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CHE BELLO IL BUCHINO DEL MIO FIGLIASTRO


di RedTales
09.02.2015    |    84.712    |    25 9.6
"Birichini! Un sabato Marianna dovette passare tutto il giorno in ufficio per un grosso contrattempo e così mi trovai tutto solo con Edoardo che, quando non..."
Si, le cose con Marianna andavano bene e avevamo deciso che lei sarebbe venuta a vivere con me. Che dire, era una splendida donna che portava meravigliosamente i suoi quarantacinque anni. Ci avevo pensato molto perché questo significava dover quasi smettere di vedere altre persone ma, arrivato a cinquantadue anni, credevo, che fosse giunto il momento di potermelo permettere. Magari qualche scappatella... di nascosto... In ogni caso lei, in questi ultimi mesi aveva saputo soddisfarmi veramente alla grande, rendendo inutile ogni ricerca di ulteriore piacere. Che dire, aveva delle tette fantastiche, una bocca da... professionista e, cosa che mi aveva sempre intrigato, un culetto incredibile, da far scordare quello di alcuni giovani ragazzi che avevo avuto la fortuna di... provare. Ma anche tutto il resto era veramente super.
Insomma, gratificato sul piano sessuale, a cui tenevo molto, e su quello affettivo e condividendo gran parte dei piaceri della vita... quotidiana, decidemmo per il gran passo.
Finora non avevo mai incontrato suo figlio, un bel ragazzo di venticinque anni di cui lei mi aveva detto quasi tutto.
Quando lo incontrai, dopo una bella chiacchierata, andammo a cena fuori dove approfondii la sua conoscenza. Mi sembrò un ragazzo abbastanza timido, molto riservato e piuttosto schivo. Era laureato, tra l'altro con ottimi voti, e aveva già trovato un lavoro sicuro in un ufficio pubblico. Nei mesi successivi, mentre prepararono il trasloco, lo incontrai diverse alte volte, instaurando con lui un buon rapporto.
Una volta arrivati definitivamente da me, dopo i primi tempi, iniziò una tranquilla convivenza familiare. Se avessi immaginato che tutto era così piacevole, avrei fatto prima questo passo. Praticamente con lei, visto che il ragazzo usciva la mattina presto e tornava quasi ad ora di cena, scopavo quasi tutti i giorni, anzi, era lei che... mi solleticava anche quando me ne sarei restato tranquillo..
Ma, si sa, i primi tempi, a qualsiasi età sono... birichini!
Un sabato Marianna dovette passare tutto il giorno in ufficio per un grosso contrattempo e così mi trovai tutto solo con Edoardo che, quando non lavorava, solitamente passava le sue giornate davanti al computer.
A metà mattina, mentre cercavo qualcosa alla televisione, arrivò in sala indossando una lunga maglietta che gli arrivava poco sopra il ginocchio e in ciabatte. Si sedette sul divano e, fissandomi, improvvisamente mi disse:
- “Ti ricordi di me?”
Lo guardai stupito perchè non capivo proprio cosa volesse dire e gli rimandai un “in che senso?”
- “Nel senso che volevo sapere se ti ricordavi di me... perché anche quando non c'era mamma, hai sempre fatto finta di non conoscermi.”
Ci pensai un momento e gli confermai che non mi ricordavo di averlo mai conosciuto.
- “Evidentemente per te è stato solo un pomeriggio con un ragazzetto... Uno dei tanti... Adesso ti ricordi?”
Adesso ero in difficoltà. Possibile che sia stato uno di quei maschietti che ogni tanto incontravo per un po' di sesso? Non volevo scoprimi anche perchè pure lui era stato vago.
- “In che senso uno dei tanti?”
- “Ma davvero non ti ricordi? Circa cinque anni fa. Ho risposto ad un tuo annuncio, mail, foto, poi mi hai portato proprio qui...”
Adesso era stato chiarissimo ma, sul serio, non mi ricordavo di lui.
- “Cinque anni fa?”
- “Si, marzo. Mi hai portato qui, mi hai fatto spogliare poi mi hai chiesto di prendertelo in bocca e io ti ho detto che non lo avevo mai fatto e tu non ci volevi credere.”
Improvvisamente mi ricordai di quel ragazzo. Si, adesso stavo mettendo a fuoco. Certo che mi ricordavo di lui.
- “Si, adesso mi ricordo. Mi hai detto che era la prima volta che andavi con un uomo e io non ci volevo credere.”.
- “Si, sei stato il primo cazzo che ho preso in bocca e... in culo”.
Lui sembrava molto sciolto mentre mi parlava, per nulla imbarazzato della situazione.
- “Ho sempre sperato che mi rispondessi, ma non mi hai più cercato...”
- “Beh... sai com'è. Impegni, il tempo che passa... e poi ci si perde...”
Abbassai lo sguardo e mi resi conto che si era seduto, rannicchiando le gambe sul divano e queste erano completamente depilate e... anche le braccia.
Prima che potessi aggiungere qualcosa lui mi si strinse contro cominciando a baciarmi le guance ed accarezzandomi i capelli. Istintivamente l'abbracciai e in un attimo le nostre bocche si unirono. La mia mano scese lungo la sua schiena e, finito il cotone della maglietta, si trovò appoggiata sulla calda pelle del culetto. Accarezzai quella soda, morbida e glabra chiappa mentre lui non si staccava dalla mia bocca.
