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IL BUONGUSTAIO


di RedTales
26.09.2019    |    13.140    |    12 9.7
"Dopo cena guardarono un film accarezzandosi reciprocamente fino a tardi..."
Josephat aveva cominciato quel gioco per curiosità ma ne era rimasto coinvolto al punto che, dopo alcune esperienze, non era più riuscito a farne a meno, lasciandosi coinvolgere al punto che ben presto anche nel centro spedizioni dove lavorava… lo erano venuti a sapere tutti.
Ben presto si trovò a dover accontentare parecchi colleghi che, magari in un momento di pausa, si appartavano con lui in un angolino e… lo accontentavano. A volte i più intraprendenti e disinibiti potevano essere anche due o perfino tre tutti assieme e Josephat ne era decisamente soddisfatto.
Ovviamente qualcuno lo prendeva anche scherzosamente in giro quando lo vedeva con la maglietta vistosamente macchiata ma lui ci rideva sopra dicendo sempre qualche frase di circostanza.
A volte anche qualche impiegato se ne andava in disparte con lui o, magari a fine turno, lo invitava ad andare a fare un giro in macchina in qualche posto isolato…
Però quello che gli piaceva di più era Leandro e aspettava sempre con grande impazienza che gli facesse il segnale convenuto per raggiungerlo, solitamente lontano da occhi indiscreti, per farsi portare a casa sua.
Solitamente lo aspettava ad alcune centinaia di metri da dove lavoravano, preferibilmente alla fine del turno pomeridiano e quindi se ne andavano nella villetta di Leandro.
Ormai era da alcuni mesi che lo frequentava e ogni volta tutto si ripeteva più o meno allo stesso modo.
Anche quella volta, quando arrivarono a casa si spogliarono e l’uomo, sulla cinquantina, iniziò a baciarlo con passione e ad accarezzarlo, come sempre estasiato da quel corpo nero e liscio come l’ebano.
Josephat, un bel ragazzo di venticinque anni, era ugualmente affascinato dall’altro corpo, totalmente depilato e bianco quasi come il latte e assai diverso da quello della quasi totalità degli altri uomini che incontrava. Le bocche si strinsero contratte una sull’altra, i corpi avvinghiati fecero sentire ad entrambi i loro sessi, duri e marmorei, premere tra di loro mentre le dita continuarono a godere del contatto con la pelle.
I preliminari, come sempre, durarono a lungo e si conclusero con la solita frase:
“Dai, andiamo a farci la doccia. Hai voglia?”
“Si, tanta, e poi si vede, no?” rispose abbassando lo sguardo sul suo pene di generose dimensioni completamente rigido e proiettato verso l’alto.
Leandro appoggiò un accappatoio sul lavandino e preparò l’acqua e un attimo dopo si ritrovarono sotto il getto caldo intenti ad insaponarsi vicendevolmente toccandosi continuamente i genitali felici di poterlo fare senza alcuna fretta.
Quando uscirono, sempre più eccitati non indossarono si asciugarono nemmeno, raggiungendo immediatamente il letto per potersi sdraiare, uno al fianco dell’altro, riprendendo a baciarsi mentre i loro corpi, continuando a spostarsi, si sovrapponevano senza soluzione di continuità.
Si fermarono solo per iniziare un lentissimo sessantanove, avidi entrambi di succhiare il sesso dell’altro.
“Fermati, altrimenti vengo.” borbottò improvvisamente l’uomo.
Josephat si arrestò non volendolo far arrivare nella sua bocca.
“Vuoi venire?”
“Quasi quasi si...”
“Si, dai! Vieni.” rispose il ragazzo spostandosi.
“Va bene, siediti che mi alzo.”
Lo fece in fretta non volendo rischiare di perdere lo schizzo che adorava sentire arrivare sulla faccia.
Leandro si mise in piedi davanti a lui iniziando a masturbarsi in fretta. Ci mise poco e il primo copioso spruzzo passò a fianco del naso per stendersi sullo zigomo. Ne seguirono altri che entrarono nella bocca aperta ed ancora tra i capelli, sulla fronte ed infine sul mento. Come sempre la produzione fu abbondante e ricoprì buona parte del viso.
Uscite anche le ultime gocce Josephat si appropinquò e avidamente iniziò a sorseggiare quel turgido dispensatore di crema. Succhiò con bramosia come per non perdere nulla mentre quello che già gli copriva la faccia iniziò a colargli sulle spalle e sul petto.
