarda anche se la luce fioca non mi permetteva di sbirciare al meglio le loro doti…
Rimasero un po’ seduti bevendo qualcosa e parlottando nella loro strana lingua fin quando uno di loro non si alzò e prese per un braccio un altro tra le risatine di tutti. Prima fece un po’ di resistenza ma poi lo seguì e si diressero verso la tenda isolata che, per casualità, era a pochi metri dalla mansarda in cui ero. I due si fermarono davanti all’igloo, parlarono ancora e poi uno dei due entrò stendendosi. Dalla posizione dei piedi che rimasero fuori dalla porta capii che si era messo in posizione prona. Sempre più incuriosito, cercando di fare ancor più piano, feci scorrere il vetro per… sentire meglio. Erano a meno di tre metri da me anche se la posizione bassa della tenda non mi consentiva di “spiare” l’interno. L’altro ragazzo entrò subito dopo il primo e gli si mise sopra, senza alcun preliminare. Vidi i suoi piedi all’interno di quelli dell’altro e ciò mi lasciò immaginare che… ci sarebbe stato un bel movimento e pensai che il motivo di quella tenda appartata era di dare un po’ di privacy a quella coppietta.
I due si diedero assai da fare mentre io, come un perfetto voyeur, rimasi a gustarmi quel po’ di spettacolo che potevo vedere ma, soprattutto, la “colonna sonora” che mi arrivava forte e chiara.
Il ragazzo attivo restò in quella posizione a lungo e non si spostò mai fin quando, una buona decina di minuti dopo, uscì dalla tendina. Me lo ritrovai difronte e vidi distintamente la sua erezione e quasi mi abbassai per paura di essere scorto anche se la posizione sopraelevata e la zanzariera sicuramente mi resero… invisibile. Un attimo dopo, gattonando, uscì anche l’altro ma fu bruscamente rispedito all’interno dal suo partner che disse qualcosa proprio mentre arrivò uno degli altri che si fermò a parlare con lui e quindi entrò pure lui. Purtroppo restarono tutti e due all’interno e non riuscii a vedere nulla anche se dai gemiti mi fu chiarissimo che, sotto quella tela, si erano messi a scopare nuovamente. Aspettai che finissero e notai che anche il secondo, appena lo vidi in piedi, sfoggiava ancora una bella erezione e… mi venne una voglia matta.
“Loro sono qui che si divertono come matti ed io vado in bianco. E Branko non solo non mi ha risposto ma non mi ha nemmeno scritto” dissi tra me e me: “che voglia e che bello il cazzo di questo ragazzo…”
Lo vidi raggiungere gli altri mentre quello della tenda uscì e si sedette davanti alla porta, forse perché vide il terzo che lo stava raggiungendo. Quest’ultimo sicuramente gli disse di mettersi a pecora perché è quello che fece e, gattonando sparì alla mia vista. Rimasero fuori solo i piedi. L’altro gli si mise sopra a gambe larghe e, abbassandosi, iniziò a possederlo in quella posizione. Dal poco che scorsi dalla porticina socchiusa notai che fu una scopata selvaggia che fece traballare l’intera struttura e trasformò i gemiti in lamenti.
A quel punto fui talmente trascinato dall’immaginazione che mi vidi nei panni del ragazzo che veniva preso e… non seppi resistere. La mano partì e, incurante di sporcare le lenzuola, non smisi finché un caldo schizzo liberatorio non sottolineò un piacevole, anche se solitario, orgasmo. “Dio come avrei voluto essere accovacciato sotto quel giovane….” fu l’unica cosa che pensai.
Ovviamente, come immaginai, dopo il terzo fu il turno dell’ultimo che si prese la sua parte di piacere nello stesso modo del primo e, questa volta, poiché il suo culo restò praticamente proprio sotto la porta, riuscii a godermi l’intero amplesso. Per tutto il tempo mi mordicchiai le labbra per il vigore e la foga con cui vidi quelle chiappe sollevarsi per poi affondarsi e, immaginando il cazzo che ritmicamente si affondava nell’ano dell’altro… ripresi a toccarmi.
Un sonoro schiaffone su un gluteo segnò la fine e, mentre un ragazzo si allontanò, l’altro restò immobile, disteso con mezze gambe fuori dalla tenda.
