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NUOVI AMICI. MA LA MAMMA NON LO SA...


di RedTales
14.08.2020    |    24.778    |    16 9.8
"Ormai erano quasi sei mesi che si frequentavano e lui gli aveva fatto scoprire quasi tutti i segreti del sesso e, proprio quel pomeriggio, lo stava portando..."
“Si, esco.”
“Ma dove vai?”
“Da Giorgio.”
“Sicuro? Non è che esci con qualche ragazza?”
“Basta mamma! Ti ho detto che esco con Giorgio ed esco con Giorgio.”
Uscì sbattendo la porta. Adesso che era diventato da poco maggiorenne faceva sempre più fatica a sopportare l’invadenza di sua madre. E poi a lui le ragazze non interessavano proprio!
“Ciao!”
“Ciao. Incazzato?”
“No! E’ per mia madre. E’ sempre più impicciona.”
“Come tutte le mamme.”
“Si, ma mi rompe sempre di più.”
“E tu lascia perdere. Ha sospetti su di noi?”
“No, per niente, anzi! Pensa che esco con una ragazza.”
“Meglio. E tu lasciaglielo credere.”
Lo abbracciò e gli diede un fugace bacio sul collo.
Ormai erano quasi sei mesi che si frequentavano e lui gli aveva fatto scoprire quasi tutti i segreti del sesso e, proprio quel pomeriggio, lo stava portando ad un appuntamento speciale.
“Mi vuoi bene?”
“Tanto. E ti va di...”
“Si! Ma li conosci?”
“Un poco.”
“Ma tu vuoi?”
“Tanto!”
“Allora lo voglio anch’io. Ma lo conosci bene Sebastiano?”
“Un poco. Lo vedo all’Università...”
“E l’altro?”
“Mi ha detto che è un suo amico, ma non lo ho mai visto.”
Quando arrivarono a casa di Sebastiano questi li ricevette nel miniappartamento, tipico per uno studente, e presentò loro l’altro ragazzo, uno spilungone altissimo.
Dopo le solite frasi di circostanza il padrone di casa disse a Massimo che il suo amico era davvero un bel ragazzo e che era proprio contento di averlo lì e quindi, iniziando a togliersi la maglietta, lo invitò a fare altrettanto.
Ci volle poco perché tutti e quattro si ritrovassero chi in mutande e chi completamente nudo e gli occhi e le attenzioni si concentrarono sul giovane amico con cui avrebbero fatto sesso e con ancora più rapidità Massimo si ritrovò piegato, con la faccia appoggiata sul tavolo e con il cazzo di Sebastiano piantato nel suo culo.
Infatti fu proprio il padrone di casa ad iniziare dopo averlo fatto sistemare sul tavolo. Lo scopò con passione ed euforia ma in silenzio. Disse solo, quando smise, che doveva fermarsi per non venire e per lasciare “questo caldo buchetto a qualcun altro.”
“Vado?” chiese Samuele rivolto a Giorgio che, con un gesto della mano, lo invitò a farlo.
Anche lui, pur assumendo una posizione quasi goffa, vista la sua stazza, si abbandonò al piacere riempiendo a lungo l'orifizio del ragazzo e terminando con soffocati e rauchi suoni gutturali che indicarono che era giunto al traguardo.
Arrivato il turno di Giorgio questi notò come, dal buchetto del suo giovane amante, colasse quanto gli aveva lasciato dentro l’altro ragazzo e, per un attimo, la cosa gli fece un po’ schifo ma poi agì come gli altri due e anche lui iniziò a sbatterlo anche se si fermò dopo poco.
“Già finito? Si vede che te lo scopi. Ormai sei abituato a quel bel culetto. Scommetto che non ti fa più tanta gola come all’inizio...”
“No, no, mi eccita ancora tanto. Lo facciamo almeno tre o quattro volte a settimana...”
“Cazzo! Ma ti tira sempre!”
Risero tutti mentre Massimo si rialzò pulendosi con una mano le cosce e chiedendo della carta.
I quattro si scambiarono poche altre frasi prima che Sebastiano afferrasse la mano di Massimo per condurlo nella cameretta invitandolo a sdraiarsi sul letto.
Come si distese gli montò subito sopra e, aiutandosi con la mano per indirizzare il pene nel posto giusto, lo penetrò nuovamente iniziando rapidi movimenti del bacino mentre nella stanza iniziarono a sentirsi i cigolii del letto e i colpi che i due corpi producevano sbattendo uno contro l’altro.
Questa volta si impegnò, cercando di resistere a lungo e, giunto al momento del piacere, non si fece da parte ma aumentò il ritmo e la forza delle spinte raggiungendo l’apice della goduria e riversando pure lui la sua abbondante crema dentro l’amante.
Come si rialzò, eccitato e con il pene ancora in tiro, fu nuovamente Samuele a rimpiazzarlo e fu così veloce a penetrarlo che Massimo si lamentò per quella repentina ed inaspettata intrusione nel suo corpo.
