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Prime Esperienze

LA PRIMA PASSEGGIATA DI MICHELE IN RIVA AL FIUME... CON SORPRESA.


di RedTales
26.03.2016    |    22.611    |    5 9.8
"Intanto l'uomo che era stato preso da dietro, ancora fermo con una gamba sollevata, probabilmente spingendo, si stava svuotando dalla crema che gli era..."
Quel giorno, mentre stava facendo una passeggiata con il suo cane, risalendo il greto di un fiume, ad un certo punto si era trovato davanti diversi maschi che, nudi come mamma li aveva fatti, prendevano il sole. Meravigliato della cosa, si era spostato nel boschetto che affiancava le sponde per non… disturbare, ma qui, quello che aveva incontrato era ancora più incredibile, per lui. Infatti, oltre a notare diversi altri uomini aggirarsi tra le fronde, ne aveva scorti altri intenti a fare sesso.
Aveva deviato ancora, raggiungendo una zona decisamente aperta dove non c'era più nessuno.
Michele, un bonaccione di quarant'anni, nemmeno immaginava che quella fosse una zona di incontro per… maschietti. Lui, che ancora viveva con la mamma e non si era mai sposato, in fatto di sesso era fermo a una morosa con cui non aveva mai consumato, a parte dei baci e qualche… toccatina e… tanta attività di mano, in solitaria. A quel mondo non aveva mai pensato, ma proprio il pomeriggio successivo, uscito dal lavoro, decise di andare a curiosare. Parcheggiò e si avventurò lungo il fiume.
Era un bellissimo pomeriggio di giugno, caldo e assolato e la zona era decisamente frequentata. Cercando di non farsi notare iniziò a spiare quelli distesi al sole. Lo fece per una buona mezz'oretta, notando che quasi tutti, chi prima, chi dopo, si avventuravano tra gli arbusti. Pensò che sapeva cosa andavano a cercare li e così, sempre con cautela, si diresse dove la vegetazione era più fitta seguendo proprio uno di quelli che si era appena incamminato in quella direzione. Quasi subito vide un uomo decisamente anziano che, appoggiato ad un albero sembrava proprio in attesa di qualcuno. Non visto rimase ad osservarlo. Se ne stava fermo, toccandosi, di tanto in tanto, proprio li. Era completamente depilato e, nonostante gli anni, pensò che avesse un bel fisico. Proprio quando stava per andarsene, si avvicinò all'uomo un'altra persona che, vedendolo iniziò a masturbarsi. Anche l'altro prese a giocare con il suo uccello e, fermandosi vicino al primo, senza dire alcuna parola, allungò subito una mano per toccarlo. Lasciò fare e, immediatamente ricambiò, toccandolo a sua volta. Uno, davanti all'altro iniziarono a tirarsi l'uccello reciprocamente per alcuni minuti poi l'anziano si abbassò e guardando l'altro negli occhi, si infilò il suo pisello in bocca e iniziò subito a succhiarlo. Michele continuava ad osservare da lontano e sentiva il suo pene crescere e, in pochi istanti cominciò a premere contro i pantaloni, completamente eretto. Quello che vedeva lo eccitava. Era una cosa nuova ma gli piaceva guardare quei due e continuò.
Il vecchio era preso da quel pompino e si dava da fare mentre l'altro sembrava proprio apprezzare. Si impegnò per un po' per poi rialzarsi. Disse qualcosa, ottenendo un cenno di consenso. Li vide spostarsi in mezzo a dei cespugli più fitti e anche lui si mosse per poter continuare a guardare. Vide il vecchio appoggiarsi ad un albero e sporgere il culo mentre l'altro, dopo essersi infilato un preservativo, ci si infilò subito dentro cominciando a scoparlo. A questo punto aveva il cazzo decisamente troppo duro per restare dentro i pantaloni e, aperta la zip, lo fece uscire e prese a masturbarsi, molto eccitato dallo spettacolo. Però era scomodo e così slacciò anche il bottone e lasciò scendere i pantaloni e si abbassò le mutande per impugnarselo meglio. Si, così gli piaceva. Voleva venire subito per godere immediatamente ma, proprio quando era quasi arrivato, uno sconosciuto gli si fece accanto. Tolse la mano immediatamente e cercò di coprirsi. L'uomo era tutto nudo e gli sorrideva e, guardandolo con un cenno d'intesa, allungò la mano verso il suo sesso: “vuoi?”. Si spostò come per impedirglielo. Era troppo sorpreso per poter mettere a fuoco quanto stava accadendo. L'altro allungò di nuovo la mano e, questa volta lo prese tra le dita. Michele rimase immobile e quello lo prese per un... fai pure. Infatti, stretto il pugno cominciò a masturbarlo riuscendo, dopo solo cinque colpi, a portarlo al traguardo. Michele schizzò sul prato con estremo piacere anche se cercò di non farlo vedere.