Considerai che era lì, preda delle voglie di quei quattro, da almeno trequarti d’ora e molto probabilmente anche se beato e gaudente era sicuramente sfatto: “gioventù d’oggi. Hanno tutto il ben di Dio che vogliono ma non reggono. Beh! Per oggi potrà riposarsi. Capitassero a me quattro ragazzi così… altre che il culo… gli darei tutto e per ore…”
Le mie elucubrazioni furono interrotte dal ritorno del primo ragazzo che, masturbandosi con una mano, gli si mise inaspettatamente nuovamente sopra e, penetrandolo in un sol colpo, riprese a martellare mentre quello iniziò probabilmente a chiedergli di smettere. Non compresi cosa diceva ma fu evidente. Ovviamente le sue suppliche non sortirono alcun effetto e quell’ultima penetrazione “a sorpresa” fu la più lunga di tutte e quando finì mi sembrò perfino di sentire nell’aria l’aroma della crema che sicuramente era stata versata a fiumi dentro quel giovane sfintere.
Il ragazzo si girò proprio verso di me e… si mise a pisciare prima di allontanarsi.
Pochi minuti e tutto fu silenzio. Nella tendina non ci fu più alcun movimento, nemmeno per chiudere la cerniera della porta mentre gli altri, nel giro di pochi minuti, spensero tutte le luci lasciandomi, ancora con il cazzo in mano, a fantasticare su come sarebbe stato bello essere nei panni di quel ragazzo.
Il giorno dopo trovai un messaggio di Branko: “papà sempre in ospedale. Non posso raggiungerti, scusami. Ho tanta voglia di scoparti ma non riesco a venire. Mi dispiace. Qui in ospedale non posso rispondere.”
Rassegnato decisi di andare alla spiaggia nella speranza di trovare un bel manico a cui aggrapparmi ma, in tutta la giornata, non riuscii a battere il classico chiodo. Il pomeriggio incontrai i miei vicini che giocavano a pallavolo e mi fermai ad osservarli e non dico nemmeno dove li guardai… Tre erano messi davvero bene e tutti quei salti non fecero che rendere ancora più splendida la vista… Stranamente non riuscii a capire chi di loro fosse quello che aveva soddisfatto tutti gli altri. Si assomigliavano parecchio sia come fisico che come altezza: slanciati, magri, biondi, poco pelosi… Pur cercando di indovinare rimasi con il dubbio, di sicuro chiunque fosse “il prescelto” non si riusciva a notarlo perché erano tutti e cinque allegri e spensierati. Evidentemente durante la notte aveva recuperato e, sicuramente, era già ben… allenato a quei trattamenti… Beato lui.
Alla fine li lasciai giocare e tornai al camper sperando in buone nuove da Branko che non riuscii ad avere. Il telefonino era sempre irraggiungibile.
Verso l’ora di cena li vidi arrivare felici e contenti e nemmeno si accorsero di me. Si misero a giocare colpendosi con dei teli da mare e, finalmente, riuscii a riconoscere quello che offriva le sue grazie agli altri. Fu facile perché restò sempre al centro dell’attenzione degli altri. Lo squadrai da dietro le tendine: era davvero bello e con i modi di fare gentili e delicati, quasi pudici.
Quando si sedettero ripresi a fare le mie cose finendo di sistemarmi per andare a cena. Proprio mentre stavo per uscire mi trovai davanti agli occhi uno spettacolo incredibile perché dalla finestra vidi quel ragazzo appoggiato con la pancia sul cofano della macchina mentre veniva sodomizzato. Le gambe erano larghe e il viso era schiacciato contro il vetro. Strabuzzai gli occhi in quanto, vista l’ora, chiunque fosse passato avrebbe potuto notarlo pur se erano messi in una posizione abbastanza riparata da eventuali sguardi indiscreti. Guardando meglio però mi resi conto che anche se fosse passato qualcuno sulla stradina forse non si sarebbe nemmeno accorto di quanto stava avvenendo perché la monovolume copriva la visuale. L’unico che poteva vedere, come se fosse in prima fila, ero ancora io.
A quel punto mi sedetti e… incollai gli occhi su quei due. “Che voglia!” pensai.