Continuai a toccargli il culo mentre ci baciavamo.
- “Da quella volta non lo ho più fatto”.
Mi sussurrò all'orecchio dopo essersi staccato dalle mie labbra.
Ma, in quel momento, non servivano le parole. Fu un attimo sfilargli la maglietta e scoprirlo completamente nudo. Era bellissimo, del tutto privo di peli, morbidissimo e con una pelle chiara e delicata, come quella di sua madre. Mi abbassai per prendere il suo sesso in bocca mentre lui mi sfilava la camicia del pigiama. Lo sentii crescere tra le labbra e fu un attimo ritrovare i nostri corpi attaccati. Mi prese con le mani e iniziò a masturbarmi, delicatamente, quasi intimidito. Io ripresi a baciarlo e le nostre lingue si accarezzarono dolcemente. Lo portai sul lettone dove riprendemmo, avvinghiati, a baciarci, toccarci, accarezzarci. Era bellissimo e lui era un fiore. Un fiore che colsi di nuovo poco dopo, con naturalezza. La penetrazione fu lenta e interrotta più volte dai suoi lamenti. Ma voleva, voleva tantissimo, che ritornassi dentro di lui anche se mi diceva che gli stavo facendo male. Gli leccai il buchino, lo lubrificai, lo allargai con in dito, poi con due, riprovai e, aiutando con le mani a tenerlo largo, dopo qualche altra piccola lamentela, una volta entrata la cappella, finalmente potei sprofondarci dentro.
- “Adesso mi piace... lo sento tutto dentro... non me lo ricordavo così grosso... l'altra volta mi aveva fatto male ma non te lo avevo detto... non volevo sembrare un... ragazzino.”
Lo strinsi ancora più forte e lo scopai, con dei lenti movimenti del bacino, per una mezz'ora, sempre nella stessa posizione, lui sotto a pancia in su e io sopra. Ci continuammo a baciare senza soluzione di continuità, staccandoci solo per il tempo necessario a lui per riprendere fiato. Le nostre mani erano intrecciate sopra le teste e tutti e due stavamo godendo. Edoardo, che era paonazzo, si mise quasi a rantolare, contorcendosi tutto.
Gli chiesi se voleva che mi fermassi, che uscissi, ma mi rispose che era venuto. Che con la pancia gli stimolavo il pene e che adesso era venuto ma che quello che sentiva dentro era ancora più forte. Ci baciammo ancora.
In tante esperienze, sia etero che omosessuali, non avevo mai raggiunto un piacere così intenso e... mi lasciai andare, schizzando con profondo impeto dentro di lui.
Poco dopo rotolai al suo fianco e lui mi strinse il sesso con la mano. Feci altrettanto.
Ero spossato ma lui, forse, più di me.
Mi confidò che oltre a masturbarsi non aveva mai fatto sesso ne con uomini, verso i quali si sentiva attratto, ne con donne, a parte l'incontro con me.
Poco dopo si addormentò. Rimasi a guardarlo, così bello per parecchio tempo, scrutando ogni centimetro del suo corpo. Alla fine lo coprii con il lenzuolo e mi assopii al suo fianco.
Quando mi svegliai lui dormiva ancora. Appoggiai le labbra sulle sue e spalancò gli occhi, ricambiando subito con un altro interminabile bacio che diventò un'altra ora di sesso. Questa volta, dopo aver visto me bere tutto quello che lui mi aveva lasciato in bocca, volle provare ad assaggiare la mia crema, restando incerto se gli piacesse o meno.
- “Ma, se vuoi, dopo che ti sono venuto, puoi anche sputarla”.
Ma con un sorriso preferì inghiottire, forse per fare come me.
Una calda e ristoratrice doccia assieme concluse quel bellissimo sabato. Parlammo a lungo del nostro primo incontro di cui lui ricordava ogni minimo particolare. Ogni tanto voleva baciarmi e, quel gesto, era particolarmente eccitante, sia per me che per lui. La cosa mi sembrava perfino strana. Come poteva un atto così... innocente farmi partire un'erezione? Mah? Quando sentimmo le chiavi nella porta lui corse nella sua camera.
Quella sera Marianna si meravigliò della fatica che fece per farmelo diventare duro e io mi meraviglia della capacità di riuscire a scoparla, e volle che glielo mettessi dietro, dopo una giornata di fuoco come quella trascorsa con il mio figliastro.
Ormai è da tanto che, quando possiamo, io ed Edoardo ci soddisfiamo a vicenda e lui, dopo un periodo iniziale in cui era molto docile e remissivo, adesso vuole provare sempre nuove posizioni, chiedendomi di aiutarlo mentre si depila, invitandomi a guardarlo mentre fa pipì o spingendomi a comperargli, dopo aver provato ad usare quelli della mamma, degli indumenti intimi, anche femminili, che poi si diverte a sfoggiare per me. Tra poco scoprirà di sicuro i dildo...
Sinceramente, una situazione così idilliaca non avrei potuto nemmeno immaginarla...
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