“Un fulmine. Sei proprio un fulmine”. Si abbassò e gli leccò il glande prima di rialzarsi e allontanarsi.
Anche se frastornato da quanto gli era capitato, rialzò lo sguardo verso i due di prima. Erano ancora li che continuavano la loro scopata. Diede un'ultima occhiata e si tirò su i pantaloni, avviandosi verso la macchina.
Quella sera, a cena, fu molto pensieroso e anche durante la notte non riuscì a dormire ripensando al pomeriggio. Si ripropose di non tornarci più ma il giorno dopo, appena uscito dall'ufficio parcheggiò esattamente dove aveva lasciato la macchina il giorno prima e si avventurò nuovamente nel boschetto. Incontrò lungo il sentiero due ragazzi appoggiati ad un tronco caduto che lo guardarono con attenzione ma non se ne curò e proseguì. Poco oltre vide un altro ragazzo, questa volta nudo seduto su un telo. Si fermò ma dopo una manciata di minuti riprese a camminare. Incrociò un altro uomo nudo che, passandogli vicino, abbassò lo sguardo e proseguì fin quando non scorse altri frequentatori del posto. Purtroppo erano tutti soli e nessuno accennava a fare qualcosa. Ci aveva proprio sperato di mettersi di nuovo a sbirciare una scena di sesso. Si fermò quando raggiunse il greto. Scese sul ghiaione scrutando e notando almeno una decina di persone sedute o sdraiate, piuttosto lontane le une dalle altre intente a prendere il sole. Erano tutti nudi ma non era questo che aveva sperato di vedere. Fu in quell'istante che si sentì un po' fuori posto, completamente vestito e, chissà perché, decise di spogliarsi pure lui. Lo fece con attenzione e con un certo riserbo e, appena fu nudo, gli balenò l'idea di aver fatto una grande cazzata. Ma ormai era li ed era svestito e pensò di uniformarsi ai frequentatori del posto e trovò un posticino appartato e si sedette. Erano quasi le tre del pomeriggio e il sole scottava. Lo sentiva battere sulle spalle. Passò una decina di minuti e qualcuno gli passò vicino, indugiando e osservandolo. Ma proseguì. Vide un uomo alzarsi e raggiungere il boschetto e, poco dopo, un altro lo seguì, infrattandosi nello stesso sentierino. Forse stavano andando a fare sesso, pensò e, piegando alla meno peggio i pantaloni con il portafogli e coprendoli con la camicia, li seguì. Si, aveva visto giusto. I due erano già vicini e si toccavano. Erano a meno di dieci metri da lui. Si spostò tra gli arbusti e si avvicinò ancora cercando di non farsi vedere. Riuscì ad arrivare abbastanza vicino e si fermò dietro un tronco più grosso degli altri cercando di non fare rumore. I due si toccavano dappartetutto, le mani di uno erano sia sul cazzo che sul culo dell'altro. Le vedeva muoversi sul pene e accarezzargli i glutei. L'altro lo lasciava fare. Non riusciva ad avere una visione nitida ma immaginava quello che non poteva scorgere. Dei rumori di rami lo fecero sobbalzare ma si accorse subito che un altro uomo si era avvicinato ai due e, a meno di un metro da loro, si era messo anche lui a guardare. Loro lo avevano ignorato. Anche questo aveva il cazzo duro e si toccava da solo. Ormai era eccitato e cominciò a masturbarsi lentamente. Oggi aveva voglia di godersi il più a lungo possibile quello spettacolo. Spostando lo sguardo dalla coppia al singolo, si accorse che questo lo aveva notato e lo stava fissando, o meglio, aveva gli occhi abbassati sulla sua mano che… lavorava. Può sembrare assurdo ma diventò rosso e si girò di lato, come per nascondere la sua erezione. Forse fu questa reazione ad invogliare quell'uomo che, con due passi gli fu vicino. Lo sguardo basso, diretto al suo sesso, verso il quale allungò la mano.
Michele lasciò che gli prendesse il pisello e continuasse a fare quello che lui aveva frettolosamente smesso. Poco dopo gli si abbassò davanti e cominciò a leccarglielo per poi infilarselo in bocca.