I movimenti di quello dietro, pur facendo sbattere il suo amico contro la macchina ad ogni colpo, erano ritmici e assai plastici e non sembravano così forti. Rimasi anche colpito da come riuscisse a stare dritto muovendo quasi solo il bacino e mantenendo le mani appoggiate ai fianchi… come se non fosse coinvolto da quanto stava succedendo. L’altro… guaiva assecondando i movimenti con delle rotazioni dei fianchi, come se volesse farlo entrare il più possibile. Proseguì a lungo prima di uscirne appagato e, come lo fece, mi accorsi che alcuni passi più indietro era già pronto un altro che, per non farsi trovare impreparato, si toccava il cazzo. Il tempo di avvicinarsi e… zac, gli fu dentro riprendendo quello che l’altro aveva appena smesso di fare. Fu una scopata selvaggia, fisica, quasi animalesca tanto che, ad un certo punto il ragazzo fu sollevato di peso e messo giù sull’erba alla pecorina. E credo che quello spostamento avvenne a… cazzo in culo. Da lì la scopata proseguì in modo ancora più carnale con delle spinte che sentivo fin dal camper per quanto fossero forti. Durò tantissimo e come terminò quel buchetto già umido fu riempito nuovamente. I gemiti si trasformarono in vere urla di piacere che, ad un certo punto furono messe a tacere perché il cazzo fu spostato dal culo alla bocca. Il giovane fu fatto inginocchiare ed immediatamente “imboccato”. Purtroppo anche se erano a sei metri da me, mi ritrovai davanti agli occhi la schiena di quello che stava in piedi e che teneva con le mani la testa dell’altro e… persi la buona visuale. Mi fu però chiaro che si affondasse completamente nella gola…
Probabilmente raggiunse anche lui l’orgasmo e lo vidi allontanarsi mentre l’altro si piegò in avanti iniziando a sputare, credo sperma e saliva, e a tossire ripetutamente.
Arrivò anche il quarto che, vista la situazione, gli spinse il cazzo in bocca pure lui. Questa volta però si misero in una posizione che mi consentì di osservare decisamente meglio e, ne sono sicuro, anche quel grosso cazzo raggiunse il fondo della gola in quanto le labbra del giovane erano quasi sempre schiacciate contro il pube dell’altro. Mi gustai così una vera e propria deep troath che non diede nemmeno un momento di tregua al susseguirsi delle spinte. La scontata conclusione fu una schizzata in profondità e, credo, anche abbondante, visto quanto sputò.
Nel frattempo mi ritrovai, quasi senza accorgermene, le mani bagnate. Le tende erano schizzate, avevo il cazzo duro e una voglia irresistibile che mi faceva prudere tutto il basso ventre e che nemmeno la sega era bastata a calmare. Avrei voluto uscire offrendomi alle loro voglie pregandoli di farmi quanto avevo visto ma, timido com’ero, non ne ebbi il coraggio e rimasi, quasi senza fiato, immobile e silenzioso.
Fissai il cazzo ancora turgido dell’ultimo mentre si allontanò per poi spostare lo sguardo sul ragazzo che si era accovacciato a terra evidentemente sfinito. Era piegato su se stesso con le braccia puntellate sull’erba come a sorreggerlo e respirava con affanno.
Gli altri gli gridarono qualcosa e lui rispose mentre quelli si allontanarono. Rimase fermo ancora per un po’ quindi, pur restando seduto per terra, raddrizzo il busto e alzò la testa al cielo come per prendere più aria.
A quel punto decisi di uscire e lo raggiunsi. Mi guardò con uno sguardo stranito. Aveva il viso e il petto ricoperti di saliva e sperma che si pulì con una mano.
Mi disse qualcosa e gli risposi con il mio scadente inglese che non parlavo la sua lingua.
Rispose: “che scopata! Vuoi scoparmi anche tu?”
Lo guardai sgranando gli occhi cercando di dirgli che preferivo prenderlo… Non so se capì ma mi sorrise e: “vuoi che ti scopi?”
Rimasi spiazzato credendo di non aver capito bene e mimai con le mani quanto aveva detto. Me lo confermò e, ben felice, gli indicai di entrare nel camper. Una volta dentro lo invitai ad usare il bagno in quanto oltre al viso e al petto anche le cosce erano ben imbrattate e… ancora sgocciolanti. Si lavò e poco dopo mi sorrise offrendomi il suo bel pene da succhiare. Lo feci con gioia e, quando fu pronto, gli infilai un preservativo e gli indicai di mostrarmi come dovevo mettermi. Mi volle a pecora sulla dinette e mi diede una gran bella botta, anche se piuttosto rapida. Credo che ci saziammo entrambi anche se il mio piacere fu minimo rispetto a quanto aveva provato lui… prima.
Se ne andarono la mattina dopo mentre Branko non si fece più né sentire né vedere…
Fortunatamente incontrai un vogliosissimo sessantenne, molto giovanile, ben dotato e molto deciso che mi diede grandi soddisfazioni negli ultimi giorni di quella strana vacanza.
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