Ma fu un attimo perché ben presto riprese a smaniare per l’impeto con cui quel gigante lo prese e per tutto il piacere che gli diede. Che dire, andò avanti per un’abbondante decina di minuti, senza mai rallentare fin quando, preso dalla frenesia dell’orgasmo smise di colpo lasciandosi cadere di peso sul corpo del ragazzo.
Quando si spostò fu Giorgio che gli chiese di mettersi alla pecorina e, dopo averlo pulito con un asciugamano, si ficcò pure lui tra quelle piccole ma sode chiappe iniziando una lunga serie di spinte che continuarono fin quando non riuscì pure lui a soddisfarsi.
A quel punto, prima che Sebastiano prendesse nuovamente in mano la situazione ordinò a Massimo di sedersi e di succhiargli per bene l’uccello per pulirlo da tutto quello che lo ricopriva.
Aprì la bocca e si mise a farlo, come lo aveva abituato nei mesi precedenti, mentre gli altri due commentarono quanto fosse porcello e come sapesse usare bene la bocca e la lingua.
Quando Massimo si ritrasse soddisfatto fu proprio Sebastiano a farsi avanti ed esibendo il suo pene pretese un trattamento simile ricevendolo.
Il giovane si dimostrò instancabile perché succhiò, lecco, accarezzò e sorbì quel duro bastone senza mai fermarsi fin quando, nuovamente prossimo all’orgasmo, Sebastiano non se lo afferrò con una mano per… completare l’opera, ovviamente facendo restare la punta della cappella ben piantata tra le sue labbra in modo da riversargli in bocca quanto riuscì nuovamente a produrre.
Alla fine, tolta la mano, si spinse ancora fino in gola suggerendo di: “inghiotti, inghiotti tutto. Su, da bravo, bevilo tutto.”
E così fece, lasciandosi sfuggire solo qualche rivoletto di liquido bianco dai lati delle labbra che, alla fine recuperò con la punta della lingua.
A quel punto, pur avendolo mezzo moscio, anche Samuele non volle perdere l’occasione di farsi fare un pompino e sollecitò Massimo a darsi da fare anche con lui. Non se lo fece ripetere e, dopo averlo afferrato con entrambe le mani per tenerlo dritto, cominciò a lavorarselo in punta di lingua, percorrendolo tutto dalle palle fino in cima e continuò a scorrerlo fin che non vide i primi segni di ripresa. A quel punto lo risucchiò e iniziò a ciucciarlo ad occhi chiusi e non smise fin che non sentì zampillare qualcosa.
“Basta! Non ce la faccio più. Magari un’altra volta, ma per oggi sono disfatto” sentenziò il padrone di casa mentre il suo amico, sudatissimo e con il viso paonazzo per lo sforzo appena terminato annuì.
Giorgio confermò che era stata una gran bella scopata e che se a Massimo era piaciuta e lo avesse voluto si sarebbero potuti rivedere.
“Si, mi avete fatto morire. Certo che avete dei cazzi… Ma non vi stancate mai di scopare voi? Mi avete massacrato e fatto scoppiare da quanto ho goduto. Dio che cazzi ragazzi.”
Risero.
“Mi posso lavare? Mi avete riempito dappertutto, Ho piene anche le orecchie.”
Risero ancora mentre Sebastiano gli indicò la porta del bagno. Fece una velocissima doccia e si passò con un dito del dentifricio sui denti. Quando ritornò da loro li vide già tutti vestiti. Sebastiano gli accarezzò il culo spingendoci dentro il medio: “hai un culo… Lo voglio ancora. Non te lo vorrai tenere tutto per te questo splendido culetto. Adesso che ce lo hai fatto assaggiare...”
Risero ancora tutti e quattro e poi Massimo e Giorgio si avviarono verso casa.
“Allora? Che mi dici? Come ti è sembrato?”
“Grande. Una figata. Mi avete fatto morire. Lo voglio fare ancora. Non so come dirtelo ma era da urlo mentre voi tre mi scopavate. Era tutto un fuoco dentro. Mai provato un orgasmo così a lungo.”
“Dai! Vuoi dire che scopo male?”
“Sciocco. No! E che in tre… e così tanto...”
“Mi sa che ti ho insegnato troppo bene...”
Risero.
“Non è che adesso mi diventi una troia?”
“Dai… sciocco. Quando ci torniamo da Sebastiano?”
“Vediamo...”
“Non è che adesso mi diventi geloso?”
“No, no, però ti sei mosso bene con tutti quei cazzi….”
Quando rientrò la mamma lo aspettava: “finalmente! Cosa avete fatto fino adesso...”
“Dai mamma! Cosa vuoi che abbiamo fatto.”
“Eri con Giorgio?”
“SI e con due suoi amici.”
“Maschi?”
“Se ti ho detto amici...”
“A beh! Meglio. Sai, con le ragazze… quelle pensano solo a quella cosa lì… Meglio, meglio così...”
“Si, meglio. Domani cedo che li vedrò di nuovo...”
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