Smise solo quando fu sicuro di averlo prosciugato e allora si mise a raccogliere tutto il resto con l’indice per poi sorbirlo sorridente.
Amava sentirsi spruzzare la faccia e adorava quel sapore.
Come ebbe finito Leandro lo fece stendere sulla schiena e, sistematosi al suo fianco, dopo avergli afferrato il sesso con la mano, continuò quanto aveva iniziato prima con la bocca. Quella posizione gli piaceva perché poteva vedere bene quanto faceva ammirando la pelle nera del ragazzo scorrere sul grossissimo glande luccicante. Insistette finché lo portò al traguardo facendo uscire una traboccante spruzzata che si prolungò fin sul petto e fu seguita da altre sette o otto che ricoprirono buona parte della pancia e furono accompagnate da profondi gemiti di piacere.
“Ti è piaciuto?” chiese al ragazzo pulendosi la mano sulla gamba.
“Tantissimo. Sei sempre bravissimo. Sei il solo che mi fa venire...”
“Beh! Ma anche gli altri...”
“Nessuno, Vogliono solo schizzarmi. Al mio cazzo non pensa mai nessuno.”
Rise passandogli una mano sulla pancia per spalmare tutta quella crema un po’ dappertutto.
Rimasero sdraiati a chiacchierare prima di fare un’altra doccia assieme.
Al termine, senza indossare nulla andarono in cucina dove, come le altre volte, Leandro si mise a preparare la cena per il suo ospite.
“Ti piacciono le tagliatelle panna e funghi?”
“Certo! E anche questa è una tua ricetta speciale?”
“E me lo domandi?”
Il ragazzo lo aiutò ad apparecchiare e poi attese che il suo chef personale finisse di preparare il condimento. Chiacchierarono di varie cose, concentrando i loro dialoghi principalmente su quanto era accaduto al lavoro mentre il profumo dei funghi scottati in padella con la panna invase la cucina.
“Adesso butto la pasta. Una decina di minuti ed è pronta.”
Il ragazzo si alzò e gli si accucciò davanti infilandosi prontamente tra le labbra carnose il pene e iniziando a darsi un gran da fare con bocca e mani. Lo masturbò senza un attimo di pausa sentendolo crescere in fretta. Continuò e continuò mentre Leandro provò a dire: “forse non ce la faccio a venire di nuovo.”
Ma il ragazzo sembrò non sentirlo e proseguì.
“Aspetta devo girare la pasta.”
Non lo lasciò, gattonando di lato per non lasciarsi fuggire la preda e insistendo con la fellatio che continuò senza mai smettere quasi intralciandolo al momento in cui scolò la pasta.
A quel punto Leandro, sempre con il pene piantato nella bocca di Josephat gettò la pasta nella padella con la crema e la appoggiò sulla fiamma. Poco dopo era pronta.
“E’ pronto. Dai, questa volta la mangi così.” gli disse distribuendola nei piatti mentre il ragazzo non si era ancora arreso.
Fu proprio allora che cominciò a sentire di esserci quasi: “manca poco, manca poco. Ce l’hai fatta, sto per venire. Finisco io...”
Si spostò e con la mano diede gli ultimi sapienti colpi mentre Josephat gli porse il piatto posizionandolo con attenzione nell’attesa del… condimento speciale. Fu abile a muoverlo facendo cadere quel po’ di ulteriore crema che Leandro riuscì a produrre proprio sopra la sua pasta in modo da non far andar sprecata neanche una goccia.
Sorrise soddisfatto appoggiando il piatto sul tavolo e dando un’ulteriore succhiatina prima di sedersi.
“Ma ti piace così tanto?”
“Lo adoro, sicuramente adesso la pasta ha un sapore speciale.”
La mangiò e pulì il piatto con il pane.
Dopo cena guardarono un film accarezzandosi reciprocamente fino a tardi.
“Vuoi restare a dormire qui o ti accompagno a casa?”
“Magari la prossima volta. Se mi accompagni è meglio.”
Si rivestirono e dopo un altro interminabile bacio si avviarono verso l’uscita.
“Sai che sono un po’ geloso di tutti quelli che ti sbrodolano addosso?”
Gli sorrise con un’espressione maliziosa: “si, ma mi piace troppo sentirmi schizzare in faccia… non riesco a resistere se me lo chiedono...”
“Finisci anche domani alle diciotto?”
“Si.”
“Anch’io...”
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