Dio se era bravo. Lo stava facendo piegare dal piacere. Ormai era pronto a venire ma non voleva inondarlo e gli disse che era quasi pronto. Pensò che si sarebbe spostato, come fece, ma mai si sarebbe aspettato quella frase: “vuoi venirmi in bocca o… in culo?”
Non seppe proprio cosa rispondere e, vedendolo muto, gli si riattaccò, riprendendo a mungerlo per gustarsi l'abbondante colata che gli procurò. Non smise anche dopo averlo svuotato e solo quando fu certo di avergli prosciugato anche la più piccola goccia si rialzò sorridendogli: “buono. Hai proprio un buon sapore.”
Gli altri due, a pochi metri da loro, si stavano inculando e, quello che lo prendeva, piegato leggermente in avanti, ansimava, anche se cercava di non farsi sentire, attirando la loro attenzione. L'uomo che lo aveva appena prosciugato si avvicinò per gustarsi la scena in primo piano.
Michele fece altrettanto senza spostarsi dal suo angolino. Anche un altro curioso si avvicinò restando in disparte a masturbarsi. Dalla sua posizione sentiva nettamente i colpi della pancia che sbatteva sul culo dell'altro. Erano colpi decisi e rapidi. Passarono molti minuti prima che si arrestassero. Pensò che uno fosse venuto, ma non era così voleva che l'altro cambiasse posizione, e così fece. Appoggiò un piede su un ramo aprendo la gamba quasi a novanta gradi rispetto al corpo e, sempre da dietro, l'altro gli si infilò dentro. Vedendo i due spettatori che si erano accucciati fianco a fianco, con la testa ad un palmo da quel culo, Michele si fece coraggio e li raggiunse. Da li la vista era fantastica. Probabilmente per la posizione aperta, si vedeva benissimo quel grosso palo scivolare quasi del tutto fuori dal buco per poi ricacciarvisi dentro con le palle che ci sbattevano contro facendo una specie di schiocco ogni volta. Restò impressionato quando iniziò a toglierlo del tutto per, dopo qualche istante, sbatterlo nuovamente dentro.
“Che largo” si lasciò sfuggire a bassa voce, riferendosi all'apertura dello sfintere che faceva bella mostra di se, senza riuscire a chiudersi, appena veniva liberata da quel duro tampone che continuava a pomparlo. Quel gioco continuò per un pochino, sembrava quasi che lo facesse apposta per farci vedere quanto lo stava aprendo…
Quando riprese a spingere senza più uscire uno dei due accovacciati vicino a me sussurrò: “adesso viene. Adesso gli viene dentro. Gli viene senza preservativo… Lo allaga. Questo è un toro, lo conosco...”
Restammo tutti con gli occhi fissi su quei pochi centimetri di carne immaginando esattamente cosa stava accadendo li dentro appena lo vedemmo dare dei colpi più intensi e poi quasi fermarsi per muoversi di fianco, come per assecondare gli ultimi attimi dell'orgasmo. Qualche istante e quel grosso e scuro cazzo colante era, come esibito, davanti ai nostri occhi. Uno di loro protese la faccia come per chiedere di farglielo leccare e così fu. Ci passò la lingua sopra con attenzione per raccogliere quel nettare e continuò a passarla sulle vene, scivolando dalla violacea cappella fino alle palle, tuffandosi tra i folti peli per risalire nuovamente alla punta. L'altro guardava continuando a menarsi e Michele era come estasiato dal tutto. Intanto l'uomo che era stato preso da dietro, ancora fermo con una gamba sollevata, probabilmente spingendo, si stava svuotando dalla crema che gli era stata schizzata dentro e che adesso colava abbondantemente lungo la gamba. Il buchino era ancora aperto, anche se assai meno di prima. Appena se ne accorse quello che aveva leccato il cazzo, si spostò cominciando a lambirgli la coscia con la lingua e risalendo nel solco dei glutei per poi concentrarsi sul buchetto, dove si mise ad aspirare con intensità come per risucchiargli quel poco che poteva essere rimasto dentro. Per Michele fu troppo e, senza quasi accorgersi che la sua mano era ripartita, venne di nuovo, pur non avendo una completa erezione.
Pochi minuti dopo tutti e cinque se ne erano andati in direzioni diverse. Lui raggiunse i suoi vestiti e frettolosamente si affrettò verso la macchina.
Questa volta pensò che domani ci sarebbe sicuramente tornato in quel posto
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